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rassegna stampa del 2 e 3 giugno 2016

Giornale di Sicilia

Giovedì 2 giugno

Regione, cresce la spesa per pagare le pensioni
«Nel 2016 costeranno oltre mezzo miliardo»
L'aumento degli assegni è di 20 milioni di euro all'anno
Giacinto Pipitone - Palermo
La spesa per pagare le pensioni di regionali cresce di circa 20 milioni all'anno. Si ridimensiona un po' l'effetto positivo dei prepensionamenti avviati a fine 2015: è l'analisi del Fondo Pensioni, guidato da Rosolino Greco. La relazione ha messo insieme i costi certi derivanti dai prepensionamenti già autorizzati scoprendo che per il solo anno in corso valgono 20 milioni e 174 mila euro. E da qui al prossimo triennio il Fondo stima che ogni anno - per morte di chi è in quiescenza - si riduca la spesa precedente di 11 milioni e 124 mila euro. Tuttavia all'inizio la bilancia penderà sempre dal lato dell'aumento della spesa. Nel 2016 l'uscita per le pensioni sarà di 583,5 milioni mentre appena un anno fa ci si era fermati a 574 milioni e mezzo. E nei prossimi anni la situazione peggiorerà: nel 2017 la spesa raggiungerà i 591 milioni e nel 2018 si oltrepasserà la soglia dei 600 milioni (per la precisione, 602.765.969 euro). E non va dimenticato che il picco di prepensionamenti avverrà nel 2019 e nel 2020: rispettivamente, quasi 800 e quasi mille esodi all'anno. Si tratta di spese - evidenzia l'analisi firmata da Greco - a carico della Regione. Va detto però che la stessa Regione calcola di risparmiare circa 4.500 stipendi da qui al 2020 (anno in cui si chiuderà la finestra per i prepensionamenti) e ciò corrisponderà a circa 50 milioni all'anno in meno quando l'operazione sarà completata. Un dato che dal 2020 in poi potrebbe restare costante se non verranno sbloccati i concorsi: ipotesi su cui il dibattito è aperto. «L'ultima riforma sta funzionando » sintetizza Greco Dall'altro lato però il Fondo Pensioni sta registrando anche un'impenna - ta delle anticipazioni delle buonuscite. Pure in questo caso l'analisi è secca: nel 2014 l'avevano chiesta in cento e la spesa era stata di 3 milioni, l'anno scorso l'hano chiesta in 315 e ciò ha comportato un'uscita di 8 milioni e 127 mila euro. La spesa per le liquidazioni in generale resta per ora costante sui 57 milioni anche se l'effetto dei prepensionamenti in questo caso è ritardato visto che il Tfr viene erogato qualche anno dopo l'addio agli uffici. In generale l'analisi del Fondo Pensioni mette sul tappeto un problema: la riduzione dei contributi incassati per effetto della riduzione dei dipendenti in servizio e conteporaneamente l'aumento del costo delle pensioni. Nel 2015 per la prima volta i nuovi pensionati sono stati praticamente quanto quelli deceduti: 547 i primi, 552 i secondi. Giusto per avere un'idea, fino al 2014 la differenza era di 200: cioè i morti erano sempre di più dei nuovi pensionati. E questo - al netto dell'aspetto emotivo - ha un effetto finanziario. Tra l'altro, in questo momento i pensionati sono praticamente quanto i dipendenti. A fine 2015 il personale in quiescenza ammontava a 15.593 mentre quello in servizio a 15.295 unità. La forbice si allargherà progressivamente nei prossimi anni fino a una data-cardine: secondo gli studi del Fondo Pensioni, nel 2036 i pensionati saranno 20.321 e i dipendenti in servizio 11.163. In pratica, chi percepirà una pensione a carico della Regione sarà quasi il doppio dei funzionari in carica (sempre che nel frattempo non si aggiungano nuove assunzioni, come appare prevedibile). Ma quanto valgono le singole pensioni dei regionali in questo momento? Fare una fotografia precisa è difficile visto il susseguirsi di rfiorme che hanno introdotto benefici diversi per chi lascia anticipatamente, e visto anche che alla Regione esistono due contratti: uno per gli assunti prima del 1986 e l'altro per chi è entrato dopo questa data. Al netto di queste differenze il Fondo ha calcolato che un dirigente di terza fascia in pensione ha avuto mediamente un assegno lordo mensile di 4.300 euro, che sale a 6.871 nel caso dei dirigenti di fascia più alta. I funzionari del comparto si fermano a 2.517 euro lordi al mese. Infine, praticamente sparite le pensioni anticipate frutto dell'applicazio - ne distorta della legge 104 (che permette l'assistenza a parenti malati o disabili): si è passati dalle 464 del 2011 alle 10 dell'anno scorso. Anche questo è un risparmio.


Università. Tra Comunee Camera di commercio, il consorzio haa disposizione solo 200 mila euro ma permantenere i livelli formativi sono necessari altri soldi
«Cupa» fra proteste e ricerca di soluzioni
Per mantenere i livelli formativi servono in tutto 774 mila euro. E Firetto li cerca anche tra i privati. Intanto dalla politica arrivano segnali di distensione sul Cupa
...In piazza per rivendicare il proprio diritto allo studio e la possibilità di laurearsi nella propria città.Un centinaio di studenti universitari iscritti al Polo di Agrigento, hanno "invaso" la piazza Cavour dove assieme ai docenti ed al personale amministrativo hanno "inscenato" una lezione all'aperto. Un corteo che è partito dal viale della Vittoria e si è concluso simbolicamente in piazza Cavour. «Abbianovoluto ricordareatutti gli agrigentini - ha detto Vincenzo Spoto, rappresentante degli studenti del Polo universitario di contrada Calcarelle - che la battaglia per salvare il Cupa non è solo politica e non riguarda solo alcuni. Invece riguarda tutti, perché uniti possiamo dimostrare alla politica che non ci può privare di un servizio così importante». Intanto il sindaco Lillo Firetto, che rappresenta il socio di maggioranza del Consorzio universitario dopo la fuoriuscita dalla compagine societaria dell'ex Provincia, sta muovendo i primi passi per cercare di giungere alla nomina di un management di qualità a cui affidare la gestione del Polo. Assieme alla Camera di commercio che ha dato la propria disponibilità economica, Firetto sta cercando di individuare personalità di spiccoda nominarenel Cda. Le quotazioni di Gaetano Armao, ex assessore regionale, persona super partes, stanno aumentando di giorno in giorno. Da più parti arrivano segnali a favore dell'avvocato. Che presto quindi potrebbe essere nominato. A scapito di Enzo Sardo che era stato dato in un primo momento come probabile presidente. Sardo potrebbe far parte del Cda assieme a Giovanni Di Maida, che così sarebbe riconfermato. Firetto attende le mosse della Regione che dovrà trasferire al Cupa la somma di 800 milaeuro quale contributo straordinario per il Polo. Tra Comune e Camera di commercio, il consorzio ha a disposizione solo 200 mila euro (150 mila il Comune e 50mila l'ente Camerale), ma per mantenere i livelli formativi sono necessari altri soldi. In tutto 774 mila euro. E Firetto li cerca anche tra i privati. Intanto dalla politica arrivano segnali di distensione sul Cupa. Il Consigliere del Nuovo centrodestra, Alfonso Mirotta, esprime fiducia e condivisione verso il progetto tracciato dagli attuali soci del Cupa di coinvolgere, dopo la fuoriuscita dell'ex Provincia, anche soggetti privati, imprenditori, associazioni ed eventualmente anche altre università. Alfonso Mirotta aggiunge: «Un'oculata revisione della spesa, che consista soprattutto in una approfondita verifica della compartecipazione ai costi con l'AteneodiPalermo, insiemeadunampliamento del raggio societario, sono le fondamentasucui costruire il Consorzio universitario agrigentino del futuro ». Il capogruppo di Forza Italia al Consigliocomunaledi Agrigento, Giovanni Civiltà, e il consigliere azzurro, SalvatoreFalzone affermano: «Crediamo in un Consorzio universitario che assurgaapolodi riferimento della Sicilia centro meridionale, e che, pertanto, sia il più possibile partecipato e sostenuto, seguendo dunque il tracciato progettato dagli attuali soci». (*PAPI*)

Venerdì 3 giugno

Lo scenario. Entro l'estate serve l'accordo per smaltire anche in altre regioni
Siculiana, discarica pronta a chiudere - Quella di Bellolampo sarà potenziata
palermo
Il ruolo della discarica dei Catanzaro e di quella di Palermo: passa da qui il futuro prossimo della gestione dei rifiuti in Sicilia. E da questi due impianti dipende la quantità di immondizia che sarà necessario spedire nelle altre regioni. L'ordinanza che Crocetta e Galletti firmeranno lunedì a Roma prevede che le discariche che entro pochi giorni, probabilmente una settimana, non si doteranno di impianti di biostabilizzazione (anche mobili) dovranno chiudere. Per loro non si può autorizzare nessuna deroga. La biostabilizzazione è una procedura che separa i rifiuti riciclabili da quelli che inevitabilmente vanno smaltiti in discarica. La discarica di Siculiana, che ha fra i proprietari il vicepresidente di Confindustria, non ha questa tecnologia: dunque, secondo le prima ordinanze firmate ieri da Crocetta e quelle attese a giorni, dovrebbe chiudere. Ma la Catanzaro lamenta che pur avendo chiesto per tempo l'autorizzazione a realizzare questo impianto la Regione ha dato il via libera dopo 20 mesi assegnano poi appena 6 mesi per realizzare l'opera. La Catanzaro ha fatto ricorso contro questo calendario ottenendo dal Tar una prima dichiarazione a suo favore (ma si attende la sentenza definitiva). Inevitabile un lungo braccio di ferro. Prevedendo che Siculiana venga chiusa, l'ordinanza di Crocetta indica già che parte delle 1.200 tonnellate al giorno smaltite lì fino a ora vengano spostate a Bellolampo. Nella discarica palermitana andrebbero così i rifiuti di tutta la provincia di Palermo. In questo senso il sindaco Orlando dovrà «collaborare » con la Regione per evitare che il sistema collassi. Ciò tuttavia porterà nella casse della Rap, che gestisce la discarica, i soldi del tributo di conferimento versato dai Comuni. Ma l'ordinanza dice anche un'altra cosa: l'impianto di biostabilizzazione di Bellolampo va fatto funzionare al massimo regime per smaltire più rifiuti di quanto fatto finora. E ciò perchè pure i rifiuti che andranno fuori dalla Sicilia vanno pretrattati in questi impianti. Tutta la parte restante di rifiuti che non si riuscirà a smaltire nell'Isola va portata fuori dalla Sicilia. Crocetta deve essere pronto a questa mossa prima dell'estate: deve chiudere accordi con le altre Regioni e fare le gare e deve, soprattutto, realizzare le stazioni di trasferenza dove i rifiuti sosteranno prima di essere imbarcati sulle navi. Dovrebbe essere una soluzione temporanea nell'attesa di completare tre nuove discariche (Gela, Messina e Enna) e i termovalorizzatori. Per l'assessore Vania Contrafatto «sui rifiuti è ora di voltare pagina e grazie agli accordi presi con il governo nazionale, per i quali mi sono spesa senza riserve in prima persona, adesso la Sicilia potrà farlo. Per troppo tempo la nostra regione è rimasta bloccata da veti incrociati e interessi particolari, da posizioni ideologiche che hanno finito col farci rimanere all'età della pietra ». Gia. Pi.

Università. Lettera inviata all'assessore Marziano
Il futuro del Cupa, chiesto incontro con la Regione
Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro con l'assessore all'Istruzione, Bruno Marziano per conoscere la posizione della Regione in merito al futuro del Consorzio universitario. I tre segretari confederali dei sindacati agrigentini, Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Massimo Raso, Maurizio Saia e Gero Acquisto, in una lettera indirizzata all'assessore Marziano, sollecitano la destinazione delle somme 5 milioni e 205 mila euro) da ripartire tra Università e Consorzi Universitari, stabilendo la "governance" e gli obiettivi dell'offerta formativa. «Non abbiamo più notizie di questo riparto - scrivono Raso, Saia e Acquisto - mentre l'Università di Palermo ha ulteriormente tagliato l'offerta formativa del Polo. Nell'assetto di "governance" del Polo - spiegano i sindacalisti all'assessore - l'assemblea dei soci ha preso atto del recesso del socio "Libero consorzio dei Comuni" non essendo quest'ultimo ancora essere nelle condizioni di rientrare. Su tutto questo il silenzio della Regione è assordante e noi siamo davvero preoccupati per il futuro dei lavoratori del Cupa e per la presenza dell'Università ad Agrigento. Per questa ragione chiediamo un incontro urgente e vorremmo capire ufficialmente qual è la posizione della Regione». (*PAPI*)

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