Giornale di sicilia
Renzi: pacchia finita, stangata per
chi sbaglia 0 È legge il decreto contro i furbetti del cartellino.
Il premier: «Licenziamenti cattivi ma giusti, premi a chi lavora
bene»
«Per chi viene beccato a timbrare il
cartellino e andarsene la pacchia è finita», è infatti legge il
decreto sui licenziamenti «cattivi ma giusti» per i cosiddetti
furbetti. Parole ferme quelle con cui il premier Matteo Renzi
annuncia l'approvazione definitiva in Consiglio dei ministri delle
nuove regole per sanzionare chi «truffa lo Stato». Una lunga lista
di esempi, Sanremo il più clamoroso e Casera l'ultimo, hanno
preceduto il sì al provvedimento che è destinato a fare scuola e
avere ricadute anche su tutte le altre condotte illecite. La
filosofia che sta dietro al provvedimento è così riassunta da
Renzi: «Se mi freghi ti stango, se lavori bene premio il tuo
lavoro». Gli ultimi ritocchi hanno rafforzato l'efficacia della
misura, dopo 48 ore la sospensione e entro 30 si chiude, stabilendo
che «un vizio formale» non può bloccare il licenziamento, spiega
la ministra della P.a. Marianna Madia, che ha siglato il
provvedimento. Insomma per i furbetti la possibilità di impugnare
l'espulsione e ottenere la reintegra viene ridotta. D'altra parte nel
privato l'operazione è stata ampia e generalizzata, come è noto la
salvaguardia dell'articolo 18 è stata di molto circoscritta con la
Fornero prima e il Jobs act dopo. Ora se nel pubblico la tutela dello
Statuto dei lavoratori resta (la pronuncia della Cassazione in
materia è giusto di qualche giorno fa) vengono però messi dei
paletti al «ricorso facile». Sul punto Madia è chiara: «Nel
pubblico le norme sulle sanzioni devono essere più rigide che nel
privato, per motivi etici, e nel Testo Unico sul pubblico impiego
continueremo il lavoro sui procedimenti disciplinari per cancellare
le aberrazioni», basta un cavillo e si viene riammessi. Quindi le
novità potrebbero essere estese anche ad altri comportamenti
fraudolenti, colpendo non solo gli assenteisti ma anche, ad esempio,
chi ruba. E sugli effetti della stretta non ha dubbi il
sottosegretario alla P.A. Angelo Rughetti, viene «introdotta una
norma che restringe il contenzioso e l'impugnativa». E le reazioni
non si fanno aspettare, per il deputato di Forza Italia Francesco
Paolo Sisto «l'ansia del governo di assecondare la pancia della
piazza si traduce in provvedimenti raffazzonati, sbagliati, vere e
proprie follie», come «il mancato annullamento del licenziamento
anche in presenza di violazioni dei termini del procedimento, salvo
che non risulti «irrimediabilmente compromesso» il diritto di
difesa». Le novità per gli statali però non finiscono qui, il Cdm
ha dato anche l'ok all'accordo che riduce i comparti nel pubblico
impiego, da undici a quattro. «Viene data speranza ai dipendenti
pubblici», sottolinea Renzi, il passaggio sui settori, continua, «è
condizione necessaria e sufficiente a riaprire una strada di dialogo
per il rinnovo del contratto che è per noi un obbligo ma anche un
impegno che prendiamo». Certo, ammette il premier, la cifra dello
stanziamento per il rinnovo «dovrà essere valutata perchè le
richieste saranno superiori» e anche «i tempi saranno non
semplicissimi». Un'apertura però c'è e arriva anche il plauso
della Uil, tra i sindacati più battaglieri sul fronte P.a. Quanto
alla flessibilità in uscita anche per i travet, con pensionamenti
anticipati, il premier non si sbilancia: «Tutto è allo studio». Pe
Maurizio Bernava della Cisl «se bastasse l'ennesimo provvedimento
del Governo a stroncare il fenomeno di una minoranza di
approfittatori della Pubblica amministrazione come sindacato ne
saremmo contenti, ma purtroppo non sarà sufficiente». La faccia
della Pubblica Amministrazione cambia anche per le imprese, grazie
alla Scia Unica, definita dal presidente del Consiglio una
«rivoluzione» e alla Conferenza dei servizi, dove lo Stato parlerà
con «una voce sola». Arrivano poi, ma qui siamo ancora all'esame
preliminare, le istruzioni per l'uso per chi vuole aprire un negozio
o alzare un muretto. Il Governo ha stilato un Codice che mappa oltre
300 procedure. Anche in questo caso l'obiettivo è rendere la
macchina pubblica più semplice ed efficiente.
QUALCOSA SI MUOVE Nino Sunseri
I l provvedimento rende la vita
impossibile a chi viene sorpreso a timbrare l'ingresso in ufficio
per sé (o per altri) e poi va in palestra, a fare shopping, torna a
letto oppure corre al secondo lavoro. Un mese in tutto per essere
sbattuto fuori. Il furbetto licenziato rischia di pagare allo Stato i
danni di immagine, pari ad almeno sei mesi di stipendio. Ma il
giudice deve decidere «anche in relazione alla rilevanza del fatto
per i mezzi di informazione». Più se ne parla - in tv, radio,
social, rete e giornali - più alta sarà la multa. L'intervento
del governo pone fine ad uno scandalo ormai insopportabile. A colmare
la misura sono stati i nove arresti alla Asl di Caserta. Ma è stato
solo l'ultimo episodio. Come dimenticare l'inchiesta sugli
ingressi truccati ad Acireale oppure il vigile di Sanremo che
timbrava in mutande. I primi ad essere soddisfatti di queste
decisioni sono i dipendenti pubblici che fanno il loro dovere. A
cominciare dall'im - piegata di Spotorno che in 42 anni di lavoro
non ha mai mandato un certificato di malattia. Il caso di Tina
Marotti è certamente estremo ma dimostra che anche nella pubblica
amministrazione ci sono persone, e pensiamo che siano la maggioranza,
che pensano a fare il proprio lavoro a servizio della collettività
che, con le tasse, paga i loro stipendi. Il decreto approvato ieri è
un passo avanti ma non può essere quello conclusivo. Bisogna rompere
il tabù, ribadito dalla Cassazione, che impedisce l'applicazione
al settore pubblico del jobs act. Conosciamo l'obiezione: la
riforma prevede il pagamento di un risarcimento al lavoratore
licenziato. Un onere del genere non può essere messo allegramente a
carico del pubblico. Si potrebbe sempre rispondere che il fannullone
danneggia le casse dello Stato ben di più di qualunque indennità
straordinaria. Tuttavia è chiaro che bisogna intervenire. Ci
troviamo in presenza di un mercato del lavoro pazzotico. Ci sono gli
assunti a tempo indeterminato prima del jobs act per i quali non è
cambiato nulla. Poi ci sono i lavoratori assunti con il contratto a
tutele crescenti e, infine, i dipendenti pubblici che non sono
licenziabili se non in casi molto particolari. È chiaro che bisogna
tendere al superamento di queste differenze avendo come obiettivo la
difesa della produttività. Questo risultato si ottiene premiando il
merito e sanzionando i fannulloni. Cominciando da quelli.
Riforma del sistema rifiuti
Crocetta:Rinvio concordato col
ministero Riforma dei rifiuti, il piano fa subito flop
Appena concordato con lo Stato, la
Regione non rispetta il primo degli impegni presi per superare l'emer
- genza rifiuti. La riforma che dovrebbe cancellare Ato ed Srr per
passare a un unico grande ente gestore di appalti e raccolta doveva
essere approvata ieri dalla giunta e invece se ne parlerà nella
migliore delle ipotesi la prossima settimana. Eppure due settimane fa
era stato stilato un calendario fittissimo di scadenze che la Sicilia
dovrebbe rispettare in cambio di quelle deroghe alla chiusura delle
discariche concesse dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
L'assessore Vania Contrafatto ha spedito il testo della riforma
alla giunta lunedì, nei tempi stabiliti, ma la riunione prevista per
ieri non si è tenuta e quindi l'approvazione è saltata.
Ufficialmente il rinvio è dovuto all'assenza di Crocetta,
impegnato a Bruxelles e Roma per incontri istituzionali. Tuttavia
dietro il rinvio i renziani leggono i dubbi dell'Udc e dell'ala
del Pd che fa capo a Cracolici. Il testo suggerito da Roma e proposto
dalla renziana Contrafatto prevede la creazione di unico ente,
l'Eser, sul quale accentrare poteri enormi sulla programmazione del
servizio (dalla scelta dei termovalorizzatori alla indicazione delle
tariffe della raccolta) e sugli appalti. È la prima mossa verso la
creazione di un nuovo sistema di gestione che passa dagli impianti di
compostaggio fino ai termovalorizzatori e all'aumento della
raccolta differenziata. Il progressivo abbandono delle discariche e
dei microappalti gestiti a livello locale dai Comuni segnerà il
ribaltone negli equilibri politico-economici del settore. Questo è
il nodo. Crocetta ha detto ieri da Bruxelles che «il rinvio è stato
concordato col capo di gabinetto di Galletti, che si è anche
complimentato per come la Regione si sta muovendo per mettere ordine
al settore». Tuttavia da Roma è filtrata una certa irritazione per
il rinvio, letto come il mancato rispetto di un impegno preso a
fronte di una ordinanza che ha evitato l'emergenza e porta la firma
dello stesso ministro. Non a caso sempre da Roma sono tornate
d'attualità indiscrezioni sul possibile invio di un commissario
nel caso in cui non vengano rispettati altri impegni: in ordine di
tempo c'è l'invio di un piano sugli impianti, il
commissariamento dei Comuni che non fanno la raccolta differenziata e
i bandi per i termovalorizzatori. La Contrafatto, indicata in giunta
da Faraone, sarà a Roma la prossima settimana per una prima verifica
concordata da tempo e dunque, sulla carta, se l'approvazione in
giunta avvenisse prima di questo incontro il flop sarebbe limitato.
Restano però le incognite politiche. Antonello Cracolici, assessore
all'Agricoltura, mostra tutte le proprie perplessità sul testo
della Contrafatto: «L'idea di fare un ente unico regionale suscita
dei dubbi. Mi sembra una replica del fallimentare Irsap, che doveva
prendere il posto dei consorzi Asi. E poi mi chiedi come può un ente
pubblico assumere tutti i dipendenti degli Ato, che in molti casi non
hanno fatto selezioni pubbliche? Vedremo...». Ieri anche l'Udc -
stesso partito di Galletti - non ha mancato di far notare di nuovo la
distanza da Crocetta sul fronte rifiuti. Gianpiero D'Alia, leader
dei centristi, ha criticato soprattutto l'ipotesi messa sul tavolo
dal presidente di inviare all'estero o in altre regioni i rifiuti
che non si riuscirà a smaltire in Sicilia: «Mi sembra una bufala. A
meno che non si scopra che costa meno che smaltire in Sicilia, e non
mi sembra che sia così. Portare i nostri rifiuti fuori solo perchè
non si è fatto nulla per evitare l'emergenza non è una buona
idea». E una critica alle prime mosse del governo regionale arriva
anche da un altro alleato, l'Ncd di Alfano. Da Bruxelles Giovanni
La Via, presidente della commissione Ambiente dell'eu -
roparlamento, segnala che «in Sicilia si è preferito mandare i
rifiuti all'este - ro con costi enormi per i cittadini invece di
investire nella promozione della cultura della differenziata e nella
definizione di strutture e tecnologie necessarie per un'efficace
gestione dell'immondizia». La Via segnala anche l'Ue si sta
dotando di nuove regole che prevedono, tra l'altro, la graduale
limitazione al 10% entro il 2030 dello smaltimento in discarica: «La
Sicilia dopo anni di gestione inefficace dovrà allinearsi alla
normativa del futuro e darsi un nuovo piano di gestione». Va detto
che la riforma, una volta approvata in giunta, deve passare anche il
vaglio dell'Ars, dove il clima è già incandescente. Forza Italia,
con Vincenzo Figuccia, annuncia le barricate: «Si continua a
navigare a vista con il rischio di non assicurare la continuità
lavorativa ai dipendenti in servizio ed a coloro che, oggi, si
trovano fuori come nel caso del 174 lavoratori ex Coinres. Alle
alchimie della Contraffatto che prevedono un nuovo carrozzone
pubblico denominato Eser, preferisco norme che tutelino i
lavoratori».
Ilmessaggero.it
Statali,
licenziamento sprint per i furbetti. Renzi: la pacchia è finita.
La
sintesi fatta da Matteo Renzi è che i furbetti del cartellino
saranno licenziati in modo «cattivo ma giusto». Insomma, ha
aggiunto il premier, «la pacchia è finita». La sostanza l'ha
invece spiegata il ministro della funzione pubblica Marianna Madia,
annunciando il «licenziamento in tronco di chi viene preso a
truffare sulla presenza in un ufficio pubblico. Entro 48 ore», ha
aggiunto il ministro, «parte la sospensione e il licenziamento
avviene entro un mese». Il decreto approvato ieri con il quale le
amministrazioni pubbliche potranno mettere alla porta senza troppi
ostacoli gli assenteisti colti in flagranza, fa parte di un pacchetto
di cinque provvedimenti di riforma della Pubblica amministrazione che
hanno passato il vaglio del consiglio dei ministri. Altre due norme
fortemente volute dal governo hanno concluso l'iter e, una volta
pubblicate in Gazzetta Ufficiale, saranno definitivamente legge dello
Stato. Si tratta della nuova Scia, la segnalazione certificata di
inizio attività, e della riforma della Conferenza dei servizi.
Quest'ultima, ha ricordato lo stesso Renzi, è stata uno dei suo
mantra fin dalla corsa per le primarie, quando aveva definito la
procedura come una «terapia di gruppo». Il ministro Madia ha
aggiunto che oggi ci sono casi in cui le Conferenze di servizio, dei
tavoli costituiti da diverse amministrazioni dello Stato e che devono
autorizzare la costruzione di opere o l'avvio di attività, possono
durare anche otto o nove anni. Con la riforma le amministrazioni che
partecipano alla Conferenza, saranno obbligate a dire «sì» oppure
«no» al progetto in un tempo certo, al massimo cinque mesi. Per i
casi più semplici, il tavolo potrà anche essere virtuale, con
riunioni on line, e dovrà dare il suo parere entro 45 giorni, 90 se
ci sono in gioco interessi sensibili come il diritto alla salute.
L'altra novità è che ogni livello dell'amministrazione potrà
partecipare con un solo rappresentante.
LE
ALTRE NOVITÀ
L'altro
decreto che ha completato il suo iter, come detto, è quello sulla
Scia unica. Per aprire un bar o un ristorante ci sarà un modello
unico che sarà uguale in tutti i Comuni. I cittadini avranno a che
fare, inoltre, con un solo ufficio, che poi si occuperà di smistare
il traffico con gli altri uffici coinvolti nelle amministrazioni
evitando che tocchi al cittadino questo onere. Questo provvedimento è
stato accompagnato anche da un altro decreto legislativo,
ribattezzato Scia 2, che è stato approvato in via preliminare e ora
sarà trasmesso al Parlamento per acquisire i pareri. Si tratta di
una mappatura di oltre 300 procedure amministrative, il cui scopo è
di rendere omogenei e chiari i procedimenti amministrativi e le
autorizzazioni necessarie per avviare una attività. Infine è stato
approvato, sempre in via preliminare, un quinto decreto che non fa
parte della riforma della Pubblica amministrazione ma che comunque è
di semplificazione dei procedimenti che riguardano le autorizzazioni
paesaggistiche e culturali. Trentuno procedimenti, come
l'installazione di pannelli solari, vengono esonerati dalle
autorizzazioni. Per altri 42, invece, viene previsto un dimezzamento
dei tempi di risposta. Per il presidente di Confindustria Vincenzo
Boccia, «l'approvazione in via definitiva dei tre decreti attuativi
della riforma Madia è un ottimo segnale per costruire una P.A.
moderna, al servizio di imprese e cittadini».
icilia24h
Anci Sicilia: "Una iniziativa per
sollecitare una soluzione definitiva al dramma degli oltre 14 mila
lavoratori"
La mobilitazione unitaria, fissata per
il 30 giugno a Palermo, sul tema dei precari nei comuni, del
personale delle province e della garanzia nell'erogazione dei
servizi ai cittadini che ha avuto l'adesione oltre che di ANCI
SICILIA di CGIL, CISL, UIL, CSA, MGL, CUB, ALBA, PEPS, UGL, USB e
alla quale ha manifestato il proprio sostegno anche l'ASAEL
((Associazione Siciliana Amministratori Enti Locali) nasce con
l'obiettivo di sollecitare una soluzione definitiva al dramma degli
oltre 14 mila precari dei comuni senza togliere certezze ai
lavoratori delle ex province.
L'iniziativa, che coinvolgerà
lavoratori ed amministratori locali, sarà finalizzata a sollecitare
i Governi nazionale regionale a utilizzare tutti gli strumenti
finanziari e normativi necessari alla stabilizzazione del personale
precario, anche in deroga ai limiti imposti per la spesa e ad
affrontare le innumerevoli gravissime criticità che gli
amministratori dell'Isola affrontano quotidianamente.
"Il possibile sblocco dei 500 milioni
da destinare alla Sicilia, frutto dell'accordo Stato-Regione
rappresenta, infatti, solo un primo indispensabile aspetto in un
percorso che dovrà portare alla pronta erogazione dei fondi in
favore dei comuni e degli enti di area vasta", hanno dichiarato
Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e
segretario generale di Anci Sicilia .
"Non è sufficiente che il Consiglio
dei ministri ratifichi l'accordo - continuano Orlando e Alvano -,
ma in conseguenza di tale intesa occorrerà una proroga tecnica
all'approvazione dei bilanci di previsione 2016 la cui
predisposizione è legata proprio all'approvazione di queste
risorse".
Tra le richieste avanzate: superamento
del regime delle proroghe con l'avvio delle procedure di
stabilizzazione e assunzione dell'impegno da parte della Regione di
garantire la "storicizzazione" della spesa consolidata dei
precari delle pubbliche amministrazioni.
Siamo certi - concludono Orlando e
Alvano - che vi sia piena consapevolezza su come l'insieme di
questi elementi stia avendo in questi giorni e avrà, giorno dopo
giorno, sempre più un impatto decisivo sulla credibilità delle
istituzioni locali e nazionali, sulla tenuta sociale dei territori e
sulla stessa incolumità degli amministratori locali e che l'unità
di intenti raggiunti con mobilitazione unitaria in programma per il
30 giugno a Palermo, sia una buona base da cui partire per dare una
soluzione definitiva all'annosa vicenda dei precari degli enti
locali siciliani".
GdSonline
P.A.
Furbetti del cartellino, Madia:
"Basterà una foto o un video per licenziare"
ROMA. «Prima era molto complicato, con
tempi lunghissimi. Ora la sospensione scatta in 48 ore ed entro un
mese arriva il licenziamento», che gli statali rischiano «nel caso
esistano prove schiaccianti, come una documentazione foto-video: il
dipendente pubblico di Sanremo che timbra in mutande, per capirci».
Marianna Madia, ministro della Pubblica
amministrazione, spiega così la legge contro i cosiddetti furbetti
del cartellino e, in un'intervista alla Stampa, annuncia norme contro
gli assenteisti del venerdì. Ai casi come la malattia di massa dei
vigili romani a Capodanno «stiamo lavorando nel Testo unico del
pubblico impiego, che contiamo di presentare entro l'anno», dice
Madia.
«Stiamo lavorando a norme specifiche
contro le assenze di massa e sulle assenze reiterate nello stesso
giorno, spesso il lunedì o il venerdì. E poi cercheremo di
semplificare, e di evitare che vizi formali possano prevalere sul
merito». In vista dei ballottaggi, Madia interviene sulle candidate
del M5S a Roma e Torino, Virginia Raggi e Chiara Appendino.
«Mi colpisce che siano più
preoccupate di distinguersi dalle altre forze politiche che di
interessarsi realmente dei problemi delle persone», commenta il
ministro. «Da donne giovani candidate in un movimento giovane, mi
sarei aspettata un livello umano diverso. Perchè le competenze si
possono anche acquisire, ma se vivi la politica solo come
contrapposizione a prescindere, questo ti resterà. Ed è un
atteggiamento proprio della peggiore vecchia politica».
LA SICILIA
Soluzione tampone per gli stipendi
dei precari RECIOIVE. L'assessore Lantieri trova 600mila euro
inattesa dei 500 m dallo Stato.
LILLO MICELI
PALERMO. Tarda ancora il decreto legge
sugli Enti locali, che dovrebbe contenere i 500 milioni di euro
destinati alla Regione siciliana, così come concordato al tavolo
politico di Palazzo Chigi, ma anche in sede di commissione
Paritetica, dove l'accordo è stato chiuso per 1,8 miliardi flnno
per il triennio 2016-2018, come da noi pubblicato nelle scorse
settimane e confermato qualche giorno fa dall'assessore
all'Economia, Alessandro Baccei. Ben 400 milioni in più rispetto
alla precedente intesa che riconosceva alla Regione la "restituzione"
di 1,4 miliardi di euro: 900 milioni sono stati stanziati con la
legge di stabilità nazionale, mentre i SUO milioni non sono ancora
arrivati. Il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, aveva
dato per imminente l'approvazione de decreto legge. Ma neanche ieri
il provvedimento era all'ordine del giorno del Consiglio dei
ministri. Peraltro, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, in
questi giorni è a Bruxelles per partecipare al Comitato delle
Regioni dove, tra l'altro, saranno affrontate le questioni relative
al ciclo dei rifiuti.
- Ogni giorno di ritardo, arrivati a
questo punto, rischia di creare preoccupazione fra tutti quei
lavoratori — precari degli enti locali, fo restali, comuni... - che
rischiano di rimanere a casa perché i capitoli d spesa che li
riguardano sono stati congelati o attesa che da Roma arrivassero
questi 500 milioni. «Forse - ha detto il presidente Crocetta - il
Consiglio dei ministri varerà il decreto legge la prossima
settimana».
Per evitare che nel mese di luglio i
precari non ricevano lo stipendio, l'assessore alle Autonomie
locali e alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, ha presentato un
emendamento al testo di legge stralcio sui Comuni che prevede uno
stanzia mento di 200 mila euro per gli enti in dissesto e 400 mila
euro per i precari degli enti locali siciliani.
L'intervento si è reso necessario -
ha sottolineato l'assessore Lantieri - dal momento che la dotazione
finanziaria per i precari dei Comuni di 80 milioni di euro si sta
rivelando insufficiente. Peraltro, una parte di queste risorse (180
milioni) sono comprese nel fondo congelato di 500 milioni di euro.
Auspico che la vicenda si sblocchi al più presto possibile, per dare
tranquillità non solo ai precari. Bisogna sbloccare al più presto i
fondi per i Comuni che hanno già ricevuto 105 milioni di euro su 340
previsti. Ma circa 230 milioni sono compresi fra i 500 milioni
congelati». L'assessore Lantieri, che conosce bene i problemi dei
precari, più di 600 mila euro non è riuscita a farsi dare dalla
Ragioneria generale della Eegi a sua volta con le casse vuote e
parecchi problemi da risolvere.
Probabilmente, il Consiglio dei
ministri ha voluto evitare di approvare un disegno di legge che
destina I miliardo di euro agli enti locali, oltre i 500 milioni per
la Regione. alla vigilia dei ballottaggi scatenando l'ennesima
polemica contro il premier Renzi.
PENSIONI, LE SIMULAZIONI DELLA UIL
SULLE RATE DEL PRESTITO DA RESTITUIRE
«Uscita anticipata poco
conveniente».
Riduzione maggiore se l'assegno è
più basso.
ROMA. Una rata di 500euro al mese per
tredici mensilità su una pensione netta di 2.500 mensili per
vent'anni: per chi deciderà di lasciare il lavoro a tre anni dal
raggiungimento dell'età di vecchiaia la riduzione netta
dell'assegno potrebbe arrivare al 20%. Il calcolo è stato messo a
punto dalla Uil sulla base di un tasso di interesse fisso al 3%e una
restituzione del prestito (in questo caso pari a 97.500 euro) in
vent'anni.
Con una pensione netta di 1.000euro al
mese l'anticipo di tre anni potrebbe prevedere una rata di 199,64
euro per 13 mensilità (216,29 se si restituisce con 12 mensilità
sempre in 20 anni). La percentuale si ridurrebbe con una simulazione
del tasso interesse al 2%: in quel caso (pensione netta di 1.000euro)
si ipotizza una rata mensile (per 13 mesi) di 182 euro per 20 anni.
Il prestito da restituire ammonterebbe a 39.000 euro, ovvero a 1.000
euro al mese per i tre annidi anticipo rispetto all'età di
vecchiaia.
Questi dati non tengono conto del
premio assicurativo per il rischio di premorienza, dato che il
prestito dovrebbe essere erogato senza garanzie reali e senza obbligo
di estinguerlo per gli eredi. Non è infatti ancora chiaro chi
pagherà questo premio, anche se si ipotizza che sia lo Stato a
farsene carico. L'anticipo quindi appare poco conveniente per il
lavoratore, anche se il governo ha assicurato che ci sa ranno
detrazioni fiscali per i lavoratori meritevoli di tutela, come ad
esempio quelli che a pochi anni dalla pensione hanno perso il lavoro
ed esaurito gli ammortizzatori sociali.
Nel 20l7 le classi di età coinvolte
saranno quelle dei nati tra il 1951 e il 1953, ma è probabile che la
scelta coinvolga quasi esclusivamente quel lidell9S3.Ledonnedellgsl
sono già andate in pensione; quelle del 1952, grazie a una deroga
alla legge Fornero, potranno lasciare il lavoro quest'anno a 64
anni (se hanno raggiunto, nel 2012, 20 annidi contributi). Gli uomini
del 51 e una parte di quelli del 52 hanno usufruito o usufruiranno
nel 2016 dell'uscita anticipata garantita a chi aveva raggiunto la
quota 96" tra età e contributi con almeno 60 anni di età. nel
2012. L'anno prossimo, l'Ape sarà utilizzato prevalentemente dai
nati neI '53, appena compiuti i 63 anni e 7 mesi.
La percentuale di riduzione sul
trattamento lordo è più alta a fronte di un reddito più basso. In
caso di pensione netta di 800euroeun anticipo pensionistico di 3 anni
(31.200 euro da restituire), la rata sarebbe di 159 euro per 20 anni
con una percentuale sul trattamento lordo del i 77%. Per l'antici
podi tre anni su una pensione netta di 2.500 euro (e 97.500 euro di
prestito) la rata sarebbe di499,10 euro con una percentuale sul
trattamento lordo del 13.9%. In caso di anticipo di un solo anno, la
rata per 2 sarebbe di 53,24 euro per una pensione di 800 euro, di
66,55 euro per una pensione di 1.000 euro e di 166,37 euro per una
pensione di 2.500 euro.
Riprendono le ricerche «anche del
teatro greco»
C'è pure l'ipotesi dell'ex
dipendente Alaimo da noi pubblicata.
Alla domanda secca: state cercando il
teatro greco di Agrigento?" ci sì risponde: no". Anche se il
numero di sperò" che seguono subito dopo, sono talmente tanti da
lasciare molti dubbi.
Al Parco archeologico della Valle dei
templi c'è cautela massima sulla tematica. Troppo complessa,
troppo attrattrice di potenziali polemiche (molte dentro lo stesso
mondo accademico) per essere presa alla leggera e per la sciare
eccessivo spazio all'esposizione mediatica. Eppure, nel contesto di
complessive ricerche nelle aree intorno al quartiere ellenistico
romano, la suggestione" di trovare "l'araba fenice" del
l'archeologia agrigentina è forte. Lo è stato, ovviamente, anche
in passato. Uno dei più forti sostenitori della "caccia al teatro
fu sir Alexander Hardcasle, che finanziò gli scavi realizzati da
Pino Marconi tra il 1920 e il 1930. Poi passarono ì decenni e, più
in epoca recente, a tentare l'impresa fu l'ex direttore del
Parco. Giuseppe Castellana. H quale presentò un progetto di scavo
che avrebbe dovuto prevedere un costo di un milione e mezzo di euro
per verificare l'area alle spalle della collina di San Nicola. A
chiedere nuove risorse alla Regione fu, un paio di anni fa. il
deputato regionale Giovanni Panepinto che in una lettera al
presidente Crocetta e al l'allora assessore ai Beni culturali
sostenne come 'avviare nuovi Scavi archeologici per riportare alla
luce il teatro greco che, secondo l'ipotesi di molti studiosi,
faceva parte della polis di Akragas sarebbe un avvenimento culturale
di grande significato e di un certo impatto mediatico che potrebbe
contribuire al rilancio dell'economia locale e dell'immagine
della Sicilia".
Arrivando all'oggi i tecnici del
Parco, insieme agli studiosi dell'Università di Camerino, si
stanno occupando di con durre ricerche tecniche con l'ausilio di
droni dotati di sistemi a scansione termiografica che, ripetuta in
più momenti della giornata, registrano la diversa reazione termina
dei diversi materiali al calore. Significa, in estrema sintesi. che
anche senza scavare, appare con chiarezza l'eventuale presenza di
discontinuità rispetto al terreno, Ad essere 'battuta" è, da
alcune settimane, tutta l'area alle spalle del museo "Griffo",
in un complessivo progetto d individuazione di quanto rimane degli
assi viari del l'antica Agrigentum e di strutture di fruizione
pubblica finora mai individua- te in una zona che in questi anni non
è stata mai al centro di vere attività d'indagine.
Lo studio — spiega il direttore del
Parco - serve a restringere i campi rispetto ad una prospettiva
d'indagine assolutamente molto estesa. Se me lo chiede, no, non
stiamo cercando sola mente il teatro greco, ma potrebbe essere
certamente una scoperta importante, se è esistito, Quello che stiamo
conducendo è un lavoro di tipo sistematico, così dove abbiamo
indicazioni che ci servono a confermare o a non confermare studi
precedenti lavoriamo su quello. Ad esempio, lavoriamo sull'ipotesi
di strutturazione della maglia urbana, in parte sviluppata
nell'ottocento. poi ripresa con la carta archeologica. In tal senso
ci sono alcuni elementi che vanno verificati.
Così nulla è lasciato intentato.
Nessuna segnalazione nè suggestione", nemmeno quelle
giornalistiche. Così, all'attenzione del Parco è tornato un
articolo del nostro giornale datato 2014 nel quale si riportava
quanto riferitoci da uno storico e giornalista, Angelo Palillo, il
quale forni una guida del 1800 dei fratelli Pietro e Giuseppe
Vallardi intitolata "Itinerario d'italia, ossia: Descrizione dei
viaggi per le strade più frequentate alle principali città
d'italia", la quale individuava, nella valle ai piedi della rupe
Atenea — chiamata Colle Minervale — in una zona che dovrebbe
essere la parte bassa di via Petrarca, delle 'ruine d'antico
teatro". Non solo, In quell'occasione riportammo le parole di un
appassionato di archeologia, Salvaltore Alaimo, per trentadue anni
dipendente della Soprintendenza d Agrigento come addetto al
coLtivazioni nella Valle e come giardiniere di Villa Aurea, il quale,
ormai Otto anni fa, individuò i blocchi in tufo di una possibile
struttura a gradoni emergere dal terreno proprio a valle di via
Petrarca, zona, adesso, interessata dagli accertamenti.
'E' chiaro — taglia corto il
direttore dell'Ente Parco Salvatore Parello - che non lasceremo
nulla di intentato e verificheremo ogni possibilità. Abbiamo preso
visione di quell'articolo e delle testimonianze riportate e le
confronteremo con le risultanze tecniche delle quali siamo e saremo
in possesso."
G. SCHICCHI