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rassegna stampa del 16 giugno 2016

Giornale di sicilia

Renzi: pacchia finita, stangata per chi sbaglia 0 È legge il decreto contro i furbetti del cartellino. Il premier: «Licenziamenti cattivi ma giusti, premi a chi lavora bene»


 «Per chi viene beccato a timbrare il cartellino e andarsene la pacchia è finita», è infatti legge il decreto sui licenziamenti «cattivi ma giusti» per i cosiddetti furbetti. Parole ferme quelle con cui il premier Matteo Renzi annuncia l'approvazione definitiva in Consiglio dei ministri delle nuove regole per sanzionare chi «truffa lo Stato». Una lunga lista di esempi, Sanremo il più clamoroso e Casera l'ultimo, hanno preceduto il sì al provvedimento che è destinato a fare scuola e avere ricadute anche su tutte le altre condotte illecite. La filosofia che sta dietro al provvedimento è così riassunta da Renzi: «Se mi freghi ti stango, se lavori bene premio il tuo lavoro». Gli ultimi ritocchi hanno rafforzato l'efficacia della misura, dopo 48 ore la sospensione e entro 30 si chiude, stabilendo che «un vizio formale» non può bloccare il licenziamento, spiega la ministra della P.a. Marianna Madia, che ha siglato il provvedimento. Insomma per i furbetti la possibilità di impugnare l'espulsione e ottenere la reintegra viene ridotta. D'altra parte nel privato l'operazione è stata ampia e generalizzata, come è noto la salvaguardia dell'articolo 18 è stata di molto circoscritta con la Fornero prima e il Jobs act dopo. Ora se nel pubblico la tutela dello Statuto dei lavoratori resta (la pronuncia della Cassazione in materia è giusto di qualche giorno fa) vengono però messi dei paletti al «ricorso facile». Sul punto Madia è chiara: «Nel pubblico le norme sulle sanzioni devono essere più rigide che nel privato, per motivi etici, e nel Testo Unico sul pubblico impiego continueremo il lavoro sui procedimenti disciplinari per cancellare le aberrazioni», basta un cavillo e si viene riammessi. Quindi le novità potrebbero essere estese anche ad altri comportamenti fraudolenti, colpendo non solo gli assenteisti ma anche, ad esempio, chi ruba. E sugli effetti della stretta non ha dubbi il sottosegretario alla P.A. Angelo Rughetti, viene «introdotta una norma che restringe il contenzioso e l'impugnativa». E le reazioni non si fanno aspettare, per il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto «l'ansia del governo di assecondare la pancia della piazza si traduce in provvedimenti raffazzonati, sbagliati, vere e proprie follie», come «il mancato annullamento del licenziamento anche in presenza di violazioni dei termini del procedimento, salvo che non risulti «irrimediabilmente compromesso» il diritto di difesa». Le novità per gli statali però non finiscono qui, il Cdm ha dato anche l'ok all'accordo che riduce i comparti nel pubblico impiego, da undici a quattro. «Viene data speranza ai dipendenti pubblici», sottolinea Renzi, il passaggio sui settori, continua, «è condizione necessaria e sufficiente a riaprire una strada di dialogo per il rinnovo del contratto che è per noi un obbligo ma anche un impegno che prendiamo». Certo, ammette il premier, la cifra dello stanziamento per il rinnovo «dovrà essere valutata perchè le richieste saranno superiori» e anche «i tempi saranno non semplicissimi». Un'apertura però c'è e arriva anche il plauso della Uil, tra i sindacati più battaglieri sul fronte P.a. Quanto alla flessibilità in uscita anche per i travet, con pensionamenti anticipati, il premier non si sbilancia: «Tutto è allo studio». Pe Maurizio Bernava della Cisl «se bastasse l'ennesimo provvedimento del Governo a stroncare il fenomeno di una minoranza di approfittatori della Pubblica amministrazione come sindacato ne saremmo contenti, ma purtroppo non sarà sufficiente». La faccia della Pubblica Amministrazione cambia anche per le imprese, grazie alla Scia Unica, definita dal presidente del Consiglio una «rivoluzione» e alla Conferenza dei servizi, dove lo Stato parlerà con «una voce sola». Arrivano poi, ma qui siamo ancora all'esame preliminare, le istruzioni per l'uso per chi vuole aprire un negozio o alzare un muretto. Il Governo ha stilato un Codice che mappa oltre 300 procedure. Anche in questo caso l'obiettivo è rendere la macchina pubblica più semplice ed efficiente.

QUALCOSA SI MUOVE Nino Sunseri

 I l provvedimento rende la vita impossibile a chi viene sorpreso a timbrare l'ingresso in ufficio per sé (o per altri) e poi va in palestra, a fare shopping, torna a letto oppure corre al secondo lavoro. Un mese in tutto per essere sbattuto fuori. Il furbetto licenziato rischia di pagare allo Stato i danni di immagine, pari ad almeno sei mesi di stipendio. Ma il giudice deve decidere «anche in relazione alla rilevanza del fatto per i mezzi di informazione». Più se ne parla - in tv, radio, social, rete e giornali - più alta sarà la multa. L'intervento del governo pone fine ad uno scandalo ormai insopportabile. A colmare la misura sono stati i nove arresti alla Asl di Caserta. Ma è stato solo l'ultimo episodio. Come dimenticare l'inchiesta sugli ingressi truccati ad Acireale oppure il vigile di Sanremo che timbrava in mutande. I primi ad essere soddisfatti di queste decisioni sono i dipendenti pubblici che fanno il loro dovere. A cominciare dall'im - piegata di Spotorno che in 42 anni di lavoro non ha mai mandato un certificato di malattia. Il caso di Tina Marotti è certamente estremo ma dimostra che anche nella pubblica amministrazione ci sono persone, e pensiamo che siano la maggioranza, che pensano a fare il proprio lavoro a servizio della collettività che, con le tasse, paga i loro stipendi. Il decreto approvato ieri è un passo avanti ma non può essere quello conclusivo. Bisogna rompere il tabù, ribadito dalla Cassazione, che impedisce l'applicazione al settore pubblico del jobs act. Conosciamo l'obiezione: la riforma prevede il pagamento di un risarcimento al lavoratore licenziato. Un onere del genere non può essere messo allegramente a carico del pubblico. Si potrebbe sempre rispondere che il fannullone danneggia le casse dello Stato ben di più di qualunque indennità straordinaria. Tuttavia è chiaro che bisogna intervenire. Ci troviamo in presenza di un mercato del lavoro pazzotico. Ci sono gli assunti a tempo indeterminato prima del jobs act per i quali non è cambiato nulla. Poi ci sono i lavoratori assunti con il contratto a tutele crescenti e, infine, i dipendenti pubblici che non sono licenziabili se non in casi molto particolari. È chiaro che bisogna tendere al superamento di queste differenze avendo come obiettivo la difesa della produttività. Questo risultato si ottiene premiando il merito e sanzionando i fannulloni. Cominciando da quelli.

Riforma del sistema rifiuti Crocetta:Rinvio concordato col ministero Riforma dei rifiuti, il piano fa subito flop

 Appena concordato con lo Stato, la Regione non rispetta il primo degli impegni presi per superare l'emer - genza rifiuti. La riforma che dovrebbe cancellare Ato ed Srr per passare a un unico grande ente gestore di appalti e raccolta doveva essere approvata ieri dalla giunta e invece se ne parlerà nella migliore delle ipotesi la prossima settimana. Eppure due settimane fa era stato stilato un calendario fittissimo di scadenze che la Sicilia dovrebbe rispettare in cambio di quelle deroghe alla chiusura delle discariche concesse dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. L'assessore Vania Contrafatto ha spedito il testo della riforma alla giunta lunedì, nei tempi stabiliti, ma la riunione prevista per ieri non si è tenuta e quindi l'approvazione è saltata. Ufficialmente il rinvio è dovuto all'assenza di Crocetta, impegnato a Bruxelles e Roma per incontri istituzionali. Tuttavia dietro il rinvio i renziani leggono i dubbi dell'Udc e dell'ala del Pd che fa capo a Cracolici. Il testo suggerito da Roma e proposto dalla renziana Contrafatto prevede la creazione di unico ente, l'Eser, sul quale accentrare poteri enormi sulla programmazione del servizio (dalla scelta dei termovalorizzatori alla indicazione delle tariffe della raccolta) e sugli appalti. È la prima mossa verso la creazione di un nuovo sistema di gestione che passa dagli impianti di compostaggio fino ai termovalorizzatori e all'aumento della raccolta differenziata. Il progressivo abbandono delle discariche e dei microappalti gestiti a livello locale dai Comuni segnerà il ribaltone negli equilibri politico-economici del settore. Questo è il nodo. Crocetta ha detto ieri da Bruxelles che «il rinvio è stato concordato col capo di gabinetto di Galletti, che si è anche complimentato per come la Regione si sta muovendo per mettere ordine al settore». Tuttavia da Roma è filtrata una certa irritazione per il rinvio, letto come il mancato rispetto di un impegno preso a fronte di una ordinanza che ha evitato l'emergenza e porta la firma dello stesso ministro. Non a caso sempre da Roma sono tornate d'attualità indiscrezioni sul possibile invio di un commissario nel caso in cui non vengano rispettati altri impegni: in ordine di tempo c'è l'invio di un piano sugli impianti, il commissariamento dei Comuni che non fanno la raccolta differenziata e i bandi per i termovalorizzatori. La Contrafatto, indicata in giunta da Faraone, sarà a Roma la prossima settimana per una prima verifica concordata da tempo e dunque, sulla carta, se l'approvazione in giunta avvenisse prima di questo incontro il flop sarebbe limitato. Restano però le incognite politiche. Antonello Cracolici, assessore all'Agricoltura, mostra tutte le proprie perplessità sul testo della Contrafatto: «L'idea di fare un ente unico regionale suscita dei dubbi. Mi sembra una replica del fallimentare Irsap, che doveva prendere il posto dei consorzi Asi. E poi mi chiedi come può un ente pubblico assumere tutti i dipendenti degli Ato, che in molti casi non hanno fatto selezioni pubbliche? Vedremo...». Ieri anche l'Udc - stesso partito di Galletti - non ha mancato di far notare di nuovo la distanza da Crocetta sul fronte rifiuti. Gianpiero D'Alia, leader dei centristi, ha criticato soprattutto l'ipotesi messa sul tavolo dal presidente di inviare all'estero o in altre regioni i rifiuti che non si riuscirà a smaltire in Sicilia: «Mi sembra una bufala. A meno che non si scopra che costa meno che smaltire in Sicilia, e non mi sembra che sia così. Portare i nostri rifiuti fuori solo perchè non si è fatto nulla per evitare l'emergenza non è una buona idea». E una critica alle prime mosse del governo regionale arriva anche da un altro alleato, l'Ncd di Alfano. Da Bruxelles Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente dell'eu - roparlamento, segnala che «in Sicilia si è preferito mandare i rifiuti all'este - ro con costi enormi per i cittadini invece di investire nella promozione della cultura della differenziata e nella definizione di strutture e tecnologie necessarie per un'efficace gestione dell'immondizia». La Via segnala anche l'Ue si sta dotando di nuove regole che prevedono, tra l'altro, la graduale limitazione al 10% entro il 2030 dello smaltimento in discarica: «La Sicilia dopo anni di gestione inefficace dovrà allinearsi alla normativa del futuro e darsi un nuovo piano di gestione». Va detto che la riforma, una volta approvata in giunta, deve passare anche il vaglio dell'Ars, dove il clima è già incandescente. Forza Italia, con Vincenzo Figuccia, annuncia le barricate: «Si continua a navigare a vista con il rischio di non assicurare la continuità lavorativa ai dipendenti in servizio ed a coloro che, oggi, si trovano fuori come nel caso del 174 lavoratori ex Coinres. Alle alchimie della Contraffatto che prevedono un nuovo carrozzone pubblico denominato Eser, preferisco norme che tutelino i lavoratori».

Ilmessaggero.it
Statali, licenziamento sprint per i furbetti. Renzi: la pacchia è finita.
La sintesi fatta da Matteo Renzi è che i furbetti del cartellino saranno licenziati in modo «cattivo ma giusto». Insomma, ha aggiunto il premier, «la pacchia è finita». La sostanza l'ha invece spiegata il ministro della funzione pubblica Marianna Madia, annunciando il «licenziamento in tronco di chi viene preso a truffare sulla presenza in un ufficio pubblico. Entro 48 ore», ha aggiunto il ministro, «parte la sospensione e il licenziamento avviene entro un mese». Il decreto approvato ieri con il quale le amministrazioni pubbliche potranno mettere alla porta senza troppi ostacoli gli assenteisti colti in flagranza, fa parte di un pacchetto di cinque provvedimenti di riforma della Pubblica amministrazione che hanno passato il vaglio del consiglio dei ministri. Altre due norme fortemente volute dal governo hanno concluso l'iter e, una volta pubblicate in Gazzetta Ufficiale, saranno definitivamente legge dello Stato. Si tratta della nuova Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, e della riforma della Conferenza dei servizi. Quest'ultima, ha ricordato lo stesso Renzi, è stata uno dei suo mantra fin dalla corsa per le primarie, quando aveva definito la procedura come una «terapia di gruppo». Il ministro Madia ha aggiunto che oggi ci sono casi in cui le Conferenze di servizio, dei tavoli costituiti da diverse amministrazioni dello Stato e che devono autorizzare la costruzione di opere o l'avvio di attività, possono durare anche otto o nove anni. Con la riforma le amministrazioni che partecipano alla Conferenza, saranno obbligate a dire «sì» oppure «no» al progetto in un tempo certo, al massimo cinque mesi. Per i casi più semplici, il tavolo potrà anche essere virtuale, con riunioni on line, e dovrà dare il suo parere entro 45 giorni, 90 se ci sono in gioco interessi sensibili come il diritto alla salute. L'altra novità è che ogni livello dell'amministrazione potrà partecipare con un solo rappresentante.

LE ALTRE NOVITÀ
L'altro decreto che ha completato il suo iter, come detto, è quello sulla Scia unica. Per aprire un bar o un ristorante ci sarà un modello unico che sarà uguale in tutti i Comuni. I cittadini avranno a che fare, inoltre, con un solo ufficio, che poi si occuperà di smistare il traffico con gli altri uffici coinvolti nelle amministrazioni evitando che tocchi al cittadino questo onere. Questo provvedimento è stato accompagnato anche da un altro decreto legislativo, ribattezzato Scia 2, che è stato approvato in via preliminare e ora sarà trasmesso al Parlamento per acquisire i pareri. Si tratta di una mappatura di oltre 300 procedure amministrative, il cui scopo è di rendere omogenei e chiari i procedimenti amministrativi e le autorizzazioni necessarie per avviare una attività. Infine è stato approvato, sempre in via preliminare, un quinto decreto che non fa parte della riforma della Pubblica amministrazione ma che comunque è di semplificazione dei procedimenti che riguardano le autorizzazioni paesaggistiche e culturali. Trentuno procedimenti, come l'installazione di pannelli solari, vengono esonerati dalle autorizzazioni. Per altri 42, invece, viene previsto un dimezzamento dei tempi di risposta. Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «l'approvazione in via definitiva dei tre decreti attuativi della riforma Madia è un ottimo segnale per costruire una P.A. moderna, al servizio di imprese e cittadini».

icilia24h

Anci Sicilia: "Una iniziativa per sollecitare una soluzione definitiva al dramma degli oltre 14 mila lavoratori"
La mobilitazione unitaria, fissata per il 30 giugno a Palermo, sul tema dei precari nei comuni, del personale delle province e della garanzia nell'erogazione dei servizi ai cittadini che ha avuto l'adesione oltre che di ANCI SICILIA di CGIL, CISL, UIL, CSA, MGL, CUB, ALBA, PEPS, UGL, USB e alla quale ha manifestato il proprio sostegno anche l'ASAEL ((Associazione Siciliana Amministratori Enti Locali) nasce con l'obiettivo di sollecitare una soluzione definitiva al dramma degli oltre 14 mila precari dei comuni senza togliere certezze ai lavoratori delle ex province.
L'iniziativa, che coinvolgerà lavoratori ed amministratori locali, sarà finalizzata a sollecitare i Governi nazionale regionale a utilizzare tutti gli strumenti finanziari e normativi necessari alla stabilizzazione del personale precario, anche in deroga ai limiti imposti per la spesa e ad affrontare le innumerevoli gravissime criticità che gli amministratori dell'Isola affrontano quotidianamente.
"Il possibile sblocco dei 500 milioni da destinare alla Sicilia, frutto dell'accordo Stato-Regione rappresenta, infatti, solo un primo indispensabile aspetto in un percorso che dovrà portare alla pronta erogazione dei fondi in favore dei comuni e degli enti di area vasta", hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di Anci Sicilia .
"Non è sufficiente che il Consiglio dei ministri ratifichi l'accordo - continuano Orlando e Alvano -, ma in conseguenza di tale intesa occorrerà una proroga tecnica all'approvazione dei bilanci di previsione 2016 la cui predisposizione è legata proprio all'approvazione di queste risorse".
Tra le richieste avanzate: superamento del regime delle proroghe con l'avvio delle procedure di stabilizzazione e assunzione dell'impegno da parte della Regione di garantire la "storicizzazione" della spesa consolidata dei precari delle pubbliche amministrazioni.
Siamo certi - concludono Orlando e Alvano - che vi sia piena consapevolezza su come l'insieme di questi elementi stia avendo in questi giorni e avrà, giorno dopo giorno, sempre più un impatto decisivo sulla credibilità delle istituzioni locali e nazionali, sulla tenuta sociale dei territori e sulla stessa incolumità degli amministratori locali e che l'unità di intenti raggiunti con mobilitazione unitaria in programma per il 30 giugno a Palermo, sia una buona base da cui partire per dare una soluzione definitiva all'annosa vicenda dei precari degli enti locali siciliani".

GdSonline

P.A.
Furbetti del cartellino, Madia: "Basterà una foto o un video per licenziare"
ROMA. «Prima era molto complicato, con tempi lunghissimi. Ora la sospensione scatta in 48 ore ed entro un mese arriva il licenziamento», che gli statali rischiano «nel caso esistano prove schiaccianti, come una documentazione foto-video: il dipendente pubblico di Sanremo che timbra in mutande, per capirci».
Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, spiega così la legge contro i cosiddetti furbetti del cartellino e, in un'intervista alla Stampa, annuncia norme contro gli assenteisti del venerdì. Ai casi come la malattia di massa dei vigili romani a Capodanno «stiamo lavorando nel Testo unico del pubblico impiego, che contiamo di presentare entro l'anno», dice Madia.
«Stiamo lavorando a norme specifiche contro le assenze di massa e sulle assenze reiterate nello stesso giorno, spesso il lunedì o il venerdì. E poi cercheremo di semplificare, e di evitare che vizi formali possano prevalere sul merito». In vista dei ballottaggi, Madia interviene sulle candidate del M5S a Roma e Torino, Virginia Raggi e Chiara Appendino.
«Mi colpisce che siano più preoccupate di distinguersi dalle altre forze politiche che di interessarsi realmente dei problemi delle persone», commenta il ministro. «Da donne giovani candidate in un movimento giovane, mi sarei aspettata un livello umano diverso. Perchè le competenze si possono anche acquisire, ma se vivi la politica solo come contrapposizione a prescindere, questo ti resterà. Ed è un atteggiamento proprio della peggiore vecchia politica».

LA SICILIA

Soluzione tampone per gli stipendi dei precari RECIOIVE. L'assessore Lantieri trova 600mila euro inattesa dei 500 m dallo Stato.
LILLO MICELI
PALERMO. Tarda ancora il decreto legge sugli Enti locali, che dovrebbe contenere i 500 milioni di euro destinati alla Regione siciliana, così come concordato al tavolo politico di Palazzo Chigi, ma anche in sede di commissione Paritetica, dove l'accordo è stato chiuso per 1,8 miliardi flnno per il triennio 2016-2018, come da noi pubblicato nelle scorse settimane e confermato qualche giorno fa dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei. Ben 400 milioni in più rispetto alla precedente intesa che riconosceva alla Regione la "restituzione" di 1,4 miliardi di euro: 900 milioni sono stati stanziati con la legge di stabilità nazionale, mentre i SUO milioni non sono ancora arrivati. Il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, aveva dato per imminente l'approvazione de decreto legge. Ma neanche ieri il provvedimento era all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Peraltro, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, in questi giorni è a Bruxelles per partecipare al Comitato delle Regioni dove, tra l'altro, saranno affrontate le questioni relative al ciclo dei rifiuti.
- Ogni giorno di ritardo, arrivati a questo punto, rischia di creare preoccupazione fra tutti quei lavoratori — precari degli enti locali, fo restali, comuni... - che rischiano di rimanere a casa perché i capitoli d spesa che li riguardano sono stati congelati o attesa che da Roma arrivassero questi 500 milioni. «Forse - ha detto il presidente Crocetta - il Consiglio dei ministri varerà il decreto legge la prossima settimana».
Per evitare che nel mese di luglio i precari non ricevano lo stipendio, l'assessore alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, ha presentato un emendamento al testo di legge stralcio sui Comuni che prevede uno stanzia mento di 200 mila euro per gli enti in dissesto e 400 mila euro per i precari degli enti locali siciliani.
L'intervento si è reso necessario - ha sottolineato l'assessore Lantieri - dal momento che la dotazione finanziaria per i precari dei Comuni di 80 milioni di euro si sta rivelando insufficiente. Peraltro, una parte di queste risorse (180 milioni) sono comprese nel fondo congelato di 500 milioni di euro. Auspico che la vicenda si sblocchi al più presto possibile, per dare tranquillità non solo ai precari. Bisogna sbloccare al più presto i fondi per i Comuni che hanno già ricevuto 105 milioni di euro su 340 previsti. Ma circa 230 milioni sono compresi fra i 500 milioni congelati». L'assessore Lantieri, che conosce bene i problemi dei precari, più di 600 mila euro non è riuscita a farsi dare dalla Ragioneria generale della Eegi a sua volta con le casse vuote e parecchi problemi da risolvere.
Probabilmente, il Consiglio dei ministri ha voluto evitare di approvare un disegno di legge che destina I miliardo di euro agli enti locali, oltre i 500 milioni per la Regione. alla vigilia dei ballottaggi scatenando l'ennesima polemica contro il premier Renzi.

PENSIONI, LE SIMULAZIONI DELLA UIL SULLE RATE DEL PRESTITO DA RESTITUIRE
«Uscita anticipata poco conveniente».
Riduzione maggiore se l'assegno è più basso.
ROMA. Una rata di 500euro al mese per tredici mensilità su una pensione netta di 2.500 mensili per vent'anni: per chi deciderà di lasciare il lavoro a tre anni dal raggiungimento dell'età di vecchiaia la riduzione netta dell'assegno potrebbe arrivare al 20%. Il calcolo è stato messo a punto dalla Uil sulla base di un tasso di interesse fisso al 3%e una restituzione del prestito (in questo caso pari a 97.500 euro) in vent'anni.
Con una pensione netta di 1.000euro al mese l'anticipo di tre anni potrebbe prevedere una rata di 199,64 euro per 13 mensilità (216,29 se si restituisce con 12 mensilità sempre in 20 anni). La percentuale si ridurrebbe con una simulazione del tasso interesse al 2%: in quel caso (pensione netta di 1.000euro) si ipotizza una rata mensile (per 13 mesi) di 182 euro per 20 anni. Il prestito da restituire ammonterebbe a 39.000 euro, ovvero a 1.000 euro al mese per i tre annidi anticipo rispetto all'età di vecchiaia.
Questi dati non tengono conto del premio assicurativo per il rischio di premorienza, dato che il prestito dovrebbe essere erogato senza garanzie reali e senza obbligo di estinguerlo per gli eredi. Non è infatti ancora chiaro chi pagherà questo premio, anche se si ipotizza che sia lo Stato a farsene carico. L'anticipo quindi appare poco conveniente per il lavoratore, anche se il governo ha assicurato che ci sa ranno detrazioni fiscali per i lavoratori meritevoli di tutela, come ad esempio quelli che a pochi anni dalla pensione hanno perso il lavoro ed esaurito gli ammortizzatori sociali.
Nel 20l7 le classi di età coinvolte saranno quelle dei nati tra il 1951 e il 1953, ma è probabile che la scelta coinvolga quasi esclusivamente quel lidell9S3.Ledonnedellgsl sono già andate in pensione; quelle del 1952, grazie a una deroga alla legge Fornero, potranno lasciare il lavoro quest'anno a 64 anni (se hanno raggiunto, nel 2012, 20 annidi contributi). Gli uomini del 51 e una parte di quelli del 52 hanno usufruito o usufruiranno nel 2016 dell'uscita anticipata garantita a chi aveva raggiunto la quota 96" tra età e contributi con almeno 60 anni di età. nel 2012. L'anno prossimo, l'Ape sarà utilizzato prevalentemente dai nati neI '53, appena compiuti i 63 anni e 7 mesi.
La percentuale di riduzione sul trattamento lordo è più alta a fronte di un reddito più basso. In caso di pensione netta di 800euroeun anticipo pensionistico di 3 anni (31.200 euro da restituire), la rata sarebbe di 159 euro per 20 anni con una percentuale sul trattamento lordo del i 77%. Per l'antici podi tre anni su una pensione netta di 2.500 euro (e 97.500 euro di prestito) la rata sarebbe di499,10 euro con una percentuale sul trattamento lordo del 13.9%. In caso di anticipo di un solo anno, la rata per 2 sarebbe di 53,24 euro per una pensione di 800 euro, di 66,55 euro per una pensione di 1.000 euro e di 166,37 euro per una pensione di 2.500 euro.

Riprendono le ricerche «anche del teatro greco»
C'è pure l'ipotesi dell'ex dipendente Alaimo da noi pubblicata.
Alla domanda secca: state cercando il teatro greco di Agrigento?" ci sì risponde: no". Anche se il numero di sperò" che seguono subito dopo, sono talmente tanti da lasciare molti dubbi.
Al Parco archeologico della Valle dei templi c'è cautela massima sulla tematica. Troppo complessa, troppo attrattrice di potenziali polemiche (molte dentro lo stesso mondo accademico) per essere presa alla leggera e per la sciare eccessivo spazio all'esposizione mediatica. Eppure, nel contesto di complessive ricerche nelle aree intorno al quartiere ellenistico romano, la suggestione" di trovare "l'araba fenice" del l'archeologia agrigentina è forte. Lo è stato, ovviamente, anche in passato. Uno dei più forti sostenitori della "caccia al teatro fu sir Alexander Hardcasle, che finanziò gli scavi realizzati da Pino Marconi tra il 1920 e il 1930. Poi passarono ì decenni e, più in epoca recente, a tentare l'impresa fu l'ex direttore del Parco. Giuseppe Castellana. H quale presentò un progetto di scavo che avrebbe dovuto prevedere un costo di un milione e mezzo di euro per verificare l'area alle spalle della collina di San Nicola. A chiedere nuove risorse alla Regione fu, un paio di anni fa. il deputato regionale Giovanni Panepinto che in una lettera al presidente Crocetta e al l'allora assessore ai Beni culturali sostenne come 'avviare nuovi Scavi archeologici per riportare alla luce il teatro greco che, secondo l'ipotesi di molti studiosi, faceva parte della polis di Akragas sarebbe un avvenimento culturale di grande significato e di un certo impatto mediatico che potrebbe contribuire al rilancio dell'economia locale e dell'immagine della Sicilia".
Arrivando all'oggi i tecnici del Parco, insieme agli studiosi dell'Università di Camerino, si stanno occupando di con durre ricerche tecniche con l'ausilio di droni dotati di sistemi a scansione termiografica che, ripetuta in più momenti della giornata, registrano la diversa reazione termina dei diversi materiali al calore. Significa, in estrema sintesi. che anche senza scavare, appare con chiarezza l'eventuale presenza di discontinuità rispetto al terreno, Ad essere 'battuta" è, da alcune settimane, tutta l'area alle spalle del museo "Griffo", in un complessivo progetto d individuazione di quanto rimane degli assi viari del l'antica Agrigentum e di strutture di fruizione pubblica finora mai individua- te in una zona che in questi anni non è stata mai al centro di vere attività d'indagine.
Lo studio — spiega il direttore del Parco - serve a restringere i campi rispetto ad una prospettiva d'indagine assolutamente molto estesa. Se me lo chiede, no, non stiamo cercando sola mente il teatro greco, ma potrebbe essere certamente una scoperta importante, se è esistito, Quello che stiamo conducendo è un lavoro di tipo sistematico, così dove abbiamo indicazioni che ci servono a confermare o a non confermare studi precedenti lavoriamo su quello. Ad esempio, lavoriamo sull'ipotesi di strutturazione della maglia urbana, in parte sviluppata nell'ottocento. poi ripresa con la carta archeologica. In tal senso ci sono alcuni elementi che vanno verificati.
Così nulla è lasciato intentato. Nessuna segnalazione nè suggestione", nemmeno quelle giornalistiche. Così, all'attenzione del Parco è tornato un articolo del nostro giornale datato 2014 nel quale si riportava quanto riferitoci da uno storico e giornalista, Angelo Palillo, il quale forni una guida del 1800 dei fratelli Pietro e Giuseppe Vallardi intitolata "Itinerario d'italia, ossia: Descrizione dei viaggi per le strade più frequentate alle principali città d'italia", la quale individuava, nella valle ai piedi della rupe Atenea — chiamata Colle Minervale — in una zona che dovrebbe essere la parte bassa di via Petrarca, delle 'ruine d'antico teatro". Non solo, In quell'occasione riportammo le parole di un appassionato di archeologia, Salvaltore Alaimo, per trentadue anni dipendente della Soprintendenza d Agrigento come addetto al coLtivazioni nella Valle e come giardiniere di Villa Aurea, il quale, ormai Otto anni fa, individuò i blocchi in tufo di una possibile struttura a gradoni emergere dal terreno proprio a valle di via Petrarca, zona, adesso, interessata dagli accertamenti.
'E' chiaro — taglia corto il direttore dell'Ente Parco Salvatore Parello - che non lasceremo nulla di intentato e verificheremo ogni possibilità. Abbiamo preso visione di quell'articolo e delle testimonianze riportate e le confronteremo con le risultanze tecniche delle quali siamo e saremo in possesso."
G. SCHICCHI


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