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rassegna stampa del 21 giugno 2016

LA SICILIA
RENZI SBLOCCA I 500 MILIONI DI CROCETTADopo mesi di rinvii approvato ieri il decreto legge sugli enti locali che comprende anche le risorse per la Sicilia. I fondi saranno subito disponibili e serviranno per pagare i precari e per i trasferimenti ai ComuniPALERM0. Il consiglio dei ministri, dopo mesi di attese e di rinvii, ha finalmente approvato il decreto legge sugli enti locali che comprende anche i 500 milioni destinati alla Regione siciliana. Decreto legge che è immediatamente esecutivo e che consentirà alla Regione di siciliana di avere disponibili i 500 milioni di euro che con- sentiranno di scongelare i a spesa di pari importo che comprende il rinnovo dei contratti dei precari degli enti locali, dei forestali e i trasferimenti ai comuni. A dare notizia dell'approvazione del decreto legge che comprendere i 509 milioni a favore della Sicilia è stato il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, con l'hastag#DettoFatto Cdm approva dl enti locali. Risorse certe alla #Sicilia per programmazione seria e uscire da precariato e emergenze".Ma come è noto, i messaggi su twitter sono sempre, per loro natura, criptici.Per Faraone, (grazie a queste risorse, l'Isola potrà venir fuori da logiche emergenziali che hanno danneggiato negli anni i cittadini e lo sviluppo dell'intera regione. Basta a soluzioni tampone. Basta escamotage dell'ulti ma minuto per pagare gli stipendi ai dipendenti precari. Con questi fondi prende sempre più corpo il progetto, quello dell'Agenzia per i precari, al quale stiamo lavorando sinergicamente, con gli assessori Lantieri e Baccei, per garantire ai dipendenti siciliani posti di lavoro produttivi e condizioni occupazionali stabili. E si comincia a delineare l'immagine di una sicilia non più ripiegata su se stessa ma che guarda a un futuro di ripresa e sviluppo..Il ministro dell'interno, Angelino Alfano,ha ribadito che il governo nazionale guarda al Sud con fiducia e mantiene gli impegni presi. Adesso non sprechiamo occasioni preziose per l'isola. Abbiamo approvato l'accordo con la Sicilia nell'ambito del decreto Enti Locali. Le risorse che le spettano arriveranno Sia per quest'anno che per gli anni a venire. Approvare anche le risorse per gli Enti Locali che potranno cosi definire i bilanci senza tagliare i servizi, Era un impegno che avevoassuntoil26 maggio,a Palermo, all'Assemblea dei sindaci. Impegno mantenuto».E sarebbe davvero l'ora che i siciliani non venissero più trattati alla stregua degli straccioni. Il Nord, tutto- sommato, è diventato ricco potendo contare sui risparmi dei meridionali che sono stati il migliore mercato per le industrie del Settentrione, altro che esportazioni.'Il Consiglio dei ministri ha sottolineato il presidente della Regione, Crocetta - oltre i 590 milioni, ha approvato anche l'intesa raggiunta in sedi commissione Paritetica Stato- Regione che stabilisce le entrate certe per la Regione». Entrate che, secondo il presidente della Paritetica, Nino La Spinare l'assessore all'Economia Baccei, si attesterebbero intorno al .8miliardi l'anno per il triennio 2016- 2018.«Con questa intesa che stabilisce le entrate certe - ha aggiunto Crocetta - abbiamo risolto il problema delle entrate. Anche la Regione siciliana avrà entrate uguali alle altre regioni».Non si tratta di una questione di poco conto. E' una conquista storica - ha aggiunto Crocetta - che adopereremo soprattutto per favorire la crescita della piccola e media industria, Avevamo trovato una Regione sull'orlo del fallimenti, ma con questo accordo storico è finita l'epoca in cui bisognava recarsi a Roma con il cappello in mano». Il sottosegretario all'Istruzione, Faraone, senza dubbio, è tra i politici siciliani che più si è impegnato per risolvere i problemi della Sicilia pensando, forse, di potersi proporre, alle prossime elezioni, come presidente della Regione, Ogni aspirazione è lecita. Ma nello stesso tempo, Faraone rende più forte la posizione di Rosario Crocetta che può vantarsi di avere risolto, sotto la sua presidenza, un problema atavico, come quello dell'attuazione di alcune norme dello Statuto speciale in materia finanziaria. E, quindi, di potere, lecitamente, riproporre la propria candidatura alla presidenza della Regione.Grandi manovre, però, sono in ano nell'attuale coalizione che sostiene il "Crocetta quater", per disarcionare il presidente della Regione e mettere al suo posto il politico che riveste ruoli importanti a livello nazionale, Crocetta potrebbe essere accontentato con un collegio sicuro, ovvero essere candidato come capolista del Ps con elezione assicurata. Ma chi fa questi calcoli, probabilmente, non conosce Crocetta, che non ha alcuna intenzione di interrompere 'esperienza di presi dente della Regione. Ma tutto è legato all'iter parlamentare del decreto legge approvato dal Cdm. Se passerà indenne le forche caudine dell'opposizione, Crocetta non avrà concorrenti.
ANNO SCOLASTICO 2016-2017. Non hanno raggiunto il numero minimo di seicento iscritti come richiesto dal regolamentoTre istituti hanno perso l'autonomiaIl direttore generale dell'Usp, Maria Luisa Altomonte, ieri ha firmato il decretoIl direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Maria Luisa Altomonte, hafirmato il decreto con il quale sono state individuare le istituzioni scolastiche che perderanno la propria autonomia e alle quali pertanto, nell'anno scolastico 2016-2017 non saranno assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato e posti di direttore dei Servizi generali e amministrativi. E cioè perché non hanno raggiunto il parametro minimo di 600 iscritti e quindi sono state dichiarate sottodimensionate. Sono state a indicate altresì nel decreto le scuole site nelle piccole isole, nei Comuni montani e ne aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche e che, dal loro canto avrebbero dovuto rispettare il parametro minimo di 400 iscritti per potere mantenere la propria autonomia. In Sicilia saranno ben 29 gli istituti che nell'anno scolastico 2016-2017 saranno dichiarati sottodimensionati e quindi destinati ad  essere accorpati ad altri istituti.venendo diretti da una reggenza. Nella nostra provincia hanno perduto l'autonomia scolastica tre istituti con una clamorosa sorpresa. Non avranno più assegnati un proprio dirigente e un direttore dei servizi generali e amministrativi, l'istituto comprensivo Lorenzo Panepinto di Santo Stefano Quisquina, l'I.I.S. Giovan Battista Hodierna ( ex Liceo scientifico) di Palma di Montechiaro e il liceo scientifico "Ettore Majorana" di Agrigento. Decisione quest'ultima per certi versi clamorosa, poiché non è riuscito a rispettare il parametro minimo di 600 iscritti, fermandosi a soli 500 studenti in grado di frequentare nel prossimo anno scolastico. La preside del Majorana. Teresa Maria Rita Buscemi. sarà quindi perdente posto con notevoli ripercussioni per l'attività della scuola che - secondo ambienti sindacali — avrebbe potuto salvare la sua autonomia, se le fosse venuta in soccorso, con la cessione giurisdizionale di alcune classi, il liceo scientifico Leonardo della città dei tempi, che superebbe addirittura le 1200 iscrizioni. L'I.I.S. Hodierna di Palma di Montechiaro, diretto dalla preside M lena Siracusa, si è fermato a 585 iscrizioni il cui accorpamento poteva essere evitato se fosse stata accolta la proposta di farne parte l'istituto tecnico Federico II di Naro con ì suoi 185 alunni e appartenente al Galilei di Canicattì. L' istituto comprensivo Lorenzo Panepinto di Santo Stefano Quisquina non è riuscito a rispettare il parametro minimo di 400 iscritti.Filippo Bellia
Live Sicilia
Voto in SiciliaPALERMO - L'impressione è che si tratti solo dell'inizio. Dell'alba di una vittoria che presto potrebbe assumere dimensioni assai maggiori dell'attuale. I successi del Movimento cinque stelle alle ultime elezioni in Sicilia lasciano sul campo diversi sconfitti. In molti casi già chiaramente al tramonto di una esperienza politica. E il futuro, per questa politica alla quale i siciliani sembrano aver voltato le spalle, presto potrebbe essere ancora più nero.Crocetta e il suo Megafono sono stati cancellati da queste elezioni comunali. E col governatore, la sua maggioranza. Che sua, in realtà, non è mai stata. Divisa, litigiosa, ha sempre dato l'idea di una coalizione dall'equilibrio precario, pronta a scollarsi alla prima brezza. A cominciare dal Partito democratico, che di questa alleanza dovrebbe essere guida, e che si è trovato non solo battuto spesso e volentieri, ma già nel bel mezzo della solita, prevedibile "resa dei conti" tutta interna. E altrove, a guardar bene le forze che sostengono questo governo regionale, la cui inconcludenza è stata messa a fuoco dai recenti incendi, non è che si stia meglio. Anzi. Il partito di Angelino Alfano si è disperso persino tra le vie della sua provincia, quella agrigentina. Con lui, il suo presunto compagno, quell'Udc che nel frattempo ha azzerato i vertici, vive una scissione "atomica" e nomina un nuovo segretario. E non molto meglio, nonostante le promesse offerte dal primo turno del voto, è andata a Sicilia Futura, la "pararenziana" forza di Totò Cardinale, che alla fine dei giochi scopre di aver vinto solo quando ha corso insieme al centrodestra.E anche da quella parte, poi, non è facile trovare un vincitore. Se si esclude il deputato Gino Ioppolo, vincitore a Caltagirone, nel segno di Nello Musumeci, che può rivendicare anche il successo di Giovanni Moscato a Vittoria. Per il resto, impossibile trovare facce felici in un centrodestra nel quale tutti urlano: "Vinciamo se restiamo uniti", per poi andare ciascuno per conto proprio.È piena di facce e nomi, quindi, la pagina dell'atlante dedicato agli sconfitti di queste elezioni amministrative. Elezioni che a Giarre presentavano al ballottaggio, al fianco della candidata Tania Spitaleri, il residuo di ciò che fu il Megafono di Crocetta. Un movimento che avrebbe dovuto rivoluzionare la Sicilia, ma che si è sgonfiato, insieme alla credibilità del suo fondatore, giorno dopo giorno. Insieme alla diffidenza cresciuta tra i siciliani per quelle forze politiche fondate solo su un'identità sbirresca, ma del tutto incapace di amministrare persino un condominio. Un fallimento così chiaro, da spingere anche dei deputati in qualche caso "miracolati", a prenderne le distanze, snobbando quella forza ormai senza forza. E preferendole addirittura la nostalgica riedizione, pensate un po', del partito socialista, nonostante le provenienze più disparate: da quella del Movimento cinque stelle di Antonio Venturino, finendo alla questura di Gela da cui è giunto Antonio Malafarina.Addio Megafono, quindi. Cancellato anche da quel voto che ha ridimensionato, ancora una volta, il Partito democratico. Lontani, lontanissimi sembrano ormai i fasti delle elezioni europee. Quelle che legittimarono la supremazia di Matteo Renzi, anche nell'Isola, tramite la longa manus sul governo regionale di Davide Faraone e dei suoi assessori-luogotenenti. Ma il Pd, nei nove comuni al ballottaggio ha finito per portare a casa solo Canicattì e Noto. Non proprio un bottino ricchissimo. Soprattutto se si pensa alle divisioni che hanno portato, a Vittoria, al ko dell'ex Ds Francesco Aiello, e alle sconfitte sonore a opera dei grillini sia a Porto Empedocle che a Favara.In quest'ultimo Comune, poi, a uscire con le ossa rotte non è solo il Pd, ma l'idea stessa di quell'asse con i moderati, voluta, sospinta, difesa dal segretario regionale Fausto Raciti. Quella sconfitta, insomma, è anche sua. Anche. Perché nemmeno la perentoria visita in Prefettura è riuscita a rammentare agli elettori di Angelino Alfano di votare per il candidato del Nuovo centrodestra. Un "partito" quasi sempre camuffato da simboli "civici", nel corso di queste amministrative, ma in qualche caso capace persino di dividersi. Proprio a Favara, ad esempio. Nonostante in questi mesi gli alfaniani, seguendo il modello romano (ovvero più poltrone che elettori) avesse sposato anche l'esperienza del governo Crocetta piazzando in giunta l'assessore ai Beni culturali Carlo Vermiglio. Niente, nemmeno questo ha rivitalizzato un partito che anche in Sicilia, ormai, è destinato al prefisso. Nonostante quel tentativo, già naufragato probabilmente, di alleanza con l'altro alleato di Crocetta: l'Udc è esploso, nei pochi pezzi che lo componevano.Ma adesso a saltare in aria si prepara - immancabile appuntamento - il Pd. E non servirà, per innescare il meccanismo, alcun lanciafiamme. Proprio il giorno dei risultati, l'assessore alla Formazione Bruno Marziano, area (ex) Cuperlo, ha infatti aperto le ostilità chiedendo l'azzeramento della giunta di Siracusa. Un colpo dritto al cuore del renzismo, rappresentato da uno degli amministratori più vicini al sottosegretario Davide Faraone, ovvero il sindaco Giancarlo Garozzo. Per lunedì potrebbe essere convocata la direzione del partito. Dove, pare, si discuterà persino di "questione morale". La stessa, per intenderci, che sta aprendo un'autostrada alle vittorie future del Movimento cinque stelle. La pioggia di indagini sul Comune di Siracusa, un ballottaggio con le ombre del voto di scambio a Vittoria, non faranno che nutrire il senso di rifiuto dei siciliani nei confronti di quelli che una volta erano i "partiti tradizionali". E che oggi sono solo figure stampate nell'atlante degli sconfitti.


Scrivolibero
Elezioni, qualcosa è cambiato anche ad Agrigento: il voto torna liberoSe in provincia di Agrigento qualcosa è cambiato, allora vorrà pur dire qualcosa. Sembrano lontani oramai i tempi in cui centrodestra e centrosinistra si alternavano nei governi delle città.Il risultato elettorale emerso dal turno di ballottaggio ha infatti sancito non solo la vincita del Movimento 5 Stelle, ma fatto comprendere come la politica nella sua "natura" stia davvero cambiando.Non più promesse, clientele e tornaconto, ma "amore" verso i propri territori. Comuni ad esempio come quelli di Porto Empedocle e Favara, icone della "politica" nella più stretta accezione del termine, territori che hanno fatto la "fortuna" di ministri, deputati ecc, hanno deciso di voltare pagina. Un dato che si associa ad un altro forse più singolare: la gente ha scelto le donne! E questo accade proprio in provincia di Agrigento, terra di pirandelliana memoria che ha da sempre fatto discutere e parlare quella che da molti è definita la "culla" della politica nazionale. Una terra che solo raramente ha fatto emergere il ruolo femminile nei contesti di vertice della politica. Territori difficili da governare; contesti sociali quasi impossibili da armonizzare. Il destino è ora nelle mani di coloro che dovranno dimostrare che si può amministrare con semplicità e sopratutto con la consapevolezza che è il popolo che vuole tornare ad essere parte attiva di un processo in evoluzione.Sembra che finalmente si sia "rotto" quel muro dove si diceva che "ad Agrigento niente può cambiare". Ed invece qualcosa è cambiato e con essa la consapevolezza che l'intera classe politica sta voltando pagina. Si tratta di donne, uomini e soprattutto giovani che si affacciano alla "res publica" con un nuovo modo di pensare e amministrare. Se ad Agrigento, così come a Roma e a Torino il Movimento 5 Stelle ha "scardinato" i "potenti" della politica non è solo un sintomo che riguarda il malcontento verso quel "modus" politico che oggi porta disgusto e disaffezione; è qualcosa di più intrinseco che riguarda le coscienze degli elettori. Cittadini che sembrano avere ritrovato quella "libertà" di voto che sembrava oramai persa. Liberi! Un concetto forse banale, ma al tempo stesso difficile da cogliere e soprattutto da vivere. Il 19 giugno sembra aver rappresentato in Italia e non solo una data storica che difficilmente potrà essere dimenticata. Una data che forse rappresenta il vero anello di congiunzione fra il "voto" e la "libertà".
Agrigentoweb
Gioacchino Natoli, presidente della Corte di Appello di Palermo, è il nuovo capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia. La sua nomina, proposta dal guardasigilli, e' stata deliberata dal Consiglio dei Ministri ieri sera.Natoli aveva già anticipato la nomina nel corso della cerimonia di insediamento del nuovo procuratore capo di Marsala.Con molta probabilità lascerà la magistratura. Si apre pertanto la corsa alla guida del distretto della Corte di Appello di Palermo

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