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rassegna stampa del 30, 31 luglio e 1 agosto 2016

Live Sicilia

Le ex Province al capolinea
A Siracusa lascia il commissario

di Massimiliano Torneo

Il commissario straordinario del Libero consorzio aretuseo, Lutri (nella foto), rassegna le dimissioni. A Enna pre-dissesto nonostante i tagli.
PALERMO - A Siracusa il commissario straordinario del Libero consorzio Antonino Lutri alza bandiera bianca. A Enna "inevitabile l'avvio della procedura di dissesto" nonostante le misure di "sospensione" dei cento precari e il taglio di tutte le spese scolastiche. In piena estate scoppia la grana delle ex Province, ormai al capolinea. A Siracusa si è arreso il pur battagliero commissario straordinario Lutri: ha comunicato le dimissioni ieri sera, con una nota inviata al presidente della Regione Rosario Crocetta. Anche qui, dunque, l'ente è a un passo dal fallimento. Con 26 milioni di squilibrio finanziario, un macigno di 90 totali sulla testa, il commissario Lutri ha lottato negli ultimi mesi per assicurare i servizi ai cittadini e gli stipendi ai dipendenti, e traghettare il Libero consorzio comunale di Siracusa verso un porto sicuro in attesa dell'attuazione della legge di riforma regionale. Ma a nulla sono serviti gli incontri istituzionali delle ultime settimane. "Non c'erano alternative - indica una nota  La crisi finanziaria in cui da tempo versa l'ente non ha lasciato margini di manovra. Gli incontri con i rappresentanti istituzionali e con i sindacati, le pressioni che ne sono scaturite non hanno sbloccato la situazione".
Tra le soluzioni tentate, d'accordo con i deputati nazionali, quella di prorogare i termini per la presentazione del bilancio di previsione: anziché il 31 luglio, il 30 settembre o il 31 ottobre. Altre strade: chiedere lo slittamento di uno o due anni del contributo alla finanza pubblica, inserire l'ente siracusano nel decreto sulla ripartizione di 468 milioni di euro, provvedimento del governo nazionale da cui sono state escluse le ex Province siciliane. Ma niente da fare. E così la decisione di Lutri di dimettersi. A Siracusa ora si attende che la Regione nomini il nuovo commissario la prossima settimana. "Che andrà a dichiarare formalmente il dissesto", fa il punto il capo di Gabinetto del Libero consorzio siracusano, Giovanni Battaglia, che aggiunge: "A settembre non sapremo come aprire le scuole: il 30% è in affitto. Anche quegli istituti che necessitavano di interventi di manutenzione perché, come nel caso del Fermi, scuola con 900 alunni, è crollato il tetto, difficilmente saranno riaperti. Questa è la cosa drammatica". Il colpo del ko, in questo incontro di boxe fra Stato e Regione sulla riforma delle Province, per il funzionario dell'ente è stata l'esclusione dei Liberi consorzi siciliani dai trasferimenti nazionali. "Quello che forse non è ancora chiaro alle persone - conclude Battaglia - è che il problema ora non sono solo gli stipendi dei dipendenti, ma tutti i servizi".
A Enna, nello stesso momento, si vivono fasi di pre-dissesto finanziario. Con un paradosso. Potrebbe risultare inutile il dramma sociale di due tagli singolari alla voce "spese": il licenziamento dei cento precari e il taglio dei trasferimenti alle scuole. Lo spiega il dirigente dei Servizi finanziari del Libero consorzio comunale di Enna, Gioacchino Guerrera: "Misure di lacrime e sangue - dice - erano state annunciate da tutti i commissari siciliani già a dicembre. Tra queste, noi avevamo previsto la cessazione dei rapporti di lavoro dei precari, nel caso non fossero arrivate le somme per permetterci di proseguire. Ma ipotizzando che questa sospensione diventi definitiva insieme con il taglio di tutti i trasferimenti che diamo alle scuole, noi il bilancio non riusciamo a chiuderlo lo stesso. Per cui - conclude - quando le risorse non mi consentono di chiudere il bilancio anche se mando a casa dei precari, tolgo soldi alle scuole e applico tutti gli avanzi disponibili, evidentemente sono in dissesto". "Non sono solo Siracusa ed Enna ad aver alzato bandiera bianca. Anche a Messina si parla di dissesto e non certo per responsabilità imputabili al commissario Filippo Romano che da tempo sollecita interventi per evitare il default, dopo aver tagliato e risparmiato su tutto. Un disastro annunciato esclusivamente da imputare ad una classe politica che ha consentito al governo nazionale di perpetrare una sottrazione di risorse quantificabili nel 2016 in circa 120 milioni di euro escludendo al contempo gli enti siciliani dai contributi per la manutenzione di strade e scuole e per il personale previsti invece per il resto d'Italia". Lo dice Giuseppe Badagliacca, segretario regionale del sindacato Csa. "Le responsabilità sono anche del governo regionale che considera la legge 15 carta straccia non finanziando le funzioni assegnate e consentendo all'assessore Alessandro Baccei di indirizzare l'applicazione della stessa verso un processo di mobilità selvaggia del personale - aggiunge Badagliacca - Riteniamo dover ancora sperare e chiedere alla politica uno sforzo di dignità e rispetto verso la collettività e verso i lavoratori: gli automobilisti che percorrono le strade provinciali, gli studenti delle nostre scuole, i disabili che frequentano gli istituti dell'isola, avranno la capacità di riconoscere responsabilità e meriti in questa vicenda, simbolo di improvvisazione e pressapochismo".

Domenica

I Nuovi Vespri

Ok, le strade provinciali sono abbandonate. E dello scandalo delle strade interpoderali ne parliamo?

Con il sostanziale fallimento delle ex Province siciliane - decretato, di fatto, dal Governo Renzi, dal Governo Crocetta e dal PD - le strade provinciali della Sicilia sono state abbandonate. Non ci sono più soldi, visto che il Governo Crocetta e il Parlamento del presidente Ardizzone li hanno regalati tutti a Roma. Ma delle strade interpoderali ne vogliamo parlare? In questo caso ci sono i soldi del PSR: perché sono state abbandonate? E come mai il manto di asfalto, da 10 cm, è passato a meno di 2 cm?
Ok, le ex Province sono fallite. Non ci sono più. Ci sono ancora i locali, ci sono ancora i 6 mila e 500 dipendenti. Ma non ci sono i soldi per pagarli. Sì, ci sono le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. E i finti 'Liberi' Consorzi di Comuni. Sulla carta ci sono. Detto questo: qualcuno si ricorda che in Sicilia ci sono le strade provinciali abbandonate? E qualcuno si ricorda di uno scandalo di cui nessuno parla, ovvero delle strade interpodetali?
C'è l'ha ricordato un nostro lettore:
"Per caso, ieri, da Bolognetta, mi sono recato a Baucina: non l'avessi mai fatto! Le piante invadono le due carreggiate. Il manto stradale c'è e non c'è. Mentre procedevo, al centro della strada - facendo molta attenzione nelle curve, perché un'eventuale automobile proveniente dal senso opposto di marcia avrebbe dovuto procedere anch'essa nel centro della carreggiata - mi chiedevo: che cosa succederà qui alle prime piogge? L'acqua dove finirà?".
Il nostro amico è un imprenditore agricolo. E ci racconta:
"Il vostro blog parla spesso delle strade provinciali ormai abbandonate. E fate bene. Sapendo che voi vi siete spesso occupati di questo argomento vi ho chiamato per riprendere una questione che la politica non può abbandonare. Ma accanto all'abbandono delle strade provinciali vi segnalo uno scandalo, forse di gran lunga più grave: il totale abbandono delle strade interpoderali".
"Le strade interpopderali sono le strade che dovrebbero collegare i fondi agricoli - ci dice sempre il nostro lettore -. Le strade interpoderali sono state pensate a sostegno del modo rurale. La Sicilia è una regione dove a prevalere sono le aree collinari e montuose. E dove i collegamenti non sono semplici. La Regione, negli anni passati, ha avviato un piano per la realizzazione di tantissime strade interpoderali. Prima dell'Euro si parlava di decine e decine di miliardi di vecchie Lire. Il problema è che i controlli, o non sono stati mai effettuali, o sono stati effettuati in modo molto approssimativo".
"Negli ultimi anni - dice sempre il nostro lettore - i controlli sono diventati sempre più rari. O assenti. E i risultati si vedono. Negli anni '90, questo gli agricoltori siciliani lo sanno benissimo, le strade interpoderali avrebbero dovuto essere realizzate con un manto stradale di 10 centimetri. Ma spesso non superava i 5 centimetri. I muretti avrebbero dovuto essere realizzati in modo da resistere alle intemperie".
"Oggi assistiamo a scene da non credere - ci dice sempre il nostro lettore -. Le strade interpoderali della Sicilia, proprio come le strade provinciali, sono abbandonate. E quando non sono abbandonate, lo strato di asfalto non supera i 2 centimetri. Per non parlare dei muretti, che si sbriciolano".
"La cosa strana, che dovrebbe fare riflettere - conclude il nostro lettore - è che se, nel caso dell'abbandono delle strade provinciali, le Provincie siciliane sono veramente fallite, non altrettanto può dirsi di chi si occupa delle strade interpoderali. Perché l'assessorato regionale all'Agricoltura - responsabile della realizzazione e della manutenzione delle strade interpoderali - ha avuto e ha a disposizione i fondi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Per questo chiedo: com'è possibile, con i miliardi di Euro del PSR a disposizione, che Sicilia le strade interpoderali della Sicilia siano ridotte in questo stato pietoso?".

lavocedellisola.it

E se commissariassimo il cosmo?
di Guido Di Stefano
È un  pensiero che ci ha assaliti nello scorrere la GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana) Parte I, n. 33, del 29 luglio corrente anno 2016 e ci ha rispedito molti secoli indietro, quando Roma (quella latina)  con prefetti e governatori commissariava le nazioni conquistate, fatti salve le occasioni in cui poteva disporre "in loco" di fedeli regnanti.
D'altra parte in una UE "commissariata" (impera  o no la "Commissione", organo non elettivo?) e in una Italia con governanti non elettivi ma "designati"  perché stupirsi di una Sicilia dove i commissariamenti hanno le "parvenze" del pane quotidiano?   A volte, nei momenti "più scuri", ci assale l'ansia che tutto l'occidente sia commissariato in qualche modo.
Comunque cosa abbiamo trovato nella GURS n. 33 di Palermo?
"In primis" emergono ben sei DECRETI PRESIDENZIALI 20 luglio 2016 in ordine alla "Indizione dei comizi elettorali per l'elezione del presidente e del consiglio del libero Consorzio" , con riferimento singolo ad Agrigento o Caltanissetta o  Enna o Ragusa o Siracusa o Trapani. La consultazione è fissata per domenica 11 settembre 2016 e dovrebbe porre termine ad alcuni commissariamenti.
E per Catania, Messina e Palermo?
Sotto la voce PRESIDENZA leggiamo solo una  sintesi  che recita: "Nomina del commissario straordinario presso la Città metropolitana di Palermo.
Con decreto presidenziale n. 567/Gab del 20 luglio 2016, su proposta dell'Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica, la dott.ssa  Volpes Maria Elena è stata nominata commissario straordinario presso la Città metropolitana di Palermo". Passiamo ora al sito istituzionale del "Dipartimento del bilancio e del tesoro - Ragioneria Regionale della Regione" ed esponiamo innanzitutto i decreti dirigenziali di variazione, a nostro avviso, più interessanti.
Il DVB n.110050 è del 22.07.2016 ed è pubblicato il 26.07.2016 per la  variazione di bilancio sul cap.812010 (assessorato regionale della salute - dipartimento regionale per la pianificazione strategica) per  Euro 1.842.588,42 .
Il D.D. n. 1039 del 25.07.2016 è un decreto di annullamento del DD n.149 del 24.2.2016 e riproduzione di economie sul cap 772018 per euro 23.368,23 nel triennio 2016-2018. In dettaglio statuisce: somma spendibile nell'esercizio 2016  Euro  11.000,00; somma spendibile nell'esercizio 2017  Euro 1.368,23 ; somma spendibile nell'esercizio 2018  Euro 11.000,00. Il D.D. n. 1041 del 25.07.2016 tratta di riproduzione di economie sul cap 373716 (Dipartimento regionale dell'Istruzione e della Formazione professionale) per Euro 11.448.829,75 per il 2016. Il D.R.G. n. 1063 del 26.07.2016 parla di iscrizione e riproduzione capitoli PAC Nuove Azioni - Dip. Programmazione ed altri.  Recita  tra l'altro:  "RAVVISATA la necessità di iscrivere nella spesa al capitolo 512031 l'importo complessivo di euro 4.720.375,84 di cui euro2.414.565,40 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 2.305.810,44 nell'esercizio finanziario 2017 mediante prelevamento dell'importo complessivo di euro 4.720.375,84 dal capitolo 613905, e di iscrivere nella spesa la somma complessiva di euro 547.228,75 negli esercizi finanziari 2016 e 2017, sui capitoli di nuova istituzione dei Dipartimenti e per gli importi sopra elencati, mediante prelevamento dell'importo complessivo di euro 547.228,75 dal capitolo 215745..." Le altre variazioni , a qualsiasi titolo e con qualsiasi denominazione, pubblicate dal 25 al 29 luglio 2016 ammontano a poco più di  Euro  5.000.000,00. Volete suggerire qualche commissariamento da qui all'infinito?


Fondò il Polo universitario di Agrigento
Ateneo di Palermo, morto l'ex rettore Ignazio Melisenda

Fu il fondatore del polo universitario di Agrigento e un saggio dell'Università di Palermo: si è spento ieri ad Agrigento Ignazio Melisenda Giambertoni, capitano d'Ateneo cortese, professionale, di grande umanità ed equilibrio, al vertice di Palazzo Steri dal 1984 al '93. Aveva 87 anni. Ricordano il suo «fortissimo attaccamento alle istituzioni ma anche a noi» i due figli, Giuseppe, magistrato ad Agrigento. e Luigi, dirigente bancario, con la moglie Mariella Passaglia. «Ci ha trasmesso i suoi valori e il senso del dovere e l'importanza del coltivarlo, un grande padre». Una figura di importante rilievo didattico e politico, in alcune stagioni politiche di Palermo grande amico di Sergio Mattarella, che sarebbe diventato presidente della Repubblica, ne ha seguito il Partito popolare in una lontana tornata delle elezioni europee. Lo ricorda anche il suo primo laureato, il professor Beppe Giordano, ordinario di Idraulica alla Scuola di Scienze di base, «la mia tesi di laurea con il professor Melisenda Giambertoni, e sette giorni dopo la laurea mi propose ad assistente quasi di ruolo, gli dissi di no, mi convinse ad avvicinarmi e mi colpì subito la sua straordinaria libertà didattica, l'anno dopo ero con lui». «Una perdita che tocca molto me personalmente e tutto il mondo accademico»: parla così l'ex rettore dell'Università Roberto Lagalla, ricordando il forte legame con Ignazio Melisenda Giambertoni, «uomo di grande equilibrio e saggezza con grandissime capacità di mediazione e di aggregazione, un benemerito dell'ateneo di Palermo». Ne delinea l'opera didattica il rettore dell'Università Fabrizio Micari, «ha dato un grande impulso alla crescita dell'Università di Palermo anche attraverso la fondazione del polo universitario di Agrigento, sono profondamente commosso ricordando la sua persona, il docente, l'uomo che ha improntato l'azione di governo all'assoluto spirito di servizio. Personalmente non posso dimenticare la sua affettuosa partecipazione al passaggio di consegne che ha dato inizio al mio rettorato, la sua signorilità e grandissima saggezza». Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha voluto esprimere «i più profondi sentimenti di partecipazione della città al dolore dei familiari, dell'Ateneo e della comunità scientifica nazionale della quale il prof. Melisenda è stato esponente di grande rilievo e notorietà per valori scientifici e tensione etica». I funerali oggi alle 11,30 nella Basilica dell'Immacolata ad Agrigento. (*DP*)
lutto.


Cupa, incontro di Armao coi sindacati «C'è assoluta comunanza di vedute tra noi e i nuovi vertici del Cupa di Agrigento». È questo il senso del commento emerso ieri a margine dell'in - contro svoltosi fra i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, insieme ai rappresentanti dei indacati di categoria, la RSU e le RSA, con il neo presidente del Cupa Gaetano Armao ed il vice presidente Giovanni Di Maida. «Abbiamo esposto al neo presidente del Consorzio universitario di Agrigento - hanno detto i segretari confederali Massimo Raso, Maurizio Saia e Gero Acquisto - qual è la nostra visione del Polo e come andrebbe rilanciato ed abbiamo registrato un'assoluta comunanza di vedute. Nessuna sorpresa in buona sostanza visto che avevamo salutato la sua nomina con favore perché gli riconosciamo grandi capacità. Gaetano Armao- aggiungono - può davvero rappresentare la persona in grado di rilanciare il Consorzio Universitario. Compito non facile poiché i problemi che preesistevano alla sua nomina sono ancora sul tappeto, a cominciare da quello delle risorse. La ex Provincia regionale di Agrigento e la Regione siciliana, a nostro avviso, debbono ancora fare la loro parte, in ottemperanza delle norme che la stessa si è data». I sindacati hanno aggiunto di essere rimasti positivamente colpiti della capacità d'ascolto ed il ruolo che il presidente ha riconosciuto alle organizzazioni sindacali quali interlocutori privilegiati delle questioni attinenti lo sviluppo. «Conveniamo col presidente Armao - concludono infatti - sul fatto che è finito un ciclo del Cupa e che occorre costruirne un altro con una nuova visione: in questa nuova visione gli attori economici e sociali ed il territorio hanno un ruolo determinante. Riconoscerlo ed averne consapevolezza ci fa guardare con speranza il futuro, ma ci pare davvero un buon inizio».  
Cupa, tutto rinviato a settembre
Spataro: «Scelte per il territorio»

Il Cupa agrigentino resta in vita ma i corsi trasferiti o sospesi, Giurisprudenza, beni culturali e architettura, renderanno più debole l'of - ferta formativa del prossimo anno accademico. Una sorta di «anno di transizione» per il Cupa che dicembre, dovrebbe presentare l'offerta formativa per il 2017/2018. Da qui ad allora, si lavorerà persalvare quanto la situazione non è ancora definita e il Consiglio di amministrazione di nuova costituzione, presieduto da Gaetano Armao, ha chiuso l'assemblea di venerdì scorso aggiornandosi ai primi di settembre. Da chiarire, da qui ad allora, c'è la situazione contabile del Cupa che dovrà definire e fare chiarezza sui bilanci, l'ultimo dei quali risale al 2014. Intanto, sul fronte politico, il presidente della commissione consiliare Pubblica istruzione del Comune, Pasquale Spataro, ha chiesto la convocazione di una seduta del Consiglio con la partecipazione del nuovo presidente e del Cda del Cupa. «Essendo, attraverso il voto, gli interpreti legittimi delle esigenze della vostra gente - sottolinea Spataro - vogliamo dare con i fatti, e non semplicemente a parole o attraverso sterili dichiarazioni di facciata, il nostro reale contributo nelle scelte, importanti, che riguardano il territorio, specie in un settore, nevralgico, come quello rappresentato dalla formazione e dalla cultura. Nelle prossime ore contatterò personalmente l'avvocato Armao, al quale vanno certamente riconosciute indiscusse qualità, competenze e professionalità, per fissare in tempi ristretti una riunione della commissione per un primo, proficuo, momento di confronto sulle linee guida che dovranno indirizzare l'attività del Consorzio Universitario. Una tappa preliminare, propedeutica, per poi trasferire il dibattito dentro aula Sollano, anche e soprattutto in ordine alla predisposizione dei piani
didattici». 

Sciacca
Tutela per le Caretta-Caretta

Tracce evidenti del passaggio di tartarughe "Caretta-Caretta" sono state riscontrate a Sciacca, in località San Marco, ed a Lido Fiori di Menfi. A Menfi, in particolare, è stato individuato un nido che i volontari del Wwf hanno messo in sicurezza e custodito. La segnalazione si deve ad un gruppo di ragazzi villeggianti che da mezzanotte alle due del mattino hanno assistito alla deposizione di mamma tartaruga. Hanno avvisato Girolamo Culmone, direttore della Riserva di Torre Salsa. Appresa la notizia sono state fatte le dovute segnalazioni alla Ripartizione Faunistica ed alla Guardia Costiera per l'attivazione delle procedure di rito. Sul posto si è recata la responsabile regionale del Progetto Tartarughe Wwf, Stefania D'Angelo, che ha incontrato Dylan Peletti ed Angelo Napoli, volontari locali, e l'assessore comunale Rossella Sanzone. "Adesso si fa appello alla sensibilità di tutti - dice Giuseppe Mazzotta, presidente del Wwf Sicilia Area Mediterranea - per creare una rete di disponibilità al monitoraggio del nido, soprattutto per il mese di settembre. (*GP*)

Siciliainformazioni.it
"Illegittime elezioni nelle ex province": in guerra comuni bocciati
Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea non hanno accolto bene le ultime decisioni dell'Ars, che, di fatto, boccia definitivamente, le scelte dei consigli e degli elettori, laddove si è celebrato un referendum consultivo. I Comitati che hanno promosso il trasferimento dalle province originarie - Caltanissetta ed Enna - all'area metropolitana di Catania ed al Libero consorzio di Ragusa, hanno inviato alle Agenzie dfi stampa una lunga nota, con la quale esprimono il loro dissenso e fanno la storia dell'abolizione delle province in Sicilia. "La riforma siciliana dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, per i tempi ed i modi di attuazione, la si può paragonare alle telenovelas: tante puntate, passano gli anni ma il quadro generale rimane comunque inalterato.", si legge nella nota, molto colorita ed estremamente dura nei toni. "Fu il 3 marzo 2013 quando il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, con una iniziativa "mediatica" ha sbandierato, ancor prima di discuterne in seno alla maggioranza ed al Parlamento regionale, ad un programma televisivo condotto da Massimo Giletti (Agorà), annunciò: "A partire da domani aboliremo le Province e saremo la prima Regione a tagliarle". "Non una abolizione vera, altrimenti non varrebbe neanche la pena di parlarne, ma una farsa tutta siciliana che rispetta (per tradizione) Il Gattopardo: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Sicché, ci vogliono ben 6 passaggi legislativi (leggi regionali n° 7/13, 8/14, 15/15, 28/15, 5/16, 8/16) per trovare un fallace punto d'incontro tra parlamentari, 6 passaggi legislativi per prendere in giro i siciliani ed arrivare al mero cambio di denominazione (da Provincia Regionale a Libero Consorzio) e di elezione degli organi di rappresentanza (da diretto e popolare diventa indiretto e partitico) dell'ente intermedio siciliano, il quale ultimo tutto è tranne che "Libero". "Oltre 1.200 giorni, pari a tre anni e quattro mesi, per produrre... il nulla. Quel poco prodotto dall'ARS viene impugnato più volte dal Governo nazionale (l'unico titolato a poter impugnare in via diretta le Leggi della Regione dinanzi la Corte Costituzionale). Il parlamento regionale si "piega" al volere del Governo centrale, modificando la, anzi, le leggi. "In tutto questo processo, di per sé già irrazionale, entra in gioco la "grana" delle modifiche territoriali, di conseguenza gli interessi dei parlamentari regionali intenti a non modificare i giardini (collegi) elettorali per le elezioni regionali. La situazione oggi è degenerata fino a mettere in discussione il rispetto delle autonomie locali, il rispetto del corpo elettorale quindi dei cittadini, il rispetto dei principi di legalità. "Il voto in aula del 20 luglio 2016, in cui di fatto il l'Ars, recependo i rilievi infondati della I Commissione, ha aperto un solco insanabile tra cittadini, specie quelli dei quattro comuni coinvolti nelle variazioni territoriali, e le istituzioni. Passa un messaggio tra la popolazione che non è per nulla confortante: la gente è convinta che le leggi vengano prodotte per farle osservare solo al popolo, mentre chi legifera è visto come immune e sollevato dal rispettarle. "La vicenda non è conclusa, anzi tutt'altro, ogni giorno che passa emerge sempre più l'incompetenza e l'irragionevolezza del legislatore siciliano. Se da un lato i comitati ufficiali promotori del passaggio alla Città Metropolitana di Catania hanno promesso battaglia, con ogni mezzo a disposizione, con motivazioni più che legittime, dall'altro gli errori pregressi ed attuali mettono in luce i vari problemi causati dal legiferare in modo schizofrenico.
"Infatti, il 12 luglio la Giunta Regionale ha fissato la data per le elezioni degli organi dei Liberi Consorzi. La data prevista è l'11 settembre 2016. Il 20 Luglio il Presidente della regione ha emesso il Decreto di indizione delle elezioni di II livello. Anche i sindaci metropolitani hanno emesso i decreti per l'elezione dei consigli metropolitani, data prevista 25 settembre.
Oltre alla circostanza che vede l'iter della LR 15/15 incompleto, poichè necessita di un ulteriore passaggio, proprio come chiesto per conto del Governo centrale dal Sottosegretario alle Autonomie Locali Gianclaudio Bressa, che con nota del 19 luglio 2016 inviata al Presidente della Regione, ha chiesto esplicitamente di concludere l'intero iter della riforma dei Liberi Consorzi, un'altra pesantissima tegola sta per cadere addosso il legislatore siciliano e riguarda il voto ponderato per l'elezione degli organi dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane. La modifica alla LR 15/15 avvenuta con la LR 5/16, riporta per il calcolo dei criteri di ponderazione direttamente alla L 56/14 denominata "Del Rio", che all'art. 32 così dispone:  Ciascun elettore esprime un voto che viene ponderato sulla base di un indice determinato in relazione alla popolazione complessiva della fascia demografica del comune di cui e' sindaco o consigliere, determinata ai sensi del comma 33. "A prima vista sembra tutto normale, ma in Sicilia la normalità sovente, grazie all'audacia del legislatore, si trasforma in assurdità, assumendo le caratteristiche della burla.
Poche settimane fa, in Sicilia, si sono tenute le elezioni comunali in alcune città, tali elezioni, a norma della LR 11/15, stabiliscono, per i comuni andati recentemente al voto e per tutti gli altri che voteranno in seguito, la riduzione del 20% dei consiglieri comunali. Succede per l'effetto delle due norme (L 56/14 e LR 11/15) che, i comuni che hanno effettuato le recenti elezioni amministrative, nonostante all'interno della stessa fascia di popolazione di altri comuni, sono svantaggiati perché il calcolo per la ponderazione non tiene conto del minor numero di consiglieri, alterando la rappresentatività.
I comitati promotori ufficiali hanno posto all'attenzione dei sindaci dei comuni coinvolti nelle variazioni territoriali tale problematica, al fine di valutare l'invio di una nota ai Prefetti, al Presidente della Regione Siciliana, al Presidente ARS ed all'Assessore delle Autonomie Locali, affinché vengano messi a conoscenza del macroscopico errore.
Quindi, in questo modo quasi certamente salteranno le date del voto per l'ente intermedio siciliano, mostrando ancora una volta la totale mancanza di competenza e preparazione del legislatore siciliano che, con arroganza tradisce puntualmente le aspettative dei cittadini. Al riguardo, non possiamo esimerci dal constatare come alcuni rappresentanti parlamentari di Gela e Piazza Armerina, abbiano tradito le legittime aspettative dei loro concittadini gelesi, Piazzesi, nonché dei cittadini di niscemesi e licodiani. Non è passato, invero inosservato il metodo di voto ed i votanti. Si è votato con voto segreto per Gela e accertato l'esistenza di una solida maggioranza contro le legittime aspettative dei quattro centri, si è poi proceduto, per i restanti tre DDL con voto Palese ed uniforme.
Rosario Crocetta (gelese), in qualità di Presidente della Regione e capo del Governo isolano, in teoria doveva sostenere i DDL governativi di variazione, votati favorevolmente - solo dopo la diffida dei comitati - dalla giunta regionale: assente in aula. In questo argomento assente da tre anni e tre mesi. "Parimenti, Luisa Lantieri (piazzese), Assessore regionale delle Autonomie Locali: i DDL escono dal suo assessorato con la sua firma; Riferisce nelle relazioni che tutti i passaggi sono regolari; Al momento del voto per la sua città però con ogni probabilità non intuisce che dopo il voto segreto per Gela gli altri DDL sarebbero stati votati con voto palese e vota contraria; accortasi del voto palese, successivamente chiede al Presidente dell'ARS di rilasciare la dichiarazione di voto per l'astensione. In ogni caso, una situazione molto imbarazzante nei confronti dei propri concittadini: può l'assessore proponente astenersi in una materia che riguarda peraltro la propria città? Proseguiamo con Antonio Venturino (piazzese): Vicepresidente ARS. Contrario a priori al passaggio di Piazza Armerina e degli altri comuni alla Città Metropolitana di Catania, nonostante i cittadini, l'amministrazione ed il consiglio comunale hanno sempre chiaramente manifestato la volontà di aderire alla Città Metropolitana di Catania: voto contrario. "Ben più spregiudicato Giuseppe Arancio (gelese): è stato l'unico dei cinque ad avere il coraggio di autoinvitarsi all'audizione dei Sindaci dei quattro comuni e dei Comitati promotori ufficiali in I Commissione dove, lasciando inorriditi sindaci e componenti dei comitati, sciorina una serie di inesattezze strumentali che, guarda caso, la I Commissione fa proprie. Si schiera così apertamente contro le libere scelte dei quattro comuni. In aula mantiene la propria personale posizione, con votocontrario. "Infine, Giuseppe Federico (gelese), contrario da sempre ad ogni tipo di autonomia per l'area gelese. Nel periodo in cui con la proposta popolare si tentava l'istituzione della Provincia di Gela, da Presidente della Provincia di Caltanissetta, fu contrario. Per l'istituzione del Libero Consorzio di Gela, non pervenuto. Per l'adesione al Libero Consorzio di Catania, ancora contrario. Per l'adesione alla Città Metropolitana di Catania, assolutamente contrario. In aula vota favorevole sugli altri DDL, rimangono i dubbi sul scrutinio a voto segreto del DDL di Gela, considerata la contrarietà esibita negli anni. Il risultato finale è che in Sicilia i Consorzi non sono "Liberi" come non sono "liberi" di scegliere comuni e cittadini. Tocca ai cittadini rimettere ordine e far rispettare le regole di una democrazia. In questa area ci si lavora da 12 anni.

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