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rassegna stampa dal 20 al 22 agosto 2016

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L'ex Provincia istituisce il registro dei pescatori e dispone i divieti di pesca in alcune zone dell'Agrigentino.

L'istituzione del registro è uno dei 27 articoli inseriti nel regolamento per la pesca approvato dal Libero consorzio comunale di Agrigento. I registri per ogni tipo di licenza sono tenuti presso l'ufficio pesca del Libero consorzio comunale e riportano anche le trascrizioni delle sanzioni e delle condanne eventualmente riportate dai pescatori per i reati commessi in materia di pesca. L'articolo 12 invece fa riferimento alle zone di divieto, per qualsiasi tipo di pesca a protezione della fauna ittica, che sono le seguenti: Lago San Giovanni di Naro dove si immette il fiume Naro, il Lago Furore sempre a Naro, dove si immette il torrente Burraito, il lago Arancio, che è anche oasi della Lipu e che abbraccia i territori comunali di Sambuca di Sicilia, Sciacca e Santa Margherita Belice, dove si immette il fiume Carboy. Ed ancora il lago Castello, territorio di Bivona che ricele le acque del fiume Magazzolo, il Lago Gorgo (anche questo classificato come oasi della Lipu, in territorio di Montallegro ed il lago Gibbesi nel territorio compreso tra Naro e Sommatino dove si immette il torrente Gibbesi. Ed infine non si può pescare nella zona della foce del fiume Salso, ricadente all'in - terno dell'osservatorio Avifaunistico del Wwf, alla foce del fiume Platani ed alla foce del Magazzolo. Le aree, se sprovviste di apposita segnaletica, secondo le disposizioni del regolamento approvato dall'ente, dovranno essere segnalate entro sei mesi dall'entrata in vigore del documento. L'articolo 17 del regolamento dispone invece i periodi e gli orari in cui è proibita ogni attività di pesca delle specie ittiche: trota (dal 15 ottobre al primo marzo), persico trota (dal primo al 31 marzo), carpa e tinca (dal 15 aprile al 31 maggio). Nel regolamento sono indicati anche gli attrezzi consentiti. Nelle acque correnti la pesca è ammessa utilizzando una sola canna con o senza mulinello purchè armata con un solo amo o esca artificiale. Nelle acque ferme invece l'attività è consentita utilizzando un massimo di tre canne ognuna delle quali armata con un solo amo. Se consentita, nelle zone di ripopolamento a vocazione riproduttiva è ammessa la pesca con una sola canna con o senza mulinello armata di un solo amo senza ardiglione e con lo stesso schiacciato. Nelle acque interne della provincia di Agrigento è consentita la pesca di mestiere, esercitata secondo le modalità previste dalla vigente normativa. Sono proibite la pesca con esplosivi, armi da fuoco, con l'uso di corrente elettrica o con sostanze atte ad intorpidire, stordire o uccidere al fine di catturare la fauna ittica. È inoltre vietato pescare nelle acque di proprietà privata non collegate con le acque pubbliche senza il consenso esplicito dei proprietari. Così come è vietato l'utilizzo di ecoscandaglio, sonar ed ogni altro mezzo di ricerca elettronica e meccanica per l'individuazione di specie ittiche, la pesca subacquea con o senza bombole e con l'utilizzo di fucile subacqueo, fiocina, arpione o raffio. Regolamentate anche, all'articolo 22, le gare e le manifestazioni di pesca sportiva, cioè l'attività esercitata nel tempo libero senza fini di lucro. La pesca dilettantistica è vietata nelle ore notturne e precisamente un'ora dopo il tramonto del sole fino ad un'ora prima dell'alba. La pesca sportiva invece è svolta ai fini di partecipazione a gare o ad eventi senza fini di lucro. Le associazioni che intendono organizzare manifestazioni o gare di pesca sportiva devono presentare regolare richiesta al comando della Polizia provinciale almeno 30 giorni prima dell'evento. L'autorizzazione viene rilasciata dal Libero consorzio almeno 10 giorni prima della gara. (*PAPI*)


Frane, strade, torrenti: un miliardo alla Sicilia

Oltre duecentocinquanta interventi, opere contro l'erosione costiera, il rischio di frane e alluvioni e per mettere in sicurezza le infrastrutture come strade, piazze e interi quartieri: interventi per i quali in Sicilia arrivano fondi per quasi un miliardo, il triplo rispetto alla vecchia programmazione comunitaria nella quale erano stati stanziati 350 milioni. Nel piano di investimenti previsto dal governo Renzi per rilanciare l'economia, sono previsti anche interventi contro il dissesto idrogeologico. La fonte principale di finanziamento è il Patto per il Sud nel quale sono stanziati circa 850 milioni, soldi del Fondo di Sviluppo e Coesione destinati all'Isola. Altri 59,7 arriveranno dal ministero dell'Ambiente, nell'ambito di un pacchetto più ampio (sempre finanziato attraverso il Fsc) di 407 milioni. La Regione inoltre, nella nuova programmazione 2014- 2020 ha inserito opere contro il dissesto idrogeologico per 250 milioni. Poco meno di 40 milioni poi sono finanziate con i residui della vecchia programmazione, (il Poc, Piano operativo di completamento). «Cantieri che partiranno subito - dice l'assessore all'Ambiente, Maurizio Croce -, una delle condizioni del Patto è che i lavori inizino entro il 2017. Con questi interventi si mette in sicurezza la maggior parte del territorio siciliano». Gli interventi previsti dal Patto per il Sud sono già stati individuati: nero su bianco, un lungo elenco suddiviso per categorie. Elenco che però è destinato a crescere: le opere da finanziare, trattandosi di dissesto idrogeologico, vengono scelte secondo un ordine di priorità, da qui la duplicazione del finanziamento per diversi interventi previsti sia nel Patto per la Sicilia che fra quelli finanziati dal Ministero dell'Ambiente. «A settembre dovremo sederci con il ministero - aggiunge Croce - e far scorrere gli elenchi, in modo da inserire altri progetti». Fra gli interventi per combattere l'erosione delle coste, 18 in tutto, ci sono le opere a salvaguardia della costa a difesa del centro abitato di Patti (18 milioni e 360 mila euro), quelle di protezione delle aree costiere e delle spiagge a Rometta (12 milioni e 200 mila euro) e quelle per la tutela della fascia costiera di Santa Maria del Focallo a Ispica (12 milioni e 150 mila euro), quelle a difesa e salvaguardia della linea di costa ad Avola (10 milioni e 801 mila euro). Centodiciassette progetti riguardano il rischio frane. I più impegnativi, sul piano finanziario, sono il consolidamento del centro storico della frazione Borrello a San Mauro Castelverde (14 milioni e mezzo) e il completamento del consolidamento del centro abitato (versante Sud) di Naso (9 milioni). Altri due lotti di lavori sono previsti nel centro dell'Agrigentino (in contrada Malò) per altri 2 milioni e 744 mila euro). A Ravanusa è previsto il completamento del consolidamento della zona est dell'abi - tato (7 milioni). Altri 7 milioni e 723 mila euro sono previsti per il consolidamento del centro abitato fra Torre e Margi a San Piero Patti. Mentre i lavori di Giampilieri, dove nel 2009 un'alluvione fece 35 vittime, erano stati finanziati nel vecchio ciclo di programmazione, interventi contro il rischio alluvioni sono previsti al torrente Torretta nell'omonimo Comune del Palermitano (7 milioni e 483 mila euro); al torrente Pozzo di Brolo (7 milioni e 150 mila euro); per la sistemazione del torrente Mela fra Santa Lucia del Mela, Milazzo e Barcellona (5 milioni e 870 mila euro); per la costruzione di un canale di gronda a difesa del centro abitato di Capaci (5 milioni e 744 mila euro). Un altro pacchetto di progetti è quello di lavori necessari a mettere in sicurezza altre infrastrutture. Fra questi quelli che riguardano le frane sulla Mussomeli-Caltanissetta (12 milioni e mezzo) e la strada Resuttano- bivio di Cammarata (12 milioni e mezzo). Fra gli altri progetti ci sono poi quelli al lido di Noto (12 milioni), quelle a tutela della costa a Sant'Alessio Siculo (13 milioni), il completamento del collettore pluviale a Catania (48 milioni), il risanamento dell'alveo del torrente Cataratti-Bisconte a Messina. Fra i progetti che invece potrebbero essere «ripescati» per effetto della duplicazione del finanziamento ci sono quelli contro l'erosione della costa a Santa Teresa Riva (10 milioni) e Gioiosa Marea (5 milioni); quello contro il rischio frane a ficarra (3,5 milioni); quello contro le alluvioni a Nicolosi (10 milioni). E hanno buone possibilità di rientrare nei finanziamenti anche i lavori di protezione a Palermo, contro la caduta massi a Montepellegrino. «Il progetto ha punteggio alto in termini di priorità - conclude Croce - ma il progetto è arrivato dopo, per questo non era stato inserito. Ora ha buone probabilità di essere finanziato».

Ex Provincia, approvato il piano Via libera ad alcune opere pubbliche.


Via libera al programma delle Opere Pubbliche per il triennio 2016/2018 del Libero consorzio comunale, ex Provincia. Il piano, adottato dal commissario straordinario, Roberto Barberi, costituito da un nutrito elenco di opere e di interventi, 8 per il 2016, sull'intero territorio provinciale. Questi interventi riguardano, in primo luogo, la viabilità e l'edilizia scolastica. Il piano prevede venti interventi per un ammontare di 3.717.800 euro per il 2016, 10.828.000 euro per il 2017 e 169.495.000 euro per il 2018 per un totale complessivo nel triennio di 184.040.800 euro. Le somme previste si riferiscono, in grande parte, all'arrivo di finanziamenti regionali e statali già richiesti, necessari alla realizzazione delle opere inserite. Infatti la perdurante scarsità di trasferimenti a favore del Libero Consorzio non consentirebbe di realizzare le opere individuate, solamente, con fondi del proprio bilancio. I primi interventi per il 2016, quando sarà assicurata la piena disponibilità delle somme necessarie, riguardano i lavori di completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca e i lavori di manutenzione straordinaria necessari per la riapertura al transito della strada 25 di collegamento Mussomeli - San Giovanni Gemini Bivio sulla statale 189. A seguire gli altri sei interventi. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche insieme al piano delle Alienazioni, fa parte integrante del bilancio di previsione 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018. Intanto è stata distribuita una somma pari a 9 mila euro per le indennità di funzione dei dirigenti. All'ex Provincia prestano servizio in categoria D3, ex ottava qualifica, i dipendenti: Giovanni Alletto, Roberto Bonfiglio, Nino De Miceli, Michelangelo Di Carlo, Concetta Di Vincenzo, Casimiro Gerardi, Alfonso Giulio, Daria Grillo, Salvatore Muratore, Alfonso Nuara, Ernesto Sferlazza, Gerlando Spirio. I dipendenti Nino De Miceli, Michelangelo Di Carlo, Daria Grillo sono titolari di posizione organizzativa e pertanto l'importo dell'indennità viene ricompreso nella retribuzione di posizione organizzativa attribuita. Per tutti è stato previsto un aumento di 65 euro mensili, che con gli arretrati, hanno determinato una liquidazione di oltre 9.000 euro complessivi. (*PAPI*)

Cupa, torna a riunirsi il consiglio Si discute dell'offerta formativa

Dopo le vacanze estive torna a riunirsi il Consiglio d'amministrazione del Cupa, il consorzio universitario di Agrigento. Il 2 settembre si terrà una nuova riunione del management convocato dal presidente Gaetano Armao. La riunione avrà come oggetto la programmazione delle attività formative. Intanto una sessione straordinaria del Consiglio comunale perché il sindaco Firetto fornisca le linee guida dell'offerta formativa per l'anno accademico 2016-17 ed ogni altra informazione indispensabile sul futuro del Cupa è stata chiesta dai consiglieri comunali, di Forza Italia, GiorgiaIacolino eSalvatore Falzone. Alla riunione, secondo le intenzioni dei due consiglieri, dovrebbe essere invitato anche il presidente, l'avvocato Gaetano Armao. «Dopo le estenuanti trattative sulla formazione del nuovo organo di gestione del Consorzio universitario è lecito attendersi dal sindaco di Agrigento, big sponsor del consiglio di amministrazione - scrivono Iacolino e Falzone - una dettagliata informativa sulle linee guida dell'offerta formativa per l'an - no accademico 2016-2017» . I due rappresentanti del Consiglio intervengono così in merito alla questione Cupa e al recente rinnovo del Consiglio di amministrazione. «Dopo la crisi e l'annunciata chiusura dei corsi di Laurea in Giurisprudenza e Architettura, ed il preannunciato ricorso a non meglio identificati apporti finanziari privati, chiediamo al sindaco - continuano Iacolino e Falzone -di precisare gli indirizzi formativi ed i corsi di Laurea che verranno assicurati dal Consorzio con il sostegno finanziario del comune di Agrigento e dei suoi cittadini. Altrimenti, quello che è apparso il salvataggio in extremis di un presidio di cultura e di crescita formativa, che non ci stancheremo mai di sostenere con tutte le nostre energie-rischia di trasformarsi in un operazione di potere a scapito dei giovani e delle loro famiglie che ripongono fiducia nelle Istituzioni. Forza Italia -concludono Iacolino e Falzone -intende difendere il diritto allo studio universitario nella nostra provincia con il potenziamento dell'offerta formativa ad opera del Cupa». (*PAPI*)

Discariche, i rifiuti del capoluogo conferiti ancora a Lentini

È trascorsa oltre una settimana da quando l'amministrazione comunale di Agrigento ha inviato all'assessorato regionale che si occupa del comparto rifiuti, un atto di diffida con cui si intimava, a stretto giro, di modificare la disposizione attuativa n. 44 del 3 agosto che fissava un piano di conferimento con cui si inseriva il comune capoluogo tra quelli obbligati a scaricare i propri rifiuti a Lentini. Questo, nonostante la vicinanza territoriale con l'impianto di Siculiana e nonostante il triplicato costo del servizio di trasporto da e per la discarica di contrada Coda di Volpe, aumento, va ricordato, che finisce pari pari nelle bollette degli agrigentini. Ad oggi, dal Dipartimento rifiuti non è arrivato niente. Sul sito istituzionale le pubblicazioni degli atti sono ferme al 12 agosto e le ditte del raggruppamento di imprese continuano a fare la spola da e per Lentini. A questo punto, visto che l'amministra - zione Firetto aveva dato tre giorni di tempo alla Regione per l'annullamen - to d'ufficio in autotutela dell'ordinan - za altrimenti "si sarebbe andati per tribunali", il Comune dovrebbe organizzarsi di conseguenza e dare mandato legale a chiedere, come annunciato, i danni al Governo Crocetta. "In mancanza di adempimento alla diffida entro il termine di giorni tre dalla ricezione -si legge nella diffida inviata per conoscenza anche alla Procura di Agrigento ed alla Corte dei conti - si adirà l'Autorità giudiziaria per fare dichiarare l'illegittimità o l'illiceità del provvedimento, con richiesta di accertamento delle responsabilità, ad ogni titolo, di quanti hanno concorso nella vicenda e con richiesta di addebito del danno erariale". Di giorni ne sono passati 8 e nessuno ha dato risposta. Intanto, l'assessore comunale Franco Miccichè, interviene sull'esito dei controlli operati dall' associazione Mareamico su Punta Bianca grazie a cui è stato disposto il servizio di bonifica dai rifiuti della zona. Il coordinatore, Claudio Lombardo, ha sorpreso e immortalato con uno scatto fotografico un cittadino intento a scaricare rifiuti ingombranti a Punta Bianca, nella stessa zona appena ripulita, poche ore prima dalla ditta Iseda. Il trasgressore, che non ha desistito dallo scarico nonostante Claudio Lombardo lo avesse redarguito a non gettare i rifiuti in strada, sarebbe stato identificato dagli organi preposti. «In casi di questo tipo -dice Miccichè - si può telefonare subito al centralino dei Vigili urbani, allo 0922. 590111, e una nostra squadra interverrà sul posto. Anche Claudio Lombardo se ci avesse telefonato saremmo intervenuti subito. Infatti, proprio durante il caso Punta Bianca, la squadra predisposta dalla Polizia locale ha elevato una decina di multe tra Viale delle Dune e Via Gela». Infine, anche il consigliere comunale Giovanni Civiltà, interviene sulla necessità di maggiori controlli e di deterrenti nelle discariche abusive «Un valido ed efficace deterrente, contro i pochi incivili che danneggiano i tanti altri agrigentini rispettosi delle regole di smaltimento dei rifiuti -dice - siano le telecamere di video sorveglianza piazzate nelle zone dove più frequente è il sorgere di discariche. Il numero degli incivili scoperti e sanzionati, sia poi Una bonifica di discariche abusive a Punta Bianca reso noto tramite stampa».

«No ai trasferimenti» Insegnanti in marcia

Dopo la recente marcia degli insegnanti le cui aspettative di avvicinarsi alle loro famiglie sono state puntualmente disattese da chi è munito della 104, la legge di cui si è fatto un abuso sfociato in arresti e denunce nel settembre di due anni fa, ieri mattina una nuova protesta ha coinvolto i docenti coinvolti nell'operazione straordinaria di mobilità istituita con la legge 107, meglio nota come la «Buona Scuola». La manifestazione è stata organizzata in piena estate perché proprio l'estate sarebbe il nemico giurato degli insegnanti. Nel periodo delle ferie, secondo il loro convincimento, avverrebbero infatti le peggiori manfrine. È come la mafia che uccide solo d'estate. E il caldo di ieri non li ha scoraggiati. Si sono dati appuntamento davanti alla Questura di Agrigento da cui è partito un corteo che, attraversando viale della Vittoria, ha fatto tappa finale al Provveditorato degli Studi. Muniti di fischietti, cartelli, striscioni hanno attirato l'attenzione dei passanti cercando di denunciare il loro stato d'animo, di manifestare il loro disagio rischiando la «deportazione» al nord pur avendo titoli e punteggi superiori rispetto ad altri colleghi che invece hanno avuto la fortuna di rimanere in Sicilia o addirittura nella stessa provincia di residenza. «La nuova mobilità, che prevede criteri del tutto nuovi e non del tutto chiari e trasparenti - dicono le coordinatrici Giovanna Sanfilippo, Lia Rizzo, Giovanna Sanfilippo e Salvatrice Parello -, ha di fatto creato un complicato sistema di fasi, precedenze e illegittime code, con la conseguenza che molti docenti saranno confinati al nord per i prossimi anni, lontani migliaia di chilometri dalla propria casa e dai propri affetti». La protesta non è solo agrigentina ma coinvolge anche tutte le altre province siciliane. Una protesta contro gli effetti di una legge che viene definita «propaganda» perché avrebbe trasformato tante promesse in migliaia di slogan ad effetto per i non addetti ai lavori, una legge che avrebbe devastato il mondo del lavoro scolastico che era basato su punteggi oggettivi perché frutto di anzianità di servizio e titoli, graduatorie provinciali e regionali, sacrifici di donne e uomini che hanno permesso il funzionamento di ogni singolo istituto scolastico anno dopo anno. La protesta ormai è partita e difficilmente si esaurirà se non interverranno fatti nuovi. Gli insegnanti chiedono con forza l'an - nullamento delle operazioni di mobilità e la creazione di una graduatoria unica del trasferimento per ambito territoriale provinciale che tenga conto, fatte salve le priorità della legge 104, del punteggio degli anni di servizio pre-ruolo e dei titoli di studio e specializzazione acquisiti. Come tutte quelle adottate per la mobilità nella pubblica amministrazione. Dei diritti calpestati ne hanno parlato, a conclusione della manifestazione di ieri, con il capo dell'ufficio scolastico provinciale, Raffaele Zarbo, che ha ricevuto una delegazione. Il provveditore ha assicurato che comunicherà alle sedi competenti il fermento e le richieste degli insegnanti agrigentini rimanendo in attesa, comunque, delle risposte del Miur. Non è esclusa la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità su una vicenda in cui un groviglio di norme, decreti e algoritmi sta rendendo rovente la già calda estate degli insegnanti agrigentini. (*UR*)
LiveSicilia

L'Ars va in vacanza per un mese
Ma arrivano i consulenti estivi
di Accursio Sabella
Nominati a pochi giorni dalle "ferie" del Parlamento, verranno pagati anche durante la sospensione delle attività. E c'è un ex deputato.
PALERMO - Alcuni di loro sono stati nominati pochi giorni prima che l'Ars chiudesse ufficialmente i battenti. Come se i consulenti e i collaboratori dei deputati tornassero utili anche in vacanza. Di certo c'è che durante il periodo di ferie di Palazzo dei Normanni, partito il 10 agosto e prolungato fino al 13 settembre, gli stipendi degli esterni chiamati direttamente e senza dover rendere conto a nessuno, dai nostri parlamentari, verranno regolarmente pagati.
Un regalino estivo, a pensarci bene. Visto che alcune delle nomine sono giunte proprio pochi giorni prima dalla chiusura dell'Ars, dicevamo. È il caso ad esempio dei collaboratori chiamati a Palazzo dei Normanni dal questore Nino Oddo come Lorena Di Bona che riceverà 1.900 euro mensili per tre mesi. Peccato che l'avventura all'Ars della collaboratrice di Oddo sia iniziata appena il primo agosto: giusto il tempo di sistemare la scrivania, insomma, ed ecco le ferie. Il suo contratto scadrà (salvo rinnovi) il 31 ottobre prossimo. Nella peggiore delle ipotesi, insomma, lavorerà all'Ars poco più di cinquanta giorni (festivi compresi), per una cifra di poco inferiore ai seimila euro. Resta il dubbio sul motivo per il quale Oddo abbia avvertito la necessità di incaricare un esterno a una settimana dalla chiusura dell'Assemblea. A giugno, nel frattempo, lo stesso parlamentare aveva chiamato a lavoro Stefania Accardi: sei mesi di lavoro (uno dei quali in vacanza) per 1.700 euro mensili.
È già finito, invece, il compito dei collaboratori del deputato segretario Vincenzo Figuccia. A dire il vero, l'Ars continuerà a pagare anche questi consulenti il cui contratto formalmente scadrà il 3 settembre. Ma quel giorno, come detto, l'Ars sarà ancora "chiusa" dopo il rompete le righe del 10 agosto. Tra questi, un nome assai familiare a Palazzo dei Normanni. Tra i consulenti a mille euro al mese, infatti, Figuccia ha chiamato Edgardo Bandiera, meglio conosciuto come Edy o come l'onorevole Bandiera, visto che è stato a Sala d'Ercole a intermittenza, in sostituzione del collega Pippo Sorbello due volte sospeso e riammesso all'Ars. Insomma, il deputato eletto con l'Udc ma passato poi nello stesso partito di Figuccia (Forza Italia) diventa consulente dello stesso deputato, e si aggiunge alla sfilza degli esterni scelti da Figuccia tra marzo e aprile: tutti con un compenso di mille euro (Romina D'Amato, Rosa Giglio, Maurizio Villaggio e appunto Edy Bandiera), tranne Maria Pia Modica, il cui contratto "costerà" ai siciliani 1.900 euro al mese, nonostante, di fatto, abbia già finito di lavorare.
Ma i consulenti "estivi" sono tanti. C'è ad esempio Sebastiana Vaglianisi, nominata da Dino Fiorenza il 7 luglio scorso, per un compenso di mille euro al mese. E c'è Lorenzo Italiano, scelto dal deputato Franco Rinaldi il 13 luglio scorso (sebbene il contratto parta dal primo giugno...). Anche per lui, insomma, nomina a meno di un mese dalla chiusura dell'Ars: stipendio da quasi 2.700 euro, che arriverà regolarmente anche nel mese di pausa.. Negli stessi giorni, invece, era il vicepresidente Giuseppe Lupo a nominare un gruppetto di consulenti: a una ventina di giorni dalle vacanze di Sala d'Ercole, ecco decisi gli incarichi da 4.250 euro per Francesco Russo e Michele Fiore, e quelli da mille euro (in gran parte rinnovi di contratti scaduti) per Domenico Pirrone, Massimo Affatigato, Ignazio Davì e Maria Grazia Gullo. Tutti in vacanza, i deputati. E i loro collaboratori. Pagano i siciliani.


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