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L'ex Provincia istituisce il
registro dei pescatori e dispone i divieti di pesca in alcune zone
dell'Agrigentino.
L'istituzione del registro è uno dei
27 articoli inseriti nel regolamento per la pesca approvato dal
Libero consorzio comunale di Agrigento. I registri per ogni tipo di
licenza sono tenuti presso l'ufficio pesca del Libero consorzio
comunale e riportano anche le trascrizioni delle sanzioni e delle
condanne eventualmente riportate dai pescatori per i reati commessi
in materia di pesca. L'articolo 12 invece fa riferimento alle zone
di divieto, per qualsiasi tipo di pesca a protezione della fauna
ittica, che sono le seguenti: Lago San Giovanni di Naro dove si
immette il fiume Naro, il Lago Furore sempre a Naro, dove si immette
il torrente Burraito, il lago Arancio, che è anche oasi della Lipu e
che abbraccia i territori comunali di Sambuca di Sicilia, Sciacca e
Santa Margherita Belice, dove si immette il fiume Carboy. Ed ancora
il lago Castello, territorio di Bivona che ricele le acque del fiume
Magazzolo, il Lago Gorgo (anche questo classificato come oasi della
Lipu, in territorio di Montallegro ed il lago Gibbesi nel territorio
compreso tra Naro e Sommatino dove si immette il torrente Gibbesi. Ed
infine non si può pescare nella zona della foce del fiume Salso,
ricadente all'in - terno dell'osservatorio Avifaunistico del Wwf,
alla foce del fiume Platani ed alla foce del Magazzolo. Le aree, se
sprovviste di apposita segnaletica, secondo le disposizioni del
regolamento approvato dall'ente, dovranno essere segnalate entro
sei mesi dall'entrata in vigore del documento. L'articolo 17 del
regolamento dispone invece i periodi e gli orari in cui è proibita
ogni attività di pesca delle specie ittiche: trota (dal 15 ottobre
al primo marzo), persico trota (dal primo al 31 marzo), carpa e tinca
(dal 15 aprile al 31 maggio). Nel regolamento sono indicati anche gli
attrezzi consentiti. Nelle acque correnti la pesca è ammessa
utilizzando una sola canna con o senza mulinello purchè armata con
un solo amo o esca artificiale. Nelle acque ferme invece l'attività
è consentita utilizzando un massimo di tre canne ognuna delle quali
armata con un solo amo. Se consentita, nelle zone di ripopolamento a
vocazione riproduttiva è ammessa la pesca con una sola canna con o
senza mulinello armata di un solo amo senza ardiglione e con lo
stesso schiacciato. Nelle acque interne della provincia di Agrigento
è consentita la pesca di mestiere, esercitata secondo le modalità
previste dalla vigente normativa. Sono proibite la pesca con
esplosivi, armi da fuoco, con l'uso di corrente elettrica o con
sostanze atte ad intorpidire, stordire o uccidere al fine di
catturare la fauna ittica. È inoltre vietato pescare nelle acque di
proprietà privata non collegate con le acque pubbliche senza il
consenso esplicito dei proprietari. Così come è vietato l'utilizzo
di ecoscandaglio, sonar ed ogni altro mezzo di ricerca elettronica e
meccanica per l'individuazione di specie ittiche, la pesca
subacquea con o senza bombole e con l'utilizzo di fucile subacqueo,
fiocina, arpione o raffio. Regolamentate anche, all'articolo 22, le
gare e le manifestazioni di pesca sportiva, cioè l'attività
esercitata nel tempo libero senza fini di lucro. La pesca
dilettantistica è vietata nelle ore notturne e precisamente un'ora
dopo il tramonto del sole fino ad un'ora prima dell'alba. La
pesca sportiva invece è svolta ai fini di partecipazione a gare o ad
eventi senza fini di lucro. Le associazioni che intendono organizzare
manifestazioni o gare di pesca sportiva devono presentare regolare
richiesta al comando della Polizia provinciale almeno 30 giorni prima
dell'evento. L'autorizzazione viene rilasciata dal Libero
consorzio almeno 10 giorni prima della gara. (*PAPI*)
Frane, strade, torrenti: un miliardo
alla Sicilia
Oltre duecentocinquanta interventi,
opere contro l'erosione costiera, il rischio di frane e alluvioni e
per mettere in sicurezza le infrastrutture come strade, piazze e
interi quartieri: interventi per i quali in Sicilia arrivano fondi
per quasi un miliardo, il triplo rispetto alla vecchia programmazione
comunitaria nella quale erano stati stanziati 350 milioni. Nel piano
di investimenti previsto dal governo Renzi per rilanciare l'economia,
sono previsti anche interventi contro il dissesto idrogeologico. La
fonte principale di finanziamento è il Patto per il Sud nel quale
sono stanziati circa 850 milioni, soldi del Fondo di Sviluppo e
Coesione destinati all'Isola. Altri 59,7 arriveranno dal ministero
dell'Ambiente, nell'ambito di un pacchetto più ampio (sempre
finanziato attraverso il Fsc) di 407 milioni. La Regione inoltre,
nella nuova programmazione 2014- 2020 ha inserito opere contro il
dissesto idrogeologico per 250 milioni. Poco meno di 40 milioni poi
sono finanziate con i residui della vecchia programmazione, (il Poc,
Piano operativo di completamento). «Cantieri che partiranno subito -
dice l'assessore all'Ambiente, Maurizio Croce -, una delle
condizioni del Patto è che i lavori inizino entro il 2017. Con
questi interventi si mette in sicurezza la maggior parte del
territorio siciliano». Gli interventi previsti dal Patto per il Sud
sono già stati individuati: nero su bianco, un lungo elenco
suddiviso per categorie. Elenco che però è destinato a crescere: le
opere da finanziare, trattandosi di dissesto idrogeologico, vengono
scelte secondo un ordine di priorità, da qui la duplicazione del
finanziamento per diversi interventi previsti sia nel Patto per la
Sicilia che fra quelli finanziati dal Ministero dell'Ambiente. «A
settembre dovremo sederci con il ministero - aggiunge Croce - e far
scorrere gli elenchi, in modo da inserire altri progetti». Fra gli
interventi per combattere l'erosione delle coste, 18 in tutto, ci
sono le opere a salvaguardia della costa a difesa del centro abitato
di Patti (18 milioni e 360 mila euro), quelle di protezione delle
aree costiere e delle spiagge a Rometta (12 milioni e 200 mila euro)
e quelle per la tutela della fascia costiera di Santa Maria del
Focallo a Ispica (12 milioni e 150 mila euro), quelle a difesa e
salvaguardia della linea di costa ad Avola (10 milioni e 801 mila
euro). Centodiciassette progetti riguardano il rischio frane. I più
impegnativi, sul piano finanziario, sono il consolidamento del centro
storico della frazione Borrello a San Mauro Castelverde (14 milioni e
mezzo) e il completamento del consolidamento del centro abitato
(versante Sud) di Naso (9 milioni). Altri due lotti di lavori sono
previsti nel centro dell'Agrigentino (in contrada Malò) per altri
2 milioni e 744 mila euro). A Ravanusa è previsto il completamento
del consolidamento della zona est dell'abi - tato (7 milioni).
Altri 7 milioni e 723 mila euro sono previsti per il consolidamento
del centro abitato fra Torre e Margi a San Piero Patti. Mentre i
lavori di Giampilieri, dove nel 2009 un'alluvione fece 35 vittime,
erano stati finanziati nel vecchio ciclo di programmazione,
interventi contro il rischio alluvioni sono previsti al torrente
Torretta nell'omonimo Comune del Palermitano (7 milioni e 483 mila
euro); al torrente Pozzo di Brolo (7 milioni e 150 mila euro); per la
sistemazione del torrente Mela fra Santa Lucia del Mela, Milazzo e
Barcellona (5 milioni e 870 mila euro); per la costruzione di un
canale di gronda a difesa del centro abitato di Capaci (5 milioni e
744 mila euro). Un altro pacchetto di progetti è quello di lavori
necessari a mettere in sicurezza altre infrastrutture. Fra questi
quelli che riguardano le frane sulla Mussomeli-Caltanissetta (12
milioni e mezzo) e la strada Resuttano- bivio di Cammarata (12
milioni e mezzo). Fra gli altri progetti ci sono poi quelli al lido
di Noto (12 milioni), quelle a tutela della costa a Sant'Alessio
Siculo (13 milioni), il completamento del collettore pluviale a
Catania (48 milioni), il risanamento dell'alveo del torrente
Cataratti-Bisconte a Messina. Fra i progetti che invece potrebbero
essere «ripescati» per effetto della duplicazione del finanziamento
ci sono quelli contro l'erosione della costa a Santa Teresa Riva
(10 milioni) e Gioiosa Marea (5 milioni); quello contro il rischio
frane a ficarra (3,5 milioni); quello contro le alluvioni a Nicolosi
(10 milioni). E hanno buone possibilità di rientrare nei
finanziamenti anche i lavori di protezione a Palermo, contro la
caduta massi a Montepellegrino. «Il progetto ha punteggio alto in
termini di priorità - conclude Croce - ma il progetto è arrivato
dopo, per questo non era stato inserito. Ora ha buone probabilità di
essere finanziato».
Ex Provincia, approvato il piano Via
libera ad alcune opere pubbliche.
Via libera al programma delle Opere
Pubbliche per il triennio 2016/2018 del Libero consorzio comunale, ex
Provincia. Il piano, adottato dal commissario straordinario, Roberto
Barberi, costituito da un nutrito elenco di opere e di interventi, 8
per il 2016, sull'intero territorio provinciale. Questi interventi
riguardano, in primo luogo, la viabilità e l'edilizia scolastica. Il
piano prevede venti interventi per un ammontare di 3.717.800 euro per
il 2016, 10.828.000 euro per il 2017 e 169.495.000 euro per il 2018
per un totale complessivo nel triennio di 184.040.800 euro. Le somme
previste si riferiscono, in grande parte, all'arrivo di
finanziamenti regionali e statali già richiesti, necessari alla
realizzazione delle opere inserite. Infatti la perdurante scarsità
di trasferimenti a favore del Libero Consorzio non consentirebbe di
realizzare le opere individuate, solamente, con fondi del proprio
bilancio. I primi interventi per il 2016, quando sarà assicurata la
piena disponibilità delle somme necessarie, riguardano i lavori di
completamento del Liceo Scientifico Fermi di Sciacca e i lavori di
manutenzione straordinaria necessari per la riapertura al transito
della strada 25 di collegamento Mussomeli - San Giovanni Gemini Bivio
sulla statale 189. A seguire gli altri sei interventi. Il Piano
triennale delle Opere Pubbliche insieme al piano delle Alienazioni,
fa parte integrante del bilancio di previsione 2016 e del bilancio
pluriennale 2016/2018. Intanto è stata distribuita una somma pari a
9 mila euro per le indennità di funzione dei dirigenti. All'ex
Provincia prestano servizio in categoria D3, ex ottava qualifica, i
dipendenti: Giovanni Alletto, Roberto Bonfiglio, Nino De Miceli,
Michelangelo Di Carlo, Concetta Di Vincenzo, Casimiro Gerardi,
Alfonso Giulio, Daria Grillo, Salvatore Muratore, Alfonso Nuara,
Ernesto Sferlazza, Gerlando Spirio. I dipendenti Nino De Miceli,
Michelangelo Di Carlo, Daria Grillo sono titolari di posizione
organizzativa e pertanto l'importo dell'indennità viene ricompreso
nella retribuzione di posizione organizzativa attribuita. Per tutti è
stato previsto un aumento di 65 euro mensili, che con gli arretrati,
hanno determinato una liquidazione di oltre 9.000 euro complessivi.
(*PAPI*)
Cupa, torna a riunirsi il consiglio
Si discute dell'offerta formativa
Dopo le vacanze estive torna a riunirsi
il Consiglio d'amministrazione del Cupa, il consorzio universitario
di Agrigento. Il 2 settembre si terrà una nuova riunione del
management convocato dal presidente Gaetano Armao. La riunione avrà
come oggetto la programmazione delle attività formative. Intanto una
sessione straordinaria del Consiglio comunale perché il sindaco
Firetto fornisca le linee guida dell'offerta formativa per l'anno
accademico 2016-17 ed ogni altra informazione indispensabile sul
futuro del Cupa è stata chiesta dai consiglieri comunali, di Forza
Italia, GiorgiaIacolino eSalvatore Falzone. Alla riunione, secondo le
intenzioni dei due consiglieri, dovrebbe essere invitato anche il
presidente, l'avvocato Gaetano Armao. «Dopo le estenuanti
trattative sulla formazione del nuovo organo di gestione del
Consorzio universitario è lecito attendersi dal sindaco di
Agrigento, big sponsor del consiglio di amministrazione - scrivono
Iacolino e Falzone - una dettagliata informativa sulle linee guida
dell'offerta formativa per l'an - no accademico 2016-2017» . I
due rappresentanti del Consiglio intervengono così in merito alla
questione Cupa e al recente rinnovo del Consiglio di amministrazione.
«Dopo la crisi e l'annunciata chiusura dei corsi di Laurea in
Giurisprudenza e Architettura, ed il preannunciato ricorso a non
meglio identificati apporti finanziari privati, chiediamo al sindaco
- continuano Iacolino e Falzone -di precisare gli indirizzi formativi
ed i corsi di Laurea che verranno assicurati dal Consorzio con il
sostegno finanziario del comune di Agrigento e dei suoi cittadini.
Altrimenti, quello che è apparso il salvataggio in extremis di un
presidio di cultura e di crescita formativa, che non ci stancheremo
mai di sostenere con tutte le nostre energie-rischia di trasformarsi
in un operazione di potere a scapito dei giovani e delle loro
famiglie che ripongono fiducia nelle Istituzioni. Forza Italia
-concludono Iacolino e Falzone -intende difendere il diritto allo
studio universitario nella nostra provincia con il potenziamento
dell'offerta formativa ad opera del Cupa». (*PAPI*)
Discariche, i rifiuti del capoluogo
conferiti ancora a Lentini
È trascorsa oltre una settimana da
quando l'amministrazione comunale di Agrigento ha inviato
all'assessorato regionale che si occupa del comparto rifiuti, un
atto di diffida con cui si intimava, a stretto giro, di modificare la
disposizione attuativa n. 44 del 3 agosto che fissava un piano di
conferimento con cui si inseriva il comune capoluogo tra quelli
obbligati a scaricare i propri rifiuti a Lentini. Questo, nonostante
la vicinanza territoriale con l'impianto di Siculiana e nonostante
il triplicato costo del servizio di trasporto da e per la discarica
di contrada Coda di Volpe, aumento, va ricordato, che finisce pari
pari nelle bollette degli agrigentini. Ad oggi, dal Dipartimento
rifiuti non è arrivato niente. Sul sito istituzionale le
pubblicazioni degli atti sono ferme al 12 agosto e le ditte del
raggruppamento di imprese continuano a fare la spola da e per
Lentini. A questo punto, visto che l'amministra - zione Firetto
aveva dato tre giorni di tempo alla Regione per l'annullamen - to
d'ufficio in autotutela dell'ordinan - za altrimenti "si
sarebbe andati per tribunali", il Comune dovrebbe organizzarsi di
conseguenza e dare mandato legale a chiedere, come annunciato, i
danni al Governo Crocetta. "In mancanza di adempimento alla diffida
entro il termine di giorni tre dalla ricezione -si legge nella
diffida inviata per conoscenza anche alla Procura di Agrigento ed
alla Corte dei conti - si adirà l'Autorità giudiziaria per fare
dichiarare l'illegittimità o l'illiceità del provvedimento, con
richiesta di accertamento delle responsabilità, ad ogni titolo, di
quanti hanno concorso nella vicenda e con richiesta di addebito del
danno erariale". Di giorni ne sono passati 8 e nessuno ha dato
risposta. Intanto, l'assessore comunale Franco Miccichè,
interviene sull'esito dei controlli operati dall' associazione
Mareamico su Punta Bianca grazie a cui è stato disposto il servizio
di bonifica dai rifiuti della zona. Il coordinatore, Claudio
Lombardo, ha sorpreso e immortalato con uno scatto fotografico un
cittadino intento a scaricare rifiuti ingombranti a Punta Bianca,
nella stessa zona appena ripulita, poche ore prima dalla ditta Iseda.
Il trasgressore, che non ha desistito dallo scarico nonostante
Claudio Lombardo lo avesse redarguito a non gettare i rifiuti in
strada, sarebbe stato identificato dagli organi preposti. «In casi
di questo tipo -dice Miccichè - si può telefonare subito al
centralino dei Vigili urbani, allo 0922. 590111, e una nostra squadra
interverrà sul posto. Anche Claudio Lombardo se ci avesse telefonato
saremmo intervenuti subito. Infatti, proprio durante il caso Punta
Bianca, la squadra predisposta dalla Polizia locale ha elevato una
decina di multe tra Viale delle Dune e Via Gela». Infine, anche il
consigliere comunale Giovanni Civiltà, interviene sulla necessità
di maggiori controlli e di deterrenti nelle discariche abusive «Un
valido ed efficace deterrente, contro i pochi incivili che
danneggiano i tanti altri agrigentini rispettosi delle regole di
smaltimento dei rifiuti -dice - siano le telecamere di video
sorveglianza piazzate nelle zone dove più frequente è il sorgere di
discariche. Il numero degli incivili scoperti e sanzionati, sia poi
Una bonifica di discariche abusive a Punta Bianca reso noto tramite
stampa».
«No ai trasferimenti» Insegnanti
in marcia
Dopo la recente marcia degli insegnanti
le cui aspettative di avvicinarsi alle loro famiglie sono state
puntualmente disattese da chi è munito della 104, la legge di cui si
è fatto un abuso sfociato in arresti e denunce nel settembre di due
anni fa, ieri mattina una nuova protesta ha coinvolto i docenti
coinvolti nell'operazione straordinaria di mobilità istituita con
la legge 107, meglio nota come la «Buona Scuola». La manifestazione
è stata organizzata in piena estate perché proprio l'estate
sarebbe il nemico giurato degli insegnanti. Nel periodo delle ferie,
secondo il loro convincimento, avverrebbero infatti le peggiori
manfrine. È come la mafia che uccide solo d'estate. E il caldo di
ieri non li ha scoraggiati. Si sono dati appuntamento davanti alla
Questura di Agrigento da cui è partito un corteo che, attraversando
viale della Vittoria, ha fatto tappa finale al Provveditorato degli
Studi. Muniti di fischietti, cartelli, striscioni hanno attirato
l'attenzione dei passanti cercando di denunciare il loro stato
d'animo, di manifestare il loro disagio rischiando la
«deportazione» al nord pur avendo titoli e punteggi superiori
rispetto ad altri colleghi che invece hanno avuto la fortuna di
rimanere in Sicilia o addirittura nella stessa provincia di
residenza. «La nuova mobilità, che prevede criteri del tutto nuovi
e non del tutto chiari e trasparenti - dicono le coordinatrici
Giovanna Sanfilippo, Lia Rizzo, Giovanna Sanfilippo e Salvatrice
Parello -, ha di fatto creato un complicato sistema di fasi,
precedenze e illegittime code, con la conseguenza che molti docenti
saranno confinati al nord per i prossimi anni, lontani migliaia di
chilometri dalla propria casa e dai propri affetti». La protesta non
è solo agrigentina ma coinvolge anche tutte le altre province
siciliane. Una protesta contro gli effetti di una legge che viene
definita «propaganda» perché avrebbe trasformato tante promesse in
migliaia di slogan ad effetto per i non addetti ai lavori, una legge
che avrebbe devastato il mondo del lavoro scolastico che era basato
su punteggi oggettivi perché frutto di anzianità di servizio e
titoli, graduatorie provinciali e regionali, sacrifici di donne e
uomini che hanno permesso il funzionamento di ogni singolo istituto
scolastico anno dopo anno. La protesta ormai è partita e
difficilmente si esaurirà se non interverranno fatti nuovi. Gli
insegnanti chiedono con forza l'an - nullamento delle operazioni di
mobilità e la creazione di una graduatoria unica del trasferimento
per ambito territoriale provinciale che tenga conto, fatte salve le
priorità della legge 104, del punteggio degli anni di servizio
pre-ruolo e dei titoli di studio e specializzazione acquisiti. Come
tutte quelle adottate per la mobilità nella pubblica
amministrazione. Dei diritti calpestati ne hanno parlato, a
conclusione della manifestazione di ieri, con il capo dell'ufficio
scolastico provinciale, Raffaele Zarbo, che ha ricevuto una
delegazione. Il provveditore ha assicurato che comunicherà alle sedi
competenti il fermento e le richieste degli insegnanti agrigentini
rimanendo in attesa, comunque, delle risposte del Miur. Non è
esclusa la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica
per accertare eventuali responsabilità su una vicenda in cui un
groviglio di norme, decreti e algoritmi sta rendendo rovente la già
calda estate degli insegnanti agrigentini. (*UR*)
LiveSicilia
L'Ars va in vacanza per un mese
Ma arrivano i consulenti estivi
di Accursio Sabella
Nominati a pochi giorni dalle
"ferie" del Parlamento, verranno pagati anche durante la
sospensione delle attività. E c'è un ex deputato.
PALERMO - Alcuni di loro sono stati
nominati pochi giorni prima che l'Ars chiudesse ufficialmente i
battenti. Come se i consulenti e i collaboratori dei deputati
tornassero utili anche in vacanza. Di certo c'è che durante il
periodo di ferie di Palazzo dei Normanni, partito il 10 agosto e
prolungato fino al 13 settembre, gli stipendi degli esterni chiamati
direttamente e senza dover rendere conto a nessuno, dai nostri
parlamentari, verranno regolarmente pagati.
Un regalino estivo, a pensarci bene.
Visto che alcune delle nomine sono giunte proprio pochi giorni prima
dalla chiusura dell'Ars, dicevamo. È il caso ad esempio dei
collaboratori chiamati a Palazzo dei Normanni dal questore Nino Oddo
come Lorena Di Bona che riceverà 1.900 euro mensili per tre mesi.
Peccato che l'avventura all'Ars della collaboratrice di Oddo sia
iniziata appena il primo agosto: giusto il tempo di sistemare la
scrivania, insomma, ed ecco le ferie. Il suo contratto scadrà (salvo
rinnovi) il 31 ottobre prossimo. Nella peggiore delle ipotesi,
insomma, lavorerà all'Ars poco più di cinquanta giorni (festivi
compresi), per una cifra di poco inferiore ai seimila euro. Resta il
dubbio sul motivo per il quale Oddo abbia avvertito la necessità di
incaricare un esterno a una settimana dalla chiusura dell'Assemblea.
A giugno, nel frattempo, lo stesso parlamentare aveva chiamato a
lavoro Stefania Accardi: sei mesi di lavoro (uno dei quali in
vacanza) per 1.700 euro mensili.
È già finito, invece, il compito dei
collaboratori del deputato segretario Vincenzo Figuccia. A dire il
vero, l'Ars continuerà a pagare anche questi consulenti il cui
contratto formalmente scadrà il 3 settembre. Ma quel giorno, come
detto, l'Ars sarà ancora "chiusa" dopo il rompete le righe del
10 agosto. Tra questi, un nome assai familiare a Palazzo dei
Normanni. Tra i consulenti a mille euro al mese, infatti, Figuccia ha
chiamato Edgardo Bandiera, meglio conosciuto come Edy o come
l'onorevole Bandiera, visto che è stato a Sala d'Ercole a
intermittenza, in sostituzione del collega Pippo Sorbello due volte
sospeso e riammesso all'Ars. Insomma, il deputato eletto con l'Udc ma
passato poi nello stesso partito di Figuccia (Forza Italia) diventa
consulente dello stesso deputato, e si aggiunge alla sfilza degli
esterni scelti da Figuccia tra marzo e aprile: tutti con un compenso
di mille euro (Romina D'Amato, Rosa Giglio, Maurizio Villaggio e
appunto Edy Bandiera), tranne Maria Pia Modica, il cui contratto
"costerà" ai siciliani 1.900 euro al mese, nonostante, di fatto,
abbia già finito di lavorare.
Ma i consulenti "estivi" sono
tanti. C'è ad esempio Sebastiana Vaglianisi, nominata da Dino
Fiorenza il 7 luglio scorso, per un compenso di mille euro al mese. E
c'è Lorenzo Italiano, scelto dal deputato Franco Rinaldi il 13
luglio scorso (sebbene il contratto parta dal primo giugno...). Anche
per lui, insomma, nomina a meno di un mese dalla chiusura dell'Ars:
stipendio da quasi 2.700 euro, che arriverà regolarmente anche nel
mese di pausa.. Negli stessi giorni, invece, era il vicepresidente
Giuseppe Lupo a nominare un gruppetto di consulenti: a una ventina di
giorni dalle vacanze di Sala d'Ercole, ecco decisi gli incarichi da
4.250 euro per Francesco Russo e Michele Fiore, e quelli da mille
euro (in gran parte rinnovi di contratti scaduti) per Domenico
Pirrone, Massimo Affatigato, Ignazio Davì e Maria Grazia Gullo.
Tutti in vacanza, i deputati. E i loro collaboratori. Pagano i
siciliani.