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rassegna stampa del 14 settembre 2016

GIORNALE DI SICILIA

Finanziaria. La discussione parte con tante difficoltà. Panepinto, dei democratici: «C'è lo stesso clima di tensione che ha visto saltare il testo prima dell'estate»
Il governo battuto più volte, cala la scure anche sull'Istituto regionale vini e oli. Ed è bagarre tra Cinquestelle e Pd
Riccardo Vescovo

Ripartono i lavori all'Ars ed è subito bagarre. Il governo è stato battuto più volte sulla cosiddetta «mini Finanziaria » e a farne le spese sono stati soprattutto enti culturali e università: la scure è calata sull'Istituto regionale vini e olii, in attesa di una norma che rivedesse le regole sul pensionamento dei dipendenti, poi sul consorzio agrario di Palermo, in attesa di 200 mila euro, sul Brass Group, che dovrà rinunciare a 300 mila euro, sulla Kore di Enna che si è vista negare 1,4 milioni, poi su TaoArte, che avrebbe avuto accesso a maggiori tutele economiche. Cassate persino una norma che avrebbe sbloccato 60 milioni per costruire case popolari e una che avrebbe migliorato il sistema di riscossione delle tasse automobilistiche. La maggioranza in serata è stata costretta persino a fare melina in Aula e a prendere tempo con interventi fiume, fino alla fine della seduta, perché ogni norma votata veniva puntualmente bocciata. La manovra era stata già accantonata prima di Ferragosto per gli scontri tra i partiti. Ma ieri alla ripresa nonè andata meglio. La conferenza dei capigruppo in mattinata aveva deciso di approvare tutti gli articoli e rinviare il voto finale a domani. Ma in Aula è stata una disfatta. Il motivo è legato ai mal di pancia nella maggioranza, tra l'altro ieri rimaneggiata. Sotto i colpi del voto segreto sono caduti una miriade di articoli. Addirittura sono stati solo tre i deputati che hanno votato a fare della norma sull'edilizia popolare e ben 40 i contrari. «Non è possibile -ha attaccato Angela Foti dei Cinque Stelle -che dopo questa lunghissima pausa estiva ci siano ancora scranni vuoti, che i lavori debbano proseguire a rilento dopo la sospensione per le vacanze, la festa dell'Unità, la scampagnata della Valle dei Templi». Il deputato democratico Giovanni Panepinto ha però difeso il gruppo del Pd: «Purtroppo c'è lo stesso clima di tensione che ha visto saltare il testo prima delle ferie estive. Sono mancati pezzi di maggioranza, ci sono problemi ma non è certo responsabilità del Pd, noi siamo in sedici». Il deputato autonomista Roberto Di Mauro ha chiesto un rinvio dei lavori: «Il tema è politico, la maggioranza non intende dare i voti». Poco dopo si è pure votato sul rinvio, ma la proposta è stata bocciata. Così il deputato dell'Udc, Mimmo Turano, temendo altre imboscate, ha parlato a lungo per prendere tempo fino al rinvio finale dei lavori, che è arrivato poco prima delle 20. «Una figura barbina della maggioranza» attacca Marco Falcone di Forza Italia. Il dibattito riprenderà domani, quando «saranno trattate le norme più contestate - ha ricordato il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone -  uella sugli enti locali e quella sulle partecipate. Mi auguro che la legge venga approvata per dare risposta a tantissimi lavoratori delle ex Province ». La norma sbloccherebbe infatti 9 milioni per i Liberi consorzi che sono al collasso. Motivo per cui i sindacati hanno attaccato: «Anche oggi a Palazzo dei Normanni il presidente della Regione Rosario Crocetta non si è visto e mancava la maggioranza - hanno scritto in una nota i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Claudio Di Marco, Gigi Caracausi e Enzo Tango -. E così, ancora una volta, nessuna buona notizia per i lavoratori delle ex Province. Il governo ancora è andato sotto in un'Aula nella quale mancherebbe il numero legale. Un disinteresse colpevole e grave, di fronte a lavoratori che hanno protestato persino salendo sul tetto della Provincia di Enna o che non ricevono lo stipendio da mesi, come a Siracusa». (*RIVE*)

l'intervista. Il docente Giuliano Cazzola: «Paradossalmente lo chiederanno quelli che non hanno altri redditi e chi potrà contare su un nuovo rapporto di lavoro»
«Bene il prestito per andare in pensione ma non a tutti converrà»
Renato Giglio Cacioppo
«Se le proposte di cui si parla potessero essere attuate credo che si risolverebbero parecchi problemi con misure tutto sommato di buon senso. Il prestito potrebbe anche farci evitare ulteriori salvaguardie per gli esodati ». Economista e politico, parlamentare nelle fila del Pdl e ora nel Ncd, tra i massimi esperti in Italia di previdenza, Giuliano Cazzola è attualmente docente di diritto del lavoro presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università degli Studi eCampus, giudica ragionevole la proposta del governo sull'anticipo pensionistico volontario, la cosidetta Ape, anche se è perplesso circa la sua fattibilità in relazione al ruolo di banche ed assicurazioni, e soprattutto contesta che sia quella dell'età pensionabile e della previdenza in generale la priorità del Paese in questo momento. OOO Professore, lei ha avuto una lunga esperienza sindacale, politica e di studio, tanto da essere considerato uno dei massimi esperti italiani di previdenza e di lavoro. Quindi, un giudizio da tecnico sull'anticipo pensionistico messo a punto in queste settimane dal governo....
«Da ostinato ed irriducibile difensore della riforma Fornero delle pensioni ho tirato un sospiro di sollievo quando il governo ha dribblato le proposte sulla flessibilità dell'età pensionabile, autorevolmente sostenute - cia - scuno la sua - da Cesare Damiano e da Tito Boeri, per poi approdare all'Ape: in sostanza, ad un prestito bancario che può essere chiesto tre anni prima di maturare il requisito anagrafico per il trattamento di vecchiaia. Si tratta di un circuito parallelo che non mette in discussione le regole vigenti, dal momento che il sistema pubblico prende in carico il lavoratore solo quando ha acquisito le condizioni anagrafiche e contributive previste dalla legge».
Lei però in passato aveva espresso perplessità sulla fattibilità dell'operazione soprattutto per ciò che riguarda assicurazioni e banche che dovranno offrire prestiti ventennali a persone ultrasessantenni...
«Ed è una perplessità che mi è rimasta. Non hanno nulla da dire l'Abi (a nome degli istituti di credito) e l'Ania (in rappresentanza delle compagnie di assicurazione)? Perché, se abbiamo tutti ben compreso, l'Ape per quelle imprese è tutt'altro che un affare. Inoltre, è veramente singolare che, per legge, si decida che una banca sia tenuta ad erogare un prestito con la sola garanzia che il suo importo comincerà ad essere restituito - con rate ventennali - a partire da quando il soggetto interessato percepirà la pensione pubblica (a 67 anni circa).
Si vede che il Governo ha stretto un patto anche con il Padreterno il quale gli ha garantito che i percettori del prestito non moriranno prima di averne compiuto 87...».
Un'altra questione è quella dei reali costi della riforma per il governo.
Quanto costerà davvero secondo lei?
«Il Governo dice di avere la disponibilità di un paio di miliardi. Una somma importante, ma, a mio parere, non sufficiente ad onorare tutte le promesse che il Governo ha messo sul tavolo del confronto con i sindacati. Se poi vuole la mia opinione sul quadro generale del Paese io contesto che le pensioni siano una priorità. E che i pensionati - come categoria nel suo insieme - quelli maggiormente colpiti dalla crisi».
Secondo lei, dunque non è veramente una priorità quella di consentire una maggior flessibilità nell'uscita dal lavoro.
«No non lo è. La flessibilità era prevista dalla riforma Dini nel sistema contributivo. Fu la legge Maroni nel 2003 a irrigidire il sistema. In seguito, sarebbe stato utile adottare criteri flessibili in una prospettiva di aumento dell'età pensionabile. Adesso, inevitabilmente, introdurre elementi di flessibilità (oltre a quelli che già esistono) significherebbe tornare indietro, proprio quando è in vista una più lunga attesa di vita».
Per ciò che riguarda l' "Ape", fa discutere anche la forte differenza di costi che vi sarà per le varie categorie di lavoratori. Quelli che non rientreranno nelle fasce a favore delle quali interverrà in governo, potrebbero finire con il pagare sino al 25% dell'importo della pensione totale. E a quel punto per molti potrebbe non valerne più la pena...
«Lo credo anch'io. Paradossalmente si avvarranno del prestito sia quelli che non hanno altre possibilità di disporre di un reddito, sia coloro che potranno cumulare il prestito (restituibile in comode rate) con un nuovo rapporto di lavoro. Saranno soprattutto gli autonomi che potranno incassare l'anticipo e continuare nell'attività».
Vorrei però anche chiederle se ci siano comunque alternative all'"Ape". È un sistema sostenibile per i nostri conti?
«La strada sarebbe quella di manomettere la riforma Fornero, modificando i requisiti per l'accesso alla
pensione. Ma il costo sarebbe insostenibile come è stato certificato di recente all'Ufficio parlamentare di bilancio con riferimento tanto alla proposta Damiano, quanto a quella di Boeri».
A suo giudizio, infine, se non nella flessibilità, in cos'altro andrebbe modificato il sistema previdenziale  in Italia, o al momento va bene così e meglio sarebbe non toccare nulla?
«A mio parere, invece di parlare tanto di età pensionabile, bisognerebbe, piuttosto, occuparsi di più di previdenza complementare. Io sarei favorevole ad una soluzione di opting out: ovvero di consentire l'uso di alcuni punti di previdenza obbligatoria per finanziare quella privata». (RGC)

Rifiuti. Da questa mattina, e fino a nuove disposizioni, si potrà tornare nell'impianto della Catanzaro. Ma resta l'incertezza sui costi e sul quantitativo da conferire
Discarica riaperta ai 19 piccoli comuni


Hanno tirato un sospiro di sollievo i sindaci dei 19 comuni della provincia di Agrigento per i quali ieri sono scaduti i termini per il conferimento dei rifiuti nelle discariche di Lentini, Melilli e Trapani. Per loro, anche alla luce della recente esperienza, di prefigurava un'altra emergenza igienico sanitaria al momento scongiurata. Da oggi infatti e fino a nuova e diversa disposizione, gli autocompattatori di Aragona, Camastra, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Naro, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana, Lampedusa e Raffadali potranno far ritorno in contrada Matarana a Siculiana. A stabilirlo, è stato, con un'ennesima disposizione attuativa, il dirigente generale del Dipartimento rifiuti Maurizio Pirillo. Ma la situazione è tutt'altro che risolta, per due ordini di motivi. Il primo, è legato al quantitativo di rifiuti che Siculiana può accogliere. Al momento infatti, si è in attesa  di ricevere le valutazioni ufficiali da parte dell'Arpa Sicilia sul parametro di Ird previsto dal decreto ministeriale dei rifiuti urbani indifferenziati conferiti all'impianto mobile di biostabilizzazione in discarica. E nellemore che questi dati arrivino, si potranno scaricare solamente 140 tonnellate di rifiuti al giorno, un quantitativo che già in un recente passato, ha creato non pochi problemi alle aziende costrette, in molti casi, a far ritorno in deposito con i camion pieni. Il secondo problema, è legato al prezzo che la Catanzaro chiede per conferire in discarica. La disposizione attuativa di Pirillo infatti, dice che i Comuni dovranno concordare preventivamente i conferimenti con il gestore della discarica per evitare disservizi nelle operazioni di smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati. Va da se che se un'ordinanza viene pubblicata meno di 24 ore prima della sua entrata in vigore, i tempi tecnici per trovare un'intesa anche sei costi, non c'è. Ad ogni modo, il buon senso fa sperare che, intanto oggi Catanzaro farà scaricare gli automezzi e poi discuterà in separata sede, l'aspetto economico con le amministrazioni comunali. Un aspetto economico che stanno discutendo anche altri comuni più grossi della provincia di Agrigento come il capoluogo, Favara, Porto Empedocle, Canicattì e Licata, tutti centri «esiliati» ormai a Lentini con un aggravio di costi che aumenta giorno dopo giorno. Il solo Comune di Agrigento, ad esempio, ha un aggravio di costi che si aggira intorno ai 6500 euro al giorno per l'impossibilità di conferire in una discarica più vicina, soldi che incidono dapprima sulle aziende e poi sull'ente pubblico che poi, si rifarà sui cittadini. «Siamo finiti in una situazione di  cui non si riesce ad intravedere la soluzione - commenta Giancarlo Alongi, amministratore delegato di Iseda - ma che sicuramente sta creando disagi e un aggravio di costi per tutti. Sarebbe quantomeno opportuno che si mettesse in discussione la possibilità di far tornare, prima possibile, i mezzi di Agrigento nella di carica più vicina considerando che si va e viene da Lentini ormai da circa tre mesi». In verità il comune di Agrigento ci aveva provato diffidando il Dipartimento rifiuti e annunciando un'azione legale per far pagare alla Regione l'aggravio di costi per queste trasferte. Ma la cosa sembra essere rimasta lettera morta. (*AMM*)

Incidente all'orto botanico: assolto funzionario dell'ex Provincia
giudice di pace. Giovanni Alletto ha ottenuto il proscioglimento per una vicenda giudiziaria nella quale era imputato con l'accusa di avere provocato il ferimento di un uomo a «Savochello»

Negli anni scorsi la sua foto con gli stivali gialli nel giardino della villa di Montaperto del presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, finì sulle pagine di tutti i giornali nazionali. Adesso, il funzionario dell'ex Provincia di Agrigento, Giovanni Alletto, testimone chiave di quel processo, ha invece ottenuto l'assoluzione per una vicenda giudiziaria nella quale era imputato con l'accusa di avere provocato il ferimento di un uomo nell'area attrezzata "Savochello" di Cammarata. In realtà l'accusa a carico dello stesso D'Orsi, al quale si contestava di avere "utilizzato" il responsabile del Giardino botanico per mettere a dimora le ormai famose quaranta palme, non ebbe riscontro al processo: i giudici hanno assolto D'Orsi da quell'accusa di peculato dando credito alla versione riferita in aula da Alletto e anche sulla base di un particolare. «Ero stato convocato per discutere di lavoro. Quella foto di cui parlano i giornali (lo si vede immortalato con gli stivali gialli mentre dá istruzioni agli operai ndr è frutto di una casualità. Sono sceso dall'auto - aveva aggiunto - e ho indossato gli stivali solo per spiegare agli operai che stavano facendo una manovra che avrebbe distrutto un ulivo». I giudici gli hanno creduto perché i vestiti che indossava avvaloravano la sua tesi. «Aveva un abbigliamento inadatto a dirigere lavori di giardinaggio, - hanno scritto i giudici - la sua presenza era casuale ». Alletto è stato adesso assolto dall'accusa di lesioni colpose. La vicenda giudiziaria scaturiva da un incidente nel quale un giovane carabiniere, il 25 aprile del 2007, durante una scampagnata in compagnia degli amici, restò ferito. Sul manto stradale, in una piazzola adiacente all'area attrezzata di Cammarata, inciampò su alcuni bulloni sporgenti cadendo per terra e riportando un violento trauma alla gamba con "segni invalidanti permanenti" e una prognosi di venti giorni. Il giovane presentò una denuncia e Alletto, individuato come "responsabile per i lavori di manutenzione delle piazzole di sosta delle strade provinciali" venne mandato a processo, davanti al giudice di pace, con l'accusa di non averli rimossi o segnalati. «Pur essendo responsabile dei lavori relativi all'appalto dato dalla Provincia per la realizzazione dell'area verde e delle panchine - ha invece sostenuto il suo difensore, l'avvocato Daniela Posante - la vigilanza e ogni atto connesso non erano di sua competenza visto che all'epoca dell'incidente le opere non erano state ancora collaudate. La sua responsabilità è cessata con la fase di ultimazione dei lavori, avvenuta prima dell'incidente». Lo stesso pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione. (*GECA*)
Gerlando Cardinale

LA SICILIA
LAVORO. Proclamato lo stato di agitazione, indette assemblee permanenti I precari con il fiato sospeso mobilitazione in tutti i Comuni. Sono entrati in stato di agitazione e si ritrova no in assemblee permanenti da qualche giorno i lavoratori precari del pubblico impiego, specie quelli in servizio negli enti locali. Si tratta di contrattasti e di lavoratori ex Lsu, che in attività pressa Comuni da oltre un ventennio, temono di rimanere senza occupazione se non sarà trovata subito una soluzione legislativa che li possa portare ad una stabilizzazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Assemblee e stato di agitazione di tutto il personale si stanno svolgendo in questi giorni in buona parte dei comuni della provincia dove vi sono in servizio dei lavoratori precari . A Calamonaci lunedì mattina al Comune si è svolta un'assemblea. Ieri mattina oltre 130 precari si sono incontrati al palazzo comunale di Ribera con il segretario comunale per individuare quale strada sia meglio percorribile in un periodo in cui c'è da qualche anno una politica finanziaria molto restrittiva da parte di Stato e Regione.
Altre assemblee sono in programma tra oggi e domani a Favara, a Canicattì, a Castrofilippo, a Villafranca Sicula e in altri centri agrigentini dove complessivamente il numero dei precari supera di gran lunga le duemila unità, a fronte dei 22 mila in Sicilia di cui 5.400 soltanto ex Lsu. In questi ultimi anni i lavoratori sono an dati avanti con contratti in deroga. Pare che H governo regionaLe abbia in programma di trasferire tutto il personale oggi precario in una società pubblica che lo assumerebbe come personale a tempo indeterminato per fornirlo poi ai comuni richiedenti. una specie di ufficio dì collocamento. C enti locali corrono il rischio di trovarsi senza impiegati di ruolo, da rimpiazzare quelli collocati in pensione.
A Ribera è stata avanzata la proposta, con poche deroghe, di seguire un percorso con la Regione Siciliana che dovrebbe contribuire dal punto di vista finanziario con la storicizzazione della spesa a regime e con la disponibilità dello Stato di aumentare la capacità assunzionale. Si è parlato di selezioni con vincitori ed idonei e di sensibilizzazione di tutte le amministrazioni comunali della provincia.
ENZO MINIO

RIFIUTI
I 19 Comuni torneranno a conferire a Matarana.
Rifiuti, da oggi 9 comuni torneranno a conferire a Siculiana.
Dopo il completamento degli interventi da parte della Catanzaro costruzioni che hanno ricavato spazio per trattare e abbancare al tre 140 tonnellate al giorno, come ampiamente annunciato, nella mattinata di ieri è arrivata attesa disposizione attuativa da parte della Regione che dispone appunto che Aragona, Camastra,Camma rata, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Montallegro, Naro, Racalmuto, Ravanusa, Raffadali, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta. Sant'Angelo Muxaro e Siculiana possano tornare a conferire i propri rifiuti presso la struttura di contrada Matarana dopo pochi giorni da nomadi tra Lentini e Melilli, strutture gestite rispettivamente dalla Sicula Trasporti e dalla Cisma Ambiente.
Non si sa, al momento, se comuni siano comunque riusciti a smaltire l'arretrato accumulato nella settimana intercorsa dall'uno al 7 settembre, quando cioè i centri rimasero prigionieri di una empasse provocata dalla stessa Regione Siciliana e superata grazie solo alle iniziative di protesta dei primi cittadini e dal pressing della Prefettura di Agrigento. Un piano di conferimento straordinario era stato in fatti messo in campo, ma non è noto quali siano stati i risultati se cioè cassonetti — e le strade — siano state pienamente ripulite.
Così tutto torna a circa un mese fa, per quanto i Comuni dovranno fare i conti con la Catanzaro Costruzioni la quale, proprio a fine agosto, aveva chiesto agli stessi di firmare, dopo un mese di conferimenti, un contratto e a relativa tariffa, per quanto provvisoria. Un costo ritenuto troppo elevato dai sindaci. che avevano alzato le barricate. minacciato battaglia e chiesto l'intervento della Regione Siciliana. Anche qui; nessuno sa come sia andata a finire. Così c'è stato chi, durante l'incontro con la Prefettura dei giornì scorsi, aveva sostenuto potesse essere più conveniente conferirei rifiuti a Lentini. Entro le prossime settimane, invece, dovrebbe arrivare da parte del Tar la decisione sul ricorso proposto dal Comune di Agrigento contro il decreto che individua i centri che avrebbero potuto conferire a Siculiana. Il capoluogo contestava, nello specifico, la mancata applicazione del concetto di prossimità.

ASSISTENZA AI DISABILI REBUS SULLA GESTIONE ED È SUBITO PROTESTA.
Incertezza per l'anno scolastico. Preoccupa la fase di transizione del passaggio dalle coop sociali agli assistenti scolastici. La Regione rassicura
PALERMO. Caos su caos. L'ennesima emergenza sul servizio di assistenza ai disabili in nasce in coincidenza con l'avvio dell'anno scolastico, dopo che nelle ultime settimane le tappe di avvicinamento del problema avevano ampiamente annunciato il disagio. La protesta dei lavoratori ieri è scoppiata alla ripresa dei lavori del parlamento siciliano. Da una parte ad incidere sono i tagli agli enti che hanno assicurato il servizio fino ad oggi, tra cui le ex Province, oggi trasformati in Liberi consorzi, dall'altro incombe la minaccia di perdere il lavoro per gli operatori sociali del settore, a causa di un riordino della materia oggi confuso e privo di certezze.
Tuttavia si intravede una possibilità di lasciare e cose al oro posto, alme no per quest'anno, in attesa di fare chiarezza intermini digestione e di risorse economiche.
In tutte le regioni d'italia l'assistenza igienico-personale è curata dagli assistenti scolastici. In Sicilia il sistema invece prevede l'utilizzo delle cooperative sociali a carico dei Comuni e delle ex Province. Quest'anno l'articolo 10, successivamente abrogato, della legge finanziaria, ha stabilito chela adeguarsi alle altre regioni, masi è reso necessario un corso di formazione per gli assistenti scolastici. Nella transizione tra le due fasi, le famiglie hanno ricevuto un voucher per potere scegliere dei servizi di assistenza personalizzati. Le cooperative temono di perdere il lavoro e di non poter proseguire nelle attività sin qui svolte, gli assistenti scolastici non so no ancora formati e le famiglie si trovano in un stato di allerta vista l'imminenza dell'anno scolastico che non si sentono garantite e tutelate.
In sintesi, dunque, la politica finora sceglie di non scegliere,e le difficoltà contingenti di cassa e di liquidità di enti locali ed ex Province costituisco no un'ulteriore complicazione, Donatella Anello, responsabile del sindacato Slai Cobas attacca duramente governo e Parlamento: «Si rischia di mandare in tilt un delicato ramo dei servizi di assistenza. Proprio in un momento in cui occorrerebbero scelte chiare e veloci. In Sicilia i numeri dei lavoratori del settore non sono secondari. Prestano la loro opera in fitta la Sicilia altre duemila persone». Nelle provincia di Palermo lavorerebbero 200 persone, 197 a Catania, mentre arrivano a 400 nel territorio di Messina e poco oltre i 100 ad Agrigento: protestiamo all'Ars -prosegue Anello - perché chiediamo che si sblocchi subito questa fase di stallo e che il servizio parta in tutta la Si incrociano dunque e si sovrappongono un livello economico del problema a cui la Regione in atto provvede ed uno digestione e di scelte. Toccherà ai nuovi Liberi consorzi la scelta finale che dovrebbe andare a tutela dei lavoratori de settore che negli ultimi venti anni hanno gestito il servizio. Un'ipotesi tutta da definire e su cui non è ancora stata espressa una scelta anche in proiezione ravvicinata potrebbe essere quella che a Regione decida in futuro di gestire diretta mente e non attraverso gli enti locali e le ex Province il servizio di assistenza ai disabili. Su questa specifica parte della questione di confronteranno nei prossimi giorni i rappresentanti del governo, primo tra tutti l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei.
Luisa Lantieri assessore alla Funzione pubblica commenta; «E' chiaro che non lasceremo per strada né i lavoratori,né chi necessita di questo importante e fondamentale servizio di assistenza. Le risorse saranno presto disponibili, ma le soluzioni per risolvere e non differire il problema devono essere condivise. Da tutti».

L'ELENCO DELLA RECIONE dei progetti da finanziare

"SPICCIOLI" PER LA SAGRA DEL 2016. DUBBI PER QUELLA DEL 2017
Ai primi posti dell'elenco con 96 punti ci sono il festival del folklore e la strada degli scrittori.
Il progetto è lì, in cima. Ma probabilmente al momento di aprire il "portafogli" per la Sagra del Mandorlo in fiore ci sarà ben poco.
Sì, perché se nei giorni scorsi l'assessorato regionale al Turismo ha pubblicato la graduatoria dei progetti da ammettere al finanziamento e, in testa, ci sono a 96 punti quelli peri! Festival Internazionale del Folklore e per la "Strada degli scrittori" (edizione 2016, sia chiaro). Che dalla Regione arrivino le risorse necessarie per finanziate integralmente le iniziative è già adesso impossibile. E questo, almeno rispetto alla iniziativa Folkloristica. stante anche l'eliminazione dei fondi provenienti dalla Valle dei Templi, significherà l'impossibilità accertata di svolgere anche l'edizione 2017.
Del resto, in testa alla lunga tabella, oltre alla precisazione in base alla quale solo i progetti che hanno ottenuto almeno un punteggio di 70 potranno essere finanziati, c'è una postilla sibillina: "l'inserimento nel la graduatoria non dà diritto a finanziamento, in quanto il contributo regionale verrà determinato dall'assessore sulla base della dotazione finanziaria assegnata annualmente". -
Traduzione: non ci saranno soldi per tutti. Alla base, da spartirsi, solo 300mila euro circa, che comunque non potranno coprire più del 50% del costo della manifestazione. A conti fatti, quindi, per Agrigento ci saranno qualche decina di migliaia di euro. Miserie.
E dire che, nel luglio 2015, l'allora assessore regionale Cleo Li Calzi, si era sperticata nel distribuire garanzie, rassicurazioni e sorrisi: i soldi ci saranno, diceva.
Noi abbiamo prodotto un progetto che é primo nel bando dello scorso anno e che pare sarà primo anche nell'edizione prossima, ma con una norma attualmente in corso di approvazione che impedisce l'utilizzo dei fondi ricavati dai ticket di accesso all'area archeologica, data l'esiguità del fondo regionale, abbiamo fermato la macchina organizzativa - ha commentato il sindaco Lillo Firetto - Noi di risorse alternative non ne abbiamo e continuiamo a ritenere che la Festa del Mandorlo in fiore, in quanto strumento di promozione in primis della Valle dei Templi debba essere finanziata con i fondi che vengono d4llo sbigliettamento del Parco, Checché se ne dica — continua — del resto non esistono fonti di finanziamento europee per iniziative di questo tipo".
Dentro il 'paniere", comunque, ci Sono anche altre iniziative, tutte potenzialmente finanziabili e tutte rigorosamente già svolte.
A 83 punti troviamo infatti l' "Azzuro Fest" di Sciacca, a 82 punti il Carnevale saccense a 77 punti il "Blues & wine soul festival" e a 70 punti la festa della pesca di Bivona.
Tutti sotto soglia settanta punti gli altri eventi: gli Archi di Pasqua, la festa del Tara tatà, le iniziative estive di Sambuca di Sicilia, Raffadali e Ravanusa e, in ultimo, il 53esimo convegno di studi Pirandelliani, ultima evento per punteggio: solo 34 punti.
G.SCHICCHI

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