Agrigentonotizie
Nasce il viadotto "Giudice
Livatino", Nicola Diomede: idea giusta
Commemorato il giudice Livatino, il
viadotto porterà il suo nome
Nel giorno del ventiseiesimo
anniversario dell'omicidio, proprio sulla statale 640 gli è stato
intitolato il nuovo cavalcavia. Diomede: "Giusta idea per non
dimenticare.
Si è svolta questa mattina la
cerimonia di intitolazione del viadotto "Gasena" della
strada statale 640, di Porto Empedocle, al magistrato Rosario
Livatino. Una cerimonia solenne, proprio nel giorno del 26esimo
anniversario della morte del "Giudice ragazzino", ucciso in un
agguato, mentre percorreva in auto proprio la statale 640.
All'incontro hanno preso parte, tra
gli altri, il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, presenti anche
molti sindaci della provincia, i vertici dell'Anas, padre Livatino
ed i rappresentanti delle associazioni "Amici del Giudice
Rosario Angelo Livatino" e "Tecnopolis".
Il nuovo viadotto "Giudice
Livatino" è lungo circa 500 metri ed è ubicato nelle vicinanze
dello svincolo "Petrusa", dal quale è possibile
raggiungere, attraverso la statale 122, le città di Agrigento e
Favara .
"E' una ricorrenza è importante,
non deve essere solo una commemorazione - ha detto padre Livatino.
Deve essere per noi tutti un momento di forte di riflessione".
"Anas ha portato avanti con grande
entusiasmo l'iniziativa di intitolare un viadotto al giudice
Rosario Livatino che offre un importante contributo alla diffusione
dei valori fondati sul contrasto ad ogni forma di illegalità". Lo
ha dichiarato Francesca Moraci, consigliere d'Amministrazione di
Anas, che nell'occasione ha ricordato che: "Anas è in prima
linea nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità
organizzata. Siamo quotidianamente impegnati nell'esecuzione di
progetti impegnativi, caratterizzati spesso da elevati fabbisogni
finanziari, come la nuova SS640. La chiave di volta è l'attento
monitoraggio delle operazioni legate ai cantieri e la completa
trasparenza, chiarezza e tracciabilità degli atti amministrativi ad
esse legate. Tutti aspetti regolati con Protocolli di legalità tra
Anas ed i competenti Uffici Territoriali del Governo, con i quali
abbiamo instaurato un rapporto sinergico animato dalla comune volontà
di promuovere la cultura della legalità e della trasparenza
amministrativa".
I lavori di raddoppio termineranno a
dicembre. E' stato anche avanzato un progetto, l'idea di un concorso
al fine di abbellire e rendere più accogliente, l'area dove sorge la
stele. La colonna non potrà spostarsi e resterà infatti sul vecchio
tracciato statale.
LiveSicilia
Sala d'Ercole
PROVINCE, PRECARI E SCUOLE PARITARIE
VIA LIBERA ALLA MINI FINANZIARIA
di Santi Sabella
I lavoratori Cerisdi e Sviluppo
Italia verso Sas. No alla norma sul rimborso per i gruppi dell'Ars.
PALERMO - Con 42 voti a favore, 10
contrari e 13 astenuti, Sala d'Ercole ha dato il via libera alla
mini finanziaria. Una "manovrina" che vede la luce dopo oltre un
mese dall'inizio della discussione, da quel 10 agosto in cui è
iniziato l'esame del disegno di legge. L'ultimo scoglio al sì
definitivo era la norma sul passaggio a carico dell'Ars delle spese
dei gruppi parlamentari, relative ai consumi di energia elettrica,
idrici e per i servizi di pulizia dei locali. Norma che la scorsa
settimana ha bloccato i lavori d'aula e che oggi Sala d'Ercole ha
bocciato con il voto segreto. Il parlamento ha respinto, sempre a
scrutinio segreto, la richiesta di stralcio della norma. "Attendiamo
l'esito del referendum - ha suggerito in aula il presidente
dell'Ars Giovanni Ardizzone -. E consideriamo, inoltre, che siamo
alla fine dell'esercizio finanziario e si creerebbe confusione con
le predisposizione del rendiconto dei gruppi". Suggerimento che
l'aula non ha accolto.
Una manovra che ha finito per
accogliere provvedimenti di varia natura. A iniziare dalle norme
relative ai lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e
Cerisdi. Lavoratori che rientrano tra coloro che potranno transitare
nella Sas, partecipata per la quale la manovra ha previsto un
finanziamento di due milioni e 700mila euro, o nell'Irfis. "Una
bella pagina che fa onore ai parlamentari siciliani - ha commentato
Riccardo Savona, deputato di Forza Italia e vice presidente della
commissione Bilancio -. Abbiamo 'salvato' dal baratro sociale 28
famiglie di siciliani onesti e laboriosi. Grazie alla sensibilità
dimostrata dall'assessore allEconomia Baccei siamo riusciti a creare
le condizioni affinché le professionalità ed il know how di questi
dipendenti diventino patrimonio della Regione Siciliana.
Dimostrazione, questa - conclude Savona -, che quando il Governo
lavora in sintonia con il Parlamento, al di là delle appartenenze, i
risultati sono positivi per l'intera collettività".
L'approvazione della manovrina darà
il via libera anche alle norme approvate lo scorso 10 agosto, prima
delle "vacanze estive" dell'Ars. Particolarmente atteso lo
sblocco dei fondi per le ex Province (nove milioni di euro), enti
sull'orlo del baratro finanziario, quelli per i servizi agli studenti
disabili e per le scuole paritarie. Sala d'Ercole aveva approvato,
inoltre, l'articolo relativo alle Terme di Sciacca e di Acireale,
norma che autorizza la Regione ad accendere un mutuo per 18,9 milioni
di euro. Stanziati anche 3,7 milioni per l'abbattimento dei canoni
irrigui dei Consorzi di bonifica.
Approvate anche norme in favore dei
comuni in dissesto, per i quali la somma già stanziata nella legge
di bilancio è stata aumentata da 800 mila euro a un milione e 350
mila. Di contro, è stata decurtata di 550 mila euro (passando da 800
a 250 mila euro) l'autorizzazione di spesa per la collocazione in
disponibilità del personale dipendente degli enti locali in
dissesto. Anche i comuni delle isole minori, infine, oltre a quelli
con popolazione inferiore a 5mila abitanti, parteciperanno al riparto
del Fondo per le Autonomie per il 2015.
Una manovra che, nel corso dell'esame,
è stata falcidiata nei contenuti, con il governo andato più volte
sotto in aula. A farne le spese il consorzio agrario di Palermo (per
il quale era previsto un finanziamento di 200mila euro), il Brass
group di Palermo (300mila euro) e il polo universitario Kore di Enna
(un milione e 400mila euro). Maggioranza battuta anche sulla norma
che prevedeva di far rientrare il Comitato Taormina Arte nell'elenco
degli enti che possono usufruire del supporto economico del Fondo di
rotazione per gli interventi straordinari. Bocciata anche la norma
relativa alla costruzione degli alloggi popolari e l'articolo che
prevedeva il via libera al nuovo regolamento per rendere più celere
il procedimento di riscossione in caso di mancato pagamento della
tassa automobilistica.
Alla "Waterloo" del governo è
sopravvissuto il finanziamento di ventimila euro all'Istituto
regionale Vini e Oli. Via libera, con un emendamento del M5S, ad
alcune modifiche in materia di assegnazione dei punteggi ai Confidi,
istituti che svolgono attività di garanzia collettiva per agevolare
le imprese nell'accesso al credito bancario. Approvata anche la
proroga dei termini in materia di cooperative giovanili. Approvata
oggi anche una riscrittura di Forza Italia dell'articolo 29. La
norma prevede che ciascun assessore, entro 180 giorni dall'entrata
in vigore della legge, fermo restando il numero di tre componenti,
definisce le rappresentanze degli organi degli enti sottoposti a
vigilanza, mantenendo, se previsto, due componenti in rappresentanza
delle istituzioni o delle associazioni rappresentative di interessi
economici e sociali. "Forza Italia esprime soddisfazione per
l'approvazione della norma che presso Crias, Ircac e Irsap consente
la presenza di due componenti, anziché uno, delle categorie
produttive nel consiglio d'amministrazione, composto da un totale
di tre elementi. Con questo nostro emendamento si dà concreta
risposta alle aspettative di Confcommercio, Upla-Claai, Cna,
Confartigianato e Confindustria, in sostanza di tutti coloro che
rappresentano il mondo produttivo siciliano, che creano ricchezza e
lavoro, e che hanno il diritto di essere rappresentati in enti
strategici per l'economia isolana. Al contempo, con questa norma,
abbiamo sottratto alla rapacità della politica l'occupazione
militare di importanti enti regionali", così l'onorevole Marco
Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars.
"Ancora una volta abbiamo cercato
di dare una risposta certa ai cittadini - è il commento del
presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo -, in
particolare ai lavoratori delle province, che attendono da mesi gli
stipendi, ai consorzi di bonifica e alle scuole paritarie. Istituti,
ricordo, che svolgono un ruolo pubblico e spesso hanno funzioni di
supplenza in territori altamente in crisi, dove lo Stato non è
presente".
La nota del deputato di Fi
Precari, Figuccia: "Sentenza Ue
Illegittime le proroghe continue".
PALERMO - "La sentenza della Corte
di Giustizia Ue che sostanzialmente ritiene illegittimi i contratti a
tempo determinato prorogati più volte nel corso degli anni apre
nuovi ed interessanti scenari per la lotta in funzione della
stabilizzazione dei lavoratori che prestano la loro attività nella
Pubblica amministrazione siciliana". Lo dichiara Vincenzo
Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all'Ars. "I Precari
degli Enti locali e di altri soggetti pubblici, Ex Pip, Asu, Lsu,
Formazione e politiche attive, Forestali, Ato, Coinres e categorie a
vario titolo, fino ad oggi sfruttate impropriamente in Sicilia da
amministrazioni vampiro, potranno avere la possibilità di farsi
giustizia. È il momento - aggiunge Figuccia - di alzare la testa.
Il 14 settembre, data in cui è arrivata la sentenza della Corte di
giustizia europea, dovrà divenire un punto di riferimento per tutti
coloro che vogliono emanciparsi dalla condizione di precario a cui
sono stati condannati. Mi sono attivato per la costituzione di un
pool di esperti come giuslavoristi, avvocati, per avviare i ricorsi.
Non possono piangere sempre gli stessi, andremo fino in fondo in
questa battaglia di civiltà".
LA SICILIA
UNIVERSITÀ. La prossima settimana
s'incontreranno i vertici del Cupa e del Libero Consorzio per fare
il punto.
E' giunta l'ora di regolare i
conti...
Sul tavolo la discussione su
finanziamenti che l'ex Provincia non eroga più.
Cupa, è il momento di regolare conti
(nel senso finanziario) con i Libero consorzio di Agrigento.
La prossima settimana, infatti, I
presidente Gaetano Armao dovrebbe avere un incontro con il
commissario Renato Barberi. Il primo da quando l'ex Provincia è
stata allontanata dalla compagine societaria dell'università
agrigentina (in una nota il Cupa dire che il 2016 è l'anno in cui
il Libero consorzio ha ritenuto di recedere"), nonostante pare da
parte dell'ex assessore regionale ci fossero stati almeno un paio
di tentativi di confronto. Non, di certo, un appuntamento di piace
re; al centro di tutto ci sarà da riportare la chiarezza sulla
situazione di dare-avere tra i due enti. Una verifica che il
consiglio di amministrazione del Cupa ha chiesto di attuare in vista
di una sempre più probabile operazione di recupero coattivo.
Soprattutto — smorza un po'Armao — ci sarà da capire perché
il Libero consorzio di Agrigento si sta comportando in mo do diverso
con il Consorzio universitario da quanto si sta facendo ad esempio a
Caltanissetta o Trapani, non trasferendo le risorse. Resta chiaro che
con il commissario Barberi intendo solo parlare di aspetti di tipo
tecnico riguardanti il presente. Con il dovuto rispetto . continua —
della possibilità di un rientro dell'ex Provincia nel Cupa,
possibilità che è assolutamente auspicabile, discuteremo con i
futuri vertici politici dell'Ente Insomma, l'atmosfera non è da
"redde rationem", da regolamento di conti, ma di certo non sembra
si voglia indulgere in sentimentalismi. Del re sto è, dicevamo,
tutta una questione dì fondi. E i soldi, al Cupa, servono davvero se
si intende chiudere con le precarietà del passato in una nota
diffusa a quasi 12 ore di distanza dallo svolgi mento della riunione
del Cda, si parla di gravi questioni finanziarie, per quanto al
momento non sia stato ancora possibile approvare il rendiconto 2015,
dato che rimane da formare il collegio dei revisori dei conti dopo le
dimissioni per incompatibilità di due componenti. Nel frattempo, da
un punto di vista strettamente organizzativo, tutto in "stand by",
mentre come già annunciato, si lavora ad una nuova razionalizzazione
del personale, che si intende adottare al fine di ridurre
drasticamente i costi.
GIOACCHINOSCHICCHI
PROPOSTA DEL COMUNE AL PRESIDENTE
DEL CUPA
«A Sciacca un corso di laurea in
Economia del Turismo».
SCIACCA. Si riaccende l'attenzione su
una possibile attivazione a Sciacca di un corso di laurea in Economia
del Turismo Con il coinvolgimento anche degli operatori turistici per
consentite agli studenti di effettuare stage di lavoro nelle
strutture ricettive delta città. L che già era stata avanzata
alcuni anni fa, ieri è stata portata all'attenzione del presidente
del Polo Universitario di Agrigento, Gaetano Armao, nel corso di un
incontro con il sindaco Fabrizio Di Paola e l'assessore alla
Pubblica Istruzione Maria Antonietta Testone. L'incontro è
avvenuto ad Agrigento.
Il Comune di Sciacca ha formalmente
fatto la proposta ad Armao e manifestato la disponibilità a mettere
a disposizione propri lo cali, come il complesso monumentale di
Sant'Anna, già attrezzato per ospitare attività culturali e corsi
di studio. E un immobile destinato ad altre attività, che in passato
sarebbe dovuto diventare museo, ma che dovrà ospitare anche la
biblioteca comunale. Col professore Armao, da poco presidente —
dicono il sindaco Di Paola e l'assessore Testone — si è discusso
della situazione del Polo Universitario. La nuova gestione lavora a
un rilancio dell'università agrigentina, con il potenziamento
dell'offerta didattica. Tenendo conto delle risorse e della
vocazione dei territori, si pensa a percorsi di studi più attrattivi
per gli studenti, con il coinvolgimento più incisivo dei comuni. Per
quanto riguarda il nostro territorio. abbia mo pensato al un corso di
laurea in Economia del Turismo, spero che il presidente ne tenga
conto» Armao è apparso interessato, ma al momento non ci possono
essere conferme, in una fase in cui il Cupa deve affrontare tante
problematiche.
SI ALLA "MANOVRINA"
SOLDI ALLE EX PROVINCE E CONSORZI DI
BONIFICA
Articolo bocciato: acqua e pulizie
restano a carico dei gruppi. Dalla Giunta i fondi per i forestali.
PALERMO. La montagna ha partorito il
topolino, la cosiddetta "manovrino". Un disegno di legge che
destina risorse alle ex Province (9 milioni), ai Consorzi di bonifica
(3,7 milioni scuole dell'infanzia paritarie (2.4 milioni), ecc. Un
provvedimento che ha avuto un iter piuttosto travagliato, arrivato in
porto con grandi difficoltà. Se questo sarà il clima che si
respirerà a Sala d'Ercole in occasione dell'assestamento di
bilancio, l'approvazione del Documento di programmazione economica
e finanziaria e,quindi, per il bilancio di previsione e il disegno di
legge di stabilità, non ci sarà da stare allegri. Il tutto dovrebbe
avvenire entro il 31dicembre. E non potrà esserci alcuna
giustificazione per ricorrere all'esercizio provvisorio. La
Regione, infatti, ha ottenuto dal governo nazionale, 1 miliardo e 685
milioni anno per il triennio 2016-2018. I soldi. insomma, non mancano
e non ci sarà la necessità di andare a Roma,come è avvenuto negli
ulti mi tempi, con il cappello in mano per chiedere le necessarie
risorse economiche per fare quadrare i conti. Un risultato ottenuto
grazie alla competenza dell'assessore all'Economia, Alessandro
Baccei, che ha "ripulito bilancio della Regione di ben 7 miliardi
di residui attivi inesigibili. E' stato bocciato, invece,
l'articolo con cui avrebbero dovuto essere a carico del bilancio
generale dell'Ars, le spese perle pulizie, l'acqua e l'energia
elettrica che adesso pagano i singoli gruppi parlamentari. Approvato,
invece, un emendamento di Forza Italia che prevede a presenza di due
componenti delle Categorie produttive nei consigli di amministrazione
di Irfis, Crias, lrcac e Irsap. «Con questa norma - ha sottolineato
il capogruppo di Fi, Marco Falcone - abbiamo sottratto alla rapacità
della politica l'occupazione militare di importanti enti regionali.
Di parere opposto, il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo
Vinciullo : I Cda degli enti hanno tre componenti, quindi saranno i
privati a gestire i soldi della Regione. Non è una grande
conquista».
Bocciatura senza appello quella di
Nello Musumeci, leader del movimento #Sarà Bellissima; Con questa
mini-manovra finanziaria a maggioranza che sostiene Crocetta ha
riaffermato l'assurdo principio dell'emendamento: scelte
frammentate e senza alcuna impostazione politica. Dov'è la tanto
decantata programmazione del governo rivoluzionario?.
Ieri, mentre a Sala d'Ercole:
venivano votati gli ultimi articoli della manovrina, a Palazzo
d'Orlèans, il presidente della Regio ne. Rosario Crocetta, ha
riunito la giunta per approvare una delibera che dovrebbe consentire
ai braccianti della forestale di completare le giornate lavorative
previste per le tre fasce di lavoratori:78,101 e 151. nell'ambito
degli interventi contro il dissesto idrogeologico previsti dal "Patto
per la Sicilia", così come alcuni interventi per la vivibilità
urbana, Due settori di competenza degli assessori Giovanni Pistorio
(infrastrutture e Mobilità) e Maurizio Croce (Territorio e
Ambiente).
La giunta ha attentamente vagliato
tutta la documentazione. E il presidente della Regione, Crocetta, ha
deciso rinviare a do mani la conferenza stampa che aveva in detto per
questa mattina, proprio per illustrare i contenuti del Patto per la
Sicilia", firmato con Renzi, nella Valle dei Templi di Agrigento,
lo scorso 9 settembre. Per il prossimo quinquennio la Sicilia potrà
con tare su5 miliardie75ømilioni di euro di soli fondi statali: 3
miliardi e 200 milioni sarebbero cantierabili entro l'inizio del
2017. In parte si tratta di soldi che risalgono a di versi anni fa,
più volte rimodulati e mai spesi. Non si tratta, insomma di un gesto
di grande generosità del governo nazionale
nei confronti della Sicilia, così come
delle altre regioni meridionali con le quali sono stati firmati
analoghi patti.
La novità introdotta dal governo
Renzi, che non è cosa da poco, è quella di avere preteso
l'inserimento nel "Patto"di progetti esecutivi o definitivi per
i quali potranno essere bandite le apposite gare di appalto.
Contestualmente. dovrebbero essere pubblicati i primi bandi del Po
Fesr relativi alla "programmazione attuativa", 2016-2018 con
l'obiettivo di certificare 891 milioni di spesa entro il 31
dicembre del 2018, pari al 205 dell'intera somma che l'Ue mette a
disposizione della sicilia per il periodo 2014- 2O2Oche ammonta a
complessivi 4 miliardi e 454 milioni circa.
Spesa che dovrà avvenire all'insegna
del la totale trasparenza, con ampia pubblicazione sui quotidiani,
per informare i cittadini del modo in cui vengono spesi i loro soldi,
i siti specializzati, infatti, sono solo per gli addetti ai lavori.
giornale di sicilia.
Precari
degli enti locali in Sicilia
Due mesi per salvare 15 mila
contratti
Ancora due mesi per salvare il
contratto dei precari degli enti locali. Mentre una sentenza della
Corte di Giustizia Europea rischia di obbligare la Regione a una
stabilizzazione immediata. Sono i giorni più caldi per la platea di
circa 15 mila precari in servizio nei Comuni. L' Ars ha approvato,
nell'ambito della Finanziaria bis, una piccola norma che sposta al 30
novembre un termine che era previsto scadesse a fine settembre. È il
termine entro il quale i sindaci avrebbero dovuto presentare dei
piani per le stabilizzazioni: senza questi piani, che dovrebbero
avere uno sviluppo triennale, non sono possibili neppure le semplici
proroghe dei contratti in scadenza a fine anno. A meno di colpi di
scena, nessun sindaco si sarebbe presentato con le carte in regola il
30 settembre. E ciò si sarebbe tradotto in un avviso di
licenziamento per tutti i precari. A questo punto l'assessore
regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha fatto approvare un
emendamento che sposta tutto al 30 novembre.
PALAZZO
DEI NORMANNI
Finanziaria-bis,
c'è il via libera all'Ars
Pioggia di soldi per ex Province
e scuole .
Con
42 voti favorevoli, 10 contrari e 13 astenuti, l'Ars
ha approvato la mini-finanziaria. Sbloccate
le norme approvate il 10 agosto nella seduta poi chiusa per gli
scontri interni alla maggioranza: arriveranno così 9 milioni per i
dipendenti delle ex Province e per le scuole superiori, 3,4 milioni
per i consorzi di bonifica che così allenteranno la morsa sugli
agricoltori (colpiti da cartelle con cui venivano chiesti arretrati
per migliaia di euro) e altri 2,4 milioni su proposta di Forza Italia
andranno alle scuole paritarie.
La
norma di maggiore peso è quella che offre un paracadute
ai dipendenti che erano impiegati nelle partecipate e
in enti regionali chiusi o in liquidazione: Sviluppo Italia Sicilia,
Ciem, Quarit e Cerisdi. Almeno 130 persone transiteranno nella Sas,
la più grande partecipata regionale che diventa sempre più un
contenitore di precari e dipendenti in arrivo da enti in crisi.
Questo
personale potrebbe andare anche all'Irfis. Anzi, formalmente i 130
finiscono in un albo da cui Sas e Irfis attingeranno per svolgere
nuovi compiti. E per questi nuovi compiti c'è già un finanziamento:
2,7 milioni.
Basteranno ad assumere gli ex
dipendenti di Cerisdi, Quarit, Ciem e Sviluppo Italia fino
al 2018 ma con un contratto da 32 ore settimanali invece delle 36 che
svolgevano prima.
Tra
le norme bocciate la norma che poneva i costi
delle utenze elettriche e quelli delle pulizie degli uffici dei
gruppi parlamentari a carico dell'Assemblea e
non più del singolo parlamentare attraverso i fondi per le spese di
funzionamento. M5s e Pd hanno votato contro la norma, cassata con il
voto segreto: 26 voti a favore e 28 contrari.
Prima
della votazione, il vice capogruppo del Pd, Giovanni Panepinto, aveva
proposto lo stralcio della norma dal ddl. Richiesta respinta dal
capogruppo del Mpa, Roberto Di Mauro; non essendoci la condivisione
da parte dell'aula, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone che
era favorevole allo stralcio e aveva suggerito di prendere tempo
soprattutto in attesa della riforma costituzionale che interviene
anche sulla materia delle spese nei consiglio regionali, dunque ha
messo ai voti la norma, che è stata bocciata. Intanto in
commissione Bilancio è arrivato il via libera al rendiconto
della Regione per il 2016. Il
documento consuntivo ora sarà calendarizzato per l'aula.
Ancora
due mesi per salvare il contratto dei precari degli enti locali.
Mentre
una sentenza della Corte di Giustizia Europea rischia di obbligare la
Regione a una stabilizzazione immediata. Sono i giorni più caldi per
la platea di circa 15 mila precari in servizio nei Comuni. L'Ars ha
approvato, nell'ambito della Finanziaria bis, una piccola norma che
sposta al 30 novembre un termine che era previsto scadesse a fine
settembre. È il termine entro il quale i sindaci avrebbero dovuto
presentare dei piani per le stabilizzazioni: senza questi piani, che
dovrebbero avere uno sviluppo triennale, non sono possibili neppure
le semplici proroghe dei contratti in scadenza a fine anno. A meno di
colpi di scena, nessun sindaco si sarebbe presentato con le carte in
regola il 30 settembre. E ciò si sarebbe tradotto in un avviso di
licenziamento per tutti i precari. A questo punto l'assessore
regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha fatto approvare un
emendamento che sposta tutto al 30 novembre. Cosa può cambiare in
due mesi? Alla Regione si augurano che nel frattempo venga approvata
l'ennesima legge per i precari. La Lantieri ha sottoposto la bozza
al sottosegretario Rughetti ricevendone un via libera informale che
entro qualche giorno potrebbe diventare formale. È la norma in cui
si prevede il trasferimento dei precari alla Resais che poi
sfruttando le procedure di mobilità distribuirà questo personale in
tutti i Comuni dove c'è bisogno. Va detto che i precari hanno
protestato contro questo piano, temendo che si traduca anche in un
ridimensionamento dei contratti da 24 a 18 ore settimanali con
relativo taglio dello stipendio. Da giorni i sindacati autonomi Mgl e
Peps hanno indetto assemblee permanenti nei Comuni con l'obiettivo
di paralizzare gli uffici in cui il personale a contratto riveste un
ruolo decisivo. La legge che la Lantieri intende proporre prima alla
giunta e poi all'Ars andrebbe approvata entro il 30 novembre e non
può però prescindere da alcune deroghe a norme nazionali sulle
procedure per l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni. Ma
mentre la Regione lavora su questo fronte, da Bruxelles potrebbe
essere arrivata una mazzata. La Corte di Giustizia Europea ha emesso
una sentenza, mercoledì 14, in cui si sancisce che i contratti
prorogati oltre i 36 mesi devono essere trasformati a tempo
indeterminato. E così il ricorso presentato dalla signora Maria
Elena Perez Lopez contro l'ospedale di Madrid potrebbe cambiare le
carte in tavola anche per i precari dei piccoli e grandi Comuni
siciliani. Alla signora Lopez è stato riconosciuto dalla Corte
Europea che «il ricorso a una successione di contratti a tempo
determinato al fine di soddisfare esigenze permanenti nell'ambito
dei servizi sanitari è contrario al diritto dell'Unione.
L'utilizzo di tali contratti può essere giustificato solo dalla
necessità di far fronte ad esigenze provvisorie». La Corte ha
ricordato nella sentenza che «gli Stati membri devono prevedere
nella loro normativa, al fine di prevenire l'utilizzo abusivo di
contratti a tempo determinato, almeno uno di questi tre punti: le
ragioni obiettive mediante le quali il rinnovo dei contratti a tempo
determinato può essere giustificato, la durata massima complessiva
per la quale tali contratti possono essere successivamente conclusi,
il numero di rinnovi possibili di tali contratti». La sentenza è
diventata un'arma su cui Forza Italia conta per andare in pressing
sulla Regione. Per il deputato palermitano Vincenzo Figuccia «questa
sentenza apre nuovi scenari in Sicilia. I precari degli enti locali e
di altri soggetti pubblici, gli ex Pip, gli Asu, gli Lsu, i
dipendenti della Formazione, i forestali, i dipendenti degli Ato
potranno avere la possibilità di farsi giustizia». Ma la Lantieri
frena gli entusiasmi: «Sentenze simili erano già state emesse in
passato per la scuola. E perchè possano essere applicate bisogna
partire sempre dal presupposto che ci sia la disponibilità di posti
per stabilizzare. Questa disponibilità nei Comuni non c'è. Quindi
è difficile che in Sicilia possa essere applicata questa sentenza,
tra l'altro emessa per un caso diverso da quello dei nostri
precari».
Via
libera alla manovra: soldi per le ex Province e i consorzi di
bonifica.
Sono
stati necessari 43 giorni ma alla fine la Finanziaria bis è stata
approvata. La prima votazione risale al 9 agosto, poi la manovrina si
è arenata a causa degli scontri politici nella maggioranza su una
valanga di emendamenti che avrebbero assegnato finanziamenti a
pioggia ad enti vicini alla politica. Il voto finale è arrivato
portando con sè gli ultimi scontri. In particolare sulla norma che
avrebbe permesso ai gruppi parlamentari (cioè ai partiti) di
scaricare sul bilancio dell'Ars i costi di bollette e manutenzioni,
svincolando le relative somme dai propri budget. È una norma su cui
è andato in scena uno scontro molto forte fra la maggioranza e i
grillini. Secondo il Pd i 5 Stelle erano pronti a mettere alla gogna
mediatica i deputati che avrebbero approvato l'articolo. E così è
stato lo stesso Pd a votare per farlo bocciare lasciando dunque ai
partiti tutte le spese. Il via libera finale alla legge sblocca tutte
le misure approvate fra il 9 agosto e ieri. In primis i 9 milioni di
finanziamenti alle Province: soldi che serviranno a pagare gli
stipendi e a dare un po' di ossigeno alle scuole superiori. Per i
consorzi di bonifica sono pronti 3,4 milioni: si allenterà così la
morsa sugli agricoltori colpiti da cartelle con cui i consorzi hanno
chiesto gli arretrati per autofinanziarsi. Su proposta di Vincenzo
Vinciullo di Ncd sono stati stanziati 2,4 milioni per le scuole
paritarie. Mentre 2 milioni e 700 mila euro serviranno a finanziare
il trasferimento alla Sas e all'Irfis degli ex dipendenti delle
partecipate chiuse, cioè Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e
Cerisdi. Approvato un articolo che prevede la possibilità, per le
associazioni di categoria, di indicare i componenti dei consigli di
amministrazione di Ircac, Irsap e Crias. È una norma che fa
lievitare il peso specifico delle associazioni di categoria degli
imprenditori anche se la scelta del presidente resterà di competenza
del governo regionale. L'emenda - mento approvato è stato
presentato da Forza Italia e porta la firma del capogruppo Marco
Falcone. L'obiettivo politico è quello di tentare di complicare la
partita delle nomine che si è aperta da giorni nella maggioranza.
All'Ircac Crocetta vorrebbe nominare Sami Ben Abdelaali, suo
consulente a Palazzo d'Orleans. L'emendamento a favore degli
imprenditori ha fatto infuriare il presidente della commissione
Bilancio, Vincenzo Vinciullo: «È un grave errore. Così si limita
il potere della Regione e delle istituzioni a favore dei privati e di
alcune associazioni di categoria. Il controllo del pubblico non può
mai venire meno». Un'ultima norma approvata, sempre su proposta di
Vinciullo, prevede la possibilità di aumentare le ore di lavoro e
dunque lo stipendio di 225 veterinari convenzionati con le Asp: «Sarà
così possibile avviare piani di prevenzione contro la brucellosi»
ha spiegato Vinciullo.
Un
VERTICE A ROMA PER SALVARE LA CATTEDRALE.
Vertice
"tecnico", al quale parteciperà anche il ministro
dell'Interno Angelino Alfano, si terrà oggi a Roma per fare il punto
della situazione sul progetto per la salvaguardia del colle di San
Gerlando su cui insiste la cattedrale di Agrigento chiusa al culto
dal 2011 per rischio crolli. L'incontro romano, che dovrebbe
svolgersi al Viminale che gestisce anche il Fondo edifici di culto
(Fec), servirà per capire se nell'immediato, in considerazione
dell'urgenza, se ci siano possibilità da parte del Governo Renzi di
intervenire con il finanziamento di un progetto a tutela
dell'edificio del duomo visto che sono tutt'altro che brevi i tempi
del Patto per la Sicilia nel quale per il consolidamento del costone
sono previsti 37 milioni di euro tramite la riprogrammazione delle
economie derivanti dall'espletamento dei bandi di gara del
masterplan. Ma si resta in ogni caso in attesa che la Regione
siciliana presenti il progetto esecutivo contro il dissesto
idrogeologico. «I soldi ci sono adesso 'chi è Papa papia', cioè
chi deve fare il progetto lo faccia», ha dichiarato il governatore
Rosario Crocetta nei giorni scorsi prima della firma del Patto per la
Sicilia con il premier Matteo Renzi davanti al tempio della
Concordia. «Alfano ha più volte minacciato la crisi di governo, ma
mai come sulla Cattedrale di Agrigento», ha detto subito dopo il
premier con una battuta tra le vestigia greche mentre il ministro
agrigentino già festeggiava. «Abbiamo trovato e messo nel Patto per
la Sicilia - ha detto poi Alfano - le risorse per non fare crollare
la cattedrale di Agrigento e consolidare il costone, si tratta di 37
milioni di euro più 5 milioni di euro per tutta la progettazione.
Finalmente - ha aggiunto - gli agrigentini possono sapere che, se
tutto andrà con procedure d'efficienza, i soldi ci sono e la
questione si può affrontare e risolvere. È un risultato che noi
come classe dirigente possiamo rivendicare. Un risultato raggiunto in
un momento in cui i nostri ricordi sono colpiti da quanto accaduto
nel centro Italia». Anche il cardinale Francesco Montenegro, che da
anni si batte per salvare la cattedrale, ancora ignaro dei dettagli
del masterplan e della relativa delibera varata il 10 settembre della
giunta Crocetta riunita all'ombra della valle dei templi, quel giorno
sembrava entusiasta. «La cattedrale - ha detto nell'occasione
l'arcivescovo di Agrigento - ha un significato storico e religioso
molto importante, ridare vita alla cattedrale significa ridare un
cuore alla città. È vero che ci sono fondi che vanno alla
cattedrale, ma se questo cuore si ristabilisce in salute è tutto il
centro storico che ne guadagna. Dobbiamo guardare questa attenzione
come un segno che interessi tutta quella parte del centro storico un
po' dimenticata da tutti gli agrigentini». Sul progetto a tutela
della collina della cattedrale di Agrigento inserito nel Patto per la
Sicilia «siamo speranzosi perché la speranza importante, ma poco
fiduciosi sulla tempistica e sulla presenza delle somme», ha detto
ieri don Giuseppe Pontillo, responsabile dei Beni culturali della
diocesi di Agrigento e parroco della cattedrale, in partenza per la
Capitale. «A Roma - ha spiegato - cercheremo di chiarire la
situazione e capire se ci siano margini di recupero di qualche altra
cosa. Sarà un incontro con i tecnici e il ministro Alfano per capire
cosa si può effettivamente per cercare di recuperare. Io credo che
sulla cattedrale - ha aggiunto don Giuseppe Pontillo - ci siano due
volontà politiche: una nazionale e una regionale. Quella nazionale
che vorrebbe la risoluzione problema in maniera veloce e quella
regionale che, magari avvicinandosi le elezioni regionali, opera con
la tempistica politica legata al rinnovo delle cariche». «In questo
momento - ha spiegato il responsabile dei Beni culturali della
diocesi - c'è una contradictio in terminis perché se scrivono che
il Patto per il Sud è operativo, sulla cattedrale scrivono
intervento prioritario e poi dicono che bisognerà fare la
riprogrammazione e tirare fuori le somme dalle economie
dell'espletamento delle gare di appalto degli altri progetti, si
capisce che non c'è cassa e non c'è tempistica che così può
essere rispettata. Si spera intanto - ha proseguito - che per la
collina la Regione siciliana vada avanti con la progettazione per la
quale sarebbero già disponibili cinque milioni di euro». Nel
frattempo, in attesa che si smuova qualcosa a Palermo per il progetto
di consolidamento del costone, si cerca oggi a Roma una via più
rapida per salvare la cattedrale. (*CAGI*)
Contributo
regionale al Cupa Il Cda: «Serve fare chiarezza»
Consiglieri
comunali "spaccati" sull'università di Agrigento. Da un lato
la soddisfazione espressa dal presidente della commissione Cultura e
pubblica istruzione di aula Sollano, Pasquale Spataro che ha
incontrato il presidente Armao per discutere del rilancio del Polo,
dall'altro il consigliere del Pdr - Sicilia Futura, Salvatore
Borsellino, che ha chiesto formalmente all'ufficio di presidenza
del Consiglio di ritirare la propria istanza, (presentata il 2 maggio
scorso) del punto all'ordi - ne del giorno del Consiglio sulla
trattazione dell'argomento riguardante il Consorzio Universitario
di Agrigento. La decisione di Borsellino è motivata dalla
constatazione «che dopo ben 5 mesi dalla richiesta di una
discussione in aula Sollano delle varie problematiche inerenti il
Consorzio Universitario, nessuna attenzione è stata data a quanto
proposto dal Consigliere del Pdr». Intanto il Cda del Cupa è a
lavoro: è stata confermata la decisione di definire urgentemente la
posizione dell'ex provincia di Agrigento in vista dell'incontro col
commissario straordinario, Roberto Barberi e si è disposto che gli
uffici di competenza stendano un piano dettagliato sulla questione
del «dare/avere» della Provincia al consorzio, fino all'anno
2016, nel quale la stessa ha ritenuto di recedere. Continuando
l'esame delle gravi questioni finanziarie, è emersa l'esigenza di
fare chiarezza sull'ammontare del contributo regionale elargito ai
Consorzi e la quota di spettanza del Cupa, visto che dovrà essere
ripartita in base ai corsi di laurea attivi, invitando gli uffici a
richiedere precise notizie alla Regione. Il Cda, presieduto da
Gaetano Armao, ha poi preso atto del rendiconto dell'esercizio
finanziario 2015, non potendo pervenire alla sua approvazione a causa
del mancato insediamento del collegio dei Revisori dei conti, ancora
non completo a causa della dimissioni di due componenti, di cui uno
già sostituito tempestivamente dall'amministrazione comunale. La
rinviata approvazione del bilancio ha imposto inoltre di rinviare la
discussione dei costi dell'ospitalità dei docenti. Per quel che
riguarda la disamina del fabbisogno e del costo del personale
inseriti al punto sette, ascoltata la relazione del delegato al
personale, il Cda ha condiviso Gaetano Armao presiede il Cda del
consorzio universitario Il responsabile dei Beni culturali della
diocesi incontrerà i tecnici ed il ministro dell'Interno Angelino
Alfano. «C'è una contraddizione. Si capisce che non c'è cassa e
non c'è tempistica che così può essere rispettata». l'impianto
della razionalizzazione che si intende adottare al fine di ridurre
drasticamente i costi e rispettare d quest'anno i parametri del Patto
di Stabilità, elusi fino ad oggi ed ha dato mandato a Giovanni Di
Maida, vice presidente del Cupa, di definire un piano dettagliato
sulla questione da sottoporre con urgenza al management. Inoltre è
stato prorogato di sessanta giorni il servizio di pulizia dei locali.
Infine sono state approvate le iniziative culturali e Convegni per i
prossimi mesi. È stato deciso il patrocinio alle Giornate dell'Eco
- nomia del Mezzogiorno, organizzato dalla fondazione Curella e Diste
Consulting dal 21 al 26 novembre, una delle giornate si svolgerà ad
Agrigento. È stato approvato l'avvio dei "corsi di Arbitrato e
Mediazione", promossi dalla Camera di Commercio di Milano, da
proporre in collaborazione con gli ordini degli avvocati e le camere
di commercio di Agrigento, Caltanissetta e Trapani. (*PAPI*)
Conto
salato per discariche e depuratori .
Rifiuti, la mancata bonifica
costa 5 milioni l'anno.
Multa da 185 milioni per il mancato
smaltimento delle acque fognarie.
Le
discariche abusive mai bonificate costano alla Regione 5 milioni e
200 mila euro all'anno. Mentre il continuo rinvio degli appalti per
la depurazione delle acque fognarie rischia di costare 185 milioni
all'anno. Sono due bombe a orologeria, quelle attivate dalla Corte
di Giustizia Europea con due diverse sentenze pronunciate negli anni
scorsi a cui ora stanno seguendo le maxi sanzioni, visto che la
Regione ha fatto poco o nulla per superare l'emergenza. Il caso
rifiuti è quello per cui la maxi sanzione si sta già pagando. In
questa fase la versa lo Stato, che poi si rivarrà sul bilancio della
Regione. Ogni sei mesi tutto ciò costa 2,6 milioni. A essere
condannata, fin dal 2007, è stata l'Italia per 198 discariche mai
bonificate malgrado la chiusura. Di queste, 12 si trovano in Sicilia
a San Filippo del Mela, Cammarata, Racalmuto, Siculiana (un impianto
diverso da quello della famiglia Catanzaro), Leonforte, Paternò,
Monreale (in contrada Zabbia), Mistretta, Cerda, Priolo Gargallo. Gli
altri due siti da bonificare si trovano ad Augusta: nella rada e nei
pressi del campo sportivo. La maxi sanzione è scattata perchè dal
2007 a oggi nessun lavoro di bonifica è stato realizzato malgrado la
prima condanna. Lo Stato versa per conto della Regione ogni sei mesi
200 mila euro per ogni vecchia discarica e 400 mila per i siti dove
si trovano rifiuti pericolosi (la rada di Augusta). I lavori per
mettere in sicurezza queste aree non costano poco: solo per fare
qualche esempio, a Siculiana servono 269 mila euro, a Cammarata 522
mila, a Leonforte 301 mila. Per la zona del campo sportivo di Augusta
servirebbero 6 milioni e 572 mila euro. L'emergenza discariche
abusive è stata messa in rilievo nella relazione della commissione
parlamentare Ecomafia. L'assessore regionale ai Rifiuti, Vania
Contrafatto, è riuscita ad inserire alcuni degli interventi
necessari negli Apq (accordi finanziari con lo Stato) e spera che in
almeno tre casi si possa superare la procedura di infrazione perchè
non c'è più il pericolo di inquinamento. Nell'attesa però il
tassametro scorre e lo Stato si appresta anche a nominare un
commissario per recuperare le somme anticipate a Bruxelles per far
fronte alla sanzione: Roma ha già versato una prima rata da 40
milioni e una seconda da 39,8. È un meccanismo che attiverà una
reazione a catena perchè anche la Regione potrebbe poi rivalersi sui
Comuni inadempienti rispetto all'obbligo di bonificare. Era
previsto infatti che una parte della Tari venisse accantonata per
finanziare i progetti di recupero ambientale ma così non è stato. E
se la sanzione per le discariche è già praticamente sul conto della
Sicilia, quella per i depuratori potrebbe arrivare a breve e
determinare il crac finanziario. In questo caso l'infrazione
sanzionata dall'Ue riguarda la mancata depurazione delle acque: su
110 siti italiani nel mirino, ben 43 si trovano in Sicilia. E per far
rientrare l'emergenza servono 80 interventi. Nell'attesa però
l'inerzia è costata all'Italia una multa da 476 milioni
all'anno. A quanto ammonta la quota per la Sicilia? La Contrafatto
lo ha quantificato ieri a Venezia durante il convegno Watec Italy:
«Alla Sicilia la mancata depurazione potrebbe costare 185 milioni
all'anno». Se lo Stato decidesse di rivalersi sulla Regione, è
questo il conto che presenterebbe. Ma sulle acque la situazione è un
po' diversa: Roma ha nominato la Contrafatto commissaria per la
depurazione. E l'assessore ha già messo a punto un piano per
uscire dall'emergenza in 4 anni. Ha previsto di bandire tutte le
gare che i Comuni non hanno realizzato finora: le prime cinque sono
già state celebrate, le prossime cinque sono in rampa di lancio e
poi si proseguirà al ritmo di 5 al mese. Non a caso la Contrafatto
ieri ha sfruttato la platea di imprenditori pubblici e privati
presenti a Venezia: «Invito tutti gli operatori nazionali del
settore a partecipare a queste gare offrendo le migliori tecnologie
per permetterci di superare la procedura di infrazione». Sullo
sfondo c'è un business dai numeri record: le sole prime 5 gare
bandite valgono circa 240 milioni. E per tutto il piano sono
disponibili poco meno di 900 milioni.
Scrivolibero
Lavoro: oltre 43 mila offerte
consultabili negli Urp del Libero Consorzio
Sono oltre 43mila le nuove offerte di
lavoro consultabili nell'Ufficio Relazioni con il Pubblico del
Libero Consorzio di Agrigento, di piazza Vittorio Emanuele ad
Agrigento. Le offerte di lavoro, distribuite su tutto il territorio
nazionale, riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a
tempo determinato o a part-time.
Un'offerta ampia e diversifica,
rivolta a tutti i titoli di studio e livelli professionali. L'offerta
più ampia riguarda il mondo della scuola dove ci sono 32mila posti
per insegnanti e 10 per il personale Ata. Poi, 900 posti sono stati messi a
concorso dall'Inps per la categoria dei funzionari e 250 dal Corpo
dei Vigili del fuoco con licenza media su tutto il territorio
nazionale. In questo caso, il concorso pubblico comprenderà una
prova preselettiva. Altri posti di lavoro, riguardano 18 infermieri
all'Asp di Pordenone, sei alla Polizia Municipale di Salerno e 55
addetti alla receptionist al Parlamento europeo. Ci sono poi selezioni per infermieri e
diplomati da impiegare come assistenti all'Accademia Albertina
delle Belle arti di Torino. I bandi e le offerte di lavoro saranno
consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona,
Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera.
Telefonicamente, si possono contattare
i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837. Il personale dell'ente
è a disposizione dell'utenza.
Agrigentoweb
Chiusura accesso strada
Cammarata-Mussomeli, sopralluogo del Settore Infrastrutture
Stradali.
Sarà eseguito dai tecnici del
Libero Consorzio il sopralluogo sulla strada Cammarata-Mussomeli,
interdetta al traffico degli autoveicoli. I tecnici del Settore
Infrtastrutture Stradali specificano che il sopralluogo è relativo
alla verifica delle due frane che insistono sul tracciato prima
dell'accesso al ponte della NC n. 25, che è chiuso da diversi anni
e sulla cui vicenda è in corso un procedimento giudiziario.
La chiusura del tratto iniziale è
dovuta alla constatazione che diverse automobili transitavano
egualmente nonostante l'ordinanza di divieto di transito, generica
e quindi riferibile all'intero tracciato stradale, con possibili
rischi per gli stessi automobilisti a causa di frane e dissesti.
La verifica servirà a stabilire se nei
tratti interessati dal dissesto e dalle frane (ma non riferibili ai
viadotti chiusi per i motivi descritti) sarà possibile, con limiti
precisi, consentire il transito ridotto a senso unico alternato con
deroghe ai residenti, con le opportune cautele e la posa di segnali
di pericolo.