1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
/ Rassegna stampa » 2016 » Settembre » 22 » rassegna stampa del 22 settembre 2016
 

rassegna stampa del 22 settembre 2016

Agrigentonotizie

Nasce il viadotto "Giudice Livatino", Nicola Diomede: idea giusta
Commemorato il giudice Livatino, il viadotto porterà il suo nome
Nel giorno del ventiseiesimo anniversario dell'omicidio, proprio sulla statale 640 gli è stato intitolato il nuovo cavalcavia. Diomede: "Giusta idea per non dimenticare.
Si è svolta questa mattina la cerimonia di intitolazione del viadotto "Gasena" della strada statale 640, di Porto Empedocle, al magistrato Rosario Livatino. Una cerimonia solenne, proprio nel giorno del 26esimo anniversario della morte del "Giudice ragazzino", ucciso in un agguato, mentre percorreva in auto proprio la statale 640.
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, presenti anche molti sindaci della provincia, i vertici dell'Anas, padre Livatino ed i rappresentanti delle associazioni "Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino" e "Tecnopolis".
Il nuovo viadotto "Giudice Livatino" è lungo circa 500 metri ed è ubicato nelle vicinanze dello svincolo "Petrusa", dal quale è possibile raggiungere, attraverso la statale 122, le città di Agrigento e Favara .
"E' una ricorrenza è importante, non deve essere solo una commemorazione - ha detto padre Livatino. Deve essere per noi tutti un momento di forte di riflessione".
"Anas ha portato avanti con grande entusiasmo l'iniziativa di intitolare un viadotto al giudice Rosario Livatino che offre un importante contributo alla diffusione dei valori fondati sul contrasto ad ogni forma di illegalità". Lo ha dichiarato Francesca Moraci, consigliere d'Amministrazione di Anas, che nell'occasione ha ricordato che: "Anas è in prima linea nel contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Siamo quotidianamente impegnati nell'esecuzione di progetti impegnativi, caratterizzati spesso da elevati fabbisogni finanziari, come la nuova SS640. La chiave di volta è l'attento monitoraggio delle operazioni legate ai cantieri e la completa trasparenza, chiarezza e tracciabilità degli atti amministrativi ad esse legate. Tutti aspetti regolati con Protocolli di legalità tra Anas ed i competenti Uffici Territoriali del Governo, con i quali abbiamo instaurato un rapporto sinergico animato dalla comune volontà di promuovere la cultura della legalità e della trasparenza amministrativa".
I lavori di raddoppio termineranno a dicembre. E' stato anche avanzato un progetto, l'idea di un concorso al fine di abbellire e rendere più accogliente, l'area dove sorge la stele. La colonna non potrà spostarsi e resterà infatti sul vecchio tracciato statale.

LiveSicilia

Sala d'Ercole
PROVINCE, PRECARI E SCUOLE PARITARIE
VIA LIBERA ALLA MINI FINANZIARIA
di Santi Sabella
I lavoratori Cerisdi e Sviluppo Italia verso Sas. No alla norma sul rimborso per i gruppi dell'Ars.
PALERMO - Con 42 voti a favore, 10 contrari e 13 astenuti, Sala d'Ercole ha dato il via libera alla mini finanziaria. Una "manovrina" che vede la luce dopo oltre un mese dall'inizio della discussione, da quel 10 agosto in cui è iniziato l'esame del disegno di legge. L'ultimo scoglio al sì definitivo era la norma sul passaggio a carico dell'Ars delle spese dei gruppi parlamentari, relative ai consumi di energia elettrica, idrici e per i servizi di pulizia dei locali. Norma che la scorsa settimana ha bloccato i lavori d'aula e che oggi Sala d'Ercole ha bocciato con il voto segreto. Il parlamento ha respinto, sempre a scrutinio segreto, la richiesta di stralcio della norma. "Attendiamo l'esito del referendum - ha suggerito in aula il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone -. E consideriamo, inoltre, che siamo alla fine dell'esercizio finanziario e si creerebbe confusione con le predisposizione del rendiconto dei gruppi". Suggerimento che l'aula non ha accolto.
Una manovra che ha finito per accogliere provvedimenti di varia natura. A iniziare dalle norme relative ai lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e Cerisdi. Lavoratori che rientrano tra coloro che potranno transitare nella Sas, partecipata per la quale la manovra ha previsto un finanziamento di due milioni e 700mila euro, o nell'Irfis. "Una bella pagina che fa onore ai parlamentari siciliani - ha commentato Riccardo Savona, deputato di Forza Italia e vice presidente della commissione Bilancio -. Abbiamo 'salvato' dal baratro sociale 28 famiglie di siciliani onesti e laboriosi. Grazie alla sensibilità dimostrata dall'assessore allEconomia Baccei siamo riusciti a creare le condizioni affinché le professionalità ed il know how di questi dipendenti diventino patrimonio della Regione Siciliana. Dimostrazione, questa - conclude Savona -, che quando il Governo lavora in sintonia con il Parlamento, al di là delle appartenenze, i risultati sono positivi per l'intera collettività".
L'approvazione della manovrina darà il via libera anche alle norme approvate lo scorso 10 agosto, prima delle "vacanze estive" dell'Ars. Particolarmente atteso lo sblocco dei fondi per le ex Province (nove milioni di euro), enti sull'orlo del baratro finanziario, quelli per i servizi agli studenti disabili e per le scuole paritarie. Sala d'Ercole aveva approvato, inoltre, l'articolo relativo alle Terme di Sciacca e di Acireale, norma che autorizza la Regione ad accendere un mutuo per 18,9 milioni di euro. Stanziati anche 3,7 milioni per l'abbattimento dei canoni irrigui dei Consorzi di bonifica.
Approvate anche norme in favore dei comuni in dissesto, per i quali la somma già stanziata nella legge di bilancio è stata aumentata da 800 mila euro a un milione e 350 mila. Di contro, è stata decurtata di 550 mila euro (passando da 800 a 250 mila euro) l'autorizzazione di spesa per la collocazione in disponibilità del personale dipendente degli enti locali in dissesto. Anche i comuni delle isole minori, infine, oltre a quelli con popolazione inferiore a 5mila abitanti, parteciperanno al riparto del Fondo per le Autonomie per il 2015.
Una manovra che, nel corso dell'esame, è stata falcidiata nei contenuti, con il governo andato più volte sotto in aula. A farne le spese il consorzio agrario di Palermo (per il quale era previsto un finanziamento di 200mila euro), il Brass group di Palermo (300mila euro) e il polo universitario Kore di Enna (un milione e 400mila euro). Maggioranza battuta anche sulla norma che prevedeva di far rientrare il Comitato Taormina Arte nell'elenco degli enti che possono usufruire del supporto economico del Fondo di rotazione per gli interventi straordinari. Bocciata anche la norma relativa alla costruzione degli alloggi popolari e l'articolo che prevedeva il via libera al nuovo regolamento per rendere più celere il procedimento di riscossione in caso di mancato pagamento della tassa automobilistica.
Alla "Waterloo" del governo è sopravvissuto il finanziamento di ventimila euro all'Istituto regionale Vini e Oli. Via libera, con un emendamento del M5S, ad alcune modifiche in materia di assegnazione dei punteggi ai Confidi, istituti che svolgono attività di garanzia collettiva per agevolare le imprese nell'accesso al credito bancario. Approvata anche la proroga dei termini in materia di cooperative giovanili. Approvata oggi anche una riscrittura di Forza Italia dell'articolo 29. La norma prevede che ciascun assessore, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, fermo restando il numero di tre componenti, definisce le rappresentanze degli organi degli enti sottoposti a vigilanza, mantenendo, se previsto, due componenti in rappresentanza delle istituzioni o delle associazioni rappresentative di interessi economici e sociali. "Forza Italia esprime soddisfazione per l'approvazione della norma che presso Crias, Ircac e Irsap consente la presenza di due componenti, anziché uno, delle categorie produttive nel consiglio d'amministrazione, composto da un totale di tre elementi. Con questo nostro emendamento si dà concreta risposta alle aspettative di Confcommercio, Upla-Claai, Cna, Confartigianato e Confindustria, in sostanza di tutti coloro che rappresentano il mondo produttivo siciliano, che creano ricchezza e lavoro, e che hanno il diritto di essere rappresentati in enti strategici per l'economia isolana. Al contempo, con questa norma, abbiamo sottratto alla rapacità della politica l'occupazione militare di importanti enti regionali", così l'onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars.
"Ancora una volta abbiamo cercato di dare una risposta certa ai cittadini - è il commento del presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo -, in particolare ai lavoratori delle province, che attendono da mesi gli stipendi, ai consorzi di bonifica e alle scuole paritarie. Istituti, ricordo, che svolgono un ruolo pubblico e spesso hanno funzioni di supplenza in territori altamente in crisi, dove lo Stato non è presente".

La nota del deputato di Fi
Precari, Figuccia: "Sentenza Ue
Illegittime le proroghe continue".
PALERMO - "La sentenza della Corte di Giustizia Ue che sostanzialmente ritiene illegittimi i contratti a tempo determinato prorogati più volte nel corso degli anni apre nuovi ed interessanti scenari per la lotta in funzione della stabilizzazione dei lavoratori che prestano la loro attività nella Pubblica amministrazione siciliana". Lo dichiara Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all'Ars. "I Precari degli Enti locali e di altri soggetti pubblici, Ex Pip, Asu, Lsu, Formazione e politiche attive, Forestali, Ato, Coinres e categorie a vario titolo, fino ad oggi sfruttate impropriamente in Sicilia da amministrazioni vampiro, potranno avere la possibilità di farsi giustizia. È il momento - aggiunge Figuccia - di alzare la testa. Il 14 settembre, data in cui è arrivata la sentenza della Corte di giustizia europea, dovrà divenire un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono emanciparsi dalla condizione di precario a cui sono stati condannati. Mi sono attivato per la costituzione di un pool di esperti come giuslavoristi, avvocati, per avviare i ricorsi. Non possono piangere sempre gli stessi, andremo fino in fondo in questa battaglia di civiltà".

LA SICILIA

UNIVERSITÀ. La prossima settimana s'incontreranno i vertici del Cupa e del Libero Consorzio per fare il punto.
E' giunta l'ora di regolare i conti...
Sul tavolo la discussione su finanziamenti che l'ex Provincia non eroga più.
Cupa, è il momento di regolare conti (nel senso finanziario) con i Libero consorzio di Agrigento.
La prossima settimana, infatti, I presidente Gaetano Armao dovrebbe avere un incontro con il commissario Renato Barberi. Il primo da quando l'ex Provincia è stata allontanata dalla compagine societaria dell'università agrigentina (in una nota il Cupa dire che il 2016 è l'anno in cui il Libero consorzio ha ritenuto di recedere"), nonostante pare da parte dell'ex assessore regionale ci fossero stati almeno un paio di tentativi di confronto. Non, di certo, un appuntamento di piace re; al centro di tutto ci sarà da riportare la chiarezza sulla situazione di dare-avere tra i due enti. Una verifica che il consiglio di amministrazione del Cupa ha chiesto di attuare in vista di una sempre più probabile operazione di recupero coattivo. Soprattutto — smorza un po'Armao — ci sarà da capire perché il Libero consorzio di Agrigento si sta comportando in mo do diverso con il Consorzio universitario da quanto si sta facendo ad esempio a Caltanissetta o Trapani, non trasferendo le risorse. Resta chiaro che con il commissario Barberi intendo solo parlare di aspetti di tipo tecnico riguardanti il presente. Con il dovuto rispetto . continua — della possibilità di un rientro dell'ex Provincia nel Cupa, possibilità che è assolutamente auspicabile, discuteremo con i futuri vertici politici dell'Ente Insomma, l'atmosfera non è da "redde rationem", da regolamento di conti, ma di certo non sembra si voglia indulgere in sentimentalismi. Del re sto è, dicevamo, tutta una questione dì fondi. E i soldi, al Cupa, servono davvero se si intende chiudere con le precarietà del passato in una nota diffusa a quasi 12 ore di distanza dallo svolgi mento della riunione del Cda, si parla di gravi questioni finanziarie, per quanto al momento non sia stato ancora possibile approvare il rendiconto 2015, dato che rimane da formare il collegio dei revisori dei conti dopo le dimissioni per incompatibilità di due componenti. Nel frattempo, da un punto di vista strettamente organizzativo, tutto in "stand by", mentre come già annunciato, si lavora ad una nuova razionalizzazione del personale, che si intende adottare al fine di ridurre drasticamente i costi.
GIOACCHINOSCHICCHI

PROPOSTA DEL COMUNE AL PRESIDENTE DEL CUPA
«A Sciacca un corso di laurea in Economia del Turismo».
SCIACCA. Si riaccende l'attenzione su una possibile attivazione a Sciacca di un corso di laurea in Economia del Turismo Con il coinvolgimento anche degli operatori turistici per consentite agli studenti di effettuare stage di lavoro nelle strutture ricettive delta città. L che già era stata avanzata alcuni anni fa, ieri è stata portata all'attenzione del presidente del Polo Universitario di Agrigento, Gaetano Armao, nel corso di un incontro con il sindaco Fabrizio Di Paola e l'assessore alla Pubblica Istruzione Maria Antonietta Testone. L'incontro è avvenuto ad Agrigento.
Il Comune di Sciacca ha formalmente fatto la proposta ad Armao e manifestato la disponibilità a mettere a disposizione propri lo cali, come il complesso monumentale di Sant'Anna, già attrezzato per ospitare attività culturali e corsi di studio. E un immobile destinato ad altre attività, che in passato sarebbe dovuto diventare museo, ma che dovrà ospitare anche la biblioteca comunale. Col professore Armao, da poco presidente — dicono il sindaco Di Paola e l'assessore Testone — si è discusso della situazione del Polo Universitario. La nuova gestione lavora a un rilancio dell'università agrigentina, con il potenziamento dell'offerta didattica. Tenendo conto delle risorse e della vocazione dei territori, si pensa a percorsi di studi più attrattivi per gli studenti, con il coinvolgimento più incisivo dei comuni. Per quanto riguarda il nostro territorio. abbia mo pensato al un corso di laurea in Economia del Turismo, spero che il presidente ne tenga conto» Armao è apparso interessato, ma al momento non ci possono essere conferme, in una fase in cui il Cupa deve affrontare tante problematiche.

SI ALLA "MANOVRINA"
SOLDI ALLE EX PROVINCE E CONSORZI DI BONIFICA
Articolo bocciato: acqua e pulizie restano a carico dei gruppi. Dalla Giunta i fondi per i forestali.
PALERMO. La montagna ha partorito il topolino, la cosiddetta "manovrino". Un disegno di legge che destina risorse alle ex Province (9 milioni), ai Consorzi di bonifica (3,7 milioni scuole dell'infanzia paritarie (2.4 milioni), ecc. Un provvedimento che ha avuto un iter piuttosto travagliato, arrivato in porto con grandi difficoltà. Se questo sarà il clima che si respirerà a Sala d'Ercole in occasione dell'assestamento di bilancio, l'approvazione del Documento di programmazione economica e finanziaria e,quindi, per il bilancio di previsione e il disegno di legge di stabilità, non ci sarà da stare allegri. Il tutto dovrebbe avvenire entro il 31dicembre. E non potrà esserci alcuna giustificazione per ricorrere all'esercizio provvisorio. La Regione, infatti, ha ottenuto dal governo nazionale, 1 miliardo e 685 milioni anno per il triennio 2016-2018. I soldi. insomma, non mancano e non ci sarà la necessità di andare a Roma,come è avvenuto negli ulti mi tempi, con il cappello in mano per chiedere le necessarie risorse economiche per fare quadrare i conti. Un risultato ottenuto grazie alla competenza dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, che ha "ripulito bilancio della Regione di ben 7 miliardi di residui attivi inesigibili. E' stato bocciato, invece, l'articolo con cui avrebbero dovuto essere a carico del bilancio generale dell'Ars, le spese perle pulizie, l'acqua e l'energia elettrica che adesso pagano i singoli gruppi parlamentari. Approvato, invece, un emendamento di Forza Italia che prevede a presenza di due componenti delle Categorie produttive nei consigli di amministrazione di Irfis, Crias, lrcac e Irsap. «Con questa norma - ha sottolineato il capogruppo di Fi, Marco Falcone - abbiamo sottratto alla rapacità della politica l'occupazione militare di importanti enti regionali. Di parere opposto, il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo : I Cda degli enti hanno tre componenti, quindi saranno i privati a gestire i soldi della Regione. Non è una grande conquista».
Bocciatura senza appello quella di Nello Musumeci, leader del movimento #Sarà Bellissima; Con questa mini-manovra finanziaria a maggioranza che sostiene Crocetta ha riaffermato l'assurdo principio dell'emendamento: scelte frammentate e senza alcuna impostazione politica. Dov'è la tanto decantata programmazione del governo rivoluzionario?.
Ieri, mentre a Sala d'Ercole: venivano votati gli ultimi articoli della manovrina, a Palazzo d'Orlèans, il presidente della Regio ne. Rosario Crocetta, ha riunito la giunta per approvare una delibera che dovrebbe consentire ai braccianti della forestale di completare le giornate lavorative previste per le tre fasce di lavoratori:78,101 e 151. nell'ambito degli interventi contro il dissesto idrogeologico previsti dal "Patto per la Sicilia", così come alcuni interventi per la vivibilità urbana, Due settori di competenza degli assessori Giovanni Pistorio (infrastrutture e Mobilità) e Maurizio Croce (Territorio e Ambiente).
La giunta ha attentamente vagliato tutta la documentazione. E il presidente della Regione, Crocetta, ha deciso rinviare a do mani la conferenza stampa che aveva in detto per questa mattina, proprio per illustrare i contenuti del Patto per la Sicilia", firmato con Renzi, nella Valle dei Templi di Agrigento, lo scorso 9 settembre. Per il prossimo quinquennio la Sicilia potrà con tare su5 miliardie75ømilioni di euro di soli fondi statali: 3 miliardi e 200 milioni sarebbero cantierabili entro l'inizio del 2017. In parte si tratta di soldi che risalgono a di versi anni fa, più volte rimodulati e mai spesi. Non si tratta, insomma di un gesto di grande generosità del governo nazionale
nei confronti della Sicilia, così come delle altre regioni meridionali con le quali sono stati firmati analoghi patti.
La novità introdotta dal governo Renzi, che non è cosa da poco, è quella di avere preteso l'inserimento nel "Patto"di progetti esecutivi o definitivi per i quali potranno essere bandite le apposite gare di appalto. Contestualmente. dovrebbero essere pubblicati i primi bandi del Po Fesr relativi alla "programmazione attuativa", 2016-2018 con l'obiettivo di certificare 891 milioni di spesa entro il 31 dicembre del 2018, pari al 205 dell'intera somma che l'Ue mette a disposizione della sicilia per il periodo 2014- 2O2Oche ammonta a complessivi 4 miliardi e 454 milioni circa.
Spesa che dovrà avvenire all'insegna del la totale trasparenza, con ampia pubblicazione sui quotidiani, per informare i cittadini del modo in cui vengono spesi i loro soldi, i siti specializzati, infatti, sono solo per gli addetti ai lavori.






giornale di sicilia.


Precari degli enti locali in Sicilia 
Due mesi per salvare 15 mila contratti


Ancora due mesi per salvare il contratto dei precari degli enti locali. Mentre una sentenza della Corte di Giustizia Europea rischia di obbligare la Regione a una stabilizzazione immediata. Sono i giorni più caldi per la platea di circa 15 mila precari in servizio nei Comuni. L' Ars ha approvato, nell'ambito della Finanziaria bis, una piccola norma che sposta al 30 novembre un termine che era previsto scadesse a fine settembre. È il termine entro il quale i sindaci avrebbero dovuto presentare dei piani per le stabilizzazioni: senza questi piani, che dovrebbero avere uno sviluppo triennale, non sono possibili neppure le semplici proroghe dei contratti in scadenza a fine anno. A meno di colpi di scena, nessun sindaco si sarebbe presentato con le carte in regola il 30 settembre. E ciò si sarebbe tradotto in un avviso di licenziamento per tutti i precari. A questo punto l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha fatto approvare un emendamento che sposta tutto al 30 novembre.

PALAZZO DEI NORMANNI
Finanziaria-bis, c'è il via libera all'Ars 
Pioggia di soldi per ex Province e scuole
 .

Con 42 voti favorevoli, 10 contrari e 13 astenuti, l'Ars ha approvato la mini-finanziaria. Sbloccate le norme approvate il 10 agosto nella seduta poi chiusa per gli scontri interni alla maggioranza: arriveranno così 9 milioni per i dipendenti delle ex Province e per le scuole superiori, 3,4 milioni per i consorzi di bonifica che così allenteranno la morsa sugli agricoltori (colpiti da cartelle con cui venivano chiesti arretrati per migliaia di euro) e altri 2,4 milioni su proposta di Forza Italia andranno alle scuole paritarie. La norma di maggiore peso è quella che offre un paracadute ai dipendenti che erano impiegati nelle partecipate e in enti regionali chiusi o in liquidazione: Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e Cerisdi. Almeno 130 persone transiteranno nella Sas, la più grande partecipata regionale che diventa sempre più un contenitore di precari e dipendenti in arrivo da enti in crisi. Questo personale potrebbe andare anche all'Irfis. Anzi, formalmente i 130 finiscono in un albo da cui Sas e Irfis attingeranno per svolgere nuovi compiti. E per questi nuovi compiti c'è già un finanziamento: 2,7 milioni. Basteranno ad assumere gli ex dipendenti di Cerisdi, Quarit, Ciem e Sviluppo Italia fino al 2018 ma con un contratto da 32 ore settimanali invece delle 36 che svolgevano prima. Tra le norme bocciate la norma che poneva i costi delle utenze elettriche e quelli delle pulizie degli uffici dei gruppi parlamentari a carico dell'Assemblea e non più del singolo parlamentare attraverso i fondi per le spese di funzionamento. M5s e Pd hanno votato contro la norma, cassata con il voto segreto: 26 voti a favore e 28 contrari. Prima della votazione, il vice capogruppo del Pd, Giovanni Panepinto, aveva proposto lo stralcio della norma dal ddl. Richiesta respinta dal capogruppo del Mpa, Roberto Di Mauro; non essendoci la condivisione da parte dell'aula, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone che era favorevole allo stralcio e aveva suggerito di prendere tempo soprattutto in attesa della riforma costituzionale che interviene anche sulla materia delle spese nei consiglio regionali, dunque ha messo ai voti la norma, che è stata bocciata. Intanto in commissione Bilancio è arrivato il via libera al rendiconto della Regione per il 2016. Il documento consuntivo ora sarà calendarizzato per l'aula.


Ancora due mesi per salvare il contratto dei precari degli enti locali.

Mentre una sentenza della Corte di Giustizia Europea rischia di obbligare la Regione a una stabilizzazione immediata. Sono i giorni più caldi per la platea di circa 15 mila precari in servizio nei Comuni. L'Ars ha approvato, nell'ambito della Finanziaria bis, una piccola norma che sposta al 30 novembre un termine che era previsto scadesse a fine settembre. È il termine entro il quale i sindaci avrebbero dovuto presentare dei piani per le stabilizzazioni: senza questi piani, che dovrebbero avere uno sviluppo triennale, non sono possibili neppure le semplici proroghe dei contratti in scadenza a fine anno. A meno di colpi di scena, nessun sindaco si sarebbe presentato con le carte in regola il 30 settembre. E ciò si sarebbe tradotto in un avviso di licenziamento per tutti i precari. A questo punto l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri, ha fatto approvare un emendamento che sposta tutto al 30 novembre. Cosa può cambiare in due mesi? Alla Regione si augurano che nel frattempo venga approvata l'ennesima legge per i precari. La Lantieri ha sottoposto la bozza al sottosegretario Rughetti ricevendone un via libera informale che entro qualche giorno potrebbe diventare formale. È la norma in cui si prevede il trasferimento dei precari alla Resais che poi sfruttando le procedure di mobilità distribuirà questo personale in tutti i Comuni dove c'è bisogno. Va detto che i precari hanno protestato contro questo piano, temendo che si traduca anche in un ridimensionamento dei contratti da 24 a 18 ore settimanali con relativo taglio dello stipendio. Da giorni i sindacati autonomi Mgl e Peps hanno indetto assemblee permanenti nei Comuni con l'obiettivo di paralizzare gli uffici in cui il personale a contratto riveste un ruolo decisivo. La legge che la Lantieri intende proporre prima alla giunta e poi all'Ars andrebbe approvata entro il 30 novembre e non può però prescindere da alcune deroghe a norme nazionali sulle procedure per l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni. Ma mentre la Regione lavora su questo fronte, da Bruxelles potrebbe essere arrivata una mazzata. La Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza, mercoledì 14, in cui si sancisce che i contratti prorogati oltre i 36 mesi devono essere trasformati a tempo indeterminato. E così il ricorso presentato dalla signora Maria Elena Perez Lopez contro l'ospedale di Madrid potrebbe cambiare le carte in tavola anche per i precari dei piccoli e grandi Comuni siciliani. Alla signora Lopez è stato riconosciuto dalla Corte Europea che «il ricorso a una successione di contratti a tempo determinato al fine di soddisfare esigenze permanenti nell'ambito dei servizi sanitari è contrario al diritto dell'Unione. L'utilizzo di tali contratti può essere giustificato solo dalla necessità di far fronte ad esigenze provvisorie». La Corte ha ricordato nella sentenza che «gli Stati membri devono prevedere nella loro normativa, al fine di prevenire l'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato, almeno uno di questi tre punti: le ragioni obiettive mediante le quali il rinnovo dei contratti a tempo determinato può essere giustificato, la durata massima complessiva per la quale tali contratti possono essere successivamente conclusi, il numero di rinnovi possibili di tali contratti». La sentenza è diventata un'arma su cui Forza Italia conta per andare in pressing sulla Regione. Per il deputato palermitano Vincenzo Figuccia «questa sentenza apre nuovi scenari in Sicilia. I precari degli enti locali e di altri soggetti pubblici, gli ex Pip, gli Asu, gli Lsu, i dipendenti della Formazione, i forestali, i dipendenti degli Ato potranno avere la possibilità di farsi giustizia». Ma la Lantieri frena gli entusiasmi: «Sentenze simili erano già state emesse in passato per la scuola. E perchè possano essere applicate bisogna partire sempre dal presupposto che ci sia la disponibilità di posti per stabilizzare. Questa disponibilità nei Comuni non c'è. Quindi è difficile che in Sicilia possa essere applicata questa sentenza, tra l'altro emessa per un caso diverso da quello dei nostri precari».

Via libera alla manovra: soldi per le ex Province e i consorzi di bonifica.
 

Sono stati necessari 43 giorni ma alla fine la Finanziaria bis è stata approvata. La prima votazione risale al 9 agosto, poi la manovrina si è arenata a causa degli scontri politici nella maggioranza su una valanga di emendamenti che avrebbero assegnato finanziamenti a pioggia ad enti vicini alla politica. Il voto finale è arrivato portando con sè gli ultimi scontri. In particolare sulla norma che avrebbe permesso ai gruppi parlamentari (cioè ai partiti) di scaricare sul bilancio dell'Ars i costi di bollette e manutenzioni, svincolando le relative somme dai propri budget. È una norma su cui è andato in scena uno scontro molto forte fra la maggioranza e i grillini. Secondo il Pd i 5 Stelle erano pronti a mettere alla gogna mediatica i deputati che avrebbero approvato l'articolo. E così è stato lo stesso Pd a votare per farlo bocciare lasciando dunque ai partiti tutte le spese. Il via libera finale alla legge sblocca tutte le misure approvate fra il 9 agosto e ieri. In primis i 9 milioni di finanziamenti alle Province: soldi che serviranno a pagare gli stipendi e a dare un po' di ossigeno alle scuole superiori. Per i consorzi di bonifica sono pronti 3,4 milioni: si allenterà così la morsa sugli agricoltori colpiti da cartelle con cui i consorzi hanno chiesto gli arretrati per autofinanziarsi. Su proposta di Vincenzo Vinciullo di Ncd sono stati stanziati 2,4 milioni per le scuole paritarie. Mentre 2 milioni e 700 mila euro serviranno a finanziare il trasferimento alla Sas e all'Irfis degli ex dipendenti delle partecipate chiuse, cioè Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit e Cerisdi. Approvato un articolo che prevede la possibilità, per le associazioni di categoria, di indicare i componenti dei consigli di amministrazione di Ircac, Irsap e Crias. È una norma che fa lievitare il peso specifico delle associazioni di categoria degli imprenditori anche se la scelta del presidente resterà di competenza del governo regionale. L'emenda - mento approvato è stato presentato da Forza Italia e porta la firma del capogruppo Marco Falcone. L'obiettivo politico è quello di tentare di complicare la partita delle nomine che si è aperta da giorni nella maggioranza. All'Ircac Crocetta vorrebbe nominare Sami Ben Abdelaali, suo consulente a Palazzo d'Orleans. L'emendamento a favore degli imprenditori ha fatto infuriare il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo: «È un grave errore. Così si limita il potere della Regione e delle istituzioni a favore dei privati e di alcune associazioni di categoria. Il controllo del pubblico non può mai venire meno». Un'ultima norma approvata, sempre su proposta di Vinciullo, prevede la possibilità di aumentare le ore di lavoro e dunque lo stipendio di 225 veterinari convenzionati con le Asp: «Sarà così possibile avviare piani di prevenzione contro la brucellosi» ha spiegato Vinciullo.


Un VERTICE A ROMA PER SALVARE LA CATTEDRALE.

Vertice "tecnico", al quale parteciperà anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, si terrà oggi a Roma per fare il punto della situazione sul progetto per la salvaguardia del colle di San Gerlando su cui insiste la cattedrale di Agrigento chiusa al culto dal 2011 per rischio crolli. L'incontro romano, che dovrebbe svolgersi al Viminale che gestisce anche il Fondo edifici di culto (Fec), servirà per capire se nell'immediato, in considerazione dell'urgenza, se ci siano possibilità da parte del Governo Renzi di intervenire con il finanziamento di un progetto a tutela dell'edificio del duomo visto che sono tutt'altro che brevi i tempi del Patto per la Sicilia nel quale per il consolidamento del costone sono previsti 37 milioni di euro tramite la riprogrammazione delle economie derivanti dall'espletamento dei bandi di gara del masterplan. Ma si resta in ogni caso in attesa che la Regione siciliana presenti il progetto esecutivo contro il dissesto idrogeologico. «I soldi ci sono adesso 'chi è Papa papia', cioè chi deve fare il progetto lo faccia», ha dichiarato il governatore Rosario Crocetta nei giorni scorsi prima della firma del Patto per la Sicilia con il premier Matteo Renzi davanti al tempio della Concordia. «Alfano ha più volte minacciato la crisi di governo, ma mai come sulla Cattedrale di Agrigento», ha detto subito dopo il premier con una battuta tra le vestigia greche mentre il ministro agrigentino già festeggiava. «Abbiamo trovato e messo nel Patto per la Sicilia - ha detto poi Alfano - le risorse per non fare crollare la cattedrale di Agrigento e consolidare il costone, si tratta di 37 milioni di euro più 5 milioni di euro per tutta la progettazione. Finalmente - ha aggiunto - gli agrigentini possono sapere che, se tutto andrà con procedure d'efficienza, i soldi ci sono e la questione si può affrontare e risolvere. È un risultato che noi come classe dirigente possiamo rivendicare. Un risultato raggiunto in un momento in cui i nostri ricordi sono colpiti da quanto accaduto nel centro Italia». Anche il cardinale Francesco Montenegro, che da anni si batte per salvare la cattedrale, ancora ignaro dei dettagli del masterplan e della relativa delibera varata il 10 settembre della giunta Crocetta riunita all'ombra della valle dei templi, quel giorno sembrava entusiasta. «La cattedrale - ha detto nell'occasione l'arcivescovo di Agrigento - ha un significato storico e religioso molto importante, ridare vita alla cattedrale significa ridare un cuore alla città. È vero che ci sono fondi che vanno alla cattedrale, ma se questo cuore si ristabilisce in salute è tutto il centro storico che ne guadagna. Dobbiamo guardare questa attenzione come un segno che interessi tutta quella parte del centro storico un po' dimenticata da tutti gli agrigentini». Sul progetto a tutela della collina della cattedrale di Agrigento inserito nel Patto per la Sicilia «siamo speranzosi perché la speranza importante, ma poco fiduciosi sulla tempistica e sulla presenza delle somme», ha detto ieri don Giuseppe Pontillo, responsabile dei Beni culturali della diocesi di Agrigento e parroco della cattedrale, in partenza per la Capitale. «A Roma - ha spiegato - cercheremo di chiarire la situazione e capire se ci siano margini di recupero di qualche altra cosa. Sarà un incontro con i tecnici e il ministro Alfano per capire cosa si può effettivamente per cercare di recuperare. Io credo che sulla cattedrale - ha aggiunto don Giuseppe Pontillo - ci siano due volontà politiche: una nazionale e una regionale. Quella nazionale che vorrebbe la risoluzione problema in maniera veloce e quella regionale che, magari avvicinandosi le elezioni regionali, opera con la tempistica politica legata al rinnovo delle cariche». «In questo momento - ha spiegato il responsabile dei Beni culturali della diocesi - c'è una contradictio in terminis perché se scrivono che il Patto per il Sud è operativo, sulla cattedrale scrivono intervento prioritario e poi dicono che bisognerà fare la riprogrammazione e tirare fuori le somme dalle economie dell'espletamento delle gare di appalto degli altri progetti, si capisce che non c'è cassa e non c'è tempistica che così può essere rispettata. Si spera intanto - ha proseguito - che per la collina la Regione siciliana vada avanti con la progettazione per la quale sarebbero già disponibili cinque milioni di euro». Nel frattempo, in attesa che si smuova qualcosa a Palermo per il progetto di consolidamento del costone, si cerca oggi a Roma una via più rapida per salvare la cattedrale. (*CAGI*)


Contributo regionale al Cupa Il Cda: «Serve fare chiarezza»

Consiglieri comunali "spaccati" sull'università di Agrigento. Da un lato la soddisfazione espressa dal presidente della commissione Cultura e pubblica istruzione di aula Sollano, Pasquale Spataro che ha incontrato il presidente Armao per discutere del rilancio del Polo, dall'altro il consigliere del Pdr - Sicilia Futura, Salvatore Borsellino, che ha chiesto formalmente all'ufficio di presidenza del Consiglio di ritirare la propria istanza, (presentata il 2 maggio scorso) del punto all'ordi - ne del giorno del Consiglio sulla trattazione dell'argomento riguardante il Consorzio Universitario di Agrigento. La decisione di Borsellino è motivata dalla constatazione «che dopo ben 5 mesi dalla richiesta di una discussione in aula Sollano delle varie problematiche inerenti il Consorzio Universitario, nessuna attenzione è stata data a quanto proposto dal Consigliere del Pdr». Intanto il Cda del Cupa è a lavoro: è stata confermata la decisione di definire urgentemente la posizione dell'ex provincia di Agrigento in vista dell'incontro col commissario straordinario, Roberto Barberi e si è disposto che gli uffici di competenza stendano un piano dettagliato sulla questione del «dare/avere» della Provincia al consorzio, fino all'anno 2016, nel quale la stessa ha ritenuto di recedere. Continuando l'esame delle gravi questioni finanziarie, è emersa l'esigenza di fare chiarezza sull'ammontare del contributo regionale elargito ai Consorzi e la quota di spettanza del Cupa, visto che dovrà essere ripartita in base ai corsi di laurea attivi, invitando gli uffici a richiedere precise notizie alla Regione. Il Cda, presieduto da Gaetano Armao, ha poi preso atto del rendiconto dell'esercizio finanziario 2015, non potendo pervenire alla sua approvazione a causa del mancato insediamento del collegio dei Revisori dei conti, ancora non completo a causa della dimissioni di due componenti, di cui uno già sostituito tempestivamente dall'amministrazione comunale. La rinviata approvazione del bilancio ha imposto inoltre di rinviare la discussione dei costi dell'ospitalità dei docenti. Per quel che riguarda la disamina del fabbisogno e del costo del personale inseriti al punto sette, ascoltata la relazione del delegato al personale, il Cda ha condiviso Gaetano Armao presiede il Cda del consorzio universitario Il responsabile dei Beni culturali della diocesi incontrerà i tecnici ed il ministro dell'Interno Angelino Alfano. «C'è una contraddizione. Si capisce che non c'è cassa e non c'è tempistica che così può essere rispettata». l'impianto della razionalizzazione che si intende adottare al fine di ridurre drasticamente i costi e rispettare d quest'anno i parametri del Patto di Stabilità, elusi fino ad oggi ed ha dato mandato a Giovanni Di Maida, vice presidente del Cupa, di definire un piano dettagliato sulla questione da sottoporre con urgenza al management. Inoltre è stato prorogato di sessanta giorni il servizio di pulizia dei locali. Infine sono state approvate le iniziative culturali e Convegni per i prossimi mesi. È stato deciso il patrocinio alle Giornate dell'Eco - nomia del Mezzogiorno, organizzato dalla fondazione Curella e Diste Consulting dal 21 al 26 novembre, una delle giornate si svolgerà ad Agrigento. È stato approvato l'avvio dei "corsi di Arbitrato e Mediazione", promossi dalla Camera di Commercio di Milano, da proporre in collaborazione con gli ordini degli avvocati e le camere di commercio di Agrigento, Caltanissetta e Trapani. (*PAPI*)


Conto salato per discariche e depuratori .
 Rifiuti, la mancata bonifica costa 5 milioni l'anno.
Multa da 185 milioni per il mancato smaltimento delle acque fognarie.


Le discariche abusive mai bonificate costano alla Regione 5 milioni e 200 mila euro all'anno. Mentre il continuo rinvio degli appalti per la depurazione delle acque fognarie rischia di costare 185 milioni all'anno. Sono due bombe a orologeria, quelle attivate dalla Corte di Giustizia Europea con due diverse sentenze pronunciate negli anni scorsi a cui ora stanno seguendo le maxi sanzioni, visto che la Regione ha fatto poco o nulla per superare l'emergenza. Il caso rifiuti è quello per cui la maxi sanzione si sta già pagando. In questa fase la versa lo Stato, che poi si rivarrà sul bilancio della Regione. Ogni sei mesi tutto ciò costa 2,6 milioni. A essere condannata, fin dal 2007, è stata l'Italia per 198 discariche mai bonificate malgrado la chiusura. Di queste, 12 si trovano in Sicilia a San Filippo del Mela, Cammarata, Racalmuto, Siculiana (un impianto diverso da quello della famiglia Catanzaro), Leonforte, Paternò, Monreale (in contrada Zabbia), Mistretta, Cerda, Priolo Gargallo. Gli altri due siti da bonificare si trovano ad Augusta: nella rada e nei pressi del campo sportivo. La maxi sanzione è scattata perchè dal 2007 a oggi nessun lavoro di bonifica è stato realizzato malgrado la prima condanna. Lo Stato versa per conto della Regione ogni sei mesi 200 mila euro per ogni vecchia discarica e 400 mila per i siti dove si trovano rifiuti pericolosi (la rada di Augusta). I lavori per mettere in sicurezza queste aree non costano poco: solo per fare qualche esempio, a Siculiana servono 269 mila euro, a Cammarata 522 mila, a Leonforte 301 mila. Per la zona del campo sportivo di Augusta servirebbero 6 milioni e 572 mila euro. L'emergenza discariche abusive è stata messa in rilievo nella relazione della commissione parlamentare Ecomafia. L'assessore regionale ai Rifiuti, Vania Contrafatto, è riuscita ad inserire alcuni degli interventi necessari negli Apq (accordi finanziari con lo Stato) e spera che in almeno tre casi si possa superare la procedura di infrazione perchè non c'è più il pericolo di inquinamento. Nell'attesa però il tassametro scorre e lo Stato si appresta anche a nominare un commissario per recuperare le somme anticipate a Bruxelles per far fronte alla sanzione: Roma ha già versato una prima rata da 40 milioni e una seconda da 39,8. È un meccanismo che attiverà una reazione a catena perchè anche la Regione potrebbe poi rivalersi sui Comuni inadempienti rispetto all'obbligo di bonificare. Era previsto infatti che una parte della Tari venisse accantonata per finanziare i progetti di recupero ambientale ma così non è stato. E se la sanzione per le discariche è già praticamente sul conto della Sicilia, quella per i depuratori potrebbe arrivare a breve e determinare il crac finanziario. In questo caso l'infrazione sanzionata dall'Ue riguarda la mancata depurazione delle acque: su 110 siti italiani nel mirino, ben 43 si trovano in Sicilia. E per far rientrare l'emergenza servono 80 interventi. Nell'attesa però l'inerzia è costata all'Italia una multa da 476 milioni all'anno. A quanto ammonta la quota per la Sicilia? La Contrafatto lo ha quantificato ieri a Venezia durante il convegno Watec Italy: «Alla Sicilia la mancata depurazione potrebbe costare 185 milioni all'anno». Se lo Stato decidesse di rivalersi sulla Regione, è questo il conto che presenterebbe. Ma sulle acque la situazione è un po' diversa: Roma ha nominato la Contrafatto commissaria per la depurazione. E l'assessore ha già messo a punto un piano per uscire dall'emergenza in 4 anni. Ha previsto di bandire tutte le gare che i Comuni non hanno realizzato finora: le prime cinque sono già state celebrate, le prossime cinque sono in rampa di lancio e poi si proseguirà al ritmo di 5 al mese. Non a caso la Contrafatto ieri ha sfruttato la platea di imprenditori pubblici e privati presenti a Venezia: «Invito tutti gli operatori nazionali del settore a partecipare a queste gare offrendo le migliori tecnologie per permetterci di superare la procedura di infrazione». Sullo sfondo c'è un business dai numeri record: le sole prime 5 gare bandite valgono circa 240 milioni. E per tutto il piano sono disponibili poco meno di 900 milioni. 


Scrivolibero
Lavoro: oltre 43 mila offerte consultabili negli Urp del Libero Consorzio

 Sono oltre 43mila le nuove offerte di lavoro consultabili nell'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento, di piazza Vittorio Emanuele ad Agrigento. Le offerte di lavoro, distribuite su tutto il territorio nazionale, riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time.
Un'offerta ampia e diversifica, rivolta a tutti i titoli di studio e livelli professionali. L'offerta più ampia riguarda il mondo della scuola dove ci sono 32mila posti per insegnanti e 10 per il personale Ata.  Poi, 900 posti sono stati messi a concorso dall'Inps per la categoria dei funzionari e 250 dal Corpo dei Vigili del fuoco con licenza media su tutto il territorio nazionale. In questo caso, il concorso pubblico comprenderà una prova preselettiva. Altri posti di lavoro, riguardano 18 infermieri all'Asp di Pordenone, sei alla Polizia Municipale di Salerno e 55 addetti alla receptionist al Parlamento europeo. Ci sono poi selezioni per infermieri e diplomati da impiegare come assistenti all'Accademia Albertina delle Belle arti di Torino. I bandi e le offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera.
Telefonicamente, si possono contattare i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837. Il personale dell'ente è a disposizione dell'utenza.

Agrigentoweb
Chiusura accesso strada Cammarata-Mussomeli,  sopralluogo del Settore Infrastrutture Stradali.

Sarà eseguito dai tecnici del Libero Consorzio il sopralluogo sulla strada Cammarata-Mussomeli, interdetta al traffico degli autoveicoli. I tecnici del Settore Infrtastrutture Stradali specificano che il sopralluogo è relativo alla verifica delle due frane che insistono sul tracciato prima dell'accesso al ponte della NC n. 25, che è chiuso da diversi anni e sulla cui vicenda è in corso un procedimento giudiziario.
La chiusura del tratto iniziale è dovuta alla constatazione che diverse automobili transitavano egualmente nonostante l'ordinanza di divieto di transito, generica e quindi riferibile all'intero tracciato stradale, con possibili rischi per gli stessi automobilisti a causa di frane e dissesti.
La verifica servirà a stabilire se nei tratti interessati dal dissesto e dalle frane (ma non riferibili ai viadotti chiusi per i motivi descritti) sarà possibile, con limiti precisi, consentire il transito ridotto a senso unico alternato con deroghe ai residenti, con le opportune cautele e la posa di segnali di pericolo.


Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO