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rassegna stampa del 23 settembre 2016

Giornale di Sicilia

Circolare sospesa. Dopo le proteste dell'Ance, Crocetta aspetta il parere del Cga
Sindaci di Comuni senza bilancio
La Regione frena sulla decadenza

palermo
I sindaci che non hanno approvato il bilancio non decadranno, almeno per il momento. Rosario Crocetta ha sospeso la circolare con cui l'assessorato agli Enti Locali, guidato da Luisa Lantieri, aveva dato attuazione alla legge che ha previsto il siluramento del primo cittadino quando il bilancio non viene approvato. È una norma contro cui si è scagliata duramente l'Anci, l'as - sociazione dei sindaci guidata da Leoluca Orlando. Secondo cui per la mancanza di finanziamenti da parte della Regione quasi tutti i sindaci non hanno ancora potuto approvare il bilancio 2016. Crocetta ha fatto sapere che la giunta ha sospeso l'efficacia della circolare in attesa del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa: «È stato sottolineato che, non si può attribuire al sindaco che ha proposto ed approvato il bilancio in giunta la responsabilità della mancata approvazione da parte del consiglio comunale. Il governo regionale è convinto che questa situazione potrebbe essere utilizzata al fine di creare instabilità politica, utilizzando lo strumento finanziario come mozione di sfiducia, che prevede una diversa e più qualificata maggioranza».
Crocetta ha raccolto quindi le obiezioni che i sindaci avevano sollevato fin dalla fase di approvazione della norma, inserita nella riforma elettorale di agosto. Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell'Anci, hanno ricordato che «l'associazione aveva già manifestato l'intenzione di sostenere i Comuni nell'eventuale ricorso al Tar contro la decadenza ». L'Anci si è spinta ieri a chiedere la modifica della norma attraverso un nuovo voto all'Ars. La giunta mercoledì notte ha anche approvato «la graduatoria  definitiva dei progetti di riqualificazione urbana, da specificare all'interno del "Patto per la Sicilia", prevedendo diverse centinaia di cantieri» (vedi articolo a fianco). Ma per il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, «il governo Crocetta continua ad annunciare nuovi provvedimenti spot per cercare di sviare l'attenzione dei cittadini dalle gravi criticità in cui versa la Sicilia e dai danni che questa maggioranza ha arrecato. Prime tra tutti, le ultime sanzioni comminate dalla Commissione europea alla nostra terra per la mancata osservanza delle procedure comunitarie su depurazione e discariche. Ci costeranno 225 milioni di euro». Gia. Pi.

I nodi della sicilia
tra i rilievi: il personale in eccesso e l'elevato numero di componenti dei consigl
Rifiuti, il dossier dei parlamentari:Ato con debiti record e tante irregolarità
La Commissione nazionale Ecomafie: un miliardo e 816 milioni di buco per gli enti che gestiscono la raccolta
Tra le criticità ci sono «la grave difficoltà nel riscuotere i crediti dai cittadini e dai Comuni» che sono gli «azionisti » degli Ato, «l'elevato numero dicontenziosi» e il mancato versamento della Tari riscossa dai Comuni.
Giacinto Pipitone
Palermo
Un miliardo e 816 milioni. È l'ammontare del debito accumulato dagli Ato rifiuti. Una cifra calcolata per difetto e soprattutto in continua crescita perchè, come rilevato nella relazione della commissione parlamentare Ecomafie, tutti i problemi degli enti chiamati a gestire la raccolta e lo smaltimento sono ancora irrisolti. Di più, secondo la commissione Ecomafie, «l'estrema problematicità degli Ato costituisce la principale causa dell'anomalo prorogarsi della situazione emergenziale». Per mettere a punto tutti i tasselli della crisi che ruota intorno agli Ato i parlamentari hanno sommato i rilievi mossi negli ultimi anni dalla Corte dei Conti, dall'Anac (l'Agenzia Anticorruzione) e dalla stessa Regione. La commissione rileva innanzitutto che durante tre missioni in Sicilia per approfondire il tema «sono arrivate risposte vaghe ed imprecise» soprattutto sulla quantificazione del debito. A fine 2009 si attestava sui 900 milioni poi, malgrado una riforma che doveva mettere ordine nel sistema, è decollato fino alla cifra record di un miliardo e 816 milioni. Come si arriva a tanto? La causa principale sono le «gestioni antieconomiche». In particolare «l'eccesso di personale rispetto alle esigenze reali», poi «l'elevato numero di componenti dei consigli di amministrazione con elevate indennità». E poi, soprattutto, «la grave difficoltà nel riscuotere i crediti dai cittadini e dai Comuni» che sono gli «azionisti» degli Ato. E c'è pure «l'elevato numero di contenziosi» e il mancato versamento della Tari riscossa dai Comuni. In questo modo gli Ato sono rimasti con le casse vuote e una montagna di spese da garantire. E la Regione, per provare a dare liquidità, ha erogato prestiti ingenti in pochi anni: 722 milioni. Somme che i Comuni avrebbero dovuto restituire. Invece sono tornati nel bilancio regionale appena 117,8 milioni: i prestiti si sono trasformati in un ulteriore buco. E sono stati perfino contestati da Ato e Comuni. Per frenare questa deriva nel 2009 era stata approvata una riforma, che prevedeva la trasformazione degli Ato in Srr, strutture interamente pubbliche che avrebbero dovuto evitare alcuni problemi. La riforma è rimasta inattuata col risultato che ggi coesistino Ato e Srr. La commissione Ecomafie rileva che «le Srr sono connotate dalle stesse criticità degli Ato». Una in particolare, l'ha raccontata l'ex assessore Pier Carmelo Russo: «Le Srr dovevano organizzarsi in modo che ci fosseun rapporto tra personale amministrativo e addetto alla raccolta di 1 a 9. È finita che questo rapporto è di 4 a 6. I primi in ufficio e gli altri a spazzare. L'impegno era stato quello di garantire il posto di lavoro a chi era negli Ato, non "quel" posto di lavoro». In questo quadro si innesta il problema delle gare d'appalto per gestire il servizio. La commissione rileva che invece di bandire nuove gare, aprendo il settore alla concorrenza, si procede sempre con proroghe. Tutto questo dovrebbe essere superato da una riforma, la sesta dal 2009, che l'assessore Vania Contrafatto ha fatto approvare in giunta. Il testo è all'Ars, in commissione. La presidente Mariella Maggio ha assegnato il termine del 30 settembre per gli emendamenti. Ma anticipa che ci sarà una proroga di almeno una settimana «per permettere l'audizione di Anci, sindacati e associazioni ambientaliste prima dell'inizio del voto in commissione».  

Licata, boom di presenze turistiche nel 2016
Il sindaco Angelo Cambiano non nasconde la propria soddisfazione. «Si può fare ancora meglio e sappiamo come»
Angelo Augusto
Licata
Boom di presenze turistiche in estate a Licata. Rispetto allo stesso periodo preso in esame lo scorso anno, si registra un notevole incremento di presenze e ciò lascia ben sperare per un settore che potrebbe costituire, finalmente, il volano dello sviluppo dell'economia licatese. «Il bilancio delle presenze turistiche registrate in città nel corso dei primi otto mesi dell'anno, è positivo, grazie ad un incremento rispetto allo stesso periodo del 2015. Dai dati venuti in possesso dell'amministrazione comunale, infatti, risulta che nel periodo - scrive il Comune in una nota diffusa ieri - primo gennaio - 31 agosto 2016, gli arrivi ufficialmente registrati nelle strutture ricettive sparse nel territorio comunale sono stati, complessivamente, 20.742, di cui 19.204 italiani e 1.538 stranieri, la maggior parte dei quali (443) provenienti dalla Slovacchia, per una presenza complessiva (data dal numero dei pernottamenti registrati) di 133.940 unità». Il dato è notevole, e dimostra che il trend delle presenza a Licata è decisamente in crescita. «Nello stesso periodo dello scorso anno, invece, gli arrivi registrati sono stati complessivamente - aggiunge il Comune - 20.178, per un numero di presenze pari a 125.167». Non ha nascosto la propria soddisfazione  il sindaco Angelo Cambiano. «I dati illustrati - spiega il primo cittadino - ci soddisfano, ma non ancora appieno, perchè sappiamo che la nostra città, e il nostro territorio comunale, hanno tutte le potenzialità per poter sensibilmente incrementare gli arrivi e le presenze turistiche, con innegabili riflessi, positivi, per tutta quanta l'economia cittadina e per un ulteriore sviluppo del settore». «Sappiamo, e ne siamo consapevoli, che il cammino è ancora lungo - aggiunge Angelo Cambiano - per arrivare a determinati risultati, ma è già importante l'avere avviato ed avere registrato i primi risultati positivi per poter proseguire sulla strada intrapresa». Secondo Cambiano «c'è, inoltre, da considerare che i dati esposti non tengono conto di arrivi e presenze registrati in alloggi privati che sfuggono alle statistiche ufficiali. E' nostra intenzione analizzare con calma l'andazzo registrato, capire meglio dove e come intervenire per eliminare le lacune e per rendere ancora più appetibile quanto già di positivo abbiamo. Ma già delle idee a tal proposito ce le abbiamo».

Confische in provincia Primi beni aicomuni Presto i Comuni della provincia diAgrigento avranno la possibilità di utilizzare terreni ed immobiliche sono stati confiscati, nel corso degli anni, alle famigliemafiose, ed ora vengono messi a disposizione delle comunità. Esempi,in passato, ce ne sono già stati. Uno di questi è Robadao, a Naro,che il Consorzio per la legalità e lo sviluppo già da alcuni anniha consegnato ad un gruppo di giovani che, insieme all'associazio -ne Libera, hanno realizzato nel sito un'azienda agricola. Ma esempicome questo ce ne sono diversi altri, anche se non mancano di certo ibeni non ancora utilizzati. Tra i Comuni destinatari di beniconfiscati alla mafia c'è Palma di Montechiaro. Un'assegnazioneha avuto luogo, da parte dell'autorità preposta, proprio negliultimi giorni. «Nel pomeriggio di ieri (mercoledì ndr) - haannunciato Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro, l'Agenzianazionale per l'amministrazione e la destinazione dei benisequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ci haconsegnato, per l'utilizzazione a fini istituzionali, contemplatidalla normativa nazionale, uno dei due beni confiscati che ci avevanopreannunciato». «Si tratta - aggiunge il primo cittadino palmese -di un terreno con fabbricato posto a Capreria, che la giuntamunicipale, con delibera dell'8 gennaio del 2009 e successivadelibera del 27 dicembre 2012, aveva destinato a Centro per igiovani». Amato ha spiegato, nei dettagli, in che cosa sarannotrasformati il terreno ed il fabbricato di contrada Capreria,confiscati alla mafia. «Il sito diventerà - conferma il primocittadino di Palma di Montechiaro - un centro di ospitalità digiovani partecipanti a campi di lavoro e scambi culturali, ludoteca ecentro sociale estivo per ragazzi». Dunque, almeno nelle intenzionidelle amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida dellacittà del Gattopardo, quell'area non distante dal mare, e sita apochi chilometri dal centro abitato, è destinata ad accogliere igiovani. «L'amministrazione comunale ha così assunto l'obbligo -aggiunge Pasquale Amato - di procedere alla trascrizione delprovvedimento di destinazione presso la competente Conservatoria deiRegistri Immobiliari e ad inviare copia della nota di trascrizione,completa del vincolo di indisponibilità apposto sui beni,all'Agenzia Nazionale per l'Ammi - nistrazione e la Destinazionedei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata,Uffici di Palermo». Ma la giornata in cui Palma di Montechiaro haricevuto l'assegna - zione dei beni confiscati alla mafia, è statoricordato Giovanni Fazio, il vigile urbano assassinato nella cittàdel Gattopardo ormai 19 anni fa, «colpevole», soltanto di volerfare rispettare la legge. «Quella del 21 settembre - ha conclusoPasquale Amato - per la nostra comunità è stata la «Giornata dellamemoria». E' stata celebrata la Liturgia della parola nella chiesaMaria Santissima degli Angeli (Purgatorio), poi si è proceduto conla visita nei luoghi dell'esecuzione, per la commemorazione, perricordare Giovanni Fazio e i caduti di mafia per mano di palmesi: ilgiudice Rosario Livatino, il giudice Antonino Saetta e il figlioStefano». Un appuntamento, questo, che a Palma di Montechiaro vienecelebrato ogni anno, proprio per non dimenticare chi ha dato la vitaper la legalità.

Agrigentonotizie.it

Disavanzo di quasi 3 milioni dieuro, il Comune di Favara è dissestato
Ilconsiglio comunale di Favara ha approvato il rendicontodi gestione del 2015.E' stato accertato un disavanzo di amministrazione di oltre 2milioni e 800 mila euro.Disavanzo che non sarebbe ripianabile e che andrebbe adaggiungersi ai 30milioni di euro di debiti oggettodel piano di riequilibrio approvato nel 2015. Il Municipiodi Favara sembrerebbe essere ormai dissestato.Sarà però, naturalmente, necessario un passaggio formale. E a doverfarlo sarà proprio il consiglio comunale

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