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Rassegna stampa del 14 ottobre 2016

 

Giornale di sicilia.

Ex provincia. Alla presenza anche di ufficiali della Guardia di Finanza, la legislazione spiegata agli operatori
Turismo, corso per gestori di B&B contro il fenomeno degli abusivi
Sono cinquanta i titolari di strutture ricettive e i rappresentanti di associazioni di categoria che hanno preso parte ieri, nella sala convegni "S.Pellegrino", alla seconda giornata della Formazione Turistica sulle strutture ricettive, organizzata dal Settore Promozione Turistica del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Puntisalienti dell'incontro i profondi cambiamenti dell'offerta turistica negli ultimi anni e la normativa che regola le strutture alternative a quelle alberghiere, in particolare bed&breakfast e  case vacanza, ai quali si rivolge la maggioranza dei turisti. Saverio Panzica, già dirigente della Regione Siciliana ed esperto di legislazione turistica, ha definito  storica" la giornata perché ha chiarito agli operatori quale sia il percorso di legalità da seguire per contrastare l'abusivismo, e quanto importante sia la formazione in questo senso  per evitare conseguenze sul piano fiscale e penale. Attenzione puntata - si legge in una nota - anche sul confine tra attività saltuarie e imprenditoriali vere e proprie, e sulla normativa riguardante le strutture extra alberghiere o complementari, comprese quelle agrituristiche e del turismo rurale. Il tenente colonnello Fricano, della Guardia di Finanza, ha illustrato in dettaglio la normativa fiscale e tributaria alla quale tutte le strutture turistiche devono attenersi, e la tipologia dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza. Infine, l'ing. Abruzzo, dei Vigili del Fuoco, ha illustrato la normativa sulla sicurezza, in particolare quella antincendio. Una giornata di formazione - conclude la nota - per fare chiarezza sulle problematiche riguardanti le strutture e su norme spesso poco chiare o poco adeguate all'evoluzione dell'offerta turistica e a contrastare il fenomeno dell'abusivismo.

Sicilia24h.it

 Conclusala giornata di formazione turistica per i titolari di strutturericettive

Sonocinquanta i titolari di strutture ricettive e i rappresentanti diassociazioni di categoria che hanno preso parte stamani, nella salaconvegni "S.Pellegrino", alla seconda giornata della FormazioneTuristica sulle strutture ricettive, organizzata dal SettorePromozione Turistica del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.Punti salienti dell'incontro, introdotto e coordinato da AchilleContino, Direttore del Settore Promozione Turistica del LiberoConsorzio, i profondi cambiamenti dell'offerta turistica negliultimi anni e la normativa che regola le strutture alternative aquelle alberghiere, in particolare bed&breakfast e case vacanza,ai quali si rivolge la maggioranza dei turisti. IlSaverio Panzica, già dirigente della Regione Siciliana ed esperto dilegislazione turistica, ha definito "storica" la giornata perchéha chiarito agli operatori quale sia il percorso di legalità daseguire per contrastare l'abusivismo, e quanto importante sia laformazione in questo senso per evitare conseguenze sul piano fiscalee penale. Attenzione puntata anche sul confine tra attivitàsaltuarie e imprenditoriali vere e proprie, e sulla normativariguardante le strutture extra alberghiere o complementari, compresequelle agrituristiche e del turismo rurale. Il dr. Panzica haelogiato il lavoro svolto dal Libero Consorzio nell'attività diclassificazione delle strutture ricettive, che garantisce larispondenza a criteri di qualità e di rispetto delle norme. IlTenente Colonnello Fricano, della Guardia di Finanza, ha illustratoin dettaglio la normativa fiscale e tributaria alla quale tutte lestrutture turistiche devono attenersi, e la tipologia dei controllieffettuati dalla Guardia di Finanza. Infine, l'ing. Abruzzo, deiVigili del Fuoco, ha illustrato la normativa sulla sicurezza dellestrutture, in particolare quella antincendio. Una giornata diformazione importante, che il Settore Promozione Turistica ha volutoorganizzare per la formazione di dipendenti pubblici e operatori delturismo, soprattutto per fare chiarezza sulle problematicheriguardanti le strutture e su norme spesso poco chiare o pocoadeguate all'evoluzione dell'offerta turistica e a contrastare ilfenomeno dell'abusivismo.

Giornaledi sicilia.

PortoEmpedocle è ripiombata in una nuova, ennesima emergenza igienicosanitaria.

Glioperatori ecologici infatti, non posso effettuare la raccolta deirifiuti perchè nei depositi delle rispettive imprese, ci son ancorai mezzi pieni della spazzatura di mercoledì scorso quando dopo aversvuotato i cassonetti non era stato possibile scaricare in discarica.I cancelli dell'impianto di Siculiana gestito dalla CatanzaroCostruzioni infatti sono rimasti chiusi ai mezzi di Porto Empedoclevisto che il Comune, da ieri in dissesto economico, deve loro circa400 mila euro. Il problema ulteriore è rappresentato dal fatto cheil Comune empedoclino, pur sapendo già da una settimana cheCatanzaro avrebbe autorizzato il conferimento in discarica solo perqualche giorno, per contribuire allo smaltimento dei rifiuti dopo losciopero dei netturbini, non si è attrezzata per tempo chiedendoaiuto alla Regione. cosa che ha atto solo tre giorni addietro circa.Ora, conoscendo i tempi degli uffici regionali, va da se che a PortoEmpedocle, si è già sull'orlo di un'altra emergenza igienicosanitaria. Ieri le Imprese hanno nuovamente scritto all'Aro «Vigata- Scala dei Turchi», al prefetto Nicola Diomede e al commissariatodi Pubblica Sicurezza per segnalare lo stato delle cose. «Chiediamoall'Aro - scrivono Iseda, Icos ed Ecoin - di attivarsi con estremaurgenza per la risoluzione del problema. Occorre evitare che la cittàpiombi nuovamente nel gravissimo stato di emergenza appena superato eche le alte temperature di questi giorni, possano innescare fenomenidi autocombustione dei rifiuti contenuti all'interno degliautocompattatori determinandone il danneggiamento». Le aziende delcomparto rifiuti, sono inoltre in attesa di conoscere un possibilesito alternativo a quello di Siculiana dove conferire i rifiuti giàraccolti visto che la situazione non è stata ancora affrontata dagliorgani competenti e la soluzione non appare di rapida individuazione.Dal Comune intanto, non è stata emessa alcuna ordinanza che inviti icittadini a non conferire i sacchetti dei rifiuti nei cassonettialmeno per uno o due giorni mentre il mercato settimanale del giovedìsi è regolarmente tenuto nonostante il servizio, si sapesse già,che non poteva essere effettuato. Una situazione delicata che se nonandrà affrontata e risolta per tempo può degenerare in un'emergenzaigienico sanitaria per tutto il paese empedoclino.

San Leone
Domani tornano in libertà due tartarughe
Saranno liberati sabato prossimo 15 ottobre a San Leone due magnifici esemplari di Tartarugamarina curati e recuperati alla vita selvatica nel Centro di Recupero Fauna Selvatica del CTS di Cattolica  Eraclea. Si tratta di una femmina di circa 35 kg e di un subadulto, provenienti da Linosa e catturati accidentalmente dai palangari, e adesso perfettamente recuperati.

Agrigentonotizie.it

PietroBartolo è "commendatore", è stato insignito daMattarella

PietroBartolo
 - ilmedico che da anni si occupa di dare il primo soccorso ai migrantiche giungono a Lampedusa - è stato insignito, dal presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella, dell'onorificenzadi "commendatore".E'accaduto a Roma, in Senato, mentre il medico presentava il libro"Lacrime di sale", scritto insieme alla giornalista LidiaTilotta". PietroBartolo è il protagonista del film-documentario di Gianfranco Rosi:"Fuocoammare".

Ato idrico: acqua inqunata al Vilalggio Mosè?
L'acqua di Villaggio Mosè è inquinata o no?

Lo chiede il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Marcella Carlisi. "In relazioneall'inquinamento a Villaggio Mosè - si legge in una nota - i primi di agosto glistessi rappresentanti in consiglio del Movimento 5 Stelle,hanno protocollato una interrogazione riguardante il metodo con cuisi era avvisata la popolazione interessata, solo qualche giorno dopol'erogazione dell'acqua non potabile"."L'11 ottobre - prosegue Carlisi - è arrivata la risposta delsindaco dove si fa presente, preliminarmente, che la stessa ordinanza è statarevocata il 30 settembre 2016 a seguito della comunicazione degli esiti favorevoli delle analisi dei campioni di acqua. Per la modalità dipubblicazione l'amministrazione fa presente che oltre alla pubblicità legale, prevista per legge, è stata data diffusione anche tramite i mezzidi comunicazione e che, nell'intento di dare la più ampia diffusione a tali ordinanze, è stato dato indirizzo al competente ufficio, diprovvedere alla diffusione, anche con modalità ulteriori di informazione (avvisi cartacei e comunicatistampa) idonee a raggiungere ognifascia d'utenza, nonché di monitorare l'evoluzione delle problematiche anche in relazione all'operato dell'ente gestore"."Ma - scrive Carlisi -saranno soddisfatti i cittadini per questa risposta? Noi consiglieri del Movimento 5 Stelle non lo siamo, soprattuttoper la tardività con cui arriva tale risposta, così come l'ordinanza di revoca: ben due mesi dopo l'inquinamento registrato dal 29/7 al 30/9e ci chiediamo cosa ne è stato delle persone che hanno utilizzato l'acqua, in tutto questo tempo. La situazione si è, tra l'altro, ripetutanello stesso quartiere e alcuni cittadini ancora aspettano un'ordinanza di revoca, per esempio della 227 del 5/9/2016 riguardantel'inquinamento dell'acqua prelevata il 2/9/2016 in via dei Fiumi. Con l'arrivo di Settembre sisono anche aperte le scuole e qualcuna diqueste opera proprio nell'area inquinata. Alcuni cittadinisisarebbero sentiti rispondere 'tanto viene usata solo per gliscarichi neigabinetti'; ma nessuno vieta ad un ragazzino di lavarsi la faccia e ingerire dell'acqua dopo un ora di educazione fisica. Mentre alcunicittadini della via dei Fiumi "e traverse coinvolte nello stesso turno di erogazione (qualisono? boh!)" dormono sonni tranquilli, perchénon sisono accorti di niente, altri vivono con angoscia perché invece sono a conoscenza dell'inquinamento idrico che si protrae da unmese"."L'angoscia, per queste persone, - prosegue Carlisi - è diventata rabbia quando hanno capito che, probabilmente, del loro problema nonimportava a nessuno. Questi cittadini hanno contattato tutti gli uffici pubblici possibili e anche le forze dell'ordine, senza riuscire adavere risposte concrete sulla situazione e sul potenziale pericolo. Prima sono state sigillate le prese, poi puliti i recipienti e l'acqua èstata distribuita con le autobotti, per lo più a chi ha protestato, dicono. Poi, sembrerebbe, che operatori del gestore abbiano detto agliabitanti 'Ok, prendete l'acqua' e che perfino un preside fosse stato informato di un'ordinanza che invece non esisteva e così fino a farearrivare la notizia agli assessori. Ancora non c'è un'ordinanza di revoca, ma isigillisono stati tolti e l'acqua viene erogata e non piùdistribuita con l'autobotte. Cosa significa? Se qualcuno dovesse sentirsi male, il responsabile della salute pubblica cittadina non ne avràla colpa? Tuttisanno poco o niente, compresi dirigenti ed assessori. Questi cittadini non dovrebbero avere una decurtazione delle tariffeidriche?".

livesicilia.it

Formazione. è guerra tra enti e lavoratori

In mezzo sono rimasti loro. Nel bene e nel male, oggi come in passato, in mano alla politica, al "sistema" Formazione, alle logiche della burocrazia, ai finanziamenti che calano. E così per molti lavoratori le graduatorie dell'Avviso 8 che oggi appaiono in Gazzetta ufficiale somigliano a una sentenza. A una lettera di licenziamento. Un "taglio" che i sindacati stanno provando a quantificare. Si parla di non meno di duemila persone. Sono i dipendenti degli enti "storici" e meno storici rimasti fuori dalle posizioni utili per i contributi. Senza commesse, l'ente dovrà licenziare. È il caso dell'Anfe, ad esempio, rimasto fuori dalle posizioni utili e che dovrà gestire la delicata situazione di 600 dipendenti. Il titolare Paolo Genco ha già promesso battaglia: ricorsi contro l'Avviso 8. E ci risiamo.
Perché la storia di questo Avviso è anche un po' avvolta nel mistero. Ombre che si aggiungono a quelle degli sponsor politici che sembra non abbiano alcuna intenzione di abbandonare, nonostante le più volte annunciate moralizzazioni, questo settore. Prima dell'Avviso 8, infatti, erano già saltati due bandi analoghi. Nel secondo caso, il motivo è legato a un ricorso di un ente, l'Isem, che poi non risulterà nemmeno presente nella graduatoria dell'Avviso 8. In quella circostanza il Tar aveva precisato che i finanziamenti, derivanti da Fondi europei, avevano come priorità la formazione in sé, non le garanzie occupazionali. Insomma, nessun automatismo tra contributo e lavoratore.
Adesso però, per quei lavoratori si avvicina il baratro. E anche la sensazione di essere entrati nel classico gioco del "levati tu che mi metto io". "Ad oggi - spiega ad esempio il responsabile della Cisl, Giovanni Migliore - i lavoratori che possono dirsi ancora sicuri di un posto sono 1681, compresi i corsi dell'Obbligo formativo". Il resto? Ad oggi la quota dei dipendenti che potrebbero perdere il posto per la mancanza di finanziamenti sono, secondo i sindacati, circa 2.300.
Proprio per discutere del destino di questi, i sindacati sono stati convocati per martedì dall'assessore Bruno Marziano. Che fine faranno questi dipendenti? Saranno ripescati negli altri enti, considerato che fanno ancora parte di un albo unico dei formatori popolato però da oltre 8 mila nomi? A queste domande, al momento, non corrisponde alcuna risposta. Per vari motivi.
L'Avviso 8, infatti, chiede agli enti di procedere, in caso di nuova assunzione "prioritariamente" dall'albo, cioè dai lavoratori assunti a tempo indeterminato fino a pochi anni fa. Ma i dubbi sono tutti in quell'avverbio. Che significa "prioritariamente"? Semplicemente che a parità di professionalità richieste, un ente non potrà assumere all'esterno ma dovrà pescare dal lavoratore dell'albo. Ma qui la situazione si complica. Perché ad esempio alcuni corsi nuovi avranno bisogno di professionalità che nell'albo non sono rappresentate. E ancora, se tra i formatori licenziati, ad esempio, ci sono 50 docenti di ristorazione e i nuovi corsi ne prevedono solo l'utilizzo di venti, ecco trenta formatori che non avranno un posto in cui lavorare. E c'è di più. "C'è anche il fattore geografico - spiega il responsabile Uil Giuseppe Raimondi - visto che non è detto che un lavoratore di un ente, ad esempio, di Palermo, sia disposto a lasciare una famiglia per spostarsi a trecento chilometri di distanza".
Tra l'altro, mentre molti di questi lavoratori potevano godere di un contratto a tempo indeterminato, l'eventuale ripescaggio nel nuovo ente, fanno sapere alcuni enti "giovani", avverrebbe attraverso un contratto a termine, che scadrebbe con la fine dei finanziamenti, al momento previsti solo per un anno. "Ma le norme - insiste Migliore - obbligano gli enti a ricorrere a non più del 20 per cento dell'organico a lavoratori con contratti atipici. Chiederemo che si vigili su questi fatti. Ma non solo. Chiederemo il controllo capillare delle attività di quegli enti che, per ottenere un punteggio più alto, hanno dichiarato di svolgere corsi in zone interne della Sicilia o di prevedere degli stage. Se non lo faranno, chiederemo che decadano i contributi". "All'assessore - ribadisce Raimondi - proporremo un accordo di natura sindacale che obblighi gli enti, in caso di nuove assunzioni, ad attingere da elenchi provinciali fatti dai lavoratori storici". Una guerra tra vecchi e nuovi, enti storici e giovani. Questi ultimi rappresentati dalle associazioni Anfop, Assofor e Aref (che affermano però di rappresentare anche alcuni soggetti "storici"): "Siamo disponibili - fanno sapere - ad incontrare le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori del settore, e, se ritenuto, anche il governo, al fine di attivare un confronto volto a garantire procedure di ricollocazione certe e trasparenti".
Ma è già guerra. E l'Avviso sarà presto sepolto dai ricorsi. Oltre a quello eventuale dell'Anfe, tanti altri enti esclusi stanno già pensando di impugnare il mega-bando da 136 milioni. Avviso che da oggi è ufficiale: è sbarcato in Gazzetta. Tra ombre e polemiche.

Manovra da 221 milioni di euro
Fondi per Formazione e precari
La mini Finanziaria di Baccei contiene anche un lungo elenco di finanziamenti a vari enti.
PALERMO - Una manovra da 221 milioni di euro. A tanto ammonta il piano di assestamento che l'assessore all'Economia Alessandro Baccei ha presentato ieri alla Giunta in attesa del passaggio in Aula. Gli interventi più sostanziosi in favore delle ex Province e dei precari. Salta all'occhio, tra l'altro, come scrive la Repubblica, il finanziamento da 25 milioni di euro alla Formazione professionale, per garantire i corsi fino alla fine del 2017, più 1,1 milioni di euro per "i tirocini formativi e di orientamento per assistenti sociali e operatori del comparto socio-assistenziale". Alle ex Province, ormai in gravi difficoltà economiche, andranno circa 20 milioni di euro, per pagare gli stipendi in questo ultimo anno in vista delle prossime elezioni regionali. con 3,6 milioni di euro la Regione, tra l'altro, pagherà direttamente i circa 500 dipendenti dei 18 Comuni in dissesto. Otto milioni di euro andranno ai Forestali. Queste le spese più rilevanti, poi un lungo elenco di finanziamenti a vari enti, cari al governatore e ai suoi assessori. Tra questi spiccano il milione di euro per la Kore di Enna, i 250 mila euro per il Brass Group (che senza il contributo regionale sarebbe finito in liquidazione), due milioni di euro circa da spartire tra diverse associazioni. Il documento di Baccei, una piccola Finanziaria, dovrà passare al vaglio dell'Aula e dovrà essere approvato per permettere il pareggio di bilancio per il 2016.

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