Sabato 5 novembre 2016
Gds.it
Depuratori sotto ispezione ad Agrigento
AGRIGENTO. Potrebbe anche configurarsi l'ipotesi di reato di stoccaggio abusivo di rifiuti speciali. Sono almeno quattro i depuratori comunali che, a partire dagli ultimi giorni, sono stati ispezionati dalla polizia provinciale. Ispezioni e monitoraggi sono però ancora in corso d' opera e proseguiranno anche nelle prossime ore. Ma dai depuratori di Montallegro, Cattolica Eraclea, Sambuca di Sicilia e Sant'Angelo Muxaro, il raggio d' azione - e di controllo - del settore Ambiente del Libero consorzio comunale e della polizia provinciale dell' ormai ex Provincia regionale sembra essere destinato ad allargarsi.
Controvoce
Il Tribunale di Agrigento ha dichiarato illegittime le tariffe dell'acqua applicate da Girgenti Acque nel comune di Agrigento dal 2008 al 2011.
E' da questa notiza che parte oggi la nota del Comitato per l'Acqua Pubblica Inter.Co.PA.
"Finalmente qualcosa di importante si è realizzato e la strada da sempre sostenuta da parte del Nostro comitato, oltre alla risoluzione/rescissione, è giusta e legittima".
"Purtroppo, ancora una volta è il privato cittadino che deve farsi giustizia considerato che le istituzioni arrivano dopo decenni o non arrivano affatto. - dicono dal Comitato - Infatti, le sei sentenze di ieri si devono grazie ad un Amministratore di condomini che è riuscito a fare prendere coscienza a tutte le famiglie che abitano in sei (6) diversi condomini da lui amministrati che le tariffe applicate erano illegittime, e ieri, finalmente, il tribunale di Agrigento ha emesso le sentenze che sostanzialmente hanno dichiarato illegittime le tariffe applicate dal 2008 al 2011".
"Queste sentenze hanno una indubbia connessione con le tariffe applicate dal gestore in tutto il consorzio di Agrigento tenuto conto che la basse di calcolo delle tariffe erano sin da principio(2008) taroccate. - continua il coordinatore Franco Zammuto - Se poi aggiungiamo che la delibera n. 2 del 2012 nasce inficiata, considerato che quella delibera, non solo agiva retroattivamente a partire del mese di gennaio 2012, ma addirittura era fatta valere come se fosse in vigore già nel 2011 per potere applicare le nuove disposizioni dell'AEEGES, dove si stabiliva che 'le nuove disposizione dovevano essere applicate sulle tariffe in vigore nell'anno 2011'. E come è ovvio nel 2011 le tariffe, se pur già "taroccate", come dicono le sentenze del tribunale di Agrigento, erano inferiori".
Alla luce delle nuova sentenza il comitato Inter.Co.PA è dell'avviso che l'assemblea dell'ATI abbia oggettivi elementi per dichiarare illegittime le tariffe applicate e disporre, con semplice delibera "motivata", nuove e ridotte tariffe. Inoltre, anche in virtù di queste sentenze, il comitato inter.Co.PA è sempre più convinto che si debba procedere alla rescissione/risoluzione del contratto con il gestore Girgenti Acque. Infine dal Comitato avanzano l'ipotesi di fare una class action per il "maltolto".
Sempre verso il fronte della risoluzione del contratto, Zammuto ricorda che su direttiva del Commissario straordinario del Libero Consorzio, Barberi, il Corpo di Polizia Provinciale e Settore Ambiente, e in alcuni casi alla presenza dei tecnici dell'ARPA, stanno effettuando una fitta serie di controlli sui depuratori appartenenti al consorzio di Agrigento, e "dalle prime notizie trapelate sembra che siano già emerse delle criticità".
Domenica 6 novembre 2016
Cresce la Polemica. Tra favorevoli e contrari
Ad Agrigento il Comune ha deciso dovrà pagarsi la tassa per il soggiorno
Il consiglio comunale ha detto "sì". La tassa di soggiorno, ad Agrigento, è stata istituita. L'importo dell'imposta non è stato ancora stabilito. Spetterà all'Esecutivo farlo nelle prossime settimane. L'idea di massima però è quella di un euro a testa per chi si appoggerà alle strutture a tre stelle e di due euro, o poco meno, per quanti, invece, sceglieranno di alloggiare in alberghi a quattro stelle. «Agrigento - ha detto, ieri, il sindaco Lillo Firetto - era forse, in tutta la penisola, una delle poche città interessata da significativi flussi di turisti a non avere adottato la tassa di soggiorno. Si colma una lacuna che consentirà di intervenire sul miglioramento dei servizi al settore turistico e sul decoro urbano». L'imposta di soggiorno è destinata
a finanziare interventi per il turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, ma anche opere di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali. Il "coro" dei favorevoli e dei contrari, ieri, ha ripreso voce. «Bocciate le proposte dell'opposizione, ossia le esenzioni per studenti, per gli artisti dei gruppi folk» - ha scritto il consigliere del movimento Cinque Stelle Marcella Carlisi - . (*CR*)
Previdenza. La proposta del presidente dell'Inps, che ipotizza 15 giorni di «licenza» ai papà per accudire i neonati. «In Italia si penalizzano troppo le carriere delle madri»
Boeri: «Il congedo di paternità sia obbligatorio»
Roma
Quindici giorni di paternità obbligatoria e retribuita per accudire il neonato e magari anche la mamma, stanca dal parto. In Italia, a differenza di tutti i principali Paesi europei, Slovenia compresa, i 15 giorni sono un obbiettivo di civiltà ancora remoto. Dal 2015 giace in Parlamento una proposta di legge che li prevede, ma al momento l'attuale legge di bilancio conferma solo per il 2017 i due giorni introdotti in via sperimentale nel 2012 ma non ancora stabilizzati. Un assist a favore dei papà (e quindi di mamme e bambini) è arrivato ieri dal presidente dell'Inps Tito Boeri che, sollecitato a dire la sua durante un convegno milanese, ha rilanciato la proposta dei 15 giorni obbligatori auspicando addirittura sanzioni per renderli più efficaci. «Bisogna andare nella direzione dei 15 giorni» di congedo parentale obbligatori per i papà (i congedi facoltativi già ci sono, ndr). Secondo il professore della Bocconi, la misura spezzerebbe «il circolo vizioso che si è creato su un equilibrio sbagliato, che vede l'uomo con maggior potere contrattuale nello stabilire chi deve lavorare e chi deve stare con i figli». Tenere i papà a casa 15 giorni ad accudire il proprio figlio è «fondamentale per un Paese come il nostro, in cui si penalizza in modo pesante la carriera delle madri». Non solo, sarebbe anche utile all'intelligenza del bambino. Boeri ha citato «studi fatti in Paesi con la paternità obbligatoria» da cui emerge che «la presenza dei padri ha contribuito allo sviluppo cognitivo dei figli», perché «anche i padri hanno un ruolo importante nella genitorialità». Tuttavia in Italia restano pesanti sacche di resistenza a una cultura della condivisione paritaria dell'accudimento dei figli. «I datori di lavoro - ha detto Boeri - considerano le donne con figli come un costo e culturalmente si crede che le madri che lavorano siano cattive madri, ma non è così». Questa mentalità porta a spingere i papà a non prendere i congedi facoltativi perché spesso chi lo fa rischia poi di essere penalizzato sul lavoro. «Risultato: solo 4 padri su 100 prendono congedi facoltativi» ha ricordato Boeri. Il diritto alla paternità obbligatori è arrivato in Italia solo nel 2012 con la legge Fornero, che concesse un giorno, più altri due da sottrarre aquelli della mamma. Nel 2016, il governo Renzi ha portato i giorni a due, confermati per il 2017 con una copertura in bilancio di 20 milioni. Ora la deputata del Pd Titti Di Salvo, vicepresidentedel gruppo alla Camera con delega di coordinamento alle commissioni Lavoro e Affari sociali, ha annunciato che presenterà un emendamento alla legge di bilancio che porterebbe i giorni a 5; la copertura necessaria sarà di 50 milioni. «L'obiettivo di arrivare a 15 giorni resta - dice Di Salvo - anche se, realisticamente, sarà graduale. Penso che il nostro emendamento possa passare perché quella della paternità obbligatoria è una battaglia molto condivisa nel partito. Il Governo ha confermato i 2 giorni tocca ora al Parlamento migliorare una misura che interessa tutto il Paese». Favorevole, in linea di principio, anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti; unica pregiudiziale «la sostenibilità dei Tito Boeri, presidente dell'Inps costi».
lunedì 7 novembre 2016
Pro Loco
Un siciliano è il presidente nazionale
Antonino La Spina è il nuovo presidente dell'Unione Nazionale delle Pro Loco D'Italia (Unpli). La Spina, 46 anni, nato a Sant'Alfio in provincia di Catania, è stato eletto con 179 preferenze su 275 votanti; Francesco Fiorelli, l'altro candidato alla presidenza nazionale, si è fermato a quota 78; 14 le schede bianche, 4 le nulle. L'assemblea nazionale elettiva Unpli si è svolta all'Ergife di Roma.
Dall'ex provincia dichiarano che il servizio è fermo dal 2013 e che doveva essere l'Arpa a proseguire il percorso intrapreso negli anni
Qualità dell'aria, niente soldi: stop al monitoraggio
Qualità dell'aria nell'Agrigentino: nessun monitoraggio. Attualmente infatti il servizio è fermo. Da tre anni sono infatti inattive le centraline di monitoraggio che l'ex Provincia aveva installato ad Agrigento Centro, Monserrato Agrigento, Valle dei Templi Agrigento, Cammarata, Canicattì, Lampedusa e Porto Empedocle. L'ente non ha i soldi per poter effettuare il servizio (per un ammontare di circa 100 mila euro all'anno) e così non si conosce più la qualità dell'aria che i cittadini respirano, soprattutto lo sforamento delle polvere sottili. Dall'ex Provincia, oggi guidata dal commissario Roberto Barberi, fanno sapere che «per mancanza di fondi il servizio non viene erogato dal 2013 dall'ente, ma doveva essere l'Arpa a proseguire il percorso intrapreso negli anni». Sembra che manchi una convenzione tra l'ex Provincia e l'Arpa per poter avviare il servizio. Ed intanto sono passati tre anni. A far scoppiare il caso è stata la richiesta di intervento, da parte di alcuni cittadini di Joppolo Giancaxio che hanno chiesto l'intervento dell'Arpa e di Legambiente sulla situazione che si registra nelle adiacenze dell'impianto di compostaggio, che si trova tra le contrade Realturco e Manicalunga. Proprio nei giorni scorsi, a seguito di un esposto presentato da alcuni cittadini che segnalavano emanazioni di cattivo odore dall'impianto di compostaggio e su invito del sindaco, i tecnici del settore Ambiente del Libero consorzio comunale, l'ex Provincia, assieme ai responsabili dell'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente e alla Polizia Provinciale, hanno eseguito un controllo sull'impianto. Nel corso dell'ispezione è stato constatato che il bio filtro funzionava solo su gestione manuale a causa di un guasto dei pannelli del controllo elettronico, causando le emanazioni segnalate dai cittadini. L'impresa che gestisce l'impianto è stata invitata ad effettuare le necessarie riparazioni dell'impianto. Proprio in questi giorni, tuttavia, la stessa impresa ha comunicato all'ex Provincia che è in corso d'opera l'in
stallazione di un nuovo impianto per l'abbattimento degli odori, che dovrebbe risolvere definitivamente un problema che ha creato non pochi disagi ai cittadini di quella zona. «Anche questo controllo -spiega in una nota il commissario del Libero consorzio, Roberto Barberi - è stato eseguito ai sensi dell'articolo 197 del Decreto Legislativo 152/2006 che attribuisce alle ex Province precise competenze in materia di monitoraggio e controllo ambientale, competenze mantenute anche dopo l'approvazione da parte dell'Ars della legge regionale sul riordino delle Province». La stessa legge che prima veniva utilizzata per mettere in mettere in funzione le centraline oggi inutilizzate. Le centraline sono state acquistate negli anni scorsi e adesso vengono abbandonate, non c'è alcuna manutenzione. Impossibile conoscere i tassi di inquinamento in zone come il quartiere di Monserrato, ad Agrigento, in cui in diverse rilevazioni sono stati superati i limiti di polveri sottili, tecnicamente il Pm10. La rete di monitoraggio della qualità dell'aria e il laboratorio mobile per il rilevamento dell'inquinamento atmosferico non sono più attive. Il commissario non ha i fondi necessari per finanziare un nuovo bando per riattivare questo importantissimo servizio. I suoi uffici hanno cercato di trovare i fondi necessari presso la comunità europea come si è fatto in altre città. Le dodici centraline che diffuse sul territorio agrigentino non registrano più i dati e l'ultimo bollettino diffuso dalla Provincia risale al marzo del 2013. Nel mese di marzo del 2013 si era tenuto a Palermo un tavolo tecnico tra dirigenti e tecnici dell'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente (Arpa) e dell'allora ex Provincia di Agrigento, per illustrare il nuovo Programma Regionale di Valutazione della Qualità dell'Aria. Una riunione, peraltro, richiesta alla fine del 2012 dalla stessa Provincia per definire i tempi di acquisizione, da parte della Regione Siciliana, delle centraline che faranno parte della nuova rete regionale. Analizzando la rete di monitoraggio della qualità dell'aria, e in assenza di elementi certi sulla tempistica del passaggio della gestione all'Arpa, era stato concordato che la Provincia si sarebbe fatta carico della manutenzione della propria rete in quanto non era possibile interrompere il monitoraggio della qualità dell'aria. Ma ad un certo punto tutto si fermato. E le centraline sono abbandonate a se stesse, lasciate incustodite ed in preda ai vandali. Come a Canicattì dove l'impianto, che riporta ancora la scritta "di proprietà della Provincia Regionale di Agrigento", è parcheggiato in mezzo ai rifiuti in angolo nei pressi del viale della Vittoria, vicino alla villa comunale. Rifugio di randagi e di zingari senza fissa dimora.
5 novembre - sabato
LA SICILIA
Pensioni: anticipo volontario, la
rata sarà fino al 5,5% annuo
CON RICHIESTO DEL 100 %.
Sull'assegno certificato dall'Inps per 20 anni, la trattenuta
totale sarà del 20%.
ROMA. Chi vorrà usufruire
dell'anticipo pensionistico volontario pagherà una rata sulla
pensione netta futura fino a! 5,5%dne- dio annuo: in pratica in caso
di tre anni e sette mesi di anticipo rispetto all'età di vecchiaia
e di un'Ape richiesta al 100% del la pensione certificata mensile,
la rata si avvicinerà al 20% della pensione netta.
La media del 4,6- 4,7% annuo comunicata
finora fa riferimento ad una richiesta di Ape dell'85% della
pensione certificata: un livello forse non scelto a caso, visto che
con un Dpcm il governo dovrà fissare una so glia percentuale alla
richiesta dì anticipo, che varierà anche a seconda della durata
dell'Ape.
È quanto si evince elaborando i
calcoli diffusi dal team economico di Palazzo Chigi guidato dal
sottosegretario Tommaso Nannicini.
Uno studio ricco di slide e tabelle, ma
anche di notizie per quanto riguarda l'Ape volontaria.
La rata spiega il team del governo -
varierà tra il 2% e il 5,5% a seconda della percentuale di Ape
richiesta rispetto alla pensione certificata per 20 anni. Attenzione,
però, bisogna tener presente, al mo mento della scelta e dei calcoli
per accedere all'anticipo che la pensione mensile netta viene
erogata per 13 mesi (e per 13 mesi sarà pagata la rata sul prestito)
mentre il prestito Ape viene erogato per 12 mesi l'anno.
Dalle tabelle che affrontano tutti gli
interventi in materia previdenziale della legge di Bilancio, dall'Ape
social alla quattordicesima, emerge che l'insieme delle misure
costa 6,8 miliardi tra il 2017 e il 20)9 e 24.3 miliardi cumulati"
tra il 2017 e il 2026 (in media 2,4 miliardi l'anno).
Le tavole riportano nel dettaglio i
requisiti per accedere all'Ape volontaria (alme no 63 anni di età,
3 anni e sette mesi di distanza massima dalla pensione di vecchiaia,
20 anni di contributi), ma anche il percorso per accedere allo
strumento e le regole del prestito che dovrebbe dare nuova
flessibilità di uscita. senza costi per lo Stato.
Una volta chiesta la certificazione
della pensione futura all'Inps, il lavoratore avrà informazioni su
banche e assicurazioni aderenti all'iniziativa e sottoscriverà
online la proposta e la quantità prescelta di Ape. Il prestito viene
erogato in rate mensili, mentre all'età di vecchiaia l'Inps
erogherà la pensione al netto detta rata di ammorta mento inclusiva
di restituzione del capita le, interessi e assicurazione.
Se il pensionato muore prima di aver
finito di restituire il prestito l'assicurazione paga il debito
residuo e l'eventuale reversibilità viene corrisposta senza
decurtazioni. Dopo 20 anni dal pensionamento si completa la
restituzione e la pensione torna al livello normale.
Le ipotesi finanziarie di base sono di
un Tan al 2,5% e di un premio assicurativo del 29% del capitale,
mentre è prevista una detrazione fiscale de 50% della quota di
interessi e del premio, in pratica, a fronte di una pensione netta
certificata dall'Inps di 1.286 euro al mese per 13 mesi (da una
lorda di 1.615 euro) e una richiesta per l'Ape dell'85% della
pensione netta mensile per tre anni (1.093 euro al mese) - secondo i
calcoli di palazzo Chigi la rata una volta raggiunta la pensione di
vecchiaia sarebbe di 258 euro al mese, ma scenderebbe a 208 grazie
alle agevolazioni fiscali.
La rata all'inizio delta restituzione
è più alta (circa 54% dell'assegno) per poi scendere con il
passare degli anni (4,1% al termine della restituzione) con l'aumento
della pensione.
Dal momento in cui si accede a pensione
di vecchiaia per tutti i 20 anni di restituzione del prestito si
avrebbe una pensione netta, meno rate e detrazioni, di 1.078 euro al
mese.
La platea potenziale per l'anticipo
pensionistico volontario, secondo il governo, sarà di 300,000
persone nel 2017 e di 115.000 nel 2018.
ALESSIA TAGLIACOZZO
LEGAMBIENTE. Dall'annuale studio
dell'associazione emerge un quadro strutturale poco edificante
Scuole meno sicure e con pochi
servizi
"IL PATTO. Agrigento ha visto
peggiorare il proprio dato rispetto a quanto emerso nel 2015.
Le scuole di Agrigento sono poco si e,
sicuramente, lo sono meno di un anno fa. A crollare è stata anche la
qua complessi I va dell'esperienza scolastica offerta agli alunni.
A raccontarlo è l'annuale studio
condotto da Legambiente sul cosiddetto Ecosistema scuola", il quale
analizza le condizioni degli istituti scolastici del Paese per
valutare la salubrità, la qualità e, soprattutto. la sicurezza. Con
le dovute precisazioni: rispetto ai fattori di rischio, infatti,
l'associazione ambientalista individua come parametri negativi il
fatto che gli istituti siano ospitati in strutture non nate con la
finalità scolastica, la necessità di interventi manutentivi, la
presenza di cemento amianto (o l'eventuale mancato censimento
rispetto alla stessa pre senza). S'eventuale pre senza di
elettrodotti, antenne e reti wi-fi, elettrodotti o pompe di benzina.
Ad ogni modo, rispetto a questa
categoria il Capoluogo ha ricevuto un poco rassicurante
33esimo posto (dove il primo posto è
il peggior piazzamento) con un punteggio di 2,9. Per avere un'idea,
il miglior risultato è quello di Biella, dove gli istituti hanno
ottenuto il punteggio di 2,5. Peggio di noi, in Sicilia, ha fatto
solo Palermo, con un punteggio di - 3 e il 32esimo posto in
graduatoria, per quanto vada fatto notare che nel 2015 lo stesso
report piazzava Agrigento al 4lesimo. quindi in una condizione
migliore.
Se questi i freddi numeri, rispetto
agli istituti Comunali a tracciare un quadro allarmante, già lo
scorso anno, era stato il Ministero dell'istruzione: gran parte
delle scuole risultavano infatti non accatastate, prive di
certificazioni e in attesa di interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria.
Qualcosa, nel frattempo, si è
sbloccata a sotto questo profilo grazie all'Amministrazione, ma il
lavoro è, ad occhio, a meno di metà del percorso.
Non ci sono però solo i problemi di
sicurezza, ma anche gli aspetti connessi ai servizi. Rispetto infatti
alla voce delle "Buone pratiche" (ovvero disponibilità del
servizio di scuolabus, presenza di biblioteche per ragazzi,
finanziamenti per attività educative delle scuole e progetti rivolti
agli under 14, sicurezza urbana nelle aree esterne agli edifici
scolastici, mense scolastiche con pasti biologici, raccolta
differenziata dei rifiuti delle scuole, utilizzo di fonti
d'illuminazione a basso consumo, fonti di energia rinnovabile negli
edifici scolastici ecc) Agrigento è tra i 1 5 capoluoghi peggiori,
relegata com'è al 74esimo posto nazionale.
Lo scorso anno eravamo al 68esimo
posto. Alla fine, però, nella ground zero" siciliana la nostra
città non è quella messa peggio rispetto al punteggio Finale:
62esimo posto, ovvero il secondo risultato regionale dopo Ragusa.
Seguono Caltanissetta (77esimo), Palermo (78esimo posto). Messina
(86esimo posto). Fuori graduatoria Enna, Trapani, Catania e Siracusa
perché hanno inviato dati incompleti o non li hanno completamente
forniti.
G. SCH.
6 novembre - domenica
LA SICILIA
Si va verso il coordinamento dei
Consorzi Universitari
Armao: "No alle decisioni della
Regione sui trasferimenti".
I rappresentanti di Consorzi
universitari siciliani chiamati a raccolta ad Agrigento per iniziare
a parlare e a parlarsi. Per andare in "guerra" contro la Regione?
Il dubbio è legittimo, perché se l'in
contro previsto per i prossimi giorni al Cupa ha come oggetto una
discussione sulle "problematiche comuni e per individuare strategie
che possano contribuire al rilancio del decentramento universitario
nei vari territori della Sicilia, in realtà un problema comune oggi
è l'annunciata decisione della Regione Siciliana di destinare i
fondi del decentra mento universitario solo nel caso che i Consorzi
abbiano convenzioni con università siciliane.
Il discorso, a livello formale, è
attualmente però più ampio.
"Dopo il mio insediamento — spiega
il presidente Gaetano Armao — ho scoperto che ad oggi il
coordinamento dei Consorzio universitari non si è mai insediato e
riunito. Credo sia occasione per farlo ma, soprattutto, per comincia
re a ragionare nell'ottica di creare una rete. Chi lo dice che non
potremmo, ad esempio, avviare interlocuzioni con gli altri Consorzi
per cooperazioni che possano produrre dei corsi di laurea specifici?
Guardando, non so, a Caltanissetta ad esempio per un corso sulle
professioni sanitarie eccetera. Unioni di debolezze, al momento,
visto il taglio dei trasferimenti e l'orizzonte, abbastanza nero,
delle università dei territori. Per tutti la parola d'ordine è
flessibilità, prerogativa oggi spesso ignorata, dato che i Consorzi
sono stati — e in questa ottica li guarda probabilmente ancora la
Regione — riserve indiane delle Univer sità di Palermo, Catania e
Messina. Otti ca dalla quale, partendo da Agrigento, si tenta di
uscire. Quello che non accette remo è il diktat di qualche assessore
che vuole trasformare il contributo ai territori in voucher per le
università — tuona Armao —. Gli assessori all'Economia, se ci
riescono, facciano il loro lavoro.
La sconfessione del presidente del
Cupa, tuttavia, non è totale. "Credo, tutta via — precisa - che
sia opportuno che le risorse ai Consorzi vengano utilizzate
prioritariamente con le Università siciliane. Trovo però assurdo
che ad un Consorzio sia preclusa la possibilità di lanciare sul
proprio territorio un corso solo perché non vi sia una università
siciliana che lo sostenga".
GIOACCHINO SCHICCHI
IL CONSIGLIO COMUNALE. Nonostante
qualche perplessità è stato approvato il tributo da far pagare ai
turisti.
Passa l'imposta di soggiorno C'è
la concreta possibilità che non possa entrare in vigore dal prossimo
anno.
La tassa c'è ma il rischio è che
non si veda. Dopo tre sedute dì fuoco, il Consiglio comunale ha
approvato il regolamento dell'Imposta di soggiorno, con e
opposizioni impegna te a ridurre il margine di arbitrarietà da parte
dell'Amministrazione.
Se sarà questa a stabilire (ma è così
per legge) la quantificazione dell'i posta, che avverrà
annualmente con una delibera, il Consiglio ha invece deciso di
individuare tre scaglioni:
uno per le strutture (B&b,
alberghi, affittacamere e anche camping) da 1 a 2 stelle; quelle a 3
stelle e quelle da 4 a 5 stelle. Terreno di confronto (un pò
paludoso) è stato quello con nesso al come quelle somme devono
essere spese, dato che a delibera individua ambiti molto ampi: tanto
larghi la lasciare spazio, è il timore delle opposizioni alla
discrezionalità, anche se è stato inserito nel regolamento, come
strumento di controllo per volontà della consigliera M55 Marcella
Carlisi (tra le più critiche nei confronti della maggioranza insieme
a Nuccia Palermo, Pdr, e l'indipendente Gerlando Gibilaro) una
consulta degli albergatori che tutta via non avrà probabilmente
alcun potere vincolante. Proprio rispetto agli albergatori, ad inizio
seduta si era posta una questione di merito:
nella proposta di deliberazione, in
fatti, era indicata una riunione coni rappresentanti delle sigle di
categoria che si svolse nel dicembre 2015 ma che, tuttavia, non venne
verbalizzata. Per Thanar&'-(dato che il confronto con le
associazioni è obbliga torio) la maggioranza ha ritenuto bastevole
il fatto che un secondo incontro si era tenuto a settembre sul te ma.
Anche in quel caso gli albergatori avevano ribadito il loro "no",
ma questo incontro non è inserito nette sto della delibera. Per
questo e op posizioni, senza successo, avevano chiesto il rinvio del
punto. Un potenziale vizio che gli albergatori si dico no pronti a
sfruttare dinanzi al Tar.
L'imposta, tuttavia, rischia di non
vedere la luce per il 2017: nella prossima Finanziaria del Governo
nazionale è infatti previsto che anche per questo anno non si
potranno prevedere nuove tasse locali. Un punto sul quale lAnci sta
tentando di recuperare terreno, non Si sa al mo mento con quale
esito.
G. SCHICCHI
7 novembre - lunedì
Scrivolibero
Agrigento, il Libero Consorzio
sbarca su Instagram
Regioni ed Enti Locali0 Il Libero
Consorzio di Agrigento approda anche sul social network Instagram con
l'intento di avviare un nuovo canale di comunicazione con i
cittadini - utenti.
L'ex Provincia ha infatti attivato il
profilo "URP informa Agrigento" curato dall'Ufficio Relazioni
con il Pubblico e che segue quello recentemente attivato su Facebook.
Il profilo Instagram "Urp informa",
è raggiungibile anche attraverso un link posizionato nella homepage
del sito istituzionale dell'Ente www.provincia.agrigento.it.
Sul profilo del social media, è
possibile consultare un ricco book fotografico sui siti di interesse
culturale e paesaggistico, le sedi istituzionali, il patrimonio
artistico, naturalistico, i personaggi della cultura e della vita
sociale e culturale dell'agrigentino.
Il profilo è inoltre corredato da un
galleria fotografica in cui viene brevemente ripercorsa la storia
dello storico edificio che ospita l'ex Provincia, dalle foto sulla
galleria espositiva "Scala Reale", alle opere di interesse
artistico che arredano gli ambienti di rappresentanza dell'Ente.
Una ricca rassegna fotografica illustra
ai visitatori del profilo anche l'attività di comunicazione
istituzionale posta in essere dall'Ufficio Relazioni con il
Pubblico attraverso le diverse sedi.
Una particolare sezione fotografica è
inoltre dedicata alle diverse attività di comunicazione attive sul
territorio come l' unità mobile, il punto informativo della
Stazione centrale del capoluogo, il punto informazioni di Porta V nel
cuore della Valle dei Templi ed in ultimo, anche attraverso il punto
informativo recentemente attivato, grazie ad una convenzione tra
Libero Consorzio e Comune di Agrigento, nel chiosco di Porta di
Porte. Attraverso questo nuovo "canale" di comunicazione offerto
dai social.
Il Libero Consorzio intende
intensificare il proprio dialogo, soprattutto con le nuove
generazioni, con l'intento di meglio radicare negli stessi una
nuova coscienza civica ed uno spirito di "cittadinanza attiva".