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Rassegna stampa del 17 febbraio 2017

Giornale di Sicilia

Dalla conferenza dei capigruppo all'assemblea l'intesa: il governo e i deputati rinunciano alle modifiche
Finanziaria regionale
Accordo per il ritiro degli emendamenti: l'esame può ripartire

Il governo prova ad accelerare l'approvazione della Finanziaria rinunciando ai propri emendamenti per provocare la cancellazione automatica di tutti quelli dei deputati. Ne resterebbero 300 ma l'accordo trovato fra i leader di partiti a ora di pranzo traballa già poche ore dopo in commissione. E così il traguardo del 28 febbraio resta lontano, anche se ora c'è almeno una rotta segnata. Un passo indietro. La Finanziaria è rimasta bloccata perché sommersa da 1.200 emendamenti presentati dai 90 deputati. Anche se per la verità il valzer delle proposte di modifica era stato aperto dallo stesso governo che a metà gennaio ha presentato un corposo blocco di emendamenti al testo base depositato a fine dicembre. E anche questa settimana l'assessore  all'Economia, Alessandro Baccei, aveva aggiunto 41 nuovi emendamenti. Impossibile andare avanti così nei tempi stabiliti, che imporrebbero il via libera della commissione Bilancio entro dopodomani per consentire all'aula di iniziare a votare a metà della prossima settimana. A questo punto ieri, intorno all'ora  di pranzo, in conferenza dei capigruppo il governo ha accolto la richiesta del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, e ha annunciato il ritiro di tutti i propri emendamenti aggiuntivi: si torna quindi al testo base presentato a dicembre. È un testo molto agile che insieme a norme in favore dei precari (per lo più già varate a fine anno insieme all'esercizio provvisorio) contiene articoli per finanziare Comuni ed ex  Province, vari enti regionali e associazioni e poco altro. Col ritiro degli emendamenti verrebbero meno, solo per fare alcuni  esempi, le misure annunciate dal governo per recuperare i formatori finiti in esubero e gli ex sportellisti, per acquistare la clinica Santa Teresa di Bagheria e sbloccare gli appalti per la costruzione degli elettrodotti. Via anche le norme per imporre la realizzazione di distributori di carburanti ecologici Gpl e metano) nelle stazioni di rifornimento. Ma Crocetta incasserebbe lo sblocco del bilancio e quindi della spesa regionale, che in alternativa a questa soluzione andrebbe tenuta parcellizzata fino a marzo e forse anche oltre. Il rischio, più volte paventato dal presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo e da Ardizzone, era infatti che di fronte a 1.200 emendamenti si dovesse prolungare l'esercizio provvisorio fino ad aprile. Per questo motivo Crocetta sposa la linea del ritiro degli emendamenti, che permette di iniziare a votare in aula la manovra da venerdì prossimo (sempre che la commissione concluda entro domani o lunedì): «Sblocchiamo il bilancio e rinviamo tutte le altre norme a una legge da approvare dopo la Finanziaria». Prospettiva a cui i deputati non credono affatto. Anzi,in Parlamento tutti sono convinti che la Finanziaria sarà l'ultima legge della legislatura visto che dopo inizierà la lunga stagione elettorale che conduce alle Amministrative di primavera e alle Regionali dell'autunno. E per questo motivo ieri pomeriggio in commissione Bilancio i lavori sono rimasti ugualmente bloccati. I deputati si sono messi di traverso rispetto alla prospettiva della decadenza dei loro emendamenti. Di più, i presidenti delle commissioni di merito che avevano già esaminato gran parte della Finanziaria sono andati in commissione Bilancio a difendere gli emendamenti già approvati. È il caso di Totò Cascio, presidente della commissione Affari istituzionali, che si rifiuta  di far decadere norme che prevedono la stabilizzazione dei 5.600 Asu e il paracadute per 251 Lsu rimasti senza stipendio. Cascio ha difeso anche le norme che tendono una mano ai regionali allentando la stretta su permessi sindacali e malattie. E ha tentato di salvare gli emendamenti per la creazione dell'ufficio Anticorruzione e dell'ufficio Stampa. E lo stesso ha fatto Mariella Maggio che ha difeso tutte le norme che avevano già avuto il parere favorevole della commissione Ambiente. In questo clima il Parlamento si avvicina al rush finale per approvare la Finanziaria e sbloccare il bilancio. Un ulteriore ritardo da oggi in poi farà sarà saltare il piano di tagliare al traguardo per fine mese.

Cantone: «A controllare siano anche i cittadini»
Palermo

«Più che repressione e, nel diritto che verrà, invasioni di microspie e pugno duro, ci vuole fiducia dei cittadini nell'amministrazione, che deve meritarsela in concreto attuando subito i piani anticorruzione». Fra lectio magistralis e stato dell'arte sulla corruzione in Italia, la partecipazione del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, ieri allo Steri di Palermo, alla presentazione della rivista, a cura di docenti del Dems Angelo Cuva e Salvatore Costantino, «Le radici istituzionali della corruzione sistemica e l'azione di contrasto». Volume monografico a più mani, grazie alla collaborazione con il Comando regionale Sicilia della Guardia di finanza, «antologia» degli atti del corso tematico dell'Università. Nella sala magna del Rettorato c'erano anche, oltre al rettore Fabrizio Micari e ai due docenti, il comandante regionale delle fiamme gialle, il generale Ignazio Gibilaro, e il procuratore aggiunto Dino Petralia. Il pm ha posto l'accento sul relativo rilievo della repressione penale «in assenza del prima», che è la prevenzione, e senza vista sul «dopo», che è una società più libera e un'amministrazione trasparente. «E pure nell'ambito dell'esercizio dell'azione penale - ha notato il magistrato - sono ancora numerosi gli ostacoli e i vuoti legislativi, tanto da rendere sovente inefficace l'aumento cospicuo delle pene. Per questi reati bisognerebbe estendere l'arresto obbligatorio. E poi non sono ancora ammesse le indagini sotto copertura che sarebbero,  se non un toccasana, un'arma importante». Gibilaro ha definito «fondamentale l'arricchimento degli approcci investigativi e ricostruttivi, come decisivo è l'aspetto della formazione e lo scambio di punti di vista fra chi,  da orizzonti diversi, vuole lo stesso Paese sano». Per Cantone, «l'Italia li ha già visti, il lancio di monetine e le proteste di piazza. Ora si tratta di ricostituire il "capitale sociale" che è  la indispensabile dose di fiducia dei cittadini nell'amministrazione. Il come, è fatto concreto: l'amministrazione  ha finito di essere considerata quasi soggetto estraneo e vittima, deve anzi dotarsi in tutte le proprie articolazioni dei piani anticorruzione e - ecco il ruolo nell'università - di personale altamente preparato. E i cittadini hanno finito di essere solo titolari di diritti, hanno oggi il dovere civico di controllare». Università che, intanto - dice Cantone ai cronisti - «è pure minacciata essa stessa dalla corruzione, come attestano le decine di segnalazioni che arrivano nei nostri uffici e la mole di ricorsi amministrativi in ambito accademico. Nella formazione e nell'investigazione dei  fenomeni, lì sono gli anticorpi». Cuva e Costantino, nell'illustrare i saggi in volume, hanno annunciato «ulteriori iniziative di informazione diffusa sul territorio: senza l'attività preventiva che riguarda la questione morale e il rispetto delle regole, le iniziative repressive non saranno sufficienti». 


Proposta del M5s. Approvato il testo sulla segretezza del voto e contro i brogli. La norma passa ora al Senato
Elezioni, si cambia: la Camera dice sì
Ecco urne trasparenti e cabine aperte

Mentre l'accordo sulla nuova legge elettorale sembra ancora lontano, alla Camera si trova almeno un'intesa su un provvedimento che renderà assai difficili i brogli elettorali e il voto di scambio (a cui ricorrono le organizzazioni mafiose). L'Aula ha infatti approvato la proposta di legge presentata dalla deputata M5S Danila Nesci, che introduce due novità semplici ma efficaci nei seggi: le urne non saranno  più di cartone, ma in plexiglass trasparente; le cabine non avranno più la tendina, e saranno posizionate in modo che l'elettore dia le spalle al presidente di seggio e agli scrutatori. Il testo ora passa al Senato. Il primo accorgimento evita che al momento in cui l'urna viene installata nel seggio, essa contenga già delle  schede, episodi che si registrano laddove il presidente di seggio e gli scrutatori siano collusi con soggetti che intendano inficiare il risultato del voto.  Per questo la legge introduce per essi nuovi requisiti: non potranno essere parenti dei candidati nelle liste, aver ricevuto co danne, anche soltanto in primo grado, per mafia o per reati  contro la pubblica amministrazione. Il diverso posizionamento delle cabine mantiene la segretezza del voto, ma consente il controllo dell'elettore. In alcune zone controllate dalle mafie, infatti, c'è un preciso meccanismo di controllo del voto, che richiede determinate azioni dell'elettore colluso  nel seggio. La legge introduce poi la possibilità per studenti e lavoratori  fuori sede di votare nei comuni di momentanea residenza, ma solo per i referendum.  

Pubblica amministrazione
I decreti madia
Assenteismo, già cento licenziati e oggi arriva la stretta sui furbetti
La maxi-operazione di riforma della Pubblica

Amministrazione sta per tagliare un traguardo, oggi arriveranno in Consiglio dei ministri i decreti bis su partecipate, furbetti del cartellino e dirigenti medici delle Asl. L'altro capitolo, quello più pesante, il nuovo Statuto del lavoro pubblico, dovrebbe invece approdare a Palazzo Chigi la prossima settimana. Il Governo in queste ore ha lavorato su tutti i fronti e le novità non mancano. È stato definito il piano per il superamento del precariato, che interesserà le situazioni a partire dal 2010, è stato allargato ancora lo spazio da riconoscere ai contratti. Poi, in risposta alla sentenza della Consulta che prevede l'intesa con le Regioni, sono state ritoccate le scadenze per la sforbiciata alle partecipate. E ancora è saltata la short list da cui i presidenti di Regione devono pescare i manager della sanità. Cento licenziati per assenteismo Nulla è invece cambiato per le espulsioni lampo. Chi striscia il budget e poi se ne va sarà licenziato. E che l'aria sia cambiata appare chiaro anche dai dati aggiorati del ministero: nel 2015 sono stati 280 i lavoratori licenziati, in crescita di quasi un quarto rispetto all'anno prima. La gran parte (108) ha interessato assenteisti. Probabilmente l'annuncio della  stretta si è fatto sentire, ma comunque finisce con la sanzione massima solo una piccola parte dei procedimenti disciplinari aperti (oltre 8mila). Oltre alle assenze non mancano i licenziamenti connessi ai reati (94) e al mancato rispetto dei propri compiti o alla cattiva condotta (57). Chiudono la lista i casi dovuti al doppio lavoro (20) e all'irreperibilità alla visita fiscale (1). La parte da leone spetta sicuramente agli assenteisti, che da soli coprono il 39% delle espulsioni. Diverse delle novità contenute nella riforma sul pubblico impiego riguardano proprio il fenomeno in questione. Si tratta quindi di misure entrate in vigore successivamente al monitoraggio (come quelle sulla falsa attestazione della presenza) o che devono ancora passare il primo esame in Cdm (è il caso del focus sui weekend lunghi e altre anomalie). Tutti gli interventi sono però stati anticipati nei principi nelle delega P.a e dalle intenzioni del governo. Quindi non è escluso che il nuovo clima possa avere in qualche modo inciso sull'aumento dei licenziamenti. Ecco allora le novità del pacchetto Madia, che, con tutta probabilità, sarà diviso in due diversi Cdm, posto che la riforma degli statali deve essere presentata entro il 28 febbraio.  Partecipate, a giugno tagli, regola amministratore unico più soft. Entro il 30 giugno gli enti pubblici dovranno presentare dei piani in cui mettere nero su bianco le partecipazioni da eliminare perché fuori dai nuovi target (fatturato sotto un milione di euro, più amministratori che dipendenti). Rispetto al testo originario, entrato in vigore a settembre, c'è una proroga di tre mesi, per venire incontro alle richieste delle Regioni. C'è anche un ammorbidimento della regola sull'amministratore unico, non sarà un decreto a stabilire quando derogare e fare un cda, ma basterà una delibera, seppure moti ata, dell'assemblea. Più tempo anche per adeguare gli statuti alle novità, fino al 31 luglio. Cambiano assunzioni, piano straordinario per precari Si passerà da un'impostazione rigida, basata su piante organiche, a un modello che guarda a esigenze concrete e figure strategiche. Novità anche per i concorsi, inglese nelle prove e tetto al 20% dei posti per gli idonei. Si traccia una roadmap per assorbire i precari che sono a servizio da 3 anni, anche non continuativi, degli ultimi 8. Vale per chi era in servizio dal 2010. Parallelamente verranno vietati i co.co.co e sarà data la possibilità di fare contratti a tempo per vincitori di concorsi in fila per una chiamata. In attesa che  parta il piano si dà la possibilità di fare proroghe per  non lasciare nessuno per strada. Basta con il «6» politico, su pagelle voce a cittadini Saltano i vincoli della legge Brunetta ma resta il principio per cui non tutti possono uscire con lo stesso voto. I contratti dovranno garantire una differenziazione dei giudizi, per mettere fine a una distribuzione a pioggia dei premi. Ai fini del riconoscimento del merito e, quindi, dei bonus, rilevanza verrà data alla performance della squadra, su cui si potranno pronunciare anche i cittadini. Sanzioni per furbetti weekend lungo, visite fiscali all'Inps È affidata ai contratti la formula per colpire chi «marina» puntualmente il lunedì e il venerdì o i casi di assenze collettive in periodi sensibili, date da 'bollino rosso. Inoltre per frenare il fenomeno saranno messi tetti a fondi per premi laddove risultino tassi di assenteismo sopra la media. La competenza sugli accertamenti passa dalle Asl ai medici dell'Inps, con la creazione di un polo unico per pubblico e privato. Grazie a un sistema informatico avanzato le visite saranno mirate. Chiarezza su licenziamenti, ma salvo articolo 18 Sarà fatto ordine sui casi di licenziamento, dallo scarso rendimento alla cronica condotta illecita, qualora ci sia profilo penale. I tempi per arrivare a decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre me i e a un mese per tutti i casi di flagranza, viene quindi estesa la procedura sprint applicata ai furbetti del cartellino (con sospensione entro 48 ore e rischio licenziamento anche per il dirigente che si gira dall'altra parte). Per gli statali resta intatto l'articolo 18, con reintegra e risarcimento nei casi di ingiusta espulsione. Ma vizi formali, cavilli giuridici, non potranno determinare l'annullamento della sanzione. Polizia penitenziaria, si assume Via libera della commissione Affari costituzionali ad un emendamento al dl Milleproroghe che autorizza l'assunzione di 887 agenti di polizia penitenziaria, facendo scorrere le graduatorie dei concorsi banditi dall'amministrazione penitenziaria ma pubblicate non prima del primo gennaio 2012. 


La mitologia classica. Decine di alberi di mandorlo si sono «imbiancati» con la fioritura precoce. Il rapimento della bella figlia di Cerere, dea dell'abbondanza
Al Giardino botanico si rinnova il rito di Proserpina

Al Giardino Botanico, incastonato  nella Valle dei Templi, si rinnova il Mito di Proserpina. Da qualche giorno, infatti, un velo bianco ricopre le decine di alberi di mandorlo che vegetano nell'antico giardino. Un rituale che ogni anno annuncia il precoce arrivo della primavere che ad Agrigento culmina con la festa del Mandorlo in Fiore. Il mandorlo fiorito, però, che  oggi rimanda alla festa ed al folklore, in passato era soprattutto sinonimo di economia. La coltivazione del mandorlo, infatti, ha rivestito un ruolo economico di primo piano nella provincia di Agrigentino. La sua coltivazione ricopriva diversi ettari di territorio rappresentando, come nel caso di Agrigento, un vero e proprio presidio di tutela ambientale e del paesaggio in aree non destinabili ad altre coltivazioni. Per parlare della coltivazione del mandorlo all'interno del Giardino Botanico bisogna fare un passo indietro fino alle origini di quello che oggi è un vero e proprio "polmone verde" della città. Nell'area, originariamente adibita a colonia agricola degli ospiti dell'Ospedale Psichiatrico, vennero, infatti, piantumati decine di alberi di mandorlo. Oggi la coltivazione è stata implementata  con la messa a dimora di specie autoctone di grande varietà (con qualche rarità, per esempio una varietà di "Cercis siliquastrum" o Albero di Giuda a fiori bianchi, e diversi esemplari ultrasecolari di  essenze mediterranee), secondo un progetto coerente di sistemazione di un'area. La naturale scenografia del costone in calcarenite, che delimita l'area del giardino, la sua particolare posizione orografica e la sua vicinanza alla Valle dei Templi, ne determinano un particolare microclima e ne fanno un luogo magico che rimanda al mito di Proserpina, la dea rapita che torna in primavera. Secondo la mitologia classica greco - latina Plutone, dio degli Inferi, vide la bella Proserpina,figlia  della dea dell'abbondanza, Cerere, mentre passeggiava in un prato della Sicilia che raccoglieva fiori. Subito se ne innamorò e decise di rapirla. La portò con sè nell'ade e la sposò. Gli uomini si rivolsero a Giove chiedendogli di far tornare Proserpina. Ma Plutone le aveva fatto mangiare il melograno, simbolo d'amore, e Proserpina non poteva più tornare dalla madre. Giove, commosso dal dolore di Cerere, risolse il problema decidendo che Proserpina sarebbe rimasta per otto mesi, da gennaio ad agosto, sulla terra assieme alla madre. Quando Proserpina è sulla terra, Cerere è felice e cosparge la terra di fiori e di frutti: un segno Fiori di mandorlo di prosperità.  

Libero Consorzio
Borse di studio per gli studenti: c'è l'elenco

Disponibile sul sito internet www.provincia.agrigento.it del Libero Consorzio Comunale di Agrigento l'elenco degli aventi diritto alle borse di studio 2015/2016. Sono in tutto 2.526 i soggetti ai quali sarà corrisposto  un importo di 51euro, quando saranno disponibili i fondi regionali, a fronte di 2.706 istanze presentate. L'apposito elenco è stato inviato alla Regione.

Agrigentonotizie.it

Calano gli iscritti al Cupa, aumentano gli immatricolati alle università telematiche

Sono sempre meno i giovani che scelgono di intraprendere il percorso universitario pubblico ad Agrigento. Una flessione in linea col dato nazionale e riscontrabile nel numero degli iscritti al polo universitario. Le motivazioni sono, verosimilmente, riconducibili alla scarsa proposta di corsi di laurea, all'incertezza legata al futuro del Cupa ed al conseguente esodo giovanile verso altri atenei. Gli iscritti al polo universitario di contrada Calcarelle, per l'anno accademico 2016, sono stati 1.497. Una popolazione studentesca importante - seppur lontana numericamente dai dati dello scorso triennio - e proveniente principalmente dalla provincia di Agrigento, con qualche minoranza del Palermitano del Nisseno. In controtendenza ai dati degli atenei pubblici, aumentano invece le iscrizioni alle università telematiche presenti in città che registrano, complessivamente, circa 1000 iscritti. Ma quali sono le ragioni che portano a scegliere un'università telematica anziché una pubblica? Di certo non quelle economiche dato che, a differenza della pubblica, per la maggior parte delle università telematiche presenti ad Agrigento è prevista una retta annuale fissa senza quindi suddivisioni per fascia di reddito per agevolare i meno abbienti. Secondo i dati forniti da alcune università telematiche della provincia, la categoria che ha fatto registrare un aumento sensibile delle iscrizioni è quella dei neo-diplomati, che corrisponde all'80 per cento dei frequentanti; mentre il restante 20 per cento risponde alla categoria degli studenti lavoratori. Il 60 per cento dei giovani che scelgono le università telematiche, proviene principalmente da Agrigento, Favara e Porto Empedocle, la minoranza invece appartiene a vari centri della provincia. Un'analisi importante che emerge dai dati forniti dal Polo e da alcune università private con sede ad Agrigento è quello relativo al numero dei fuori corso, che nella pubblica corrisponde a quasi la metà degli iscritti, mentre nelle telematiche, i fuori corso sono circa il 9 per cento degli iscritti.


Livesicilia

Il governo ritira gli emendamenti
Si riparte dalla Finanziaria "light"

Durante la conferenza dei capigruppo che si è svolta stamattina a Palazzo dei Normanni, il governo regionale ha accolto la proposta avanzata dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e ha quindi deciso di ritirare tutti gli emendamenti alla manovra finanziaria presentati in queste settimane. Proposte di modifiche che, aggiungendosi a quelle dei deputati, avevano superato il numero-monstre di mille. Un numero impossibile da esaminare in tempo, in vista della scadenza dell'esercizio provvisorio prevista per il 28 febbraio. Si riparte quindi dalla "Finanziaria light" presentata dal governo nel mese di dicembre. "Il governo ha dimostrato buonsenso" il commento di Ardizzone. Adesso sembra più vicina la possibilità di esitare bilancio e legge di stabilità entro fine mese, scongiurando così l'ipotesi di una proroga all'esercizio provvisorio.

Lo stallo in Commissione bilancio
"Qui ormai arriva una Finanziaria al giorno". La voce si è alzata ieri in Commissione bilancio all'Ars. Un non meglio identificato deputato regionale ha sintetizzato così il caos della manovra che dovrà essere approvata entro il 28 febbraio, ultimo giorno di esercizio provvisorio. Ma quella data è adesso seriamente in bilico. La Finanziaria del governo Crocetta, infatti, potrebbe essere messa nel cassetto, rivista interamente, riscritta. E così, ecco che l'ipotesi di una proroga dell'esercizio provvisorio è sempre più concreta.
Oggi la Conferenza dei capigruppo a Palazzo dei Normanni proverà a scandire i ritmi dell'esame della manovra. Ma tutto fa pensare appunto a un rinvio. Necessario. Anzi, quasi obbligato. Perché sono tre, oggi, i fattori che "remano contro" l'approvazione in tempo utile della Finanziaria e del bilancio regionali.
Innanzitutto, proprio i tempi. Al 16 febbraio, ossia a dodici giorni dalla scadenza dell'esercizio provvisorio, in Commissione bilancio non è stato esaminato nemmeno uno degli articoli della manovra. "Siamo pronti a lavorare giorno e notte, anche il sabato e la domenica - ha detto ieri il presidente Vincenzo Vinciullo - ma a queste condizioni non saremo in grado comunque di approvare la manovra in tempo utile". E qui entra in ballo il secondo ostacolo sul cammino della Finanziaria. "Vi distribuisco - ha detto ieri Vinciullo ai deputati della commissione durante la seduta - gli emendamenti alla manovra: sono più di mille". Ma non solo. Secondo il deputato siracusano, "siamo di fronte a tre testi del governo: quello originario, la sua riscrittura e la riscrittura della riscrittura". E così, la pioggia di proposte di modifiche ai testi rende praticamente impossibile l'esame. Anche perché, ha dichiarato sempre Vinciullo: "Altri ne sono arrivati nella notte di lunedì".
"Adesso dobbiamo però capire dove stiamo andando - ha ammonito il vicecapogruppo Pd Giovanni Panepinto - serve un percorso chiaro. È ovvio che però la Finanziaria non possa contenere al proprio interno, tanti altri disegni di legge. Dobbiamo certo tutelare alcune situazioni specifiche, alcune urgenze, ma dobbiamo mettere un punto". E qualcosa, come detto, si saprà nella Conferenza dei capogruppo di stamattina. Ma oltre ai problemi tecnici legati ai tempi stretti e alla pioggia di emendamenti, a "frenare" la corsa della Finanziaria sono soprattutto i problemi politici. Perché ad approvare la Finanziaria oggi dovrebbe essere, sostanzialmente, una maggioranza che non esiste. Per vari motivi. A cominciare dal partito-guida. Anche in Sicilia, infatti, giungono gli effetti delle tensioni romane, e i venti di scissione soffiano anche nell'Isola. A complicare il quadro, le divisioni sulle elezioni amministrative. "Per anni abbiamo fatto da opposizione a Orlando - spiega un deputato Dem - e oggi i renziani ci dicono che dobbiamo allearci con lui". E le tensioni, come detto, sono sfociate già nelle dichiarazioni pubbliche dell'area che fa capo all'assessore all'Agricoltura Antonello Cracolici, pronto a imboccare una strada diversa rispetto al sostegno di un Pd "senza simbolo" all'uscente Orlando. Ma le divisioni non sono solo all'interno del Pd. E le campagne elettorali appena partite rischiano di fungere da detonatore. Anche tra i partiti alleati. Il Nuovo centrodestra di Alfano, ad esempio, è pronto a sostenere Fabrizio Ferrandelli, dividendo così i suoi destini da quelli del Pd e riavvicinandosi agli ex amici-nemici del vecchio centrodestra, cioè Forza Italia di Gianfranco Micciché e Cantiere popolare di Saverio Romano. Quali effetti potrà avere questa scelta dentro Sala d'Ercole è tutto da vedere. Anche perché le incognite non mancano anche su altri fronti. I centristi di D'Alia hanno recentemente mostrato insofferenza nei confronti del governo Crocetta. E del resto, un assessore ex Udc come Gianluca Micciché è finito dentro persino una mozione di censura. Promossa sì da deputati di opposizione, ma firmata anche da esponenti di peso del gruppo di Sicilia Futura, ossia il drappello di deputati che fa capo a Totò Cardinale, come il presidente della Commissione affari istituzionali Salvatore Cascio. Tutti contro tutti, quindi. E contro Crocetta. In tanti, infatti, vogliono togliere al governo la possibilità di sfruttare la Finanziaria in piena campagna elettorale. E a questo punto resta da chiedersi chi mai potrà approvare, nel caos di Sala d'Ercole, questa manovra.


Repubblica Palermo.it


Finanziaria, stop a tutti gli emendamenti: "Al voto solo testo snello"

In conferenza dei capigruppo accordo su una norma "leggera". Pochi gli articoli che andranno in aula per mettere in sicurezza Comuni ed enti. Saltano anche le proposte del governo. Ma lo scontro adesso si sposta sul bilancio 
Finanziaria, stop a tutti gli emendamenti: "Al voto solo testo snello"

La Finanziaria dal sapore elettorale al momento finisce in cantina. Il testo con tutte le proposte del governo Crocetta più gli oltre mille emendamenti arrivati dai deputati "era impossibile da votare in tempi brevi": "Abbiamo deciso quindi di portare in aula solo il testo base, presentato dal governo Crocetta a dicembre, più qualche emendamento delllo stesso governo ma solo di stretta osservanza economica - dice la capogruppo del Pd all'Ars, Alice Anselmo -  non potevamo affrontare quel testo monstre che era diventata la Finanziaria con tutte le norme aggiuntive". L'ultima Finanziaria del governo Crocetta rischia così di diventare soltanto una norma tecnica, e in soffitta finiscono proposte "popolari", dal taglio del ticket sanitario per gli inoccupati, al prepensionamento dei dipendenti di città metropolitane e liberi consorzi, passando per il congelamento delle cartelle inivate dai Consorzi di bonifica agli agricoltori. Insomma, un flop, considerando che questa era l'ultima legge di spesa prima del voto. Ma, d'altronde, la pressione dei deputati era molto forte perchè tutti avevano presentato emendamenti di spesa. Non a caso esultano dall'opposizione per il "fallimento della maggioranza e del governo regionale": "  Il governo non ha più nulla da dire, oggi ha dovuto rimaneggiare la proposta di legge finanziaria, per paura di rimanerci secco con un altro rinvio ad un esercizio provvisorio, ritirando gli emendamenti aggiuntivi -  dice il leader del M5S in Sicilia Giancarlo Cancelleri -  oramai l'unica cosa che tiene in vita questa legislatura è il vergognoso vitalizio travestito da pensione che gli onorevoli matureranno il 6 maggio, dopo soli 4 anni e 6 mesi di legislatura". "La Finanziaria regionale deve essere approvata nei tempi stabiliti per dare una risposta immediata alle emergenze della Sicilia", aggiunge Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Assemblea regionale: "Ben venga un testo leggero, che intervenga su enti locali, partecipate, forestali e consorzi di bonifica. Il governo Crocetta si faccia, però, carico al tempo stesso di prevedere un disegno di legge collegato, che dia respiro alle piccole e medie imprese, per troppo tempo trascurate e contrasti la crescente povertà in Sicilia" conclude il parlamentare azzurro. La mossa del governo di ritirare i testi aggiuntivi, fa decadere tutti gli emendamenti presentati dai deputati. Che però vogliono portare a casa qualche risultato per il loro collegio. Così adesso lo scontro si sposta sul bilancio e molti deputati annunciano battaglia nella commissione di merito per far fare delle modifiche alla spesa. E anche qui i tempi potrebbero allungarsi, visto che solo al bilancio sono arrivati trecento emendamenti.

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