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rassegna stampa del 24 febbraio 2017


Giornale di sicilia

Precari, Roma non impugna la legge siciliana

Gli assessori Lantieri e Baccei: «Fatto un primo passo ma è necessaria una verifica con le norme del ministro Madia» Le nuove norme siciliane sulle stabilizzazioni dei precari degli enti locali hanno superato il primo scoglio: il Consiglio dei ministri non ha impugnato la legge regionale che a dicembre ha fissato le regole per assunzioni e proroghe dei contratti. Da Roma, quindi, è arrivato il via libera alle assunzioni che i sindaci, con i fondi della Regione, dovranno avviare entro la fine del 2018. Anche se ora c'è da verificare che quanto approvato in Sicilia non sia in contrasto col piano nazionale sul precariato che il ministro Marianna Madia sta per varare. La legge regionale approvata il 31 dicembre scorso insieme all'esercizio provvisorio ha previsto in primis il trasferimento nei Comuni di buona parte del personale in esubero dalle ex Province: almeno 750 persone, il 15% del totale oggi in servizio. In seconda battuta i sindaci potranno avviare le stabilizzazioni dei precari già in servizio da anni: un bacino stimato in almeno 14 mila persone. Per i Comuni scatterà l'obbligo di assumerli dopo la proroga dei contratti attuali. La legge fissa criteri e i limiti: dei posti in pianta organica il 50% sarà destinato ai precari, il resto messo a concorso. Le amministrazioni che non procedono alle stabilizzazioni non potranno fare nuovi contratti a tempo determinato. «Per i Comuni inadempienti - aveva sottolineato l'assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, al momento del varo della legge - ci saranno anche tagli dei trasferimenti e la riduzione delle somme proporzionalmente al numero dei lavoratori non assunti». In questo modo si stima saranno stabilizzati circa 7 mila dei precari storici dei Comuni, per gli altri (che entro il 31 dicembre 2018 non dovessero essere assunti) la legge prevede che possano transitare in altri enti regionali. In questo caso il «paracadute» è utile per i precari dei Comuni in dissesto che hanno finora avuto il divieto di assunzione. Ultima opzione è la scelta, lasciata ai lavoratori, di un bonus (pari a 5 anni di retribuzione) per uscire dal bacino. In alternativa possono optare subito per essere assunti dalla Resais. La legge varata a dicembre dà il via libera anche alle proroghe e alle stabilizzazioni di Lsu in Asp e ospedali. In generale, i 5.268 Lsu ottengono la proroga fino a tutto il 2019 al costo di 36,4 milioni all'anno. Via libera anche alle proroghe per i circa 2.700 operai precari impiegati nei cantieri di servizio a Enna e Caltanissetta. Potrà stabilizzare i propri precari anche la Regione e per permettere il posto fisso in categorie alte è stata approvata una deroga al turn over dei dirigenti: il 60% può essere sostituito nel 2017 e nel 2018. Il tutto costerà alla Regione 227 milioni all'anno. La notizia del via libera romano ha fatto esultare Davide Faraone, sottosegretario siciliano che a dicembre insieme con l'assessore all'Economia Alessandro Baccei, ha fatto da ponte con Roma per la stesura del testo poi approvato all'Ars: «È un risultato importante - ha commentato Faraone - perché ci permette di chiudere con la stagione delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione dei diritti. Nell'arco di due anni si potrà procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari siciliani lasciandoci alle spalle questa triste pagina di amministrazione dell'isola. Adesso la Regione deve avviare il processo di stabilizzazione. Non ci sono più motivi ostativi di alcun tipo e si può procedere alle stabilizzazioni». Va detto però che a Palazzo d'Or - leans c'è un po' più di cautela. Dettata dal fatto che anche il governo nazionale sta per varare un piano per i precari e si sa già che sarà meno favorevole di quello approvato in Sicilia. Bisognerà quindi verificare se le norme regionali resisteranno anche a questo confronto, se non ci saranno conflitti. Per questo motivo ieri l'assessore agli Enti Locali, Luisa Lantieri, e Baccei si sono detti «soddisfatti per la non impugnativa». Tuttavia i due assessori hanno aggiunto che serve «molta cautela perché ci sono anche le norme del ministro Madia in arrivo e dobbiamo verificarle ed eventualmente recepirle. Dobbiamo sempre concordare con lo Stato. Potrebbero essere necessarie alcune modifiche alla nostra legge. Intanto è stato fatto un primo passo». Nei prossimi giorni la Lantieri e Baccei avranno un incontro a Roma. Cauta anche la Cisl con Mimmo Milazzo e Gigi Caracausi: «Adesso però il percorso deve essere portato a termine, con tutti i necessari adempimenti legislativi e amministrativi, a cominciare dalla convocazione dell'Ossservatorio sul precariato. Governo e Ars non perdano tempo». Esulta anche Massimo Bontempo del Mgl: «Un risultato importante, conferma che avevamo ragione nel difendere questa legge».

La riforma Madia arriva al traguardo

Ecco il Testo Unico del pubblico impiego

La riforma della P.a targata Madia arriva al traguardo dopo un lavoro durato «tre anni» che ha portato a sfornare «oltre 20 decreti attuativi» di cui 16 già chiusi e 5 appena approvati in Cdm, in via preliminare. Protagonista dell'ultimo pacchetto è la riforma degli statali, definita dalla ministra della P.a, Marianna Madia, il «miglior biglietto da visita» per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. In cascina ci sono 1,2 miliardi e altrettanti dovrebbero arrivare con la prossima legge di Bilancio. Ora spiega la ministra, «sono pronta» a riaprire la stagione contrattuale ferma da diversi anni», ben sette. Tra i ritocchi dell'ultimo minuto ai testi compare anche una clausola che fa chiarezza sulle conseguenze dei licenziamenti illegittimi. È confermata la reintegra, come nel vecchio articolo 18, definendo così la questione dopo le novità delle legge Fornero e del Jobs act. Su un aspetto però ci si allinea al tetto massimo del privato: il risarcimento non potrà superare le 24 mensilità. Ecco allora le principali novità della riforma, che ha marciato al ritmo di oltre un decreto al mese. NUOVO STATUTO. Lotta all'as - senteismo, con nuove sanzioni e visite fiscali all'Inps, licenziamenti più facili e rapidi, anche se precisa Madia «non sono il cuore» della riforma. Cambia anche la valutazione, niente premi a pioggia ma via le gabbie sul merito previste dalla legge Brunetta. Per misurare le perfomance arrivano gli «obiettivi della Repubblica». Più spazio alla contrattazione e superamento del precariato storico. Assunzioni agganciate ai fabbisogni, senza vincoli «illogici». Nei concorsi entrano ufficialmente l'inglese e i tetti al numero di idonei. AUTO, UN SOLO DOCUMENTO. Un foglio che riunisce i dati sulla proprietà e sulla circolazione. Ci sarà una tariffa unica di 35 euro a immatricolazione a partire da giugno 2018. PIN UNICO PER SERVIZI WEB. Si aprono le porte al domicilio elettronico, che manderà in pensione la cassetta postale, e ai pagamenti via sms (fino a 50 euro). Al via anche la password unica per i servizi web. Chiunque, senza dovere dare spiegazioni, potrà chiedere. Si dice Foia ed è un inglesismo che sta per diritto all'informazione generalizzato: la norma è la trasparenza, il segreto l'eccezione. Via libera ogni richiesta di accesso agli atti, dalle informazioni sull'amianto ai rimborsi sulle spese. CONFERENZA SERVIZI. Le amministrazioni hanno 45 giorni di tempo per dire sì o no. E il silenzio equivale ad assenso. Un rappresentante unico per ogni livello di governo, se c'è paralisi interviene il Cdm e tutto si deve chiudere in massimo 5 mesi. SCIA E SPORTELLO UNICO. Modelli standard per la segnalazione di inizio attività, dal capannone al b&b. Ogni amministrazione deve caricare sul suo sito web la documentazione. Le novità si combinano con il limite di 18 mesi per l'auto - tutela (l'azione di blocco). Sforbiciata fino al 50% dei termini previsti per licenze e nullaosta quando in ballo c'è una grande opera (dai 30- 180 giorni si passa a 15-90). SCURE SU PARTECIPATE. Rico - gnizione entro giugno e, passato un anno, via tutte le partecipazioni inutili, i doppioni e quelle con più amministratori che dipendenti). L'obiettivo è passare da 8 mila società a mille. Oggi quelle con zero addetti sono 2mila. FURBETTI DEL CARTELLINO. Chi viene colto a falsificare la sua presenza, strisciando il badge per poi uscire, è sospeso entro 48 ore e messo alla porta in 30 giorni. CAMERE COMMERCIO. Il numero complessivo deve passare da 105 a non più di 60, quello dei consiglieri va ridotto di un terzo e il diritto annuale sarà dimezzato. ENTI DI RICERCA PIÙ LIBERI. Quelli che hanno risorse per farlo potranno assumere liberamente entro il limite dell'80% del proprio bilancio. Meno vincoli anche sugli acquisti di attrezzature e altri strumenti per indagini, studi e analisi. PORTI SI CAMBIA. Le vecchie Autorità portuali si trasformano in Autorità di sistema e scendono di numero, passando da 24 a 15, con una governance più snella. RIORDINO DIRIGENZA ASL Lo scopo è ridurre la discrezionalità nelle nomine. Le Regioni pescheranno i dg da un elenco. Il decreto è però in stand-by, è atteso il correttivo. TAGLIA LEGGI. Una cesoia che ha portato all'eliminazione di circa 45 norme attuative. Alla stessa logica risponde il codice per la giustizia contabile.

La Finanziaria regionale affonda, venti di crisi
Le forze politiche contestano numerosi stanziamenti decisi dal governo.

Sul piede di guerra anche il partito di D'Alia La Finanziaria regionale è ufficialmente naufragata ieri pomeriggio, di fronte al no dell'Ars di andare avanti su un testo che i parlamentari non condividono. Se ne riparlerà a fine marzo. E nell'attesa la spesa resta semi-paralizzata visto che l'esercizio provvisorio permette al governo un margine di spesa mensile pari a un dodicesimo dei soldi a disposizione. È l'esito di una giornata fra le più caotiche degli ultimi mesi. In mattinata la commissione Bilancio ha contestato all'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, e quindi allo stesso Crocetta, l'inserimento fra le pieghe del bilancio di spese che secondo i parlamentari non avrebbero giustificazione. In particolare i 50 milioni in più per coprire i debiti della contestatissima Riscossione Sicilia, guidata da Antonio Fiumefreddo. In commissione è esploso anche il caso dei fondi extra ai consorzi di bonifica: si tratta di 15 milioni in più rispetto allo scorso anno che - secondo il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo -il governo non è riuscito a giustificare. Mancherebbero infatti le relazioni che dovrebbero accompagnare questi stanziamenti. È un caso analogo a quello scoperto per l'aumento di budget destinato all'assessorato Pubblica Istruzione: per Vinciullo ci sono 16 milioni in più «e non si capisce se sono destinati a corsi di formazione o altre spese». Contestato anche un aumento di spesa di circa 50 mila euro nel capitolo del Garante dei detenuti, che non è però destinato a Giovanni Fiandaca (il cui incarico è a titolo gratuito) ma al funzionamento dell'ufficio. Il timore dei deputati è che dietro la proposta di Baccei di approvare una Finanziaria leggera fatta di pochi articoli si celi l'intenzione di spostare molti effetti finanziari sul bilancio attraverso aumenti di stanziamenti difficili da individuare per chi non ha dimestichezza fra i faldoni. In questo clima l'obiettivo di approvare tutto entro il 28 febbraio e sbloccare così la spesa è fallito. Nel pomeriggio Crocetta ha convocato la giunta e ha fatto approvare il disegno di legge che proroga l'esercizio provvisorio di un altro mese: l'Ars lo approverà a sua volta martedì, ultimo giorno utile. La spesa resta parcellizata fino a fine marzo. Ma se il clima non si rasserenerà si potrebbe andare così fino ai primi di maggio. È lo scenario della paralisi, quella che il presidente autoricandidatosi vuole evitare a tutti i costi ma che si fa abbastanza probabile. Soprattutto dopo le tensioni che stanno nascendo nel centrosinistra sugli equilibri politici. Ieri si è sfiorata la crisi di governo. Crocetta ha ammesso che per sostituire il dimissionario assessore alla Famiglia Gianluca Miccichè sta pensando ad Emanuele Abramo della comunità di Sant'Egi - dio di Catania. Un tecnico ma non certamente un uomo vicino al partito di Miccichè, i Centristi per l'Italia. Che già era in fibrillazione da settimane. Gianpiero D'Alia, leader dei Centristi, ha riunito il gruppo parlamentare nel tardo pomeriggio mettendo sul tavolo anche l'ipotesi di una uscita dalla giunta attraverso le dimissioni dell'altro assessore, Giovanni Pistorio. Scenario alimentato anche dalle indiscrezioni secondo cui Crocetta starebbe pensando a un governo di fedelissimi per la fase finale della legislatura, magari anche senza la componente renziana vicina a Davide Faraone (che più di tutti sta contestando la ricandidatura del presidente). Ma prima che i Centristi si riunissero il presidente ha diffuso una nota con cui ha provato a raffreddare gli animi: «I Centristi hanno sempre sostenuto con chiarezza di stare nel centro-sinistra e pertanto qualsiasi verifica sulla maggioranza, non è rivolta a loro. Confermo di avere sempre avuto un rapporto molto leale con D'Alia. Detto ciò, una verifica complessiva penso vada fatta, per accertare chi alle prossime elezioni sarà nel progetto del centro-sinistra in Sicilia. Quando parlo del governo dei leali, ne parlo in termini di condivisione del progetto politico. Chi sta con noi adesso, è chiaro che dovrà stare anche nel nuovo progetto di governo». Al momento di andare in stampa il vertice dei Centristi non era ancora terminato.


Agrigentonotizie.it
Beni confiscati, deserta la gara per contrada Borancio: ci si riprova


La prima gara per assegnare il terreno con il fabbricato diroccato di contrada Borancio è andata deserta martedì scorso. L'avviso è stato però già ripubblicato. Il Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo intende concederli in comodato d'uso gratuito. Il terreno ed il fabbricato di contrada Borancio sono appartenuti a Domenico Terrasi, 73 anni, - ritenuto, da investigatori ed inquirenti, esponente di spicco dell'associazione mafiosa di Cattolica Eraclea. Si cercano, pertanto, adesso, - nuovamente - enti, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali o comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di tossicodipendenti. I beni verranno concessi, infatti, esclusivamente per finalità sociali. Il primo di marzo, invece, - secondo quanto annuncia il presidente del Consorzio - verrà pubblicato l'avviso per concedere i dieci ettari in contrada Virgilio."Il Consorzio - ha spiegato ieri il presidente Giuseppe Danile - ha avviato un percorso per coinvolgere i Comuni di Cattolica Eraclea, Ribera, Bivona e Campobello di Licata che hanno dei beni confiscati che gestiscono in proprio. Gli enti saranno contattati per un incontro e per avviare un ragionamento razionale ed unitario". Si pensa insomma a realizzare opere utili per l'intero comprensorio Agrigentino. 


Livesicilia.it

Via libera da Roma alla legge per la stabilizzazione dei precari siciliani.


Scaduti i termini, infatti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di non impugnare la norma. "Adesso - dichiara il sottosegretario alla SaluteDavide Faraone - si avvii subito il percorso che in due anni deve portare a completare la stabilizzazione. Chiudiamo questa stagione di clientela e apriamo la stagione dei diritti e del merito".
Il Consiglio dei Ministri ha dato quindi il suo implicito via libera alla legge regionale siciliana per la stabilizzazione dei precari. Lo rende noto il sottosegretario alla salute Davide Faraone che da tempo, ricorda, è impegnato per ottenere questo risultato e che a dicembre aveva promosso gli incontri bilaterali fra il ministro Maria Elena Boschi e l'assessore all'Economia della SiciliaAlessandro Baccei. L'esecutivo non ha, dunque rilevato motivo per impugnare la legge regionale 27 del 31 dicembre 2016.
"E' un risultato importante perché ci permette di chiudere con la stagione delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione dei diritti. Nell'arco di due anni si potrà procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari siciliani lasciandoci alle spalle questa triste pagina di amministrazione dell'isola. Ai lavoratori possiamo e dobbiamo chiedere impegno nello svolgimento dei loro compiti, servizi efficaci ed efficienti per i cittadini e serietà e di contro daremo loro certezza sottraendoli al ricatto della scadenza e del rinnovo".
La legge che ha ottenuto il via libera prevede un percorso in due anni che inizierà con la 'sistemazione' dei dipendenti delle ex province in esubero per proseguire con i lavoratori precari degli Enti Locali e con i precari regionale.
"Adesso la Regione deve avviare con immediatezza - conclude Faraone - il processo di stabilizzazione. Non ci sono più motivi ostativi di alcun tipo e si può procedere alle stabilizzazioni".
Lantieri e Baccei: "Un successo del governo regionale"
L'assessore Luisa Lantieri assieme al collega Alessandro Baccei esprimono soddisfazione per il via libera del cda in ordine alla norma sulla stabilizzazione. C'è ancora molto da lavorare e non escludono di armonizzare la norma con il testo che verrà fuori dalle norme Madia sui precari. Ottimo comunque il risultato ottenuto dal governo regionale.
La Cisl: "Adesso completare il percorso"
"Il via libera da Roma alle norme sulla stabilizzazione dei precari siciliani sono una buona notizia. Si tratta ancora di comunicazioni informali e ci auguriamo che il governo centrale non riservi sorprese come avvenuto in precedenza con impugnative dell'ultima ora": lo dicono il segretario generale della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Sicilia Gigi Caracausi. "Le norme approvate a dicembre - aggiungono Milazzo e Caracausi - sono un primo passo, frutto di un dialogo proficuo fra il governo e le parti sociali in cui la Cisl ha sempre voluto far valere le ragioni dei precari e ribadire la necessità di una macchina amministrativa efficiente. Adesso però il percorso deve essere portato a termine, con tutti i necessari adempimenti legislativi e amministrativi, a cominciare dalla convocazione dell'Ossservatorio sul precariato. Governo regionale e Ars non perdano altro tempo, così come su Bilancio e Finanziaria, serve un'accelerazione nell'interesse di tutti".

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