Giornale
di sicilia
Precari,
Roma non impugna la legge siciliana
Gli assessori Lantieri e
Baccei: «Fatto un primo passo ma è necessaria una verifica con le
norme del ministro Madia»
Le
nuove norme siciliane sulle stabilizzazioni dei precari degli enti
locali hanno superato il primo scoglio: il Consiglio dei ministri non
ha impugnato la legge regionale che a dicembre ha fissato le regole
per assunzioni e proroghe dei contratti. Da Roma, quindi, è arrivato
il via libera alle assunzioni che i sindaci, con i fondi della
Regione, dovranno avviare entro la fine del 2018. Anche se ora c'è
da verificare che quanto approvato in Sicilia non sia in contrasto
col piano nazionale sul precariato che il ministro Marianna Madia sta
per varare. La legge regionale approvata il 31 dicembre scorso
insieme all'esercizio provvisorio ha previsto in primis il
trasferimento nei Comuni di buona parte del personale in esubero
dalle ex Province: almeno 750 persone, il 15% del totale oggi in
servizio. In seconda battuta i sindaci potranno avviare le
stabilizzazioni dei precari già in servizio da anni: un bacino
stimato in almeno 14 mila persone. Per i Comuni scatterà l'obbligo
di assumerli dopo la proroga dei contratti attuali. La legge fissa
criteri e i limiti: dei posti in pianta organica il 50% sarà
destinato ai precari, il resto messo a concorso. Le amministrazioni
che non procedono alle stabilizzazioni non potranno fare nuovi
contratti a tempo determinato. «Per i Comuni inadempienti - aveva
sottolineato l'assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, al
momento del varo della legge - ci saranno anche tagli dei
trasferimenti e la riduzione delle somme proporzionalmente al numero
dei lavoratori non assunti». In questo modo si stima saranno
stabilizzati circa 7 mila dei precari storici dei Comuni, per gli
altri (che entro il 31 dicembre 2018 non dovessero essere assunti) la
legge prevede che possano transitare in altri enti regionali. In
questo caso il «paracadute» è utile per i precari dei Comuni in
dissesto che hanno finora avuto il divieto di assunzione. Ultima
opzione è la scelta, lasciata ai lavoratori, di un bonus (pari a 5
anni di retribuzione) per uscire dal bacino. In alternativa possono
optare subito per essere assunti dalla Resais. La legge varata a
dicembre dà il via libera anche alle proroghe e alle stabilizzazioni
di Lsu in Asp e ospedali. In generale, i 5.268 Lsu ottengono la
proroga fino a tutto il 2019 al costo di 36,4 milioni all'anno. Via
libera anche alle proroghe per i circa 2.700 operai precari impiegati
nei cantieri di servizio a Enna e Caltanissetta. Potrà stabilizzare
i propri precari anche la Regione e per permettere il posto fisso in
categorie alte è stata approvata una deroga al turn over dei
dirigenti: il 60% può essere sostituito nel 2017 e nel 2018. Il
tutto costerà alla Regione 227 milioni all'anno. La notizia del
via libera romano ha fatto esultare Davide Faraone, sottosegretario
siciliano che a dicembre insieme con l'assessore all'Economia
Alessandro Baccei, ha fatto da ponte con Roma per la stesura del
testo poi approvato all'Ars: «È un risultato importante - ha
commentato Faraone - perché ci permette di chiudere con la stagione
delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione dei
diritti. Nell'arco di due anni si potrà procedere alla
stabilizzazione di tutti i lavoratori precari siciliani lasciandoci
alle spalle questa triste pagina di amministrazione dell'isola.
Adesso la Regione deve avviare il processo di stabilizzazione. Non ci
sono più motivi ostativi di alcun tipo e si può procedere alle
stabilizzazioni». Va detto però che a Palazzo d'Or - leans c'è
un po' più di cautela. Dettata dal fatto che anche il governo
nazionale sta per varare un piano per i precari e si sa già che sarà
meno favorevole di quello approvato in Sicilia. Bisognerà quindi
verificare se le norme regionali resisteranno anche a questo
confronto, se non ci saranno conflitti. Per questo motivo ieri
l'assessore agli Enti Locali, Luisa Lantieri, e Baccei si sono
detti «soddisfatti per la non impugnativa». Tuttavia i due
assessori hanno aggiunto che serve «molta cautela perché ci sono
anche le norme del ministro Madia in arrivo e dobbiamo verificarle ed
eventualmente recepirle. Dobbiamo sempre concordare con lo Stato.
Potrebbero essere necessarie alcune modifiche alla nostra legge.
Intanto è stato fatto un primo passo». Nei prossimi giorni la
Lantieri e Baccei avranno un incontro a Roma. Cauta anche la Cisl con
Mimmo Milazzo e Gigi Caracausi: «Adesso però il percorso deve
essere portato a termine, con tutti i necessari adempimenti
legislativi e amministrativi, a cominciare dalla convocazione
dell'Ossservatorio sul precariato. Governo e Ars non perdano
tempo». Esulta anche Massimo Bontempo del Mgl: «Un risultato
importante, conferma che avevamo ragione nel difendere questa legge».
La
riforma Madia arriva al traguardo
Ecco il Testo Unico del pubblico
impiego
La
riforma della P.a targata Madia arriva al traguardo dopo un lavoro
durato «tre anni» che ha portato a sfornare «oltre 20 decreti
attuativi» di cui 16 già chiusi e 5 appena approvati in Cdm, in via
preliminare. Protagonista dell'ultimo pacchetto è la riforma degli
statali, definita dalla ministra della P.a, Marianna Madia, il
«miglior biglietto da visita» per il rinnovo del contratto dei
dipendenti pubblici. In cascina ci sono 1,2 miliardi e altrettanti
dovrebbero arrivare con la prossima legge di Bilancio. Ora spiega la
ministra, «sono pronta» a riaprire la stagione contrattuale ferma
da diversi anni», ben sette. Tra i ritocchi dell'ultimo minuto ai
testi compare anche una clausola che fa chiarezza sulle conseguenze
dei licenziamenti illegittimi. È confermata la reintegra, come nel
vecchio articolo 18, definendo così la questione dopo le novità
delle legge Fornero e del Jobs act. Su un aspetto però ci si allinea
al tetto massimo del privato: il risarcimento non potrà superare le
24 mensilità. Ecco allora le principali novità della riforma, che
ha marciato al ritmo di oltre un decreto al mese. NUOVO STATUTO.
Lotta all'as - senteismo, con nuove sanzioni e visite fiscali
all'Inps, licenziamenti più facili e rapidi, anche se precisa
Madia «non sono il cuore» della riforma. Cambia anche la
valutazione, niente premi a pioggia ma via le gabbie sul merito
previste dalla legge Brunetta. Per misurare le perfomance arrivano
gli «obiettivi della Repubblica». Più spazio alla contrattazione e
superamento del precariato storico. Assunzioni agganciate ai
fabbisogni, senza vincoli «illogici». Nei concorsi entrano
ufficialmente l'inglese e i tetti al numero di idonei. AUTO, UN
SOLO DOCUMENTO. Un foglio che riunisce i dati sulla proprietà e
sulla circolazione. Ci sarà una tariffa unica di 35 euro a
immatricolazione a partire da giugno 2018. PIN UNICO PER SERVIZI WEB.
Si aprono le porte al domicilio elettronico, che manderà in pensione
la cassetta postale, e ai pagamenti via sms (fino a 50 euro). Al via
anche la password unica per i servizi web. Chiunque, senza dovere
dare spiegazioni, potrà chiedere. Si dice Foia ed è un inglesismo
che sta per diritto all'informazione generalizzato: la norma è la
trasparenza, il segreto l'eccezione. Via libera ogni richiesta di
accesso agli atti, dalle informazioni sull'amianto ai rimborsi
sulle spese. CONFERENZA SERVIZI. Le amministrazioni hanno 45 giorni
di tempo per dire sì o no. E il silenzio equivale ad assenso. Un
rappresentante unico per ogni livello di governo, se c'è paralisi
interviene il Cdm e tutto si deve chiudere in massimo 5 mesi. SCIA E
SPORTELLO UNICO. Modelli standard per la segnalazione di inizio
attività, dal capannone al b&b. Ogni amministrazione deve
caricare sul suo sito web la documentazione. Le novità si combinano
con il limite di 18 mesi per l'auto - tutela (l'azione di
blocco). Sforbiciata fino al 50% dei termini previsti per licenze e
nullaosta quando in ballo c'è una grande opera (dai 30- 180 giorni
si passa a 15-90). SCURE SU PARTECIPATE. Rico - gnizione entro giugno
e, passato un anno, via tutte le partecipazioni inutili, i doppioni e
quelle con più amministratori che dipendenti). L'obiettivo è
passare da 8 mila società a mille. Oggi quelle con zero addetti sono
2mila. FURBETTI DEL CARTELLINO. Chi viene colto a falsificare la sua
presenza, strisciando il badge per poi uscire, è sospeso entro 48
ore e messo alla porta in 30 giorni. CAMERE COMMERCIO. Il numero
complessivo deve passare da 105 a non più di 60, quello dei
consiglieri va ridotto di un terzo e il diritto annuale sarà
dimezzato. ENTI DI RICERCA PIÙ LIBERI. Quelli che hanno risorse per
farlo potranno assumere liberamente entro il limite dell'80% del
proprio bilancio. Meno vincoli anche sugli acquisti di attrezzature e
altri strumenti per indagini, studi e analisi. PORTI SI CAMBIA. Le
vecchie Autorità portuali si trasformano in Autorità di sistema e
scendono di numero, passando da 24 a 15, con una governance più
snella. RIORDINO DIRIGENZA ASL Lo scopo è ridurre la discrezionalità
nelle nomine. Le Regioni pescheranno i dg da un elenco. Il decreto è
però in stand-by, è atteso il correttivo. TAGLIA LEGGI. Una cesoia
che ha portato all'eliminazione di circa 45 norme attuative. Alla
stessa logica risponde il codice per la giustizia contabile.
La
Finanziaria regionale affonda, venti di crisi
Le forze politiche
contestano numerosi stanziamenti decisi dal governo.
Sul piede di
guerra anche il partito di D'Alia
La
Finanziaria regionale è ufficialmente naufragata ieri pomeriggio, di
fronte al no dell'Ars di andare avanti su un testo che i
parlamentari non condividono. Se ne riparlerà a fine marzo. E
nell'attesa la spesa resta semi-paralizzata visto che l'esercizio
provvisorio permette al governo un margine di spesa mensile pari a un
dodicesimo dei soldi a disposizione. È l'esito di una giornata fra
le più caotiche degli ultimi mesi. In mattinata la commissione
Bilancio ha contestato all'assessore all'Economia, Alessandro
Baccei, e quindi allo stesso Crocetta, l'inserimento fra le pieghe
del bilancio di spese che secondo i parlamentari non avrebbero
giustificazione. In particolare i 50 milioni in più per coprire i
debiti della contestatissima Riscossione Sicilia, guidata da Antonio
Fiumefreddo. In commissione è esploso anche il caso dei fondi extra
ai consorzi di bonifica: si tratta di 15 milioni in più rispetto
allo scorso anno che - secondo il presidente della commissione
Bilancio, Vincenzo Vinciullo -il governo non è riuscito a
giustificare. Mancherebbero infatti le relazioni che dovrebbero
accompagnare questi stanziamenti. È un caso analogo a quello
scoperto per l'aumento di budget destinato all'assessorato
Pubblica Istruzione: per Vinciullo ci sono 16 milioni in più «e non
si capisce se sono destinati a corsi di formazione o altre spese».
Contestato anche un aumento di spesa di circa 50 mila euro nel
capitolo del Garante dei detenuti, che non è però destinato a
Giovanni Fiandaca (il cui incarico è a titolo gratuito) ma al
funzionamento dell'ufficio. Il timore dei deputati è che dietro la
proposta di Baccei di approvare una Finanziaria leggera fatta di
pochi articoli si celi l'intenzione di spostare molti effetti
finanziari sul bilancio attraverso aumenti di stanziamenti difficili
da individuare per chi non ha dimestichezza fra i faldoni. In questo
clima l'obiettivo di approvare tutto entro il 28 febbraio e
sbloccare così la spesa è fallito. Nel pomeriggio Crocetta ha
convocato la giunta e ha fatto approvare il disegno di legge che
proroga l'esercizio provvisorio di un altro mese: l'Ars lo
approverà a sua volta martedì, ultimo giorno utile. La spesa resta
parcellizata fino a fine marzo. Ma se il clima non si rasserenerà si
potrebbe andare così fino ai primi di maggio. È lo scenario della
paralisi, quella che il presidente autoricandidatosi vuole evitare a
tutti i costi ma che si fa abbastanza probabile. Soprattutto dopo le
tensioni che stanno nascendo nel centrosinistra sugli equilibri
politici. Ieri si è sfiorata la crisi di governo. Crocetta ha
ammesso che per sostituire il dimissionario assessore alla Famiglia
Gianluca Miccichè sta pensando ad Emanuele Abramo della comunità di
Sant'Egi - dio di Catania. Un tecnico ma non certamente un uomo
vicino al partito di Miccichè, i Centristi per l'Italia. Che già
era in fibrillazione da settimane. Gianpiero D'Alia, leader dei
Centristi, ha riunito il gruppo parlamentare nel tardo pomeriggio
mettendo sul tavolo anche l'ipotesi di una uscita dalla giunta
attraverso le dimissioni dell'altro assessore, Giovanni Pistorio.
Scenario alimentato anche dalle indiscrezioni secondo cui Crocetta
starebbe pensando a un governo di fedelissimi per la fase finale
della legislatura, magari anche senza la componente renziana vicina a
Davide Faraone (che più di tutti sta contestando la ricandidatura
del presidente). Ma prima che i Centristi si riunissero il presidente
ha diffuso una nota con cui ha provato a raffreddare gli animi: «I
Centristi hanno sempre sostenuto con chiarezza di stare nel
centro-sinistra e pertanto qualsiasi verifica sulla maggioranza, non
è rivolta a loro. Confermo di avere sempre avuto un rapporto molto
leale con D'Alia. Detto ciò, una verifica complessiva penso vada
fatta, per accertare chi alle prossime elezioni sarà nel progetto
del centro-sinistra in Sicilia. Quando parlo del governo dei leali,
ne parlo in termini di condivisione del progetto politico. Chi sta
con noi adesso, è chiaro che dovrà stare anche nel nuovo progetto
di governo». Al momento di andare in stampa il vertice dei Centristi
non era ancora terminato.
Agrigentonotizie.it
Beni
confiscati, deserta la gara per contrada Borancio: ci si riprova
La
prima gara per
assegnare il terreno con il fabbricato diroccato di contrada
Borancio è
andata deserta martedì
scorso. L'avviso è stato però già ripubblicato. Il Consorzio
agrigentino per la legalità e lo sviluppo intende concederli in
comodato d'uso gratuito. Il terreno ed il fabbricato di contrada
Borancio sono appartenuti a Domenico Terrasi, 73 anni, - ritenuto, da
investigatori ed inquirenti, esponente di spicco dell'associazione
mafiosa di Cattolica Eraclea. Si cercano, pertanto, adesso, -
nuovamente - enti, organizzazioni di volontariato, cooperative
sociali o comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di
tossicodipendenti. I
beni verranno concessi, infatti, esclusivamente per finalità
sociali. Il
primo di marzo, invece, - secondo quanto annuncia il presidente del
Consorzio - verrà
pubblicato l'avviso per concedere i dieci ettari in contrada
Virgilio."Il
Consorzio - ha spiegato ieri il presidente Giuseppe Danile - ha
avviato un percorso per coinvolgere i Comuni di Cattolica
Eraclea, Ribera, Bivona e Campobello di Licata che
hanno dei beni confiscati che gestiscono in proprio. Gli enti saranno
contattati per un incontro e per avviare un ragionamento razionale ed
unitario". Si pensa insomma a realizzare opere utili per
l'intero comprensorio Agrigentino.
Livesicilia.it
Via
libera da Roma alla legge per la stabilizzazione dei precari
siciliani.
Scaduti
i termini, infatti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di non
impugnare la norma. "Adesso - dichiara il sottosegretario alla
SaluteDavide
Faraone -
si avvii subito il percorso che in due anni deve portare a completare
la stabilizzazione. Chiudiamo questa stagione di clientela e apriamo
la stagione dei diritti e del merito".
Il
Consiglio dei Ministri ha dato quindi il suo implicito via libera
alla legge regionale siciliana per la stabilizzazione dei precari. Lo
rende noto il sottosegretario alla salute Davide Faraone che da
tempo, ricorda, è impegnato per ottenere questo risultato e che a
dicembre aveva promosso gli incontri bilaterali fra il ministro Maria
Elena Boschi e
l'assessore all'Economia della SiciliaAlessandro
Baccei.
L'esecutivo non ha, dunque rilevato motivo per impugnare la legge
regionale 27 del 31 dicembre 2016.
"E'
un risultato importante perché ci permette di chiudere con la
stagione delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione
dei diritti.
Nell'arco di due anni si potrà procedere alla stabilizzazione di
tutti i lavoratori precari siciliani lasciandoci alle spalle questa
triste pagina di amministrazione dell'isola. Ai lavoratori possiamo
e dobbiamo chiedere impegno nello svolgimento dei loro compiti,
servizi efficaci ed efficienti per i cittadini e serietà e di contro
daremo loro certezza sottraendoli al ricatto della scadenza e del
rinnovo".
La
legge che ha ottenuto il via libera prevede un percorso in due anni
che inizierà con la 'sistemazione' dei dipendenti delle
ex province in
esubero per proseguire con i lavoratori precari degli Enti Locali e
con i precari regionale.
"Adesso
la Regione deve avviare con immediatezza - conclude Faraone - il
processo di stabilizzazione. Non ci sono più motivi ostativi di
alcun tipo e si può procedere alle stabilizzazioni".
Lantieri
e Baccei: "Un successo del governo regionale"
L'assessore Luisa
Lantieri assieme
al collega Alessandro
Baccei esprimono
soddisfazione per il via libera del cda in ordine alla norma sulla
stabilizzazione. C'è ancora molto da lavorare e non escludono di
armonizzare la norma con il testo che verrà fuori dalle norme Madia
sui precari. Ottimo comunque il risultato ottenuto dal governo
regionale.
La
Cisl: "Adesso completare il percorso"
"Il
via libera da Roma alle norme sulla stabilizzazione dei precari
siciliani sono una buona notizia. Si tratta ancora di comunicazioni
informali e ci auguriamo che il governo centrale non riservi sorprese
come avvenuto in precedenza con impugnative dell'ultima ora": lo
dicono il segretario generale della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e il
segretario generale della Cisl Funzione pubblica Sicilia Gigi
Caracausi. "Le norme approvate a dicembre - aggiungono Milazzo e
Caracausi - sono un primo passo, frutto di un dialogo proficuo fra
il governo e le parti sociali in cui la Cisl ha sempre voluto far
valere le ragioni dei precari e ribadire la necessità di una
macchina amministrativa efficiente. Adesso però il percorso deve
essere portato a termine, con tutti i necessari adempimenti
legislativi e amministrativi, a cominciare dalla convocazione
dell'Ossservatorio sul precariato. Governo regionale e Ars non
perdano altro tempo, così come su Bilancio e Finanziaria, serve
un'accelerazione nell'interesse di tutti".