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Rassegna stampa del 10 marzo 2017

Giornale di Sicilia

Sul tavolo ci sono 49 milioni di euro, 36 di fondi regionali e 13 statali. l'anffas: «la protesta è stata solo sospesa»
Assistenza ai disabili, un bonus per le famiglie

Se pace non è ancora, quella siglata ieri fra il presidente Crocetta e le associazioni che rappresentano le famiglie delle persone disabili è quantomeno una tregua. Un lungo incontro a Palazzo d'Orleans fra il presidente e i rappresentanti di Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, che a sua volta rappresenta 15 sigle) e il Movimento «Noi Liberi» (portavoce di 12 associazioni). Incontro dal quale emerge l'avvio di piani personalizzati di assistenza, concordati con gli stessi disabili e le loro famiglie. Piani per i quali ci vorranno tre mesi, in attesa un bonus di 2 mila euro al mese per provvedere all'assistenza. In mezzo c'è da attivare le Uvm (Unità di valutazione multidimensionale), per ottenere certificazioni omogenee del tipo di disabilità, della gravità, del contesto socio-economico di riferimento. Il governo inoltre, per evitare dispersione di fondi, punta (con una norma da inserire in Finanziaria) a vincolare per l'assistenza ai disabili, il 10  per cento dei trasferimenti agli enti locali. Tutti temi che passeranno da un tavolo tecnico, attivato da Crocetta, e che sarà operativo da martedì al posto della cabina di regia morta sul nascere. «Dobbiamo recuperare il dialogo - esordisce Crocetta al termine della riunione - , azzerare ogni ragionamento del passato: fino ad oggi si è operato in maniera sbagliata, senza coinvolgere le famiglie, io invece voglio un metodo diverso». Il metodo diverso si chiama «piano di assistenza socio - sanitaria integrato», programmi di vita personalizzati sulla base delle esigenze e della libera scelta. «Ma per farli non possiamo avere due verità, quelle delle Asp e quelli dei distretto socio-sanitari», dice Crocetta. Ilriferimento è ai numeri, ancora incerti, sulla disabilità in Sicilia. «Il monitoraggio avviato - dice Crocetta - ci dice che  oggi i disabili gravissimi sono 2.400,ma il numero scenderà ancora». Sul tavolo ci sono 49 milioni di euro, 36 di fondi regionali e 13 statali. «Più dell'Emilia Romagna che ne stanzia 28 e della Lombardia che ne stanzia 21 - ribadisce Crocetta - , la Sicilia deve diventare la capitale italiana dell'assistenza alla disabilità». Con questi fondi Crocetta vuole subito dare un anticipo ai disabili, 2 mila euro al mese per i tre mesi necessari per attivare i piani. Per staccare gli assegni servirà comunque completare il monitoraggio, si stima da apri le. Crocetta fa autocritica: «Chiedo scusa per la disattenzione di questi anni. C'è una  responsabilità politica oggettiva. Potrei dire che avevo delegato, che ogni assessore ha poteri esclusivi. Ma mi assumo la responsabilità  politica, non morale». I progetti individuali saranno concordati da Asp, Uvm (Unità di valutazione  multidimensionale), associazioni delle famiglie. Ma le Uvm sono solo 3 su 55 distretti socio-sanitari, la Regione obbligherà  ad attivarle. «Nessun precario sarà chiamato ad assistere disabili gravi o gravissimi - precisa poi Crocetta - ma utilizzato per altri tipi di assistenza, ad esempio agli anziani, in modo che i Comuni possano liberare risorse per l'assistenza ai disabili e comunque previa formazione». Con Comuni ed ex Province resta aperto il capitolo dell'assistenza agli alunni: «I fondi erano garantiti fino ad aprile - dice Crocetta- , le gare d'appalto non le bandisce la Regione. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità.  In ogni caso, c'è in itinere un accordo che riguarda le ex Province: si tratta di 120 milioni, 20 saranno destinati a questo».  Mentre il Movimento «Noi Liberi» con Angela Zitari esulta («Oggi si cambia la storia, affidando a disabili e famiglie la possibilità  di scegliere»), l'Anfafas con il presidente Pippo Giardina è più cauta. «C'erano 500 persone pronte a scendere a piazza -dice - la protesta è sospesa ma non bloccata. Siamo d'accordo sull'erogazione di fondi subito, in attesa dei piani. Ma devono subito essere attivate le unità di valutazione e i distretti  devono spendere i soldi stanziati: i bonus della 328 sono fermi dal 2010 ad esempio ad Agrigento e Pantelleria. Serve subito una verifica». (*STEGI*)  

Programmazione triennale. Gli interventi riguardano nella quasi totalità l'edilizia scolastica e la viabilità
Libero Consorzio, sì al piano delle opere pubbliche

Il commissario Straordinario Roberto Barberi ha approvato il progetto del programma delle Opere Pubbliche per il triennio 2017/2019 su proposta del Direttore dell'Area Tecnica del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il Programma è costituito da un consistente elenco di opere e di interventi sull'intero territorio provinciale, di cui diciannove per il 2017. Questi interventi riguardano l'edilizia scolastica e la viabilità. Il piano prevede interventi per un ammontare  di 5.560.000 euro per il 2017, di 25.590.000 euro per il 2018 e di 20.496.739 euro per il 2019 per un totale complessivo nel triennio di  51.646.739 euro. I primi quattro interventi di manutenzione straordinaria relativi all'edilizia scolastica saranno finanziati interamente con avanzi di amministrazione, mentre il  resto delle opere inserite già progettate, diventerà cantierabile con l'arri - vo di finanziamenti regionali e statali, peraltro già richiesti o da richiedere  in base a nuovi bandi di finanziamento. La permanente inadeguatezza di trasferimenti a favore del Libero Consorzio non consentirebbe, infatti, di realizzare tutte le opere individuate con fondi del proprio bilancio. I primi interventi per il 2017, quando sarà garantita la disponibilità delle somme necessarie e dopo l'approva - zione del bilancio di previsione, riguardano i lavori di manutenzione straordinaria del Liceo Scientifico e Scienze Umane "Politi" di Agrigento, dell'Istituto tecnico commerciale di Naro, l'istituto "Miraglia"di Sciacca e il Liceo "Linares" di Licata. Il Piano triennale delle Opere Pubbliche dovrà essere pubblicato per almeno 60 giorni e poi approvato, prima dell'adozione del bilancio.


Polo universitario. Oggi il presidente Armao ed il vice presidente Giovanni Di Maida parteciperanno, essendo stati per la prima volta invitati, all'inaugurazione dell'anno della «Kore»
La sala è stata «riempita» di parenti e di amici dei neo dottori che hanno sostenuto l'attesa discussione della prova finale


Grande festa al Polo universitario di Agrigento, ieri mattina, dove presso l'Aula Magna hanno conseguito la laurea ben 68 studenti iscritti a Giurisprudenza e Architettura. La sala è stata "riempita" di parenti e di amici dei neo laureati che hanno sostenuto la prova finale. Segno che il Cupa è vivo e vegeto, nonostante tutto. «Abbiamo dato la possibilità - ha detto il presidente del Consorzio universitario agrigentino, l'avvocato Gaetano Armao - ad altri 68 studenti che hanno scelto la sede di Agrigento di potersi laureare. Abbiamo iniziato un percorso e adesso stiamo iniziandoa vedere i primi frutti». Oggi il presidente Armao ed il vice presidente Giovanni Di Maida parteciperanno, essendo stati per la prima volta invitati, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Kore di Enna. "E' un segnale forte - dice l'avvocato Armao - che testimonia il rapporto di collaborazione che si sta attivando con l'ateneo ennese". Per il prossimo anno accademico, infatti, si potranno avviare corsi di laurea in sinergia con la Kore utilizzando i docenti incardinati. In questo caso, quindi si interrompe quello che era un rapporto di esclusività con Unipa aprendo ad altre realtà. L'universi - tà di Palermo ha fatto una scelta precisa, quella di tagliare i corsi di laurea di giurisprudenza ed architettura, per cui le lauree di ieri altro non sono che la fase terminale di un rapporto che presto andrà a finire, quando avranno ultimato il percorso di studi tutti gli studenti immatricolati in questi corsi. Intanto si pensa alla festa che c'è stata ieri. E la soddisfazione del rappresentante sindacale della Cgil, Matteo Lo Raso è massima. «Non potete immaginare quanto è stato emozionante ieri assistere alla festa di laurea di 68 nostri studenti. Queste sono le belle giornate del polo universitario, momenti bellissimi». Intanto si apprende che il Consiglio di amministrazione del Polo sta lavorando anche all'attivazione di un corso di laurea in veterinaria, con l'università di Messina. Il presidente Armao risponde secco: «Stiamo valutando». Quanto all'altro corso di laurea, quello in mediatore culturale e linguistico, come confermato dal professor Marcello Saija che insieme al presidente Gaetano Armao cura il rilancio del Consorzio Universitario di Agrigento, se autorizzato dal Ministero procederà per binari che permetteranno  una relativa autonomia. «Al momento della comunicazione ufficiale del Ministero - dice il professor Saija - tuttavia, penseremo a dare il dovuto risalto a chi ci ha messo in condizioni di aprire il nuovo corso. Con la Kore di Enna - conclude - abbiamo avviato contatti per altri corsi di Laurea». Superato lo scoglio dell'ingiunzione di pagamento da 9 milioni di euro che  l'università di Palermo aveva intimato al Cupa, con il Tar che ha accolto l'istanza cautelare del consorzio, difeso dall'avvocato Antonio Barone di Catania, sospendendo  l'efficacia del provvedimento Determinante, ai fini della difesa è stata la relazione preparata da Matteo Lo Raso e fatta propria dal Cda del Cupa nella quale si evince che a fr onte dei 9 milioni di euro richiesti da Palermo, se credito dovesse esistere, vanno calcolati i contributi  che l'ateneo palermitano ha ottenuto dal ministero dell'Università e ricerca che ammonterebbero a 7 milioni di euro. Adesso i sindacati chiedono alla politica più attenzione per i consorzi universitari, partendo dall'articolo 9 della Legge di Stabilità regionale, che se dovesse passare nell'attuale formulazione, segnerebbe la fine. Infatti prevede la riduzione di 2 milioni di euro dal capitolo dei fondi da destinare ai consorzi. Ma una soluzione si troverà, perché dopo la festa di laurea di 68 studenti di ieri mattina, il Cupa non può chiudere. )


Statale 115.
Il vecchio, parzialmente crollato il 2 febbraio 2013, verrà interamente demolito. Oggi il sopralluogo dell'Anas e, probabilmente, anche l'apertura ad un solo senso di marcia
Sciacca, collaudi fatti il nuovo ponte Verdura è adesso una realtà
Il nubifragio del 25 novembre dello scorso anno aveva rallentato gli ultimi lavori di completamento del nuovo ponte sul fiume Verdura che negli ultimi giorni sono stati portati avanti con grande ritmo


Questa mattina il sopralluogo dell'Anas e, probabilmente, anche l'apertura, ad un solo senso di marcia, del nuovo ponte Verdura, sulla statale 115. Ci vorrà qualche settimana per il completamento degli ultimi lavori e per i collegamenti in tutte le direzioni, ma ormai il nuovo  ponte, già realizzato, è una realtà. Ed il vecchio, parzialmente crollato il 2 febbraio 2013, verrà interamente demolito. Il nubifragio del 25 novembre dello scorso anno ha rallentato gli ultimi lavori di completamento del nuovo ponte sul fiume Verdura. L'apertura al transito era  prevista nello scorso mese di gennaio. L'impresa Lavorori e Costruzioni di Alcamo ha operato a gran ritmo e sono già stati eseguiti i collaudi. Nelle ultime settimane si è lavorato  agli ultimi interventi, la sistemazione del guard-raill, la posa dell'asfalto. Senza quel maltempo che ha messo in ginocchio la viabilità in alcuni comuni della zona, a cominciare da Ribera, poco dopo Capodanno già le prime auto avrebbero iniziato a transitare sul ponte che è stato progettato dall'Anas e che è lungo 245 metri. Sorge a poche decine di metri di distanza, e con un tracciato diverso, rispetto a quello in parte crollato il 2 febbraio 2013 e sostituito attualmente da una passerella, costantemente monitorata dall'Anas. C'è pure una rotatoria per  favorire l'accesso allo svincolo verso Ribera. La realizzazione dell'opera è stata possibile grazie a sei milioni e mezzo di euro arrivati nell'ambito dello Sblocca Italia. Per il sindaco di  Ribera, Carmelo Pace, «l'apertura del nuovo ponte sarà un evento dopo che Sciacca e Ribera erano statifisicamente divisi. Direi che la Sicilia era spaccata in due. Devo dire che le istituzioni - aggiunge Pace -  sono riuscite a fare arrivare i lavori a buon fine». Pace suggeriva di non abbattuto «perché sarebbe un peccato - dice - e bisognerebbe lasciarlo in quanto rappresenta un pezzo di storia». A quanto pare, invece, la demolizione sarebbe una prescrizione del Genio Civile. Una voragine si è aperta al centro del vecchio ponte Verdura, sulla  statale 115, a metà mattinata del 2 febbraio del 2013. Per fortuna, dopo i primi segnali di cedimento, la strada, intorno alle 7 del mattino, era stata chiusa al traffico. "Un vero miracolo ha evitato una tragedia", dicevano i vigili del fuoco intervenuti. Il sequestro dell'area, operato dalla Procura  della Repubblica di Sciacca, è durato il tempo necessario per eseguire alcuni accertamenti. Al posto del ponte è stata realizzata una passerella  provvisoria sulla statale 115. Ci sono stati, però, diversi giorni di disagio per gli automobilisti della zona e la notizia del ponte crollato è finita anche all'attenzione della  stampa nazionale. Il lungo iter perrealizzare il nuovo ponte Verdura poi ha imboccato la strada giusta. L'Anas ha confermato la disponibilità  della somma necessaria, circa 6 milioni e mezzo di euro, grazie allo Sblocca Italia, e annunciato che la Regione aveva dato il via libera. Nel processo di primo grado per il crollo del ponte sono stati condannati a 3 mesi e 16 giorni di reclusione, con pena sospesa, due tecnici Anas. Secondo  l'accusa, avrebbero dovuto effettuare dei controlli riguardanti il ponte e il cui deterioramento avrebbe avuto una evoluzione graduale. Per la difesa i due tecnici erano  estranei alle accuse e adesso si attende il giudizio di appello. La sentenza  di primo grado è stata impugnata dalle difese, ma deve essere ancora fissata la prima udienza in Corte di Appello, a Palermo. (*GP*)

«Cansalamone».
 Intanto il Comune cerca "professionisti qualificati da consultare" per un incarico che riguarda la valutazione delle condizioni statiche e sismiche
Sciacca

Nel Patto per il Sud è inserito un finanziamento di 2 milioni 930 mila euro per un intervento di stabilità del viadotto Cansalamone, chiuso dal 2012, ma, intanto, il Comune  cerca "professionisti qualificati da consultare" per un incarico che riguarda la valutazione delle condizioni statiche e sismiche del viadotto. Non è una gara, ma una  «indagine conoscitiva finalizzata all'individuazione di operatori economici disponibili a svolgere servizio di valutazione delle condizioni statiche e sismiche per la riapertura al traffico veicolare del viadotto  Cansalamone». I consiglieri comunali di Patto per Sciacca Mario Turturici e Salvatore Monteleone hanno presentato un'interrogazione giudicando «senz'altro positiva questa soluzione. Ma se l'intento è quello del rilancio delle zone balneari (dalla Foggia a Maragani), ponendo fine ai disagi patiti dai cittadini, ci chiediamo perché - aggiungono - l'amministrazione arrivi a questa soluzione soltanto adesso, con un ritardo di tre anni. Ricordiamo che il ponte sul Cansalamone è stato chiuso per  gravissime criticità strutturali tre anni fa, ed è notorio chela riapertura (consenso alternato)è una soluzione che èstata ripetutamente da  più parti sollecitata, ma senza alcun esito». E vogliono sapere «per quali motiviquesta iniziativa sia stata assunta soltanto adesso, avendo cura di precisare se la situazione strutturale del ponte sia mutata, rispetto alla situazione degli  anni scorsi, posto che ad oggi l'unico vero elemento di novità parrebbe essere rappresentato dalla rinuncia  dell'ingegnere Pasquale Mancuso a proseguire l'incarico che gli era stato affidato e l'ottenimento di un finanziamento finalizzato (addirittura) alla demolizione  del viadotto». Il termine ultimo per la presentazione della domanda di partecipazione alla manifestazione d'interesse è fissato per le ore 12 del 28 marzo 2017. Prima del Patto per il Sud era sfumata la possibilità di ottenere fondi statali per il progetto di sistemazione del viadotto. Prima è stato chiuso il rapporto con il professore Mancuso, che ha effettuato uno studio approfondito dal quale  sono emerse criticità del viadotto. Sembrava tutto pronto per finanziare il progetto con i fondi del commissario delegato per la realizzazione degli interventi per la mitigazione  del rischio idrogeologico in Sicilia. Il progetto prevede una spesa di 3 milioni di euro, ma è saltato  tutto e il sindaco ha chiesto l'intervento della Regione. Il finanziamento nazionale era sfumato perché i fondi sono stati destinati ad altra finalità e perché, comunque, nell'ambito dei provvedimenti dell'emergenza un decreto della Presidenza dei Consiglio dei Ministri ha stabilito che la emergenza  può finanziare la messa in sicurezza dei corsi fluviuali, quando ci sono problemi di emergenza idrogeologica, ma non opere infrastrutturali. Il progetto del Cansalamone riguarda, invece, per la gran parte, opere infrastrutturali. La chiusura del viadotto, avvenuta quattro anni fa, dopo i lavori eseguiti con la realizzazione di un'unica corsia e il senso unico alternato regolato  a un semaforo, causano gravi disagi ai residenti ed agli operatori commerciali delle contrade Carbone, Foggia e Capo San Marco. (*GP*)

Agrigentonotizie.it

Cuffaro, per ragioni di ordine pubblico, emette un'ordinanza contro Girgenti Acque


Questa l'ordinanza emessa dal sindaco di Raffadali con la quale intima Girgenti Acque ad esimersi da effettuare nuovi investimenti:

Ordina alla Girgenti Acque S.p.A. gestore del servizio idrico integrato per la provincia di Agrigento  (1)  Di astenersi da qualunque intervento sulla rete idrica del comune di Raffadali che possa comportare nuova spesa, salva la manutenzione di rito di relativa competenza, a far data dalla presente ordinanza e fino al 9 aprile 2017, con riserva di eventuale proroga fino al pronunciamento della Consulta sulla legittimità costituzionale della L.R 19/2015 (c.d. acqua pubblica). (2)    Di avviare, prima della posa in opera dei contatori e in collaborazione con il comune di Raffadali, una campagna di comunicazione e informazione istituzionale per mitigare l'impatto sui cittadini, già allertati dalle notizie di stampa su probabili aumenti delle tariffe dell'acqua in bolletta e possibili pericoli di ordine pubblico, esplicitando che gli interventi comporteranno, ove riscontrato necessario, il montaggio di appositi apparecchi di sfiato. (3)  Di intervenire con gradualità sul territorio del comune di Raffadali, circoscrivendo la zona delle relative operazioni e provvedendo per quartieri attraverso la realizzazione di c.d. anelli di distribuzione ove installare misuratori idrometrici al fine di garantire l'erogazione continuativa. Da atto Che gli effetti della presente ordinanza, restano comunque subordinati agli esiti della sentenza della corte costituzionale nel ricorso n° 99/15 del governo italiano contro la regione siciliana per la L.R. 19/2015. Che il comune di Raffadali attiverà la gestione del servizio idrico integrato in via diretta e per tramite dell'ente del Voltano così come deliberato dal consiglio comunale, nell'ipotesi di esito sfavorevole del predetto giudizio e di conferma della legge regionale 19/2015. 


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