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Rassegna stampa del 30 marzo 2017

Giornale di Sicilia

I nodi della sicilia
La soluzione per agli aiuti è quella di trasformare in permanente una tassa transitoria come l'addizionale
Così i soldi non bastano proprio mai - Lelio Cusimano

segue dalla prima pagina ecome da manuale, è saltata fuori la soluzione, manco a dirlo, sotto forma di ennesimo fardello da porre sul groppone dei contribuenti siciliani. Restano, infatti, confermate e al massimo livello del prelievo, le addizionali Irpef e Irap. Che poi si tratti della riconferma di imposte in scadenza e non di imposte nuove, sembra proprio un dettaglio secondario.  Per tamponare le falle della sanità siciliana, la Sicilia fa ricorso da anni a gravose maggiorazioni nel prelievo fiscale dell'Irpef e dell'Irap. Queste maggiorazioni, note come addizionali, avrebbero dovuto avere un carattere transitorio ma in una regione come la Sicilia, fondamentalmente vocata alla spesa  corrente, nulla risulta più definitivo di una tassa transitoria. A rischio di semplificazione, è bene ricordare su quali spalle si scarica il fardello delle addizionali Irpef e Irap, il cui gettito andrà parzialmente a favore  dei disabili siciliani; destinatari sono, essenzialmente, i lavoratori dipendenti, i pensionati e le imprese. Insomma si colpisce l'area elettiva della produzione della ricchezza e si sovraccarica ancora quel segmento della media borghesia impiegatizia, su cui poggia l'asse portante dell'economia siciliana. Si dice che a Roma, in vista del prossimo bilancio  dello Stato, si stiano mettendo in atto tutta una serie di manovre, evitando acccuratamente di aggravare il prelievo fiscale; non si vuole, cioè, andare al prossimo confronto con l'elettorato sotto la ghigliottina di nuove tasse. Curiosamente, quest'opportunistica  argomentazione non sembra neanche sfiorare la classe dirigente siciliana, che avanza a grandi passi  verso la penalizzazione del contribuente siciliano. Era stata timidamente avanzata l'idea di utilizzare una piccola parte dei precari, già a stipendio della Regione, per fornire assistenza minima ai disabili gravissimi, ma tale ipotesi, che avrebbe sgravato il conto delle risorse da destinare alla disabilità, dando ai precari l'opportunità di un lavoro vero e stabile,  è stata sdegnosamente rim ndata indietro, con l'ovvia notazione che sotto elezione sia sempre preferibile fare nuove assunzioni (ancorchè precari), inveceche fare lavorare quelli già in carico. Insomma si è fatta una silenziosa e originale riscrittura, in salsa siciliana, dell'articolo uno dellaCostituzione italiana, che ora deve essere così interpretato: l'Italia è una Repubblica fondata sullo stipendio (senza lavoro)! Il bilancio della Regione Siciliana, asfittico nei volumi e ingessato nella destinazione, lascia zero margini d'intervento per spese aggiuntive non coperte da nuove risorse, l'unica alternativa restando quella delle riforme. In questa direzione la Regione si è più volte espressa, con atti ufficiali, annunciando interventi riformatori in ambiti come la spesa delpersonale, quella previdenziale, il lavoro forestale, il patrimonio, la razionalizzazione degli acquisti e la gestione delle partecipazioni societarie. Tranne la neonata Centrale Unica per gli acquisti e un'infornata di pensionati, tutto il resto è rimasto una mera intenzione. Più in dettaglio, «a decorrere dall'esercizio finanziario 2018, è disposta una riduzione della maggiorazione IRPEF»; come sia andata a finire, è cronaca ormai di questi giorni.

I nodi della sicilia
Subito 36 milioni per le emergenze: le asp pronte a erogare gli assegni. le coop: i contributi vadano alle imprese
Tasse più pesanti per l'assistenza ai disabili
Dal prossimo anno niente taglio dei tributi per finanziare gli aiuti. I dubbi delle associazioni: non siano solo annunci
Riccardo Vescovo - Palermo

Un fondo da mezzo miliardo di euro per far fronte dal prossimo anno a tutti i servizi per l'assistenza ai disabili. Per alimentarlo il governo propone tra l'altro di mantenere alte le tasse, addizionale Irpef e Irap, che invece erano destinate a un taglio sostanzioso. Il piano è stato illustrato ieri in commissione  Bilancio all'Ars, convocata dal presidente Vincenzo Vinciullo, e sarà allegato alla prossima Finanziaria da approvare entro aprile.L'aumento delle tasse Nel Fondo attivo dal prossimo anno confluiranno sia misure che già esistono  sia nuove somme (Crocetta stima almeno altri 250 milioni). Di questi soldi circa 34 milioni arriveranno dai 340 milioni trasferiti ogni anno ai Comuni.  Poco meno di 12 milioni l'anno arriveranno invece dalla formazione professionale anche se per il 2017 i 16  milioni già stanziati saranno confermati. Il grosso arriverà invece dal mancato  taglio delle tasse che era previsto dal 2018. In pratica per sanare il buco  della sanità da un decennio la Regione ha aumentato alle  telle l'addizionale Irpef e Irap. Siccome ora i bilanci sono stati sanati per il 2018 era stato previsto di tagliare le tasse per un totale di 150 milioni di euro. Questo non avverrà  e le somme confluiranno nel Fondo. Toccherà comunque alla commissione Bilancio all'Ars votare il provvedimento  e infine la parola spetterà all'Aula. «Se ci saranno suggerimenti e proposte saremo ben lieti di ascoltarle  » dice Crocetta. Il presidente Vincenzo Vinciullo ha spiegato che «entro giorno 6 aprile la commissione esaminerà la proposta assieme ai documenti  contabili e poi invierà tutto l'Aula». Via libera agli assegni In attesa di realizzare questo piano  la commissione Sanità dell'Ars ha approvato il progetto varato dalla giunta  che erogherà 36 milioni a 2.140 disabili gravissimi individuati dalle Asp. L'assegno sarà di mille euro o 1.800 euro al mese per tre mesi, a seconda di alcuni criteri, erogati in un'unica soluzione  irettamente al disabile o a un suo rappresentante legale. Nei prossimi giorni le Asp comuni che hanno l'elenco e la classificazione dei disabili destinatari del contributo. Ai lavori della commissione, presieduta da Pippo Digiacomo, hanno partecipato il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l'as - sessore alla Salute, Baldo Gucciardi e l'assessore alla Famiglia, Carmencita Mangano che spiega: «Il prossimo stepè quello di definire le linee d'intervento strategiche, con la personalizzazione del percorso assistenziale attraversoi piani di cura». Le reazioni Giovanni Cupidi, uno dei leader della protesta delle associazioni, esprime perplessità: «Si parla di un fondo da 500 milioni - dice - in realtà stanno inserendo delle misure che sono già previste e non si è capito a quanto ammonterà l'integrazione. Vogliamo capire anche come saranno erogatequeste forme di assistenza, se saranno dirette o indirette. Tra l'altro con questi 36 milioni al massimo si potranno fare 3 ore in più al giorno di assistenza. Dubbi anche sui 2.140 censiti, ci risulta che molti non sono inseriti in elenco. Speriamo non sia una misura populista e demagogica». E ieri l'Alleanza delle cooperative italiane Sicilia, che comprende Confcooperative, Agci e Legacoop e il Forum del Terzo settore, ha chiesto che le somme passinoattraverso le cooperative del settore accreditate: «In assenza di regole  si verificherà un abbassamento del livello di assistenza e si rischia di aumentareil lavoro nero. C'è poi un problema occupazionale. Si rispetti la legge che prevede di organizzare un sistema di fornitori accreditati al quale le  famiglie delle persone con disabilità possono rivolgersi». Via libera al piano sociosanitario Da 8 mesi in commissione era fermo un piano da 260 milioni messi a disposizione dagli assessorati alla Salute e alla Famiglia per coordinare meglio iservizi di assistenza ed evitare sovrapposizioni e quindi un aumento della spesa. Mancava però il dettaglio delle risorse che il governo ha consegnato solo nelle scorse settimane. Ieri è arrivato il via libera al piano.

Elezioni, in dodici paesi inizia la corsa al voto
Tornerà alle urne anche Palma di Montechiaro dopo le dimissioni di Pasquale Amato, che sarà di nuovo in lista
Paolo Picone

A Sciacca l'uscente Fabrizio Di Paola, ha annunciato che non sarà candidato, tra gli alfaniani si fa anche il nome di Calogero Bono. Il centrosinistra punta su Michele Catanzaro
Elezioni amministrative del 2017: i partiti scaldano i motori per chiudere il cerchio delle candidature da proporre, o riproporre in alcuni casi, nei Comuni che andranno al voto per eleggere sindaci e rinnovare i Consigli comunali. Gli elettori saranno chiamati alle urne domenica 11 giugno.La data è stata fissata dal ministro dell'Interno Marco Minniticon proprio decreto, in cui si precisa che l'eventuale turno di ballottaggio per l'elezione diretta dei sindaci avrà luogo domenica 25 giugno.I Comuni che hanno la scadenza naturale, interessati dalla tornata elettorale del 2012 sono in tutto 12 (considerato che recentemente si è aggiunto anche Palma di Montechiaro con le dimissioni del sindaco Pasquale Amato). Cinque anni fa erano 13 considerato che si era votato anche ad Agrigento e si era votato a Raffadali quando aveva vinto il compianto onorevole Giacomo Di Benedetto venuto a mancare dopo un anno dalla sua elezione.  Oggi ad Agrigento, dove si è tornati  a votare nel 2015 c'è il sindaco Lillo Firetto e a Ra ffadali il capo dell'amministrazione è Silvio Cuffaro, fratello dell'ex presidente della Regione, Totò Cuffaro. Negli altri 12 Comuni invece si andrà al voto. E le urne si apriranno ad Aragona, Bivona, Campobello di Licata, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Comitini,  Lampedusa e Linosa, Montallegro, Palma di Montechiaro, Santa Margherita Belice, Sciacca e  Villafranca Sicula. Tutti piccoli centri tranne Sciacca, dove è puntata l'attenzione dei partiti nazionali e del movimento Cinque stelle.  L'uscente, Fabrizio Di Paola, ha annunciato che non sarà candidato e tra gli Alfaniani si fa anche il nome del presidente del consiglio comunale, Calogero Bono. Nel centrosinistra  il candidato sindaco dovrebbe essere Michele Catanzaro, che ha mancato per una manciata di voti l'elezione all'Ars e che guida, da qualche mese, il Pd locale. Catanzaro  è vicino al sottosegretario Davide Faraone. Sarà della partita Ignazio Messina, ex sindaco della città ed attuale segretario nazionale di Italia dei Valori .Per l'Italia dei  valori «è essenziale che la scelta del candidato a sindaco del centrosinistra a Sciacca avvenga attraverso le primarie all'interno di una coalizione più ampia possibile. Il modo più democratico per sceglierlo è quello di far partecipare i cittadini. Al contrario,  anche, di quanto ha fatto il M5S, che in 50 persone e anche divise tra loro e senza interpellare la  cittadinanza, hanno fatto la loro scelta. Per quello che ci riguarda presenteremo il nostro candidato alle primarie che metteremo a disposizione dei cittadini e delle forze politiche della coalizione» scrive in una nota di Ignazio Messina. Ad  Aragona si ricandida Salvatore Parello, esponente del centrodestra, che potrebbe essere contrastato dal suo ex assessore Totò Rotolo. A Bivona,  Giovanni Panepinto cederà il passo al suo vice, Mirko Cinà che ha soltanto 42 anni. Panepinto completerà il suo secondo mandato e non si potrà ricandiderà. Ed è stato proprio lui che da parlamentare all'Ars ha chiesto l'abolizione dell'emendamento sul terzo mandato  dei sindaci, che gli avrebbe fatto comodo. A Campobello, l'uscente Giovanni Picone riconfermerà la sua candidatura e si sconterà con Giovanni Gibella del centrodestra. A Casteltermini non ci sarà Nuccio Sapia ma dopo il dissesto economico  non è che ci sia tanta voglia di andare a fare il sindaco in paese. A  Palma di Montechiaro si ricandida Pasquale Amato contrastato da Domizio Mineo (lista civica). L'uscente Nicolò Termine di Cattolica ci sarà ancora. Non parteciperà alla competizione elettorale il sindaco uscente di Comitini, Felice Raneri. In questi giorni si parla di due cadidature: quella di Nino Contino, medico e già ex sindaco del paese, e  Giacomo Orlando, anche lui medico ed anche lui ex sindaco ma nella  vicina Grotte. Sull'isola di Lampedusa, la campagna elettorale potrebbe essere tra donne: Giusi Nicolini  per il centrosinistra e l'ex senatrice della Lega, Angela Maraventano. Pietro Baglio cerca il bis a  Montallegro, Francesco Valenti e Domenico Balsamo vorrebbero restare ad amministrare Santa Margherita Belice e Villafranca Sicula. (*PAPI*)


Provinciale per Menfi
Ars, interrogazione di Fontana: «Subito i lavori»

È una delle strade provinciali a maggior pericolo di percorrenza. È la Provinciale 42 Menfi - Partanna - Montevago, non inserita nel recente finanziamento regionale sulle strade provinciali della Regione con gravi  danni per chi, non solo vi transita, ma ha anche attività lavorative nella zona, come coltivazioni e allevamenti. Il deputato regionale agrigentino Enzo Fontana, ha presentato un'interrogazione urgente per la messa in sicurezza della Provinciale. «Si tratta -scrive - di una strada martoriata negli anni da frane e alluvioni, un'arteria strategica poiché congiunge alcuni paesi dell'Agrigentino con la provincia di  Trapani ed è quotidianamente percorsa da decine di proprietari terrieri e di agricoltori che sono costretti a raggiungere le aziende agricole, anche e specificatamente con mezzi pesanti i quali ne aggravano lo stato (nella foto). Non v'è dubbio che un intervento sistematico dovrebbe esser avviato fin da subito». La questione era stata più volte sollevata anche da privati che hanno proprietà nella zona e che mettono in pericolo la loro incolumità per raggiungere le proprie abitazioni o i luoghi di lavoro. «Non abbiamo mai avuto riscontri alle nostre richieste da parte dell'ex provincia - scrive Francesco Sansone - e al momento, da anni, nessuno è mai intervenuto  per sistemare la strada e renderla percorribile. Adesso speriamo che la politica si attivi e vengano date risposte ai cittadini». Alla luce di questi fatti, Fontana ha chiesto un tavolo tecnico,  fra l'assessore alle Infrastrutture, il Commissario straordinario e i funzionari del Libero Consorzio di Agrigento e i sindaci dei Comuni interessati e chiede di sapere se siano già stati contattati i vertici degli enti locali del comprensorio per effettuare un sopralluogo al fine di stilare una scheda tecnica dei lavori urgenti. (*CR*)

Corriere Agrigentino

Libero Consorzio, rese note tutte le istituzioni e associazioni provinciali
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, sul proprio sito www.provincia.agrigento.it, nella pagina Urp e stampa/Ufficio stampa/pubblicazioni, ha pubblicato l'elenco delle istituzioni ed associazioni operanti in  provincia di Agrigento. La pubblicazione contiene una serie di informazioni su vertici, indirizzi e numeri telefonici di enti pubblici ed associazioni utili sia ai cittadini che alle Istituzioni provinciali. Questo strumento di lavoro viene aggiornato e migliorato da parte dell'ufficio stampa in tempo reale. Le istituzioni, associaizoni e i soggetti interessati ad inviare segnalazioni ed aggiornamenti per integrare la pubblicazione o per l'inserimento nelle categorie presenti nell'elenco possono chiamare lo 0922/593228 oppure lo 0922/593267 o inviare una e-mail all'indirizzo ufficiostampaproag@yahoo.it.

Scriviolibero

Agrigento, sul sito del Libero Consorzio il nuovo elenco Istituzioni e Associazioni della provincia
Disponibile nel sito del Libero Consorzio www.provincia.agrigento.it, nella pagina Urp e stampa/Ufficio stampa/pubblicazioni, l'ultima edizione dell'elenco delle istituzioni ed associazioni operanti in provincia di Agrigento. Gli aggiornamenti in primo luogo, riguardano i nuovi assetti e la modifica di parte delle competenze della dirigenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, oltre alle modifiche di vertici istituzionalizzali di Enti e Associazioni varie della provincia. La pubblicazione realizzata in formato pdf a cura dell'ufficio stampa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, contiene una serie di informazioni su vertici, indirizzi e numeri telefonici di enti pubblici ed associazioni utili sia ai cittadini che alle Istituzioni provinciali. Questo strumento di lavoro viene aggiornato e migliorato da parte dell'ufficio stampa in tempo reale. Le Istituzioni e i soggetti interessati ad inviare segnalazioni ed aggiornamenti per integrare la pubblicazione o per l'inserimento nelle categorie presenti nell'elenco possono chiamare lo 0922/593228 oppure lo 0922/593267 o inviare una e-mail all'indirizzo ufficiostampaproag@yahoo.it. Le eventuali modifiche verranno eseguite nel più breve tempo possibile.

LA SICILIA

IL NUOVO VERTICE DEL CDA DELL'ENTE PARCO
In molti sono sorpresi e promettono battaglia* sulla nomina di Campo.
Tutti contro il Consiglio del Parco. Se il nostro giornale, spiazzando anche gli interlocutori istituzionali, aveva anticipato nei giorni scor si sulla nomina di Campo. Costantino e Alessandro a capo della struttura politica che guiderà la Valle dei Templi. adesso ci si è ripresi dalla sorpresa e le email delle redazioni giornalistiche inizia no ad essere inondate da note di biasimo per la decisione della Regione e dell'assessore ai Beni Culturali Carlo Vermiglio. Il più duro, ancora una volta, è il sindaco LiDo Firetto, che tra le altre cose definisce il decreto una offesa della grande missione culturale del Parco e un sopruso intollerabile verso la città di Agrigento". Una nomina fatta in extremis dal Governo regionale che riduce il Parco ad una propaggine periferica dell'Assessorato regionale e umilia la missione scientifica con logiche di controllo e di appartenenza. Aldilà dei nomi e dei relativi profili professionali — continua Firetto - quello che disarma è che si arrivi alla nomina interpretando il suo vertice come una semplice postazione da occupare nel nome di un antico e ammuffito gioco tribale, mortificando anche le professionalità interne e le aspettative della comunità scientifica internazionale". E poi c'è il "declassamento del ruolo del sindaco" che potrà esprimere solo un simbolico voto consultivo. Tenteremo tutte le strade per fare annullare questo decreto". tuona infine Firetto Da cosa nasca lo stupore, tuttavia. vorremo comprenderlo: già a luglio la Regione aveva tracciato i connotati dei futuro Consiglio escludendo, tra le altre cose, proprio il sindaco dalla parte realmente decisionale. Al primo cittadino, comunque, fanno eco altre voci, da lui non particolarmente distanti, in realtà. Le nomine del nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico della nostra città ci lasciano basiti — dice il presidente provinciale di Confcommercio, Francesco Picarella - Non si riesce a credere all'operato del Governo regionale, che ancora una volta agisce in modo del tutto arbitrario". Lo stesso Picarella poi definisce un "sopruso" l'esclusione del sindaco dalla compagine. Ma non è finito. A partire lancia in resta contro il nuovo Consiglio è anche Legambiente regionale, che "condivide in pieno" la presa di posizione di Firetto ed evidenzia soprattutto come la nuova normativa elimina "in seno al Consiglio del Parco una rappresentanza interdisciplinare e non c'è sostanzialmente più rappresentanza democratica.
Un Consiglio siffatto sarà inevitabilmente privo di quel riconosci mento e di quella legittimità condivisa che si richiede nella governance di una istituzione così importante e strategica per il territorio". Questo perché il Consiglio, così come inizialmente concepito dalla legge 20/2000 includeva esperti nelle diverse discipline coinvolte nel governo del patrimonio del Parco (archeologia, paesaggio. geologia, economia, agronomia), dirigenti regionali (il presidente e il direttore del parco, nonché il soprintendente). rappresentanti degli enti locali (sindaco, presidente camera di commercio, presi dente della provincia) e con voto consultivo, anche le associazioni ambientaliste. Troppi, secondo la spending review. Troppo pochi, per chi è rima sto fuori.
G.SCH.

Avremo due «superospedali» e altre strutture di livello
Agrigento e Sciacca sono individuati come punti di riferimento.
Due "spoke" e due presidi di base: è quasi definitiva anche per la provincia di Agrigento la classificazione delle strutture sanitarie previste nel piano delle rete ospedaliera che nelle ultime ore ha avuto prima il via libera del Ministero della Sanità e poi, ritornato a Palermo, anche quello della giunta regionale di governo. L'ospedale San Giovanni di Dio" è confermato struttura Spoke", cioè grosso ospedale che dispone di area di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza. Stessa classificazione per l'ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, che con il vicino nosocomio di Ribera forma gli "Ospedali Riuniti", che nella prima bozza del piano erano stati classificati come struttura accorpata di base. Le successive polemiche e la mobilitazione dei politici locali, ma anche della gente comune che aveva costituito un comitato pronto a scioperare, hanno indotto l'assessore regionale Baldo Gucciardi a fare un passo indietro. Ed è dunque un bel risultato per l'intero provinciale, dove saranno disponibili due strutture di rianimazione con annessi servizi salvavita come emodinamica e camera iperbarica. Sono confermati presidi di base con un li vello inferiore ai "Spoke", ma che mantengono almeno 4 unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l'ortopedia, l'ospedale "Barone Lombardo" di Canicattì e l'ospedale "San Giacomo d'Altopasso" di Licata. Tutti avranno una loro organizzazione sanitaria e amministrativa, ma il riferimento diretto resterà la direzione generale che ha sede ad Agrigento. Il percorso del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana non si ferma con l'approvazione della giunta regionale: in queste ore viene esaminato dalla commissione salute dell'Ars e poi sarà sul tavolo dell'assessore Gucciardi per il definitivo decreto. Infine, un nuovo viaggio verso Roma, ai Ministeri della Salute e dell'Economia. L'iter dovrebbe concludersi 14 aprile e poi comincerà la fase operativa, quella che prevede anche la pubblicazione dei tanto attesi concorsi e immissione in servizio di nuovi operatori sanitari senza i quali la nuova classificazione non porterà benefici sul piano della qualità dei servizi. Sono gli ultimi passi — ha detto l'assessore  alla Salute Baldo Gucciardi— e poi finalmente potremo dare la nuova rete alla Sicilia. Il lavoro compiuto ci permetterà di potenziare, tra le altre, la rete oncologica, quella della neuroriabilitazione, la rete delle malattie infettive e quella dell'infarto. Adesso, non ci resta che attendere fiduciosi". GIUSEPPE RECCA

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