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rassegna stampa del 23 agosto 2017

Gds.it

La prevenzione nell'isola il 75% degli istituti non è adeguato alla normativa
Rischio sismico, soldi alla Sicilia per scuole e opere pubbliche
Sul piatto 165 milioni per progettazione e interventi

Europa e Stato tornano a mettere a disposizione fondi che in passato i Comuni non hanno saputo spendere
Riccardo Vescovo

Nuove opportunità per i Comuni siciliani per rimettere in sesto scuole e opere pubbliche. Da Roma e dall'Europa arriva un fiume di denaro contro il rischio sismico, in tutto quasi 150 milioni per i prossimi tre anni. Sempre che i sindaci non si facciano sfuggire nuovamente l'occasione: pochi mesi fa, ad esempio, una norma nazionale aveva dato ai Comuni siciliani la possibilità di avviare lavori in scuole ed edifici pubblici senza il rischio di sforare il patto di stabilità, cioè i temuti vincoli alla spesa spesso accusati di frenare gli investimenti. Un'occasione ghiottissima, eppure praticamente nessuno alla fine ha aderito. E ancora: lo scorso anno 38 Comuni siciliani avrebbero dovuto bandire gare per un totale di 34 milioni di euro per ristrutturare e mettere in sicurezza decine di edifici scolastici. Solo una parte dei sindaci ha rispettato la scadenza prevista dal bando e lo Stato si è ripreso 17 milioni non spesi. Ora arrivano nuove possibilità di avere un aiuto in uno dei settori più volte contestati dai sindaci, quello della progettazione. La prima misura è inserita in un decreto del ministero dell'Interno pubblicato in Gazzetta ufficiale, che mette e a disposizione 5 milioni nel 2017, 15 per il 2018 e 20 per il 2019. L'obiettivo è quello di erogare un contributo per la progettazione di interventi su opere pubbliche che si trovano in zone a rischio sismico 1, cioè il più pericoloso. Nell'Isola sono un centinaio i Comuni che potranno sfruttare questa opportunità. I sindaci avranno tempo fino al 15 settembre di ogni anno per presentare istanza di partecipazione tramite il sito del ministero. Più corposa invece l'opportunità che arriva dai fondi europei e che passa dagli uffici del dipartimento regionale dell'Istruzione. Ci sono 25 milioni di euro a disposizione per Comuni e Province per avviare verifiche sugli edifici scolastici e, nel caso di problemi riscontrati alle strutture, per progettare degli interventi di messa in sicurezza. Poi, dal prossimo anno, ci saranno poco più di 100 milioni per effettuare i lavori. Sarà un'occasione unica per l'Isola, dove i 4.345 edifici che ospitano scuole di ogni grado versano in situazioni critiche: in quasi la metà sono necessari interventidi manutenzione, il novanta per cento non ha un certificato di prevenzione incendi che attesti il rispetto delle norme di sicurezza e addirittura in uno su dieci ci sono pericolosissime strutture in amianto da rimuovere. Tutte informazioni raccolte nella cosiddetta anagrafe dell'edilizia scolastica, un registro che adesso i Comuni hanno l'obbligo di redigere, inserendo le informazioni sullo stato delle scuole, altrimenti rischiano di non potere accedere ai finanziamenti. Eppure a guardare i dati non c'è da dormire sonni tranquilli. L'ufficio diretto da Mario Medaglia ha monitorato costantemente la condizione delle strutture in questi mesi ed è emerso che quasi un edificio su tre è stato costruito tra il 1961 e il 1975 mentre il 18 per cento addirittura tra il '21 e il  '60. Poco più di mille sono invece quelli realizzati dopo il 1976, anno in cui sono entrate in vigore leggi più rigide in materia antisismica. E proprio in materia di rischi in caso di terremoto, argomento che puntualmente torna al centro del dibattito in occasione di tragedie come quella di Ischia, emerge un'altra anomalia. In Sicilia il 75 per cento degli istituti scolastici non è stato progettato e neanche adeguato alla normativa antisismica e quasi tutti non hanno il certificato di conformità. Solo il 17 per cento degli edifici ha effettuato la verifica sismica. Sono tutti adempimenti non solo burocratici ma utili a prevenire il peggio in caso di calamità naturale.


L'intervista. Il presidente dell'Ars: «Stabilizzazioni in ritardo per colpa del governo. La legge c'è già, Crocetta pensi ad applicarla. A settembre niente mercato delle vacche»
Ardizzone: «Sui precari squallida propaganda»

«Sui precari è in corso la più squallida delle campagne elettorali. Il governo non scarichi sull'Ars le proprie responsabilità. C'è una legge che non è stata applicata, il governo recuperi il tempo perduto». Lo afferma il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, replicando al presidente della Regione, Rosario Crocetta e ai deputati che chiedono di approvare nuove norme prima delle prossime elezioni e di  stabilizzare i precari.
A settembre riapre l'Ars, sono arrivate diverse richieste dai deputati. Ci sarà tempo per nuove leggi?
«Non consentirò l'apertura del mercato delle vacche, non l'ho fatto in questi cinque anni e non ho intenzione di assecondare ora certe richieste. Dispiace sentire queste proposte dai deputati, ma è solo una squallida campagna elettorale.
Crocetta però ha sentito i capigruppo, ci sono alcune norme che chiede di approvare come quella sui precari degli enti locali.
«Se ci sarà il numero legale voteremo solo la legge sulla fusione di Anas e Cas, per il resto non ci sarà spazio a nuove leggi e nuove norme. Crocetta così dicendo smentisce se stesso, dimostra di non conoscere neanche cosa è stato già approvato. Questo è solo populismo, ma non può fare leva sulle masse dicendo cose non vere. La responsabilità del ritardo sulle stabilizzazioni è tutta del governo».
Quali sono le colpe sulle stabilizzazioni?
«Per la prima volta abbiamo approvato una legge organica, concordata con lo Stato, che consente la stabilizzazione a patto che prima si conseguano risparmi con la mobilità delle Province, cioè consentendo al personale delle Province di transitare in altre amministrazioni. Il governo avrebbe dovuto avviare l'iter per consentire questi passaggi, avrebbe dovuto creare il  portale sul web dove presentare le istanze e non lo ha fatto. L'assessore e il presidente sono omissivi. Adesso pensino a recuperare il tempo perduto invece di fare campagna elettorale di bassa lega».
Crocetta sostiene che la norma per derogare alla mobilità delle Province c'era, era arrivata in Aula ma è stata stralciata.
«Questo gioco del cerino non funziona più, Crocetta e l'assessore non scarichino sull'Assemblea le loro colpe. Quella norma portata in Aula era incostituzionale, non era mai passata nella commissione di merito e prevedeva addirittura che le piante organiche sarebbero state stabilite dal presidente della Regione tramite decreto. Davvero inconcepibile». Ri. Ve.


Libero Consorzio di Agrigento
Borse di studio, domande entro l'8 settembre

Il commissario della ex Provincia, Giuseppe Marino,comunica che c'è tempo fino all'otto settembre 2017 per presentare le istanze per usufruire delle borse di studio 2016/2017, esclusivamente nell'Istituzione scolastica frequentata dagli studenti che ne hanno diritto. Il bando per le borse di studio è rivolto alle famiglie degli alunni della scuola dell'obbligo e superiore quale sostegno alle spese sostenute per l'istruzione dei propri figli per l'anno scolastico 2016/2017 in possesso di un ISEE non superiore ad € 10.632,94

Sciacca
«Caretta caretta» liberata a Capo San Marco

«Girolamo», questo il nome che è stato dato alla tartaruga marina «Caretta-caretta» liberata ieri pomeriggio a Capo San Marco di Sciacca (nella foto). Aveva ingoiato un amo e un tappo di plastica. È stata recuperata da pescatori e sottoposta ad intervenuto chirurgico nel centro di Lampedusa. «Tutto è andato molto bene -afferma Giuseppe Mazzotta, presidente del Wwf Sicilia Area Mediterranea e grazie all'opera  nel centro di Lampedusa, dove vengono guarite l'80 per cento delle tartarughe che arrivano». «Girolamo» è arrivato da Lampedusa a Porto Empedocle da dove è stato trasferito prima a Torre Salsa e poi a Sciacca. La riserva naturale di Torre Salsa erarappresentata ieri a Capo San Marco da diversi operatori guidati dal direttore, Girolamo Culmone. «TorreSalsa rappresenta la Sicilia che funziona », ha detto Culmone, con riferimento alle numerose attività che si svolgono nella riserva naturale. È una festa dedicata alle tartarughe nelle spiagge agrigentine. Quest'anno ci sono ben cinque nidi accertati di «Caretta-caretta». Il primo è stato quello di Licata, in contrada Marianello, una spiaggia particolarmente affollata. Poi ci sono i nidi di Menfi, a Lido Fiori ed a Porto Palo, dove la sorveglianza è resa semplice da una certa diffusa cultura ambientalista che quella comunità possiede e questo si deve sicuramente all'azione che nel tempo è stata compiuta dal Wwf e dalle amministrazioni che si sono succedute. E poi quello di Sciacca, a Capo San Marco, a poche decine dietri da dove ieri è stata effettuata la liberazione di «Girolamo », con ben 129 uova. La schiusa è prevista intorno a fine agosto. Ancora, c'è il sito di Torre Salsa che viene monitorato da volontari provenienti da tutta Italia. (*GP*)

LASICILIA
Ati idrico
Scoppia il caso con ilpresidente Lotà che....rimedierà

"Approvato all'unanimità» espariscono i 6 voti contrari.g.s.) La polemica sembra essersiparzialmente spenta per 'amor di patria' dopo un incontrochiarificatore svoltosi lunedì sera, ma, fino ad allora sembrava sidovesse arrivare allo scontro.Oggetto del contendere, a delibera diapprovazione della tariffa idrica dell'Ati, firmata nelle settimanescorse e contenente, in particolare, 2 punti che hanno molto dato dadiscutere: un addendum che, di fatto,con sente al gestore privato dipoter godere di un numero maggiore di anni di esercizio el'esclusione dei comuni "ribelli" dal calcolo della tariffa. Dacosa nasce il problema? Dal fatto che, in fase di verbalizzazionedella votazione si è messo nero su bianco che quel punto era statoapprovato all'unanimità. Peccato che, invece, ben sei Comunirisultavano non aver fatto questa scelta, ovvero Grotte,Casteltermini, Favara, Porto Empedocle, Raffadali e Montevago sonostati i sindaci di questi centri, una volta pubblicata la delibera, afirmare una durissima lettera di contestazione inoltrata all'Aricon la quale, appunto, oltre ad evidenziarsi il problema dell'assenza dei voti contrari nel verbale, si lamentava la scomparsadi alcuni punti che, in realtà, erano stati assorbiti da altri. Allafine l'incontro di lunedì sembra aver dissipato le ombre, con ilpresidente dell'Assemblea, Lotà, che riparerà all'erroreformale semplicemente inserendo l'errata corrige nei verbali dellaseduta successiva, quella deI 7 agosto. Tutto risolto, o quasi.Rimane, all'interno dell'Ati, l'insofferenza da parte di alcunisindaci rispetto alle scelte finora adottate che rischia, in futuro,di tra mutarsi in un incendio. Primo banco di prova, l'impegno giàsottoscritto, di procedere dopo la fase di ricognizione delle risorseidriche esistenti sul territorio — già avviata dal Genio Civile diAgrigento — di mettere a disposizione l'acqua per tutti i centridell'Ambito.


TURISMO ED ECONOMIA
Ricorso Federconsumatori fa tribolare il Comune per l'impostadi soggiorno
(g.s.)


Imposta di Soggiorno, il Comune non ha fatto ancora in tempoa conteggiare il primo mese di incassi che già si rischia di doverrifare tutto da capo. Si scopre oggi, infatti, che a pendere sullavalidità della tanto contestata tassa c'è un ricorso al Tribunaleamministrativo regionale proposto da Federconsumatori Agrigento,Confcommercio e alcuni alberghi cittadini, i quali si sono affidatiall'avvocato Girolamo Rubino per ottenere dal Tar l'annullamentodella delibera di Giunta comunale del 27 giugno scorso con la qualeda un lato si approvavano le tariffe e dall'altro, soprattutto, sidava il "via" all'applicazione dell'imposta a partire daI 15luglio scorso, Ed è questo I centro nodale della vicenda, dato che,se in effetti il ricorso chiede l'annullamento previa sospensioneanche del regolamento istitutivo risalente al novembre 2016, amotivare questa azione legale è soprattutto la questione della datadi inizio della validità dell'imposta. "Non siamo contrari alfatto che si paghi ad Agrigento una tassa di scopo di questo tipo -spiega la responsabile di Federconsumatori Agrigento, Ilenia Catodici-ma manifestiamo la nostra contrarietà rispetto al fatto che si siàdeciso di applicare la stessa a partire dal 15 luglio, ovvero nelpieno della stagione turistica. Questo ha portato ad un danno intermini di serio carico delle strutture ricetti— ve, le quali hannodovuto caricare in modo retroattivo alle prenotazioni già preseprecedentemente una imposta che fino a quel momento non esisteva.Anzi — continua Capodici — ci risulta che molti tour operator sìsono rifiutati di applicare imposta di soggiorno con questo sistema,Il punto della retroattività del pagamento del balzello era statopiù volte discusso dalle sigle di categoria,ma l'Amministrazioneaveva fin da subito ribadito che non aveva intenzione di fare passiindietro. Due i motivi di censura seguiti nel ricorso: il primoriguarda la data della delibera di fissazione delle tariffe, chesecondo l'accusa sarebbe stata approvata oltre il termine perl'approvazione del bilancio previsionale (31 maggio), e violerebbecosì la legge 169 del 2006. Inoltre, il Comune avrebbe violato lostatuto del contribuente,il quale prevede che l'applicazione dinuove tariffe debba contemplare almeno 60 giorni di tempo prima chequeste divengano operative.

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