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rassegna stampa del 27 settembre 2017

GrandangoloAgrigento

Agrigento, "misero" furto negli uffici dell'ex Provincia Regionale

Furto da parte di ignoti negli uffici del Libero Consorzio di Agrigento, ex Provincia Regionale, uffici distaccati di via Esseneto. I ladri sono penetrati nella struttura, durante l'ultimo fine settimana, ed hanno portato via circa 50 euro dai cassetti delle scrivanie. A scoprirlo gli impiegati al ritorno al lavoro la mattina del lunedì.

Quilicata

"Salviamo la sede locale dell'Urp dell'ex Provincia", appello del Comune al Libero consorzio


E' il senso di una lettera che Mariagrazia Brandara, commissario straordinario del Comune, ha indirizzato al commissario straordinario ed al segretario generale del Libero consorzio dei Comuni di Agrigento, per "tutelare le risorse umane assegnate ed accrescere le professionalità maturate". "Ciò, in considerazione del fatto che nel tempo - scrive il Comune - tale ufficio è divenuto un insostituibile punto di riferimento certo e costante per le amministrazioni locali, per l'ascolto delle esigenze dei cittadini, delle comunità, per le formazioni sociali ed associazioni, nonché strumento per assicurare i necessari servizi di informazione ed assistenza ai crescenti flussi di visitatori"


Giornale di Sicilia


La protesta. Il dirigente delle Attività produttive: «Senza straordinari i progetti andranno a rilento». Ira dei sindacati sulla ripartizione: «Usato un sistema clientelare»
Stop ai premi ai regionali: «A rischio i fondi Ue»
Palermo

Stop agli straordinari per il dipartimento delle Attività produttive. Il risultato è che i progetti che utilizzano i fondi comunitari rischiano di subire rallentamenti. È l'allarme lanciato dal dirigente generale Alessandro Ferrara all'indomani delle modifiche approvate al Famp, il fondo col quale la Regione paga straordinari e premi di produttività. Le ultime modifiche alle somme da erogare hanno scatenato dure polemiche. «Con una decisione tanto miope quanto insensata - dice Ferrara - è stato affossato il progetto obiettivo che avrebbe consentito a funzionari e istruttori del dipartimento delle Attività produttive di istruire le migliaia di progetti che utilizzano i fondi Ue utilizzando anche gli orari pomeridiani». La Cgil spiega il perchè non ha firmato: «I diritti dei lavoratori non si possono barattare con le responsabilità dell'amministrazione» dice Clara Crocè, segretaria regionale della Fp Cgil. «L'Aran - prosegue - ha preteso di chiudere la trattativa a condizione che si sanassero le mancate rendicontazioni dei dipartimenti sulle risorse utilizzate dalle estrapolazioni a monte del 2016, facendo così saltare una condizione precisa prevista dall'accordo per consentire l'attribuzione ad alcuni dipartimenti di nuove risorse a monte del Famp. La Cgil non ci sta a fare finte trattative sui contratti già preannunciate dal commissario dell'Aran». Anche i Cobas-Codir sul piede di guerra: «Denunciamo ancora una volta il perpetrarsi di un sistema di ripartizione clientelare del salario accessorio, slegato dalle stesse finalità istitutive e dalle legittime aspettative dei lavoratori, costretti, come detto più volte, ad attendere anche due anni per percepire straordinari, indennità e compensi per servizi già espletati. Il Cobas-Codir auspica, pertanto, che, chiusa questa pagina nera della politica siciliana, si possa intraprendere, finalmente, la strada della rinascita attraverso il rinnovo dei contratti di lavoro». (*RIVE*)

Sulla 640. Lunghe code vicino la rotonda S. Pietro, disagi per gli automobilisti
Lavori in corso, traffico bloccato per tutta la mattinata


Statale 640 chiusa, all'altezza della rotonda San Pietro, nella tarda mattinata di ieri. Circolazione stradale letteralmente impazzita, con file chilometriche ed automobilisti che cercavano strade alternative da percorrere. Tantissime le telefonate arrivate alla centrale operativa della polizia Stradale: qualcuno temeva un altro drammatico incidente proprio nell'area della rotonda San Pietro. In realtà, lungo il viadotto San Pietro erano in corso interventi di ordinaria manutenzione: gli operai della ditta incaricata stavano posando un nuovo strato di asfalto. Ecco il perché della temporanea interdizione dello strategico tratto stradale. La maggior parte degli automobilisti ha, però, invece, pensato che si fosse verificato l'ennesimo, grave, incidente in quella porzione di statale che, all'improvviso, restringendosi diventa quasi, all'altezza dell'innesto con via Papa Luciani, una sorta di imbuto. A metà mese, del resto, un cinquantasettenne si è schiantato, con la sua Audi A4, proprio contro quella rotonda -  he è ancora in parte danneggiata- dove sono stati collocati i volti degli scrittori: ha riportato una grave lussazione ad una spalla e traumi al petto. La prognosi per la guarigione è stata sciolta dai medici dell'ospedale "San Giovanni di Dio" in 45 giorni. A metà agosto, invece, dopo un incidente stradale autonomo, sempre contro quella rotonda, ha perso la vita un pensionato ottantaquattrenne Michelangelo Fanara, originario di Aragona, ma residente, da anni, nella città dei Templi. L'anziano finì,  esattamente per come è successo un mese dopo al cinquantasettenne, contro la rotonda San Pietro con la sua Fiat Panda e perse la vita sul colpo. (*CR*)

Arma dei carabinieri
Il comandante provinciale trasferito a genova, ricoprirà l'incarico di capo di Stato maggiore della Legione
Mettifogo: «La mafia condiziona l'economia»
Il colonnello: «Lascio una terra migliore di come l'ho trovata, ma resta molto da fare». Al suo posto Giovanni Pellegrino

Concetta Rizzo

Ufficiale operativo, ma poco incline ai riflettori. Il colonnello Mario Mettifogo torna a Genova dove aveva già comandato il Ros e dove, adesso, sarà il capo di Stato maggiore della Legione carabinieri. Tre anni dopo il suo insediamento ad Agrigento - era il 18 settembre del 2014 quando prendeva il posto del colonnello Riccardo Sciuto trasferito alla Dia - Mettifogo, comandante provinciale dell'Arma, dice "addio" alla caserma "Biagio Pistone" e all'Agrigentino. Domani, alle 9,30, ci sarà la cerimonia di avvicendamento. Mettifogo lascerà l'incarico al tenente colonnello Giovanni Pellegrino, che proviene da Bari. Sarà presente anche il comandante della Legione carabinieri "Sicilia", il generale Riccardo Galletta. Il colonnello Mettifogo andrà via "in punta di piedi", esattamente come ha fatto arrivando. Ma ad Agrigento e provincia, il suo lavoro e il suo coordinamento dell'Arma hanno lasciato il segno.
Signor colonnello, come l'ha trovata e come lascia Agrigento?
«L'ho trovata come me l'aspettavo. Avendo fatto delle esperienze in Sicilia, avevo un'idea di come l'avrei trovata. Credo di lasciarla un po' meglio, mi auguro. Resta da fare molto, per quanto riguarda la lotta alle organizzazioni mafiose, perché la mafia c'è. E' cambiata nelle modalità d'approccio, ma è sempre presente, quindi c'è ancora molto da fare. Certo non siamo più negli anni Novanta o Ottanta, in cui c'erano fatti eclatanti. Però la presenza c'è ed è invasiva sull'economia, crea problemi soprattutto sull'economia legale ed è lì che bisogna intervenire».
Fra le altre emergenze dell'Agrigentino c'è anche quella dell'immigrazione. Continuano a registrarsi sbarchi "fantasma" e gli agrigentini hanno paura. Ci sono rischi?
«Per le valutazioni del fenomeno ci rimettiamo alle valutazioni del ministero dell'Interno. E' sotto gli occhi di tutti che, nelle ultime settimane, c'è stato un cambio nella qualità, nelle modalità e nelle motivazioni degli arrivi. Non vedo però rischi particolari».
E in materia di microcriminalità ci sono allarmi?
«La microcriminalità è fisiologica, non è un problema: siamo nella media. Non ci sono particolari picchi di microcriminalità».
In questi tre anni di permanenza ad Agrigento, lei ha visto migliorare, con collaborazioni, gli agrigentini? O continuano a rimanere in silenzio?
«Non ho visto particolari forme di collaborazione. Dal punto di vista mediatico e delle manifestazioni antimafiace ne sono parecchie, ma, poi, dal punto di vista pratico non mi sembra di aver visto particolari episodi di collaborazione».
Perché gli agrigentini non collaborano? Perché hanno paura?
«Non credo tanto alla paura. Credo piuttosto al fatto che la mafia ha cambiato sistema. Non siamo più alla semplice e diretta estorsione al negoziante. Ci sono altri sistemi, ad esempio per i finanziamenti».
Le intimidazioni ai fini estorsivi nei confronti degli imprenditori però si registrano ...
«Sì, però non ho avuto, in questi miei anni di permanenza, esperienze di denunce fatte da imprenditori che subiscono il fenomeno estorsivo. Fenomeno che è senz'altro presente».
Qual è stato il momento più difficile?
«Professionalmente, non c'è stato un momento particolarmente difficile. Nulla di quello che è accaduto è stato sorprendente rispetto alla mia esperienza di tanti anni già fatti in Sicilia. Personalmente c'è stato un momento molto difficile: quello della tragedia delle Maccalube, alla famiglia Mulone. Ero arrivato da appena 10 giorni. Mi ha impressionato positivamente come i genitori sono riusciti, in silenzio, a superare l'enorme trauma».   (*CR*)

AgrigentoNotizie
Progetto "Tartalife", Commissione europea soddisfatta dei risultati


Con una nota indirizzata all'Istituto di Scienze Marine del CNR di Ancona, ente capofila del progetto UE  "Tartalife - Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale", la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti dal progetto comunitario in questi primi quattro anni di attività. I documenti prodotti dai partner di progetto, tra cui il Libero Consorzio di Agrigento, sono stati esaminati dagli inviati della Commissione (Technical Desk Officer Ilenia Babetto, Financial Desk Officer McClintock, External Monitor Ivan Norscia), che hanno confermato i risultati descritti nel secondo rapporto di medio termine senza che siano emersi particolari problemi nella gestione delle varie azioni del progetto.
Risultati più che buoni, sia nella sperimentazione di nuove tecniche di pesca finalizzate a ridurre le catture accidentali delle tartarughe marine, sia per il funzionamento dei Centri di Recupero. Positivo anche il giudizio sulle azioni di informazione e di sensibilizzazione di operatori e scuole, e tra queste il concorso di educazione ambientale "Scopri-Tarta" gestito per la Sicilia dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, che verrà riproposto nei prossimi mesi dallo staff del Settore Ambiente anche nelle scuole primarie e secondarie di primo grado della Regione Marche in collaborazione con ISMAR e Fondazione Cetacea di Riccione. Positivo anche il bilancio finanziario del progetto.

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