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rassegna stampa del 10 gennaio 2018

Sicilia24h
Regione, musumeci presenta il programma e parla delle province.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, si è presentato sostanzialmente, e non solo formalmente, perché è intervenuto a Sala d'Ercole e ha esposto il suo programma amministrativo. E ha premesso: "Non si tratta di un arido elenco di cose da fare ma uno strumento per indicare la metodologia di lavoro dei prossimi 5 anni per riconsegnare ai siciliani una regione normale e restituire dignità e fiducia ai cittadini". Poi argomenti e interventi, su diversi temi, tra cui rifiuti, sanità, economia e rifiuti. Emergenza rifiuti, e Musumeci ha affermato: "Quello dei rifiuti è il primo grave problema che questo governo è stato chiamato ad affrontare. Ora le discariche sono al collasso, restano sette, otto mesi di autonomia e a Bellolampo neppure questo. Siamo ultima regione italiana per differenziata. Siamo al punto di non ritorno. Serve ridurre la quantità di rifiuti da conferire in discarica dove ogni giorno arrivano 5 mila tonnellate. Per guadagnare un anno di tempo dobbiamo farne arrivare la metà, 2500 tonnellate, già pre-trattate. Ma, mancano impianti di compostaggio, per realizzare i quali ci vuole almeno un anno e mezzo. E intanto non tutti i comuni fanno la differenziata, solo 100 comuni siciliani superano il 50 per cento di raccolta. Abbiamo in cantiere un piano per la bonifica delle discariche e la realizzazione di almeno 10 impianti di compostaggio in diverse parti dell'Isola. Nel frattempo il ministero ci dice di mandare i rifiuti fuori dalla Sicilia. Le regioni italiane non sono disponibili ad accettare rifiuti siciliani. La strada dei paesi esteri è difficile perché bisogna usare le navi e nei porti sicliani non sempre c'è la possibilità di fare questo tipo di imbarco. L'assessorato cerca soluzione d'intesa con tutti i sindaci. Nel frattempo questo parlamento deve modificare la legge. Oggi sono 33 i soggetti fra ex Ato e Srr che si occupano di rifuti ma ne funzionano solo 4. Bisogna procedere a riforma e assegnare alle nove province il compito di gestire i rifiuti. E poi accelerare il processo di liquidazione di Ato e Srr ormai diventati luoghi di stallo per qualche trombato della politica". Ed ancora sulla Sanità: "Non partiamo da zero, ma dal buon lavoro compiuto dall'ex assessore Baldo Gucciardi. Bisogna correggere i refusi nelle tabelle, come già aveva in programma il precedente governo, e recepire alcune istanze che provengono dai territori. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto dal ministero alla Salute una proroga di sei mesi rispetto alla scadenza prevista al 31 dicembre. Le priorità sono sicurezza medici, motivare la medicina di base per evitare accessi impropri ai pronto soccorso, investimenti strutturali, qualificazione della spesa. Ai nuovi direttori generali chiederemo obiettivi chiari a partire dalla gestione dei pronto soccorso, e delle liste d'attesa con la creazione del centro unico di prenotazione regionale di prossimo affidamento". E poi, l'economia: "I più recenti dati socioeconomici ci restituiscono un quadro allarmante della Sicilia relegata all'ultimo posto in Italia e nell'aria comunitaria. Serve risalire la china per riscattare l'immagine di isola prigioniera di pregiudizi e appesantita da luoghi comuni. Abbiamo il dovere morale di lavorare per ridare energia, prospettiva e smalto per questa terra nell'area mediterranea dove deve darsi ruolo politico". Servono strumenti per incentivare imprese, giovani e emarginati della società. L'obiettivo principale è il lavoro. Per quanto ci riguarda, cercheremo di arginare gli abusi dei contratti instabili. E sulla formazione nel breve periodo faremo un nuovo catalogo formativo e un avviso per far ripartire subito le attività formative da troppo tempo bloccate. Inoltre faremo un nuovo censimento degli enti di formazione ai fini dell'accreditamento, rivedremo l'albo dei formatori e creeremo un'agenzia unica per la formazione e il lavoro".

AGRIGENTOWEB

Furto alla polizia provinciale di Agrigento, rubate armi

AGRIGENTO. Due fucili da caccia, uno dei quali adibito anche a lanciare le siringhe per addormentare gli animali, una pistola e tutte le munizioni a disposizione della polizia provinciale di Agrigento: è questo il bottino frutto di un furto avvenuto nell'immobile del Libero consorzio comunale di Agrigento, in via Demetra all'interno del Giardino Botanico. Come riporta il Giornale di Sicilia, i ladri per intrufolarsi all'interno dell'armeria hanno buttato a terra una parte del muro di tramezzo. Poi, hanno scardinato le porte degli armadietti blindati dove erano custodite le armi. La banda di ladri ha anche svuotato i cassette dei distributori di caffè, bevande e snack, l'ennesimo colpo alle "macchinette" negli ultimi mesi.

AGRIGENTOOGGI
Agrigento, giallo su furto di 2 pistole e un fucile della Polizia Provinciale Un furto che ha destato preoccupazione e l'attenzione dei carabinieri della Compagnia di Agrigento si è verificato in danno degli uffici del Libero Consorzio Provinciale, ex Provincia Regionale. Ignoti sono penetrati nei locali del giardino botanico e avrebbero portato via 2 pistole, un fucile e alcune munizioni che erano custodite all'interno e appartenenti al corpo della Polizia Provinciale. Il fatto, riportato dal quotidiano La Sicilia, si verificato lunedì scorso.


LIVESICILIA
IN AULA Ars, Musumeci: "Il mio programma" Critiche dal M5s, apertura dal Pd di Maria Teresa Camarda Il governatore ha presentato il suo "dossier".

Conti regionali, rifiuti, ex Province i temi toccati PALERMO - Un dossier di 30 pagine. Un lungo documento in cui il presidente Nello Musumeci ha condensato il suo programma di governo. Lo ha preparato in vista della seduta dell'Assemblea regionale siciliana di oggi che all'ordine del giorno riportava "Disposizioni programmatiche del presidente della Regione". "Ci metto due minuti a pagina", ha spiegato il governatore poco prima di entrare in Aula. E così è stato: quasi un'ora di intervento in Sala d'Ercole per raccontare punto per punto, dai rifiuti alla sanità, dalla formazione professionale ai conti della Regione, tutte le prossime mosse e le intenzioni del governo regionale. L'obiettivo? "Restituire ai siciliani, al termine di questi 5 anni, una Sicilia normale". L'emergenza rifiuti - "ma chiamarla emergenza è quasi un ossimoro", dice - è l'occasione per Musumeci per ribadire la sua intenzione sul tema Province: "Altro che smantellarle, dobbiamo dare più competenze, come la gestione dei rifiuti. E difendiamo l'elezione diretta dei presidenti e dei consigli". E quando durante il dibattito il vicepresidente grillino dell'Ars, Giancarlo Cancelleri, lo attacca perché, a suo dire, "vuole solo creare nuove poltrone", Musumeci ribatte: "Se la democrazia diventa affare di poltrone allora siamo nei guai. L'argomento "economia" si snoda attraverso diversi temi, dai conti dell'amministrazione ai fondi europei agli investimenti per le imprese. Una novità importante sul tema del credito: "Bisogna ripensare alla sorte dell'Irfis, venuta meno alla propria funzione istituzionale, ma anche alla sorte dell'Ircac e della Crias. Stiamo pensando a una sola realtà che le metta insieme, per poter semplificare l'accesso al credito". C'è spazio anche per i precari, "faremo tutto quello che è in nostro potere per risolvere il problema", e per il rinnovo del contratto dei regionali, "presto ci sarà un incontro con i rappresentanti sindacali". Musumeci non si tira indietro di fronte a una delicata questione politica: "So bene che in quest'Aula abbiamo una maggioranza risicata, numeri limitati, ma il governo non cerca in questa assemblea supporti numerici clandestini, noi confidiamo di trovare nelle opposizioni convergenze programmatiche, sui singoli punti, sulle singole proposte. Un leale confronto". E mentre dal Movimento 5 stelle la chiusura è pressoché netta e si esprime nelle durissime parole di Cancelleri - "ci sono tutte le premesse perché la Regione resti spettatore" - un'apertura arriva dal capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo: "Saremo opposizione positiva e propositiva sui provvedimenti del governo che conterranno proposte concrete di crescita e sviluppo per la Sicilia. Il Pd sarà pronto a confrontarsi sulle riforme, avremo come riferimento quello che è stato il nostro programma elettorale".
Regione MUSUMECI RILANCIA LE PROVINCE "PIÙ COMPETENZE ED ELEZIONI DIRETTE" di Maria Teresa Camarda "Altro che smantellarle", ha detto il governatore all'Ars. PALERMO - "Alle Province bisogna attribuire maggiori competenze, altro che smantellarle". Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, nelle dichiarazioni programmatiche che ha presentato all'Assemblea regionale siciliana. Musumeci ha confermato la linea del governo sull'elezione diretta degli organismi delle ex Province (oggi Liberi consorzi) e delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). "Le ex Province - ha aggiunto - devono essere potenziate. La Regione deve essere arbitro non giocatore. Deve intervenire solo quando lo impongono situazioni di particolare necessità: i giocatori sul territorio devono essere le province, gli enti locali, i privati organizzati". Tra le competenze a cui pensa Musumeci c'è anche la gestione dei rifiuti. "Le province sono l'espressione del territorio, sono l'assemblea dei sindaci", ha spiegato. In attesa dell'esito del ricorso presentato dal governo della Regione contro l'impugnativa da parte del Cdm della legge regionale sulle ex Province, Musumeci ha invitato l'Assemblea a modificare la legge sugli enti intermedi.

LA SICILIA
Rubate armi negli uffici della Polizia Provinciale.
Un fucile, due pistole e vario munizionamento, appartenenti al Corpo della Polizia Provinciale di Agrigento. sono finiti nelle mani di una banda, e c'è il fondato timo re, che le armi possano essere utilizzate per commettere reati. Certo, non è la prima volta, che i ladri scelgono di portarsi via doppiette, pistole e revolver, custoditi dai proprietari in abitazioni, all'interno di armadi blindati, o comunque chiusi in cassetti o nascosti in soffitta. Ma questa voltai banditi hanno alzato il tiro. Nella tarda serata di lunedì si sono intrufolati negli uffici del Libero Consorzio di Agrigento, all'interno del Giardino Botanico di via Demetra e dall'ormai nota via Platone, teatro di una lunga serie di episodi criminali. Non è la prima, che i locali sono presidi mira, e quasi sempre ad entrare in azione giovani scapestrati del rione. Al contrario di al tre volte però, nell'ultimo episodio, i responsabili hanno sfondato la porta di una stanza, adibito al ricovero delle anni, degli agenti della Polizia Provinciale. Arraffati armi e munizioni, da li a poco, si sono allontanati dalla zona, senza farsi notare. Non ci sono segnalazioni di testimoni. La scoperta poco dopo, da parte di un dipendente. Sul posto hanno lavorato i carabinieri della Compagnia di Agrigento e del Reparto Operativo. A.R.

RIBERA / SANTO STEFANO QUISQUINA
Il "Crispi" e il 'Panepinto" manterranno l'autonomia.
Buone notizie per due scuole agrigentine che rischiavano di scomparire a causa del numero scarso degli alunni che non raggiungeva la quota prevista dal ministero della Pubblica Istruzione. Gli istituti comprensivi statali Francesco Crispi" di Ribera e "Lorenzo Panepinto di Santo Stefano manterranno la loro autonomia per l'anno scolastico 2018-2019. Questo è quanto è stato deriso lunedì pomeriggio a Palermo presso l'assessorato dell'Istruzione e della Formazione Professionale dove si sono svolti i lavori del tavolo tecnico regionale al quale ha preso parte i sindaci delle due cittadine, Carmelo Pace e Francesco Cacciatore, i dirigenti delle due istituzioni scolastiche e i' sindacati di categoria. C'era il rischio, in base alla normativa nazionale, che i due istituti comprensivi chiudessero i battenti, già dal prossimo anno scolastico. Invece, trattandosi di aree interne, sottodimensionate, hanno ottenuto per l'anno scolastico 2018-2019 la deroga in base alla strategia nazionale perle aree interne. Le due scuole manterranno quindi la loro autonomia, con tanto di dirigenza scolastica, uffici di segreteria e personale vario, docente. amministrativo ed ausiliario. A Ribera c'era l'ipotesi che la storica scuola "Crispi", che oggi comprende i tre ordini, dall'infanzia alla media, passando per l'elementare, potesse chiudere i battenti. Le classi, gli alunni e il personale sarebbero stati accorpati alle altre due istituzioni della città e Bosco. La "Crispi ha 570 alunni. Per l'autonomia ne servono 600. A Santo Stefano Quisquina, gli alunni sono 350, ma ne bisognano 400. La scuola del centro montano ottiene la deroga per il secondo anno consecutivo. Soddisfazione è stata espressa dai sindaci Pace e Cacciatore. ENZO MINIO


RIAPERTURA DEL VIADOTTO AKRAGAS

Dopo 10 mesi, si attendono ancora notizie. Viadotto Akragas a quasi 10 mesi dalla chiusura si attendono ancora notizie sulle prospettive di piena fruibilità dell'arteria e, soprattutto, sulla reale possibilità di consentirne la riapertura completa. Se gli automobilisti agrigentini si sono un pò abituati al dover attraversare percorsi alternativi per raggiungere Porto Empedocle (e, viceversa Villaggio Mosè e il Quadrivio Spinasanta), da Anas da un pò di tempo a questa parte si tace sul destino del viadotto più amato-odiato di Agrigento. Quando se ne dispose la chiusura a maggio del 2017, si ricorderà, il gestore della rete autostrada le, contestualmente all'esecuzione del primo stralcio di interventi di risanamento localizzati sul viadotto (che hanno consentito la riapertura del primo tratto a luglio dello scorso anno) ha avviato una campagna di indagini integrative sulle strutture dello stesso viadotto per verificare la capacità dell'opera di assorbire il traffico veicolare, seppur con limitazioni di massa". Questa ritenne vi fossero ancora pieni standard di sicurezza per il transito sull'intera carreggiata dei mezzi con limite di mas sa fino a 3,5 tonnellate. "Nel frattempo — diceva una nota emessa proprio a luglio del 2017- Anas ricorda che proseguono gli interventi di ripristino e rinforzo delle campate 14,46 e 53 del viadotto Akragas I nonché la progettazione per la messa in sicurezza definitiva di entrambi i viadotti (Akragas II e I)". Sempre in quell'occasione il gestore precisò che era stato pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la gara d'appalto finalizzata a interventi dì manutenzione straordinaria dei viadotti, ricadenti in territorio agrigentino, lungo le strade statali 115 "Sud Occidentale Sicula e 115 quater compreso il viadotto Akragas. per un investimento complessivo massi mo pari a 30 milioni di euro. Questo quanto ad oggi noto. Dopo di che, il silenzio. La stessa Amministrazione comunale, in una prima fase molto attiva mediaticamente sul tema. sembra adesso aver scelto la linea della cautela anche perché, a conti fatti, pensare ad una riapertura in tempi rapidi della seconda metà del viadotto sembra quasi un'utopia. G.S.


«Il tempo è galantuomo» Governo e Pd esultano ma Fi e M5S sottolineano il dato relativo ai precari.
ROMA. Rinnegare il Jobs Act. Era questa una delle precondizioni poste dalla sinistra per aprire la trattativa sulle alleanze con il Pd di Matteo Renzi che non ha ceduto alle pressioni e ora, forte dei dati Istat, gongola. «Il tempo è galantuomo», commenta il segretario dem mentre sulle agenzie rimbalza la notizia di quello che l'ex premier fiorentino non esita a definire un «risultato storico», alla faccia di Liberi e Uniti che dello smantellamento della riforma del mercato del lavoro, targata Poletti, ha fatto una delle sue bandiere elettorali. La sinistra, però, non si lascia affascinare dalle percentuali sbandierate dagli esponenti del governo e della maggioranza sui social network. E nemmeno M5s e Forza Italia. Gli avversari politici del Pd - alla Luce del numero dei precari, che ha fatto segnare un primato dall'inizio della serie storica - suggeriscono di frenare gli entusiasmi. Ad esprimere soddisfazione per i dati Istat, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che, come annunciato, dà il suo contributo alla campagna elettorale. «A novembre il numero di occupati ha raggiunto il livello più alto da 40 anni. E scende anche a disoccupazione giovanile. Si può e si deve fare ancora meglio. Servono più che mai impegno e serietà, non certo una girandola di illusioni», twitta. «Da febbraio 2014 a novembre 2017 Italia ha recuperato più di un milione di posti di lavoro: 1.029.000 per la precisione (di cui il 53% a tempo indeterminato). Il Jobs Act ha fatto aumentare le assunzioni, non i licenziamenti: il tempo è galantuomo, lo diciamo sempre», esulta Renzi su Face book. al buone riforme danno buoni frutti. I dati Istat di novembre sul mercato del lavoro indica no che si è fatto un altro passo nella direzione giusta e che si rafforzano le tendenze positive di medio-lungo periodo, in linea con il consolidamento della crescita dell'economia», incalza il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Di tutt'altro tenore i commenti di M5S e sinistra. «Sui dati Istat non c'è molto da gioire da parte del Pd. Dal 2016 ai 2017, infatti, è aumentato il numero delle fami glie con minori che si trasferisco no fuori dall'Italia in via definitiva. Inoltre, avere trasformato contratti stabili in rapporti di lavoro pre cari, ha permesso al partito di governo di fare soltanto un'operazio ne di facciata sui dati odierni, ma la verità è che con il Jobs Act con tinuano a diminuire la qualità del lavoro e la produttività delle imprese», scrive in una nota la deputata M5s Laura Castelli. Per il segretario di Possibile, Pippo Civati, esponente di liberi e Uguali, «il vero record è la precarietà, per una legislatura da record di lavoro precario e povero». Anche per Forza Italia c'è poco da essere contenti. Per la deputata azzurra Elvira Savino, infatti, aumentano soltanto i lavoratori precari, quelli che magari hanno un contratto che dura un solo mese e poi il mese successivo vivono nel l'ansia di non sapere se il contratto verrà rinnovato o meno».


L'ENTE PARCO ha dirottato la somma che doveva servire per la costruzione di un tratto del percorso pedonale

Dai marciapiedi al Palacongressi i quasi 300 mila euro saranno destinati agli impianti tecnologici della struttura. Sembrava tutto fatto: Bonamorone, a distanza di 3 anni dalle prime proposte politiche, appariva destinata a veder sorgere attesissimo completa mento del tratto dì marciapiede che avrebbe unito l'area della fontana con il percorso pedonale realizzato dall'ex Provincia regionale di Agrigento. E invece alla fine, tra tante polemiche sul famoso 30% dello sbigliettamento dei ticket staccati netta Valle, gli oltre 300mila euro impegnati per un pro getto di grande importanza turistica sono andati a finire in un calderone ben diverso: quello per l'adeguamento tecnologico del Palazzo dei congressi del Villaggio Mosè. I fatti: nel 2014 l'allora commissario Luciana Giammanco avanza l'ipotesi di utilizzare la quota di quell'anno dei fondi provenienti dall'Ente Parco (che, all'epoca, spettavano ancora al Comune) per completare la ventina di metri di marciapiede mancante nell'area della fontana. Un collegamento pedonale molto importante, dato che grazie a questo, i turisti provenienti dal centro città avrebbero potuto agevolmente raggiungere via Panoramica dei Templi e dall'ingresso di Giunone. All'idea non seguono però i fatti e così la possibilità rimane congelata fino a settembre scorso, quando l'Utc produce un pro getto esecutivo che prevedeva non solo il completamento del marcia piede ma anche la riqualificazione di tutta la zona, e che viene esitato favorevolmente dal Consiglio del Parco, allora presieduto da Bernardo Campo, Pochi mesi dopo sarà proprio il Comune di Agrigento a spingere per ché la Regione revochi il decreto di costituzione del Consiglio, lamentando la mancata applicazione dei decreti regionali. il progetto, tuttavia, sarebbe anche potuto sopravvivere se non fosse incappato in un problema di tipo burocratico: la Soprintendenza, infatti, ha in più occasioni richiesto al Municipio integrazioni e chiarimenti rispetto al progetto. Le risposte, pare, non sono arrivate (o comunque non sono state ritenute soddisfacenti), e i soldi, come dicevamo, sono stati impegnati dal Parco archeologico in altro, avendo questi l'obbligo di stanziare le somme entro il 2017. Così, anno nuovo, nuovo tentativo di impegnare le risorse per questo e altri progetti. GIOACCHINO SCHICCHI

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