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Rassegna stampa del 16 febbraio 2018

Giornale di Sicilia

Il governo della regione
il successore di figuccia ha sciolto la riserva
Sgarbi: «A maggio lascio la giunta»
Energia, Pierobon nuovo assessore

Il critico d'arte, che ambisce a diventare ministro: «Ma darò le linee guida». Poi parole di fuoco con la figlia di I Cinque Stelle e Liberi e Uguali: «Vada via ora»
Giacinto Pipitone  - Palermo
Le porte girevoli della giunta. Vittorio Sgarbi ha compiuto un altro passo verso l'uscita annunciandoche entro maggio lascerà l'incarico ai Beni Culturali, Alberto Pierobon ha sciolto la riserva e adesso è certo che entro una settimana assumerà il ruolo di assessore ai Rifiuti e all'Energia. Alberto Pierobon è il tecnico veneto scelto dall'Udc per sostituire il dimissionario Vincenzo Figuccia. La sua indicazione per la verità è avvenuta ai primi di gennaio ma poi sono passati quasi due mesi prima che si arrivasse a una decisione finale malgrado alcuni incontri già avvenuti con Musumeci e l'esplicito gradimento mostrato dal presidente sulla figura scelta dall'Udc. Peraltro la decisione di accettare l'incarico è stata comunicata al presidente della Regione via mail dallo stesso Pierobon, che probabilmente in queste settimane ha nche risolto qualche potenziale conflitto di interesse legato a precedenti incarichi. Musumeci ha confermato che a questo punto sulla scelta del nuovo assessore non ci sono più dubbi e gli uffici di Palazzo d'Orleans stanno già preparando gli atti per formalizzare la nomina,  prevista a giorni. La giunta tornerà presto a ranghi completi, visto che da quasi due mesi gli assessori sono 11 e della delicata gestione dell'emergenza rifiuti e della crisi idrica è rimasta ad interim nelle mani di Musumeci. Ma non resterà a ranghi completi per molto, la giunta. Ieri Sgarbi ha confermato che a maggio lascerà l'incarico per assumerne un altro a livello nazionale: «Sarà un tempo tempo breve quello dedicato al mio mandato, ma non tanto breve da non dare delle linee guida. Queste sono le mie ultime volontà, dopo il 4 marzo avremo un limbo, ma qualunque sarà il mio destino penso di sopravvivere come assessore almeno fino a metà maggio, poi si capirà se mi dovrò separare dalla Regione ». L'ambizione di Sgarbi, candidato alle Politiche del 4 marzo, è quella di fare il ministro dei Beni Culturali in un ipotetico governo di centrodestra. Da mesi si sapeva che l'assessore ai Beni Culturali non sarebbe rimasto a lungo. Ora però c'è una data di scadenza per il suo mandato. E ciò apre la corsa alla successione, per la quale si candidano in tanti in Forza Italia visto che Miccichè a novembre durante le trattative per la formazione della giunta aveva rinunciato a un posto sperando proprio nelle successive dimissioni di Sgarbi per recuperare qualche deluso. Si vedrà però solo in primavera se Musumeci vorrà davvero rafforzare i forzisti. Intanto il clima intorno a Sgarbi ieri si è fatto incandescente. Ed è stato lo stesso assessore ad accendere varie micce nella polveriera. Lo ha fatto con un post su Facebook che ha aperto una dura polemica con Cecilia Strada. La figlia di Gino Strada aveva postato sul social network la foto di una scritta apparsa su un muro che invitava le donne a non fare sesso con i fascisti «per non farli riprodurre». Il critico d'arte prestato alla giunta ha commentato lasciando da parte il bon ton: «Può stare tranquilla - ha scritto anche lui su Facebook - non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi». L'assessore è andato anche oltre scherzando sul fatto che l'organo sessuale femminile (ma le parole scelte sono altre...) «non ha orientamento politico e per questo faticherà a trovare anche dei comunisti disposti a fare sesso con lei». Parole a cui la figlia di Strada ha risposto scegliendo toni più moderati: «La mia era ironia, non è che posso andare a consigliare veramente alla gente con chi andare a letto e con chi no. Non è un tentativo di pulizia etnica, come qualcuno ha commentato. E Sgarbi non ha neanche detto una cosa originale, nel senso che lui ieri ha detto quello che centinaia di commentatori avevano già scritto sulla mia bacheca da due giorni. Rispondere sulle qualità fisiche mie non è una risposta competente da un punto di vista intellettuale». Ma la polemica non si è affatto chiusa. Musumeci, come già aveva fatto in occasione di altre uscite polemiche del suo assessore, non ha commentato. Ma dall'opposizione sono partiti gli appelli affinchè il presidente tolga la delega a Sgarbi. «La questione è tutta politica - hanno detto i deputati all'Ars del Movimento 5 Stelle -. Vittorio Sgarbi ricopre un ruolo istituzionale in Sicilia e ha superato ogni limite. La dialettica politica è una cosa, gli insulti coordinati e continuativi altro. Musumeci chieda scusa a nome del governo e gli ritiri oggi stesso la delega di assessore alla Cultura». I grillini sono pronti a presentare pure una mozione di censura all'Ars. Va all'attacco anche la sinistra. «L'assessore è un sintomo del decadimento morale del Paese» ha detto Erasmo Palazzotto di Liberi e Uguali. E per Claudio Fava «Musumeci deve decidere: o ritira la delega all'assessore Sgarbi oppure, se non è libero di farlo, si dimetta lui». Parole che hanno suscitato la reazione dell'assessore Sgarbi: «Fava ha chiesto le mie dimissioni per quello che ho detto su Cecilia Strada? Piuttosto Fava si occupi della sua fidanzata, le trovi i biglietti che mi ha chiesto per andare a vedere la Juventus. Quindi non rompa i co... È ora di finire con questa storia delle dimissioni. Io ho semplicemente commentato una dichiarazione grottesca che è stata criticata da tutti, la signora Cecilia Strada non può fare la razzista, il sesso non si basa sull'ideologia».  E non è neanche finita qui. Durante una conferenza stampa inizialmente convocata per discutere di iniziative culturali, Sgarbi ha anche sparato a zero sull'antimafia entrando di peso nella recente polemica sul siluramento di Giuseppe Antoci dalla presidenza del Parco dei Nebrodi: «Antoci si è dichiarato un emblema dell'antimafia. Ma che tipo di mafia c'è lì? Quella che gli ha sparato alle gomme dell'auto? Non voglio polemizzare con lui ma se la mafia vuole uccidere qualcuno riuscirà a ucciderlo? Quell'attentato lo ha consacrato, sembrano le cose di Crocetta che infatti lo difende. Io vorrei sapere cosa ha fatto Crocetta contro la mafia. Per me hanno fatto qualcosa Mori e il capitano Ultimo. Ora, quelli che fanno  qualcosa contro la mafia li inquisiscono e quelli che non fanno un ca... sono i santi dell'antimafia. Basta, devono smetterla ». E poi l'attacco frontale ad Antoci che era stato difeso dal Pd, da 21 sindaci del territorio e dalla fondazione Caponnetto: «Antoci è diventato un santo con quell'attentato - ha concluso Sgarbi -. È una brava persona, per carità, ma il parco dei Nebrodi è pieno di pale eoliche, che sono emblema della mafia. Sono lì, attaccate. Se ci sono le pale eoliche nel parco dei Nebrodi vuol dire che la mafia ha vinto e Antoci ha perso».

Appuntamento al ministero dei beni culturali. Dario Franceschini, questa mattina alle 11, nella sala Spadolini, renderà noto il nome della città vincitrice per il 2020
Agrigento Capitale Cultura
È il grande giorno Sono ore di trepidazione per il «verdetto » che potrebbe assegnare almeno un milione di euro al Comune per l'organizzazione dei 78 eventi previsti. Lillo Firetto domani sarà all'ex Collegio dei Filippini. Concetta Rizzo OOO È, oggi, il giorno della verità. Alle 11, nella sala Spadolini, del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il ministro Dario Franceschini ufficializzerà quale città sarà, nel 2020, la «Capitale italiana della cultura». La giuria di selezione, presieduta da Stefano Baia Curioni, anche ieri era al lavoro per stabilire quale delle 10 finaliste - Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso - meritasse d'essere insignita. Fiducia e speranza, esattamente come polemiche e critiche, in tutte queste settimane, hanno continuato ad alimentare i discorsi degli agrigentini. Di tutti, anche i più disinteressati. Agrigento, e questo è un dato di fatto, si sta giocando un'occasione unica. In ballo non c'è solo il fregio, importantissimo, di «Capitale italiana della cultura». Ma ci sono i soldi, tanti soldi. Oltre al milione di euro previsto dal bando del ministero, la Regione si sarebbe già impegnata a sborsare un milione e mezzo di euro e poi c'è la deroga al patto di stabilità. Fondi e deroga al patto di stabilità potrebbero segnare, visto che le casse del Comune sono  perennemente al verde, l'anno della rinascita. Anno che coinciderà con i 2.600 anni dalla fondazione di Agrigento. Comunque vada oggi, il sindaco Lillo Firetto ha già deciso di proseguire il percorso avviato, con iniziative e attività, per l'anno in cui la città compirà 2600 anni. E per questo motivo, per domani alle 11, 24 ore dopo il «verdetto», ha già programmato - all'ex collegio dei Filippini - una conferenza stampa alla presenza di quanti hanno sostenuto il progetto e di tutti coloro che hanno animato, con grande passione ed impegno, queste settimane di attesa e l'allestimento di un intero programma di 366 giorni per lo straordinario compleanno della città. Agrigento, oggi, verrà definitivamente valutata - dalla commissione che è composta da sette economisti, docenti di diritto amministrativo e di storia dell'arte - non soltanto per quello che è, ma anche per quello che vuole tentare di essere. Il calendario degli eventi per il 2020, inserito nella documento di candidatura, ne prevede 78 tra conferenze, spettacoli e la realizzazione di strutture temporanee. Una di queste sarà il «Mia», il museo dell'innovazione e delle arti, un «cantiere aperto» per mostrare le potenzialità delle stampanti 3D applicate all'edilizia. I cittadini, tra l'altro, saranno chiamati a esprimere la propria preferenza circa una caratteristica fisica del manufatto dando vita a una vera e propria progettazione partecipata. Tra le iniziative: «L'eredità classica: l'architettura e l'inge - gneria urbana dell'epoca greco-romana ». Sotto questa etichetta rientreranno convegni di architettura e ingegneria sul patrimonio culturale e archeologico. Ma sono previste, fra gli altri, anche rassegne di arte figurativa nella valle dei Templi: «Visioni d'Artista», con la collaborazione di Farm cultural park. (*CR*)

Intervengono i cantonieri. Il tracciato è stato liberato dalla neve nei punti più critici. Già nella tarda mattinata il percorso non presentava più alcun problema
Disagi causati dal maltempo lungo la strada Provinciale 24
Pioggia, vento e neve. Non manca  nulla nell'Agrigentino, il maltempo imperversa dalla zona costiera finoall'area interna, dove si è registrata la prima nevicata in quota. In particolare sulla provinciale 24 Cammarata-Santo Stefano di Quisquina, dove già dalle prime ore di ieri mattina hanno operato i cantonieri del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per consentire il regolare transito degli autoveicoli che numerosi percorrono questa importante via di collegamento. Il tracciato è stato liberato dalla neve nei punti più critici e cosparso di sale per evitare la formazione di ghiaccio, e già nella tarda mattinata il percorso non presenteva alcun problema. Il Settore Infrastrutture Stradali raccomanda comunque la massima prudenza agli automobilisti, ricordando altresì che è in vigore dal 2015 l'ordinanza che rende obbligatoria la presenza di catene a bordo degli autoveicoli, o il montaggio di pneumatici da neve, in transito su tutte le strade interne(dal 15 novembre al 15 aprile), nonché il divieto di transito in caso di ghiaccio o neve per i motocicli. Gli eventi dello scorso anno 2017, hanno portato anche, in diversi comuni montani, alla chiusura delle scuole e di tutti i servizi di pubblica utilità, con grandi difficoltà soprattutto per il soccorso di malati e il trasporto di pazienti in dialisi. E' obbligatoria la presenza di catene a bordo degli autoveicoli, o il montaggio di pneumatici da neve, nonché il divieto di transito in caso di ghiaccio o neve per i motocicli ed in questo senso la Polizia Provinciale eseguirà i dovuti controlli per il rispetto dell'ordinanza stessa. L'ex Provincia ha invitato, già da tempo, i cittadini residenti nel comprensorio montano a dotarsi di tali mezzi antisdrucciolevoli. Nel Piano inoltre sono elencate le strade provinciali sensibili al rischio neve. Si tratta di alcune strade dei comparti centro-nord e ovest che negli anni passati sono state più volte temporaneamente interdette al traffico causa neve. Nel comparto centro-nord: strada provinciale 24-B San Giovanni Gemini - Santo Stefano di Quisquina (statale118), provinciale25 Mussomeli - Soria -Tumarrano al confine con la provincia diCaltanissetta, provinciale 26-ACammarata - confine provincia di Palermo, provinciale 26-C Santo Stefano Quisquina-confine provincia di Palermo, provinciale 31 ex consortile Cammarata verso Casteltermini, provinciale 39 Soria-Casalicchio, provinciale 40 Salina-Menta, più altre strade a rischio medio-basso. Nel comparto ovest: provinciale 34 Bivio Tamburello-Bivona (tratto stradale lato Bivona), provinciale 36 Bivio statale 115-S. Anna-Bivio Caltabellotta, provinciale 37 Sciacca -Caltabellotta- San Carlo e provinciale 69 di Sambuca. (*PAPI*) Paolo Picone

AgrigentoOggi

Neve sulla Cammarata-Santo Stefano: Libero Consorzio ricorda obbligo di catene e prudenza

Prima nevicata in quota nella zona montana, in particolare sulla SP n. 24 Cammarata-Santo Stefano di Quisquina, ove già dalle prime ore di stamani sono all'opera i cantonieri del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per consentire il regolare transito degli autoveicoli che numerosi percorrono questa importante via di collegamento. Il tracciato è stato liberato dalla neve nei punti più critici e cosparso di sale per evitare la formazione di ghiaccio, e si prevede che già nella tarda mattinata il percorso non presenterà alcun problema. Il Settore Infrastrutture Stradali raccomanda comunque la massima prudenza agli automobilisti, ricordando altresì che è in vigore dal 2015 l'ordinanza che rende obbligatoria la presenza di catene a bordo degli autoveicoli, o il montaggio di pneumatici da neve, in transito su tutte le strade interne (dal 15 novembre al 15 aprile), nonché il divieto di transito in caso di ghiaccio o neve per i motocicli. Ricordiamo, inoltre, quali sono le strade provinciali sensibili al rischio neve, individuate dal Piano Neve approvato alla fine dello scorso mese: SP 24-B S.Giovanni Gemini-S.Stefano di Quisquina (SS118), SP 25 Mussomeli-Soria-Tumarrano-confine provincia di Caltanissetta, SP 26-A Cammarata-confine provincia di Palermo, SP 26-C Santo Stefano Quisquina-confine provincia di Palermo, SPC 31 ex consortile Cammarata verso Casteltermini, SPC 39 Soria-Casalicchio, SPC 40 Salina-Menta, più altre strade a rischio medio-basso (comparto centro-nord); SP 34 Bivio Tamburello-Bivona (tratto stradale lato Bivona), SP 36 Bivio SS 115-S. Anna - Bivio Caltabellotta, SP 37 Sciacca -Caltabellotta-San Carlo, SP 69 Sambuca-Adragna (comparto ovest).

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