Giornale di Sicilia
I soldi della regione. In ballo ci sono 9 bandi già pubblicati e duecento milioni da spendere entro la fine dell'anno: ma nella pianta organica mancano 160 persone
Fondi europei, non c'è il personale per gestirli
Giacinto Pipitone - Palermo
In ballo ci sono 9 bandi già pubblicati e almeno 200 milioni da spendere entro la fine del 2018, pena la restituzione a Bruxelles. E davanti a queste cifre il neo dirigente del dipartimento Attività Produttive, Rosolino Greco, ha fatto scattare l'allarme: «Per svolgere al meglio l'esame delle domande e garantire l'investimento dei finanziamenti europei nei tempi previsti servirebbero almeno altre 160 persone». E così, a un passo dalla conclusione del piano dei prepensionamenti che ha portato in quiescenza circa 5 mila dipendenti, il dirigente apre il caso della carenza di personale: «La nostra pianta organica conta 290 dipendenti e noi siamo appena 132. Di questi solo una ottantina può essere utilizzata negli uffici che si occupano di fondi europei. Perchè gli altri devono restare in altri settori delicati come la vigilanza su enti, coop e camere di commercio ». Greco si è insediato da qualche giorno, dopo la maxi rotazione decisa da Musumeci, e sul tavolo ha trovato le consegne del suo predecessore, Alessandro Ferrara. Tra queste c'è un bilancio del personale rimasto in servizio: «Capisco benissimo - anticipa lo stesso Greco - che trovare 160 persone in questa fase è difficile. Ma se non ne arrivano almeno 50 la situazione si fa davvero complicata». Greco ricorda che «in assessorato gestiamo bandi con numeri pesantissimi. Per ciascuno di quelli già pubblicati sono arrivate migliaia di domande». I bandi già pubblicati sono 9 e sono i primi che hanno stanziato fondi in modo diretto per il sistema imprenditoriale: si va dai finanziamenti per l'in - novazione tecnologica a quelli per l'internazionalizzazione e la creazione di reti di impresa.
Greco, che proviene dal Fondo Pensioni, conosce bene i numeri del personale e per questo motivo mette sul piatto alcune proposte impopolari nella galassia regionale: «Probabilmente il problema non è quello della carenza di personale ma quello della carente distribuzione del personale. Ci sono troppi dipendenti nelle sedi periferiche, magari impegnati in uffici che non hanno lo stesso peso di quelli che si occupano di fondi europei. E la prima cosa da fare sarebbe un piano per la redistribuzione dei dipendenti alla luce dei reali fabbisogni dell'amministrazione». E poichè Greco conosce le difficoltà storicamente incontrate per il trasferimento dei dipendenti, ecco la seconda proposta: «Chiederò di distaccare personale da altri dipartimenti. Magari solo nel pomeriggio, in modo che la mattina non lascino scoperti gli uffici d'origine e poi possano dare una mano lì dove serve di più. Ovviamente ciò comporterebbe il pagamento dello straordinario». Altro tema delicatissimo, che però non vede il governo contrario a priori. Greco fa sapere che di questi temi parlerà con i vertici dell'assessorato alla Funzione Pubblica: «Bisogna applicare un modello aziendale». Anche se l'assessore Bernadette Grasso allarga già le braccia: «In base alle segnalazioni che mi sono già arrivate posso confermare che tutti i dipartimenti di spesa lamentano la carenza di organico. E conosco i danni che possono essere provocati alle imprese se manca personale o quello che c'è non è adeguato alle valutazioni. Posso assicurare che stiamo procedendo a una analisi dei fabbisogni della Regione per redistribuire il personale, anche se non è affatto facile attuare piani di mobilità ». L'assessore Grasso mette sul tappeto la sua idea: «Non possiamo fare assunzioni, dunque stiamo pensando di creare una task force che si occupi di tutti i dipartimenti di spesa. Quella di prevedere lo straordinario per chi si rende disponibile a dare una mano può essere una soluzione immediata. Stiamo valutando tutte le ipotesi.
Pubblica amministrazione. In pagamento da domani. L'Inps certifica il crollo delle giornate di malattia dopo l'incremento delle visite fiscali, soprattutto al Sud
Arrivano gli arretrati per gli statali, assenze in calo
ROMA
Arriverà domani prossimo l'una tantum, dai 370 ai 712 euro, dovuta ai 250 mila dipendenti delle funzioni centrali dello Stato. Il rinnovo contrattuale copre, infatti, il triennio 2016-2018, quindi sono stati già maturati gli aumenti di due anni e due mesi. A comunicare la data per l'esigibilità della somma è il portale «NoiPa» che gestisce le retribuzioni del personale nel pubblico. E «si ricorda che l'effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti può avvenire nell'arco dell'intera giornata, in relazione alle diverse modalità operative degli istituti bancari». Comunque il cedolino speciale con la somma è già visibile (era previsto per fine mese). Sul conto sarà, invece, caricato domani. Si tratta del primo effetto tangibile, in termini economici, dell'accordo sul rinnovo del contratto raggiunto prima di Natale tra i sindacati e l'Aran, l'agenzia che rappresenta il governo nei tavoli. Sigla che è arrivata dopo «quasi dieci anni» di blocco, ha ricordato nei giorni scorsi la ministra della P.A, Marianna Madia, sottolineandolo «stanziamento di quasi 5 miliardi e mezzo complessivi » e l'intervento legislativo per modificare «la legge Brunetta, che mai avrebbe consentito di rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici». Il primo rinnovo ha riguardato gli statali in senso stretto e ha fatto da apripista per gli altri comparti. L'aumento a regime andrà dai 63 ai 117 euro mensili e scatterà con la busta paga di marzo. Ma per dieci mensilità si dovrà aggiungere un plus dai 20 ai 25 euro per le fasce retributive più basse (cosa che permetterà di salvare il bonus degli 80 euro). In pratica quindi lo scatto parte da 84 euro, che poi è grosso modo la media dell'aumento. Hanno fatto seguito le intese su scuola (da 84 a 111 euro), enti locali (da 81 a 92) e sanità (da 80 a 95). Intanto sono stati rialzati pure gli stipendi per i vigili del fuoco e per il settore della sicurezza e della difesa. Chiusa una tornata se ne dovrà, però, presto aprire un'altra. I rinnovi, infatti, valgono fino a tutto il 2018. Ecco che dall'anno prossimo il contratto sarà già scaduto e si dovrebbe tornare a trattare per il successivo triennio. Intanto, il Polo unico delle visite fiscali che ha affidato all'Inps la competenza sulle viste mediche di controllo anche sull'82% dei lavoratori pubblici ha funzionato da deterrente contro i «furbetti del termometro». Nell'ultimo quadrimestre del 2017, i primi quattro mesi di operatività del nuovo sistema, infatti, ha spiegato il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sono state effettuate 144.000 visite mediche di controllo sui dipendenti pubblici mentre i certificati di malattia si sono ridotti del 13,1%. Un calo, questo, molto superiore a quelloche si è registrato per i dipendenti privati nello stesso periodo (- 2,1%) che conferma la tesi dell'effetto scoraggiamento del Polo Unico su «comportamenti opportunistici». In particolare - ha spiegato Boeri - si sono ridotti i certificati per le malattie brevi e quelli relativi alle assenze dell'inizio della settimana. Se si va a guardare i giorni di malattia la riduzione nell'ultimo quadrimestre del 2017 è del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2016, inferiore a quella dei certificati proprio perché sono proprio le attestazionicon pochi giorni di assenza quelle con la riduzione maggiore. Il calo più consistente per i certificati è registrato al Sud (-15,9%) con percentuali quasi doppie rispetto al Nord (-9,6%).
Per il pm va condannato a 4 anni e sei mesi. Sul banco degli imputati è finito l'ex presidente della Provincia: avrebbe preteso di non pagare lavori nella sua villa
Accusato di concussione e vari abusi
Difesa chiede l'assoluzione di D'Orsi
«Non ha abusato in alcun modo del suo ruolo pubblico nè ha sottratto risorse lavorative all'ente o affidato incarichi in maniera illegittima». Dopo la dura requisitoria del sostituto procuratore generale Emanuele Ravaglioli, che aveva chiesto la condanna a 4 anni e 6 mesi, l'avvocato Daniela Posante, per oltre un'ora, ha illustrato ai giudici della Corte di appello la sua arringa in difesa dell'ultimo presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, accusato di concussione, peculato e abuso di ufficio. Diversi i filoni investigativi confluiti al processo. Innanzitutto la concussione che scaturisce dall'avere preteso di non pagare dei lavori di ristrutturazione della sua villa di Montaperto, per un importo di 10 mila euro, dall'imprenditore licatese Vincenzo Vecchio la cui ditta era iscritta nella lista delle imprese di fiducia della Provincia. "Il pg, nel chiedere la condanna, - aggiunge Posante - dàcredito alle parole di Vecchio che ha riferito almeno tre versioni diverse ammettendo anche di avere, in precedenza, dichiarato il falso. L'unico punto fermo nelle sue variegate versioni èche non ha mai avuto alcuna soggezione di D'Orsi né ha mai rinunciato al suo credito che avrebbe riscosso in seguito. Di conseguenza non si capisce quale sia la concussione". Il pg ha chiesto anche la condanna di D'Orsi per peculato perché avrebbe sottratto alla Provincia, nel novembre del 2010, "in più occasioni", le risorse lavorative dell'agronomo Giovanni Alletto destinandolo alla messa a dimora di alcune palme sempre all'interno della sua villa. Alletto ha detto in aula di essere stato convocato all'esterno dell'ufficio da D'Orsi per discutere di questioni lavorative. Il pg non gli crede: "Lo ha detto perché temeva a sua volta di finire sotto inchiesta". L'avvocato Posante ha replicato: "Le sue dichiarazioni sono state riscontrate, è evidente che Alletto non sapesse che doveva mettere a dimora le piante. In caso contrario non si sarebbe presentato, come documentano le foto dei finanzieri appostati, in giacca e cravatta". Capitolo rimborsi pasti: l'unica condanna decisa in primo grado (un anno di reclusione per abuso di ufficio) si riferisce al non avere documentato il fine istituzionale di alcune spese. "Ma non esiste, quantomeno, neppure la prova del contrario", ha attaccato il difensore. Si torna in aula il 27 marzo. (*GECA*).
Srcivolibero
Libero Consorzio Agrigento:
prorogato per tutto il 2019 il progetto UE "Tartalife"
E' stato prorogato a tutto il 2019 il
progetto comunitario Life "Tartalife - Riduzione della mortalità
della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale"-
LIFE12 NAT/IT/000937, la cui conclusione in origine era stata fissata
al 30 settembre 2018.
La proroga è stata decisa dalla
Commissione Europea, che valuta i risultati ottenuti nei vari step
delle singole azioni, in seguito alle istanze dell'ente capofila
CNR-ISMAR di Ancona e dei suoi partner, tra cui il Libero Consorzio
Comunale di Agrigento.
Si tratta, come più volte evidenziato,
di risultati positivi, sia sul piano delle innovazioni tecniche
finalizzate al contenimento delle catture accidentali della Tartaruga
marina con le attrezzature di pesca, sia su quello delle numerose
attività di sensibilizzazione e informazione portate avanti dai
partner del progetto, in particolare con le azioni E3 rivolta alle
scuole e al grande pubblico ed E2 riservata agli operatori della
pesca per le occasioni di finanziamento offerte dalle varie misure
del FEAMP (Fondo Europeo Affari Marittimi e Pesca), entrambe gestite
dal Libero Consorzio di Agrigento.
Altre due stagioni, dunque, di
sperimentazioni e di incremento dei risultati ottenuti con le varie
azioni, che permetteranno di aggiungere ulteriori tasselli al
raggiungimento dell'obiettivo del progetto, ovvero fermare il
preoccupante declino della popolazione mediterranea di Caretta
caretta, già alle prese con seri problemi di conservazione e
decimata dall'elevatissimo numero di catture accidentali ad opera
delle attrezzature tradizionali dei pescatori professionali (oltre
200.000 stimate in tutto il bacino del Mediterraneo). Catture che
unitamente agli altri fattori collocano la Tartaruga marina nella
Lista Rossa dello IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della
Natura) delle specie minacciate a livello globale.
Tutte le informazioni sul progetto
Tartalife all'indirizzo www.tartalife.eu accessibile anche dal
portale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento
www.provincia.agrigento.it .
GdS online
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Statali, giovedì arrivano gli
arretrati: accrediti da 370 a 712 euro
Arriverà giovedì prossimo l'una
tantum, dai 370 ai 712 euro, dovuta ai 250 mila dipendenti delle
funzioni centrali dello Stato. Il rinnovo contrattuale copre,
infatti, il triennio 2016-2018, quindi sono stati già maturati gli
aumenti di due anni e due mesi.
A comunicare la data per l'esigibilità
della somma è il portale 'NoiPa' che gestisce le retribuzioni del
personale nel pubblico. Sul sito si legge: "giovedì 1 marzo è
la data di valuta per l'accreditamento degli arretrati derivanti
dagli incrementi degli stipendi tabellari mensili lordi previsti dal
contratto nazionale di lavoro 2016-2018 del comparto Funzioni
centrali (ex comparto Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non
economici, Enti ex art.70)".
E ancora, "si ricorda che
l'effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti può
avvenire nell'arco dell'intera giornata, in relazione alle diverse
modalità operative degli istituti bancari".
Comunque il cedolino speciale con la
somma è già visibile (era previsto per fine mese). Sul conto sarà,
invece, caricato dopodomani.
Si tratta del primo effetto tangibile,
in termini economici, dell'accordo sul rinnovo del contratto
raggiunto prima di Natale tra i sindacati e l'Aran, l'agenzia che
rappresenta il governo nei tavoli. Sigla che è arrivata dopo "quasi
dieci anni" di blocco, ha ricordato nei giorni scorsi la
ministra della P.A, Marianna Madia, sottolineando lo "stanziamento
di quasi 5 miliardi e mezzo complessivi" e l'intervento
legislativo per modificare "la legge Brunetta, che mai avrebbe
consentito di rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici".
Il primo rinnovo ha riguardato gli
statali in senso stretto e ha fatto da apripista per gli altri
comparti. L'aumento a regime andrà dai 63 ai 117 euro mensili e
scatterà con la busta paga di marzo. Ma per dieci mensilità si
dovrà aggiungere un plus dai 20 ai 25 euro per le fasce retributive
più basse (cosa che permetterà di salvare il bonus degli 80 euro).
In pratica quindi lo scatto parte da 84 euro, che poi è grosso modo
la media dell'aumento. Hanno fatto seguito le intese su scuola (da 84
a 111 euro), enti locali (da 81 a 92) e sanità (da 80 a 95).
Intanto sono stati rialzati pure gli
stipendi per i vigili del fuoco e per il settore della sicurezza e
della difesa.
Chiusa una tornata se ne dovrà, però,
presto aprire un'altra. I rinnovi, infatti, valgono fino a tutto il
2018. Ecco che dall'anno prossimo il contratto sarà già scaduto e
si dovrebbe tornare a trattare per il successivo triennio.
Agrigentooggi
Processo D'Orsi: accusa chiede 4
anni e 6 mesi, la difesa assoluzione
Di Redazione
Arringa difensiva, davanti i giudici
della Corte di Appello, dell'avv. Daniela Posante, difensore
dell'ex Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio
D'Orsi, finito sul banco degli imputati per concussione, abuso
d'ufficio e peculato. "Non ha abusato in alcun modo del suo
ruolo pubblico, né ha sottratto risorse lavorative all'ente o
affidato incarichi in maniera illegittima". Questa in sostanza la
tesi difensiva della Posante che chiede l'assoluzione per il suo
assistito. Di diverso avviso, invece, il procuratore generale
Emanuele Ravaglioli che aveva chiesto per l'ex uomo politico la
condanna a 4 anni e 6 mesi.
SiciliaLive
Regione
Numeri tragici e buoni propositi
Ecco il Def del governo
di Salvo Toscano
Disoccupazione record, povertà,
fallimento dei Fondi Ue.
Il documento di programmazione all'Ars
PALERMO - Primo obiettivo: aumentare
l'occupazione. Il governo lo scrive nero su bianco già nelle
primissime pagine del Def, il Documento economico finanziario esitato
dalla giunta e arrivato la settimana scorsa all'Ars. Il documento è
la "premessa" di bilancio e legge di stabilità, fotografa la
disastrosa situazione economica dell'Isola, con indicatori a dir poco
tragici, e riassume le buone intenzioni della giunta regionale. Che
vuole mettere al centro l'impresa privata per creare posti di lavoro.
I numeri del disastro - L'istantanea
scattata dal Def è impietosa. In Sicilia solo 1.370.000 residenti
sono occupati (sommerso incluso) su 5 milioni. In Emilia Romagna,
dove i residenti sono 4,5 milioni, quelli che lavorano sono 2
milioni. In pratica, si legge nel documento del governo, "occorre
un milione di nuovi posti di lavoro" per rimettersi in pari.
Con un tasso di disoccupazione del 22,1
per cento, che diventa 57,2 tra i giovani, la Sicilia arranca agli
ultimi posti in Europa. Solo 123mila persone lavorano nel
manifatturiero, c'è il più alto numero di famiglie a rischio
povertà d'Italia (55,4%), l'indice di infrastrutturazione vede
l'Isola penultima in Europa, dove sta peggio solo la Calabria.
Una regione povera e sottosviluppata
che si va svuotando. "Ogni anno - si legge nel Def - 25.000
siciliani emigrano verso il nord d'Italia e d'Europa". La
dispersione scolastica è ai massimi nazionali, in dieci anni si è
bruciato il 12 per cento di Pil, quasi il doppio del Nord Italia, con
comparti devastati come l'industria (-54%) e l'edilizia (-43%).
Inoltre, gli investimenti infrastrutturali finanziati dallo Stato
sono scesi del 40% e se continua di questo passo il Pil tornerà ai
livelli del 2008 solo nel 2030, quando, a questo ritmo, avranno fatto
le valige un numero di siciliani equivalente a una grande città.
Il fallimento dei fondi europei si
misura nei posti di lavoro creati con la programmazione 2007-2013,
cioè 8.663, 484mila per ogni posto. A questo si aggiunge un debito
regionale salito da 5 a 8 miliardi e un quadro di finanza pubblica
allarmante soprattutto per gli enti locali.
L'impresa al centro - Per rilanciare
l'occupazione le ricette da socialismo reale del passato vanno messe
da parte. "Occorre sostenere l'impresa quale fattore di crescita e
di progresso per la Sicilia. Solo l'impresa, infatti, può offrire
'lavoro vero' e assicurare valore aggiunto e innovazione", si legge
nel documento esitato dalla giunta. Che intende agire "su due
piani": incentivi alle imprese e riforme, con un "pre-requisito
essenziale", cioè "una decisa azione di contrasto alla mafia".
"Il principale obiettivo della
politica economica del governo è quello di aumentare l'occupazione",
si legge nel Documento, che auspica "una linea di collaborazione
leale" con lo Stato. Un cambio di passo rispetto agli anni dei
precedenti governi, si legge nel Def, che critica "l'atteggiamento
rinunciatario della Regione" nella gestione Crocetta e i "remissivi
accordi" conclusi con Roma. In questo senso, il governo Musumeci
intende aprire "una nuova, urgente e irrinunciabile 'stagione
negoziale' con lo Stato".
Il Pil - Il Def sottolinea come il
Pil nel 2015 ha ripreso a crescere dopo otto anni di numeri negativi.
Nel 2016 però un'altra battuta d'arresto (-0,1%), nel 2017 una
tendenza che dovrebbe attestarsi sull'1,2 di crescita. Insomma, una
ripresina tra le macerie della crisi. A crescere bene sono l'export,
anche per i prodotti non petroliferi e il turismo (+5,4% nel 2017
rispetto all'anno precedente) con un boom per i B&B. Le stime del
governo per il prossimo triennio sono di una lieve crescita, +1,6 nel
2018, +0,6 nel 2019 e 2020.
I piani del governo - La giunta passa
in rassegna per i vari ambiti i propositi d'azione. Per l'agricoltura
si prevede tra l'altro la riforma dei consorzi di bonifica, la
soppressione dell'Esa e la continuità occupazionale per i forestali
attraverso un confronto col governo nazionale. Per le attività
produttive l'intento del governo è quello di creare "una sola
struttura per il credito alle piccole e medie imprese siciliane"
ripensando il ruolo di Irfis, Crias e Ircac. Il Def parla anche
dell'istituzione di Zes (Zone economiche speciali) nel territorio
regionale. Quanto al Turismo sono 386 milioni i fondi europei del Po
Fesr 2014-2020, ricorda il governo, che sottolinea l'incremento di
visitatori nei 60 siti culturali siciliani dotati di biglietteria e
punta a un "più ampio coinvolgimento dei privati nella
conservazione, valorizzazione e gestione dei beni culturali".
Quanto alle politiche di contrasto alla povertà, il governo prevede
tra l'altro l'avvio e la piena attuazione del Reddito di Inclusione.
Molto articolato il capitolo relativo a
infrastrutture e trasporti, che parte da due dati: le 120 opere
pubbliche finanziate, iniziate e rimaste incomplete e i 437 progetti
di infrastrutturazione civile immediatamente cantierabili. Sui
rifiuti, il governo fa quattro conti sulla mole di spazzatura
conferita in discarica per via della basa percentuale di
differenziata (sul disastro incidono soprattutto i dati bassissimi di
Palermo, Catania, Messina e Siracusa) e sulla capienza residua degli
impianti esistenti. Il duplice obiettivo è quello di incrementare la
differenziata e di realizzare nuovi impianti, nelle more però nel
2018 non ci sarà abbastanza posto per abbancare i rifiuti
(l'autonomia è di una decina di mesi). E così il Ded definisce
"misura invocabile" il trasporto fuori regione. Inoltre, il
governo mette nero su bianco l'intenzione di superare le 18 Srr
(diverse non sono nemmeno entrate in funzione) per attribuirne le
competenze a liberi consorzi e città metropolitane.
LA SICILIA
SPAZZATURA
Ai ferri corti Asp e Srr Ato 4 per
la mancata raccolta a Licata
Azienda sanitaria di Agrigento e Srr
Ato 4 Agrigento provincia Est ai ferri corti per il perdurare della
mancata raccolta dei rifiuti e del lo svuotamento dei cassonetti
insistenti sul territorio di Licata nel periodo di settembre scorso,
situazione che avrebbe messo a rischio l'igiene e la salute
pubblica. L'Azienda sanitaria, in questa circostanza, ha redatto la
"Proposta ordinanza sindacale per svuotamento cassonetti per la
raccolta dei rifiuti sul territorio comunale" e successivamente, il
responsabile dell'ufficio distrettuale Igiene e salute pubblica
dell'Asp ha rilevato il perdurare della mancata raccolta dei
rifiuti solidi urbani inviando anche una diffida all'amministrazione
comunale licatese. Ma la Srr Ato 4 non ci sta e propone ricorso
innanzi al Tar Palermo, notificato all'Asp lo scorso 20 dicembre.
chiedendo, tra le a]tre cose, anche l'annullamento dell'ordinanza
del commissario straordinario in sostituzione del sindaco in materia
igienico sanitaria a tutela della salute pubblica per la rimozione
dei rifiuti giacenti sul territorio di Licata. Per vederci chiaro, la
direzione generale dell'Asp ha tra smesso !'intero incartamento
a! direttore de! dipartimento di Prevenzione, inoltre, a gennaio
scorso, l'ufficio distrettuale igie ne pubblica ha testualmente
precisato che "non risulta in alcun modo contestato operato di
questo ufficio né il contenuto dei documenti redatti nel periodo
settembre — ottobre 2017 su!la grave situazione igienico sanitaria
venutasi a creare a Licata".
RITA BAIO
CORTE D'APPELLO
Processo a D'Orsi la parola alla
difesa.
La parola al!a difesa.
Giorni fa il
procuratore generale della corte d'Appello di Palermo Emanuele
Ravaglioli aveva chiesto la condanna a 4 anni e sei mesi di
reclusione per l'ex presidente della Provincia regionale Eugenio
D'Orsi. Non luogo a procedere, per estinzione del reato essendo
andato prescritto nei confronti di Ignazio Gennaro. Ieri ha discusso
l'avvocato difensore di D'Orsi, Daniela Posante. Nell'udienza
del 27marzo discuterà il secondo avvocato difensore dell'ex
presidente. Giuseppe Scozzari e l'avvocato difensore di Gennaro
Crecimanno. In sostanza il Pg chiede di riformare la sentenza di
primo grado, emessa dal Tribunale di Agrigento dove l'esponente
politico e preside scolastico era stato assolto da quasi tutte le
accuse (una trentina di ipotesi fra abuso di ufficio, concussione
peculato e truffa) e condannato a un anno di reclusione per un'accusa
di abuso di ufficio collegata al rimborso di una quindicina di
pranzi, qualcuno consumato in autogrill o paninerie, senza che
risultasse adeguatamente motivato il fine istituzionale. Il vice
segretario generale dell'ex Provincia regionale, Ignazio Gennaro,
era stato invece condannato a 8 mesi per aver dato il via libera
all'approvazione dei rimborsi ottenuti dall'allora presidente
della Provincia. Il Pg Emanuele Ravaglioli ha chiesto un aumento
della condanna rispetto alla sentenza di primo grado perché le
accuse legate agli abusi per la costruzione della villa di Montaperto
sarebbero state ritenute sussistenti. Era stata la Procura di
Agrigento a presentare appello alla sentenza di primo grado. Una
vicenda che destò parecchio clamore mediatico anche per l'incursione
della trasmissione "Le Iene, durante la quale D'Orsi venne
intervistato e colto in "fuori onda" che alla fine gli costarono
parecchio caro.
Provinciale 24 finanziamento della
Regione.
CAMMARATA. Un finanziamento della
Regione Siciliana, attraverso il Libero Consorzio Comunale di
Agrigento, permetterà la ristrutturazione della strada provinciale
24 che collega Cammarata ai centri dell'interno sui Monti Sicani.
E stato pubblicato nell'albo pretorio
dell'ente provinciale il provvedimento riguardante la gara relativa
ai "Lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per la
riapertura al transito della S.P. n. 24 A (Ponte Giuri)'.
L'importo del progetto, redatto
interamente dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali del
Libero Consorzio, è stato finanziato lo scorso novembre dalla
Regione Siciliana per un totale di 1.100.000 di euro di cui per 2.200
euro sull'esercizio finanziario 2017, 1.066.457 euro sull'esercizio
finanziario 2018 e per 28.542 euro sull'esercizio finanziario 2019.
Si tratta di uno dei progetti
esecutivi, rapidamente approvati dal Dirigente del Settore Ambiente e
Territorio, Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento, inviati alla Regione per il relativo finanziamento. Come
per gli altri stanziamenti autorizzati dalla Regione, il commissario
straordinario Giuseppe Marino, avuta notizia del finanziamento, aveva
chiesto agli uffici competenti di attivare nel più breve tempo
possibile l'iter amministrativo per effettuare la relativa gara
d'appalto, in modo da ripristinare la transitabilità lungo la Sp.
n.24A che collega alcuni territori della zona ricadenti nel comune di
Cammarata. Si aspetta ora soltanto la gara di appalto e di
conseguenza l'inizio dei lavori.
ENZO MINIO
FESTA DEL MANDORLO IN FIORE.
Tra 3
giorni al via l'edizione numero 73 dell'importante kermesse
Tradizione e folclore, è qui la
festa La storia dei popoli renderà la nostra città la "culla"
della pace universale.
Ancora tre giorni, poi Agrigento si
colorerà di tradizione e folklore, le sue strade si riempiranno
musica e canti e la storia dei popoli renderà la nostra città la
culla della pace. La kermesse, a dire il vero, si aprirà venerdì
pomeriggio quando, al Pala- congressi, I bambini del mondo saranno
ricevuti al sindaco Firetto e dal direttore del Parco Valle dei
Templi, Giuseppe Parello. Sarà sol tanto sabato che potremo
assistere alla Passeggiata della pace e della fratellanza" lungo a
via Sacra, allo spettacolo in programma al tempio di Giunone e a
quello serale. previsto al Palacongressi degli Otto gruppi de "I
bambini del mondo", Costa Rica, India, Russia, Calmucchia,
kazakistan, Georgia. Lituana e Slovacchia. Tutti patrimonio
immateriale dell'Unesco. Così come i gruppi che daranno vita alla
73" edizione del Mandorlo in fiore: il gruppo Bauet cultural da
Buenos Aires (Argentina); il Karir, folk dance and song group da
Yerevan (Armenia); il Marche folkloristique de l'entre sambre et
meuse (Belgio) e sempre belga è il Carnevale di Binche; Il gruppo
Fta Zornitsa che proporrà la festa popolare di Surova (Bulgaria); il
Jinzhou group (Cina); il fundaction estampas colombianas (Colombia);
due gruppi provenienti da Kultulna Udluga Seliacka Sloga (Croazia):
suonatori di campane del carnevale della regione di Medimurije e la
tradizione canora delle regioni meridionali croate della Dalmazia; il
gruppo Enver khabadze state choreographic ensemble Batumi (Georgia);
il Rhythnis international folk art club (India); il Kactas A
frica(kenya); il Mexicoballet foilclorico (Messico): il Voskresenie
(Russia); Ilgruppo cultural and artistic society Abrasevic (Serbia);
e Torri umane Collavella del Xiquets (Spagna); il Hacettepe
university folk dance group (Turchia). Diamo una sbirciata al
programma. Da segnare in agenda, venerdì, alle 18. la mega cassata
live a cura del pastry chef Giovanni Mangione al Palacongressi dove,
alle 20;30. è previsto lo spettacolo di apertura con Nonò Salamone,
Arie di Sicilia e Alessandra Salerno. Come abbiamo detto, sabato
potremo assistere alla Passeggiata della pace e della fratellanza e
agli spettacoli de "I bambini del mondo".
REGIONE.
L'Ati chiede di ridurre il costo
dell'acqua all'ingrosso.
Ridurre il costo dell'acqua al
l'ingrosso riducendo i guadagni, non previsti dalle norme di setto
re, per la Regione Siciliana.
L'Assemblea territoriale idrica di
Agrigento va a testa bassa verso quella che è per molti versi "la
madre di tutte le battaglie": diminuire il prezzo dell'acqua che
viene acquistata dal sovrambito, ovvero Siciliacque e poi rivenduta
ai vari gestori provinciali, tra cui Girgenti Acque.
Lo fa con una nota inviata nei giorni
scorsi al presidente della Regione Nello Musumeci e a quello
dell'Ars, Gianfranco Micciché con la quale si chiede di modifica
re la convenzione che oggi regola i rapporti tra Palermo e la società
partecipata, in mano ai francesci di 'Veolià'. Questa, firmata
nel 2004 e valevole 40 anni (sic!), prevede all'articolo 13 un
prezzo fisso per l'acqua a metro cubo (che all'epoca era di 0.56
euro, oggi è di 0.69, cioè, scrivono, il 50% della tariffa media
applicata dai gestori pubblici o privati per effettuare tutto il
servizio idrico integrato") e all'articolo 14 la corrisponsione
alla Regione siciliana di un canone che oggi ammonta a 8 milioni e
760mila euro. Sia questo che la tariffa, spiega la lettera firmata
dal presidente Vincenzo Lotà non trovano giustificazioni nella
normativa vigente", dato che a decidere del prezzo e a controllare
che la tariffa copra unicamente i costi di esercizio, di investi
mento e funzionamento, dovrebbe essere l nazionale per l'energia,
il gas e il servizio idrico. 'Occorre quindi — dice Lotà -
riportare i contenuti della convenzione al rispetto delle norme vi
genti escludendo il pagamento del canone e riducendo così la tariffa
applicata dal grossista ai gestori del servizio idrico integrato sia
pubblici che privati". Eliminare il canone regionale, infatti,
ridurrebbe stando ai calcoli il 15% della tariffa media dei vari
gestori loca li, che, soprattutto in province come quella di
Agrigento, acquistano ingenti quantità di acqua pota bile, in
assenza di risorse adeguate.
PREMIO DEL PAESAGGIO DEL CONSIGLIO
D'EUROPA
Al Parco menzione per "sviluppo
sostenibile e reintegrazione sociale".
Il riconoscimento ha quasi un anno, ma
solo a giugno sarà ufficialmente consegnato, nei contesto di una
cerimonia che si terrà a Strasburgo. La Valle dei Templi di
Agrigento, dopo aver ottenuto il Premio italiano dei paesaggio ed
essere stato scelto dal Mibact a rappresentare Italia al rela tivo
premio europeo, ha ricevuto nel contesto del 'Landscape Award of
the European Landscape Convention". ovvero il Premio del Paesaggio
del Consiglio d'Europa, a menzione speciale per lo sviluppo
sostenibile e la reintegrazione sociale.
La motivazione, contenuta nella
relazione in inglese della commissione giudicatrice. e risalente
appunto all'aprile del 2017, elogia straordinaria mente il percorso
fin qui portato avanti. "La rigenerazione paesaggistica del Parco
Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento —
si legge nel documento - è un esempio eccellente di collegamento fra
siti archeologici internazionalmente riconosciuti ed economia agraria
innovativa, che comporta o sviluppo di prodotti di alta qualità peni
benessere sia della comunità locale che dei molti visitatori che
godono di viaggi in campagna e visite nell'eccezionale sito
archeologico». Un grande onore, al centro anche di un piccolo
giallo: in fatti, come dicevamo, anche se la decisione della
commissione è di aprile 2017, ad oggi non vi è ancora una
proclamazione ufficiale, che avverrà appunto a giugno. Così le voci
si erano rincorse senza mai prese di posizioni ufficiali, almeno
finora.
«Si tratta di una menzione di cui sia
mo estremamente orgogliosi, anche perché riconosce pienamente il per
corso che abbiamo avviato in questi anni e l'idea di rimettere
all'interno del tessuto sociale, territoriale e produttivo di
questa città la Valle dei Templi — spiega il direttore Giuseppe
Parello — Non solo, ma la motivazione sottolinea l'importanza
della valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico in
chiave innovativa, condotta attraverso un sapiente intreccio con
l'economia connessa alle tradizioni agrarie siciliane e il valore
del patrimonio monumentale e paesaggistico. Il progetto Agri Gentium,
tra e altre cose, ha consentito in questi mesi di rendere coltivabili
diversi terreni all'interno della Valle. Attraverso i servizi
aggiuntivi stiamo mettendo a punto il sistema di commercializzazione
dei prodotti, cui aggiungeremo un programma di divulgazione
attraverso visite guidate, laboratori eccetera».
E se il Parco, prende adesso parte alla
"Landscape Award Alliance of the Council of Europe". conferma
dell'indiscussa posizione di rilievo ormai assunta sul piano
internazionale, si lavora per la prossima edizione del premio del
paesaggio italiano.
GIOACCHINO SCHICCHI