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Rassegna stampa del 14 marzo 2018

 

Giornale di Sicilia

I nodi della regione
La commissione Ambiente dell'Ars: gravi criticità e illegalità nella gestione dei servizi. le carte in procura
Discariche, il rebus di contributi e tariffe
Giacinto Pipitone
Una giungla di tariffe, in molti casi non autorizzate dalla Regione. E una pioggia di contributi pubblici ai gestori delle discariche a cui non corrispondono sconti in favore dei cittadini. Il costo dello smaltimento dei rifiuti oscilla in Sicilia fra i 75 e i 136 euro a tonnellata: differenze enormi, non giustificate dai costi di produzione, e che si riflettono sulla Tari pagata dai cittadini. Il caso tariffe è arrivato all'Ars, dove la commissione Ambiente, guidata da Giusy Savarino, ha concluso una indagine sui costi che vengono imposti ai Comuni dai vari gestori. «Emergono non solo gravi criticità - ha commentato la Savarino - ma anche profili di illegalità nella gestione del servizio. Invieremo i risultati della nostra indagine alla magistratura. È gravissimo infatti che i cittadini siciliani abbiano pagato in questi anni una Tari altissima. Esosa perché calcolata su un costo nascosto e pare non autorizzato, che è quello del conferimento in discarica ». I dati dimostrano che scaricare una tonnellata di rifiuti costa meno a Misterbianco (75 euro) e molto di più a Melilli, dove l'impresa Cisma impone un prezzo di 136 euro. In mezzo ci sono i 115 euro a tonnellata di discariche pubbliche come quelle di Palermo e Castellana Sicula. Secondo la Savarino i gestori delle discariche camuffano costi aziendali dentro il prezzo di conferimento, scaricando così sulla Tari e quindi sui cittadini le loro spese. E questo perchè non c'è un controllo accentrato delle tariffe. Secondo la Savarino inoltre negli ultimi anni c'è stato uno sbilanciamento degli interventi regionali a favore delle discariche private: «Abbiamo saputo che non trovano riscontro autorizzazioni all'ampliamento di discariche  pubbliche, poi addirittura chiuse, a tutto vantaggio delle discariche gestite dai privati». Si tratta di alcuni dei 49 progetti che ristagnano da anni negli assessorati Ambiente e Rifiuti in attesa di autorizzazione. Ma dall'analisi delle tariffe emerge anche dell'altro. Ci sono discariche che pur avendo ottenuto ingenti contributi pubblici (destinati proprio ad abbattere i costi di produzione) non hanno abbassato proporzionalmente la tariffa di conferimento a carico dei Comuni, che determina poi la Tari altissima  pagata dai cittadini. La discarica di Bellolampo, per esempio, ha ricevuto nel 2013 ben 81 milioni di fondi pubblici per la sesta vasca e vari impianti collegati e altri 28,5 ne riceverà adesso per la settima vasca grazie all'ultima dichiarazione di emergenza. Ma la sua tariffa di conferimento è di 115 euro a tonnellata. Perfino maggiore di quella della discarica di Lentini (privata) che è di 107  euro e non molto inferiore di quella della discarica di Siculiana (anch'essa privata) che è di 123,5 euro. Lo stesso vale per altre discariche destinatarie di contributi pubblici: a Trapani, dove sono piovuti 14,7 milioni di finanziamenti, la tariffa a carico dei Comuni è di 118,6 euro. A Castellana, dove l'ordinanza di emergenza ha portato 3 milioni di contributi, la tariffa è di 115 euro. E lo stesso vale per Gela, dove a fronte di 34 milioni di aiuti arrivati nel 2013, la tariffa è ancora di 113 euro a tonnellata. In pratica, dove sono stati realizzati impianti con fondi pubblici non c'è poi stato il relativo sconto a favore dei cittadini e invece la discarica ha incassato pure tariffe che sono simili a quelle di chi è costretto ad ammortizzare gli investimenti nel costo di smaltimento. Le tariffe non calano nemmeno a fronte dei quantitativi di immondizia trattati. La commissione Ambiente ha approvatouna risoluzione con cui impegna il governo a fare chiarezza in questa e in altre vicende legate alla gestionedei rifiuti. Esemplare il caso del vecchio Ato Catania 1: «È in liquidazione da 8 anni - aggiunge la Savarino - ma ci sono contemporaneamentetre commissari liquidatori che costano circa 80 mila euro l'uno e che non hanno neppure trasferito il patrimonio alla Srr che dovrebbe subentrare all'Ato. E questo è solo un esempio». La commissione ha messo a fuoco anche il problema del personale (circa 11 mila persone) che dovrebbe transitare dagli Ato alle Srr: «Sono stati utilizzati contratti diversi fra loro che hanno dato vita a contenziosi. Sono state segnalate promozioni di operai ad "amministrativi". Ci sono contenziosi legati a personale assunto nel passato tramite agenzie interinali». Un caos, che il governo dovrebbe risolvere con una riforma più volte annunciata da Musumeci. Ai gestori degli impianti sono andati milioni di fondi pubblici, ma i cittadini continuano a pagare Tari molto salate Dalla discarica di Bellolampo a quelle di Trapani e Castellana: ci  sono impianti che hanno ottenutofondi e hanno tariffe per lo smaltimento elevate. E tra il personale degli Ato tante diversità.

San Biagio gli «archi di pasqua» ancora attivi
Pasta di sale, mosaici di cereali e di vetro colorato, lampadari di mais e pane, intrecci di canne di fiume e salice. I laboratori degli «Archi di Pasqua» di San Biagio Platani sono ancora attivi ed è anche possibile visitarli incontrando - in quello che è un viaggio fatto di storie e  racconti - le persone che danno vita alla più straordinaria festa di Pasqua d'Italia. I laboratori sono visitabili (prenotazione obbligatoria via messanger o whatsapp al 3386762491) grazie ad un tour guidato e l'intero ricavato - hanno già annunciato gli organizzatori - andrà a supporto della manifestazione degli Archi di Pasqua di San Biagio Platani. Quest'anno gli Archi di Pasqua  saranno visibili da domenicaprimo aprile fino a domenica 6 maggio. (*CR*)

Agrigentonotizie.it
Siassentavano per fare la spesa, stendere i panni e dare da mangiarealle galline: nei guai 7 impiegati comunali


Durantel'orario di lavoro, si assentavano per fare la spesa, stendere ipanni e dare da mangiare agli animali da cortile. Queste lericostruzioni ufficiali sull'inchiesta che ha portato a setteobblighi di presentazione alla polizia giudiziaria peraltrettanti dipendenti del Comune di Cianciana. Ed èstata statal'operazionedenominata "Fuori dal Comune".Ilprovvedimento cautelare, costituito da sette obblighi di firma,disposto dal giudice delle indagini preliminari di Sciacca, surichiesta della locale Procura, è stato emesso dopo un'indagine dialcuni mesi condotta dai carabinieri di Cammarata e della stazione diCianciana. I primi sospetti si erano avuti - è stato ricostruito dalcomando provinciale dell'Arma - a febbraio 2017, quando aicarabinieri erano arrivate alcune segnalazioni di movimenti sospettida parte di dipendenti comunali.Iprimi riscontri fatti dai militari hanno portato a concentrarel'attenzione su sette impiegati comunali. Sono bastati alcunipedinamenti e le immagini di due telecamere nascoste dentro e fuoridal Municipio, per smascherare quella che era - scrive il comandoprovinciale dei carabinieri di Agrigento - divenuta oramai una prassiconsolidata: badgiareadinizio e fine orario lavorativo e uscire per occuparsi dellequestioni private.Videoe fotografie degli investigatori hanno documentato numerosi episodidi assenteismo da parte dei sette impiegati pubblici. Durantel'orario di lavoro, gli indagati erano soliti - ricostruisce,ancora, il comando provinciale dei carabinieri di Agrigento - usciresenza "badgiare", in alcune occasioni anche dalla porta sulretro, per adempiere alle più disparate incombenze personali: farela spesa, tornare a casa per stendere il bucato e dare da mangiarealle galline. Dai controlli dei documenti presenti in Comune, sonorisultate - scrivono i carabinieri - numerose le ore retribuite e maieffettuate dagli impiegati, i quali, alle volte, per accumulare oredi servizio da tramutare in "riposi compensativi", badgiavanol'inizio del servizio e, solo dopo un giorno, timbravano nuovamenteil cartellino per far terminare il conteggio delle ore. Nelfrattempo, però, - viene ricostruito dai militari dell'Arma - eranotornati a casa per cenare e per dormire. Nei casi più gravi, alcunidipendenti attestavano falsamente sui registri delle usciteper motivi di servizio, - conclude la ricostruzione del comandoprovinciale dei carabinieri - per adempiere alle più improbabilimansioni lavorative, quando invece si recavano in pescheria o alpanificio.  L'accusa,per tutti, è quella, di truffaai danni dello Statofalsaattestazione di presenza in servizio.

Crescela disoccupazione, l'Agrigentino fra le province con tasso più alto

C'èanche Agrigento frale 5 province con tasso di disoccupazione -  tra il 22,6 e il 29per cento - più alto. Mentre segnali di ripresa si registrano aPalermo, Siracusa e Caltanissetta dove la disoccupazione diminuiscedi oltre 2 punti, a Ragusa e Agrigento la riduzione è compresa tra 0e -2 per cento.E'una Sicilia che si allontana sempre di più dalle regioni piùvirtuose del Paese quella che emerge dalle rilevazionidell'Istatsulmercato del lavoro. Non solo: i dati relativi al 2017 fotografanoun'isola che appare senza regia, con aree dove cresce ladisoccupazione e altre in leggera ripresa rispetto all'annoprecedente ma comunque con performance al di sotto della media delPaese.MaleTrapani, Messina ed Enna dove la disoccupazione aumenta di oltre 2punti, mentre a Catania cresce tra lo 0,1 e i 2 punti. Nella cittàdi Palermo la disoccupazione diminuisce del 3,8%, mentre aumenta aMessina e Catania, rispettivamente +3,2 e +1,6 punti. Sul versantedel tasso di occupazione, otto province si collocano nella fascia trail 37,5 e il 46,4 per cento ben distante dal range più alto64,2-72,9 per cento che riguarda le zone più virtuose del Paese.Solo Ragusa si trova nella fascia tra il 46,5 e il 55,2 per cento.Cinque province si collocano nella fascia con iltassodi disoccupazione più alto, tra il 22,6 e il 29 per cento (Trapani,Agrigento, Enna e Messina), le altre quattro nella fascia tra il 16,1e il 22,5 per cento.

Livesicilia.it
Ibilanci degli enti regionali . In regola solo 51 su 162

Su162 enti, società partecipate e organismi strumentali della Regionesiciliana soltanto 51 sono in regola con i bilanci mentre per tuttigli altri la Ragioneria generale ha riscontrato lacune, gravi carenzedi informazioni finanziarie e contabili e pesanti inadempienze,segnalando il "vulnus" al governo di Nello Musumeci. E'quanto emerge dal bilancio consolidato per il 2016 approvato neigiorni scorsi dalla giunta regionale. Dall'accertamento vengono fuoricasi limite, con enti e società senza bilanci da diversi anni.Sitratta del primo bilancio consolidato approvato in Sicilia con icriteri del decreto legislativo 118; per via della carenza diinformazioni, nel documento contabile sono stati presi inconsiderazione, sulla base di specifici parametri finanziari chetengono conto del rapporto con le voci complessive dell'ente Regione,solo 4 enti strumentali e una società partecipata sulle 51 con lecarte in regola per rientrare nell'analisi: la cassa per il creditoall'artigianato (Crias), l'istituto autonomo case popolari diPalermo, il consorzio autostrade siciliane (Crias), RiscossioneSicilia Spa e l'ente acquedotto siciliano (Eas) in liquidazione.

La Sicilia

RIBERA
Toscanini, incontro a Roma per avvio statalizzazione
Vertice tra Miur, Libero Consorzio e direttrice dell'Istituto
RIBERA. Continuano gli incontri, a Roma, tra il Miur e la direttrice dell'istituto superiore di studi musicali "Toscanini" Mariangela Longo per l'avvio dei processi di statalizzazione. La prof.ssa Longo, insieme ai vertici dirigenziali del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, si è recata nella capitale, su convocazione della direzione generale Afam. Si tratta di incontri propedeutici all'emanazione dei decreti di attuazione, con cui verranno avviate le procedure di statalizzazione garantendo il finanziamento al "Toscanini" e ad altri diciassette istituti musicali italiani.  "Siamo fiduciosi - afferma la direttrice Longo - che in questo percorso, che avverrà nel triennio 2018-2020, il Libero Consorzio e la Regione Sicilia ci accompagnino e continuino a sostenerci economicamente come hanno fatto fino ad ora".  Resta ancora aperto il problema della sede adeguata. Non si hanno ancora certezze sull'ubicazione, anche se l'amministrazione comunale di Ribera ha più volte dichiarato dj essere disponibile a trovare una soluzione.  Al Toscanini si rafforza, inoltre, l'attività di internazionalizzazione con una mobilità Erasmus in entrata dello studente proveniente dalla Lituania, per un periodo di studio di 5 mesi. "E' un momento importante e di grande attività per l'istituto, sotto tutti gli aspetti - continua la direttrice Longo - ci apprestiamo anche a definire il cartellone della stagione concertistica 2018 che presenteremo a breve con importanti novità". EMANUELA MINIO

Rassegna.it
Sicilia, aperture sui precari ma servono soluzioni

Della stabilizzazione dei precari degli enti locali, della Regione, delle città metropolitane e dei Liberi consorzi si è discusso nel corso di un incontro della Funzione pubblica Cgil Sicilia con l'assessore regionale alle Autonomie locali, Bernadette Grasso. All'incontro ha partecipato anche una delegazione di precari. "Registriamo un'apertura su questi temi - dice Clara Crocè, segretaria della Fp Cgil Sicilia - e auspichiamo adesso che realmente si giunga alle soluzioni". La Fp Cgil ha rilevato nel corso dell'incontro che solo 15 comuni hanno avviato le stabilizzazioni dei precari, mentre gli altri sono in attesa di una direttiva dell'assessorato. Resta ancora aperta inoltre la questione del tagli degli esuberi previsti nelle ex province (il 15% del personale) e delle risorse da assegnare a città metropolitane e liberi consorzi per garantire il pagamento degli stipendi e i servizi. Sollecitata dalla Fp anche la stabilizzazione dei precari della Regione. "L'assessore - riferisce Crocè - ci ha assicurato che sarà presto diramata una direttiva agli enti locali per chiarire che, come stabilisce la legge 27 del 2016, a partire dal primo gennaio 2019 e fino al 2038 saranno rese disponibili ai comuni le risorse per la stabilizzazione dei precari. Queste, ai sensi della legge Madia che non abbisogna di recepimento, dovrebbero concludersi entro il 2020". I Comuni saranno dal canto loro obbligati alla redazione del Piano triennale del fabbisogno. Per quanto riguarda la questione del taglio degli esuberi delle ex province ( il 15% del personale), questa, riferisce la Fp, "ci è stato assicurato che sarà riproposta al Parlamento siciliano". La Fp spiega anche che "è stata data ampia disponibilità anche relativamente alla soluzione della questione delle stabilizzazioni dei precari delle città metropolitane, dei liberi consorzi e dei comuni dissestati". A quest'ultimo riguardo sarà aperto al riguardo un tavolo tecnico. "Per la soluzione per i precari delle città metropolitane e delle ex province - afferma la sindacalista - si aspetta il nuovo assetto che avranno questi enti". Presente all'incontro anche una delegazione di lavoratori dell'ex provincia di Siracusa che ha riferito di avere percepito solo un anticipo dello stipendio di gennaio e che il loro ente rischia il dissesto perché ha oltre 250 milioni di debiti. La Fp Cgil ha annunciato in proposito che chiederà al Presidente della Regione e agli assessori al bilancio e alle autonomie locali un incontro sulla definizione degli assetti delle ex province e per chiedere che siano stanziate tutte le risorse necessarie al pagamento degli stipendi dei dipendenti, in attesa delle decisioni del governo sul destino di questi enti. "Anche per i precari della Regione - conclude Crocè - ci è stato assicurato che si sta provvedendo alla preparazione di tutti gli atti necessari per le stabilizzazioni .Fermo restando - aggiunge- che entro dicembre del 2018 potranno essere stabilizzati soltanto i precari che sono stati assunti tramite procedura concorsuale. Per loro è prevista infatti la stabilizzazione dal primo gennaio 2019, mentre tutti gli altri dovranno seguire l'iter previsto i precari degli enti locali col termine del 2020 per la stabilizzazione".






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