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Rassegna stampa del 1 giugno 2018

Giornale di Sicilia

La crisi istituzionale
Il leader leghista avrà gli interni, al grillino il lavoro
Ecco il governo Gialloverde
Salvini e Di Maio vicepresidenti

Tra le novità, la virata europeista e stabilizzante con il professor Tria, il ministero per il Sud affidato alla pentastellata pugliese Lezzi e l'Ambiente al generale Costa
Alberto Paolini - Roma
Ecco il governo giallo-verde a guida del professor Giuseppe Conte: dopo ottantotto lunghe giornate di trattative, veti, rotture e convergenze, l'esecutivo M5S-Lega vede la luce. Ecco la lista con la quale il presidente del consiglio incaricato si è presenta a colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le novità, rispetto alla squadra definita prima che la trattativa naufragasse domenica scorsa, sono Giovanni Tria all'Economia, Paolo Savona agli Affari Europei e Enzo Moavero Milanesi agli Esteri. Matteo Salvini resta saldo al Viminale e anche nel ruolo di vicepremier e Di Maio prende la guida del superdicastero Sviluppo-Lavoro, probabilmente sarà anche vicepremier. All'Economia quindi, approda il professor Giovanni Tria, preside della facoltà di economia dell'università romana Tor Vergata, considerato vicino a Fi. «Non ha ragione chi invoca l'uscita dall'euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali», ma non ha ragione neppure chi sostiene che l'euro è irreversibile. Bisogna cercare soluzioni condivise e cambiare insieme perché uscire dall'euro da soli significa pagare solo costi senza benefici», ha scritto sul Sole 24Ore a quattro mani con Renato Brunetta. Il profilo di quello che le indiscrezioni indicano come nuovo responsabile di Via XX Settembre, attuale preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, si rivela dunque conciliante rispetto a uno dei nodi che maggiormente sono stati fonte di preoccupazione dell'opinione pubblica e del Capo dello Stato, ovvero il rapporto tra l'Italia e l'euro, ma decisamente più estremo quando si toccano problemi quali ad esempio quello fiscale e dell'Iva in particolare. Romano, classe 1948, Tria, forte di un esordio con laurea in giurisprudenza alla Sapienza nel 1971 a cui hanno fatto seguito più di 35 anni di esperienza accademica e professionale nel mondo dell'economia, ha detto la sua su alcuni dei cavalli di battaglia della coalizione Lega-M5S. Uno di questi la Flat tax, obiettivo perseguibile a suo parere eventualmente anche passando per l'aumento dell'Iva. Proprio a proposito  dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote. «Tuttavia sarebbe preferibile - è il suo punto di vista - contare  meno sulle scommesse e far partire la riforma con un livello di aliquota o di aliquote, che consenta in via transitoria di minimizzare la perdita di gettito, per poi ridurle una volta assicurati gli effetti sulla crescita. Inoltre - incalza - non si vede perche non si debba far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell'Iva per finanziare parte consistente dell'operazione». Alla Farnesina è destinato Enzo Moavero Milanesi, già ministro per gli Affari Europei nel governo Letta e in precedenza in quello di Mario Monti. Le istituzioni europee hanno pochi segreti per Moavero che in passato è stato giudice di primo grado presso la Corte dgiustizia dell'Unione europea in Lussemburgo e collaboratore della Commissione europea in qualità di Direttore Generale del Bureau of European Policy Advisors. Agli Affari Europei arriva l'economista Paolo Savona dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi e la proposta, avanzata da Di Maio e accettata da Salvini, di uno spostamento rispetto al ministero dell'Economia. Alla Difesa va Elisabetta Trenta, ex political advisor del Ministero degli Esteri e ufficiale della Riserva selezionata dell'Esercito. Alla Giustizia siederà Alfonso Bonafede (M5s), avvocato e fedelissimo del capo politico M5s (vedi l'altro articolo sui siciliani). Poche le donne: Giulia Bongiorno, avvocato che vanta nel curriculum anche la difesa di Giulio Andreotti, ora senatrice della Lega, è guiderà la Pubblica Amministrazione, Giulia Grillo, medico legale prima di diventare parlamentare M5S, prenderà la guida del ministero della Salute, siciliane anche loro. Erika Stefani, avvocato e una carriera politica molto lunga nelle fila della Lega, andrà agli Affari Regionali e Barbara Lezzi, originaria di Lecce e grillina della prima ora, assumerà il dicastero del Sud. Il leghista Lorenzo Fontana assume la guida del nuovo ministero ai Disabili e Famiglia, fortemente voluto da Salvini. Il geerale Sergio Costa ministro dell'Ambiente. Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio, occuperà la casella dei Rapporti con il Parlamento, mentre Gian Marco Centinaio (Lega) guiderà il nuovo super-ministero che unisce Agricoltura e Turismo. Il dicastero dei Trasporti e Infrastrutture va a Danilo Toninelli, del M5S, Marco Bussetti, professore di educazione fisica in quota Lega, diventerà ministro dell'Istruzione mentre Alberto Bonisoli, esperto nel settore dell'alta formazione e del design, sviluppatore di progetti internazionali in quota M5S, va ai Beni Culturali.

I nodi della Regione
A rischio il conferimento nelle discariche dell'isola
Emergenza rifiuti, scade la proroga
E sui depuratori c'è l'euro mazzata

Dall'assessorato pressing sul piano per incrementare la differenziata, con l'obiettivo di riciclare il 40%. Coinvolte diocesi e carceri. Condanna della Ue sulle acque reflue
Salvatore Ferro - Palermo
Tempo scaduto. La proroga strappata da Palazzo d'Orléans al governo di Roma per continuare a gestire in emergenza (a tempo) la babele dei rifiuti siciliani, è spirata. Erano gli  stessi caldissimi giorni di dicembrenei quali il presidente della Regione Nello Musumeci negoziava e otteneva poteri commissariali straordinari per gestirla, l'emergenza e - detto prosaicamente - continuare per un po' a conferire nelle discariche esauste.  Gianluca Galletti, ministro dell'Ambiente in uscita, era stato categorico e perentorio nei tempi: aveva detto che i tempi di overbooking delle discariche erano andati, che la Regione avrebbe dovuto portare i rifiuti fuori dalla Sicilia, iniziando pure a ridurne in cenere porzioni, magari adattando i cementifici a termovalorizzatori d'occasione. In più, Palazzo d'Orléans aveva assunto l'impegno per report mensili sui passi avanti. Ce ne sono stati, a partire dal piano stralcio che - il consulente dell'assessore Alberto Pierobon e del presidente Musumeci per l'Ambiente Aurelio Angelini ne sono convinti - più che una pezza sul bersaglio mancato del Piano generale dei rifiuti «fissa paletti e strategie precise per cambiare radicalmente la politica dei rifiuti dopo un ventennio di ingiustificato snobismo verso la materia». Il Piano stralcio è appena passato all'unanimità in commissione Territorio e ambiente all'Ars, salutato così dalla presidente Giusi Savarino: «Sotto impulso della commissione, il governo ha accolto con favore la proposta di dare priorità nella concessione delle autorizzazioni, agli impianti pubblici, che dovranno essere necessariamente presenti in ogni provincia. È la fine dei monopoli». Il piano stralcio Fiori? Ma sì, anche quelli. E pure opere di bene, cioè differenziata virtuosa. Pierobon sta battendo tutti i sentieri per incrementare la differenziata,  con una prospettiva misurabile entro fine anno, mentre illustra i baluardi del piano: «Il dimezzamento della frazione umida da portare in discarica entro la fine di quest'anno». E fa sul serio, quando dice che «ci stiamo accordando con le diocesi siciliane e pure con i principali istituti penitenziari. Qui si tratta - spiega - di coinvolgere davverotutti nella consapevolezza che la raccolta differenziata è l'unica via d'uscita. I cittadini, i comuni che vanno responsabilizzati, i principali centri di aggregazione. Sì, vedremo  punti di raccolta davanti alle chiese». E le carceri: «Con il carcere palermitano di Pagliarelli siamo a unpasso dal protocollo di intesa per un grande progetto di raccolta differenziata con i detenuti. L'orto sarà fertilizzato dal compost autoprodotto». Chiamali, se vuoi, simboli. Oppure rompighiaccio. Pierobon, da tecnico,  entra in numeri e tonnellate: «Il primoproblema erano i dati certi sul conferimento per tipologie. Con l'Arpa abbiamo avviato un'analisi evolutiva, a oggi sappiamo che considerate le costanti alimentari della dieta mediterranea, dentro 100 kg di rifiuti il 38-42%  è umido. Diciamo 40. Se voglio stabilizzarele discariche e non farle insidiare oltre che da esaurimento pure da putrescenze, percolato, insetti, devo intercettare questa percentuale. Il 40% di umido su 2,2-2,5 milioni di rifiuti totali annui è una cifra poco sopra il milione di tonnellate. In totale gli impianti sono 46. Quelli già attivi e quelli di media e piccola taglia sono capaci di lavorare rispettivamente 415 mila e 46 mila tonnellate. Ecco perché parlo di dimezzamento alla portata immediata». Pierobon sull'impianti - stica non nasconde le grane: «Ci sono 7 impianti non funzionanti, 3 autorizzati  ma con gara deserta - e qui vogliamo vederci chiaro - e 12 autorizzati ma non ancora realizzati». Poi, due  illole: rincaro dell'ecobonus, «deterrente per chi conferisce in discarica», e tempi certi per il pagamento dei fornitori in regola dei comuni, «attraverso una certificazione che blocchi la proliferazione delle convenzioni». Euro-mazzata sui depuratori Intanto, fra i vasi comunicanti dell'emergenza ambiente, arriva la maxi-condanna dell'Unione europea sulle acque reflue. I cocci per la Sicilia pesano già, per precedenti condanne, dal 7 dicembre 2016 qualcosa come 115-120 mila euro al giorno. Cocci di una tegola vecchia, vecchissima, con due governi passati sotto i ponti prima dell'attuale, che ora piove sulla testa di Musumeci e Pierobon. Funziona così: la Ue avverte, poi avvia il procedimento di infrazione, poi condanna in via forfettaria e infine, se si rimane sordi, paghi a cottimo per il ritardo. La Corte di giustizia europea ha imposto all'Italia una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma, in oltre 74 agglomerati, centri urbani o aree sprovvisti di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue. L'Italia era già stata condannata dalla Corte Ue nel 2012 e deferita per la seconda volta dalla Commissione europea per una procedura di infrazione cominciata nel 2004. Non bastasse la nuova sanzione, la Sicilia deve ancora mettere in agenda le ferite del 2012: l'11 luglio di quell'anno la sentenza che colpiva aree non a norma abitate da sei milioni di italiani, due milioni solo nell'Isola, per ben 51 agglomerati con oltre 15 mila abitanti ai quali se ne aggiungono ben 170 sopra i duemila abitanti. La mazzata si aggiunge a quella del 2009, che condannò senza fissare (ancora) sanzione, per aree «sensibili» al punto di vista paesaggistico: attorno a Siracusa e nel Golfo di Castellammare, in particolare i comuni di Terrasini, Trappeto, Partinico, Cinisi, Castellammare. Gli impianti nel mirino erano 91, poi ridotti a 83 per la messa a norma di 8 casi. Settanta sono sotto il controllo del commissario nazionale per i depuratori Enrico Rolle, 13 di competenza del dipartimento regionale dei Rifiuti. Di questi, tre sono stati già collaudati mentre in otto i lavori sono in corso. A Carini, Scicli e Cefalù entreranno in servizio entro dicembre. A Santa Flavia l'affare è complicato da problemi di abusivismo. Oggi l'assessore Pierobon incontrerà Rolle: una partita doppia nella quale Stato e Regione dovranno dividersi spese e responsabilità.

Libero consorzio
La Provinciale 1 chiusa per lavori dalle 22 alle 6

Per 3 giorni consecutivi, a partire da martedì fino a giovedì, la provinciale 1, in contrada Fondacazzo, resterà chiusa dalle 22 alle 6. A deciderlo è stato il Libero consorzio che ha imposto il divieto di transito per consentire i «lavori urgenti e indifferibili da parte della Rfi alla sede ferroviaria, tratta Agrigento bassa-Tempio di Vulcano ». Il percorso alternativo, per i mezzi pesanti, è dalla statale 115, direzione Trapani-Gela, passare per la rotatoria Giunone e proseguire sulla 640. (*CR*)

Pesca e Fondi europei
Fissati gli incontri a Licata, Sciacca e Porto Empedocle

Proseguirà anche nei mesi estivi l'attività di informazione e consulenza per gli operatori professionali della pesca sul Fondo europeo per la Pesca 2014-2020 da parte degli esperti della Bio&Tech di Trapani, che gestisce i desk informativi attivati dal Libero consorzio comunale di Agrigento nelle marinerie di Porto Empedocle, Licata e Sciacca. Il calendario  degli incontri fissati per giugno è il seguente: a Sciacca presso la cooperativa «L'Ancora» sabato 9 e sabato 23 giugno dalle 9 alle 13. Sempre a Sciacca nella sede di lungomare Cristoforo Colombo, lunedì 4, sabato 16 e giovedì 28 giugno dalle 9 alle ore 13. A Porto Empedocle in via Giotto, martedì 12 e mercoledì 27 dalle 9 alle 13. A Licata nello Studio di Assistenza e Consulenza per i pescatori, alla Marina, mercoledì 13 e giovedì 21 giugno dalle 9 alle 13. (*PAPI*)

Agrigentonotizie.it

Noai reati ambientali, anche il Libero consorzio aderisce all'ActiondayL'iniziativasi svolge in contemporanea in sedici stati membri dell'Unione europeaAncheil Libero consorzio comunale di Agrigento ha aderito all'Action Day2018, operazione a livello nazionale contro i reati di tipoambientale. Il corpo di polizia provinciale e i tecnici del settoreAmbiente hanno costituito un nucleo operativo unitamente a Polizia diStato, Guardia di Finanza e alla Squadra Speciale della Polizia diStato di Palermo che si occupa di questa tipologia di reati.Obiettivi della vasta operazione di controllo sul territorio sonostate diverse attività, in particolare impianti di autodemolizione edi recupero dei rifiuti, nei quali sono stati eseguiti accuratisopralluoghi tra Agrigento, Licata e Sciacca. L'iniziativa siinquadra nel più vasto programma Action Day promosso da Europol epianificato dalla direzione centrale della polizia criminale delministero dell'Interno che si svolge in contemporanea in sedici statimembri dell'Unione europea.


Stradeprovinciali, arriva l'ok per la riapertura del tratto: Cammarata -ponte Giuri


Siva verso la riapertura del tratto B della strada Provinciale n. 24Cammarata-Cammarata Scalo (Ponte Giuri), chiuso dal 2013 conordinanza del Settore Infrastrutture Stradali a causa di diversefrane e dissesti. L'ufficio gare del Libero Consorzio comunaledi Agrigento ha infatti aggiudicato l'appalto dell'importocomplessivo di 846.834,43 euro per l'eliminazione di tutte lecondizioni di pericolo che impedivano la riapertura al transito diquesto importante collegamento tra i comuni dell'area montana e lastazione ferroviaria di Cammarata. La commissione di gara presiedutada Fabrizio Caruana ha aggiudicato provvisoriamente l'appaltoall'impresa Ediltecnica costruzioni con sede a San Cataldo (CL)che ha effettuato il ribasso non anomalo del 34,3109 percento sull'importo soggetto a ribasso di 821.429,40 euro, per unimporto netto di 539.589,58 euro, ai quali vanno aggiunti 25.405,00euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso (importocontrattuale netto di 564.994,61 euro più Iva). Seconda ingraduatoria l'impresa Alak Srl di Brolo (ME), che haofferto il ribasso del 34,2888 Il progetto elaborato dai tecnici delsettore Infrastrutture Stradali prevede la sistemazione delle franecon paratie, drenaggi, gabbionate, realizzazione di cunette per losmaltimento delle acque meteoriche e installazione di nuovasegnaletica e barriere di protezione. Il contratto con l'impresaaggiudicataria verrà stipulato a conclusione dell'iteramministrativo.   "Prosegue- riferiscono da Libero Consorzio -  dunque l'impegno delLibero Consorzio di Agrigento per il miglioramento della rete viariainterna. Ricordiamo che nei giorni scorsi sono state aggiudicatealtre due gare, relative ai lavori per la sistemazione dei trattidissestati della SP n. 26 B tratto SS 189-San Giovanni Gemini(appalto dell'importo di 239.359,00 euro) e ai lavori per ilripristino del transito sulla S.P. n. 20 StazioneAcquaviva-Casteltermini-San Biagio Platani (importo complessivo di770.000,00 euro)".

Lavorisulla linea ferrata, chiuso il passaggio a livello di Fondacazzo

„Lavorisulla rete ferrata, chiuso nelle ore notture e per tre giorni untratto del percorso Quadrivio Spinasanta - Villaseta.Adeciderlo è stato il Libero consorzio di Agrigento, il quale haappunto imposto il divieto di transito lungo la Sp1, in localitàFondacazzo, dalle 22 alle 6 del giorno successivo nelle date del5, 6 e 7 giugno. "La chiusura - si legge in una nota - sirende necessaria in seguito all'esecuzione di lavori urgenti eindifferibili da parte della RFI alla sede ferroviaria in prossimitàdel passaggio a livello km 136+144, tratta Agrigento Bassa-Tempio diVulcano". Tratta che, come noto, negli ultimi anni ha ripreso"vita" grazie ai treni storici e all'investimento offertoda Fondazione Ferrovie dello Stato e associazioni locali come"Ferrovie Kaos". Gli interventi saranno realizzati di notteper evitare disagi, anche perché, con la chiusura del viadottoAkragas questa è divenuta una delle poche arterie capaci dicollegare Villaseta, Monserrato e tutta l'area rivierasca con ilQuadrivio Spinasanta, Fontanelle e San Michele. Durante l'esecuzionedei lavori i mezzi pesanti dovranno obbligatoriamente seguire ilseguente percorso alternativo: dalla SS 115, direzione Trapani-Gela,passare per la rotatoria Giunone e proseguire sulla SS 640, anche perraggiungere Agrigento città e il territorio provinciale. Tutti glialtri autoveicoli dovranno utilizzare le Strade Provinciali presentisul territorio.  "






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