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Rassegna stampa dal 16 al 18 giugno 2018

16 giugno

Il Gazzettino di Sicilia

Ex Province al voto in autunno, sì del governo Conte. La decisione spetta ora alla Consulta
Dario Fidora
Dipende ora solo dalla Corte Costituzionale confermare se in autunno si torna al voto in Sicilia. Il Consiglio dei ministri ha deciso infatti di non impugnare la legge regionale n. 7 del 18 aprile 2018 che ha disposto di svolgere le elezioni degli organi amministrativi dei liberi consorzi dei comuni (attualmente commissariati) e delle città metropolitane "in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2018". L'articolo 15 dello Statuto regionale siciliano, avente forza di norma costituzionale, attribuisce alla Regione competenza esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali. La Consulta dovrà stabilire se sono fondati i rilievi secondo cui la legge regionale n. 17/2017 approvata durante il governo Crocetta (suo malgrado), che ha reintrodotto l'elezione diretta e a suffragio universale degli organi amministrativi di città metropolitane e liberi consorzi di comuni (ex province regionali), contrasta con le disposizioni della legge Delrio n. 56/2014, di riforma degli "enti di area vasta". La riforma Delrio ha previsto elezioni di secondo livello per le Province e la carica di sindaco metropolitano per il primo cittadino del centro capoluogo nonché altre disposizioni che contrastano con la norma regionale. La Consulta dovrà decidere se l'Assemblea Regionale Siciliana, approvando la 17/2014, ha legiferato nei limiti dell'articolo 15 dello Statuto speciale oppure avrebbe dovuto adeguarsi ai dettami della legge Delrio, qualificata come «grande riforma economica e sociale». Il 3 luglio la Corte si esprimerà sull'impugnativa del Consiglio dei Ministri del 2017 e sull'assetto delle ex province siciliane.

Grandangoloagrigento

Fai e "Luoghi del cuore", il Libero Consorzio di Agrigento candida l'Ecomuseo
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ha candidato il proprio Ecomuseo tra i Luoghi del Cuore 2018, il concorso del Fondo per l'ambiente italiano, giunto alla sua nona edizione e che dà la possibilità di votare, fino al 30 novembre prossimo, i luoghi più suggestivi del territorio nazionale. L'Ecomuseo istituito dal Libero Consorzio di Agrigento, è il primo in Sicilia costituito esclusivamente da un Ente pubblico ed è nato dall'esigenza di riunire tutti i beni dell'ex Provincia il cui comune denominatore è il periodo storico a cavallo tra il XVI ed il XIX secolo, inserendoli al meglio in una rete di strutture, attività, laboratori ed eventi distribuiti sul territorio. A comporre l'Ecomuseo, è il Giardino Botanico esteso circa 8 ettari, con un patrimonio arboreo di circa 20mila piante, espressioni di oltre trecento essenze tipiche della macchia mediterranea, il cui sottosuolo è percorso da una rete di ipogei risalenti al V sec. a.c., nonché da grotte calcarenitiche. O Oltre al Giardino Botanico, c'è l'Erbario con una collezione di oltre 2000 essenze erbacee, la Biblioteca e l'archivio storico dell'Ente in cui sono custodite anche pubblicazioni d'epoca e documenti, tra cui una pregevole copia, recentemente restaurata, della "Encyclopédie" di Diderot e D'alembert, risalente al "Secolo dei Lumi" oltre a documenti d'epoca originali risalenti al Risorgimento e all'Unità d'Italia. A concludere l'Ecomuseo, c'è la Galleria espositiva della Scala Reale ed il Palazzo sede istituzionale dell'ente con affreschi della seconda metà dell'Ottocento. Una chicca è, poi, rappresentata dalla copia del Regio Decreto, datato 15 aprile 1938, con cui il Re Vittorio Emanuele III, concesse l'uso del Gonfalone alla Provincia di Agrigento. Recentemente, inoltre, è stata allestita una nuova sezione espositiva in cui vengono raccolte preziose testimonianze storiche che riguardano la nascita, la vita istituzionale dell'Ente e le vicende costruttive dell'Ottocentesco "Magnifico Palazzo". Per votare è possibile collegarsi e registrarsi al sito www.fondoambiente.it

GDS.it

L'IMPIANTO
"Struttura non sicura": chiuso il palazzetto dello sport di Racalmuto

«Le condizioni di sicurezza non consentono l'apertura della struttura sportiva». È con questa lapidaria motivazione che ieri il dirigente Amelia Scibetta del settore Attività Culturali e Sportive del Libero consorzio comunale di Agrigento ha disposto la chiusura immediata del palazzetto dello sport «Gigi Salemi», in contrada Bovo a Racalmuto, di proprietà dell'ex Provincia.
La chiusura è stata disposta dopo un sopralluogo dei tecnici del Libero consorzio. Servono lavori di manutenzione alla struttura sportiva - che già nel 2009 aveva fatto registrare problemi, carenze e disservizi -, ma il Libero consorzio comunale non ha i soldi. E per ora - e in coincidenza con il periodo estivo, quando di fatto la struttura sportiva viene usata poco o niente, - il palazzetto dello sport «Gigi Salemi» resterà chiuso.

Agrigentoweb

Progetto Tartalife: domani a Siculiana Marina il World Sea Turtle Day - Libero Consorzio avvia attività Tartaworld
Si celebra oggi, 16 giugno, in tutto il mondo il World Sea Turtle Day, giornata dedicata all'importanza della conservazione delle varie specie di Tartaruga marina e per la biodiversità, in omaggio al professor Archie Carr, nato il 16 giugno 1909 e grande studioso di tartarughe. In provincia di Agrigento l'evento si svolgerà a Siculiana Marina, ove nei giorni scorsi è stata accertata la prima nidificazione del 2018 di una Caretta caretta in Sicilia.
In concomitanza con questo importante evento si svolgeranno a Siculiana Marina diverse attività organizzate da Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Comune di Siculiana e WWF-Riserva Naturale di Torre Salsa. Dalle ore 8.30 alle ore 10.00 sarà effettuata una pulizia straordinaria della spiaggia di Siculiana Marina, quindi dalle ore 10.15 nei locali del Centro di Educazione Ambientale si svolgerà l'incontro divulgativo-formativo "Sulle tracce della Caretta caretta", per facilitare l'individuazione di tracce di tartaruga marina sulle spiagge, al quale saranno invitati anche la Capitaneria di Porto Empedocle, la Ripartizione Faunistico-Venatoria di Agrigento e vari gestori di stabilimenti balneari. Dalle ore 11.00 in poi, invece, primo appuntamento con il ciclo di incontri estivi del programma Tartaworld, del Libero Consorzio di Agrigento, che sino a tutto il mese di settembre coinvolgerà tutti i frequentatori delle spiagge agrigentine da Licata a Menfi, residenti locali ma anche turisti e amministratori, secondo un calendario che sarà definito nei prossimi giorni dal Settore Ambiente del Libero Consorzio.
"Tartaworld" è una delle attività previste dal progetto UE "Tartalife - Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale"- LIFE12 NAT/IT/000937, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il fondo LIFE+ NATURA 2012, ente capofila il CNR-ISMAR, che vede tra i partner il Libero Consorzio di Agrigento, finalizzato alla conservazione delle tartarughe nel Mediterraneo, e che sta già ottenendo buoni risultati nella sperimentazione di nuovi sistemi di pesca per ridurre le catture accidentali con palangari, reti a strascico e reti da posta.

Agrigento oggi

Si è insediata ieri la nuova segretaria del Libero consorzio provinciale
Di Paolo Picone
AGRIGENTO. Si è insediata ieri al Libero Consorzio provinciale, la nuova segretaria dell'ente, l'avvocato Caterina Maria Moricca. Nominata dal commissario dell'ex Provincia, Girolamo Alberto Di Pisa, prende il posto di Giuseppe Vella, nominato Segretario Generale dal Sindaco Leoluca Orlando presso la Città Metropolitana di Palermo. Laureata in Giurisprudenza nel 1989 presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", avvocato, ha vinto il concorso di Segretario Comunale nel 1993. Il nuovo Segretario Generale proviene dal Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta. Ha svolto nella sua carriera le funzioni di Segretario e Direttore Generale nei comuni di Sutera, di Butera, nel Comune di Riesi, nei comuni Serradifalco e Delia. E' stata, in seguito, Segretario Generale nel Comune di Favara e poi nel Comune di Licata. Successivamente ha avuto l'incarico nel Comune di Ravanusa  e nel Comune di Licata nel 2013 per approdare, nello stesso anno, al Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta.

Giornale di Sicilia

16 giugno 2018

Ex Provincia
Si è insediata la segretaria Moricca

Si è insediata ieri al Libero Consorzio di Agrigento, la nuova segretaria generale dell'ente, l'avvocato Caterina Maria Moricca. Nominata dal commissario dell'ex Provincia, Girolamo Alberto Di Pisa, prende il posto di Giuseppe Vella che è il nuovo segretario generale della Città Metropolitana di Palermo nominato dal sindaco Leoluca Orlando. Laureata in Giurisprudenza nel 1989 alla «Sapienza» di Roma, ha vinto il concorso di segretario comunale nel 1993. Proviene dal Libero Consorzio comunale di Caltanissetta. Ha svolto nella sua carriera le funzioni di segretario e direttore generale in vari comuni del Niisseno. Nominata segretario generale a Favara, successivamente ha avuto, tra gli altri, l'incarico a Ravanusa e Licata nel 2013 per approdare, nello stesso anno, al Libero Consorzio di Caltanissetta. (*PAPI*)

Racalmuto, chiuso il palasport: non è sicuro
La decisione del Libero consorzio dopo il sopralluogo dei tecnici. Scibetta: «Non abbiamo le risorse per sistemarlo»

Già nel 2009, per il palazzetto intitolato a Gigi Salemi era stato lanciato un allarme: servivano importanti interventi di manutenzione. A distanza di anni il «copione» non è cambiato molto.
Concetta Rizzo - Racalmuto
«Le condizioni di sicurezza non consentono l'apertura della struttura sportiva». È con questa lapidaria motivazione che ieri il dirigente Amelia Scibetta del settore Attività Culturali e Sportive del Libero consorzio comunale di Agrigento ha disposto la chiusura immediata del palazzetto dello sport «Gigi Salemi», in contrada Bovo a Racalmuto, di proprietà dell'ex Provincia. La chiusura è stata disposta dopo un sopralluogo dei tecnici del Libero consorzio. Servono lavori di manutenzione alla struttura sportiva - che già nel 2009 aveva fatto registrare problemi, carenze e disservizi -, ma il Libero consorzio comunale non ha i soldi. «Al momento, stante la perdurante grave crisi finanziaria del Libero consorzio -ha aggiunto il dirigente Amelia Scibetta - non sono disponibili le risorse economiche per effettuare  urgentemente quegli interventi di manutenzione necessari per una corretta funzionalità della struttura». E per ora - e in coincidenza con il periodo estivo, quando di fatto la struttura sportiva viene usata poco o niente, - il palazzetto dello sport «Gigi Salemi» resterà chiuso. Dovrebbero cominciare presto però le interlocuzioni fra Libero consorzio comunale di Agrigento e Comune di Racalmuto. E questo perché il commissario straordinario dell'ex Provincia ha scritto al Municipio per capire se fosse o meno interessato ad accettare in comodato d'uso gratuito la struttura.  Già nel 2009, per il palazzetto intitolato al consigliere di sala «Giglia» - allora Provincia di Agrigento - era stato lanciato un allarme: mancava, allora, il piano di sicurezza, l'allaccio al gas metano e le  infiltrazioni d'acqua piovana avevano iniziato a corrodere ogni cosa, così come risultava essere già allora fondamentale procedere alla sostituzione delle lampade fulminate e ripristinare il parquet. Il «copione» non è, di fatto, cambiato molto. Ci sono stati degli interventi di manutenzione, ma l'acqua piovana -ad esempio -continua ad avere vita facile. «Ogni anno accade che le associazioni presentino le richieste per utilizzare, per manifestazioni di pubblico spettacolo, la struttura. Autorizzazioni che vengono rilasciate appena per un centinaio di posti - ha spiegato ieri il sindaco di Racalmuto, Emilio Messana, - . Il Libero consorzio ci ha invitati, in questi giorni, a valutare se prendere o meno in gestione il palazzetto dello sport. E lo faremo. È necessario capire a che spesa, eventualmente, per la gestione ordinaria, il Comune andrà incontro. Ma è prioritario senz'altro comprendere quanto serve per la manutenzione perché anche il Municipio ha scarse risorse a disposizione. Se la cifra necessaria per le manutenzioni non sarà esagerata e se i costi di gestione ordinaria, annuali, saranno limitati, potremmo anche decidere d'accettare il comodato d'uso gratuito. Valuteremo eventualmente anche una possibile partecipazione a bandi europei, e non soltanto, per ottenere finanziamenti che ci permettano di effettuare tutte le opere che servono. Sarà, però, naturalmente una decisione che dovrà essere presa entro settembre, ottobre, ossia quando la struttura sportiva torna ad essere necessaria. Al momento - conclude Messana - non abbiamo assolutamente contezza di quali siano i lavori di manutenzione da eseguire e dunque quanto serva». (*CR*)

17 giugno 2018

I nodi della regione
Agli 11 mila, tra dipendenti e precari, assicurato il transito negli enti. angelini: la gestione andrà ai comuni
Rifiuti, più poteri e personale nei 9 nuovi Ato
La riforma Musumeci-Pierobon: raccolta e smaltimento su base provinciale, i sindaci eleggeranno un capo esterno

Palermo
Ci saranno solo 9 Ato, che coincideranno con le vecchie Province e metteranno insieme i sindaci del territorio. A guidarli sarà però un esterno, eletto dagli stessi primi cittadini. Verrà salvato tutto il personale, anche i precari arruolati negli ultimi anni. La Regione terrà per sé solo compiti di programmazione delegando a queste nuove strutture i poteri di gestione e organizzazione del servizio di raccolta e smaltimento. Eccola la riforma dei rifiuti targata Musumeci- Pierobon. Il testo, 32 articoli, è stato definito e approderà in giunta a giorni. È la base su cui misurare accordi in aula nella maggioranza e con l'opposizione. Dunque si passa dai 27 vecchi Ato e dalle mai nate Srr a soli 9 nuovi Ato. Ciascuna di queste nuove realtà sarà guidata da un governatore d'ambito, che sarà eletto dall'assemblea dei sindaci del territorio. Insieme questi due organi formano l'Autorità di governo d'ambito per i rifiuti (l'AGAR). Il governatore non sarà però uno dei sindaci associati: sarà un professionista esterno o un dipendente pubblico. Avrà un contratto di diritto privato e un compenso ancora da stabilire. Il suo mandato sarà rinnovabile una sola volta. Spetterà all'assemblea dei sindaci, su proposta del governatore, determinare la tariffa (cioè la Tari) e le  modalità di gestione del servizio (società in house o appalto a ditte esterne). Gli Ato dovranno pure predisporre il piano d'ambito, rispettando la filosofia di fondo della futura legge: «Ogni provincia -spiega il professor Aurelio Angelini, consulente di Musumeci che ha collaborato alla stesura del testo - deve essere autonoma. Il ciclo dei rifiuti si deve chiudere nel territorio di ogni singolo Ato». Angelini aggiunge che «un altro principio base è che i rifiuti si gestiscono in forma associata. La Regione mantiene solo compiti di programmazione generale mentre i Comuni, all'interno degli Ato, si occupano del servizio. Fino a ora c'è stato invece un pasticcio determinato dal centralismo della Regione e dalla deresponsabilizzazione dei Comuni». Il principio per cui ogni ambito deve essere autosufficiente prevede che ci sia un sistema di raccolta e un luogo con degli impianti in cui far confluire i rifiuti. L'Ato dovrà anche predisporre quella che Angelini chiama «economia circolare del rifiuto e recupero della materia». Significa che all'interno di ogni Ato andranno create aziende che si occuperanno di riciclare i materiali principali: "Nascerà un settore che vale centinaia di milioni e migliaia di posti di lavoro". Altro nodo fondamentale della legge è che gli Ato dovranno predisporre piani d'ambito che si allineano al principio di riduzione a monte dei rifiuti. Bisognerà non solo smaltire in discarica meno immondizia differenziandola  in casa ma bisognerà anche produrre meno  immondizia. Angelini indica una via: «Ci sarà una direttiva che impone lo stop alla importazione di prodotti che si trovano impacchettati con materiali non riciclabili. Così ridurremo le attuali 1,7 milioni di tonnellate di immondizia  prodotta ogni anno. Ovviamente chi produrrà meno rifiuti pagherà meno tasse». La sede dell'Ato sarà all'interno delle Città metropolitane e dei Liberi Consorzi (eredi della Province). Il testo messo a punto da Musumeci e Pierobon dedica tre articoli e vari commi al problema del personale. Ci sono almeno 11 mila persone, fra dipendenti di ruolo e precari, che gravitano nel sistema intorno ai vecchi Ato: la riforma prevede di salvarli tutti. Per prima cosa nascerà un albo che avrà due sezioni: la prima prevede i dipendenti assunti prima del 31 dicembre 2009, la seconda tutti i precari che abbiano lavorato «a qualunque titolo» per almeno 36 mesi continuativi negli anni successivi. La riforma prevede che i bandi per affidare il servizio di raccolta e smaltimento debbano avere clausole di tutela di tutto il personale iscritto all'albo. Il personale amministrativo avrà il contratto Regione-Autonomie locali: verranno predisposte tabelle di equiparazione rispetto agli attuali stipendi assicurati da Ato e Srr. E se questi stipendi sono superiori a quelli previsti nella riforma, i dipendenti continueranno a ricevere l'extra che verrà riassorbito col tempo scontando gli scatti futuri. Se nel passaggio da vecchi a nuovi Ato risultassero vuoti d'organico sono autorizzati nuovi concorsi per titoli ed esami.


18 giugno 2018

I nodi della sicilia. Una circolare: gli importi per i periodi di assenza non giustificata saranno trattenuti dalle busta paga. I sindacati: procedure di cui non siamo informati
Regionali, la lista nera di chi arriva in ritardo
L'assessorato al Personale: le ore non lavorate riguardano spesso gli stessi dipendenti. Scatta il recupero delle somme

Giacinto Pipitone - Palermo
Il badge non mente, i ritardatari alla Regione sono sempre gli stessi. E l'amministrazione è lenta nel recuperare i soldi delle ore perse, che a volte valgono come intere giornate. Non è una novità che nei 12 assessorati, alla Presidenza e nelle decine di sedi distaccate ci siano ritardatari. Un po' più curioso è che siano sempre gli stessi. Emerge infatti da un monitoraggio effettuato dal dipartimento del Personale che «spesso oggetto delle decurtazioni risultano essere gli stessi nominativi e che i ritardi non recuperati nel mese successivo sono quasi sempre a carico dello stesso personale». Ritardatari abituali e spesso, segnala lo stesso dipartimento Personale, «gli importi da recuperare risultano cospicui a causa del numero di ore non lavorate che a volte superano il numero di ore di intere giornate lavorative». In pratica a forza di rosicchiare un'ora oggi, una mezz'oretta domani e via così ci sono dipendenti che mettono insieme una giornata di vacanza. Adesso però all'assessorato guidato da Bernadette Grasso hanno provato ad accelerare le procedure di recupero dei soldi. Una circolare firmata dalla dirigente Rosalia Pipia impone innanzitutto ai dirigenti di servizio di vigilare sulla corretta applicazione delle norme per il recupero delle ore non lavorate o dei soldi corrispondenti. Inoltre «qualora i ritardi e i mancati recuperi siano reiterati, sistematici, e/o eccessivi » i dirigenti dovranno darne comunicazione all'ufficio Disciplinare che avvierà un procedimento contro il dipendente. Che a quel punto rischia sanzioni più gravi del semplice rimborso delle somme corrispondenti alle ore di lavoro saltate. Intanto però la prima mossa è una procedura accelerata per il recupero. La circolare firmata dalla Pipia accorcia i vari passaggi e ne taglia uno: fino alla settimana scorsa era necessario che i vari uffici comunicassero i debiti orari da recuperare al dipartimento Personale e solo dopo si poteva trattenere le somme in busta paga rispettando l'ordine delle comunicazioni ricevute. Adesso ogni ufficio dovrà comunicare al dipartimento Personale i debiti orari enello stesso momento, tramite Pec, informerà il dipendente. A quel punto sarà automatica la trattenuta delle somme nella busta paga del mese successivo. La circolare ha insospettito alcuni sindacati. I Cobas Codir, guidati da Dario Matranga e Marcello Minio, ritengono che «le procedure di legge siano abbastanza chiare e prevedano già il recupero nel mese successivo. Che bisogno c'era dunque di una circolare?». La Uil con Luca Crimi è andata oltre: «Se l'amministrazione ha scoperto un fenomeno di dimensioni tanto grandi da rendere necessaria una circolare, vorremmo esserne messi a conoscenza. Abbiamo giù inoltrato una richiesta di convocazione per discutere del caso». In realtà da qualche settimana al dipartimento Personale stanno verificando varie situazioni normalmente considerate di routine. Una riguarda i dipendenti che risultano debitori della Regione. E anche in questo caso il fenomeno sembra essere più rilevante di come sembrava, visto che per avere piena contezza di quanto l'amministrazione deve recuperare e da chi è stato necessario decidere di creare il Registro dei debitori. Lì finiranno i nomi di quanti abbiano ricevuto «erroneamente delle somme a titolo di retribuzione non dovuta o altro». Somme che dovranno essere recuperate. Un'altra circolare del Capo del personale segnala che spesso la conoscenza di questi debitori «è patrimonio di funzionari o servizi ». Ora dovrà essere tutto più ufficiale. Anche perchè «a volte risultano coinvolti più servizi e il mancato coordinamento ingenera il rischio che non si attivi alcuna procedura di recupero». Ora il dipartimento Personale chiederà a tutti i servizi di ogni assessorato l'elenco dei debitori e poi monitorerà le procedure di recupero dei soldi. Che dovrà avvenire, quando possibile, trattenendo fino a un quinto della busta paga o della pensione. Mentre quando la cifra da recuperare è molto alta oltre alla trattenuta del quinto servirà un accordo col dipendente per rateizzare il recupero.

16 giugno - sabato
LA SICILIA
RACALMUTO Sicurezza insufficiente chiuso il palasport. RACALMUTO. Le condizioni di sicurezza sono tali da non consentire l'apertura della struttura sportiva". E' questa la motivazione alla base del provvedimento disposto dal Dirigente del settore "Attività Culturali e Sportive" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Amelia Scibetta, con il quale viene disposta "l'immediata chiusura" del Palazzetto dello Sport "Gigi Salemi". "La decisione - spiega in una nota il Libero Consorzio - è stata presa in seguito al sopralluogo dei tecnici dell'Ente che era stato richiesto dal Settore competente". "Al momento, per altro - aggiunge l'Ente che è proprietario della struttura stante la perdurante grave crisi finanziaria del Libero Consorzio, non sono disponibili risorse economiche per effettuare urgentemente quegli interventi di manutenzione necessari per una corretta funzionalità della struttura". I primi problemi strutturali per la struttura sportiva di Racalmuto si erano registrati un paio di anni addietro quando il palazzetto Gigi Salemi in piena emergenza sbarchi di immigrati aveva ospitato circa un migliaio di extracomunitari giunti sulle coste della Sicilia. Da quel momento in poi era venuta meno l'agibilità tant'è che l'amministrazione comunale ne aveva vietato l'utilizzo a diverse associazioni che ad esempio all'interno avrebbero voluto effettuare saggi di danzi. Poi negli anni, il palasport "Gigi Salemi" con la scomparsa di numerose associazioni sportive ha avuto un calo di interesse con sempre meno società che ne hanno chiesto l'utilizzo all'ex provincia regionale ed all'amministrazione comunale di Racalmuto guidata dal sindaco Emilio Messana.

VIDEOSORVEGLIANAZA
Diciotto Comuni firmano il Patto per la sicurezza. g.s.) Patti per la sicurezza urbana, arriva la firma in 18 comuni della provincia.
 Nella mattinata di ieri, presso la sede della Prefettura, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Agrigento, Alessandria Della Rocca, Cammarata, Canicattì Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Favara, Ioppolo Giancaxio, Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Raffadali, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice, Sciacca e Siculiana hanno sottoscritto con il prefetto Dario Caputo gli accordi che serviranno a realizzare sui territori "misure e strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e dei centri urbani attraverso la promozione e l'attuazione di un sistema unitario integrato per il benessere delle comunità territoriali". Una firma che è condizioni preliminare essenziale per l'accesso dei Comuni ai finanziamenti messi a disposizione del Ministero dell'Interno per la realizzazione di impianti di video sorveglianza che dovranno essere progettati dagli enti e dovranno ovviamente poi ricevere dovuto parere da parte del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica prima di essere inviate al Ministero dell'Interno. "Oggi mettiamo a frutto un risultato - ha detto il prefetto Caputo - anche in una prospettiva di intervento finanziario offerta dal Ministero dell'interno sulla base del principio che, come noto, le risorse finanziarie degli enti locali sono scarse. Noi stiamo tentando di fare il possibile per migliorare alcuni aspetti cruciali nella vita dei cittadini e, la percezione della sicurezza è certamente uno di questi. E' noto che i sistemi di videosorveglianza in tal senso giocano un ruolo fondamentale e stiamo cercando di valutare se e come in questi comuni in cui sarà sottoscritto il patto sarà possibile arrivare all'approvazione dei progetti che presenteranno e che valuteremo insieme alle forze dell'ordine per verificare che queste siano le più efficaci e utili per la prevenzione dei reati, dato che è risaputo il ruolo importantissimo che ha anche sul piano delle indagini penali questi impianti". Il prefetto, inoltre, ha rivolto un invito ai comuni momentaneamente rimasti fuori dalla progettazione 2018 affinché presentino richieste e progetti per il prossimo anno, dato che il fondo ha appunto validità annuale.

Si inaugura il Kiss - Kalat International Summer School

A tagliare il nastro sarà l'assessore regionale Sebastiano Tusa.

 Alla presenza dell'Assessore dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Sebastiano Tusa e di dirigenti di organismi e autorità locali, regionali, nazionali ed europei, oltre a docenti universitari ed esperti, verrà inaugurato il 25 e 26 giugno prossimi, a Campobello di Licata, il nuovo Centro giovanile internazionale Kalat, denominato Kiss Kalat International Sumrner School. Si tratta di un immobile comunale di 1.000 mq, interamente riqualificato dal locale Archeoclub, presieduto da Emilia Bella, attraverso i finanziamenti di Fondazione Con Il Sud nel 2014 e del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2017. Il Centro Kalat, realizzato restituendo alla collettività una ex scuola dismessa e vandalizzata, verrà utilizzato come ostello della gioventù e dopo essere stato recuperato strutturalmente negli anni scorsi, in questi ultimi mesi è stato dotato: di una foresteria per oltre 25 unità, una sala didattica, una sala conferenza, delle aree espositive, una cucina ed un bar, con lo scopo di contrastare la povertà educativa, favorire l'aggregazione giovanile internazionale e contribuire ad una gestione innovativa dei Beni culturali in Sicilia. In occasione della due giorni saranno le proposte delle attività promosse dall'Archeoclub. Il 25 giugno è in programma un incontro tra l'assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, e gli amministratori del territorio oltre a tavole rotonde sui beni culturali e le tecniche di studio; mentre il 26 a cura dalla cooperativa Astra, con relatori di Confcooperative Sicilia e di Mestieri Sicilia, si darà spazio ai temi della creazione di nuove imprese e delle diverse forme di tirocini formativi attivabili in Sicilia. Sempre a cura dell'Archeoclub, nei due giorni saranno previsti: l'apertura di una mostra fotografica sul territorio e un laboratorio internazionale con momenti ludici e ricreativi, come proiezioni di cinema d'animazione, giochi in ludoteca e degustazioni di ricette internazionali.

17 giugno - domenica
LA SICILIA
PALAZZO DELLA PROVINCIA. L'ingresso dell'edificio è danneggiato dall'umidità, che sta distruggendo ogni cosa. INTONACI SCROSTATI E POCO DECORO Condizioni inaccettabili per una struttura storica che ospita importanti enti pubblici . Intonaci scrostati, muri imbevuti di umidità, intere porzioni di gesso pronte a cadere per terra, pareti decorate irreparabilmente danneggiate . Si presenta così l'ingresso del Palazzo della Provincia. Le foto a corredo di questo articolo sono state scattate al piano terra, nei pressi di uno dei due ascensori che consentono di spostarsi all'interno dell'edificio risalente al 1858 e che oggi ospita il Libero consorzio, la Prefettura e gli alloggi del prefetto. A provocare i danni è, molto probabilmente, dell'umidità di risalita che viene prodotta dalle spesse pareti in calcarenite ed è dovuta anche alla particolare posizione dell'edificio. Un quadro di per sé complesso che si è aggravato con il tempo a causa dell'assenza di interventi manutentivi. Delle condizioni inaccettabili e ben poco decorose per una struttura che ospita enti pubblici così importanti ma, anche, per una struttura che dovrebbe essere tutelata in quanto storica. Il palazzo, infatti, fu uno tra i primi ad essere costruito nell'Ottocento fuori della cinta muraria di Girgenti, fatto che cambiò radicalmente l'assetto urbanistico della città. Lo stesso venne costruito in un'area laddove in passato sorgevano stazzoni, ospitanti fabbriche di brocche. La prima pietra venne posta il 16 maggio 1858, e doveva essere in origine la sede del reale ospizio di beneficenza di Agrigento. Ma con l'Unità d'Italia, e la confisca dei beni ecclesiastici, l'edificio ancora in fase di costruzione cambiò la sua destinazione d'uso, divenendo Archivio di Stato, e successivamente sede della Provincia e della Prefettura. GIOACCHINO SCHICCHI
18 giugno - lunedì

LA SICILIA
SANITA' Nuova rete ospedali era scoppiano le polemiche Arriva la nuova rete sanitaria siciliana e la tensione politica è già alle stelle.

Se l'assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, martedì incontrerà i sindacati per avere gli ultimi pareri che gli consentiranno di inoltrare tutto alla. VI Commissione Ars per il successivo passaggio d'Aula, le bozze fin qui circolate hanno messo in preallarme alcuni. Una nota in tal senso era stata firmata nei giorni scorsi dai consiglieri comunali di Agrigento Giorgia Iacolino e Salvatore Falzone, i quali spiegavano che da quanto in loro conoscenza "risulta che l'ospedale di Agrigento verrebbe penalizzato con la ventilata soppressione della figura di primario di significativa realtà assistenziali e la riduzione di posti letto, anche di reparti dell'Area di Emergenza. Allora, caro assessore Razza - dicevano nella nota - giù le mani dall'ospedale di Agrigento che, invece, dovrebbe essere potenziato con l'aumento di posti letto nei reparti ad elevato livello assistenziale ed una speciale attenzione - con risorse dedicate - ai Pronto Soccorso. Daremo battaglia nelle competenti sedi-concludevano i due giovani consiglieri - per garantire un consolidamento della funzione assistenziale ospedaliera di Agrigento, auspicando sin d'ora l'attenzione e l'intervento dell'onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, nella sua qualità di presidente della commissione Sanità del Parlamento regionale". Un intervento invocato che in effetti è arrivato quasi subito dopo, ma con un tono che i due forse non si aspettavano dato che il sindaco di Montevago e deputato regionale Udc smentisce la ricostruzione fin qui fatta della vicenda. "C'è la massima attenzione da parte della Commissione Salute del1'Ars sulla nuova rete ospedaliera che sta predisponendo l'assessore Razza - scrive in una nota- . E' infondata la notizia che l'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento verrebbe penalizzato con la soppressione del1a figura di primario di significative realtà assistenziali e con la riduzione di posti letto. Non sono assolutamente a rischio né il reparto di Oncologia né quello di Chirurgia cardiovascolare. Ritenendo sempre utile il confronto, la commissione Salute dell'Ars sulla rete ospedaliera è pronta ad ascoltare il parere di tutti nelle sedi preposte e non tramite note stampa che creano inutile allarmismo con notizie prive di fondamento". Una smentita su tutta la linea, per quanto è già abbastanza chiaro che, almeno nelle intenzioni, la nuova rete ospedaliera dovrebbe mutare la conformazione dell'offerta sanitaria. E' stato lo stesso assessore Razza ad annunciare che l'Assessorato ha "lavorato intensamente per riallineare la rete ospedali era ai parametri del decreto Balduzzi, nel rispetto dei territori e dei professionisti". In cosa si tradurrà tutto questo lo sapremo nelle prossime settimane.







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