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Rassegna stampa del 7 agosto 2018

Giornaledisondrio..it

la lega vuole il ritorno alle Province

La Lega vorrebbe riabilitare le Province e riportare il tempo a prima dell'avvento della Legge Delrio: c'è un disegno di legge presentato al Senato (per la cronaca però prima della formazione del Governo) a firma del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del titolare del dicastero del Turismo, il pavese Gian Marco Centinaio, per tornare all'elezione diretta delle Province. Elezione diretta delle Province Insomma, l'assunto è che, se il referendum targato Renzi è naufragato e le province nella Costituzione sono rimaste intonse, il passaggio successivo sarebbe quello di ripristinare l'assetto precedente all'introduzione della riforma Delrio. Come? Tornando all'elezione diretta degli organi politici (ora a votare sono solo i sindaci) e anche a corrisponder loro una retribuzione o un'indennità: ora quello di presidenti e consiglieri è a pieno titolo volontariato. Il disegno di legge in Senato Il disegno di legge presentato al Senato, firmatario l'attuale ministro dell'Interno Matteo Salvini, in compagnia di un altro ministro, Gian Marco Centinaio, responsabile di Turismo, Agricoltura e pesca, punta al "ripristino della legalità". Nel frattempo nel decreto Milleproroghe al vaglio in Parlamento intanto è stata abbassata da 18 a 12 mesi la durata residua del mandato necessaria per la candidatura all'assemblea provinciale (le prossime elezioni sono state accorpate al 31 ottobre), ma l'obiettivo è andare oltre all'attuale meccanismo di rappresentatività "di secondo livello". Ma cosa ne pensano i Cinquestelle? Il testo targato Salvini-Centinaio rintrodurrebbe per il presidente della Provincia un'indennità (non potrebbe superare quello del sindaco del capoluogo) e un gettone per le sedute di consiglio e commissioni (con tetto annuale non superiore a un sesto dello stipendio del presidente). Ma il vero nodo è il fatto che nel contratto di Governo fra Cinquestelle e Lega il tema non è stato affrontato. E, come dicevamo, il disegno di legge è precedente. Bisognerà insomma verificare l'orientamento sulla questione da parte del Movimento, che aveva salutato con favore i tagli alle spese della politica provinciale, ai tempi dell'introduzione.


Giornale di sicilia
La riforma della legge Fornero sarà uno dei capitoli della prossima manovra.

Secondo quanto si apprende in ambienti di maggioranza, è allo studio l'introduzione di «quota 100», cioè la possibilità di lasciare il lavoro quando si raggiunge 100 tra età anagrafica e anni di contributi versati. Il costo della misura per il primo anno sarebbe di circa 4 miliardi, portando il peso complessivo della prossima legge di Bilancio a circa 26-27 miliardi. Se reddito di cittadinanza e flat tax, per essere «compatibili» con i conti, potranno muovere solo i primi passi, governo e maggioranza sono al lavoro per mettere a punto i dettagli di un'altro dei cavalli di battaglia sia della Lega sia del Movimento 5 Stelle. E la misura, che dovrebbe costare attorno ai 4 miliardi, sarà inserita nella prossima legge di Bilancio che salirebbe così a circa 26-27 miliardi, in linea, si osserva nella maggioranza, con il «peso» delle manovre degli ultimi anni dei governi a guida Pd. A spingere per un segnale «entro l'anno» era stato nelle scorse settimane il leader della Lega, Matteo Salvini, cui aveva fatto eco, assicurando che l'esecutivo stava elaborando la misura, lo stesso vicepremier Luigi Di Maio. Il leader M5S ha confermato ora anche l'arrivo imminente della proposta per tagliare le pensioni d'oro. Una scelta «simbolica», un «atto di giustizia e di equità», come ha sottolineato il sottosegretario Claudio Cominardi, che dovrebbe portare, però, risparmi per meno di 200 milioni da indirizzare verso «le pensioni minime». Il provvedimento, che dovrebbe essere calendarizzato a settembre, viaggerà quindi in parallelo alla legge di Bilancio che conterrà invece «quota 100». Ancora da stabilire, sempre guardando ai vincoli dei conti, se si farà anche «quota 41», cioè la possibilità di lasciare il lavoro a qualsiasi età avendo versato contributi per 41 anni e mezzo. L'asti - cella dell'età per quota «100» dovrebbe invece essere fissata a 64 anni e l'altro paletto per limitare la platea sarà quello dei contributi figurativi, che potranno essere conteggiati con dei limiti (si è ipotizzato per massimo 2 anni). Nuovi fondi ai comuni Con la legge di Bilancio il governo sta valutando anche di fare un passo ulteriore per spingere gli investimenti degli enti locali, liberando circa un altro miliardo, dopo lo sblocco di oltre 2 miliardi di avanzi di amministrazione di Comuni e Regioni in arrivo con il decreto Milleproroghe. «Si ritorna a sistemare scuole, strade e infrastrutture», ha spiegato il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia. Il rilancio degli investimenti, peraltro, è uno dei «pallini» del ministro Giovanni Tria, che a metà settimana dovrebbe fare un altro punto con il premier Giuseppe Conte e con gli altri ministri economici prima della pausa estiva. Sul tavolo anche il nodo dell'Iva: per evitare gli aumenti vanno trovati 12,4 miliardi e nei giorni scorsi sono circolate ipotesi di aumenti selettivi per recuperare risorse ma i due vicepremier hanno ribadito la chiara volontà politica di evitare aumenti di tasse. Decreto dignità al rush finale Intanto già oggi il governo incasserà il via libera definitivo al decreto dignità, senza fiducia.


Girgenti Acque, 81 indagati e l'azienda licenzia
Dovrebbero essere, al momento, una quarantina - anche se a metà dello scorso maggio si parlava di 85 - i lavoratori di Girgenti Acque, l'ente gestore dei servizi idrici nell'Agrigentino, e della controllata Hydortecne srl che perderanno il lavoro. I primi licenziamenti sono iniziati ieri mattina. Praticamente inutili le concertazioni e l'intervento dei sindacati per scongiurare il licenziamento collettivo. L'azienda, sostenendo la mancata realizzazione di progetti e l'impossibilità di ridurre i costi dell'acqua, che si perde sotto terra a causa di reti fatiscenti, ritiene non più economicamente sostenibile l'attuale struttura. Non risulta esserci personale in esubero, ma è stato dato il via libera alla riduzione dei lavoratori. Licenziamenti che arrivano dopo che, per due giorni consecutivi, i militari della Guardia di finanza - su delega della Procura della Repubblica di Agrigento, che è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, - hanno acquisito nuova documentazione dagli uffici della Girgenti Acque. I finanzieri, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore Vella, hanno portato via tutti i bilanci dell'azienda. È salito il numero degli indagati: al momento, nel registro, risultano iscritte 81 persone. E sembrerebbe anche che la posizione di amministratori, società di revisione e sindaci si sia aggravata. Le accuse ipotizzate - il fascicolo d'inchiesta è coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Alessandra Russo e Paola Vetro - sono: associazione a delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio e false comunicazioni sociali. La Procura ipotizza decine di episodi di corruzione legati alle assunzioni in Girgenti Acque di cui avrebbero beneficiato, in cambio di favori, politici, professionisti e - secondo l'accusa - anche l'ormai ex prefetto di Agrigento: Nicola Diomede che è stato rimosso dal Consiglio dei ministri. Una decisione, presa a palazzo Chigi, scaturita proprio dall'inchiesta che lo vede coinvolto e che, in prima battuta, aveva fatto iscrivere nel registro degli indagati complessivamente 72 persone. Negli ultimi giorni, le nuove perquisizioni e acquisizioni di documenti: bilanci per la maggior parte. Adesso, pare probabile che la nuova documentazione sequestrata dovrà essere analizzata in parallelo e in raffronto con le centinaia di documenti acquisiti lo scorso marzo in Puglia, alla «Deloitte & touche Spa» che è una delle maggiori società di revisione contabile in Italia e tra le più importanti al mondo. Se a metà dello scorso gennaio, per via della notizia della proroga delle indagini preliminari, ad Agrigento si registrò una sorta di «terremoto», ieri il sisma che ha scosso decine e decine di famiglie è stato rappresentato dalla notizia dei licenziamenti. E sono già sul piede di guerra le sigle sindacali di categoria che hanno invitato le aziende a recedere dai provvedimenti di licenziamento, proclamando lo stato d'agitazione di tutto il personale. «Il licenziamento dei lavoratori, indispensabili per il corretto funzionamento del servizio idrico integrato, creerà un ulteriore peggioramento del già lacunoso servizio, con aggravio di costi che i licenziamenti porteranno per i contributi che l'azienda dovrà versare all'Inps e per le spese legali che dovrà affrontare a seguito delle impugnative che i lavoratori licenziati intraprenderanno. Aumenteranno, inoltre, inevitabilmente i carichi di lavoro per quanti rimarranno in servizio». Lo hanno scritto i segretari provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil contrari ai licenziamenti «perché in netto contrasto con la reale situazione sempre asserita dall'azienda, perché non ci sono esuberi di personale. Ci sono chiaramente grosse responsabilità sulla cattiva gestione del servizio idrico integrato da parte dell'azienda, ma anche delle istituzioni titolate al controllo, indirizzo e programmazione del sistema acque: governo regionale, amministrazione comunale e assemblea territoriale idrica per non aver provveduto al rifacimento delle reti che perdono il 50 per cento del prezioso liquido e degli impianti di depurazione, di cui buona parte sono sotto sequestro perché non funzionanti». Le sigle sindacali, sperando di salvare i posti di lavoro, ieri, hanno cercato di richiamare l'attenzione delle istituzioni su quello che servirebbe all'Agri - gentino: «Occorrerebbe fare eseguire tutti i lavori necessari per portare soluzioni definitive a rete e impianti, spendendo le somme disponibili e non utilizzate che lasciano la provincia con le infrastrutture idriche obsolete e inadeguate. Tutto ciò darebbe un notevole impulso all'economia di questa disastrata provincia, in termini di adeguamento del servizio idrico agli standard europei e contribuirebbe a dare risposte occupazionali di cui abbiamo estremo bisogno». (*CR*)

Sono state pubblicate le graduatorie che prevedono il finanziamento di numerosi progetti, altri soldi in arrivo edilizia scolastica pioggia di fondi Ci sono anche tanti interventi finanziabili nell'Agrigentino inclusi nelle graduatorie del Piano per l'edilizia scolastica siciliana per i prossimi tre anni già trasmesse al ministero per l'Istruzione. In Sicilia, nell'ambito del bando pubblicato ad aprile scorso dal governo regionale, complessivamente le richieste presentate dai Comuni sono state 356; quelle delle ex Province sono 91. Il termine di presentazione delle istanze è stato rispettato e questo consente di impegnare nell'immediato 272 milioni di euro per opere cantierabili già a partire da quest'anno, secondo una graduatoria definitiva degli interventi elaborata dal Miur e che sarà pubblicata a ottobre. La somma stanziata al momento non permette di soddisfare il fabbisogno di tutte le domande, per questo le risorse saranno progressivamente aumentate. Le opere previste sono finalizzate a ristrutturazione, adeguamento antisismico e antincendio, ampliamenti o realizzazioni di nuove costruzioni, palestre, mense, aree ricreative e rimozione di barriere architettoniche. Secondo i recentissimi dati dell'Anagrafe regionale, circa il 60 per cento delle strutture scolastiche non è in regola con le certificazioni antisismiche e il 70 per cento è senza l'agibilità. Oltre agli interventi per l'edilizia scolastica anche i contributi per l'adeguamento antincendio. Ecco gli interventi per l'edilizia scolastica presentati dall'ex provincia di Agrigento e inseriti in graduatoria. Per interventi finanziabili per l'annualità 2018 in «edifici temporaneamente non utilizzati» chiesto il finanziamento di quattro progetti per complessivi 19 milioni di euro. Per l'istituto «Foderà» di Agrigento tre diversi progetti, uno da 1.122.550 euro, uno da 2.805.190 euro; uno da 472.260 euro. Per il liceo scientifico «Leonardo» due progetti, uno da 2.361.000 e uno da 2.409.000 euro; per l'istituto «Tommaso Fazello» di Sciacca 4.600.000 euro. Per il liceo classico «Empedocle» di Agrigento previsti 4.090.000 euro. Questi i progetti presentati dai comuni: a Raffadali, per la scuola «Garibaldi» previsti 3.064.935 euro; per la «Manzoni» 1.882.537 euro; per l'istituto Galileo Galilei 3.218.722 euro; per l'isituto «Rodari» 2.173.000; per la scuola «Pinocchio» 300.965. A Campobello di Licata, per la scuola primaria «Pascoli» il progetto in graduatoria è di 1.300.000 euro: per l'istituto «San Giovanni Bosco» 2.050.000 euro; per la scuola dell'infanzia di via Carnevale 1.300.000. Tre le scuole di Canicattì ammesse ai finanziamenti: la «Rapisardi» con 1.860.000 euro di finanziamento, «La Carrubba» con 1.465.000 euro e di nuovo la «Rapisardi» con 4.993.000 euro per il completamento del plesso di Via Allende. Per la scuola «Orlando» di Aragona 2.375.000 euro; per l'istituto «Capuana» di Santa Elisabetta 2.495.707 euro. A Racalmuto: per l'istituto «Alaimo» 2.113.984 euro e per la scuola primaria «Macaluso» 1.407.232 euro; per la scuola primaria «Carlo Collodi» di Bivona 965.299 euro. Per l'istituto «Inveges» di Sciacca. 1.100.000 euro. Per la scuola dell'infanzia di Ravanusa due progetti: uno da 1.725.494 euro e uno da 500.000 euro. A Burgio per la scuola primaria di via Nazionale 2.499.910 euro. A Santa Margherita due progetti per il «San Giovanni Bosco»: uno da 1.409.763 euro e un altro da 1.342.975 euro. Per la scuola dell'infanzia di Realmonte 1.560.000 euro. (*CAGI*)

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca ASSE VIARIO DELLA ZONA INDUSTRIALE, IN AUTUNNO POTREBBERO PARTIRE I LAVORI

Nei giorni scorsi è stata rimodulata la struttura finanziaria del progetto dal valore di oltre 12 milioni di euro e bloccato per anni a causa di una informativa antimafia Redazione Asse viario di Porto Empedocle, i lavori potrebbero partire in autunno. Ad oltre un anno da quando l'allora commissario dell'Irsap, Mariagrazia Brandara, grazie al lavoro dei propri uffici riuscì a rimettere in moto la macchina organizzativa per la realizzazione dell'importante opera infrastrutturale, adesso si stanno consumando gli ultimi passaggi amministrativi che consentiranno di far ripartire il cantiere, oggi bloccato dal 2012, quando un'informativa atipica antimafia della Prefettura di Agrigento (poi cassata dal Cga) colpì una delle ditte interessate mandando a "carte 48" sia questo progetto che il parcheggio pluripiano di piazza Rosselli. Ma se quest'ultimo progetto non sembra destinato nell'immediato ad essere rimesso in sesto (o quantomeno, non ci sono margini di trattativa con l'attuale ditta, nel caso di Porto Empedocle, grazie ad una trattativa che ha riutilizzato il ribasso d'asta per rivedere i costi del progetto - quindi alla fine a saldi invariati - l'opera potrebbe vedere davvero la luce. Gli ultimi due passaggi amministrativi si sono consumati nelle scorse settimane, con l'approvazione della perizia di variante sul progetto e soprattutto con la rimodulazione del quadro economico da parte dell'assessorato regionale alle Attività produttive, che tiene conto del cambiamento dei prezzi sulle materie prime e soprattutto gli oneri necessari per rimettere in piedi un cantiere abbandonato da 5 anni. Adesso ci sarà solo da attendere il "via libera" da parte della Corte dei Conti e poi, assicurano i privati, i lavori potranno ripartire nel giro di poco tempo, per completarsi definitivamente in alcuni mesi.

LA SICILIA
GIRGENTI ACQUE/2 Resi esecutivi i primi quaranta licenziamenti. g.s.)

Lettera di licenziamento in mano e "gentilmente" accompagnati alla porta. Ieri mattina alla Girgenti Acque, dopo alcuni mesi dalle prime avvisaglie, sono arrivati i licenziamenti in tronco. Quaranta, in totale, i lavoratori che hanno dovuto lasciare il posto di lavoro ieri, ma il numero potrebbe anche essere doppio alla fine delle procedure. Il motivo è squisitamente di natura economica, dicono dall'azienda, che lamenta lo stop (formalmente ingiustificato) nelle procedure di autorizzazione dei lavori di ammodernamento delle reti idriche e degli impianti fognari e l'impossibilità quindi di indurre le perdite idriche e calare quindi le spese. Se i primi 40 sono stati licenziati stamattina, in totale a cadere potrebbero essere 85 teste, sia a Girgenti Acque che alla Hydortecne, come inizialmente annunciato dal privato. Dall'azienda, impegnata in altre vicende, al momento tutto tace sono i sindacati di categoria (Fil~tem e Fiom Cgil, Femca eFim Cisl e Uiltec e Uilm Uil) ad attaccare, sostenendo che il privato non abbia voluto cercare soluzioni alternative e abbia provveduto a licenziamenti senza preavviso. Le sigle sono inoltre preoccupate di come questi licenziamenti andranno a gravare sul personale rimasto in servizio e, soprattutto, non rinunciano ad evidenziare "grosse responsabilità sulla cattiva gestione del servizio idrico" non solo da parte del gestore, ma anche degli enti preposti che non avrebbero agito per sbloccare i progetti e mantenuto "l'illegalità" non riappropriandosi delle Infrastrutture idriche oggi gestite dai comuni ribelli.

SCUOLE SUPERIORI Finanziamenti europei per gli edifici scolastici.

r.b.) Una pioggia di finanziamenti europei per gli edifici scolastici del territorio agrigentino, con l'obiettivo di favorire la costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici, realizzare palestre scolastiche nelle scuole oppure di eseguire interventi per il miglioramento delle palestre scolastiche esistenti. Il tutto rientra nei Piani di edilizia scolastica presentati sia dai Comuni che dal libero Consorzio, ognuno per gli istituti scolastici di propria pertinenza. Il Libero Consorzio ha ricevuto il benestare per l'esecuzione di interventi, quindi finanziabili, per diversi edifici scolastici presenti tanto in città, quanto in provincia. Per quanto riguarda il comune capoluogo, con documento di fattibilità delle alternative progettuali, sono stati ritenuti finanziabili gli interventi negli edifici scolastici degli istituti Foderà e Politi per un costo complessivo di 1.122.550 euro e 472.260 euro; al Liceo Leonardo per complessivi 2.361.000 euro e 2.409.000 euro; al Liceo Empedocle per un totale di 4.090.000 euro; e ancora agli istituti Foderà e Politi per ulteriori 2.805.190.00 euro. Riceveranno i finanziamenti anche gli istituti Archimede di Casteltermini, per un totale di 2.400.000,00 euro, e il Tommaso Fazello di Sciacca per complessivi 4.600.000 euro. Nell'elenco degli interventi finanziabili, sempre nel contesto delle strutture scolastiche di pertinenza del Libero Consorzio comunale, spiccano quattro "edifici temporaneamente non utilizzati" per i quali è stato presenta- to soltanto il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Per gli edifici in questioni, sono stati approvati interventi per 9.930.000 euro - 2.970.000 euro - 1.420.000 euro e 4.460.000 euro. Lasciando da parte gli istituti di scuola superiore, nell'elenco dei progetti non ammessi a finanziamento, si trovano tre edifici scolastici con sede a San Giovanni Gemini. Si tratta del Plesso Nuovo, per il quale è stato chiesto un finanziamento pari a 1.120.000 euro; della scuola primaria Milano per la quale i fondi richiesti ammontano a 1.350.000,00" euro e la scuola dell'infanzia Piazza Kennedy, per la quale il totale richiesto è pari a 3.400.000.

PORTO EMPEDOCLE.
Per riaprire il cantiere si attende solo il via libera della Corte dei Conti Asse viario, approvato nuovo piano economico dell'opera.

 Asse viario di Porto Empedocle, i lavori potrebbero partire in autunno. Ad oltre un anno da quando l'allora commissario dell'Irsap, Mariagrazia Brandara, grazie al lavoro dei propri uffici riuscì a rimettere in moto la macchina organizzatìva per la realizzazione dell'importante opera infrastrutturale, adesso si stanno consumando gli ultimi passaggi amministrativi che consentiranno di far ripartire il cantiere, oggi bloccato dal 2012, quando un'informativa atipica antimafia della Prefettura di Agrigento (poi cassata dal Cga) colpì una delle ditte interessate mandando a "carte 48" sia questo progetto che il parcheggio pluripiano di piazza Rosselli. Ma se quest'ultimo progetto non sembra destinato nell'immediato ad essere rimesso in sesto (o quanto meno, non ci sono margini di trattativa con l'attuale ditta, nel caso di Porto Empedocle, grazie ad una trattativa che ha riutilizzato il ribasso d'asta per rivedere i costi del progetto - quindi alla fine a saldi invariati l'opera potrebbe vedere davvero la luce. Gli ultimi due passaggi amministrativi si sono consumati nelle scorse settimane, con l'approvazione della perizia di variante sul progetto e soprattutto con la rimodulazione del quadro e conomico da parte dell'Assessorato regionak alle Attività produttive, che tiene conto de cambiamento dei prezzi sulle materie prime ( soprattutto gli oneri necessari per rimettere ir piedi un cantiere abbandonato da 5 anni. Adesso ci sarà solo da attendere il via libera da parte della Corte dei Conti e poi, assicurano: privati, i lavori potranno ripartire nel giro di poco tempo, per completarsi definitivamente in alcuni mesi. Del resto molto era stato fatto prima dell'ennesimo stop (la storia dell'opera è infatti abbastanza travagliata) e per quanto alcuni tratti saranno rivisti complessivamente ci sarà solo da completare quanto già abbozzato. Questo consegnerà a Porto Empedocle un asse viario (dal valore di oltre 12 milioni e 780mila euro) che potrebbe salvarla dal transito di mezzi pesanti, velocizzando la circolazione e riducendo l'impatto sulla città e sugli empedoclini.

REPORT. Il nostro territorio è il sesto per dati di arrivi e permanenze Confartigianato: in provincia il turismo va sempre più giù.
Il report è ancora incompleto, ma i dati risultano definitivi: la provincia di Agrigento si conferma tra quelle dove la permanenza negli alberghi non decolla secondo i numeri ufficiali. A dirlo è l'osservatorio piccole e medie imprese di Confartigianato, attraverso un rapporto chiamato "Trend del turismo e l'artigianato interessato dalla domanda turistica". Secondo il documento, che usa dati Istat "nel 2017 le presenze turistiche in Sicilia sono concentrate in particolare in provincia di Messina (23,8%), Palermo (20.3%), Trapani (15,8%) e Catania (14,2%) in queste quattro provincie si addensa il 74,1% del totale delle presenze registrate nella regione e il 2,6% di quelle nazionali. La quota di presenza di stranieri supera il 50% a Messina (61,6%) e Palermo (57.1%). Per tasso di turisticità primeggia Messina con 5,5 presenze/ab. e Trapani con 5,4 presenze per abitante". E Agrigento? La provincia degli straordinari risultati della Valle dei Templi come sta? Secondo Confartigianato non bene. Il territorio segna 330.560 arrivi dei quali il 50,5% stranieri e un totale di presenze di 1.036.316 (ovvero arrivi moltiplicati per il numero di giorni di permanenza) che è il terzo peggior dato siciliano. Anche sul fronte del tasso di turisticità, indicatore che misura il livello di "affollamento" turistico in un determinato periodo (anno o mese) indicando il numero di turisti presenti ogni 100.000 abitanti siamo fermi nella medesima posizione, con una incidenza di 2,3 presenze per residente. I tassi medi 2015-2017 sono sempre al sesto posto su nove, con una perdita del 14,1% rispetto al 2010-2012 cioè il tasso peggiore tra le siciliane, che pure in molte hanno un segno negativo (Palermo -2,7%; Messina -2,6%; Caltanissetta -10,3%; Enna -11,2%). Per quanto riguarda invece l'incidenza dell'artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale artigianato troviamo ai primi posti le province di Palermo e Agrigento entrambe con una quota pari al 24,4%. seguite da Catania (22,5%) e da Caltanissetta (22,1%). Il senso è chiaro: esiste una intera economia che guarda con attenzione al settore turistico. ma non è agevolata dai dati di ingresso. Lo abbiamo comunque scritto più volte: ad incidere sui trend e sui numeri potrebbero essere altri fattori, come la presenza di importanti sacche di abusivismo sostanzialmente mai aggredite dalle attività di controllo, anche solo guardando unicamente alla situazione di Agrigento.

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