1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
/ Rassegna stampa » 2018 » Agosto » 17 » Rassegna stampa del 17 agosto 2018
 

Rassegna stampa del 17 agosto 2018

Giornale di sicilia
strade provinciali «Risorse bloccate, mancano i tecnici per definire i progetti»

I soldi ci sono. I Liberi Consorzi comunali non riescono però a sfruttarli per mancanza di professionalità interne che realizzino i progetti. La Regione sta, dunque, lavorando per fare una convenzione con l'Anas per fare in modo che sia proprio l'Anas ad intervenire in maniera sostitutiva sulle strade provinciali. Lo ha spiegato, ieri, l'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Assessore, le strade provinciali sono in condizioni pietose. Talvolta determinano anche degli incidenti stradali. Qual è la reale situazione? «Le Province hanno avuto dall'Accordo di programma quadro e dal Patto per il Sud oltre 232 milioni di euro: 142,4 milioni con il Patto per il Sud e 90 milioni con l'Accordo. Molti di questi soldi, però, le Province non riescono a spenderli. Non hanno le risorse professionali per mettere in campo una progettazione. La Regione ha finanziato una serie di progetti, ma purtroppo i finanziamenti non si traducono in progetti, quindi niente appalti e niente opere. Questo è il vero problema. Stiamo lavorando per fare una convenzione con l'Anas per intervenire in maniera sostitutiva, tramite Anas, sulle strade provinciali. Non stiamo parlando di lavori strutturali, ma manutenzione straordinaria: pavimentazione, canalette, guard-rail, piccole opere d'arte. Questo l'Anas lo può fare». Assessore, ma le Province perché non hanno più queste professionalità? «Da un lato, perché non c'è stata più la governance politica che ha l'interesse al territorio, dall'altro lato perché molti tecnici sono andati in pensione e quelli rimasti sostengono di essere in numero insufficiente per fare questa progettazione. Cosa che, personalmente, mi lascia un po' perplesso perché la progettazione si può anche fare piano piano. Poi, ancora, ci sono anche una serie di questioni legate alla loro organizzazione. Stiamo quindi intervenendo in maniera sostitutiva per poter fronteggiare le emergenze. E poi c'è il tema d'appurare cosa riescono a fare le Province». Ma quanti progetti, in linea di massima, risultano finanziati? «Agrigento ha una decina di progetti finanziati, Messina ne ha oltre 40 progetti finanziati. Messina è una delle province più in difficoltà per quanto riguarda le strade provinciali. Fermo restando, naturalmente, al fatto che tutte le strade provinciali della Sicilia sono in condizioni pessime. Il ragionamento che stiamo facendo, oggi, è quello del monitoraggio. A prescindere da quanto è successo a Genova, a prescindere dall'inci - dente stradale di Menfi, stiamo procedendo a stimolare le Province e a fare un monitoraggio per capire quali e dove sono i punti su cui intervenire». E come enti locali, anche se non è di sua stretta competenza, quale sarà il futuro delle Province? «La riforma è stata fatta dal governo Crocetta, una riforma secondo me assurda. Fra ottobre e novembre si andrà ad elezione degli organi del Libero consorzio. Al rientro dal periodo estivo, la giunta Musumeci fisserà la data delle elezioni». Quindi, con una governance politica qualcosa dovrebbe cambiare ... «Certo. Ci sarà una governance che, per quanto di secondo livello, avrà un'idea e un interesse nei confronti del proprio territorio. Non ci saranno più i commissari». Altre prospettive, per quanto riguarda i fondi per le strade? «Stiamo aspettando che si liberino delle risorse sulla Caltanissetta-Agrigento che era stata finanziata con fondi strutturali. Stiamo puntando sui fondi comunitari. Da lì prenderemo oltre 200 milioni di euro, 35 milioni li mettiamo a disposizione per le Province e oltre questo abbiamo altre due delibere sempre in favore delle Province. Quindi, metteremo in campo, alla fine di settembre, circa 50 milioni di euro che utilizzeremo per le strade e per i ponti». (*CR*)

Un bambino di sette anni è morto pressato da un pesante palo in ferro che si è incastrato tra il seggiolino e il suo corpo.

Il palo gli ha spezzato il femore in due e ha intaccato fegato e polmoni. L'incidente è avvenuto a Menfi, nella zona balneare del Lido Fiori. Trasportato d'urgenza in elisoccorso all'Ospedale Civico di Palermo, Marco Castelli, così si chiamava il bambino, è morto nella notte tra mercoledì e ieri, nel corso dell'in - tervento. La vettura sulla quale viaggiava con i genitori si è scontrata a un incrocio con un'altra auto, è andata in testacoda ed è finita contro una palizzata in ferro. Struttura che ora è al centro di un'indagine: i carabinieri hanno provveduto al sequestro su disposizione della Procura di Sciacca. In un mese segnato dalle morti sulle strade siciliane - già 14 vittime, quasi una al giorno - anche il Ferragosto di una famiglia in vacanza, che aveva deciso di trascorrere la giornata al mare, è finito in tragedia. Dalla ricostruzione effettuata dagli investigatori, è emerso che una Ford, con a bordo una famiglia di Palermo, proveniente da una strada della frazione, la via degli Oleandri, non si sarebbe fermata allo «stop», mentre arrivava, lungo la strada provinciale 50, la Nissan Qashqai guidata dal papà del piccolo sfortunato. Dopo l'urto, il tragico testacoda della Nissan, che si è schiantata contro la barriera di vecchi pali in ferro utilizzata, lungo la provinciale, come recinzione di un piccolo ponticello, sotto al quale scorre il ruscello Mandrarossa. Pali che fanno discutere i residenti della zona e chi percorre quella strada per andare al mare o in campagna. C'è chi dice che avrebbero dovuto essere sostituiti con dei guardrail. Sul luogo dell'incidente sono immediatamente intervenuti i carabinieri della stazione di Menfi e tre ambulanze, due arrivate da Menfi e una da Sciacca. Il personale di quest'ultima ha intubato il bambino e provato a praticare il massaggio cardiaco. Il piccolo era ancora in vita, ma in coma, quando è arrivato l'elisoccorso per trasportarlo a Palermo, dove nella notte i medici hanno cercato di salvarlo. Le emorragie interne erano troppo estese e Marco si è spento intorno alle tre della notte. Non si danno pace i genitori, Gualtiero e Antonella. Marco era figlio unico e a settembre avrebbe frequentato la seconda elementare nella scuola di Turate, in provincia di Como. Il padre è proprio di Turate, mentre la madre, Antonella Lombardo, è di Partanna. La coppia che era nella Ford aveva dietro due bambini. Tutti sono rimasti illesi. Mercoledì, sul luogo dell'incidente, i due giovani palermitani, secondo il racconto di chi era lì, piangevano nel tentativo di spiegare il motivo dello scontro. ato ieri, nel primo pomeriggio, a Partanna, dove nella casa della famiglia della mamma, in via Pietro Battaglia, sono accorsi, amici, parenti e tutta la cittadinanza per dare un supporto ai familiari e un saluto al piccolo disteso su una bara bianca. Tanti i medici che si sono alternati a causa anche dei malori che hanno colpito la madre e più volte il papà di Marco. Il sinistro è avvenuto intorno alle 18,45. Antonella, Gualtiero e Marco avevano trascorso la giornata al mare assieme agli zii e ai cugini del piccolo. Marco spesso saliva in auto con lo zio, il fratello della mamma, per stare con i cugini. Ma mercoledì pomeriggio aveva deciso di salire sul seggiolino della macchina del padre, allacciando anche la cintura di sicurezza. Dopo il tragico impatto, amici e soccorritori hanno subito tagliato la cintura di sicurezza e spostato con forza il palo in ferro per potere prendere il piccolo e poggiarlo a terra, dove ancora ci sono segni evidenti di siringhe, tubi, guanti e tanto materiale utilizzato dai soccorritori. L'elicotte - ro è riuscito ad atterrare proprio in uno spiazzo di via degli Oleandri, nei pressi del tragico impatto. Il sindaco di Menfi Marilena Maceri ha dichiarato che la competenza della manutenzione della strada dell'incidente è dell'ex Provincia. Il commissario del Libero Consorzio di Agrigento, il magistrato Alberto Di Pisa, annuncia accertamenti. «Valuteremo con la polizia provinciale - dice - se è di competenza nostra o se è anche di competenza del Comune. La strada è provinciale ma c'è probabilmente una parte che è di competenza comunale. A breve verranno fatti gli appositi rilievi per capire quei pali in ferro da chi sono stati messi, perché non si è provveduto alla manutenzione, di chi è la competenza e tanto altro. Prima di allora non potrò pronunciarmi». La Regione, intanto, punta l'indi - ce (vedi intervista all'assessore Falcone, a lato) sui soldi non spesi dalle ex Province. «Non è vero - dice Di Pisa - che non riusciamo a spendere i soldi per carenza di tecnici. Il nostro settore tecnico è più che completo. L'ex Provincia di Agrigento è la prima in Sicilia per i progetti di manutenzione delle strade e abbiamo parecchi contratti firmati. Ma non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate. Se la Regione non approva i bilanci, la conseguenza è che non possiamo stabilire le somme da spendere e che siamo costretti ad attendere». Oggi per l'intera giornata ci sarà lutto cittadino a Partanna e verranno sospesi gli spettacoli previsti per la sera nell'ambito della rassegna «Artemusicultura», come fa sapere il sindaco della cittadina del Belice, Nicola Catania. «Siamo addolorati per questa anima bianca - ha detto Catania - . Il lutto cittadino è il minimo che si possa fare davanti a questa immane tragedia che ha colpito nel profondo i nostri cuori. Siamo sconvolti e vicini alla famiglia». Il feretro del piccolo Marco oggi sarà accompagnato alla Chiesa del Carmelo, dove a mezzogiorno si terrà il funerale officiato dall'arciprete Antonino Gucciardi. Nel pomeriggio la salma partirà alla volta di Milano dove poi verrà trasferita in provincia di Como. Ad attenderlo ci saranno le maestre e i suoi compagni di scuola. Ieri sera, intanto, sono arrivati in Sicilia i nonni paterni da Milano e qualche altro parente del Nord. (*FCA*)

viabilità stradale
Viadotto Morandi ad Agrigento, l'Anas apre al Comune per la demolizione

«Stiamo approfondendo, assieme al Comune di Agrigento, alcune valutazioni legate al miglioramento dell'impatto paesaggistico ottenibile attraverso la demolizione del solo viadotto Akragas I e il potenziamento della viabilità alternativa. Soluzione, questa, che tuttavia comporterebbe un modesto allungamento del percorso e qualche incertezza sui tempi di autorizzazione del tratto di nuova realizzazione». I vertici dell'Anas hanno spiegato così, ieri, quali sono i passi che si stanno compiendo per il viadotto «Morandi» che collega Agrigento con Porto Empedocle. Un cavalcavia che, in realtà, si chiama «Akragas I e II», ma che tutti ad Agrigento, ma non soltanto, chiamano con il nome del suo progettista: Morandi, lo stesso che ha progettato il ponte sull'autostrada A10 che è crollato a Genova. «Il viadotto di Agrigento - hanno tenuto a precisare i dirigenti dell'Anas - non ha alcuna analogia costruttiva con il viadotto di Genova, e l'unica cosa che li accomuna è il nome del progettista: Riccardo Morandi». Il sindaco di Agrigento, intanto, ha convocato - per il 7 settembre, alle 11, in sala giunta al palazzo dei Giganti, - un vertice proprio con l'Anas. «L'Anas condivide l'ipotesi avanzata, ossia quella di riconsiderare i costosi interventi di manutenzione previsti e di rivalutare, invece, percorsi alternativi - ha reso noto il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto -. A questo primo tavolo parteciperanno la Soprintendenza ai Beni culturali, il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, l'Ispet - torato ripartimentale delle Foreste, il Genio civile e il Libero consorzio di Agrigento. Saranno valutati l'utilità del ponte Morandi e il suo impatto ambientale, i costi dei lavori per la messa in sicurezza e la loro efficacia nel tempo, l'opportunità dei percorsi alternativi già proposti a suo tempo dall'amministrazione e il diverso tracciato studiato da Anas, oltreché l'ipotesi sempre più pressante della demolizione del ponte». Non lo ammette nessuno esplicitamente. Ma il crollo del ponte «Morandi» di Genova ha rimesso, di fatto, tutto in discussione. Perché appena qualche settimana addietro, dopo un incontro a Palermo, lo stesso sindaco Firetto aveva ufficializzato che non ci sarebbero state demolizioni, né percorsi alternativi raso terra. Non immediatamente, almeno. Né - spiegava allora, l'ammini - stratore, - nei prossimi anni. A fine luglio, l'amministrazione di Agrigento aveva chiesto ufficialmente all'Anas di predisporre un progetto preliminare per creare la viabilità alternativa al viadotto «Morandi». Progetto preliminare da «incastonare» nel Prg. «Piano dei lavori che servirà per programmare -diceva Firetto - il futuro di Agrigento e dei Comuni attigui». Adesso, invece, tutto è stato rimesso in discussione e si torna a parlare della demolizione del viadotto «Akragas I». (*CR*)


agrigentonotizie.it

"Tartaday", a Punta Grande si libera una "Caretta Caretta" salvata a Lampedusa


Proviene dal Centro di Recupero tartarughe marine di Lampedusa, l'esemplare di Caretta Caretta che sarà liberato domani, alle 11.30, sulla spiaggia di Punta Grande a Realmonte, nell'ambito della manifestazione "Tartaday" che si svolge a livello nazionale in diverse regioni d'Italia. Si tratta di una giornata dedicata alla Tartaruga marina ed organizzata da tutti gli enti che partecipano al progetto Life "Tartalife -Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale". Il Libero consorzio comunale di Agrigento, partner di progetto, ha organizzato questa giornata a Punta Grande con la collaborazione del Wwf ente gestore della riserva naturale di Torre Salsa e della sezione Occidentale del Wwf Sicilia, della ripartizione faunistico venatoria di Agrigento e del Comune di Realmonte. Saranno presenti il direttore del settore Ambiente del Libero consorzio Achille Contino, il sindaco di Realmonte Calogero Zicari, la direttrice della ripartizione Maria Licata, responsabili e volontari del Wwf, e la responsabile del centro di recupero di Lampedusa Daniela Freggi, una delle massime esperte mondiali di tartarughe marine che illustrerà la storia dell'esemplare da restituire alla vita marina e i problemi di conservazione che la specie deve affrontare in tutto il suo areale di distribuzione.



Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO