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rassegna stampa del 13 settembre 2018

Giornale di Sicilia

Minacce di morte al pm Patronaggio
L'inchiesta. Il procuratore di Agrigento ha ricevuto un proiettile e una lettera: «Zecca, sei nel mirino»
Concetta Rizzo
agrigento
Una lettera, con minacce di morte e con un autentico proiettile da guerra, è stata recapitata, in ufficio, al quinto piano di via Mazzini ad Agrigento, al procuratore capo Luigi Patronaggio. «Zecca sei nel mirino», è stato scritto - con un pennarello nero - nella missiva.  Sulla busta, anche un simbolo inequivocabile dell'estrema destra: il Gladio  che è tipico di un'organizzazione paramilitare clandestina. Nella lettera, arrivata ieri in Procura, non c'è un riferimento esplicito al caso «Diciotti» e  all'inchiesta che vede indagato il ministro dell'Interno Matteo Salvini. «Zecca » è, però, il termine utilizzato dall'estrema destra contro i comunisti. E Patronaggio è stato accusato, proprio per l'inchiesta sul caso «Diciotti», di essere un magistrato di sinistra. Nei giorni scorsi, la Procura di Palermo ha trasmesso al tribunale dei ministri del capoluogo siciliano il fascicolo d'indagine sul caso «Diciotti» ed ha chiesto al collegio speciale per i reati cosiddetti ministeriali di procedere ad indagini preliminari nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona aggravato. Per le minacce di morte a Luigi Patronaggio, la Procura di Caltanissetta, competente per territorio, ha già aperto un fascicolo d'inchiesta.  Delle indagini si stanno, adesso, occupando - nel più fitto e categorico riserbo - carabinieri e polizia. Il  procuratore capo Luigi Patronaggio, ieri, non ha commentato, né rilasciato dichiarazioni. Anche in passato ha ricevuto delle minacce. Mai però così pesanti e drastiche. Il procuratore di  Caltanissetta, Amedeo Bertone, che nelle prossime ore riceverà dalla polizia giudiziaria di Agrigento, la relazione sulle minacce dei morte ricevute dal procuratore di Agrigento, si dice convinto - secondo quanto riporta l'Adnkronos - che il clima che si è creato «è conseguenza di un clima di particolare vivacità. Il Pm ha il dovere di indagare e non può essere colpevolizzato perché fa il proprio dovere. Insomma, è un fatto che crea allarme. Si è creata una reazione a catena...». Solidarietà è stata espressa dal Csm. Il giudice Piergiorgio Morosini, durante il plenum, ha rivolto un invito a tutti «visto il clima nel paese ad abbassare i toni del dibattito pubblico su certe iniziative giudiziarie».«Un fatto gravissimo e inquietante, che riporta l'Italia indietro nel tempo a un periodo buio della Repubblica. Un fatto che per i suoi contorni non può non avere una risposta pronta e immediata da parte del presidente del Consiglio e del ministro della Giustizia, perché è ormai chiaro che le posizioni razziste di una parte politica stanno inquinando i pozzi della cultura democratica e della convivenza civile in Italia, una convivenza che nel dialogo e nell'accoglienza hanno i propri capisaldi» - ha detto il sindaco di Palermo Orlando. «Un gesto da vigliacchi e da irresponsabili. Massima solidarietà giunga al procuratore da parte di tutti. È nostro dovere di amministratori -ha detto il sindaco di Agrigento Lillo Firetto - condannare ingerenze di ogni tipo e difendere con convinzione a magistratura e la sua autonomia dai malvagi che ritengono di poter condizionare la libertà di azione di un giudice». (*CR*)

Sindacato. Il segretario Raso e quello aziendale Raso chiedono che vengano ridefiniti i rapporti tra il Cua e l'Unipa per rilanciare definitivamente l'offerta formativa Consorzio universitario, la Cgil: «Nominare subito il presidente»
Un cambio alla guida del Consorzio universitario agrigentino si potrebbe concretizzare entro fine anno. Attualmente il Consiglio di amministrazione del Cua è presieduto da Pietro Busetta che potrebbe «cedere il posto ad altri» o potrebbe essere confermato a causa di una nuova normativa che ha stravolto lo statuto dei Consorzi universitari in Sicilia. L'ipotesi è, infatti, connessa ad una necessità non rinviabile: nei mesi scorsi la Regione, modificando un precedente decreto del governo Crocetta, aveva approvato un nuovo atto che obbliga i consorzi, qualora vogliano le risorse regionali per essi stanziate, a firmare specifiche convenzioni con le università di riferimento che impongono la modifica degli statuti con l'inserimento di una governance scelta da Regione e università. Stesso discorso, ovviamente, anche per altri componenti del Cda.  Una prospettiva non immediata, dato che comunque sarà necessaria una modifica allo statuto che dovrà essere fatta da tutti i soci «sopravvissuti»,  compresa la Camera di Commercio, ente commissariato da tempo. Mentrela Cgil di Agrigento, con il suo segretario Massimo Raso ed il segretario aziendale, Matteo Lo Raso, chiede chiarezza. «Bisogna ridefinire i rapporti tra Cua e Unipa - scrivono in una nota congiunta Raso e Lo Raso - per rilanciare definitivamente l'offerta formativa per l'Anno accademico 2019/2020. Il tempo non è una variabile indipendente. Ora basta siamo stanchi di questo teatrino. Chiediamo con forza la nomina del Presidente del Consorzio universitario da parte della Regione, la nomina degli altri due componenti, uno in rappresentanza l'Università di Palermo e l'altro componente in rappresentanza dei soci, il rientro dell'Ex Provincia nella compagine associativa. Sappiamo che è stata raggiunta un'intesa di massima tra l'Università di Palermo e gli assessori Lagalla e Armao per la riapertura dei corsi di laurea ad Agrigento. Il riavvicinamento serve se si risolvono definitivamente le annose e storiche questioni del contenzioso - conclude la Cgil - e se si riesce  a restituire una "offerta formativa" degna di questo nome agli studenti della nostra provincia e che serve all'apparato produttivo di questa terra con cui  L'attuale presidente Pietro Busetta occorre rinforzare il legame». (*PAPI*)

Ambiente. I tecnici ne hanno localizzata una in via Gaetano De Pasquali nel collettore accanto all'area di pertinenza delle Ferrovie, la quale hannp fornito il necessario supporto
Licata, il Salso inquinato a causa delle ostruzioni
Paolo Picone - Licata
Il personale di Girgenti acque ha lavorato per tutta la notte per cercare di capire qual è stata la causa che ha determinato lo sversamento di liquami nella parte urbana del fiume Salso. Lo ha annunciato Francesco Barrovecchio, il consigliere delegato della società idrica che ha in gestione il servizio a Licata e negli altri 42 Comuni agrigentini. Barrovecchio ha anche inviato una lettera al sindaco di Licata, Pino Galanti per relazionare su quanto accaduto. «Al fine di verificare se la presenza di liquame fognario nelle acque del fiume Salso fosse esclusivamente riconducibile ai disservizi segnalati dal Comune - scrive il consigliere della società idrica - nella serata di ieri sono  state intraprese, da parte del nostro personale tecnico, delle verifiche sul conforme stato di esercizio di alcuni collettori di scarico delle acque bianche recapitanti a monte della zona potenzialmente contaminata. Attraverso i controlli è stato possibile individuare l'irregolare attivazione di uno dei manufatti, riconducibile a la presenza di un'ostruzione del collettore fognario ad esso collegato. Successivamente, avendo localizzato la stessa ostruzione in via Gaetano De Pasquali  nel collettore esistente nell'adiacente area di pertinenza delle "Ferrovie dello Stato", si è provveduto a contattare la sala operativa di quest'ultima per il  necessario supporto operativo. Una volta aver avuto la possibilità di accedereai luoghi interessati, attraverso personale della Ditta EdilNoleggi e alla presenza di personale delle ferrovie, si è provveduto a ripristinare il regolare deflusso nel collettore fognario». Barrovecchio ha, inoltre, evidenziato che anche per tutta la giornata di  ieri sono proseguite le attività di disostruzione e di pulizia di altri pozzetti fognari, al fine di scongiurare ulteriori  possibili anomalie. «Precisiamo chele anomalie dei sollevamenti di via Paraguay e via Salso, non sono state di "fuori servizio" come riportato nella nota del sindaco - aggiunge Girgenti acque - bensì di guasti che sono stati prontamente rip arati, e che sono stati concomitanti alla problematica riscontrata di altra natura sul collettore fognario in area ferroviaria come già relazionata. Le centraline di sollevamento "Paraguay" e "Salso" sono efficienti  e sono state oggetto di interventi di manutenzione ordinaria relativi rispettivamente alla disostruzione della girante di una pompa e alla sostituzione di un galleggiante elettrico, attività che statisticamente vengono svolte molto spesso nella ordinarietà, per la peculiarità degli impianti di sollevamento fognario. L'anomalia che, invece, abbiamo riscontrato, che può avere avuto refluenza sugli odori e la colorazione delle acque del fiume Salso è una ostruzione al collettore fognario di via Gaetano De Pasquali, come già relazionato in precedenza, che ha determinato lo scarico dei reflui sul canale delle acque bianche che sfocia sul fiume Salso. La disostruzione è stata eliminata dopo aver avuto  dalla sala operativa delle ferrovie, l'autorizzazione all'accesso all'area di pertinenza dove era presente l'ostruzione». Nella giornata di ieri il personale ha continuato il monitoraggio del canale delle acque bianche, accertando  ancora la presenza di una minima quantità di refluo, proveniente verosimilmente da allacci errati o abusivi sul canale delle acque bianche, provenienti nella zona delimitata dalla via Palma, via Architetto Licata e via La Cognata. «Girgenti acque -conclude Barrovecchio - si dichiara disponibile, fin da ora, a coadiuvare le attività di controllo che deve eseguire il Comune di Licata, competente per la rete delle acque bianche, con personale tecnico e l'ausilio dei Vigili Urbani, per accertare tali illeciti». (*PAPI*)


AGRIGENTOWEB

Strada provinciale Raffadali-SantaElisabetta-Sant'Angelo Muxaro, avviati i lavori di manutenzione
Di Redazione
Il consigliere comunale di SantaElisabetta, Raimondo Rizzo, esprime grande soddisfazione per l'avviodei lavori di manutenzione della strada provinciale che collega icomuni di Raffadali, Santa Elisabetta e Sant'Angelo Muxaro.
"Ringrazio il capo dell'UfficioTecnico del Libero Consorzio di Agrigento, Mimmo Di Carlo, ed i suoicollaboratori per avere tempestivamente accolto l'appello - diceRizzo - e un grazie particolare va al geometra Francesco Catalanoche si è prodigato per la realizzazione dell'opera. Mi aspettavoche il mio caloroso appello sarebbe stato rafforzato dai sindaci diRaffadali e Santa Elisabetta. Se lo aspettavano anche i cittadini egli automobilisti che quotidianamente percorrono, a loro rischio epericolo, quella strada. Riscontro a malincuore che da parte loro nonc'è stato alcun riscontro".


LIVESICILIA


DAL RUSSIAGATE AL DANNO ERARIALE
STORIA DI UN PROF FANTASMA
di Riccardo Lo Verso
Joseph Mifsud deve pagare 49 milaeuro. Per Giuseppe Vella e Maria Immordino citazione inammissibile
PALERMO - Il danno erariale c'è, mapuò essere contestato ad uno solo dei tre imputati, ma il condannatoè contumace. Ormai da mesi, infatti, si sono perse le tracce diJoseph Mifsud, professore maltese, per alcuni anni presidente delConsorzio universitario di Agrigento. Il suo nome fa capolino nelRussiagate che coinvolge il presidente americano Donald Trump.
La Corte dei Conti lo ha condannato asborsare 49 mila euro in favore del Consorzio. Non dovranno pagare ilconto, invece, Giuseppe Vella, ex direttore amministrativo delConsorzio ed ex segretario della Provincia (una doppia caricacontestata in sede contabile), e oggi segretario della cittàmetropolitana di Palermo, e l'ex presidente del Consorzio, MariaImmordino (subentrata a Mifsud). Il collegio ha dichiaratol'inammissibilità dell'atto di citazione che sarebbe avvenuto fuoritempo massimo. Appare scontato che la Procura contabile appellerà ladecisione, certa di avere rispettato tempi e procedura.
Il processo riguardava un compensopagato nel 2010. Il danno erariale complessivo era stato calcolato in179.600. Fu Mifsud a firmare l'incarico di Vella al Consorzioagrigentino. "In ordine al danno erariale contestato, appaionocondivisibili le argomentazioni della Procura - si legge nellamotivazione - secondo le quali, all'atto del conferimentodell'incarico di responsabile amministrativo del Consorzio al dott.Vella è stato pattuito un compenso annuo lordo di 42.000 euro, oltretredicesima mensilità, non ancorato ad alcun parametro diriferimento e notevolmente superiore a quanto corrisposto al dott.Siragusa che aveva preceduto il Vella nell'incarico sia presso laProvincia regionale sia presso il Consorzio".
Nel delicato capitolo del Russiagatel'ipotesi è che il prof avrebbe offerto ai collaboratori del futuropresidente Trump migliaia di e-mail hackerate di Hillary Clinton.Mifsud avrebbe stabilito un contatto con George Papadopoulos,consigliere di Trump durante la campagna elettorale, favorendo unincontro tra il candidato alla Casa Bianca e Vladimir Putin"."Sciocchezze, l'amicizia è amicizia, ma quello che haraccontato Papadopoulos non è vero", disse ad un cronista diRepubblica che lo raggiunse alla Link University di Roma in cuipresiedeva il corso di Relazioni internazionali. Dalla nominaagrigentina, voluta nel 2009 dal presidente della Provincia, EugenioD'Orsi, ala spy story internazionale: la storia di Mifsud èdavvero singolare.

LA SICILIA


AL VIA IL PROCESSO A TRE PERSONEPER UNA DISCARICA DENTRO IL PARCO DELL'ADDOLORATA.
Il Comune dà l'ok, l'ex Provinciali denuncia.
Il Comune di Agrigento li autorizza adammassare per alcuni giorni detriti nel Parco Icori. Il LiberoConsorzio con la polizia provinciale li denuncia per avere creato unadiscarica abusiva. Storie agrigentine, storie di ordinariaincomunicabilità tra enti pubblici, con tre privati che da ieri sonodinanzi al Tribunale del capoluogo, per rispondere del reatocontestato loro. Alla sbarra sono gli agrigentini Giandomenico eFrancesco Di Piazza e Giuseppe Russo. I primi due sono titolari diuna ditta che nel 2014 venne autorizzata dall'ufficio patrimonio delComune a depositare in una zona del parco dell'Addolorata o Icori chedir si voglia, alcuni cumuli di detriti, derivanti dalla demolizionedi alcuni vetusti fabbricati dietro al Municipio. Essendo moltocostoso il trasporto di masserizie nelle discariche apposite, alladitta fu concessa la possibilità di raccogliere un grossoquantitativo di detriti in alcuni giorni, procedendo successivamenteal trasporto in un'unica soluzione nella discarica adeguata. Proprionei giorni in cui era in atto il deposito provvisorio di quelmateriale, gli agenti della polizia provinciale effettuarono un blitznell'area concessa alla ditta. La denuncia scattò per i Di Piazza,titolari dell'azienda e per Russo, conducente del mezzo sul qualeviaggiavano i detriti. Ieri mattina i tre imputati, tutti assistitidall'avvocato Salvatore Tirinnocchi sono comparsi per la primaudienza del processo, aperto dinanzi alla giudice Ornella Z.F.Maimone.
illegale dei tre ha chiesto che nelleprossime udienze vengano escussi come testi a difesa due funzionaridel Comune che autorizzarono i Di Piazza a scaricare temporaneamentein una zona del parco, per poi rimuovere il tutto in un'unicasoluzione in un secondo momento.
FRANCESCO DI MARE

GIRGENTI ACQUE. Tutto è partito dalmalfunzionamento delle stazioni di sollevamento Salso e Paraguay
«Scoperti scarichi fognari abusivi
L'azienda: «Disponibili acoadiuvare le attività di controllo che deve eseguire il Comune
Si è allargata la "ricerca"dopo il guasto alle stazioni di pompaggio Paraguay e Salso che hamandato in tilt l'intero sistema causando una copiosa fuoriuscita diliquami e melma nitidamente visibile anche dal ponte Federico secondodi Svevia sulle acque del fiume Salso. Girgenti Acque con duedistinte note ha informato sullo stato dell'arte degli interventi.Secondo il gestore unico, i problemi non sarebbero riconducibili allestazioni di pompaggio. "Sono state intraprese delle verifichesul conforme stato di esercizio di alcuni collettori di scarico delleacque bianche recapitanti a monte della zona potenzialmentecontaminata. Attraverso detti controlli - scrive Girgenti - è statopossibile individuare l'irregolare attivazione di uno dei manufatti,riconducibile alla presenza di un'ostruzione del collettore fognarioad esso collegato. Le anomalie dei sollevamenti di via Paraguay e viaSalso, non sono state di "fuori servizio" bensì di guastiche sono stati prontamente riparati e che sono stati concomitantialla problematica riscontrata di altra natura sul collettorefognario in area ferroviaria". Sarebbe stato pertanto ilcollettore fognario di via De Pasquali a causare gli odori avvertitilunedì sera e la colorazione delle acque del fiume Salse martedìmattina. Verifiche sul campo che però, a sentire Girgenti Acque,avrebbero consentito di individuare una serie di scarichi fognariabusivi allacciati al collettore delle acque bianche. "IIpersonale dell'azienda - si legge in un'altra della note inviate daGirgenti Acque - ha continuato il monitoraggio del canale delle acquebianche, accertando ancora la presenza di una minima quantità dire­fluo, proveniente verosimilmente da allacci errati e/o abusivisul canale delle acque bianche, provenienti nella zona delimitatadalla via Palma, via Arch. Licata e via La Cognata. La Girgenti Acque- si evidenzia nella parte più interessante del documento - sidichiara disponibile, fin da ora, a coadiuvare le attività dicontrollo che deve eseguire il Comune di Licata, competente per larete delle acque bianche, con personale tecnico e l'ausilio deiVigili Urbani, per accertare tali illeciti". Come noto, martedìmattina l'Agenzia regionale per la Protezione ambientale e laCapitaneria di Porto hanno prelevato diversi campioni di acqua dalfiume Salso e dalla foce. Si attende l'esito dei campionamenti percapire se può esserci stata contaminazione. Di certo resta il fattoche lo spettacolo offerto martedì mattina a chi si trovava a passaredal ponte Federico secondo di Svevia è stato tutt'altro che bello avedersi. Le acque del Salso si erano infatti colorate di marrone conuna sostanza melmosa rimasta a lungo a galla e fagocitata dai tanti"muletti" che vivono nelle acque fluviali.

MINACCE AL PROCURATORE CHE HAINDAGATO SALVINI
AGRIGENTO. Una lettera minatoriarecapitata a Luigi Patronaggio.
All'interno c'erano un proiettile ela scritta: «Zecca, sei nel mirino»
ANTONINO RAVANÀ
AGRIGENTO. Un proiettile di grossocalibro, e un foglietto con su scritto «Zecca sei nel mirino», ealtre parole e minacce di morte. E' il contenuto di una bustaindirizzata al procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, ilmagistrato che ha coordinato la prima fase dell'inchiesta sulla nave"Diciotti", ferma per giorni al porto di Catania con abordo 177 migranti, e che vede indagato il ministro dell'InternoMatteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato. "Zecca"è il termine utilizzato dall'estrema destra contro i comunisti. EPatronaggio è stato bersaglio, proprio in quei giorni, di essere unmagistrato di sinistra.
La missiva è stata recapitatanell'ufficio di Patronaggio, al quinto piano del Palazzo di Giustiziadi Agrigento. Sarebbe stato lui stesso, insieme ai suoicollaboratori, ad aprire il plico, e a fare la scoperta delcontenuto. La notizia della gravissima intimidazione, in pochiminuti, ha fatto il giro dei palazzi istituzionali, e per competenzadi territorio, la Procura della Repubblica di Caltanissetta, haaperto immediatamente un fascicolo d'inchiesta, al momento a caricodi ignoti. La busta e quello che c'era dentro sono stati acquisiti,dal personale della Scientifica, e portati in laboratorio, dovesaranno sottoposti ad analisi, per verificare l'eventuale presenza diimpronte o altri elementi utili, ai fini dell'individuazione delresponsabile, o dei responsabili. Dell'inchiesta si stanno occupandoin congiunta i Carabinieri. e la polizia di Stato. Da un primo esameil foglio con le minacce è stato scritto con un pennarello nero.Mentre sulla busta, vi è stampato un simbolo, il Gladio, tipico diun'organizzazione paramilitare clandestina.
Ma non ci sarebbe alcuno riferimentoesplicito al caso della nave "Diciotti" della Guardiacostiera, anche se l'ipotesi investigativa privilegiata portaall'inchiesta, che vede, il capo del Viminale il1dagato. Proprio sulcaso "Diciotti" nei giorni scorsi, la Procura di Palermo loha trasmesso al Tribunale dei Ministri del capoluogo siciliano ilfascicolo d'indagine; ed ha chiesto al Collegio speciale per i reaticosiddetti ministeriali, di procedere ad indagini preliminari.Patronaggio non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione,riservandosi di decidere nelle prossime ore.
In Prefettura ad Agrigento, ieripomeriggio, convocato dal prefetto Dario Caputo, si è tenuto unComitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. E' stata espressasolidarietà e massimo sostegno al capo della Procura agrigentina. Eadesso non sono escluse ulteriori misure di protezione per ilmagistrato.

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