Giornale di sicilia
Trattamenti di fine servizio e fine
rapporto Così funziona per i dipendenti pubblici
La somma «una tantum» calcolata in
base alle retribuzioni percepite e all'anzianit à Alla cessazione
del rapporto di lavoro, i dipendenti pubblici ricevono una somma «una
tantum» calcolata sulla base delle retribuzioni percepite e con
riferimento agli anni di iscrizione al Fondo. Si tratta di una
prestazione che, a seconda dei casi, può essere ricompresa tra i
trattamenti di fine servizio (Tfs) o può assumere, in modo del tutto
analogo a quanto avviene per i lavoratori privati, la denominazione
di Trattamento di fine rapporto (Tfr). Trattamenti di fine servizio I
trattamenti di fine servizio comprendono due tipi di prestazione:
l'in - dennità di buonuscita e l'indennità di premio servizio.
Riservate all'origine, in via esclusiva, al pubblico impiego, dopo
la riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare
introdotta con la legge n. 335/95 (Riforma Dini), le due prestazioni
sono state estese anche ai nuovi assunti delle Pubbliche
Amministrazioni. L'indennità di buonuscita Consiste in una somma
di denaro, corrisposta «una tantum» al personale civile e militare
delle amministrazioni statali, al momento della cessazione dal
servizio, dopo almeno un anno di iscrizione (anche non continuativo)
all'apposito Fondo. La prestazione spetta ai dipendenti assunti in
servizio prima del 1° gennaio 2001, nonché ai dipendenti cosiddetti
«non contrattualizzati» (magistrati, avvocati e procuratori dello
Stato, personale militare delle forze armate, personale dei corpi di
polizia, personale dei corpi dei vigili del fuoco, personale della
carriera prefettizia e diplomatica, professori e ricercatori
universitari). L'indennità di premio servizio È anch'essa una
somma di denaro «una tantum» che spetta, però, al personale degli
Enti locali e del Servizio Sanitario Nazionale, anche in questo caso
al momento della risoluzione del rapporto di lavoro, dopo almeno un
anno (anche non continuativo) di iscrizione alla gestione.
Trattamento di fine rapporto Il Tfr spetta: ai dipendenti pubblici
«contrattualizzati», assunti con contratto a tempo indeterminato
dopo il 31 dicembre 2000, nonché ai dipendenti a tempo determinato
con contratto di lavoro in corso al 30 maggio 2000 o stipulato
successivamente, secondo quanto previsto dal Dpcm 20/12/1999.
Consiste in una somma di denaro «una tantum» determinata in base ai
criteri previsti dall'art. 2120 del codice civile. Il Tfr è
calcolato accantonando, per ciascun anno di servizio o frazione di
anno, una quota pari alla retribuzione annua utile ai fini dello
stesso Tfr, rivalutata a norma di legge. Le date da ricordare: alla
luce delle disposizioni vigenti, resta assoggettato al regime
precedente (e, pertanto, riceverà il trattamento di fine servizio)
il personale che, alla data di entrata in vigore del Dpcm 20/12/1999,
prestava servizio a tempo indeterminato. Tutto questo, fatta salva la
facoltà di opzione per il Tfr. Contratti a tempo determinato Per i
contratti a tempo determinato, invece, il Tfr sarà obbligatoriamente
erogato a partire dal 30/05/2000 e gli importi del Tfs costituiranno
la prima quota di Tfr che, rivalutata a norma di legge, andrà ad
aggiungersi alle quote di Tfr successivamente maturate, ai fini di
un'unica prestazione da liquidarsi alla definitiva cessazione dal
servizio. A titolo esemplificativo riportiamo il caso del dipendente
pubblico che abbia prestato servizio con contratto a tempo
indeterminato dal 1° febbraio 1987 al 31 agosto 2000 e che in data
1° settembre 2000 abbia instaurato, sempre con una Pubblica
amministrazione, un rapporto di lavoro a tempo determinato. In questo
caso verrà calcolata la somma data dal Tfs maturato al 31/08/2000 ed
a questa saranno aggiunte le quote di Tfr in maturazione dal 1°
settembre 2000 alla definitiva cessazione dal servizio. I pagamenti
La legge di stabilità 2015 ha modificato le disposizioni in tema di
penalizzazioni per i soggetti che accedono alla pensione anticipata
ad un'età inferiore ai 62 anni, con una disposizione che, in caso
di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro dei dipendenti
pubblici, ha riflessi anche sui termini di pagamento del Tfs e Tfr.
In virtù di quanto stabilito, dal 1° gennaio 2018 i termini di
pagamento del Tfs e del Tfr sono rispettivamente fissati: in 105
giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, nelle ipotesi
di decesso o inabilità del dipendente; in 12 mesi dalla data di
cessazione dal servizio, nelle ipotesi di raggiungimento dei limiti
di età o servizio o nei casi di scadenza del termine del contratto;
in 24 mesi dalla data di cessazione dal servizio, nei casi di
dimissioni o licenziamento del dipendente.
Grandangoloagrigento.it
Inarsind Agrigento: vigilare sugli
Enti gestori delle nostre infrastrutture viarie
INARSIND Agrigento (sindacato ingegneri
ed architetti liberi professionisti) prendendo spunto dalle recenti
questioni inerenti il crollo del ponte Morandi di Genova, sollecita
gli Enti ed i soggetti preposti ad incrementare il controllo sullo
stato in cui si trova il patrimonio edilizio e viario pubblico. Pur
essendo prioritaria tale azione di controllo i tempi della burocrazia
hanno fatto sì che ci volessero due mesi soltanto per nominare il
Commissario Straordinario che si occuperà della ricostruzione del
nuovo ponte Morandi di Genova. Nel nostro territorio a fine agosto
scorso si era aperto un vivacissimo dibattito sull'opportunità di
abbattere o meno il viadotto Akragas (Morandi) che collega Agrigento
a Porto Empedocle. Grazie anche all'intervento prima degli Ordini
Tecnici professionali e subito dopo di Legambiente si é riusciti a
riportare il dibattito nelle giuste sedi, evitando conclusioni
indotte da spinte emotive, senza che le stesse siano supportate
da esami tecnici adeguati. L'ipotesi di demolizione avanzata da
alcuni, ad oggi non ci sembra sia fondata su basi razionali e su
adeguate considerazioni tecniche, economiche e sociali. Le condizioni
reali sullo stato di salute del ponte deve essere certificato
dall'ANAS, che è il soggetto preposto alla gestione. Se il
ponte può essere recuperato, adeguandolo alle sopravvenute norme
tecniche, ivi incluse quelle sismiche, l'ANAS deve quantificare
costi e tempi degli interventi in modo che chi ha l'onere e l'onore
di fare le grandi scelte politiche, valuti i costi ed i benefici
delle varie soluzioni e poi decida nell'interesse della
collettività. Noi professionisti siamo a disposizione per supportare
la Governance politica nelle valutazioni tecniche che non possiamo
demandare a soggetti privi di competenze. Dopo la riunione di giorno
7 settembre scorso, tenutasi nei locali del Comune di Agrigento alla
presenza anche di ANAS, avevamo appreso che l'Ente Gestore era in
condizione di mettere in sicurezza l'opera viaria. Così come
chiesto dagli Ordini Professionali, sembrava che il soggetto gestore
avrebbe a breve consegnato agli Enti preposti la documentazione
inerente le verifiche strutturali con i relativi costi e il progetto
di adeguamento per riaprire l'arteria prima possibile. E' già
trascorso più di un mese da quella data e ad oggi non vi sono
aggiornamenti. Il territorio ha bisogno di tempi certi, per il
viadotto Morandi così come per gli altri ponti e cavalcavia diffusi
in tutta la Provincia. Gli Enti locali e provinciali devono fare la
propria parte sollecitando l'ANAS ad effettuare le verifiche e
pianificare gli eventuali interventi di recupero, non limitandosi
alla chiusura totale o parziale.
SICILIA24H
Vigilare sugli Enti gestori delle
nostre infrastrutture viarie INARSIND Agrigento
INARSIND Agrigento (sindacato ingegneri
ed architetti liberi professionisti) prendendo spunto dalle recenti
questioni inerenti il crollo del ponte Morandi di Genova, sollecita
gli Enti ed i soggetti preposti ad incrementare il controllo sullo
stato in cui si trova il patrimonio edilizio e viario pubblico. Pur
essendo prioritaria tale azione di controllo i tempi della burocrazia
hanno fatto sì che ci volessero due mesi soltanto per nominare il
Commissario Straordinario che si occuperà della ricostruzione del
nuovo ponte Morandi di Genova. Nel nostro territorio a fine agosto
scorso si era aperto un vivacissimo dibattito sull'opportunità di
abbattere o meno il viadotto Akragas (Morandi) che collega Agrigento
a Porto Empedocle.
Grazie anche all'intervento prima
degli Ordini Tecnici professionali e subito dopo di Legambiente si é
riusciti a riportare il dibattito nelle giuste sedi, evitando
conclusioni indotte da spinte emotive, senza che le stesse siano
supportate da esami tecnici adeguati. L'ipotesi di demolizione
avanzata da alcuni, ad oggi non ci sembra sia fondata su basi
razionali e su adeguate considerazioni tecniche, economiche e
sociali. Le condizioni reali sullo stato di salute del ponte deve
essere certificato dall'ANAS, che è il soggetto preposto alla
gestione. Se il ponte può essere recuperato, adeguandolo alle
sopravvenute norme tecniche, ivi incluse quelle sismiche, l'ANAS
deve quantificare costi e tempi degli interventi in modo che chi ha
l'onere e l'onore di fare le grandi scelte politiche, valuti i
costi ed i benefici delle varie soluzioni e poi decida nell'interesse
della collettività. Noi professionisti siamo a disposizione per
supportare la Governance politica nelle valutazioni tecniche che non
possiamo demandare a soggetti privi di competenze.
Dopo la riunione di giorno 7 settembre
scorso, tenutasi nei locali del Comune di Agrigento alla presenza
anche di ANAS, si è appreso che l'Ente Gestore era in condizione
di mettere in sicurezza l'opera viaria. Così come chiesto dagli
Ordini Professionali, sembrava che il soggetto gestore avrebbe a
breve consegnato agli Enti preposti la documentazione inerente le
verifiche strutturali con i relativi costi e il progetto di
adeguamento per riaprire l'arteria prima possibile.
E' già trascorso più di un mese da
quella data e ad oggi non vi sono aggiornamenti.
Il territorio ha bisogno di tempi
certi, per il viadotto Morandi così come per gli altri ponti e
cavalcavia diffusi in tutta la Provincia. Gli Enti locali e
provinciali devono fare la propria parte sollecitando l'ANAS ad
effettuare le verifiche e pianificare gli eventuali interventi di
recupero, non limitandosi alla chiusura totale o parziale.
Il Fai e le "Giornate d'autunno"
Ad Agrigento, nella sala Giglia della
Provincia, il Fai, il Fondo Ambiente Italiano, ha presentato alla
stampa l'iniziativa "Ricordati di salvare l'Italia", una
campagna nazionale di raccolta fondi, e poi le "Giornate Fai
d'autunno", itinerari a tema a cura delle delegazioni e gruppi
Fai Giovani, alla scoperta di luoghi finora poco valorizzati in tutta
la Regione Sicilia.
LA SICILIA
GIORNATE FAI D'AUTUNNO
La bellezza apre le porte ai tesori
presenti in città.
La bellezza apre le porte alla città.
Luoghi di solito inaccessibili e angoli nascosti seppur storici e
suggestivi, talvolta legati tra loro dall'acqua, in bella mostra in
occasione delle Giornate Fai d'Autunno, in programma sabato e
domenica prossimi. E l'invito "a lasciarsi sorprendere dalla
ricchezza del patrimonio" arriva dritto dal gruppo Giovani del
Fai e dal presidente Fai Sicilia, Giuseppe Taibi che ha scelto
Agrigento come sede di presentazione dell'evento a livello regionale.
L'acqua intesa come filo conduttore
delle due Giornate Fai d'autunno, dicevamo, perché in accordo con la
campagna #salvalacqua che il Fai promuove per sensibilizzare i
cittadini sul valore di questa preziosa risorsa. Mettiamo il
serbatoio Itri a, ad esempio, antico castello trasformato in carcere
e in tempi più recenti in serbatoio comunale, dove, per la prima
volta, sarà possibile visitare la camera di manovra.
"Le Giornate Fai d'autunno sono la
festa dei giovani volontari - afferma Giuseppe Taibi - un'occasione
per mettere in pratica il loro contributo a favore della missione
della Fondazione. Esprimo piena soddisfazione per l'apertura di 50
luoghi in 9 provincie per questa edizione che ci vede impegnati in
due giornate. Vi invitiamo a partecipare alle giornate di raccolta
fondi all'interno della campagna nazionale "Ricordati di salvare
l'Italia".
"Là riscoperta di luoghi
dimenticati - dice il sindaco Firetto - ha un valore insostituibile e
siamo orgogliosi perché Agrigento schiera un patrimonio che non ha
pari rispetto al resto
dell'Europa".
In occasione della campagna di raccolti
fondi "Ricordati di salvare l'Italia", i nuovi soci avranno
uno sconto del 10 per cento sulla quota di iscrizione.
COMUNE. Il settore aveva chiesto di
aumentare il capitolo di 110.000 euro, ma ne potranno arrivare
soltanto 52.000
TROPPI DEBITI, POCHI SOLDI PER I
DISABILI
Ci sono 250.000 euro da pagare
per sentenze. A fame le spese saranno i bambini portatori di handicap
che frequentano le scuole dell'infanzia
GIOACCHINO SCHICCHI
Troppi debiti fuori bilancio da pagare,
non bastano i soldi per i disabili.
Le voci si erano inseguite in questi
giorni, ma alla fine hanno trovato fondamento in un provvedimento
firmato dalla Giunta comunale: non ci sono abbastanza fondi per
garantire a tutti i portatori di handicap che frequentano le scuole
primarie il servizio di assistenza agli alunni delle scuole
dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado .
La delibera del resto è chiarissima su
questo punto. Il settore, il14 settembre scorso, aveva formalmente
chiesto all'Amministrazione di prelevare dal fondo di riserva
(considerato che l'anno scolastico è partito ma non vi è traccia
del bilancio consuntivo 2018) 110mila euro per "aumentare lo
stanziamento di spesa destinato al servizio all'autonomia e alla
comunicazione agli alunni portatori di handicap".
Contestualmente il settore, riscontrata la necessità delle somme,
invitava l'Amministrazione "a proporre l'adozione di apposito
atto di indirizzo per l'inserimento del servizio di assistenza
all'autonomia ed alla comunicazione nell'ambito dei progetti
finanziati con i fondi della legge 328/2000 al distretto socio
sanitario".
La richiesta di prelievo, tuttavia,
spiega la Giunta, "non può essere interamente soddisfatta, in
quanto è in corso di predisposizione da parte dell'ufficio legale
dell'ente una richiesta di adeguamento degli stanziamenti per debiti
fuori bilancio per un importo di circa 220.000 euro e risultano
debiti per disabili psichici per circa 250mila euro".
Così al responsabile del settore non è
rimasto che prendere atto, rimodulando la richiesta a soli 52mila
euro, cioè solamente ai soggetti con disabilità grave. Somma che è
stata prelevata dal fondo, unitamente ad altre 20mila euro
complessive per implementare il servizio di trasporto disabili.
E tutti quelli che rimangono fuori da
quanto stanziato per l'assistenza? Ovviamente faranno ricorso al Tar,
che, in larga parte, darà ragione ai ricorrenti, costringendo il
Comune a pagare il servizio e anche le spese legali. Un sistema che
si ripete sempre uguale praticamente da anni, stante che il capitolo
non si riesce mai a riempire fino all' "orlo".
Alla fine, a ben vedere, funziona come
con i debiti fuori bilancio: il comune non può permettersi di
asfaltare le strade, ma deve poi comunque pagare le sentenze perse.
Vincoli per certi versi illogici e
frutto delle norme oggi esistenti in materia di bilanci, ma, anche,
conseguenza di una situazione di bilancio complessivamente
catastrofica degli enti locali, che, a partire dal Comune di
Agrigento, camminano ormai sempre più sull'orlo del precipizio del
dissesto finanziario.
CANICATTI'. Ispezioni di Polizia e
Finanza al "Galileo galilei" ed al Liceo scientifico "Antonino
Sciascia".
CONTROLLI ANTIDROGA NELLE SCUOLE
Al Ragioneria trovato uno studente
con una modica quantità di marijuana.
CARMELO VELLA
CANICATTÌ. È stato trovato in
possesso di qualche grammo di marijuana e per lui è scattata la
segnalazione alla Prefettura di Agrigento in qualità di assuntore di
sostanze stupefacenti. Stiamo parlando di un giovane studente del
Galileo Galilei di Canicattì.
A segnalarlo sono stati i poliziotti
del locale Commissariato guidati dal dirigente il vice questore
Cesare Castelli nell'ambito dell'operazione "Scuole Sicure",
voluta fortemente dal questore Maurizio Auriemma. Dopo Agrigento,
Licata, Palma di Montechiaro i controlli antidroga, effettuati grazie
anche al prezioso ausilio delle unità cinofile della Guardia di
Finanza, si sono spostati ieri mattina a Canicattì.
il giovane è stato sorpreso
all'interno dell'istituto Galileo Galilei di via Pirandello con una
modica quantità di marijuana. Poi la perquisizione dei poliziotti si
è spostata all'interno della sua abitazione dove è stato rinvenuto
qualche altro grammo della stessa sostanza stupefacente.
oltre al Galileo Galilei altra scuola
visitata ieri da polizia e Guardia di Finanza a Canicattì è stato
il liceo scientifico Antonino Sciascia. Qui sembra non sia stato
trovato nulla tra i ragazzi che frequentano l'istituto. "Nel
corso dell'operazione "Scuole Sicure" che ormai in
provincia di Agrigento è partita da qualche settimana anche a
Canicattì si è avuto modo di riscontrare un'ampia collaborazione da
parte dei dirigenti scolastici che hanno manifestato apprezzamento e
gratitudine per la costante azione delle forze di polizia negli
istituti scolastici e nelle aree circostanti agli stessi. Il questore
Maurizio Auriemma dopo i primi controlli che hanno fatto ritrovare
della droga tra i ragazzi che sono stati controllati direttamente in
classe ha incontrato il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale
di Agrigento, Raffaele Zarbo. Insieme, è stato deciso di
intraprendere, sin da subito, un percorso educativo, condiviso e
virtuoso, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, del
personale amministrativo delle scuole e delle famiglie che culminerà
in una prossima conferenza di servizi con tutte le componenti del
mondo scolastico e che vedrà anche la partecipazione diretta della
polizia di Stato". I controlli effettuati ieri mattina a
Canicattì saranno ripetuti durante l'anno scolastico in corso da
parte della polizia. Obiettivo, quello di contrastare sin dalla
giovane età l'uso di sostanze stupefacenti tra i giovani. Un
fenomeno, purtroppo che a Canicattì ma anche in altri comuni della
provincia di Agrigento viene segnalato in costante crescita
soprattutto tra i giovanissimi che fanno uso frequente di droghe che
vengono definite leggere ma che alla fine possono provocare
dipendenza.