Giornale di Sicilia
Maltempo
in Sicilia, viabilità in ginocchio: la mappa delle linee ferroviarie
e delle strade chiuse
Le frane, i
torrenti esondati, gli allagamenti per le forti piogge hanno messo in
ginocchio la viabilità in tutta la Sicilia. Gli operai di Rfi,
Trenitalia e di alcune ditte esterne sono al lavoro per ripristinare
diverse tratte ferroviarie chiuse.
Nel
Trapanese è sospesa ancora la circolazione ferroviaria sul
tratto di linea Piraineto-Castelvetrano.
Il maltempo ha provocato l'erosione della massicciata in più punti
fra Gallitello e Salemi. Fino a quando la linea non sarà
riattivata Trenitalia manterrà attivi i servizi
sostitutivi con autobus.
Nel
Palermitano e nell'Agrigentino è ancora interrotta la circolazione
sulla linea Palermo-Agrigento,
con particolare criticità fra Fiumetorto e Lercara, dove il maltempo
ha provocato gravi danni alla sede ferroviaria. Anche in questo caso
sono attivi servizi sostituivi con autobus.
Sulla linea Palermo-Catania è
stata invece riattivata la circolazione fra Caltanissetta Xirbi
e Motta Sant'Anastasia e fra Catania e Caltanissetta Xirbi.
Mentre continuano
gli interventi di ripristino dell'infrastruttura ferroviaria fra
Caltanissetta Xirbi e Fiumetorto.
È stata
riattivata la linea Caltanissetta Xirbi-Caltanissetta
Centrale-Canicattì-Gela e anche in quella che
collega Agrigento-Canicattì.
STRADE
STATALI CHIUSE
Prosegue il lavoro
di personale e mezzi Anas sulla viabilità
della Sicilia interrotta dal maltempo e per ripristinare le
condizioni di percorribilità sulle rete stradale in gestione.
È
temporaneamente chiusa in via precauzionale la strada
statale 113 Settentrionale
sicula al chilometro 239 per consentire verifiche su un ponticello
interessato dalla piena di un corso d'acqua. Per una frana è
inoltre chiusa
al traffico la strada statale 188 dir-C
Centro occidentale sicula. Chiuse anche le strade statali 118, 119,
121, 188, e 640 dir.
La strada statale
640dir Di Pietraperzia è chiusa al traffico in corrispondenza del
viadotto Villano I, tra il chilometro 8,800 (innesto con SS 626) e il
chilometro 15,400 all'altezza di Pietraperzia, a causa di un evento
franoso a monte del viadotto che ha interessato l'opera provocando
l'abbassamento di una pila.
Le squadre
di Anas e del contraente generale sono a lavoro per il
ripristino dei danni sulla strada statale 121 'Catanese', chiusa al
chilometro 214, a Vicari, per esondazione presso ponte San Leonardo.
Il
traffico in direzione Agrigento-Palermo può proseguire sulla statale
189 (bivio
Manganaro) in direzione della statale 285 e percorrerla fino
all'immissione in A19 allo svincolo di Termini Imerese.
In alternativa il
flusso veicolare può proseguire lungo la statale 640 e l'autostrada
A19 oppure percorrere la statale 115 in direzione Sciacca e
immettersi sulla statale 624 Palermo-Sciacca. Percorsi inversi per
itinerario da Palermo ad Agrigento.
La strada
statale 118 Corleonese agrigentina
è chiusa
tra Corleone e Prizzi per
il danneggiamento della strada al chilometro 44,700 per l'esondazione
di un corso d'acqua.
La strada statale
188 Centro occidentale sicula è chiusa tra Palazzo Adriano e Chiusa
Sclafani, sono in corso le attività di sgombero dei detriti. Nella
sede stradale ci sono massi rocciosi pericolanti sul versante al
chilometro 30,000 è chiusa la strada statale 119 Gibellina.
LIBERO CONSORZIO
Domande per l'evento «Wine in Paris»
Il Libero consorzio comunale di Agrigento ha reso noto che nell'ambito del Piano Export Sud 2, programma mirato alla internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, l'Icea organizza una partecipazione collettiva alla «Wine Paris 2019»", che si terrà a Parigi dall'11 al 13 febbraio 2019. Per partecipare bisogna compilare una scheda di adesione e sottoscrivere il Regolamento Generale per la partecipazione alle Iniziative dell'Istituto per il commercio estero. La partecipazione deve avvenire esclusivamente via Pec all'indirizzo vini@cert.ice.it. (* PAPI*)
Ribera
Nuovi locali e fondi per il «Toscanini»
Si stanno definendo le ultime questioni burocratiche e l'istituto musicale Toscanini di Ribera si trasferirànei locali messi a disposizione dal Comune. La notizia arriva unitamente a quella riguardante il trasferimento della terza tranche del finanziamento del ministero dell'Istruzione, di 275 mila euro, dopo quello della Regione, di 156 mila euro. Nuovi locali e risorse economiche, spazi adeguati e risorse utili a continuare al meglio l'attività per l'Istituito che ha iniziato il nuovo anno con 370 iscritti, più del doppio rispetto ai 156 del 2016. I nuovi locali erano particolarmente attesi dal Toscanini che potrà fare fronte, dal prossimo anno accademico, alle nuove necessità con 22 corsi di laurea attivi. È non è l'unica novità perché a breve è attesa anche la statalizzazione e l'accreditamento dei bienni ordinamentali di laurea magistrale, finora sperimentali in tutta Italia. «È un momento storico per l'istituto - dicono il direttore, Mariangela Longo, e il presidente, Giuseppe Tortorici - che è l'unica istituzione di alta formazione di tutto il territorio Agrigentino con 27 anni di attività e grandi riconoscimenti nazionali ed internazionali». Assieme al Toscanini fanno parte della statalizzazione in Italia altri 17 istituti superiori di studi musicali in carico ad enti locali. Il Toscanini rientra tra le 73 istituzioni Afam italiane. Un risultato straordinario per la scuola riberese che, tre anni fa, è stata a un passo dalla chiusura per mancanza di risorse economiche. L'istituto è stato fondato nel 1991 dalla ex Provincia Dal ministero arrivano 275 mila euro per l'istituto musicale. Il principale obiettivo è quello di accompagnare l'Istituto in questa fase importante per l'avvio della statalizzazione in applicazione di una legge approvata il 21 giugno 2017. In tre anni la scuola è passata dal rischio chiusura al pieno rilancio ed a prospettive importanti. Nel frattempo sono già attivi i 7 bienni ordinamentali di secondo livello universitario e 23 trienni di primo livello e relativi corsi propedeutici. Son stati autorizzati anche i nuovi corsi universitari pop rock, «una novità assoluta nel territorio, che saranno attivati solo dopo il trasferimento alla nuova sede di corso Umberto - dice il direttore, Mariangela Longo - assegnata dal Comune di Ribera per la quale l'Istituto sta ottemperando a tutti gli adempimenti formali necessari e previsti dalla normativa vigente». Il Toscanini ha siglato nei mesi scorsi una importante convenzione con la Fondazione Teatro Massimo di Palermo. «Con questa importante convenzione - afferma Longo - si rafforza e si ufficializza la collaborazione artistica tra il nostro istituto e la Fondazione Teatro Massimo, già avviata nel corso del 2017». (*GP*)
La Regione accende un faro sulle mancate manutenzioni
Torrenti e bacini senza bonifiche
Musumeci apre un'indagine
Un faro della Regione sugli uffici del Genio civile sparsi per l'Isola e sulle mancate manutenzioni di bacini e corsi d'acqua che avrebbero potuto evitare alcune esondazioni che si sono verificate in questi giorni causando danni ad aziende e privati. Le prime conseguenze sono arrivate con le dimissioni dei responsabili degli uffici di Catania e Palermo, ma potrebbero non mancare altre sorprese nei prossimi giorni. La verifica è stata avviata dal presidente della Regione, Nello Musumeci. «Da anni non si fa manutenzione», ha spiegato. Con fondi che, seppure disponibili, non sono stati spesi. «Ho scoperto che in passato erano state anche date disposizioni con risorse finanziarie ma gli uffici non hanno dato seguito agli atti - ha sottolineato Musumeci - e nessuno si è preoccupato di accertare le responsabilità delle gravi omissioni degli uffici». A maggio scorso con una proposta diventata legge regionale, impegnava circa sette milioni di euro per un primo intervento di somme urgenze nelle nove province dell'Isola, affidato ai progetti predisposti dagli Uffici del Genio civile. Solo gli Uffici di Catania e Palermo non hanno risposto all'appello, il che ha indotto il presidente Musumeci a disporre un'indagine interna, seguita dalle dimissioni dei due dirigenti, rispettivamente Gabriele Ragusa e Manlio Munafò a 24 ore di distanza uno dall'altro. Ultimo esempio è quello della provincia di Enna. «Il fiume Calderai rientrava in un quadro di interventi del Genio civile nell'agosto del 2015», ha spiegato ancora Musumeci, «il Calderai è esondato e l'acqua ha invaso aziende agricole e ci si è accorti che in quel fiume non si faceva manutenzione da venti anni». Il Genio civile predispone i progetti, all'assessorato regionale all'Ambiente il compito della verifica che i progetti andassero effettivamente in gara. «C'è stata una negligenza grave, voglio sperare non con dolo, sulla quale io ho avviato una indagine, nei giorni scorsi negli uffici del Genio di Catania e Palermo e seguita dalle immediate dimissioni» spiega il presidente della Regione. «Occorre che l'organo politico non solo dia disposizione ma vigili anche perché certa burocrazia, non tutta, finiscaper lasciare il denaro fermo e i progetti congelati», ha aggiunto. Prima di quest'ultima nuova ondata di maltempo, da diversi giorni, mezzi pesanti ed escavatori erano in attività nella rimozione di detriti lungo i letti dei fiumi. Nella provincia di Siracusa lungo il fiume San Leonardo, nel tratto presso il Ponte dei malati, mentre nel Trapanese il letto del Belice, nella zona delle Terme Acqua Pia. Interventi anche negli alvei dei torrenti Modica-Scicli in provincia di Ragusa, Fiumedinisi, tra Alì Terme e Nizza di Sicilia nel Messinese e Arenella, all'altezza della regia trazzera tra Caltanissetta ed Enna. E ancora alla foce del fiume Salso a Licata in provincia di Agrigento. Altri interventi in Provincia di Catania su molti corsi d'acqua, la cui mancata manutenzione di alcuni è stata la causa degli eventi alluvionali delle precedenti settimane. In particolare ad Acicastello nel torrente Valle grande, a Ramacca nei canali vicini alla base militare di Sigonella, a Maniace nei torrenti Cutó e Saracena e a Vizzini nel fiume Dirillo. Con il risparmio derivante dalle economie dei ribassi nell'aggiudicazione dei lavori, la Regione sta programmando altre somme urgenze per assicurare la pulitura e il ripristino della funzionalità idraulica nel maggior numero possibile di corsi d'acqua. La protezione civile regionale, nel frattempo, ha posto la massima attenzione proprio sui fiumi e sui corsi d'acqua che in questi giorni di allarme sono sotto osservazione. «Se ci fosse stata la manutenzione, tutto sarebbe andato meglio », dicono dagli uffici. (*A .GIO.*)
L'accordo siglato lo scorso 11 settembre
Rifiuti, nuova era nella gestione
Il contratto normativo, con la Srr, verrà firmato giorno 12. Entro novembre si suggellerà poi, con ognuno dei 9 Comuni, quello cosiddetto di servizio
Concetta Rizzo
Il contratto normativo, con la Srr, verrà firmato giorno 12. Entro novembre si siglerà poi, con ognuno dei 9 Comuni, il contratto di servizio. E da quel momento, entro 90 giorni prenderà il via il servizio di raccolta rifiuti che è stato appaltato lo scorso 11 settembre. I servizi del nuovo appalto -che quindi entrerà a regime non tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, come l'amministrazione comunale di Agrigento sperava, - diverranno realtà entro la fine di febbraio. Nel frattempo, mentre le imprese approvvigioneranno i loro cantieri di macchinari e attrezzature, il servizio di «porta a porta» per la raccolta della differenziata proseguirà regolarmente. Ma partirà anche una campagna di sensibilizzazione perché non tutti - ad Agrigento - hanno perfettamente chiaro come funziona la raccolta differenziata. E, sempre nel frattempo, dovrebbero arrivare a destinazione i nuovi mastelli: quelli, di fatto, mancanti. Cioè mai consegnati ad alcune utenze. Negli ultimi giorni, in città, imperversa - ed è anche infuocata - una polemica. «Gli operatori ecologici distruggono i mastelli», «Lasciano sporcizia dopo aver svuotato i contenitori e li distruggono anche». «Sono affermazioni assurde - ha replicato, ieri, l'amministratore delegato dell'Iseda: Giancarlo Alongi - . Che interesse avrebbero i netturbini a danneggiare i mastelli? In questi ultimi giorni, con il forte vento, ho visto personalmente, al viale Della Vittoria, tanti contenitori spazzati a destra e a sinistra». Nell'attesa dei servizi del nuovoappalto, il Comune dovrà mettere anche, soprattutto, a disposizione le isole dove le imprese potranno regolarmente effettuare il travaso dei rifiuti. Ed entro febbraio, ossia quando i servizi del nuovo appalto saranno a regime, arriveranno in città le tanto attese nuove macchine che si occuperanno dello spazzamento meccanizzato. Perché fra i servizi del nuovo appalto è previsto anche lo spazzamento in ogni strada, nonché i punti di conferimento di prossimità con chiavi in mano ai cittadini. «Il nuovo appalto sembra essere la soluzionea diversi problemi: distingue la raccolta dallo spazzamento. Saranno due canali diversi, organizzati diversamente - ha sempre spiegato l'assessore comunale all'Ambiente: Nello Hamel - . Anche nello spazzamento ci sarà un calendario che sarà rispettato, per cui si saprà quando una strada verrà spazzata e non si tratterà, come adesso, di un fatto da programmare e organizzare. Spazzamento e scerbatura tutto l'anno e tutto calendarizzato ». Nello Hamel, già all'inizio dello scorso agosto, con accanto il consigliere comunale Pietro Vitellaro, presentava - durante la diretta Facebook - i nuovi servizi. Perché l'obiettivo del nuovo appalto è far migliorare la raccolta differenziata. «Con il nuovo appalto le cose miglioreranno, nelle isole ecologiche ci saranno tutti i servizi: anche il deposito delle batterie ed oli esausti, dei componenti elettrici ed elettronici in disuso e l'orario d'apertura sarà a tempo pieno, per l'intera giornata, 5 giorni la settimana. Per i grossi condomini, ad esempio quelli di via Dante e via Manzoni, - hanno spiegato dall'amministrazione - si metteranno a disposizione le cosiddette 'rastrelliere' per evitare lo scempio di mastelli messi uno sopra l'altro. E' una attrezzatura che consente di mettere fino a 16 mastelli, in modo ordinato, senza alcun impatto visivo - ha confermato Hamel - . Per il centro storico arriverà la 'carriola scoiattolo' che scenderà le scale e raccoglierà i rifiuti differenziati 'porta a porta' anche nelle strade dove i furgoni non possono arrivare. La via Atenea, i commercianti avranno il ritiro a domicilio: arriveranno i furgoni e ritireranno direttamente dall'interno dei negozi, in modo tale da evitare l'esposizione all'esterno. La raccolta dell'umido, per quanto riguarda i ristoranti, sarà organizzata in maniera puntuale. Il calendario prevederà, ogni giorno,il ritiro di umido, carta, cartone per le utenze non domestiche». (*CR*)
Giornale di sicilia
L'intera provincia devastata dal
maltempo Famiglie evacuate in città, un pastore salvato a Ribera,
treni bloccati e due morti a Cammarata
Il fiume Akragas che straripa: l'acqua
arriva fino ad un metro e mezzo d'altezza e 25 famiglie -
residenti al Villaggio Peruzzo - vengono sgomberate in fretta e in
furia. Un pastore venticinquenne travolto dalla piena del fiume
Platani e salvato, fra Ribera e Cattolica Eraclea, in extremis: era
già in ipotermia. I passeggeri di due treni-complessivamente 22
persone - che restano bloccati sulla tratta ferroviaria
Agrigento-Palermo e vengono «liberati» da carabinieri e volontari
della Protezione civile. Ma anche una auto che finisce in mare, a
Siculiana Marina; un'altra che viene inghiottita da una gigantesca
voragine apertasi sull'asfalto di Eraclea Minoa; uno stabilimento
balneare distrutto a Bovo Marina; strade -in tutta la provincia -r
i d ot t e a «trazzere», e poi 14 persone salvate da una struttura
ricettiva di Montevago e una decina di famiglie sgomberate dall'area
del lido Fiori a Menfi. Isolato, per diverse ore, anche Casteltermini
la cui unica strada d'accesso è stata sbarrata da montagne di
detriti. È stata una notte d'inferno, quella fra sabato e ieri,
sia ad Agrigento che nel resto della provincia. E nell'area montana
-a Cammarata -il fatto più grave: la frana che ha investito e
sbalzato in un burrone l'auto - vettura di una coppia: sia il
cinquantaquattrenne che la moglie, una tedesca di 47 anni, sono
morti. Esonda l'A k ra g a s , è il terrore Ieri mattina, gli
operai comunali e gli scout ripulivano strade e case del Villaggio
Peruzzo. Si provava a tornare alla normalità. Regnava la polemica su
presunti ritardi nell'evacuazione. Ma il sindaco Lillo Firetto,
l'assessore Gabriella Battaglia e i funzionari comunali - co n
una conferenza stampa -hanno provato a ripristinare la verità. «Le
ordinanze erano già chiare, non bisognava stare nei piani bassi ed
era vietato il transito veicolare e pedonale, ma a molti cittadini è
sembrato un eccessivo allarme e dunque erano state sottovalutate -
ha spiegato Firetto - . Le famiglie interessate dallo sgombero sono
state 25 e tutte hanno trovato sistemazione in altre case o in
familiari. Nessuno è andato in al bergo. Il monitoraggio del fiume
c'era e continua. Devo ringraziare le Volanti della polizia, con il
dirigente Sammartino, i vigili del fuoco, i carabinieri, la Croce
Rossa e le associazioni di volontariato. Molti hanno avuto gravissimi
danni agli immobili e agli arredi». Agrigento chiederà aiuti «Non
sappiamo se ci sono le condizioni di calamità, ma il danno è stato
significativo quindi chiederemo -ha aggiunto il sindaco Firetto -
interventi al governo regionale e al ministero dell'Interno. Ai
nostri concittadini chiediamo, con delle perizie, di farci sapere
quali sono i danni riportati e noi trasmetteremo un dato sintetico
prima e uno analitico poi». Pastore salvato in extre m i s Un
pastore di 25 anni è stato salvato, dai carabinieri della tenenza di
Ribera e della stazione di Cattolica Eraclea, dopo che era scomparso
da diverse ore. Il giovane è stato, nella tarda serata di sabato,
travolto dalla piena del fiume Platani, al confine fra Ribera e
Cattolica Eraclea. Il venticinquenne è però riuscito a mettersi in
salvo e a rifugiarsi in un casolare dove è stato - dopo le ricerche
dei carabinieri durate diverse ore - trovato in ipotermia. I militari
sono riusciti ad arrivare al casolare grazie ad un trattore messo a
disposizione di un contadino. Il venticinquenne è stato portato in
ospedale. Raffica di sgomberii I carabinieri e i vigili del fuoco,
stanotte, sono intervenuti anche al Resort Verdura di Sciacca per
aiutare a mettere al riparo da ogni possibile rischio i circa 400
ospiti della struttura. Tutti sono stati fatti salire, in via
precauzionale, nella parte alta dell'albergo. Quattordici persone
sono state salvate da una struttura ricettiva che è stata investita
dalla piena del fiume Belice a Montevago. L'acqua alta ha impedito ad
ospiti e personale della struttura di mettersi al sicuro. A
soccorrerli sono stati i vigili del fuoco e i carabinieri. Sempre gli
stessi soccorritori, a lido Fiori di Menfi, hanno evacuato - sempre
per i gravi allagamenti determinatisi - una decina di famiglie. Un
disastro in ogni centro Le strade comunali e provinciali sono
diventate delle autentiche «trazzere». Casteltermini, per ore, è
stata isolata visto che l'unica via d'ingresso al paese era
«sepolta» da un cumulo di detriti. Un'autovettura è finita in
mare, a Siculiana Marina, è stata trascinata al largo e ieri mattina
non risultava essere stata ancora ritrovata. Uno stabilimento
balneare è stato danneggiato a Bovo Marina e diverse persone, fra
clienti e proprietari, portati in salvo. Una voragine di oltre 10
metri apertasi all'improvviso sull'asfalto di Eraclea Minoa e una
utilitaria inghiottita. Montagne di detriti finiti sulle strade
proprio fra Montallegro e Cattolica Eraclea e numerose strade chiuse
in via precauzionale. Linea ferroviaria bloccata Due treni sono stati
bloccati, lungo la linea ferrata Palermo-Agrigento, da degli
smottamenti sui binari. I carabinieri e i volontari della Protezione
civile di Comitini sono intervenuti, facendosi largo fra fango e
detriti, fra Campofranco e Comitini per mettere in salvo 14 persone e
poi, all'altezza della stazione ferroviaria di Cammarata, dove hanno
salvato altre 8 persone. Intanti centri oggi scuole chiuse in via
precauzionale. ( *C R* )
La decisione di molti sindaci: «Le
scuole restano chiuse»
Scuole aperte ad Agrigento e chiuse,
invece, a Sciacca, Ribera, Menfi, Cianciana e Palma di Montechiaro. I
sindaci dell'Agrigentino hanno adottato, in merito, strategie
diverse. «Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici di farci sapere
domani (oggi ndr.) alla riapertura degli istituti - ha spiegato,
ieri, il sindaco Lillo Firetto - se ci sono infissi o vetri rotti,
se ci sono infiltrazioni d'acqua. Le scuole saranno comunque
aperte. Con il senno di poi, invece, devo dire che è stato un bene
tenere chiusi i cimiteri, anche se mi dispiace per quanti non hanno
potuto far visita ai propri congiunti. Domani (oggi ndr.) non
riapriranno. Prima va fatta una verifica sulle condizioni di
sicurezza di alberi e cornici delle sepolture». Gli altri sindaci,
invece, hanno deciso di fare aprire le scuole soltanto per consentire
ai tecnici comunali di poter effettuare le verifiche sui locali. L'e
m e rge n z a maltempo, almeno oggi, dovrebbe rientrare. Ma nessuno,
forse, per molti anni, dimenticherà quanto è accaduto nella notte
fra sabato e ieri. I carabinieri e i vigili del fuoco hanno ricevuto
circa 500 richieste di aiuto. Al centro operativo allestito al
comando provinciale dei vigili del fuoco si è recato anche il
comandante provinciale dei carabinieri: il colonnello Giovanni
Pellegrino. Sono stati circa 200 i carabinieri impegnati, su più
fronti, durante tutta la notte. I poliziotti della sezione «Volanti»
della Questura di Agrigento, fino all'alba, assieme ai pompieri si
sono occupati dello sgombero al Villaggio Peruzzo e della viabilità
decisamente problematica. ( *C R* )
Istituto musicale Ribera, il Toscanini
diventa internazionale in Russia e negli Usa
La coproduzione del musical West Side
Story di Bernstein che sarà realizzata il 18,19 e 20 novembre in
collaborazione tra istituto musicale Toscanini di Ribera e Fondazione
Orchestra Sinfonica Siciliana al Politeama di Palermo ha già
registrato il sold out in prevendita con oltre 3.600 studenti
prenotati provenienti dalle scuole delle province di Palermo e
Agrigento. Ieri, intanto, sono arrivati in Russia i docenti del
Toscanini Gianfranco Gioia e Roberto Basile per avviare il progetto
Erasmus Extra Ue tra l'Istituto e il Conservatorio russo Glazunov di
Petrozavodsk finanziato dall'Agenzia Indire. Il progetto, vinto dal
Toscanini nell'ambito della International Credit Mobility k107 Call
2018, è dedicato alla composizione e all'esecuzione di nuove musiche
per ensemble di ottoni e percussioni che sarà costituito da studenti
italiani e russi dei due conservatori e si svolgerà in un arco
temporale di due anni. Il Toscanini ha avuto due eventi
contemporaneamente, quello in Russia e uno a New York con Giuliana
Arcidiacono che hanno suonato alla Carnenie Hall. Prosegue, intanto,
il tavolo tecnico a Roma per l'avvio della procedura di
statalizzazione degli istituti superiori di studi musicali tra cui
l'istituto Arturo Toscanini di Ribera. Assegnata, intanto, al
Toscanini la seconda tranche del contributo statale 2018 pari a 275
mila euro. Il processo si avvierà con l'apertura di una piattaforma
informatica in cui tutte le Istituzioni inseriranno le informazioni
relative al personale, all'utenza, alle attività svolte (didattica,
produzione, internazionalizzazione, ricerca e terza missione) alla
sede e alla sostenibilità finanziaria. Nel frattempo si stanno
completando tutti gli adempimenti necessari per legge al fine di
consentire prima possibile il trasferimento alla nuova sede assegnata
dal Comune di Ribera. Negli ultimi tre anni la scuola è passata dal
rischio chiusura al pieno rilancio ed a prospettive importanti. Nel
frattempo sono già attivi i 7 bienni ordinamentali di secondo
livello universitario e 23 trienni di primo livello e relativi corsi
propedeutici. Sono stati autorizzati anche i nuovi corsi universitari
pop rock, «una novità assoluta nel territorio, che saranno attivati
solo dopo il trasferimento alla nuova sede di corso Umberto - dice
il direttore, Mariangela Longo - assegnata dal Comune di Ribera per
la quale l'Istituto sta ottemperando a tutti gli adempimenti formali
necessari e previsti dalla normativa vigente». Tanti i
riconoscimenti ottenuti, anche negli ultimi mesi, dal Toscanini.
Giuseppe Michelangelo Infantino ha ricevuto, dalla Fondazione
«Luciano Pavarotti», il premio speciale come miglior tenore alla
sesta edizione del concorso internazionale «Marcello Giordani» che
si è svolto a Noto. Gli è stato consegnato da Simonetta Mantovani,
moglie del tenore scomparso. (*GP *)
larepubblica.it
Rendere
digitale la PA, tutti i problemi da superare. Sullo sfondo un altro
conflitto Lega-M5s
Innovare
la pubblica amministrazione - e così portare i miliardi di euro in
benefici previsti per l'Italia - con le attuali risorse e strutture?
Missione impossibile. Parola di Diego Piacentini. Così ne scrive nel
proprio rapporto mandato al Governo italiano e che ha pubblicato
nelle scorse ore, nel momento di lasciare l'Italia. Dal primo
novembre il suo posto di commissario straordinario all'Agenda
Digitale (presso la presidenza del Consiglio) è
passato a Luca Attias (già
responsabile innovazione della Corte dei Conti). Dallo stesso
Piacentini indicato per questo ruolo e nominato con decreto del
premier.
Tutte
queste premesse lasciano pensare che, salvo una svolta ancora
possibile (e auspicata), sarà un altro anno complicato per la
trasformazione digitale della PA. Un obiettivo che - ricordiamo -
manovra 6 miliardi di euro di spesa pubblica. E da cui - ricorda lo
stesso Piacentini - ci si aspettano benefici da 35 miliardi di euro
per la PA e 25 miliardi di euro per le imprese (grazie a risparmi,
maggiori efficienze, minori sprechi, recupero di
produttività...).
Intanto,
a dare retta al rapporto di fine mandato di Piacentini, la situazione
di partenza sarebbe critica. Sappiamo che Piacentini ha lasciato
Amazon (di cui era numero due al mondo) per gestire per due anni
l'Agenda digitale italiana, nominato direttamente dall'allora premier
Renzi.
Piacentini
nel rapporto fa un bilancio delle cose fatte, ma al tempo stesso
scrive in modo molto esplicito che cosa non va e che cosa è
necessario cambiare, perché l'innovazione della PA sia (davvero)
realtà.Il linguaggio dell'ex commissario - ora tornato a Seattle
dalla famiglia e non in Amazon - è schietto, come al suo solito, nel
rivolgersi al Governo. Persino irrituale, rispetto alle prassi
istituzionali italiane.
Dice
che l'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) è inadeguata a gestire i
grandi progetti di trasformazione digitale e l'unica via è ridurne
funzioni e responsabilità. Da questa operazione e risparmiando su
altri servizi digitali "inutili" - suggerisce Piacentini -,
si possono trovare fondi per creare una nuova struttura politica.
"Una struttura permanente, identificabile in un Dipartimento
presso la Presidenza del Consiglio con a capo un ministro o un
sottosegretario per la Trasformazione Digitale, dotato di una forte
delega e di un budget di spesa, con funzioni di indirizzo e vigilanza
su Agid".
Questa
opinione era già emersa prima della pubblicazione del rapporto,
causando forti critiche da parte della ministra della PA Bongiorno
(in occasione dell'evento di EY a Capri, il mese scorso), sotto cui
sta l'Agenzia per l'Italia Digitale (ossia sotto il dipartimento di
Funzione Pubblica alla presidenza del Consiglio). La ministra ha
detto che al contrario ci serve un'Agid più forte.Questa divergenza
di visione, tra il commissario (che risponde al premier e la cui
proroga è stata sostenuta dal M5S) e la Funzione Pubblica (in quota
Lega)-Agid è ancora da risolvere. E ha le potenzialità di
paralizzare o rallentare il lavoro necessario a dare a cittadini e
imprese una amministrazione pubblica migliore. Resa più funzionale
grazie al digitale.A quanto risulta, un chiarimento tra le parti
sulla strategia da seguire e i rapporti di forza da tenere è
all'ordine del giorno nelle prossime riunioni. Il tempo è poco,
bisogna correre: Attias ha un mandato che termina a settembre 2019.
Meno di undici mesi, con agosto di mezzo. Le norme del "codice
dell'amministrazione digitale", che ha istituito la figura di un
commissario straordinario all'Agenda digitale, hanno previsto infatti
solo un anno di proroga possibile. E dopo settembre, salvo ulteriori
leggi, scomparirà questa figura, dotata di super poteri per
introdurre (e a volte imporre) il cambiamento anche nelle
amministrazioni più reticenti. Un po' come ha fatto Piacentini
quando ha obbligato a rifare il progetto per un'Anagrafe nazionale
della popolazione residente.
Insomma,
allo stato delle leggi, abbiamo meno di undici mesi per sfruttare
questi super poteri, che non ha nessun altro ente pubblico,
nell'obiettivo di innovare la PA. Cosa possibile solo mettendo a
frutto le sinergie di una collaborazione vera tra commissario e
l'Agenzia per l'Italia Digitale, da agosto diretta da Teresa
Alvaro.
E
così, tra l'altro, possiamo sperare di semplificare la vita dei
cittadini, come già si comincia a vedere con la diffusione dei
pagamenti elettronici nelle PA (per pagare multe, tributi e altri
balzelli in modo facile e veloce). Ma anche questo traguardo, forse
il più avanzato tra quelli della PA digitale per il cittadino, è
fragile. Ha bisogno di essere sostenuto ancora. Da gennaio 2019 sarà
obbligatorio per tutte le PA accettare pagamenti elettronici tramite
una piattaforma centralizzata (PagoPa). Ma i numeri dicono che,
nonostante i progressi dell'ultimo anno, è un obiettivo
irraggiungibile, forse se ne parlerà nel 2020. Non a caso, lo stesso
Piacentini scrive nel rapporto che dopo il 2019 bisognerebbe
introdurre sanzioni per le PA che non si adeguano.
Ancora
più in ritardo l'adozione di Spid (l'identità digitale) da parte
delle PA, come notano le analisi degli Osservatori Digital Innovation
del Politecnico di Milano; anche questo in teoria obbligatorio dal
2019.
Piacentini
suggerisce, per una svolta, che finalmente lo Stato investa in Spid;
perché a dispetto di tanta propaganda dell'allora premier Renzi, non
vi ha ancora assegnato risorse nelle norme (e l'Agid l'ha dovuto
sostenere con fondi propri). Secondo l'ex commissario, tocca anche
migliorare il coordinamento tra Spid e la Carta di identità
elettronica, di cui però nota il prezzo troppo alto per il cittadino
(22 euro). Suggerisce di abbassarlo con un "intervento
finanziario da parte del Mef".
LA SICILIA
FIGLI D'ERCOLE
PROVINCE
IL PASTICCIO DI UN VOTO DAI MILLE
CONTROSENSI.
GIOVANNI CIANCIMINO
Il dibattito d'Aula all'Ars e in
commissione Affari Istituzionali sul disegno di legge che regola le
norme elettorali per i Consorzi di Comuni e le Aree Metropolitane é
causa di una scia di polemiche storiche ed attuali che investono in
primis l'istituzione della nostra Autonomia speciale e della sua
stessa sopravvivenza. Sembra, pertanto, frivolezza di lana caprina la
disquisizione sul voto trasversale proprio sulla legge elettorale che
in quanto tale solleciterebbe le più ampie convergenze. Tranne che,
come si evince dalle dichiarazioni dei pentastellati, un problema di
dimensioni istituzionali sia interpretato come verifica per la tenuta
o meno della maggioranza. Verifica importante, ma non in questa sede.
Come di recente, ripetiamo ancora che esiste l'istituto della mozione
di sfiducia, valido strumento di verifica. Il resto è inutile
caciara. Si processa il voto segreto che, però, tutti chiedono a
convenienza, mentre a nessuno apparentemente piace e se ne invoca
l'abolizione.
Quanta ipocrisia! E il popolo sovrano
ingoia o si allontana dalle urne stufo di essere preso per allocco.
Concezione di vecchia scuola politica. Altro che cambiamento! Ma
sulla legge elettorale nessuno ha sollevato il problema di fondo,
mentre si stava assestando un altro colpo mortale all'Autonomia.
Passi pure l'adeguamento alla legge Del Rio sul sistema di secondo
grado anziché diretto, in presenza di sentenza della Corte
Costituzionale, in virtù del giochino romano che a suo tempo ha
blindato la Del Rio quale riforma economica da applicare
indistintamente in tutto il Paese. Mortificante per il sistema delle
autonomie con e senza aggettivi.
Ma per le varie formalità di
applicazione del sistema di secondo grado, l'Ars poteva operare
autonomamente, come Statuto consente. Quando fra qualche giorno sarà
approvata con voto finale, avremo una legge dalle sembianze di un
mostriciattolo pasticciato. Esempio: il sindaco di un comune che
aspira alla presidenza del Libero Consorzio o della Città
Metropolitana può candidarsi se dispone almeno di altri dodici mesi
di mandato locale. Ergo, ammesso che venga eletto presidente, alla
scadenza dei dodici mesi dovrà dimettersi e quindi si dovrà
procedere a nuove elezioni. La consiliatura sarà durata dodici mesi
anziché cinque anni. Ancora, se in corso di consiliatura del
Consorzio sarà sciolto un consiglio comunale ed ivi si procederà a
nuove elezioni, i voti dati dai precedenti consiglieri disciolti
saranno ancora validi? Si potrebbero fare tanti esempi di
incongruenze. Possibile che nessuno se ne sia accorto? Sarebbe
bastato un solo emendamento che per i comuni introducesse un'unica
sessione annua di consultazioni elettorali. E per Consorzi e Città
Metropolitane una sessione da svolgere in data compatibile con
l'insediamento dei consigli comunali. Per quelli sciolti normasse la
durata del mandato commissariale fino allo svolgimento delle elezioni
a sessione ordinaria. Tranne lo scioglimento per mafia la cui
gestione commissariale è di pertinenza del ministero degli Affari
Interni.
Si che, lo svolgimento delle elezioni
delle aree vaste subito dopo le comunali garantirebbe omogeneità per
la durata delle consiliature senza doverle l pasticciare in corso
d'opera. Ma la
l politica predilige complicare le cose
semplici.
MALGRADOTUTTO WEB
MALTEMPO, DISAGI SULLE STRADE
PROVINCIALI A CAUSA DELLE FORTI PIOGGE
di Redazione
Il Libero Consorzio sconsiglia di
mettersi in viaggio sulle strade interne.
"Danni e notevoli disagi per la
circolazione dei veicoli su buona parte della rete viaria provinciale
sulla quale ormai da ore lavorano senza sosta uomini e mezzi del
Settore Infrastrutture Stradali e della Protezione Civile del Libero
Consorzio di Agrigento".
E' quanto comunica il Libero
Consorzio che aggiunge: "Il bilancio provvisorio è di due strade
chiuse al traffico, ovvero la SP NC n. 05, nel Riberese, che collega
le Strade provinciali n. 32 e 34, letteralmente sommersa da acqua e
fango in seguito all'esondazione del fiume Magazzolo, e la SP n. 47
Sant'Anna-Villafranca Sicula in seguito alla caduta di alberi che
hanno richiesto l'intervento della Protezione Civile del Libero
Consorzio, del Comune di Villafranca e della Forestale, e che rimarrà
chiusa almeno sino a domani per consentire la rimozione degli alberi
che rischiano di cadere sulla carreggiata".
"In mattinata - si legge ancora
nella nota - intenso lavoro di cantonieri e tecnici del Libero
Consorzio nella zona est per rendere transitabili la SP n.63 tra
Palma di Montechiaro e Campobello di Licata, le SPC n. 58 e 59, la SP
n. 6 Licata-Ravanusa, la SP n. 9 Ravanusa-Fiume Salso, la n. 10
Campobello-Fiume Salso e la SPC n. 66 nella stessa zona. Al momento è
in corso un intervento sulla SP n. 55 che conduce dalla SS 115 a
Marina di Palma per uno smottamento di terreno che ostruisce la
carreggiata. Ricordiamo che sino alla mezzanotte di oggi il
Dipartimento Regionale della Protezione Civile ha diramato uno stato
di allerta meteo con codice Rosso (allarme) in tutta la provincia per
forti precipitazioni e rovesci a carattere temporalesco e forti
raffiche di vento. Pertanto, in considerazione anche di una
situazione generale della viabilità alquanto difficile, si
sconsiglia di mettersi in viaggio sulle strade interne...".
LA SICILIA
IL LIBERO CONSORZIO FA IL PIENO, I
FONDI SONO NECESSARI PER LA MESSA IN SICUREZZA
Finanziamenti dell'Ue per l'edilizia
scolastica
r.b.) Pioggia di contributi europei, a
regia regionale, per interventi in materia di edilizia scolastica
2018-2020 e per la concessione di contributi per la messa a norma
antincendio. La parte del leone la fa il Libero Consorzio che ha
presentato
quattro progetti per edifici al momento
non utilizzati (per un totale di circa 18milioni), per l'edificio
sede del liceo Leonardo (due progetti: 2.361.000,00 euro e
2.409.000,00), per il liceo Politi ( due progetti: 1.122.550,00 euro
e 2.805.190,00 euro), per l'istituto Foderà (472.260,00 euro) di
Agrigento e per l'immobile sede del Tommaso Fazello di Sciacca
(4.600.000,00 euro). Approvate le istanze presentate dai Comuni di:
Raffadali per gli istituti Capuana e Garibaldi (3.064.933,65 euro),
Manzoni (1.882.537,84 euro); Canicattì Rapisardi (1.860.000,00), La
Carrubba (1.465.000,00,euro); Palma di Montechiaro (3.207.850,68
euro). Non ammesso a finanziamento il Comune di San Giovanni Gemini
(scuole Melaco e Piazza Kennedy). Concessi i contributi per la messa
a norma antincendio - istanze la cui procedura di caricamento non è
stata perfezionata entro i termini previsti, ovvero presentate con
modalità non conformi a quella prevista dall'avviso - al Comune di
Agrigento che ha presentato 12 istanze. Questa la graduatoria per la
concessione di contributi per la messa a norma antincendio degli
edifici scolastici: Canicattì: Edmondo del Amicis, Verga, Pertini e
La Lomia, La Carrubba e Pirandello, Don Bosco, Crispi, Don Milani,
infanzia via Petrella, Gangitano; Montevago: Tenente Giuffrida e
Gravina; Naro: Sant'Agostino, Don Bosco e San Calogero. Dulcis in
fundo Agrigento: primaria Quadrivio (49.919,16 euro), lc Campo
Sportivo, Esseneto infanzia e primaria (23.283,20 euro). Infanzia
viale della Vittoria e Lauricella
(29.351,60 euro) Castagnole (49.841,82
euro), Garibaldi (26.621,60 euro), Verga, Fontanelle e Reale
(41.353,20 euro); Collodi (13.361,60 euro) e De Cosmi (14.100,00
euro).
VILLAFRANCA SICULA
VILLAFRANCA SICULA, Per quantificare i
danni creati dall'ondata di maltempo che ha investito tutta la
vallata del fiume Sosio-Verdura, con il pieno coinvolgimento di
colture ed aziende agricole, e per mettere in campo tutte le azioni
di prevenzione con progetti da finanziare da parte della Regione
Siciliana per la sistemazione idraulica del corso d'acqua, si
incontreranno lunedì pomeriggio alle ore 18 al palazzo comunale di
Villafranca Sicula gli amministratori comunali di Ribera, Calamonaci,
Sciacca, Caltabellotta, Villafranca Sicula, Lucca Sicula e Burgio per
fare il punto della situazione nei rispettivi territori.
All'incontro parteciperanno pure
delegazioni di agricoltori del comprensorio e i responsabili delle
organizzazioni professionali agricole i quali denunceranno la grave
situazione determinata dall'esondazione, specie nella parte alta, nei
pressi del ponte Cifota, del fiume che, senza argini, penetra
facilmente negli agrumeti, danneggiando piante, produzione,
frangivento, impianti di irrigazione e sistema viario rurale.
"Le acque del fiume scorrono ormai
incontrollate - afferma il sindaco di Villafranca Sicula Mimmo
Balsamo - sono da anni scomparsi il letto del fiume e gli argini dei
decenni passati. Il corso d'acqua è un'autentica superstrada che
nella corsa verso il mare investe tutto.
Non c'è stato mai un adeguato progetto
di sistemazione idraulica e di pulizia che, specie in prossimità
degli impianti di agrumeto, avrebbe potuto limitare esondazioni e
danni".
Il fiume Sosio-Verdura, mediamente,
ogni anno, trascina a mare circa 100 milioni di metri cubi d'acqua
che, dopo le piene e i danni al territorio, se ne vanno inutilizzati
a mare, nel Canale di Sicilia.
"Con la puntualità. biennale - ci
spiega Andrea Puleo, responsabile di zona dell'organizzazione
professionale della Cia - il territorio, privo di protezione
fluviale, è soggetto a danni incalcolabili. Il 25 novembre del 2016
l'alluvione portò a mare terreni, piante, mezzi agricoli e perfino
qualche caseggiato. In questi giorni, con le copiosissime piogge, si
rischia un'altra tragedia agricola ed economica".
La situazione comunque, malgrado la
criticità del momento è tenuta sotto controllo.
EMANUELA MINIO
RIBERA
Fondi al Toscanini, iter per
statalizzazione
RIBERA, Prosegue intensamente
l'attività dell'Istituto Superiore di Studi Musicali "Toscanini"
avviato ormai verso la statalizzazione che in breve tempo lo farà
diventare conservatorio nazionale di musica. Solo arrivati i
contributi statali a completamento del 2018. Fa il punto della
situazione la direttrice prof. ssa Mariangela Longo (nella foto).
Prosegue il lavoro del tavolo tecnico a Roma tra MIUR, MEF, Anci, UPI
ed ISSM per l'avvio della procedura di statalizzazione degli Istituti
Superiori di Studi Musicali tra cui c'è l'Istituto "Arturo
Toscanini di Ribera".
"E' stata assegnata al "Toscanini"
- dice la direttrice Longo - la seconda tranche del contributo
statale 2018, L96/18, pari a 275.000 euro. Il processo si avvierà
con l'apertura di una piattaforma informatica in cui tutte le
istituzioni inseriranno le informazioni relative al personale,
utenza, attività svolte (didattica, produzione,
internazionalizzazione, ricerca e terza missione), alla sede e alla
sostenibilità finanziaria. Stiamo completando tutti gli adempimenti
necessari per legge al fine di consentire prima possibile il
trasferimento alla nuova sede assegnataci dal Comune di Ribera".
La coproduzione del Musical West Side
Story di L. Bernstein, che sarà realizzata il 18, 19 e 20 novembre
prossimo in collaborazione tra ISSM Toscanini e Fondazione Orchestra
Sinfonica Siciliana, ha già registrato il "sold out" in
prevendita con oltre 3.600 studenti prenotati provenienti dalle
scuole della province di Palermo e Agrigento.
EMANUELA MINIO
MALTEMPO. Smottamenti un po'
ovunque, chiusi tutti i siti archeologici
NUBIFRAGIO, TRENI SOPPRESSI DANNI E
TANTI DISAGI IN CITTÀ
Tromba d'aria a Palma di
Montechiaro, crolli tra paura e panico.
ANTONINO RAVANÀ
Treni fermi, siti archeologici chiusi,
strade come "fiumi", smottamenti, danni, disagi e
incidenti. Le piogge e il forte vento, hanno messo a dura prova il
territorio di Agrigento, ed anche di Palma di Montechiaro,
quest'ultima cittadina colpita da una tromba d'aria. Decine e decine
gli interventi di vigili del fuoco, vigili urbani, carabinieri,
polizia, Anas e protezione civile. In tilt i numeri di emergenza
presi d'assalto dai cittadini. In mattinata l'erosione della
massicciata ferroviaria fra le stazioni di Montemaggiore e
Roccapalumba, ha portato alla sospensione della tratta ferrata
Agrigento - Palermo. Rete Ferroviaria Italiana ha cancellato diversi
treni. Non è stato possibile attivare servizi sostitutivi con
autobus, per la contemporanea impraticabilità delle strade, alcune
delle quali, completamente invase da acqua e fango. Per fronteggiare
l'emergenza, nel centro di Agrigento, sono allestite due sale
operative, una da parte del gruppo di Protezione civile del Libero
Consorzio, e l'altra dalla Protezione civile comunale. I tecnici
hanno monitorato l'evolversi della situazione. Proprio a causa dello
stato di allerta al massimo livello, il sindaco Lillo Firetto, con
propria ordinanza, ha chiuso alle visite il Parco Archeologico della
Valle dei Templi, l'area del Pino di Pirandello al Caos, e l'area
archeologica di Eraclea Minoa. Diversi turisti sono dovuti tornare
indietro. Danni e notevoli disagi per la circolazione dei veicoli su
buona parte della rete viaria - comunale e provinciale, sulla quale,
hanno lavorato senza sosta uomini e mezzi del Libero Consorzio di
Agrigento. Una delle località più colpite San Leone. Qui a due
passi dal mare le strade si sono trasformate in veri e propri
"fiumi". Chiuse alla circolazione stradale il viale delle
Dune, e per l'apertura di una piccola "voragine" il
lungomare Falcone Borsellino. Alcune auto sono rimaste impantanate
dalle parti del Villaggio Mosè. C'è voluto l'intervento dei vigili
del fuoco. Uno smottamento di terreno, - in via Madonna delle Rocche,
ha tenuto in apprensione i residenti. Una porzione di terreno è
finita in strada, di fronte ad alcune palazzine.
Danni di notevole entità anche a Palma
di Montechiaro. Tra le segnalazioni: almeno 5 tetti scoperchiati;
alcune decine di alberi sradicati, in alcuni casi, hanno interrotto
le viabilità. Poi detriti sulle strade, fili elettrici tranciati;
diverse abitazioni allagate; immobili danneggiati tra i quali alcuni
a rischio crollo; danni alla produzione agricola. Tra le criticità
anche l'aggravamento della frana Ciotta/Facciomare; la distruzioni di
insegne commerciali e segnaletica stradale; presenza di amianto
dovuto al danneggiamento degli immobili. Fortunatamente non sono
stati segnalati danni a persone.
AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca / Palma di Montechiaro
DANNI PER QUASI 20 MILIONI DI EURO,
PALMA È IN GINOCCHIO: DICHIARATO LO STATO DI CALAMITÀ
L'Esecutivo, con in testa il
sindaco Stefano Castellino, chiede la nomina di un commissario
delegato a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza
Redazione
I danni sono stati elencati. Così come
sono stati indicati gli interventi urgenti e indifferibili ritenuti
necessari per scongiurare, nei limiti del possibile, analoghe future
emergenze e le presunte necessarie risorse. La somma - dei danni,
appunto, - è allarmante: 20 milioni di euro circa. Perché Palma di
Montechiaro risulta essere, quasi per intero, devastata dagli ultimi
due giorni di maltempo. E la giunta comunale di Palma di Montechiaro,
sindaco Stefano Castellino in testa, hanno dichiarato lo stato di
calamità naturale e quello di emergenza per eccezionale evento
meteorico.
La delibera è stata già trasmessa -
per la precisa quantificazione dei danni e per la valutazione
complessiva del contesto di criticità - al prefetto di Agrigento, al
presidente della Regione, al commissario straordinario del Libero
consorzio comunale, al dipartimento nazionale della Protezione
civile, al dipartimento regionale della Protezione civile.
L'Esecutivo di Palma di Montechiaro chiede la nomina di un
commissario delegato a seguito della dichiarazione dello stato di
emergenza.
"Durante queste ore di disastro
che hanno piegato la Sicilia e la nostra Palma di Montechiaro, siamo
stati in costante contatto - ha scritto l'Esecutivo - con il
dipartimento regionale Protezione civile guidato da Calogero Foti,
con l'assessore regionale Marco Falcone, con il presidente della
Regione Nello Musumeci e tutto il governo regionale. A loro il nostro
enorme ringraziamento per la vicinanza e la sensibilità dimostrata,
certi del loro sostegno e di un tempestivo intervento".
"Solo per il molo, per il rione
Monti e per contrada Ciotta i danni sono stati stimati in circa 10,
12 milioni di euro. Ma serve la messa in sicurezza delle acque
bianche come il ripristino del manto stradale danneggiato e poi ci
sono i danni dei privati - ha spiegato il sindaco di Palma di
Montechiaro, Stefano Castellino, - e arriviamo circa 20 milioni di
euro".
SCRIVOLIBERO
AVVISO AGLI AUTOMOBILISTI: ECCO LE
STRADE RESE IMPERCORRIBILI DAL MALTEMPO
Il sereno dopo la tempesta? Sembrerebbe
proprio di no soprattutto a giudicare dalla rete viaria della
provincia di Agrigento che versa in condizioni di impercorribilità
quasi assoluta.
Ad essere chiusi al traffico veicolare
la strada provinciali di collegamento nel riberese sommerse da acqua
e fango in seguito all'esondazione del fiume Magazzolo; la caduta
di alberi ha reso impercorribile la SP n. 47 Sant'Anna-Villafranca
Sicula. Disagi anche sulla la SP n.63 tra Palma di Montechiaro e
Campobello di Licata, le SPC n. 58 e 59, la SP n. 6 Licata-Ravanusa,
la SP n. 9 Ravanusa-Fiume Salso, la n. 10 Campobello-Fiume Salso e la
SPC n. 66, strade in cui sono a lavoro i tecnici del Libero
Consorzio.
Intanto, vista l'allerta arancione
diramata anche per oggi dalla Protezione Civile, si consiglia di
uscire solo in caso di estrema necessità.
LA SICILIA
RIBERA.
Città, comprensorio ed economia
agricola messi in ginocchio.
Disastro tra le Valli dei fiumi
Verdura, Magazzolo e Platani. Coinvolti una dozzina di comuni. Gli
agrumicoltori rischiano di finire sul lastrico.
RIBERA. Tutto il territorio riberese,
compreso tra le valli dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani, e una
dozzina di paesi che si affacciano sul comprensorio agricolo sono
stati messi in ginocchio dalla pesantissima ondata di maltempo che ha
investito nel pomeriggio e nella serata di sabato l'agricoltura, il
sistema viario urbano ed extraurbano, i servizi per le popolazioni e
l'economia,
Sono caduti in poche ore 165 millimetri
di pioggia con una intensità tra le ore 17e le 18 di sabato di circa
60 millimetri. Una quantità enorme se si pensa che la piovosità
media inun anno si aggira intorno ai 500-600 millimetri. L'oceano
d'acqua e di detriti di ogni specie, fango e tronchi d'albero, ha
causato i maggiori danni lungo tutto il corso del fiume Sosio-Verdura
nel tratto tra il ponte Cifota di Villafranca Sicula e la foce del
Verdura che arriva nel Canale di Sicilia, nei pressi del villaggio
GolfResort di Rocco Forte,
Agrumeti invasi dalle acque melmose,
piante di aranci carichi di frutta abbattuti in prossimità delle
sponde del corso d'acqua, frangivento sradicati, alcuni caseggiati
rurali invasi dalle acque ed attrezzature agricole trascinate a mare.
I danni economici alle aziende agricole e alla viabilità rurale
privata sono molto gravi, tali da mandare sul lastrico migliaia di
agrumicoltori che da qualche decennio investono per migliorare
colture, mezzi e strutture.
Buone notizie arrivano da Giuseppe
Pasciuta, riberese, dirigente della Regione Siciliana, presidente del
consorzio di Tutela Arancia di Ribera Dop, che afferma: "A parte
le esondazioni che hanno provocato notevoli danno, le intense piogge
non hanno provocato fortunatamente alcun danno al frutto pendente per
cui possiamo prevedere un'ottima campagna agrumaria sia in termini
qualitativi che quantitativi. Andremo a verifìcare superfici
inondate e danni complessivi alle aziende",
Il fiume Platani, come ogni anno da
tradizione all'arrivo delle piogge corpose, straripa violentemente
perché non ha argini che tengano irreggimentate le acque che hanno
invaso gli impianti colturali ai due lati del fiume, al confine dei
territori tra Ribera e Cattolica Eraclea, Agrumeti ed oliveti
allagati in prossimità del ponte sulla strada statale 115 e sulla
vecchia strada provinciale per Montallegro e Cattolica Eraclea.
L'unico fiume, che non è stato
coinvolto nella bomba d'acqua, è stato il Magazzolo che, nonostante
abbia a monte in territorio di Bivona la presenza della diga Castello
che raccoglie le acque del bacino imbrifero montano, ha trascinato a
mare tanta acqua mai vista prima d'ora che per fortuna non ha
sfondato i buoni argini in terra battuta, costruiti da decenni.
Le strade statali, in particolare quasi
tutte quelle provinciali, sono state investite da smottamenti sulla
SS 115 e sulla 386 su cui è intervenuta subito l'Anas con uomini e
mezzi. Quasi intransitabili le arterie di collegamento provinciale
tra Ribera, Caltabellotta, Villafranca Sicula, Burgio, Bivona, Lucca
Sicula e Cianciana per la presenza di detriti, fango, alberi e frane
per i quali è intervenuta anche la protezione civile per rimuovere
gli ostacoli.
EMANUELA MINIO
PROVINCIA
Una notte di terrore in gran parte
del territorio.
a.r.) Strade allagate, altre
impraticabili e ricoperte di fango, un'autovettura finita in mare,
una seconda vettura inghiottita da una voragine, uno stabilimento,
inaugurato a inizio dell'estate scorsa, completamente distrutto, e
poi ancora ristoranti, aziende e abitazioni invase dall'acqua e
rimasti danneggiati. Sono stati oltre 500 gli ìnterventi effettuati
in tutta la provincia, da carabinieri, vigili del fuoco e protezione
civile, costantemente coordinati dalla Prefettura agrigentina, per
dare ogni forma di assistenza e soccorso, a tutti coloro in
difficoltà, e impegnati anche nella conta dei danni.
A Siculiana Marina, un'autovettura in
sosta è stata trascinata via dalla furia dell'acqua ed è finita in
mare. Il proprietario si trovava al riparo. La vettura a causa del
mare in burrasca è stata portata via dalle onde al largo. Non è
stata ancora ritrovata. Uno stabilimento balneare, con annesso
ristorante, è stato pesantemente danneggiato a nella località
balneare di "Bovo Marina", a Montalllegro. Diverse persone,
fra clienti e proprietari, sono stati portati in salvo. La struttura
è compromessa e i danni sono ingenti. Altri due ristoranti, uno a
Casteltermini, l'altro a Cammarata, sono stati devastati dalla massa
di acqua e fango. Sospese le due attività lavorative in attesa di
riparare i danni.
Una "voragine" di oltre 10
metri si è aperta all'improvviso sull'asfalto di una strada centrale
di "Eraclea Minoa", vicino i lidi balneari di Cattolica
Eraclea. Un'utilitaria è stata quasi "inghiottita".
Ovunque strade allagate o invase dal fango. Quasi impraticabile la
provinciale che, dalla Ss 115 porta a Casteltermini, ricoperta per
chilometri da un "tappeto" di fango e massi. Montagne di
detriti sulle arterie di Montallegro, Cattolica Eraclea, e Siculiana.
Qui in queste zone i carabinieri hanno recuperato pale e attrezzi da
lavoro, ed hanno proceduto a spalare il fango, riuscendo a fare
riaprire alcune arterie alla circolazione stradale. Sono state,
comunque, numerose le strade chiuse in via precauzionale. In una zona
del centro di Realmonte, i militari dell'Arma sono accorsi per il
cedimento di un muro e una recinzione, a pochi dalle abitazione. Solo
danni, per fortuna nessun ferito. Un altro muretto è collassato in
strada a Montallegro. Allagamenti a favara dove con la via Capitano
Callea trasformata in un "fiume". Alcune auto sono rimaste
impantanate.
Agrigento, coppia sepolta dal fango.
un treno deragliato e case evacuate
Cosimo e Nicole arrivati da
Francoforte e morti travolti dalla piena dell'Akragas.
AGRIGENTO. Due morti, un treno
deragliato, e un altro bloccato nel fango. E poi, ancora, il fiume
Akragas straripato, con tanto di allagamenti, distruzione e famiglie
costrette di notte a fuggire dalle proprie Case. Agrigento e
Cammarata, il mare e la montagna agrigentina, lungo questa linea a
"tagliare" in due la provincia, i corsi d'acqua
"ingrossati", da quattro giorni intensi di pioggia, hanno
trascinato via ogni cosa. Le vittime sono due coniugi Cosimo
Fustaìno, 54 anni, originario di Valledolmo (Caltanissetta), e la
moglie tedesca, Nicole, di 47 anni, residenti in Germania.
La coppia era arrivata, da Francoforte,
per trascorrere un breve soggiorno nell'agrigentino, a quanto pare
anche per rendere omaggio ai familiari defunti. Viaggiavano a bordo
della loro auto, travolta da una frana, e scaraventata in un dirupo
lungo un torrente in piena. Li hanno recuperati dopo diverse ore i
vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento. Il cadavere
dell'uomo era sepolto nel fango, a circa 100 metri dalla vettura
accartocciata, mentre quello della moglie, è stato trovato ad oltre
500 metri in mezzo alla vegetazione.
I due erano atterrati a Palermo con un
volo proveniente dalla Germania, sabato pomeriggio, avevano preso
un'auto a noleggio (una Citroen), ma giunti nei pressi di Cammarata
quando hanno capito che, le condizioni del tempo peggioravano a vista
d'occhio, si sono fermati nell'area del "Motel San Pietro".
A questo punto si perdono le tracce della coppia. Poco prima avevano
telefonato alcuni parenti, chiedendo indicazioni sul percorso da
fare. Poi avrebbero sbagliato strada. Non hanno proseguito sulla Ss
189, ma si sono ritrovati in un'arteria interpoderale di contrada
"San Martino", che collega i comuni di Castronovo di
Sicilia e Cammarata: È qui che sono stati investiti da una frana e,
a causa della "furia" dell'acqua del torrente esondato,
sbalzati fuori dall'abitacolo, e trascinati a valle.
Dopo l'allarme le ricerche attivate ad
opera dei carabinieri della Compagnia di Cammarata hanno permesso,
all'alba, di ritrovare, nel burrone, l'autovettura. I militari sono
scesi a piedi aiutandosi con delle corde, e tra mille difficoltà,
rischiando anch'essi la loro incolumità, ma hanno trovato i due
corpi quasi interamente sepolti nel fango.
A causa dei fiumi in piena si sono
vissuti momenti di paura su due treni sulla tratta ferrata
Agrigento-Palermo. Un primo convoglio è deragliato vicino Cammarata.
Otto le persone a bordo, nessuna delle
quali, per fortuna ha riportato ferite. I soccorritori con l'aiuto di
mezzi pesanti reperiti sul posto, si sono fatti strada fra la massa
di detriti, riuscendo ad arrivare ai vagoni. A piedi, hanno poi
raggiunto i viaggiatori che, sono stati fatti salire sulle auto dei
militari e messi in salvo.
Un altro treno, sulla stessa linea
ferroviaria, è rimasto bloccato per il fango, per l'esondazione del
torrente Cantarella, all'altezza di Muxarello, e il piccolo comune
agrigentino di Comitini. Le quindici persone a bordo sono state
soccorse dai vigili del fuoco, dai carabinieri e dai volontari,
guidati dal Sindaco di Comitini, Nino Contino. «Abbiamo allertato i
soccorsi -
racconta il primo cittadino. Per prima
sul posto per dare assistenza ai viaggiatori sono arrivati i nostri
volontari della Onlus Giubbe d'Italia. Con i mezzi messi a
disposizione dalla protezione civile di Comitini - conclude -, tutti
sono stati accompagnati nelle proprie abitazioni».
Complessivamente sono stati 25 i nuclei
familiari evacuati dai vigili del fuoco e dal personale della
protezione civile comunale, tra il villaggio Peruzzo e San Leone,
alla periferia di Agrigento, per lo straripamento del fiume Akragas.
Le operazioni sono state seguite e
monitorate dal sindaco Lilla Firetto, e dalla Prefettura.
Il primo cittadino ha effettuato sia
nella notte che, nelle prime ore di ieri mattina lunghi sopralluoghi
nelle zone colpite dall'esondazione, per rendersi conto dell'entità
dei danni, e per incontrare le famiglie così gravemente colpite
dalla piena del fiume.
Sono almeno cinque le abitazioni
sommerse da un metro di fango, e al momento non abitabili. Un'altra
decina di villette hanno riportato danni agli arredi, muri, e
giardini devastati.