Giornale di Sicilia
Bufera sulla società di gestione del servizio idrico ad Agrigento
Interdittiva antimafia per Girgenti Acque
Gerlando Cardinale - AGRIGENTO
«Nei confronti di Girgenti Acque sussistono elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa». Lo scrive il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, arrivato nella città dei Templi lo scorso gennaio, all'indomani della rimozione da parte del Consiglio dei ministri del suo predecessore, Nicola Diomede, indagato dalla Procura della Repubblica di Agrigento con l'accusa di avere fatto parte di una rete affaristica che per favorire il colosso imprenditoriale che gestisce il servizio idrico, lo avrebbe - fra le altre cose - risparmiato da provvedimenti interdittivi. La Prefettura adesso, tenendo conto anche di elementi nuovi e successivi, scaturiti da un'istruttoria avviata nel 2018, ha emesso un'interdittiva antimafia che comporterà la revoca degli affidamenti pubblici, il blocco delle gare in corso e l'affidamento a una gestione commissariale dei servizi idrici e di depurazione che vengono gestiti n provincia di Agrigento in virtù di una convenzione trentennale. La Prefettura, in particolare, ha rispolverato tutta la documentazione che, nel 2015, aveva portato alla richiesta da parte della Direzione investigativa antimafia di una misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti del presidente di Girgenti Acque, Marco Campione. L'or - gano investigativo aveva proposto al tribunale di sottoporlo alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, in ragione della sua pericolosità sociale dovuta a contatti con esponenti della criminalità organizzata. Era stato propostopure il sequestro dei beni. I giudici, ritenendo che non vi fossero i presupposti, neppure in termini di attualità, visto che si faceva riferimento anche a episodi datati nel tempo, rigettarono la proposta. «Nel pieno rispetto dell'autonoma valutazione della magistratura - si legge nel provvedimento - questa Prefettura, quale autorità amministrativa preposta alla prevenzione antimafia ha dedicato attenzione a questi atti». Ma non è tutto. Il prefetto Caputo ha anche affidato alla Dia un'ulteriore istruttoria dalla quale sono emersi altri e ementi. Innanzitutto Campione è il principale indagato dell'inchiesta che ipotizza l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere, composta da politici di ogni livello ed estrazione partitica, funzionari pubblici, giornalisti e professionisti che avrebbero favorito la sua società attraverso favori e protezioni di varia natura. In cambio, a disposizione di chi avrebbe dato un contributo, ci sarebbero stati migliaia fra posti di lavori, incarichi e consulenze per familiari e amici dei presunti componenti della rete affaristica. Fra gli indagati, in tutto 73, c'è proprio l'ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede che rilasciò certificazioni antimafia positive che, secondo il procuratore aggiunto Salvatore Vella, che coordina l'inchiesta, sarebbero stato illegittime. Nella lista delle nuove vicende giudiziarie che hanno visto protagonista Campione anche la nuova inchiesta che ipotizza lo smaltimento illecito dei rifiuti nella discarica di Camastra e un recentissimo rinvio a giudizio per avere provocato, attraverso il malfunzionamento del sistema di depurazione, l'inquinamento del litorale di San Leone. (*GECA*)
Toninelli sulle strade dell'Isola
«Darò le provinciali all'Anas»
Dai treni ad alta percorrenza alla riapertura del viadotto Himera sulla Palermo-Catania: numerosi gli impegni presi
Il sopralluogo. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al cantiere del viadotto Himera, lungo l'autostrada Palermo-Catania
Concetta Rizzo
AGRIGENTO
«Non è accettabile che ci siano vie colabrodo. Le strade provinciali in Sicilia sono messe male. Avviene anche altrove, ma la Sicilia è un caso particolare, nel senso negativo del termine. Anche il caso di Rfi è di assoluta priorità. I binari, in Sicilia, sono tutti a gestione con controllo marcia treno. È una buona notizia, nel senso che i livelli di sicurezza ci sono. Ovviamente la qualità dei servizi, la puntualità dei treni non è all'altezza di quanto i siciliani ci stanno chiedendo. Anche lì dobbiamo mettere un faro sui treni ad alta percorrenza». Lo dice il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Che dopo questa prima giornata nell'Isola ha un quadro chiaro di quali siano le priorità. Oggi nuova serie di sopralluoghi con puntata anche a Palermo. «La Sicilia - dice - non è più sola. Il governo del cambiamento c'è ed è finalmente attento alle grandi problematiche infrastrutturali». La due giorni del ministro Toninelli in Sicilia è iniziata al cantiere Himera e poi a Scillato, lungo l'autostrada A9 Palermo-Catania. Al cantiere del viadotto Himera, il ministro è stato avvicinato da diversi sindaci del comprensorio che hanno evidenziato i problemi della viabilità. «Voglio capire qual è situazione, poi venite a Roma e io vi accolgo», li ha rassicurati Toninelli, che ha parlato anche di semplificazione in materia di appalti: «Uno dei tavoli più importanti è quello sul codice degli appalti, tra poco ci sarà una prima bozza. L'obiettivo è di semplificare, chiarendo quali sono le norme». Già al cantiere Himera, concetto ribadito anche ad Agrigento, il ministro dei Cinque Stelle ha lanciato l'idea «per fare un passo avanti: entrare nelle strade provinciali attraverso Anas e gestire meglio la viabilità. È una interlocuzione che dovrò fare anche con il presidente Nello Musumeci, - ha spiegato -. Siccome oggi le Province non sono in grado di progettare e investire i soldi che hanno anche in cassa è giusto che lo Stato faccia un passo avanti, si sostituisca alle Province e le gestisca meglio perché la viabilità è fondamentale». Non è mancata la frecciata politica: «Le Province sono state gestite male perché c'è stata una riforma Delrio completamente sbagliata ». Alla domanda del ministro sul crono-programma per il viadotto Himera i dirigenti dell'Anas hanno risposto: «Non siamo messi male, pensiamo di ripristinare la viabilità entro la fine del 2019». Toninelli, secco, ha replicato: «Speriamo prima». Visita lampo, quella del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, al viadotto Morandi che collega Agrigento con Porto Empedocle, ponte chiuso dal marzo del 2017. Il ministro ha anche fatto una «foto ricordo» sotto i piloni del viadotto e poi si è spostato in Prefettura per un incontro a porte chiuse con i Comuni della provincia per fare il punto sull'emergen - za viabilità e sui danni che il maltempo ha inferto ad Agrigento. Il componente del governo Conte si è, in questa fase, limitato ad auspicare una pronta messa in sicurezza del viadotto Morandi. L'Anas potrebbe avviare già a gennaio i lavori sul tratto già aper o, completata quella si passerà alla parte inibita. «Oggi tutti devono sapere tutti che il loro ministro ha il fiato sul collo e porta il fiato sul collo alla stessa Anas. Non accetterò più che un dossier, gestito da Anas e quindi dallo Stato, si fermi per vari motivi. Devono andare avanti le cose e devono trovarsi soluzioni - ha detto il ministro Toninelli dopo l'incontro con i sindaci dei comuni agrigentini - . Il mio ministero si sta riprendendo in mano un sacco di strade provinciali». Uno sguardo anche alla Caltanissetta- Agrigento. «La situazione finanziaria della Cmc - dice il ministro - è preoccupante. La speranza è di poterla vedere, fra poche settimane, con un debito ristrutturato e che possa riprendere i lavori, altrimenti dovremo prendere decisioni alternative». Il riferimento è ai lavori di raddoppio della statale 640, la Agrigento-Caltanissetta appunto. Infine, arriverà, a breve, una nuova autorità di sistema portuale dello Stretto. «L'hanno chiesta in tanti, salvo casi particolari si potrà veder e che, entro poche settimane, ci sarà una autorità di sistema portuale Messina-Reggio Calabria», assicura Toninelli.
Apre Scienze della Formazione
Intanto il 30 novembre Pietro Busetta rassegnerà le dimissioni da presidente
Paolo Picone
Verso la conclusione della gestione «Busetta» all'università di Agrigento. Come ampiamente annunciato dal presidente del Consorzio universitario, entro fine mese Pietro Busetta lascerà la guida del Polo didattico. E adesso è ufficiale: c'è infatti la data in cui il presidente formalizzerà le proprie dimissioni: il 30 novembre alle 10, in prima convocazione ed alle 11, in seconda chiamata, si terrà l'assem - blea straordinaria dei soci del Consorzio per la presa d'atto delle modifiche statutarie. Le dimissioni di Busetta serviranno a mettere a punto la nuova normativa sui Consorzi che prevede una governance con un presidente che sarà nominato dalla Regione, un Consigliere nominato dall'Università di riferimento, cioè quella che avrà il numero maggiore dei corsi ed un rappresentante eletto dai territori con una nomina che prevede una elezione «pesata» in base ai contributi dati. «Riteniamo di avere svolto un lavoroimportante - ha detto Busetta - organizzando con una serie di riunioni l'interlocuzione dei con orzi con l'assessorato, che in verità si è reso parte attiva nella riforma. Adesso bisognerà apportare le riforme statutarie all'as - semblea dei soci e ritengo con questo passaggio che il mio contributo al Consorzio possa considerarsi completato.Riconsegneremo una struttura, che era un elefante abbattuto, con i conti in ordine, con tutti i bilanci approvati a cominciare da quello del 2015, con certezza di risorse ed un interesse da parte di tante università ad istituire dei corsi ad Agrigento, a cominciare da Palermo che ha manifestato grande interesse a riattivare i corsi, per continuare con Catania, Enna ma anche alla Lumsa». Con l'anno Accademico 2019-2020, l'Università agrigentina, come si è detto più volte, riprenderà un percorso brillante. Con la gestione Busetta l'università di Agrigento è stata rilanciata, con importanti traguardi. Ultimo in ordine di tempo, l'accordo raggiunto con la Lumsa. «Prosegue il percorso di riavviamento delle attività del consorzio - ha commentato Busetta - come anche recentemente era stato promesso. Il consorzio è una creatura viva che si avvia verso un percorso di rilancio». Sono state avviate le procedure per la sottoscrizione di una partnership con la Lumsa che porterà all'attivazione di un corso di laurea in scienze dell'edu - cazione e della formazione. Era stato proprio il rettore della libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa), Francesco Bonini, nel suo intervento alla inaugurazione del Corso di Laurea in Mediazione linguistica ad aver manifestato l'interesse dell'Ateneo ad intraprendere da quest'anno accademico una collaborazione con il Consorzio universitario agrigentino. «Dopo la bella manifestazione di apertura dell'anno accademico - ha scritto Bonino - sono lieto di confermare la disponibilità a valutare l'organizzazione, per il corrente anno accademico, con base anche ad Agrigento, del pacchetto dei 60 crediti formativi universitari per l'abilitazione degli operatori per l'infanzia, nell'ambito del corso di laurea L19 (cioè laurea in scienze dell'educazio e e della formazione)». Il presidente Pietro Busetta ed il professore Marcello Saija, hanno incontrato, nella sede palermitana della Lumsa, il direttore generale Giannina Di Marco ed il prorettore alla didattica Giampaolo Frezza. In quella sede si è stabilito di procedere immediatamente alla firma di un protocollo di intesa per avviare già con l'anno accademico 2018/2019 un corso intensivo per la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico che preveda 1.500 ore in 8 mesi e nel contempo sono state avviate le procedure propedeutiche per la creazione diuncorso di laurea in Scienze della formazione. Già è attivo il nuovo corso di Laurea di Scienze della Mediazione Linguistica istituito presso il Consorzio universitario di Agrigento ed autorizzato dal Ministero. (* PAPI*)
Concerto di successo a Palermo
Ribera, il «Toscanini» esce tra gli applausi dal teatro Politeama
Grande successo dell'Istituto Musicale Toscanini di Ribera alla prima di West Side Story al Politeama di Palermo in coproduzione con la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. Pubblico entusiasta che ha pure ballato insieme ai musicisti sulle note del bis di Mambo del grande genio statunitense Leonard Bernstein. Molto acclamati i solisti del Toscanini: da oggi impegnati insieme all'orchestra Giovanile siciliana e al coro delle voci bianche della Fondazione nelle altre recite per le scuole con oltre 4.000 studenti provenienti dalla Provincia di Palermo e di Agrigento. Presenti il direttore, Mariangela Longo, il presidente dell'Istituto, Giuseppe Tortorici, il commissario del Libero Consorzio di Agrigento, Alberto Di Pisa, e l'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Ribera, Francesco Montalbano. La coproduzione del musical West Side Story di Bernstein che è stata realizzata in collaborazione tra l'istituto musicale Toscanini di Ribera e Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana al Politeama di Palermo ha subito registrato il sold out in prevendita con studenti prenotati provenienti dalle scuole delle province di Paler-moe Agrigento. Prosegue, intanto, il tavolo tecnico a Roma per l'avvio della procedura di statalizzazione degli istituti superiori di studimusicali tra cui l'istituto Arturo Toscaninidi Ribera. Assegnata, intanto, al Toscanini la seconda tranche del contributo statale 2018 pari a 275mila euro. Il processo si avvierà con l'apertura di una piattaforma informatica in cui tutte le Istituzioni inseriranno le informazioni relative al personale, all'utenza, alle attivitàsvolte (didattica, produzione, internazionalizzazione, ricerca e terza missione) alla sede e alla sostenibilità finanziaria. Nel frattempo si stanno completando tutti gli adempimenti necessari per legge al fine di consentire prima possibile il trasferimento alla nuova sede assegnata dal Comune di Ribera. Negli ultimi tre anni la scuola è passata dal rischio chiusura al pieno rilancio ed a prospettive importanti. Nel frattempo sono già attivi i 7 bienni ordinamentali di secondo livello universitario e 23 trienni di primo livello e relativi corsi propedeutici. Sono stati autorizzati anche i nuovi corsi universitari pop rock, «una novità assoluta nel territorio, che saranno attivati solo dopo il trasferimento alla nuova sede di corso Umberto -dice il direttore, Mariangela Longo - assegnata dal Comune di Ribera per la quale l'Istituto sta ottemperando a tutti gli adempimenti formali necessari e previsti dalla normativa vigente». Una notevole crescita, negli ultimi anni, quella del Toscanini di Ribera, verificata anche dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha assistito a un loro concerto. Il Toscanini è l'unica istituzione di alta formazione musicale di tutto il territorio Agrigentino e ha attivato una serie di progetti anche di respiro internazionale. (*GP*)
Canicattìweb
Approvato il bilancio di previsione 2018 del Libero Consorzio di Agrigento
Il Commissario Straordinario Girolamo Alberto Di Pisa, nonostante l'esiguità delle risorse finanziarie a disposizione e il pesante contributo alla finanza pubblica richiesto dallo Stato, ha approvato il bilancio di previsione 2018, il bilancio pluriennale 2018-2020 e il Documento Unico di Programmazione (DUP) del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il bilancio di previsione 2018, uno dei pochi approvati in Sicilia da un Ente Locale, presenta entrate per un totale di 76,370,982,54 euro. Queste sono costituite, in prevalenza, da entrate tributarie per 23.225.400,00 euro, trasferimenti da altri enti per 22.114.175,64 euro, entrate extra-tributarie per 2.769.252,86 euro ed entrate in conto capitale per 9.735.940,73 euro. Sul versante delle spese, le Spese correnti ammontano a 51.393.042,10 euro, mentre le spese per investimenti assommano a 15.964.722,312 euro. Le spese per gli investimenti sono destinate prevalentemente agli interventi sulla viabilità interna e per le infrastrutture stradali, all'edilizia scolastica provinciale e al funzionamento delle scuole superiori della provincia. Impiegato un avanzo d'amministrazione pari a 5.945.257,02. Sempre nell'ambito delle spese, il contributo alla finanza pubblica previsto nella legge di stabilità nel 2018 supera la somma di 19 milioni di euro che grava pesantemente sul bilancio dell'Ente, riducendo notevolmente la capacità di erogare quei servizi che sono assegnati per legge ai Liberi Consorzi e che interessano direttamente i cittadini, principalmente nei settori dell'edilizia scolastica e della viabilità provinciale.
AGRIGENTONOTIZE
VIABILITÀ, ANAS: "PRONTI A
GESTIRE ANCHE LA RETE DELLE STRADE PROVINCIALI"
Apertura da parte della società
alla proposta del ministro Toninelli, ma a patto che siano chiare le
competenze e le risorse
Calogero Montana Lampo, Gioacchino
Schicchi
Gestione strade provinciali, l'Anas è
pronta, ma prima bisognerà capire chi metterà i soldi e a che
titolo lo si potrà fare. E' di cauta apertura la posizione della
società, tirata direttamente in ballo oggi dal ministro delle
Infrastrutture Danilo Toninelli come possibile nuovo ente gestore
della rete delle strade Provinciali. "Noi - spiega il
coordinatore di Anas per la Sicilia, Valerio Mele, riteniamo di avere
gli strumenti, il know how, le competenze per poter dare un supporto
alla Regione nella gestione della viabilità provinciale. Chiaramente
questo deve essere fatto in un'ottica di programmazione: oggi
gestiamo 4mila chilometri di strade in Sicilia, le provinciali si
sviluppano per 26mila km. Ovviamente per Anas gestire anche questi
chilometri dovrà strutturarsi di conseguenza".
IL MINISTRO TONINELLI AI PIEDI DEL
VIADOTTO "MORANDI": "VORREMMO ENTRARE NELLE STRADE
PROVINCIALI ATTRAVERSO L'ANAS"
"Siccome oggi le Province non
sono in grado di progettare e investire i soldi che hanno anche in
cassa è giusto che lo Stato faccia un passo avanti, si sostituisca
alle Province e le gestisca meglio perché la viabilità è
fondamentale"
Calogero Montana Lampo, Gioacchino
Schicchi
"Le strade provinciali sono
totalmente dissestate. Oggi vengo a controllare lo stato di salute
delle strade e delle autostrade e a controllare e ispezionare i
cantieri Anas e Rfi. Ovviamente vorremmo fare un passo avanti,
entrare nelle strade provinciali attraverso Anas e gestire meglio la
viabilità". Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture Danilo
Toninelli dopo il sopralluogo al viadotto "Morandi", che
collega Agrigento con Porto Empedocle e viceversa, chiuso dal marzo
del 2017.
"L'interessamento c'è. E' una
interlocuzione che dovrò fare anche con il presidente Nello
Musumeci, ma siccome oggi le Province non sono in grado di progettare
e investire i soldi che hanno anche in cassa è giusto che lo Stato
faccia un passo avanti, si sostituisca alle Province e le gestisca
meglio perché la viabilità è fondamentale".
Cronaca
LIBERO CONSORZIO, APPROVATO IL
BILANCIO DI PREVISIONE 2018: LE CIFRE
Le spese per gli investimenti sono
destinate prevalentemente agli interventi sulla viabilità interna e
per le infrastrutture stradali
Redazione
Il commissario straordinario Girolamo
Alberto Di Pisa, ha approvato il bilancio di previsione 2018, il
bilancio pluriennale 2018-2020 e il Documento Unico di Programmazione
(DUP) del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
"Il bilancio di previsione 2018 -
fanno sapere da Libero consorzio - uno dei pochi approvati in
Sicilia da un Ente Locale, presenta entrate per un totale di
76,370,982,54 euro. Queste sono costituite, in prevalenza, da entrate
tributarie per 23.225.400,00 euro, trasferimenti da altri enti per
22.114.175,64 euro, entrate extra-tributarie per 2.769.252,86 euro ed
entrate in conto capitale per 9.735.940,73 euro
Sul versante delle spese, le spese
correnti ammontano a 51.393.042,10 euro, mentre le spese per
investimenti assommano a 15.964.722,312 euro. Le spese per gli
investimenti sono destinate prevalentemente agli interventi sulla
viabilità interna e per le infrastrutture stradali, all'edilizia
scolastica provinciale e al funzionamento delle scuole superiori
della provincia. Impiegato un avanzo d'amministrazione pari a
5.945.257,02.
Sempre nell'ambito delle spese, il
contributo alla finanza pubblica previsto nella legge di stabilità
nel 2018 supera la somma di 19 milioni di euro che grava pesantemente
sul bilancio dell'ente, riducendo notevolmente la capacità di
erogare quei servizi che sono assegnati per legge ai Liberi Consorzi
e che interessano direttamente i cittadini, principalmente nei
settori dell'edilizia scolastica e della viabilità provinciale.
Diminuisce il numero e il costo dei
dipendenti nonostante i limiti introdotti nel 2011 dalla riforma
delle pensioni. La pianta organica inserita nel DUP, risulta composta
da 462 dipendenti a tempo indeterminato e 133 a tempo determinato.
LA SICILIA
DANILO TONINELLI: "VISITA
RICOGNITIVA"
L'esponente del Governo, parlando
con Anas, ha auspicato interventi risolutivi.
GIOACCHINO SCHICCHI
Era per molti versi il "sorvegliato
speciale", o forse ancora meglio, "l'ospite d'onore",
ma alla fine il viadotto "Akragas"è rimasto praticamente
fuori da ogni valutazione specifica da parte del ministro alle
Infrastrutture Danilo Toninelli, ieri e oggi - anche - in provincia
di Agrigento per quella che ha lui stesso definito una "visita
ricognitiva".
Così il malandato viadotto ancora oggi
chiuso in attesa di una condanna a morte o di un intervento
risolutivo, è stato alla fine poco più di uno scenario per una
rapida carrellata di interviste prima di recarsi in Prefettura ad
incontrare i sindaci. Toninelli ha avuto comunque possibilità di
parlare con Anas, presente con i vertici regionali, della struttura,
limitandosi ad auspicare in tempi rapidi interventi risolutivi.
Il ministro, onestamente, non è
entrato mai in argomenti specifici, almeno in questa sede, ponendo
piuttosto questioni di carattere generale.
Così, nonostante un po' di imbarazzo
per la necessità di supplire sui temi locali ad un interlocutore
istituzionalmente tanto illustre, è stata Anas a spiegare lo stato
dell'arte, partendo proprio dal viadotto "Morandi". I
lavori di recupero del secondo tratto della struttura, quello già
aperto, partiranno probabilmente già a gennaio: i lavori sugli
impalcati consentiranno, stando a quanto garantito, di eliminare le
limitazioni di carico finora imposte. Poi ci si sposterà
sull'"Akragas I", che richiederà almeno 30milioni di euro
per la messa in sicurezza completa e, rassicurano da Anas,
definitiva.
La società, infatti, continua a
sostenere che quella della demolizione non è un'ipotesi in agenda, a
meno che non arrivi "una forte richiesta dal territorio"
quale potrebbe essere quella del referendum che l'Amministrazione
comunale ha ipotizzato nei giorni scorsi dalle pagine del nostro
giornale.
Anche sul progetto di una viabilità
secondaria e alternativa al viadotto Anas ha sostanzialmente
nicchiato, come a dire: lo faremo, ma non è il "piano A".
Poche belle notizie arrivano invece
sulle altre grandi opere oggi in discussione. Una è certamente il
viadotto "Petrusa", chiuso da oltre 700 giorni. Stando ad
Anas, i lavori di costruzione di una nuova struttura partiranno forse
ad inizio del prossimo anno, dato che solo adesso è arrivata
l'aggiudicazione definitiva. Anche sulla riapertura della galleria
"Spinasanta" non giungono notizie rassicuranti: è vero che
Anas condurrà in questa fase solo piccoli interventi manutentivi in
attesa del progetto da 11 milioni di euro per il complessivo
ripensamento della struttura, ma a mancare è stata una certezza sui
tempi tecnici necessari a completare il tutto. E di questi tempi non
è un dettaglio .
TURISMO, FISSATI GLI OBIETTIVI
Dagli Stati generali parte nuova
era.
g.c.) Il numero zero degli Stati
Generali del Turismo di Licata ha permesso di fissare degli obiettivi
da raggiungere a medio termine. Il primo risultato scaturito dal
vertice del Carmine di domenica mattina è la convocazione di alcuni
tavoli di "settore". "L'incontro - dicono gli
organizzatori - è stato uno spartiacque tra quello che fino ad ora
era un impegno generico e l'impegno vero che ormai nessuno può più
permettersi di rimandare o peggio di eludere, sia l'amministrazione,
che noi". Questi i risultati più evidenti ottenuti: un tavolo
permanente di concertazione tra l'amministrazione e gli operatori
turistici, scelte condivise sull'utilizzo della tassa di soggiorno,
impegno per una città che, luogo di soggiorno e vacanze si trasformi
in una vera e propria "Destinazione turistica". I tavoli
settoriali verranno avviati a giorni e chiunque avrà la possibilità
di prendervi parte. All'evento hanno partecipato circa un centinaio
di persone, diversi operatori della filiera turistica, uomini
politici e anche semplici curiosi. Tutti gli interventi sono stati
trasmessi in diretta streaming dalla web tv Licata Channel e hanno
avuto un numero significativo di partecipanti. Presenti all'incontro,
il sindaco Pino Galanti, il deputato regionale Carmelo Pullara,
l'assessore al turismo, Angelo Vincenti.
RIBERA
Le acque dei fiumi in piena scavano
i pilastri dei ponti
RIBERA. Le acque, che hanno ingrossato
i fiumi sul territorio riberese, hanno scavato le basi di qualche
pilastro in cemento armato dei ponti che attraversano sia il fiume
Verdura sia il fiume Magazzolo. Sui media e tramite i social
infuriano le segnalazioni di diversi agricoltori e di tanti
automobilisti che chiedono di conoscere se la furia delle acque non
ha scalfito la solidità delle due vie di comunicazione.
Si tratta di un piastro centrale del
ponte sul Verdura, posto nei pressi del letto fluviale, dove l'acqua
ha scalfito la base in terra attorno al pilastro e ha portato via il
terriccio. Potrebbe essere nulla di preoccupante perché il nuovo
ponte della strada statale 115, Agrigento-Castelvetrano, a cinque
chilometri da Ribera, è da costruito ed ultimato nella primavera del
2017. Ma quella terra, che manca attorno al pilastro, impressiona
negativamente in quanto il vecchio ponte secolare di tufo è crollato
per erosione circa cinque anni fa. Oggi la palificazione, che forse
arriva anche a 50 metri di profondità sul letto del fiume dovrebbe
offrire sicure garanzie.
Lo stesso discorso si pone per l'altro
ponte sulla provinciale Ribera-Cianciana, quando la via comunicazione
attraversa il fiume Magazzolo, a 6 chilometri dal centro urbano. In
questo caso,
tutta la piattaforma in cemento alla
base è già fuori dal terreno, al centro del letto, e si intravedono
le punte della palificazione con il fiume a secco. Anche questo ponte
una ventina di anni fa fu danneggiato dalla furia delle acque,
abbattuto e fu ricostruito dopo qualche anno,
EMANUELA MINIO
QUALITA' DELLA VITA
"Siamo tra le eccellenze per
ecosostenibilità e sicurezza"
g.s.) Qualità della vita, nuove
classifiche e nuove polemiche. Mentre si resta in attesa dello studio
annuale del Sole 24 Ore, che sarà pubblicato probabilmente a fine
mese, è il rapporto di Italia Oggi ad infuocare gli animi ad
Agrigento, provincia relegata, come spesso accade, nella parte bassa
della classifica.
Nel 2018, con dati 2017 la nostra
provincia si trova al 101 esimo posto contro il 97esimo piazzamento
rimediato nella precedente classifica. Un tracollo che, va detto, può
essere dipeso anche solo da una leggerezza della macchina comunale
che potrebbe non aver trasmesso i dati richiesti, ottenendo così un
risultato negativo. Certo è che se le grandi città siciliane sono
messe peggio (dietro di noi Catania, Palermo e Siracusa) e che
complessivamente ad arrancare è l'intero Sud Italia.
Ma andiamo ai numeri delle singole
categorie in cui lo studio è suddiviso, che sono numerose e molto
eterogenee tra loro. Secondo Italia Oggi Agrigento è 104esima per
affari e lavoro ( in lieve salita rispetto al 106esimo posto del
2017); ottava per qualità dell'ambiente (con un 67esimo posto per la
depurazione e un 105esimo posto per la raccolta differenziata - anno
di riferimento 2017), con un enorme balzo in avanti dato che lo
scorso anno eravamo 76esimi; 55esima per livello si sicurezza ( in
risalita netta rispetto al
passato: più nove posizioni); 98esima
per disagio sociale (20 posizioni rispetto all'anno passato, nella
categoria rientra un po' di tutto, dal numero dei senza lavoro ai
morti per incidenti stradali); 35esima per popolazione (numero
abitanti per metro quadrato, ecc); 88esima per servizi finanziari e
scolastici (quanti sportelli bancari, quante scuole ecc) e ultima
alla posizione 110, dove ci trovavamo già in passato, per qualità
del servizio sanitario locale, così come siamo fermi a quota 104 per
il tempo libero (quanti cinema, quante librerie ecc). Migliora,
paradossalmente, il tenore di vita, passato dalla 95esima posizione
all'ottantottesima, con un sistema che misura i costi dei prodotti di
consumo e la spesa dei cittadini-utenti.
Un risultato, soprattutto il calo di 4
posizioni rispetto alla Classifica dello scorso anno, da molti
vissuta come una sconfitta della singola città di Agrigento (anche
se il dato, ribadiamo, è provinciale le che invece il primo
cittadino del capoluogo, Lilla Firetto, vede come parzialmente
positivo. Applicando il principio del bicchiere mezzo pieno (e non
mezzo vuoto ) il sindaco esulta per il fatto che Agrigento sia "tra
le eccellenze per eco sostenibilità delle amministrazioni locali e
sicurezza". Critico invece è il primo cittadino sul settore
della sanità, dove siamo ultimi in Italia, a causa, dice della
"limitatezza di visione strategica e di investimenti della
Regione" che avrebbero fatto "precipitare Agrigento
all'ultimo posto con uno zero tagliato che incide pesantemente
sull'intera classifica".
IL PIANO DEI DEPUTATI REGIONALI DEL
M5SILLUSTRATO AL MINISTRO
«Chiederemo lo stato di emergenza
per i lavori sulle arterie provinciali»
PALERMO. "Un commissario
straordinario per la viabilità secondaria siciliana e sbloccare in
tempi brevissimi interventi su 180 strade provinciali dell'isola".
E' il progetto del MSS a Palazzo dei
Normanni che il vicepresidente dell'Ars Giancarlo Cancelleri ha
illustrato al ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli durante
la visita di ieri del ministro in Sicilia.
Tra interventi del Patto per il Sud e
quelli dell'accordo di programma - afferma il deputato 5stelle
Giancarlo Cancelleri - sono disponibili per le strade 290 milioni di
euro, fermi perché manca la progettazione. Il modo per velocizzare
tutto e fare aprire i cantieri nel giro di un anno è uno solo,
chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza per l'eccezionale
stato di degrado delle strade provinciali e procedere alla nomina di
un commissario straordinario, che, in virtù dei suoi poteri
speciali, possa bruciare le tappe e fare avviare prestissimo le opere
che ormai non sono più rinviabili".
Per portare in porto l'operazione il
MSS ha messo a punto una mozione che impegni il governo a chiedere lo
stato di emergenza all'esecutivo centrale in virtù della condizione
catastrofica di tantissime strade provinciali siciliane "La
situazione delle strade secondarie siciliane - continua Cancelleri -
è un unicum in Italia. Lo stato di emergenza sarebbe pertanto
pienamente giustificabile, visto che parecchi Comuni rischiano di
rimanere isolati, come già accaduto in passato".
Il problema delle strade provinciali in
Sicilia, peraltro, è sempre esistito ma si è aggravato da quando
non esistono più le province e si è creata una enorme confusione su
quelle che erano competenze di quell'ente in medio, tra cui, appunto,
la cura delle strade.
"La visita del ministro Toninelli
- afferma la capogruppo del M5s all'Ars Valentina Zafarana - segno
tangibile dell'attenzione che lo Stato ha nei confronti della Sicilia
e per le condizioni veramente disastrate della viabilità che ha
bisogno di risposte immediate. È ovvio che le emergenze non si
limitano solo al versante occidentale dell'isola, tant'è che il
ministro ha programmato a breve una nuova visita ispettiva nella
Sicilia orientale".
TONINELLI SCOPRE BUCHE E TRAZZERE
"QUESTE STRADE SONO VERGOGNOSE"
"Per manutenzione e progettazione
delle strade secondarie interverrà l'Anas"
GIOACCHINO SCHICCHI
AGRIGENTO. In viaggio nella Sicilia
"dimenticata dai predecessori". Il ministro delle
Infrastrutture e del Trasporti Danilo Toninelli inizia così la sua
"toccata e fuga" nell'Isola, finalizzata, lo precisa
subito, ad una ricognizione dello stato dell'arte dei grandi cantieri
di competenza ministeriale e, anche, della rete viaria interna. Un
tour de force, partito da Palermo (con il sopralluogo al cantiere
Himera, poi a Scillato, e poi al viadotto Imera II e proseguito poi a
Caltanissetta e ad Agrigento con un codazzo di parlamentari regionali
M5S, assistenti, amministratori e, ovviamente, i tecnici Anas, che di
questa giornata siciliana sono divenuti attori e soggetti in vari
contesti.
"Ho da poco iniziato la visita in
Sicilia, per verificare con i miei occhi lo stato di avanzamento di
alcune opere che questa bellissima terra attende, oramai, da troppi
anni - è il primo post social di Toninelli arrivato in terra sicula
-. Per lungo tempo l'isola è stata dimenticata dai miei
predecessori". Una difesa. all'attacco, insomma, sfoderando il
tema (sempre buono, qui forse anche qualcosina di più del "è
tutta colpa di chi c'era prima".
Il quadro che si è palesato agli occhi
del ministro è quello che tutti i siciliani conoscono: un bollettino
di guerra. Strade chiuse, altre crollate, viadotti abbattuti o venuti
giù, cantieri che sembrano dover durare all'infinito. "Sono qui
per fare un sopralluogo, una vera ispezione nei cantieri Anas e Rfi
tuona con i cronisti -. Lo stato è tornato, la Sicilia è tra le
massime priorità per questo governo".
E poi ancora, dal cantiere dell'Himera:
"Lo Stato vuol aiutare di più i siciliani,la mobilità è
fondamentale per spostarsi all'interno e verso il continente. Sono
qui per vedere i cantieri e per intervenire nelle strade. Dovremo
sicuramente parlare col presidente della Regione. Non è accettabile
che in Sicilia ci siano strade colabrodo".
E qui si innesta uno dei temi cardine
della visita di Toninelli in Sicilia, certamente non frutto di una
elaborazione in viaggio, tra un tweet e l'altro, ma una linea
programmata con anticipo: trasferire le strade provinciali, oggi in
larga parte in condizioni di totale abbandono, dai Liberi Consorzi
all'Anas.
Un modo per supplire, spiega il
ministro, all'impossibilità degli enti di area vasta (bloccati da
una cattiva riforma ma soffocati anche dal prelievo forzoso imposto
dallo Stato, che grava per milioni di euro ogni anno di progettare o
eseguire anche le semplici manutenzioni. "A livello nazionale -
spiega Toninelli durante la conferenza stampa tenutasi poi presso la
Prefettura di Agrigento - il mio Ministero sta prendendo in carico,
migliaia di strade provinciali, ma il caso Sicilia è particolare in
senso negativo e non si può più aspettare. Valutiamo tutte le
possibilità, anche la gestione e straordinaria degli interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria. Dobbiamo normalizzare la
viabilità sia interna che quella verso l'esterno: i siciliani
dovranno muoversi anche fuori dall'Isola in sicurezza e con prezzi
contenuti",
Di questo, o almeno, anche di questo,
Toninelli parlerà a Musumeci durante l'incontro previsto domani:
spostare la competenza delle strade ad Anas, attraverso un accordo
quadro, consentirebbe secondo il ministro di risolvere celermente le
difficoltà oggi riscontrate. Una versione che Anas non conferma e
non smentisce, dichiarandosi semmai pronta, tramite il suo
responsabile regionale, Valerio Mele, a prendersi carico dei 26mila
chilometri di strade (ex?) provinciali, anche se, precisa, sarà
necessario capire aspetti come la copertura economica,
l'organizzazione delle risorse umane e tecniche eccetera.
"E' una grande responsabilità che
mi sento di assumere nei confronti dei siciliani che non possono
circolare lungo delle strade di questo tipo. Avere strade provinciali
in dissesto significa non poter vivere una vita normale. E non è
accettabile".
La visita di Toninelli, comunque, non
poteva non concentrarsi anche sul tema delle incompiute. Partendo da
vicende di interesse, come dire, diretto. "La strada
dell'onestà, costruita nel 2015 con le restituzioni dei portavoce
del M5S, in seguito al crollo di un viadotto autostradale che
collegava Palermo con Catania - ha detto - è ancora aperta e
utilizzata dalla popolazione locale, mentre il viadotto, dopo tre
anni, è tuttora in costruzione", su questo fronte il ministro
ha annunciato una linea di rigore, partendo dal numerosi esempi sulla
tratta Palermo-Agrigento(la Ss 121-189 sara visitata oggi). "E'
necessario dare un'accelerata perché troppo tempo sta passando prima
che opere essenziali siano finite - ha detto - un esempio è il
raddoppio della statale 640: su quest'opera ci sarà la massima
attenzione in Cdm perché si completi entro il 2020".