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rassegna stampa dal 24 al 26 novembre 2018

Giornale di Sicilia

Sabato 24 novembre 2018

Inquinamento ambientale
Imprenditore denunciato
Irregolare lo smaltimento del percolato

Enzo Gallo
CANICATTÌ
Il titolare canicattinese di un impianto per la lavorazione e la trasformazione di scarti vegetali in bioenergia è stato segnalato all'autorità giudiziaria per l'ipotesi di reato di inquinamento ambientale. L'impianto di trattamento si trova in contrada Cazzola alla periferia di Canicattì ed è stato autorizzato alcuni anni fa dalla Provincia Regionale nonché dalla Regione Siciliana e dal comune di Canicattì. All'epoca venne presentato come un impianto all'avanguardia che avrebbe apportato positive ricadute in chiave economica, ambientale e di tutela dell'ambiente. Da qualche tempo non la pensano così i residenti nella zona che lamentano un'aria irrespirabile ed anche lo scolo di liquido maleodorante e scuro che definiscono percolato pur non avendo effettuato analisi. Le hanno effettuate invece il personale dell'Agenzia regionale protezione ambiente che assieme a personale della Polizia provinciale e della Polizia di Stato hanno compiuto nei mesi scorsi una serie di accessi e di osservazione nell'impianto di contrada Cazzola. Attività accompagnate da analisi sui liquidi sprigionati dalla materia prima degli scarti vegetali sottoposti ad attività di trattamento e compostaggio. Questa lavorazione è limitata, come da autorizzazione, alla sola frazione verde e ai residui ligno- cellulosi. È prevista quindi la messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi. Il progetto realizzato oltre all'impianto di trattamento della biomassa ha portato all'installazione di due pale eoliche di medie dimensioni nella zona. Se l'impianto è risultato del tutto a regola anche sul fronte della sicurezza del lavoro lo stesso non può dirsi sull'attività di lavorazione della varie tipologie e dello stoccaggio di frazione verde soprattutto per un diverso periodo di «giacenza« ed «evoluzione» che ha provocato anche liquido comunemente chiamato percolato. Sulla scorta dei dati acquisiti il legale rappresentante e la società sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per l'ipotesi di reato di «abbandono illecito di rifiuto liquido acquoso non pericoloso» che «attraverso una serie di pozzetti di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia dei piazzali dell'impianto, attraverso un tubo veniva smaltito mediante ruscellamento sotto un ponticello sulla strada di penetrazione agricola Serra Cazzola» e quindi disperso nell'ambiente. Gli abitanti della zona di residenza, estiva ed agricola, stanno pensando di rivolgersi al sindaco canicattinese, Ettore Di Ventura, e alle autorità competenti per chiedere la revoca dell'autorizzazione o vincoli più stringenti per evitare l'emissione di cattivi odori. Una questione che sembra dunque destinata a non concludersi qui. (*eg*)

Lunedì 26 novembre 2018

Siculiana- Raffadali
Viabilità, progetto per la strada provinciale

Rimozione di frane, rifacimento di cunette, allargamento della carreggiata, bitumatura e varie opere di consolidamento: sono solo alcuni aspetti del complesso progetto redatto dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio con a capo Michelangelo Di Carlo per la Strada Provinciale 17  ratto B che collega Raffadali a Siculiana.  n progetto che, dopo vari step e passaggi burocratici, ha avuto il definitivo via libera grazie al decreto di finanziamento firmato dal Dirigente Generale del Dipartimento  nfrastrutture, Mobilità e Trasporti (Infrastrutture viarie - Sicurezza stradale) della Regione Siciliana grazie al quale sarà finalmente disponibile il finanziamento di 6.500.000 euro previsto nel Programma di Azione e Coesione -Programma Operativo Complementare 2014-2020 e approvatodal Cipe nel 2017. I lavori prevedono anche la rettifica di un tratto tortuoso del tracciato e interesseranno complessivamente quasi 14 chilometri di questa importante via di comunicazione. Il finanziamento complessivo è suddiviso in 4.937.300 euro per lavori a base d'asta, 1.410.000 euro per somme a disposizione dell'Amministrazione e 152.700 euro per oneri per la sicurezza. Le somme impegnate saranno iscritte a Bilancio che è già stato approvato dal Commissario Straordinario, Girolamo Alberto Di Pisa.(* PAPI*)

Dai sindacati al commissario
Ex Provincia, appello per i precari
Dai vertici del Libero Consorzio non è arrivata alcuna replica

Situazione di estrema incertezza  per il personale precario del Libero consorzio di Agrigento. La Cgil Funzione Pubblica ha inviato una nota al commissario Straordinario, Girolamo Di Pisa e alla Segretaria Generale dell'Ente, con la quale lamenta la poca attenzione da parte dei vertici dell'Ente sulla problematica che interessa i circa centotrenta dipendenti con Contratto a Tempo Determinato attualmente in servizio. Il Coordinatore Provinciale Enti Locali, Pietro Aquilino, con la predetta nota lamenta che nonostante la Norma Regionale e Nazionale, attualmente  vigente, agevola il percorso della trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato del personale precario attualmente in servizio presso gli enti locali, dopo le ripetute richieste di attivazione delle procedure di «Stabilizzazione», avanzate, dalla scrivente Organizzazione Sindacale, durante lo svolgimento di precedenti incontri ufficiali, con la parte pubblica e non ultima la nota del 14 novembre scorso con la quale è stato chiesto apposito incontro per discutere sull'argomento, non è mai stata avviata alcuna procedura in tal senso. «Considerato che, la data ultima utile, per l'attivazione delle predette procedure è il 31 dicembre 2018 - scrive Aquilino - la Funzione Pubblica Cgil, nell'interesse supremo di tutti i lavoratori coinvolti, invita l'Ente a provvedere immediatamente alla  stesura di tutti gli atti propedeutici all'avvio della procedura di trasformazione dei contratti da Tempo Determinato a Tempo Indeterminato, avvertendo che in mancanza di positivo riscontro entro i termini stabiliti per Legge, dalla ricezione della missiva, l'organizzazione sindacale si riserva di attivare tutte le forme di lotta opportune per tutelare i diritti dei lavoratori». Dall'ex Provincia nessuna replica in attesa che arrivi il commissario in sede e provveda a convocare la Cgil. (* PAPI*)


Sabato 24 Novembre


Scivolibero

Polizia provinciale, trattamento di rifiuti speciali non pericolosi: segnalazione all'autorità giudiziaria per il titolare di un impianto
Dovrà rispondere dell'ipotesi di reato di inquinamento ambientale, il titolare di un impianto di trattamento e compostaggio della sola frazione verde e residui ligno-cellulosi e di messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi, ubicato nel territorio del Comune di Canicattì in contrada Cazzola. Sono infatti giunti nei giorni scorsi, i risultati delle analisi effettuate dall'Arpa a seguito di un'operazione congiunta tra la Polizia Provinciale del Libero Consorzio di Agrigento ed il Commissariato di Polizia di Canicattì insieme al Settore Ambiente del Libero Consorzio. Il sopralluogo, effettuato lo scorso mese di settembre, aveva riguardato una vasta area di proprietà della stessa ditta, dove erano presenti cumuli di materiale prodotto dall'attività di recupero dei rifiuti provenienti dall'impianto della ditta M.P. e materiali di altra provenienza come terre e rocce da scavo.Dall'esame della documentazione prodotta dalla società, la attività di riqualificazione ambientale e recupero dell'ex cava risultava conforme alle normative vigenti nonché al progetto approvato rilasciato dal Libero Consorzio Comunale di Agrigentola ex Provincia. Successivamente si è proceduto al controllo dell'impianto di compostaggio che era in funzione, data la presenza di mezzi che stavano scaricando rifiuti. L'area si presentava recintata con cancello in ferro all'ingresso e lungo il perimetro interno dell'impianto era presente una barriera arborea ripristinata da poco con piccole piante di oleandri.
Era presente, altresì, una segnaletica identificativa dei presidi dell'impianto. Tutta l'area lato destro rispetto l'ingresso (piazzale di manovra) e la piattaforma materiale trattato, erano occupate dalla presenza di notevoli cumuli di sfalci di potatura. I rifiuti presenti nelle varie aree di processo, sia quelli in arrivo che quelli in maturazione, risultavano depositati in difformità a quanto previsto nella pianta di progetto; infatti nell'area di maturazione erano presenti rifiuti in arrivo, nell'area termofila erano presenti rifiuti in maturazione a 90 giorni mentre nell'area di conferimento R13 erano presenti rifiuti in maturazione a 60 giorni.
Parte delle canalette per il convogliamento delle acque dei piazzali presenti nelle aree di manovra risultavano ostruite da terriccio, per cui non permettevano il normale deflusso delle acque.
Inoltre le canalette di raccolta della piattaforma destinata alle varie fasi di processo, non riuscivano a contenere il rifiuto liquido (che è risultato essere percolato per come successivamente confermato dalle analisi dell'Arpa) prodotto dai rifiuti in maturazione, che sbordando nel piazzale di manovra confluivano tramite una bocca posta all'angolo del piazzale, direttamente all'impianto di trattamento delle acque di prima pioggia. Pertanto la società è stata segnalata alla Autorità Giudiziaria per il reato di " abbandono illecito di rifiuto liquido acquoso non pericoloso - CER 161002 poiche tale colaticcio, dai pozzetti di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia dei piazzali dell'impianto, attraverso un tubo corrugato, veniva smaltito mediante ruscellamento nel pozzetto in c.l.s a servizio del ponticello ricadente sulla strada di penetrazione agricola "Serra Cazzola" Da qui le analisi dell'Arpa e i risultati che hanno portato alla segnalazione all'autorità giudiziaria.

Agrigentonotizie

Interdittiva antimafia a Girgenti acque, il Forum siciliano ai sindaci: "Accelerare per una gestione pubblica e partecipata"

Gestione servizio idrico, "occorre accelerare verso una gestione pubblica e partecipata". È quanto chiede, con una lettera aperta ai sindaci della provincia di Agrigento, il Forum siciliano dei movimenti per l'acqua ed i beni comuni, dopo l'interdittiva antimafia a Girgenti acque.
"Gli elementi individuati dal prefetto nelle motivazioni dell'interdittiva - si legge nella lettera -  superano infatti ogni possibile dubbio circa la necessità di rescindere al più presto il contratto in danno del gestore e di operare affinché si possano quantificare e richiedere allo stesso i danni ambientali e sociali prodotti in questi anni di malagestione, ponendo in essere ogni possibile elemento ostativo, sia di carattere amministrativo che giuridico, affinché nell'interregno di gestione non sorgano nuove possibilità per altri privati di subentrare a Girgenti Acque".
Interdittiva antimafia a Girgenti acque, il Forum siciliano ai sindaci: "Accelerare per una gestione pubblica e partecipata"
Auspichiamo quindi che nella vostra assemblea dell'Ati - si legge ancora nella lettera - possiate deliberare di sospendere ogni eventuale modifica dei rapporti con la gestione in essere in attesa che si faccia piena luce su tutti gli aspetti che la interessano, accelerando invece con la rescissione contrattuale da voi già deliberata e con i compiti a voi attribuiti dalla l.r.19/15 e sollecitati dalle direttive del dipartimento acqua e rifiuti". E l'invito a stilare un piano d'ambito, "corrispondente - si legge - alle effettive necessità dell'intera ex provincia, ed avviare le procedure per la costituzione di una Azienda speciale consortile, o di un Consorzio di comuni, cioè di un ente di diritto pubblico, che ricomprenda tutti i comuni della provincia al quale attribuire, come soggetto gestore, il Sii nell'ambito provinciale".



GRANDANGOLO

CUA AGRIGENTO, UN SEMINARIO SU "CONSULENZA TECNICA E PERIZIA GRAFOLOGICHE: DALLA FIRMA TRADIZIONALE A QUELLA GRAFOMETRICA"

di Redazione
Si svolgerà ad Agrigento, lunedì prossimo, 26 novembre, al Consorzio Universitario, in via Quartararo, nell'aula Luca Crescente, alle ore 10:30  un seminario su "Consulenza tecnica e perizia grafologiche: dalla firma tradizionale a quella grafometrica", promosso dall'Università degli Studi di Palermo in collaborazione con le Associazioni Rum e Contrariamente.
L'incontro, a cui parteciperanno docenti ed esperti nel settore, intende svolgere un'approfondita riflessione sull'importanza assunta dalla grafologia in ambito giudiziario, preziosa soprattutto per la verificazione di falsi e scritture contraffatte. La partecipazione offre crediti formativi agli iscritti in Giurisprudenza.

LA SICILIA

DIFFERENZIATA
In provincia media superiore al 50%
ma in numerosi paesi è sotto il 30 %

g.s.) Raccolta differenziata, i numeri sono sempre più incoraggianti. I dati, aggiornati a settembre 2018, tracciano il quadro di una provincia dove il percorso sembra ormai tracciato, anche considerando alcuni singoli centri che continuano ad arrancare.
Le informazioni sono state diffuse ieri mattina nel contesto di un convegno sulla "prevenzione dei rifiuti pericolosi" promosso da Libero consorzio, Regione, ordini professionali di architetti e ingegneri, Comune di Agrigento e Wwf. Presenti due funzionari del dipartimento Acque e Rifiuti dell'Assessorato, l'ingegner Achille Furioso e l'architetto Antonino Lo Brutto, il quale ha appunto esposto alcune slide contenenti il trend tra il 2014 e il 2018, con ultimo dato di riferimento a
settembre. Il percorso di crescita è notevole: in quattro anni la percentuale è cresciuta a volte anche di quaranta, cinquanta punti in totale.
Certo, ci sono ancora comuni dove si stenta a far funzionare il sistema: Favara (19.95% di media), Lampedusa (18,97%), Camastra (1,70%), Campobello di Licata (22,59%), Canicattì (28,64%), Licata (0,8%), Naro (1,90%), Palma di Montechiaro (3,48%), ma si tratta come è evidente di una minoranza (che si sta comunque attivando per invertire le percentuali) dato che la media provinciale si attesta ormai su un 50% del rifiuto differenziato.
Questo nonostante, come ha sottolineato il dirigente dell'Assessorato, Salvatore Cocina - intervenuto in videoconferenza - in assenza di un sistema di impiantistica per il recupero dei rifiuti.
Per quanto non si sia parlato di quale sia la qualità della differenziata fatta (che come sappiamo non è esattamente eccelsa, anche nel capoluogo), volendo fare l'elenco dei "buoni", potremmo certamente citare Sambuca di Sicilia (78.25% al settembre del2018 contro il 32,40% di quattro anni fa), Joppolo Giancaxio (75,90% contro il 12,20 del 2014), San Giovanni Gemini (75,59%, quattro anni fa era all'8,40%) e Santa Elisabetta (74,99%).
Si tratta però a ben vedere di comuni di piccole o piccolissime dimensioni, dove, in genere, dovrebbe essere effettivamente più semplice differenziare.
Guardando invece ai comuni di maggiori dimensioni, tolti Canicattì e Licata, gli esempi virtuosi arrivano da Agrigento e Sciacca. n capoluogo è infatti al 59,30% al settembre scorso (ma è arrivato ormai a lambire quota 70%) con Sciacca che, nel medesimo periodo, è al 55,86%.
Insomma, la strada sembra abbastanza lunga, ma in realtà la direttrice imboccata parrebbe quella giusta, al netto delle difficoltà e le "resistenze" da parte dei cittadini che continuano spesso a non rispettare le regole e le amministrazioni che, non sempre, si sono dimostrate capaci di fare quando in loro dovere.

L'ATI DICHIARA RISOLTO IL CONTRATTO
Ad accelerare la scelta è stata l'interdittiva antimafia, si lavora ad un piano "B"

GIOACCHINO SCHICCHI
Tra qualche tensione e qualche urlo, schermato dietro la pesante porta di vetro oltre la quale fin da subito la stampa e i cittadini sono stati relegati per la "delicatezza" delle tematiche trattate, l'Assemblea territoriale idrica ha deliberato per l'immediata risoluzione del contratto con la Girgenti Acque, chiedendo alla Prefettura di commissariare la società nelle more dell'individuazione della nuova forma di gestione. L'Ati alla fine, come auspicato dal suo presidente, il sindaco di Sciacca Francesca Valenti, ha colto "l'opportunità" dell'interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura nei confronti della società di cui, fino a due giorni fa, Marco Campione era presidente e dominus, e ha dato una definitiva accelerazione al processo di risoluzione del contratto per inadempienze. Una procedura che, si ricorderà, era stata avviata nell'aprile del 2018 per poi concretizzarsi a maggio, quando al privato vennero mandate le contestazioni per le presunte carenze. Solo a settembre, però, erano ufficialmente trascorsi i tempi tecnici che di fatto rendevano il contratto risolto, per quanto era prima necessario che il direttivo dell'Assemblea predisponesse un atto specifico che era tardato ad arrivare.
Così l'interdittiva ha un po' sbloccato il tutto, e l'Ati, ieri sera ha votato all'unanimità - facendo entrare il pubblico solo a quel punto - un atto che predispone la risoluzione del contratto per inadempienze"aggravate" dall'interdittiva e, come auspicato dalla Prefettura stessa, chiede al rappresentante del Governo "di volere perfezionare la misura di straordinaria e temporanea gestione di Girgenti Acque Spa ponendo in essere gli atti perciò necessari nelle more dell'individuazione di nuova gestione". Insomma: nominate dei commissari che traghettino la società verso la risoluzione. "Quello che abbiamo voluto dire oggi con l'approvazione all'unanimità di questo atto - ha spiegato a caldo il presidente Valenti - è che il percorso è tracciato: nessun passo indietro, anzi, acceleriamo sulla risoluzione. Quanto deliberato afferma che qualunque cosa possa succedere noi abbiamo comunque una convenzione che può ormai considerarsi risolta. Per questo diventa urgente individuare una prospettiva alternativa: ora occorrerà trovare una forma di gestione che vada bene per tutti i sindaci". Non facile. Intanto la Girgenti Acque attende la data dell'assemblea dei soci del 3 dicembre con una struttura amministrativa zoppa: fino all'individuazione di un nuovo presidente, infatti, sarà il Cda a doversi riunire per autorizzare ogni spesa. Inoltre continua ad aleggiare l'ipotesi Sicilia Acque - Veolià, con la società regionale che oggi ha le azioni di Campione in pegno nelle more della copertura di un debito da , oltre 30 milioni di euro della Girgenti Acque.

25 novembre - domenica

LA SICILIA

GIRGENTI ACQUE
Depuratore privo di autorizzazione, maximulta

f.d.m.) Il Libero Consorzio dei Comuni ha emesso una ingiunzione di pagamento di 10 mila euro nei confronti di Giuseppe Giuffrida, nella qualità di rappresentante legale di Girgenti Acque. Secondo i vertici dell'ex provincia regionale l'azienda idrica nell'occhio del ciclone da alcuni giorni per la vicenda dell'interdittiva antimafia emessa nei confronti del presidente Marco Campione nel 2014 avrebbe gestito il depuratore del Comune di Licata senza autorizzazione allo scarico dei liquami risultata scaduta durante un controllo svolto dall'Arpa il 3 aprile del2014 in contrada Ripellino. La sanzione ammonta a diecimila euro. Durante l'accertamento l'Arpa appurò anche la mancata realizzazione della condotta sottomarina di allontanamento dei reflui depurati e la mancanza dei misuratori di portata e dei pozzetti per i prelievi. Nel maggio del 2014 Giuffrida fece pervenire una propria dettagliata documentazione con la quale - spiegava cosa sarebbe accaduto, per cercare di spiegare all'Arpa come tutto fosse in ordine e non vi fossero irregolarità. Lo stesso Giuffrida venne sentito lo scorso giugno, difendendosi di persona rispetto alle irregolarità che gli vennero contestate. Ritenendo però fondata la contestazione elevata dall'Arpa, il Libero Consorzio ha dunque deciso di emettere l'ingiunzione di pagamento da diecimila euro complessivi nei confronti di Giuffrida. Da ricordare come nelle scorse settimane sempre il Libero Consorzio abbia elevato un'altra sanzione pecuniaria nei confronti di Girgenti Acque per "inosservanza delle prescrizioni indicate nel provvedimento di autorizzazione emesso dall'Arta.

ATI. Lo hanno chiamato "Piano B" in realtà se e quando saranno chiusi i conti con GirgentiAcque sarà a tutti gli effetti "Piano A".
SERVIZIO IDRICO, NESSUNA SOLUZIONE.
Prefettura. L'interdittiva ha bruciato i tempi, mentre i sindaci speravano di avere ancora margine per trovare una vera alternativa richiesta dal territorio.
Lo hanno chiamato "Piano B", ma in realtà, se e quando saranno chiusi i conti con Girgenti Acque, sarà a tutti gli effetti il "Piano A". II problema è che, effettivamente, di pronto non c'è davvero nulla. Sul tavolo dell'Ati, in questo momento, non esiste nemmeno una semplice bozza di una forma di gestione alternativa a quella prestata dalla società che fu di Marco Campione. I primi a rilevarlo, e a sottolineare come questo sia evidentemente un problema non di poco conto, è stata la stessa opposizione in consiglio comunale a Sciacca del presidente Francesca Valenti, che della città delle Terme è sindaco. E onestamente non possiamo dare del tutto torto a chi si stupisce che ancora oggi, Con un percorso di risoluzione avviato da mesi, non vi sia davvero un'ipotesi praticabile da seguire dopo che la risoluzione sarà operativa.
Se è vero che Gìrgenti Acque continuerà a gestire - con o senza commissari - in attesa del nuovo appalto o dell'individuazione di un percorso futuro, questo è il più grande dei misteri della situazione venutasi a creare dopo l'interdittiva della Prefettura e soprattutto l'accelerazione del processo di risoluzione. In primis perché, come noto, l'Assemblea territoriale idrica oggi, e l'Aro prima, è un'unione eterogenea di soggetti che tra loro hanno ben poca voglia di cooperare. Partiamo dai cosiddetti "comuni ribelli", che durante la riunione dell'Ati dei giorni scorsi hanno votato anche senza essere direttamente coinvolti nella gestione (essendone rimasti fuori) ma che sono apparsi ben poco disponibili a mettere a regime le risorse idriche. A parte questi problemi (e iniziare un sistema di gestione della risorsa idrica senza acqua non è proprio il miglior viatico), e volendo accantonare le questioni che riguardano, ad esempio, la creazione di una tariffa unica che possa far sparire il sistema forfettario, oggi non previsto dalle norme, in molti ritengono non sia davvero possibile creare una società partecipata totalmente pubblica che gestisca la risorsa. E questo perché i Comuni non avrebbero i soldi per "fondare" una struttura di questo tipo, data la generale condizione economica. Più "facile" sarebbe una società mista pubblico-privata (sull'esempio di Siciliacque), ma anche lì bisognerebbe capire: sul tavolo ci saranno tutte le risorse idriche del territorio oppure i comuni consegnatari dovranno continuare a comprare acqua all'ingrosso?
Altro gigantesco interrogativo è: cosa succedere il prossimo 3 dicembre, giorno dell'assemblea dei soci di Girgenti Acque? I gruppi di Campione hanno ancora il 51.85% delle azioni e, al netto dei ragionamenti sulla titolarità di queste, senza il volere di questi azionisti non si potrà avere nessuna nuova governance.

26 novembre - lunedì

LA SICILIA

LICATA. L'assemblea cittadina che si è tenuta ieri ha programmato una manifestazione per il 12 gennaio
IN PIAZZA PER IL «NO» ALLE TRIVELLE
Verranno coinvolti anche i residenti dei territori vicini e dlla fascia costiera.

GIUSEPPE CELLURA
LICATA. Il no alle trivellazioni nel mare del Canale di Sicilia vivrà un altro momento importante il prossimo 12 gennaio prossimo. L'assemblea cittadina svolta ieri mattina all'interno dei locali del mercato ittico sulla darsena di Marianello ha infatti fissato per quella data una manifestazione di piazza. All'assemblea di ieri erano presenti i Comitati e le associazioni anti trivelle che ormai da anni si battono per evitare le perforazioni dei fondali contemplate nel progetto offshore Argo Cassiopea. Alloro fianco anche la politica locale con il primo cittadino Pino Galanti (accompagnato dal suo esperto Tony Licata) e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Russotto, diversi esponenti della marineria licatesi oltre ad operatori turistici e semplici cittadini. Presente anche il Comitato No Muos di Niscemi. Tutti - per un verso o per un altro - hanno ribadito la necessità e l'importanza di opporsi alle trivellazioni nel Canale di Sicilia con le coste licatesi che sarebbero quelle maggiormente coinvolte. Come detto in apertura di servizio, il risultato scaturito dall'assemblea cittadina del mercato ittico è stato importante. Sabato 12 gennaio si scenderà in piazza per continuare a gridare il No di Licata alle trivelle. Durante questo lasso di tempo, verranno coinvolti anche i residenti nei territori vicini e quelli della fascia costiera meridionale siciliana che avrebbero ripercussioni in caso di avvio dell'offshore Argo Cassiopea. Una prima manifestazione qualche anno fa c'era già stata. Diversi i pareri raccolti durante l'assemblea di ieri. "Sicuramente - ha detto Cosentino in rappresentanza della marineria - se le trivellazioni vengono realizzate, noi saremo tra le categorie più colpite, ma i danni saranno gravissimi per la comunità intera". Come noto anche a livello politico qualcosa si è mossa da diverse settimane: sia il sindaco che il Presidente del Consiglio hanno cercato i loro omologhi degli altri Comuni per intraprendere un percorso Comune .

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