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rassegna stampa del 3 gennaio 2019

Giornale di Sicilia

Libero Consorzio Comunale
Prorogato l'incarico a Di Pisa

Fino al prossimo 31 luglio
Il decreto formato da Musumeci
In attesa delle elezioni di secondo livello per le ex Province, la Regione ha proceduto alla proroga dell'incarico dei commissari dei Liberi consorzi comunali. Ieri è stato trasmesso  anche ad Agrigento, dalla Regione Siciliana il decreto con il quale viene prorogato l'incarico di commissario straordinario a Girolamo Alberto Di Pisa. Le funzioni di commissario, come si legge nel decreto, «vengono ulteriormente prorogate nelle more dell'insediamento degli organi degli Enti di area vasta e comunque non oltre il 31 luglio 2019. Il decreto di proroga, trasmesso il 28 dicembre 2018, è stato firmato dal Presidente della Regione, Nello Musumeci, su proposta dall'assessore alle Autonomie Locali e la Funzione Pubblica, Bernadette Grasso. Di Pisa era stato nominato per la prima volta commissario straordinario dal presidente Musumeci, con le funzioni esercitate dalle ex province, il 31 gennaio del 2018. Di Pisa, Magistrato di Cassazione in quiescenza, era subentrato a Giuseppe Marino nominato nel mese di aprile 2017. Il decreto è stato adottato per evitare interruzioni nell'attività amministrativa dell'Ente a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale n. 23 del 29 novembre 2018 che prevede lo svolgimento delle elezioni dei vertici del Libero Consorzio nel periodo che va dal 15 aprile al 30 giugno 2019. Al commissario straordinario spettano le funzioni esercitate dal Presidente e dal Consiglio dell'ex Provincia Regionale. A Girolamo Di Pisa spetterà il compenso mensile previsto dal D.P. n. 138 dell'8 maggio 2009, oltre al trattamento di missione. In quasi un anno dal suo insediamento il commissario Di Pisa si è occupato delle questioni più spinose della gestione dell'ente che riguardano soprattutto la mancanza di fondi per garantire i servizi agli utenti. E nonostante la carenza di soldi per i mancati trasferimenti dallo Stato e dalla Regione, l'ente ha continuato ad assicurare i servizi». (* PAPI*)


Mai così numerosi
Mandorlo in Fiore, prime indiscrezioni: i gruppi saranno venti
La kermesse partirà nel capoluogo il prossimo primo marzo

Il primo record è stato già raggiunto. Saranno 20 - mai è stato così alto il numero dei partecipanti - i gruppi «patrimonio internazionale» che prenderanno parte, dal primo al 10 marzo, al Mandorlo in fiore. Quest'anno- sono 74 gli anni che compie la kermesse - torneranno ad esserci anche tutti, o quasi, i gruppi folkloristici agrigentini. Nelle scorse settimane sono stati infatti invitati, ed è stato sottolineato il loro importante ruolo nella gloriosa storia della manifestazione, dal direttore del Parco archeologico Valle dei Templi Giuseppe Parello. Direttore che, domattina alle 10,30, a Casa Sanfilippo, presenterà - assieme agli altri -l'edizione 74 di quella che una volta era anche, formalmente, chiamata «Sagra». Appellativo che ha però perso, almeno a livello formale, negli ultimi due anni. Accantoa Parello, la presentazione ufficiale della kermesse, ci saranno anche il presidente del Consiglio del Parco Bernardo Campo, il sindaco di Agrigento Calogero Firetto e tutti i protagonisti della nuova edizione che, quest'anni, è stata in registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana. È da mesi e mesi ormai che il Parco archeologico «Valle dei Templi» lavora all'edizione del 2019. Già lo scorso settembre, l'ente aveva avviato una procedura selettiva, concorrenziale, per trovare sponsor e media partner. L'impalcatura di massima della nuova edizione era stata già presentata, lo scorso aprile, a Roma: danze in costume nello scenario dei Templi, gli storici carretti siciliani che si incrociano con le «torri umane» degli artisti di strada. E poi musica, teatro, reading per grandi e piccini: una festa che dal maestoso sito archeologico arriverà al centro storico in un crogiuolo di incontri e di culture che dalla Sicilia abbracciano il Mediterraneo.Tra una sfilata e uno showcooking, tra una performance di saltimbanchi e la messa in scena per i bimbi delle fiabe popolari  raccolte nell'Ottocento da Giuseppe Pitré, la poetica festa della fioritura dei mandorli, diventerà - è questa l'ambizione - un'occasione d'oro anche per il turismo. Già nelle edizioni 2017 e 2018, i numeri hanno premiato. Nell'ultima edizione, gli spettacoli del festival internazionale del folclore hanno registrato un incremento di pubblico del 73,6 per cento rispetto all'anno precedente. E le presenze di visitatori nella  Valle dei Templi nel corso della festa, sempre rispetto al 2017, aumentarono del 38,92 per cento. Finanziata per intero dalla bigliettazione  del Parco (che ora è una istituzione autonoma), la manifestazione ha un costo medio di poco inferiore ai 500 mila euro e frutta ricavi per circa tre volte la cifra investita. (*CR*)


Scrivolibero

Il Commissario Straordinario Di Pisa ancora alla guida del Libero Consorzio di Agrigento

Trasmesso dalla Regione Siciliana il decreto con il quale viene prorogato l'incarico di Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento al dr. Girolamo Alberto Di Pisa. Le funzioni di Commissario, come si legge nel decreto, "vengono ulteriormente prorogate nelle more dell'insediamento degli organi degli Enti di area vasta e comunque non oltre il 31 luglio 2019. Il decreto n. 650 del 21 dicembre 2018 di proroga, trasmesso il 28 dicembre 2018, è stato firmato dal Presidente della Regione on. Nello Musumeci, su proposta dall'Assessore alle Autonomie Locali e la Funzione Pubblica on. Bernadette Grasso. Il Dr. Di Pisa era stato nominato per la prima volta commissario straordinario dal Presidente Musumeci, con le funzioni esercitate dalle ex province, il 31 gennaio del 2018. Il decreto è stato adottato per evitare interruzioni nell'attività amministrativa dell'Ente a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale n. 23 del 29 novembre 2018 che prevede lo svolgimento delle elezioni dei vertici del Libero Consorzio nel periodo che va dal 15 aprile al 30 giugno 2019.

Agrigentonotizie

Precari dell'ex Provincia regionale, rinviata la stabilizzazione

Il commissario con un atto di indirizzo ha evidenziato la volontà di procedere alle assunzioni, ma ribadisce che tutto è bloccato a causa della mancata riforma degli enti di area vasta. Non un addio, più che altro un "arrivederci". Un "vorrei, non vorrei, ma se vuoi". Un impegno, insomma, a fare quando si potrà. Il commissario del Libero consorzio Girolamo Di Pisa, nei giorni scorsi, ha infatti firmato un atto di indirizzo con il quale, nel prorogare tutti i contratti a tempo determinato fino al dicembre 2019, ribadisce la volontà di procedere alla stabilizzazione di tutto il personale precario", ovvero 133 unità, subordinando le stesse "alla soluzione delle problematiche conseguenti agli inadempimenti dell'Osservatorio regionale per l'attuazione della legge 15", ovvero quella che avrebbe dovuto riformare le Province, sottraendo loro competenze, ma, anche, consentendo la mobilità tra diversi enti del personale in servizio." Peccato che l'Osservatorio non sia mai entrato in funzione, le linee guida non siano mai state sottoscritte e quindi, sottolinea Di Pisa, sono impossibili in questa fase le assunzioni - tali sono le stabilizzazioni -. Quindi tutto da rinviare verosimilmente a data da destinarsi, anche se, fortunatamente, le condizioni economiche dell'Ente oggi non destano particolari preoccupazioni: la crisi c'è, ma non vi è un rischio reale di dissesto.

lastampa.it
"Pensioni, quota 100 a meno di 62 anni con i nuovi scivoli

Chiamatela quota 97. Oppure quota 100 meno 3, se preferite. Il governo si prepara a tradurre in atti concreti, attraverso un decreto da emanare entro gennaio, la modifica della legge Fornero consentendo a centinaia di migliaia di italiani di andare a riposo in anticipo rispetto alla riforma messa in piedi nel 2011 dal governo Monti per ridurre la spesa previdenziale. Com'è noto, dal 2019 viene offerta la possibilità di lasciare il lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi, in via sperimentale, e solo per tre anni. Dopo di che il meccanismo dovrebbe essere superato dalla riduzione a 41 del requisito contributivo per la pensione anticipata, già oggi in vigore. Chiaro l'obiettivo: liberare lavoratori prossimi alla meta ma non ancora al traguardo e consentire così il ricambio generazionale negli uffici, nella pubblica amministrazione e nelle fabbriche.Il problema è che quest'ultima parte dello schema che ha in testa il governo non è affatto garantito, anzi. E così, nei ragionamenti di Palazzo Chigi, prende quota l'idea di dare una spinta a questo maxi turn-over attraverso un paio di mosse.Le mosse del governoLa prima, in deroga appunto alla pietra fondante di Quota 100, contempla anche la possibilità, per i fondi di solidarietà bilaterali gestiti da imprese e sindacati, di finanziare volontariamente la contribuzione mancante per arrivare a quota 100, con uno scivolo aggiuntivo fino a 3 anni. In questo modo, nei casi limite, un lavoratore potrebbe andare in pensione con 62 anni di età e 35 di contributi, oppure a 59 anni e 38 di contributi. Le combinazioni possibili sarebbero decine ma tutte, senza alcuna eccezione, dovrebbero rispettare un principio: incentivare un individuo che, nell'arco di tre anni, sarebbe comunque destinato a raggiungere Quota 100 con le proprie forze. Altra condizione, fondamentale: lasciando libero il proprio dipendente l'azienda prenderebbe l'impegno di assumere al suo posto un altro lavoratore o di stabilizzare un precario già presente nella pianta organica. Questo schema, ovviamente, non avrebbe alcun costo a carico delle casse dello Stato.Il ruolo di CdpIl secondo pezzo di questa strategia prevede, invece, con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, società controllata dal Tesoro, uno sgravio contributivo, collegato a un apposito fondo di garanzia, per incentivare anche in questo caso il reclutamento di lavoratori all'interno di strutture aziendali interessate da massicci esodi previdenziali. Favorire il ricambio nei luoghi di lavoro, peraltro, appare piuttosto importante alla luce delle previsioni. Quota 100, che prevede una copertura di 3,97 miliardi nel 2019, che salgono a 8 nel 2020-21, interessa infatti una platea potenziale di 315 mila lavoratori di cui circa il 40% (123 mila) nel pubblico impiego. Un'uscita di massa che potrebbe mandare in tilt, soprattutto nello Stato, diverse strutture amministrative. Proprio per questa ragione peraltro il governo sta predisponendo meccanismi piuttosto rigidi. Infatti, se i dipendenti delle aziende private potranno uscire, da aprile, attraverso una finestra di tre mesi tra il momento in cui vengono maturati i requisiti e quello in cui effettivamente si può lasciare il lavoro, per gli statali la finestra sarà raddoppiata fino a sei mesi. Il che vuol dire, in buona sostanza, che gli statali più rapidi a salire a bordo di Quota 100 saranno coloro che hanno maturato i requisiti a dicembre 2018. I quali dovranno comunque attendere luglio. Se non addirittura ottobre perchè se le domande di pensionamento anticipato dovessero essere eccessive, le finestre potranno essere posticipate di altri tre mesi.



































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