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rassegna stampa del 16 gennaio 2019

Giornale di Sicilia

Le procedure in corso per i precari degli enti locali
Tremila vicini al posto stabile

La norma che consente di evitare i concorsi ha reso più celere l'iter
PALERMO
Ne restano ancora circa 5.400. E per almeno 3 mila di loro ci sono ottime possibilità che il posto fisso arrivi entro la fine dell'anno. Mentre finora la stabilizzazione è stata conquistatada 8 mila precari storici degli  enti locali. Il primo bilancio della Regione su contrattisti ed Lsu dei Comuni ha portato a un risultato inatteso: ben 263 amministrazioni hanno avviato e in qualche caso già concluso le procedure mettendo in palio, appunto, già 8 mila posti. È l'effetto combinato delle norme varate dalla Regione e, soprattutto, della legge Madia che in molti casi ha permesso di assegnare il posto fisso senza concorso (per la categorie A e B) o con concorso riservato. Una procedura che ha azzerato gli ostacoli, anche grazie al fatto che la Regione ha garantito a ogni sindaco i fondi necessari per pagare almeno l'87% della busta paga di ogni precario stabilizzato. Il costo a carico delle casse regionali è di 187 milioni all'anno. Nel dettaglio, in 47 Comuni le procedure di stabilizzazione sono già concluse e hanno coinvolto 693 persone. In altre 74 amministrazioni l'iter è in fase avanzata e coinvolge 2.385 lavoratori, mentre in altri 142 Comuni il percorso appena avviato interessa 4.984 dipendenti. In  totale i precari stabilizzati negli ultimimesi o già certi di arrivare a breve alla stabilizzazione sono  8.062.Le leggi in vigore consentono ai sindaci di avviare le stabilizzazioni entro la fine del 2019. Dunque con ancora un altro anno intero a disposizione alla Regione prevedono che almeno altri 3 mila precari trovino spazio: si tratta di quelli ancora in servizio nei Comuni che non hanno particolari problemi finanziari. Il problema si porrà invece per le amministrazioni in dissesto: lì il margine di azione è molto ristretto e alla Regione dubitano che i circa 2 mila precari in servizio possano sfruttare le norme per la stabilizzazione. Un problema analogo c'è per i 540 che lavorano nelle Province. Intanto, il governo incassa il risultato delle prime 8 mila stabilizzazioni: «La Sicilia è stata tra le prime Regioni ad avere applicato la Legge Madia. Dal nostro insediamento si è proceduto nei vari comparti a dare certezza e tranquillità a migliaia di dipendenti», ha detto il presidente Musumeci. E per l'assessore alle Autonomie Locali, Bernadette Grasso, «l'impegno è stato mantenuto » . Gia. Pi.

D'Orsi sotto processo in Appello
La difesa ai giudici: «Assolvetelo»

Gerlando Cardinale
« L'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, non ha commesso alcun reato. Manca la prova del collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra loro». L'avvocato Daniela Posante, difensore dell'ultimo presidente della Provincia regionale, prima della soppressione degli enti, insiste e torna a chiedere l'a ssoluzione dell'esperto uomo politico vicinissimo all'ex presidente Raffaele Lombardo. La vicenda giudiziaria approda in Corte di appello il 29 gennaio. La difesa ha impugnato il verdetto, emesso l'11 maggio del 2017 dai giudici della prima sezione penale presieduta da Gianfranca Claudia Infantino, che gli hanno inflitto quattro mesi di reclusione per l'accusa di «corruzione per l'esercizio della funzione». Secondo i giudici, D'Orsi si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. Il processo è una costola dell'inchiest a principale che ipotizzava oltre una trentina di accuse - truffa, peculato, concussione e abuso di ufficio - racchiusi in diversi filoni di indagine: in un segmento investigativo gli si contestava di avere approfittato del suo ruolo istituzionale per non pagare lavori e forniture nell'ambito dei lavori di ristrutturazione della villa di Montaperto. D'Orsi, fra primo grado e appello, è stato assolto da tutte le accuse.  I giudici che, in primo grado, loavevano condannato a un anno di reclusione per l'accusa di avere ottenuto il rimborso di pranzi e cene senza che risultasse «adeguatamente motivato» il fine istituzionale, per la vicenda delle palme - inizialmente qualificata come peculato - avevano emesso un'o rd inanza con cui restituivano gli atti al pm ritenendo che il fatto andasse inquadrato come "corruzione per l'esercizio della funzione". Per i giudici, così qualificato il reato, D'Orsi è colpevole. «Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo (circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria». L'avvocato Posante contesta questa tesi perché «manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista»: a decidere su quello che, negli anni scorsi, divenne un vero e proprio caso nazionale, saranno i giudici di appello. (*GECA*)

Naro, strada invasa dal fango
Responsabilità di una ditta
L'impresa è stata multata dalla polizia provinciale

NARO
Polizia provinciale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ancora una volta in prima linea nel garantire la sicurezza nelle strade provinciali. È stata, infatti, individuata dagli agenti del corpo, guidati daVincenzo Giglio, la ditta che con i propri mezzi ha apportato fango e detriti sulla strada provinciale 81 San Silvestro - Grazia in territorio a cavallo dei Comuni di Canicattì e Naro. Alcuni cittadini, a causa della presenza di un notevole strato di fanghiglia sulla carreggiata, avevano segnalato la difficoltà a circolare con i propri veicoli sull'importante bretella stradale che collega la statale 123 «Canicattì -Licata» con la provinciale 12 «Naro - Campobello di Licata». In quella circostanza, la polizia provinciale intervenne per coordinare gli interventi repentini per l'eliminazione del pericolo ed il ripristino della viabilità. In questi giorni, infine, un nuovo ed importante risultato; dopo un' apposita fase istruttoria interna, che ha portato alla individuazione dei responsabili di quanto accaduto, gli uffici del comando hanno proceduto ad elevare il verbale di contestazione al rappresentante legale della società che ha causato il riversamento di fango e contestualmente hanno intimato allo stesso il ripristino del tratto viario mediante la pulizia del tracciato che risulta lungo circa 500 metri. Purtroppo, non è l'unico caso di danneggiamento della sede stradale delle strade provinciali che, a causa della carenza di cantonieri, si trovano privi di controlli. Sulla fitta rete viaria secondaria, infatti, transitano mezzi pesanti e trattori che con i loro cingoli, spesso, distruggono il bitumato della sede viaria causando non poche difficoltà alla viabilità. La polizia provinciale inoltre si occupa dei controlli sul territorio in seguito alle numerose segnalazioni sull'abbandono indiscriminato di rifiuti. Dodici sanzioni amministrative dell'importo di 600 euro ciascuna sono state inflitte ad altrettanti cittadini che avevano abbandonato rifiuti nella zona Asi, ove si era creata una vera e propria di carica. I controlli sono stati eseguiti utilizzando personale in borghese e auto civetta. Controlli sulla provinciale 1 in contrada Borsellino, dove si è proceduto ad ispezionare alcuni campioni di rifiuti abbandonati lungo la strada per risalire all'identità dei responsabili. Due i verbali elevati dagli agenti, chhanno eseguito oltre cinquanta controlli, con appostamenti anche di dodici ore consecutive, sempre in borghese e con auto civetta, per cogliere sul fatto gli irresponsabili che da mesi depositano rifiuti lungo le strade interne. (* PAPI*)

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca "NESSUNA CORRUZIONE, QUELLE PALME FURONO UN REGALO": D'ORSI DAVANTI AI GIUDICI La difesa ha impugnato la sentenza di condanna a quattro mesi, fissato il processo di appello Redazione "L'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, non ha commesso alcun reato. Manca la prova del collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra loro". L'avvocato Daniela Posante, difensore dell'ultimo presidente della Provincia regionale, prima della soppressione degli enti, insiste e torna a chiedere l'assoluzione dell'esperto uomo politico vicinissimo all'ex presidente Raffaele Lombardo. La vicenda giudiziaria approda in Corte di appello il 29 gennaio. La difesa ha impugnato il verdetto, emesso l'11 maggio del 2017 dai giudici della prima sezione penale presieduta da Gianfranca Claudia Infantino, che gli hanno inflitto quattro mesi di reclusione per l'accusa di "corruzione per l'esercizio della funzione". Secondo i giudici, D'Orsi si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. Per i giudici, D'Orsi è colpevole. "Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo (circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria". L'avvocato Posante contesta questa tesi perché "manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista": a decidere su quello che, negli anni scorsi, divenne un vero e proprio caso nazionale, saranno i giudici di appello.

Cronaca / Favara VIADOTTO PETRUSA, VIA ALLA CONSEGNA DEI LAVORI L'annuncio è stato fatto sui social dal sindaco di Favara Anna Alba, gli interventi però dureranno diversi mesi Redazione Il "viadotto della vergogna" o, quantomeno, la sua mancata ricostruzione (altrettanto vergognosa" potrebbero a breve vedere delle importanti novità. Ad annunciare un passo avanti in un momento di silenzio praticamente tombale è stato il sindaco di Favara Anna Alba, la quale, durante un incontro con il deputato nazionale Michele Sodano, ha avuto modo di contattare i vertici Anas avendo una risposta inattesa: domattina si consegneranno i lavori alla ditta aggiudicataria e quindi, salvo problemi, tra circa un anno si avrà un nuovo viadotto. Una conferma molto importante visto che il concessionario chiuse la struttura nel lontanissimo 2016 per poi demolire poco dopo per cattive condizioni della stessa. Da quel momento era iniziato il calvario per molti cittadini, soprattutto quelli che abitano nell'area di Petrusa, che hanno anche adito alle vie legali per chiedere un risarcimento del danno. I disagi, comunque, sono stati condivisi con tutti i cittadini favaresi (costretti a percorrere strade alternative in pessime condizioni come la Sp 3B, la Sp 80 e la Sp Nc 7) e con coloro che devono raggiungere la zona nord di Agrigento provenendo dall'area a valle.

AGRIGENTOWEB
LIBERO CONSORZIO: ALCUNE CLASSI DELLA "MONTALCINI" DI AGRIGENTO VISITANO L'ECOMUSEO Di Redazione - Visita d'istruzione, stamani, dell'Istituto comprensivo "Rita Levi Montalcini" di Agrigento all'Ecomuseo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Gli studenti della terza 3^ C e 3^ B, infatti, accompagnati dalle professoresse Teresa Rizzo e Daniela Gibilaro, hanno visitato la Galleria della Scala Reale, l'Aula Consiliare "Luigi Giglia" e la biblioteca intitolata a Gaspare Ambrosini , eminente giurista e padre della Costituzione repubblicana. Gli alunni, poi, hanno avuto modo di ammirare il patrimonio librario costituito da circa 6000 volumi a prevalente indirizzo storico, giuridico ed amministrativo che rappresenta uno strumento essenziale di documentazione ed informazione. La Biblioteca, inoltre, conserva una pregevole copia recentemente restaurata della"Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts e des métiers"di Diderot e D'alembert. L'opera posseduta dalla Biblioteca Provinciale è la terza edizione dedicata a sua Altezza l'Arciduca d'Austria Pietro Leopoldo Granduca di Toscana, in seguito imperatore Leopoldo II. Stampata a Livorno dal 1770 al 1778, è composta da 28 volumi, di cui 17 di testo e 11 di tavole, ma di questi 28 volumi ci sono pervenuti il XXVI, che corrisponde al IX delle tavole. Il tour all'interno del Palazzo dell'ex Provincia si inserisce nel contesto del percorso dell' Ecomuseo istituito recentemente dal Libero Consorzio. Gli "ecomusei", infatti, sono previsti dalla legge regionale n. 16 del 2 luglio 2014 che ha attribuito agli enti pubblici e privati, agli anti locali e alle associazioni, la possibilità di istituirli. Il termine "ecomuseo" indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione. A comporre l' ecomuseo, sono tutti beni il cui comune denominatore è il XIX secolo compreso il Giardino Botanico con l'erbario.

LA SICILIA
INFRASTRUTTURE. Anas ribadisce ai sindaci: «Il 16 è la data di avvio delle opere» Ricostruzione viadotto Petrusa si consegnano i lavori alla ditta Viadotto Petrusa, un po' a sorpresa Anas starebbe per affidare i lavori di ri­costruzione. Prima era arrivato, nella mattinata di ieri, un annuncio da parte del sindaco di Favara Anna Alba, la quale ha spiegato che, sentito l'ingegnere Nicola Montesano, responsabile d'area compartimentale di Anas, questi aveva confermato che appunto oggi si sarebbe provveduto a consegnare le opere alla ditta aggiudicataria. Un "boato" nel silenzio più totale, con la società concessionaria della rete stradale statale che alla stampa continuava a prendere tempo proprio sul futuro dell'opera e che, anche ieri; ha preferito rinviare ogni risposta anche all'annuncio di Alba. A voler credere alle coincidenze," comunque, ieri proprio nell'area del futuro cantiere si erano radunate diverse auto di Anas e un buon numero di persone che, dicono i passanti, sembravano impegnate in un sopralluogo. Ad ogni modo, ci spiegano da altre amministrazioni, la società già un mese fa aveva formalmente comunicato che il 16 gennaio era il giorno di consegna delle opere. Le notizie ufficiali però arriveranno solo oggi, come se uno o due giorni di differenza possano davvero cambiare qualcosa a chi, da ormai oltre due anni, attende la fine di ogni disagio arrecato non solo ai cittadini favaresi e a chi abita nell'area di Petrusa, ma anche agli agrigentini e a tutti coloro che, provenendo dalla zona a valle della città devono raggiungere l'area nord. Anche se il cantiere si inaugurasse stamattina, con tanto di taglio del nastro, ci vorrebbero comunque circa 10 mesi prima che i lavori fossero completati, dato che questi non prevedono unicamente la costruzione di un nuovo viadotto ma anche opere di fondazione e di intervento sul corso d'acqua sottostante. Comunque, si parte, nella speranza che tutto proceda celermente e questa lunga pagina negativa si possa chiudere velocemente, anche perché di tempo potrebbe essercene davvero molto poco, ormai. Le condizioni della viabilità secondaria che conduce a Favara, ma anche quella che consente di raggiungere il centro città di Agrigento, sono infatti sempre meno rassicuranti, e anche se il Libero consorzio ha stanziato 250mila euro circa per la realizzazione di importanti lavori di rifacimento di alcune di queste strade, il rischio è che il sovraccarico in termini di traffico a cui sono sottoposte possa provocare - nuovi smottamenti o difficoltà di transito. Sui disagi arrecati come noto oggi pende un ricorso proposto dai residenti dell'area Petrusa, che hanno chiesto il risarcimento dello stesso, e che sarà in discussione solo nel prossimo autunno.

AMBIENTE. Dopo la Dedalo, ieri le Fiamme gialle nella sede della Srr Agrigento Est

GESTIONE DEI RIFIUTI, INQUIRENTI ACQUISISCONOCARTE E DOCUMENTI. CARMELO VELLA La settimana scorsa alla sede della Dedalo Ambiente nella zona industriale Ravanusa Campobello di Licata. Ieri mattina presso la Srr Agrigento Est. Gli uomini della Guardia di Finanza in servizio alla Procura della Repubblica di Agrigento, in questi giorni hanno acquisito documenti presso i due enti che si occupano di rifiuti. L'indagine, è coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo ed al momento è avvolta dal più stretto riserbo. Che si tratti di vicende legate alla gestione dei rifiuti in provincia però è certo. Dalle poche indiscrezioni, trapelate, pare che i finanzieri abbiano acquisito documenti contabili che vanno dal 2015 al 2017 ed in particolare fatture e ricevute. Ma anche in questo caso non vi è per nulla la certezza. Della Dedalo Ambiente, lo ricordiamo fanno parte i comuni di Licata, Campobello di Licata, Ravanusa, Palma di Montechiaro, Camastra e Naro stessi comuni che fanno parte della Srr Agrigento Est insieme ad altri paesi della provincia di Agrigento. , Cosa bolle in pentola al momento non e risaputo ma l'indagine pare che sia soltanto alla fase iniziale. La Procura vuole vederci chiaro su qualcosa di ben preciso ed è per questo motivo che ha avviato queste indagini con l'acquisizione di documentazione da parte delle Fiamme Gialle del capoluogo. In questi anni, le denunce sulla gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nei comuni consorziati con la Dedalo Ambiente, sono state diverse presentate soprattutto da ex amministratori. Al centro le continue emergenze che si sono create a causa spesso della mancanza di uomini e mezzi che potessero occuparsi della raccolta del pattume che si accumulava per strada. E non è proprio da escludere che da una di queste denunce sarà partita l'inchiesta della Procura di Agrigento che è stata affidata agii uomini della Guardia di Finanza.


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