Giornale di Sicilia
Le procedure in corso per i precari degli enti locali
Tremila vicini al posto stabile
La norma che consente di evitare i concorsi ha reso più celere l'iter
PALERMO
Ne restano ancora circa 5.400. E per almeno 3 mila di loro ci sono ottime possibilità che il posto fisso arrivi entro la fine dell'anno. Mentre finora la stabilizzazione è stata conquistatada 8 mila precari storici degli enti locali. Il primo bilancio della Regione su contrattisti ed Lsu dei Comuni ha portato a un risultato inatteso: ben 263 amministrazioni hanno avviato e in qualche caso già concluso le procedure mettendo in palio, appunto, già 8 mila posti. È l'effetto combinato delle norme varate dalla Regione e, soprattutto, della legge Madia che in molti casi ha permesso di assegnare il posto fisso senza concorso (per la categorie A e B) o con concorso riservato. Una procedura che ha azzerato gli ostacoli, anche grazie al fatto che la Regione ha garantito a ogni sindaco i fondi necessari per pagare almeno l'87% della busta paga di ogni precario stabilizzato. Il costo a carico delle casse regionali è di 187 milioni all'anno. Nel dettaglio, in 47 Comuni le procedure di stabilizzazione sono già concluse e hanno coinvolto 693 persone. In altre 74 amministrazioni l'iter è in fase avanzata e coinvolge 2.385 lavoratori, mentre in altri 142 Comuni il percorso appena avviato interessa 4.984 dipendenti. In totale i precari stabilizzati negli ultimimesi o già certi di arrivare a breve alla stabilizzazione sono 8.062.Le leggi in vigore consentono ai sindaci di avviare le stabilizzazioni entro la fine del 2019. Dunque con ancora un altro anno intero a disposizione alla Regione prevedono che almeno altri 3 mila precari trovino spazio: si tratta di quelli ancora in servizio nei Comuni che non hanno particolari problemi finanziari. Il problema si porrà invece per le amministrazioni in dissesto: lì il margine di azione è molto ristretto e alla Regione dubitano che i circa 2 mila precari in servizio possano sfruttare le norme per la stabilizzazione. Un problema analogo c'è per i 540 che lavorano nelle Province. Intanto, il governo incassa il risultato delle prime 8 mila stabilizzazioni: «La Sicilia è stata tra le prime Regioni ad avere applicato la Legge Madia. Dal nostro insediamento si è proceduto nei vari comparti a dare certezza e tranquillità a migliaia di dipendenti», ha detto il presidente Musumeci. E per l'assessore alle Autonomie Locali, Bernadette Grasso, «l'impegno è stato mantenuto » . Gia. Pi.
D'Orsi sotto processo in Appello
La difesa ai giudici: «Assolvetelo»
Gerlando Cardinale
« L'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, non ha commesso alcun reato. Manca la prova del collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra loro». L'avvocato Daniela Posante, difensore dell'ultimo presidente della Provincia regionale, prima della soppressione degli enti, insiste e torna a chiedere l'a ssoluzione dell'esperto uomo politico vicinissimo all'ex presidente Raffaele Lombardo. La vicenda giudiziaria approda in Corte di appello il 29 gennaio. La difesa ha impugnato il verdetto, emesso l'11 maggio del 2017 dai giudici della prima sezione penale presieduta da Gianfranca Claudia Infantino, che gli hanno inflitto quattro mesi di reclusione per l'accusa di «corruzione per l'esercizio della funzione». Secondo i giudici, D'Orsi si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. Il processo è una costola dell'inchiest a principale che ipotizzava oltre una trentina di accuse - truffa, peculato, concussione e abuso di ufficio - racchiusi in diversi filoni di indagine: in un segmento investigativo gli si contestava di avere approfittato del suo ruolo istituzionale per non pagare lavori e forniture nell'ambito dei lavori di ristrutturazione della villa di Montaperto. D'Orsi, fra primo grado e appello, è stato assolto da tutte le accuse. I giudici che, in primo grado, loavevano condannato a un anno di reclusione per l'accusa di avere ottenuto il rimborso di pranzi e cene senza che risultasse «adeguatamente motivato» il fine istituzionale, per la vicenda delle palme - inizialmente qualificata come peculato - avevano emesso un'o rd inanza con cui restituivano gli atti al pm ritenendo che il fatto andasse inquadrato come "corruzione per l'esercizio della funzione". Per i giudici, così qualificato il reato, D'Orsi è colpevole. «Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo (circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria». L'avvocato Posante contesta questa tesi perché «manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista»: a decidere su quello che, negli anni scorsi, divenne un vero e proprio caso nazionale, saranno i giudici di appello. (*GECA*)
Naro, strada invasa dal fango
Responsabilità di una ditta
L'impresa è stata multata dalla polizia provinciale
NARO
Polizia provinciale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ancora una volta in prima linea nel garantire la sicurezza nelle strade provinciali. È stata, infatti, individuata dagli agenti del corpo, guidati daVincenzo Giglio, la ditta che con i propri mezzi ha apportato fango e detriti sulla strada provinciale 81 San Silvestro - Grazia in territorio a cavallo dei Comuni di Canicattì e Naro. Alcuni cittadini, a causa della presenza di un notevole strato di fanghiglia sulla carreggiata, avevano segnalato la difficoltà a circolare con i propri veicoli sull'importante bretella stradale che collega la statale 123 «Canicattì -Licata» con la provinciale 12 «Naro - Campobello di Licata». In quella circostanza, la polizia provinciale intervenne per coordinare gli interventi repentini per l'eliminazione del pericolo ed il ripristino della viabilità. In questi giorni, infine, un nuovo ed importante risultato; dopo un' apposita fase istruttoria interna, che ha portato alla individuazione dei responsabili di quanto accaduto, gli uffici del comando hanno proceduto ad elevare il verbale di contestazione al rappresentante legale della società che ha causato il riversamento di fango e contestualmente hanno intimato allo stesso il ripristino del tratto viario mediante la pulizia del tracciato che risulta lungo circa 500 metri. Purtroppo, non è l'unico caso di danneggiamento della sede stradale delle strade provinciali che, a causa della carenza di cantonieri, si trovano privi di controlli. Sulla fitta rete viaria secondaria, infatti, transitano mezzi pesanti e trattori che con i loro cingoli, spesso, distruggono il bitumato della sede viaria causando non poche difficoltà alla viabilità. La polizia provinciale inoltre si occupa dei controlli sul territorio in seguito alle numerose segnalazioni sull'abbandono indiscriminato di rifiuti. Dodici sanzioni amministrative dell'importo di 600 euro ciascuna sono state inflitte ad altrettanti cittadini che avevano abbandonato rifiuti nella zona Asi, ove si era creata una vera e propria di carica. I controlli sono stati eseguiti utilizzando personale in borghese e auto civetta. Controlli sulla provinciale 1 in contrada Borsellino, dove si è proceduto ad ispezionare alcuni campioni di rifiuti abbandonati lungo la strada per risalire all'identità dei responsabili. Due i verbali elevati dagli agenti, chhanno eseguito oltre cinquanta controlli, con appostamenti anche di dodici ore consecutive, sempre in borghese e con auto civetta, per cogliere sul fatto gli irresponsabili che da mesi depositano rifiuti lungo le strade interne. (* PAPI*)
AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca
"NESSUNA CORRUZIONE, QUELLE
PALME FURONO UN REGALO": D'ORSI DAVANTI AI GIUDICI
La difesa ha impugnato la sentenza
di condanna a quattro mesi, fissato il processo di appello
Redazione
"L'ex presidente della Provincia,
Eugenio D'Orsi, non ha commesso alcun reato. Manca la prova del
collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto
delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste
alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra
loro". L'avvocato Daniela Posante, difensore dell'ultimo
presidente della Provincia regionale, prima della soppressione degli
enti, insiste e torna a chiedere l'assoluzione dell'esperto uomo
politico vicinissimo all'ex presidente Raffaele Lombardo.
La vicenda giudiziaria approda in Corte
di appello il 29 gennaio. La difesa ha impugnato il verdetto, emesso
l'11 maggio del 2017 dai giudici della prima sezione penale
presieduta da Gianfranca Claudia Infantino, che gli hanno inflitto
quattro mesi di reclusione per l'accusa di "corruzione per
l'esercizio della funzione". Secondo i giudici, D'Orsi si
sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio,
destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto
consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività,
prossima alla chiusura.
Per i giudici, D'Orsi è colpevole.
"Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di
primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio
D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo
(circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in
aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto
stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le
quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria".
L'avvocato Posante contesta questa tesi
perché "manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista":
a decidere su quello che, negli anni scorsi, divenne un vero e
proprio caso nazionale, saranno i giudici di appello.
Cronaca / Favara
VIADOTTO PETRUSA, VIA ALLA CONSEGNA
DEI LAVORI
L'annuncio è stato fatto sui social
dal sindaco di Favara Anna Alba, gli interventi però dureranno
diversi mesi
Redazione
Il "viadotto della vergogna"
o, quantomeno, la sua mancata ricostruzione (altrettanto vergognosa"
potrebbero a breve vedere delle importanti novità.
Ad annunciare un passo avanti in un
momento di silenzio praticamente tombale è stato il sindaco di
Favara Anna Alba, la quale, durante un incontro con il deputato
nazionale Michele Sodano, ha avuto modo di contattare i vertici Anas
avendo una risposta inattesa: domattina si consegneranno i lavori
alla ditta aggiudicataria e quindi, salvo problemi, tra circa un anno
si avrà un nuovo viadotto.
Una conferma molto importante visto che
il concessionario chiuse la struttura nel lontanissimo 2016 per poi
demolire poco dopo per cattive condizioni della stessa. Da quel
momento era iniziato il calvario per molti cittadini, soprattutto
quelli che abitano nell'area di Petrusa, che hanno anche adito alle
vie legali per chiedere un risarcimento del danno. I disagi,
comunque, sono stati condivisi con tutti i cittadini favaresi
(costretti a percorrere strade alternative in pessime condizioni come
la Sp 3B, la Sp 80 e la Sp Nc 7) e con coloro che devono raggiungere
la zona nord di Agrigento provenendo dall'area a valle.
AGRIGENTOWEB
LIBERO CONSORZIO: ALCUNE CLASSI
DELLA "MONTALCINI" DI AGRIGENTO VISITANO L'ECOMUSEO
Di Redazione -
Visita d'istruzione, stamani,
dell'Istituto comprensivo "Rita Levi Montalcini" di Agrigento
all'Ecomuseo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Gli studenti della terza 3^ C e 3^ B,
infatti, accompagnati dalle professoresse Teresa Rizzo e Daniela
Gibilaro, hanno visitato la Galleria della Scala Reale, l'Aula
Consiliare "Luigi Giglia" e la biblioteca intitolata a Gaspare
Ambrosini , eminente giurista e padre della Costituzione
repubblicana.
Gli alunni, poi, hanno avuto modo di
ammirare il patrimonio librario costituito da circa 6000 volumi a
prevalente indirizzo storico, giuridico ed amministrativo che
rappresenta uno strumento essenziale di documentazione ed
informazione. La Biblioteca, inoltre, conserva una pregevole copia
recentemente restaurata della"Encyclopédie ou Dictionnaire
raisonné des sciences, des arts e des métiers"di Diderot e
D'alembert. L'opera posseduta dalla Biblioteca Provinciale è la
terza edizione dedicata a sua Altezza l'Arciduca d'Austria Pietro
Leopoldo Granduca di Toscana, in seguito imperatore Leopoldo II.
Stampata a Livorno dal 1770 al 1778, è composta da 28 volumi, di cui
17 di testo e 11 di tavole, ma di questi 28 volumi ci sono pervenuti
il XXVI, che corrisponde al IX delle tavole.
Il tour all'interno del Palazzo
dell'ex Provincia si inserisce nel contesto del percorso dell'
Ecomuseo istituito recentemente dal Libero Consorzio.
Gli "ecomusei", infatti, sono
previsti dalla legge regionale n. 16 del 2 luglio 2014 che ha
attribuito agli enti pubblici e privati, agli anti locali e alle
associazioni, la possibilità di istituirli. Il termine "ecomuseo"
indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali,
patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente
rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione. A comporre l'
ecomuseo, sono tutti beni il cui comune denominatore è il XIX secolo
compreso il Giardino Botanico con l'erbario.
LA SICILIA
INFRASTRUTTURE. Anas ribadisce ai
sindaci: «Il 16 è la data di avvio delle opere»
Ricostruzione viadotto Petrusa si
consegnano i lavori alla ditta
Viadotto Petrusa, un po' a sorpresa
Anas starebbe per affidare i lavori di ricostruzione. Prima era
arrivato, nella mattinata di ieri, un annuncio da parte del sindaco
di Favara Anna Alba, la quale ha spiegato che, sentito l'ingegnere
Nicola Montesano, responsabile d'area compartimentale di Anas, questi
aveva confermato che appunto oggi si sarebbe provveduto a consegnare
le opere alla ditta aggiudicataria. Un "boato" nel silenzio
più totale, con la società concessionaria della rete stradale
statale che alla stampa continuava a prendere tempo proprio sul
futuro dell'opera e che, anche ieri; ha preferito rinviare ogni
risposta anche all'annuncio di Alba.
A voler credere alle coincidenze,"
comunque, ieri proprio nell'area del futuro cantiere si erano
radunate diverse auto di Anas e un buon numero di persone che, dicono
i passanti, sembravano impegnate in un sopralluogo. Ad ogni modo, ci
spiegano da altre amministrazioni, la società già un mese fa aveva
formalmente comunicato che il 16 gennaio era il giorno di consegna
delle opere. Le notizie ufficiali però arriveranno solo oggi, come
se uno o due giorni di differenza possano davvero cambiare qualcosa a
chi, da ormai oltre due anni, attende la fine di ogni disagio
arrecato non solo ai cittadini favaresi e a chi abita nell'area di
Petrusa, ma anche agli agrigentini e a tutti coloro che, provenendo
dalla zona a valle della città devono raggiungere l'area nord.
Anche se il cantiere si inaugurasse
stamattina, con tanto di taglio del nastro, ci vorrebbero comunque
circa 10 mesi prima che i lavori fossero completati, dato che questi
non prevedono unicamente la costruzione di un nuovo viadotto ma anche
opere di fondazione e di intervento sul corso d'acqua sottostante.
Comunque, si parte, nella speranza che
tutto proceda celermente e questa lunga pagina negativa si possa
chiudere velocemente, anche perché di tempo potrebbe essercene
davvero molto poco, ormai. Le condizioni della viabilità secondaria
che conduce a Favara, ma anche quella che consente di raggiungere il
centro città di Agrigento, sono infatti sempre meno rassicuranti, e
anche se il Libero consorzio ha stanziato 250mila euro circa per la
realizzazione di importanti lavori di rifacimento di alcune di queste
strade, il rischio è che il sovraccarico in termini di traffico a
cui sono sottoposte possa provocare - nuovi smottamenti o difficoltà
di transito.
Sui disagi arrecati come noto oggi
pende un ricorso proposto dai residenti dell'area Petrusa, che hanno
chiesto il risarcimento dello stesso, e che sarà in discussione solo
nel prossimo autunno.
AMBIENTE. Dopo la Dedalo, ieri le
Fiamme gialle nella sede della Srr Agrigento Est
GESTIONE DEI RIFIUTI, INQUIRENTI
ACQUISISCONOCARTE E DOCUMENTI.
CARMELO VELLA
La settimana scorsa alla sede della
Dedalo Ambiente nella zona industriale Ravanusa Campobello di Licata.
Ieri mattina presso la Srr Agrigento Est. Gli uomini della Guardia di
Finanza in servizio alla Procura della Repubblica di Agrigento, in
questi giorni hanno acquisito documenti presso i due enti che si
occupano di rifiuti. L'indagine, è coordinata dalla Procura della
Repubblica del capoluogo ed al momento è avvolta dal più stretto
riserbo. Che si tratti di vicende legate alla gestione dei rifiuti in
provincia però è certo. Dalle poche indiscrezioni, trapelate, pare
che i finanzieri abbiano acquisito documenti contabili che vanno dal
2015 al 2017 ed in particolare fatture e ricevute. Ma anche in questo
caso non vi è per nulla la certezza. Della Dedalo Ambiente, lo
ricordiamo fanno parte i comuni di Licata, Campobello di Licata,
Ravanusa, Palma di Montechiaro, Camastra e Naro stessi comuni che
fanno parte della Srr Agrigento Est insieme ad altri paesi della
provincia di Agrigento. ,
Cosa bolle in pentola al momento non e
risaputo ma l'indagine pare che sia soltanto alla fase iniziale. La
Procura vuole vederci chiaro su qualcosa di ben preciso ed è per
questo motivo che ha avviato queste indagini con l'acquisizione di
documentazione da parte delle Fiamme Gialle del capoluogo. In questi
anni, le denunce sulla gestione del servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti nei comuni consorziati con la Dedalo
Ambiente, sono state diverse presentate soprattutto da ex
amministratori.
Al centro le continue emergenze che si
sono create a causa spesso della mancanza di uomini e mezzi che
potessero occuparsi della raccolta del pattume che si accumulava per
strada. E non è proprio da escludere che da una di queste denunce
sarà partita l'inchiesta della Procura di Agrigento che è stata
affidata agii uomini della Guardia di Finanza.