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rassegna stampa del 30 gennaio 2019

Giornale di sicilia

Stazioni appaltanti, c'è pure Silvio Cuffaro
Giacinto Pipitone

PALERMO
C'è anche Silvio Cuffaro fra i nuovi dirigenti delle stazioni uniche appaltanti regionali. Il fratello dell'ex presidente Totò, è stato nominato ieri al vertice dell'Urega di Agrigento. Gli Urega sono gli uffici deputati a predisporre i bandi e avviare le gare su mandato di Regione, Comuni e vari enti. Silvio Cuffaro, come aveva già fatto in passato, si occuperà di quello di Agrigento. Ieri però sono stati nominati anche i nuovi vertici degli Urega delle altre province: a Catania arriva Gabriele Ragusa e a Trapani, Accursio Arculeo. Conferme a Messina per Giovanni Franció, a Caltanissetta ed Enna per Domenico Bonelli, a Siracusa e Ragusa per Maurizio Vaccaro e a Palermo per Salvatore Pirrone. Le nomine nelle stazioni appaltanti sono state fatte dal capo del dipartimento Tecnico, Salvatore Lizzio. Che ha anche proceduto a rinnovare i vertici degli uffici del Genio Civile. In quello di Agrigento va Calogero La Mendola, mentre Duilio Alongi lascia la Città dei Templi e viene spostato a Caltanissetta. A Catania arriva Natale Zuccarello, mentre a Enna si insedia Giuseppe Margiotta. Alberto Tinnirello sbarca a Palermo, Ignazio Pagano a Ragusa e Paolo Burgo a Siracusa. A Trapani va Giancarlo Teresi, a Messina, invece, conferma per Antonino Platania, in carica da luglio. È un'altra tornata di nomine che contribuisce al lento completamento del sottogoverno targato Musumeci. Il presidente ieri ha anche firmato un piano che riscrive completamente la mappa dei posti da dirigente alla Regione. Con questa mossa Palazzo d'Orleans riduce le postazioni dirigenziali all'interno dei vari assessorati. A essere tagliate saranno 232 posizioni organizzative sulle 1.439 attualmente esistenti. Una proposta di decurtazione, pari al 16 per cento, voluta dal presidente e che adesso va alla concertazione con le organizzazioni sindacali. Le maggiori riduzioni riguardano l'Ufficio legislativo e legale (che taglia il 36 per cento dei propri posti da dirigente), i dipartimenti Energia (29 per cento), Protezione civile e Programmazione (24 per ce to), Attività produttive (17 per cento) e Beni culturali (16 per cento). «Il nuovo piano - ha detto ieri il presidente della Regione - è il frutto di un'intensa attività di concertazione svolta nelle ultime settimane dal segretario generale della presidenza Maria Mattarella e dal dirigente generale della Funzione pubblica Rosalia Pipia con i capi di tutti i dipartimenti». Il presidente aveva già ricevuto questo piano alla vigilia di Natale ma non lo aveva firmato chiedendo di tagliare più di quanto previsto inizialmente. Nella prima bozza la riduzione era di circa 190 postazioni dirigenziali: «Siamo andati oltre - ha evidenziato Musumeci - rispetto a quanto prevedeva la legge. Non una riduzione legata alla percentuale del personale andato in pensione, ma un taglio di almeno il 15 per cento delle strutture. In questo modo procederemo all'accorpamento delle competenze e non ci saranno più unità operative vacanti. Quindi solo benefici per tutta la macchina regionale e per gli utenti. Un'ulteriore decurtazione è prevista alla fine del prossimo biennio».

Città metropolitana di Messina
Ex Provincia, De Luca: chiuso per fallimento Bloccate le attività finanziarie. A rischio gli stipendi dei dipendenti
MESSINA
Si fermano le attività finanziarie alla Città Metropolitana e viene bloccato lo stipendio di 840 dipendenti  dell'ex Provincia. Chiuso per fallimento si legge nel cartello mostrato ieri dal sindaco metropolitano Cateno De Luca che per le continue difficoltà finanziarie di Palazzo dei  Leoni che stanno determinando l'impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell'ente ha chiuso di fatto i servizi pubblici. La denuncia è il frutto della paralisi dell'ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2018 e al cronico  disavanzo strutturale ereditato che trova origine nel prelievo forzoso dello Stato che, in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate proprie dell'ex Provincia. Un disastro di maggiore portata se si considera che la Città Metropolitana  di Messina perderà l'opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan per importanti infrastrutture e da altri trasferimenti nazionali per un importo pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l'edilizia scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa. De Luca ha disposto che gli Uffici finanziari blocchino l'attività gestionale interrompendo ogni atto di impegno finanziario, compresa l'erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti. «Si tratta di un'azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali davanti all'impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con uno stillicidio del genere affinché si attivino immediatamente le procedure per porre fine al prelievo forzoso» ha affermato il sindaco. Nei mesi scorsi De Luca aveva avviato l'iter per la dichiarazione di dissesto economico finanziario dell'ex Provincia. Già l'ex commissario della Città Metropolitana Filippo Romano aveva spiegato più volte come Palazzo dei Leoni non potesse garantire le attività pubbliche per carenza di risorse economiche dovuta tra l'altro dai ridotti trasferimenti statali. De Luca nell'impossibilità finanziaria di continuare a gestire l'ente ha deciso di bocciare ogni cosa, anche gli stipendi degli impiegati che non riceveranno gli stipendi. Il sindaco metropolitano attende adesso una risposta da Stato e Regione. (*ACAF*

Agrigentonotizie.it
Giorni decisivi per Girgenti Acque: Giancarlo Rosato verso la presidenza


La firma non c'è ancora, ma tutto viene dato come per fatto: l'avvocato Giancarlo Rosato, attuale amministratore unico della Voltano e componente dell'assemblea dei soci della società è stato indicato dall'assemblea dei soci della Girgenti acque come futuro presidente della società. Rosato al momento non avrebbe ancora accettato dato che, riferiscono le persone  a lui vicine, vorrebbe prima vagliare la praticabilità dell'incarico nelle dovute sedi istituzionali. Un viatico che appare indispensabile considerata la condizione della società, oggi commissariata e con una interdittiva antimafia sul "groppone" e con pochissimo margine gestionale reale per gli organi societari. La scelta verrà comunque fatta nei prossimi giorni. Nel frattempo all'Ati si inizia a ragionare dell'individuazione di un sistema di gestione alternativo: l'Assemblea ha infatti costituito una commissione composta da dieci comuni tra quelli oggi non inseriti nel direttivo perché traccino una linea d'azione per il futuro.

Statali Agrigento-Palermo e 640 a rischio, nuova protesta dei sindaci

Rischio incompiute per il raddoppio della statale 640 e della statale Agrigento - Palermo, i sindaci danno di nuovo fuoco alle polveri. Il prossimo 2 febbraio, alle 9.30 è infatti prevista una manifestazione a Caltanissetta per riportare con forza l'attenzione sulla vicenda e sui potenziali danni che si arrecherebbero ai territori con uno stop dei lavori gestiti per conto di Anas dalla società Cmc di Ravenna. I sindaci attendono ancora oggi risposta da parte del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, e continuano ad essere pronti a rivolgersi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel caso in cui non dovessero arrivare segnali di "vita" dal Governo nazionale.

Il depuratore non è in regola, altra "stangata" per la Girgenti acque

Ormai è un bollettino di guerra: il Libero consorzio di Agrigento, ad oltre 4 anni dalle attività di controllo che l'Arpa realizzò nei confronti dei depuratori gestiti dalla Girgenti acque e in larga parte oggi sotto sequestro, da diversi mesi ormai firma richieste di pagamento di salatissime sanzioni per reati ambientali che, finora, sono tutte finite a carico di Giuseppe Giuffrida, ex componente della società e responsabile del settore depurazione e fognatura. Richieste di pagameno per decine di migliaia di euro, ad oggi, che partono tutti dalla constatazione di problematiche ambientali riscontrate per gli impianti. L'ultima riguarda quello di Fontanelle, ad Agrigento. Qui i tecnici rilevarono come i livelli degli inquinanti presenti negli scarichi, secondo le verifiche effettuate dall'Arpa, fossero fuori norma, con superamenti anche molto importanti in termini di azoto ammoniacale presente nel refluo, una sostanza contenuta nell'urina. Non solo, ma al depuratore mancavano i misuratori di portata e i pozzetti per il prelievo dei campioni per le analisi di controllo, un fatto questo che ricorre molto frequentemente negli impianti della società, a quanto pare.
„Giuffrida ha ovviamente provato a rispondere nel merito alle contestazioni, ma le sue memorie sono state giudicate "infondate in fatto e in diritto". Il Libero consorzio ha quindi comminato una sanzione da 3mila euro".

Larepubblica.it
Sicilia, il fratello di Cuffaro a capo dell'ufficio regionale per gli appalti ad Agrigento

Cambio al vertice dei Geni civili e degli uffici per le gare d'appalto. Il dirigente generale del dipartimento tecnico Salvatore Lizzio ha dato il via libera alle nuove nomine, con un elenco che comprende fra gli altri Silvio Cuffaro, fratello dell'ex presidente della Regione Salvatore, che va all'ufficio gare di Agrigento. "Io - annota però l'interessato - sono all'Urega di Agrigento da maggio. Questa è solo una conferma". Gli altri capi degli uffici gare sono Gabriele Ragusa (Catania), Accursio Arculeo (Trapani), Giovanni Franciò (Messina), Domenico Bonelli (Caltanissetta ed Enna), Maurizio Vaccaro (Siracusa e Ragusa) e Salvatore Pirrone (Palermo). Giro di nomine anche nei Geni civili: ad Agrigento Calogero La Mendola prende il posto di Duilio Alongi, che invece va a Caltanissetta. A Catania c'è Natale Zuccarello, a Enna Giuseppe Margiotta, a Palermo Alberto Tinnirello, a Ragusa Ignazio Pagano, a Siracusa Paolo Burgo, a Trapani Giancarlo Terese, a Messina Antonino Platania. Intanto la giunta taglia 232 poltrone da dirigente su 1.439: la giunta ha dato il via libera a una proposta di decurtazione del 16 per cento degli incarichi, ma la bozza adesso deve essere concordata con i sindacati. I tagli maggiori alll'Ufficio legislativo e legale (36 per cento) e nei dipartimenti Energia (29 per cento), Protezione civile e Programmazione (24 per cento), Attività produttive (17 per cento) e Beni culturali (16 per cento). "Siamo andati oltre rispetto a quanto prevedeva la legge - dice il presidente della Regione Nello Musumeci - Non una riduzione legata alla percentuale del personale andato in pensione, ma un taglio di almeno il 15 per cento delle strutture. In questo modo procederemo all'accorpamento delle competenze e non ci saranno più unità operative vacanti. Quindi solo benefici per tutta la macchina regionale e quindi per gli utenti. Un'ulteriore decurtazione è prevista alla fine del prossimo biennio". Il taglio delle postazioni dirigenziali è un obbligo previsto dalla legge.)

SCRIVOLIBERO
RIOLO: "CON I NUOVI CORSI DI LAUREA AGRIGENTO PUÒ DIVENTARE POLO DI ATTRAZIONE PER TANTI STUDENTI"

   "Esprimo viva soddisfazione per la favorevole soluzione della governance del CUA di Agrigento con la conseguente proposizione di nuovi corsi di laurea, che daranno a questa Città la possibilità di diventare polo di attrazione per tanti studenti non solo di Agrigento e dell'hinterland, ma anche di tutta la Sicilia e del sud dell'Italia, essendo alcuni di essi di esclusiva presenza ad Agrigento". Lo afferma l'assessore comunale di Agrigento, Gerlando Riolo, che aggiunge: "Infatti il Consorzio, che sarà rinominato in: "Empedocle - Consorzio Universitario di Agrigento", dall'anno accademico 2019/2020 vedrà aperti i nuovi corsi di Laurea di Economia e Scienze ambientali, di Scienze dell'educazione e di Architettura e Ambiente costruito, che si andranno ad aggiungere al corso di Laurea di Servizi Sociali e ai corsi in esaurimento. E' un grande risultato, che fa seguito alla positiva e fattiva interlocuzione avuta con il Rettore Prof. Micari per chiedere di sbloccare e aumentare l'offerta formativa universitaria ad Agrigento, con l'apertura di nuovi corsi di Laurea. La soluzione trovata garantirà nuovamente il diritto allo studio anche ad Agrigento e darà finalmente respiro economico alle tante famiglie agrigentine, non solo perché potranno evitare le ingenti spese della permanenza fuori sede, ma soprattutto perché ci sarà un rilancio dell'economia della città di Agrigento e del suo centro storico. L'Amministrazione comunale di Agrigento infatti metterà a disposizione del nuovo CUA il Palazzo Tommasi, in pieno centro storico, come sede dei corsi di laurea e questo permetterà il riutilizzo di tanti appartamenti come alloggi per gli studenti, la nascita di tante iniziative imprenditoriali e il riuso e la rifunzionalizzazione dei quartieri ora in preda al degrado. E' quello che ci si aspettava e che ci aspettiamo e che finalmente potrà trovare realizzazione. Un vivo ringraziamento va al Rettore dell'Università di Palermo, che ha mantenuto gli impegni che aveva assunto con la Città di Agrigento, al Governo regionale, che ha sostenuto il rilancio del CUA, al Sindaco di Agrigento, che ha sempre mantenuto una posizione di fermezza nella volontà di rilancio del CUA e a tutti gli altri soci dello stesso CUA, che hanno sostenuto e approvato il progetto".

LA SICILIA
PALMA DI MONTECHIARO TAR DICE SÌ A TRE SORGENTI INAMMISSIBILE IL RICORSO DI GIRGENTI ACQUE PALMA DI MONTECHIARO. l. a.)

 Un importante passo per garantire l'acqua pubblica è stato compiuto lunedì, il Tar Sicilia con sentenza numero 190, pubblicata il 28 gennaio, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Girgenti Acque per l'annullamento della nota del 25 novembre del 2014 con cui il Consorzio Tre Sorgenti si era rifiutato di adire alla richiesta formulata dal consorzio di ambito territoriale ottimale di Agrigento di consegnare a Girgenti Acque s.p.a. le sorgenti con i relativi impianti per l'erogazione del servizio idrico integrato. La società aveva proposto l'annullamento degli atti e la condanna nei confronti del Consorzio Tre Sorgenti. Accanto a quest'ultimo si erano costituiti nel giudizio dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale anche i comuni di Palma di Montechiaro e Ravanusa. "Questa amministrazione comunale - ha dichiarato in un comunicato stampa diffuso dal primo cittadino palmese Stefano Castellino - continuerà la battaglia per l'acqua pubblica", Una battaglia che il comune di Palma di Montechiaro conduce con estrema tenacia ormai da oltre un ventenni o quando l'allora amministrazione comunale guidata da Rosario Gallo l'aveva iniziata tra mille resistenze. Una battaglia portata avanti anche negli anni seguenti dalle altre amministrazioni comunali da allora succedutesi, compresa quella attuale che si era pronunciata in questa direzione già durante la campagna elettorale che ha preceduto lo svolgimento delle ultime elezioni amministrative. La speranza è che questa sentenza ponga fine ad una lunga querelle che aveva visto proprio nella nota del novembre 2014 e nel susseguente ricorso l'ultimo capitolo.

MESSINA, LA SFIDA DEL SINDACO METROPOLITANO DE LUCA

"Traditi da Stato e Regione: Provincia chiusa per fallimento" MESSINA. Il sindaco metropolitano Cateno De Luca, di fronte alle perduranti difficoltà finanziarie di Palazzo dei Leoni che stanno determinando l'impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell'Ente, chiude i battenti della Città Metropolitana di Messina. E lancia pesantissime accuse a chi, spiega, è responsabile di questa crisi. La denuncia è il frutto della paralisi dell'ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2018 ed al cronico disavanzo strutturale ereditato che trova origine prelievo forzoso dello che in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate proprie dell'ex Provincia. Un disastro di ancor maggiore portata se si considera che la Città Metropolitana di Messina perderà l'opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan per importanti infrastrutture da altri trasferimenti nazionali per un porto pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l'edilizia scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa. Alla luce della situazione sin qui delineata, il sindaco metropolitano De Luca ha disposto che gli Uffici finanziari blocchino l'attività gestionale interrompendo ogni atto di impegno finanziario compresa l'erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti. Si tratta di un'azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali davanti all'impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con lino stillicidio dei genere affinchè si attivino immediatamente le procedure per fine al prelievo forzoso.


NOMINE. Non ci sarebbe ancora l'accettazione da parte dell'avvocato Girgenti Acque, Giancarlo Rosato in pale positìon per la presidenza

C'è l'indicazione, non la nomina, o almeno, non ancora l'accettazione formale della stessa, e dato il contesto in cui tutto è maturato non sembra nemmeno una cosa particolarmente strana. I soci della Girgenti Acque hanno infatti individuato il nome del possibile nuovo presidente della società, che dovrà traghettaria nella fase post-Marco Campione. Si tratta dell'avvocato agrigentino Giancarlo Rosato, amministratore unico della Voltano, società consortile che è oggi l'unica parte "pubblica" all'interno della società di gestione del servizio idrico. Stando a quanto trapelato già durante i lavori dell'Ati di due giorni fa Rosato sarebbe stato individuato e gli sarebbe stata avanzata la proposta di ricoprire il ruolo (oggi poco comodo) che fu di Marco Campione. Rosato, che al momento non rilascia alcuna dichiarazione formale, pare abbia preso tempo quanto meno per consumare alcuni passaggi istituzionali verosimilmente con Prefettura e commissari prefettizi che attualmente sono i veri e unici soggetti nelle condizioni legali di gestire la società, mentre alle strutture societarie è rimasto solo da rispondere in tema di responsabilità civili. Tuttavia, anche in questo contesto, vi sarebbe una emergenza vera e tangibile che oggi rischia di travolgere tutto: il rischio che la società vada finanziariamente a "carte 48", perché sommersa dai debiti e con un servizio di gestione che appare a "scadenza". Sì perché se è vero che è stata presentata l'impugnativa del provvedimento interdittivo della Prefettura di Agrigento, a pendere sul capo della Girgenti acque c'è sempre la risoluzione del contratto con l'Ati. Il rischio oggi è però che il privato, che ha l'obbligo di continuare a gestire nelle more della nuova forma di gestione o, ancora, del nuovo soggetto individuato, crolli ben prima che questo sia avvenuto. Intanto l'Ambito territoriale ottimale muove i primi timidi passi rispetto all'individuazione del tanto atteso "piano B". Durante l'assemblea di ieri è stato infatti costituito un comitato-tavolo tecnico composto da dieci comuni tra i quali molti ribelli e centri come Licata, che dovranno farsi carico di individuare la forma di gestione futura e dare successivo mandato ai tecnici per predisporre tutti gli atti necessari o per una nuova gara d'appalto, o per la creazione di una società mista pubblico-privato oppure una gestione direttamente in house totalmente a capitale pubblico, come molti auspicano. In tal senso utile potrebbe essere la pubblicazione da parte dell' Ati di uno studio realizzato nei mesi scorsi sulle fonti di approvvigionamento idrico presenti in provincia.


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