Giornale di sicilia
Stazioni appaltanti, c'è pure Silvio Cuffaro
Giacinto Pipitone
PALERMO
C'è anche Silvio Cuffaro fra i nuovi dirigenti delle stazioni uniche appaltanti regionali. Il fratello dell'ex presidente Totò, è stato nominato ieri al vertice dell'Urega di Agrigento. Gli Urega sono gli uffici deputati a predisporre i bandi e avviare le gare su mandato di Regione, Comuni e vari enti. Silvio Cuffaro, come aveva già fatto in passato, si occuperà di quello di Agrigento. Ieri però sono stati nominati anche i nuovi vertici degli Urega delle altre province: a Catania arriva Gabriele Ragusa e a Trapani, Accursio Arculeo. Conferme a Messina per Giovanni Franció, a Caltanissetta ed Enna per Domenico Bonelli, a Siracusa e Ragusa per Maurizio Vaccaro e a Palermo per Salvatore Pirrone. Le nomine nelle stazioni appaltanti sono state fatte dal capo del dipartimento Tecnico, Salvatore Lizzio. Che ha anche proceduto a rinnovare i vertici degli uffici del Genio Civile. In quello di Agrigento va Calogero La Mendola, mentre Duilio Alongi lascia la Città dei Templi e viene spostato a Caltanissetta. A Catania arriva Natale Zuccarello, mentre a Enna si insedia Giuseppe Margiotta. Alberto Tinnirello sbarca a Palermo, Ignazio Pagano a Ragusa e Paolo Burgo a Siracusa. A Trapani va Giancarlo Teresi, a Messina, invece, conferma per Antonino Platania, in carica da luglio. È un'altra tornata di nomine che contribuisce al lento completamento del sottogoverno targato Musumeci. Il presidente ieri ha anche firmato un piano che riscrive completamente la mappa dei posti da dirigente alla Regione. Con questa mossa Palazzo d'Orleans riduce le postazioni dirigenziali all'interno dei vari assessorati. A essere tagliate saranno 232 posizioni organizzative sulle 1.439 attualmente esistenti. Una proposta di decurtazione, pari al 16 per cento, voluta dal presidente e che adesso va alla concertazione con le organizzazioni sindacali. Le maggiori riduzioni riguardano l'Ufficio legislativo e legale (che taglia il 36 per cento dei propri posti da dirigente), i dipartimenti Energia (29 per cento), Protezione civile e Programmazione (24 per ce to), Attività produttive (17 per cento) e Beni culturali (16 per cento). «Il nuovo piano - ha detto ieri il presidente della Regione - è il frutto di un'intensa attività di concertazione svolta nelle ultime settimane dal segretario generale della presidenza Maria Mattarella e dal dirigente generale della Funzione pubblica Rosalia Pipia con i capi di tutti i dipartimenti». Il presidente aveva già ricevuto questo piano alla vigilia di Natale ma non lo aveva firmato chiedendo di tagliare più di quanto previsto inizialmente. Nella prima bozza la riduzione era di circa 190 postazioni dirigenziali: «Siamo andati oltre - ha evidenziato Musumeci - rispetto a quanto prevedeva la legge. Non una riduzione legata alla percentuale del personale andato in pensione, ma un taglio di almeno il 15 per cento delle strutture. In questo modo procederemo all'accorpamento delle competenze e non ci saranno più unità operative vacanti. Quindi solo benefici per tutta la macchina regionale e per gli utenti. Un'ulteriore decurtazione è prevista alla fine del prossimo biennio».
Città metropolitana di Messina
Ex Provincia, De Luca: chiuso per fallimento Bloccate le attività finanziarie. A rischio gli stipendi dei dipendenti
MESSINA
Si fermano le attività finanziarie alla Città Metropolitana e viene bloccato lo stipendio di 840 dipendenti dell'ex Provincia. Chiuso per fallimento si legge nel cartello mostrato ieri dal sindaco metropolitano Cateno De Luca che per le continue difficoltà finanziarie di Palazzo dei Leoni che stanno determinando l'impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell'ente ha chiuso di fatto i servizi pubblici. La denuncia è il frutto della paralisi dell'ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2018 e al cronico disavanzo strutturale ereditato che trova origine nel prelievo forzoso dello Stato che, in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate proprie dell'ex Provincia. Un disastro di maggiore portata se si considera che la Città Metropolitana di Messina perderà l'opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan per importanti infrastrutture e da altri trasferimenti nazionali per un importo pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l'edilizia scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa. De Luca ha disposto che gli Uffici finanziari blocchino l'attività gestionale interrompendo ogni atto di impegno finanziario, compresa l'erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti. «Si tratta di un'azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali davanti all'impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con uno stillicidio del genere affinché si attivino immediatamente le procedure per porre fine al prelievo forzoso» ha affermato il sindaco. Nei mesi scorsi De Luca aveva avviato l'iter per la dichiarazione di dissesto economico finanziario dell'ex Provincia. Già l'ex commissario della Città Metropolitana Filippo Romano aveva spiegato più volte come Palazzo dei Leoni non potesse garantire le attività pubbliche per carenza di risorse economiche dovuta tra l'altro dai ridotti trasferimenti statali. De Luca nell'impossibilità finanziaria di continuare a gestire l'ente ha deciso di bocciare ogni cosa, anche gli stipendi degli impiegati che non riceveranno gli stipendi. Il sindaco metropolitano attende adesso una risposta da Stato e Regione. (*ACAF*
Agrigentonotizie.it
Giorni
decisivi per Girgenti Acque: Giancarlo Rosato verso la presidenza
La
firma non c'è ancora, ma tutto viene dato come per fatto: l'avvocato
Giancarlo Rosato, attuale amministratore unico della Voltano e
componente dell'assemblea dei soci della società è stato indicato
dall'assemblea dei soci della Girgenti acque come futuro presidente
della società. Rosato al momento non avrebbe ancora accettato dato
che, riferiscono le persone a lui vicine, vorrebbe prima
vagliare la praticabilità dell'incarico nelle dovute sedi
istituzionali.
Un
viatico che appare indispensabile considerata la condizione della
società, oggi commissariata e con una interdittiva antimafia sul
"groppone" e con pochissimo margine gestionale reale per
gli organi societari.
La
scelta verrà comunque fatta nei prossimi giorni. Nel frattempo
all'Ati si inizia a ragionare dell'individuazione di un sistema
di gestione alternativo: l'Assemblea ha infatti costituito una
commissione composta da dieci comuni tra quelli oggi non inseriti nel
direttivo perché traccino una linea d'azione per il futuro.
Statali
Agrigento-Palermo e 640 a rischio, nuova protesta dei sindaci
Rischio
incompiute per il raddoppio della statale 640 e della statale
Agrigento - Palermo, i sindaci danno di nuovo fuoco alle polveri.
Il
prossimo 2 febbraio, alle 9.30 è infatti prevista una manifestazione
a Caltanissetta per riportare con forza l'attenzione sulla vicenda
e sui potenziali danni che si arrecherebbero ai territori con uno
stop dei lavori gestiti per conto di Anas dalla società Cmc di
Ravenna. I sindaci attendono ancora oggi risposta da parte del
ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, e continuano ad essere
pronti a rivolgersi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
nel caso in cui non dovessero arrivare segnali di "vita"
dal Governo nazionale.
Il
depuratore non è in regola, altra "stangata" per la
Girgenti acque
Ormai
è un bollettino di guerra: il Libero consorzio di Agrigento, ad
oltre 4 anni dalle attività di controllo che l'Arpa realizzò nei
confronti dei depuratori gestiti dalla Girgenti acque e in larga
parte oggi sotto sequestro, da diversi mesi ormai firma richieste di
pagamento di salatissime sanzioni per reati ambientali che, finora,
sono tutte finite a carico di Giuseppe Giuffrida, ex componente della
società e responsabile del settore depurazione e fognatura.
Richieste di pagameno per decine di migliaia di euro, ad oggi, che
partono tutti dalla constatazione di problematiche ambientali
riscontrate per gli impianti. L'ultima riguarda quello di Fontanelle,
ad Agrigento.
Qui
i tecnici rilevarono come i livelli degli inquinanti presenti
negli scarichi, secondo le verifiche effettuate dall'Arpa, fossero
fuori norma, con superamenti anche molto importanti in termini di
azoto ammoniacale presente nel refluo, una sostanza contenuta
nell'urina. Non solo, ma al depuratore mancavano i misuratori di
portata e i pozzetti per il prelievo dei campioni per le analisi di
controllo, un fatto questo che ricorre molto frequentemente negli
impianti della società, a quanto pare.
„Giuffrida ha
ovviamente provato a rispondere nel merito alle contestazioni, ma le
sue memorie sono state giudicate "infondate in fatto e in
diritto". Il Libero consorzio ha quindi comminato una sanzione
da 3mila euro".
Larepubblica.it
Sicilia,
il fratello di Cuffaro a capo dell'ufficio regionale per gli appalti
ad Agrigento
Cambio
al vertice dei Geni civili e degli uffici per le gare d'appalto. Il
dirigente generale del dipartimento tecnico Salvatore Lizzio ha dato
il via libera alle nuove nomine, con un elenco che comprende fra gli
altri Silvio Cuffaro, fratello dell'ex presidente della Regione
Salvatore, che va all'ufficio gare di Agrigento. "Io - annota
però l'interessato - sono all'Urega di Agrigento da maggio.
Questa è solo una conferma". Gli altri capi degli uffici gare sono
Gabriele Ragusa (Catania), Accursio Arculeo (Trapani),
Giovanni Franciò (Messina), Domenico Bonelli (Caltanissetta ed
Enna), Maurizio Vaccaro (Siracusa e Ragusa) e Salvatore Pirrone
(Palermo).
Giro
di nomine anche nei Geni civili: ad Agrigento Calogero La Mendola
prende il posto di Duilio Alongi, che invece va a Caltanissetta. A
Catania c'è Natale Zuccarello, a Enna Giuseppe Margiotta, a
Palermo Alberto Tinnirello, a Ragusa Ignazio Pagano, a Siracusa Paolo
Burgo, a Trapani Giancarlo Terese, a Messina Antonino Platania.
Intanto la giunta taglia 232 poltrone da dirigente su 1.439: la
giunta ha dato il via libera a una proposta di decurtazione del 16
per cento degli incarichi, ma la bozza adesso deve essere concordata
con i sindacati. I tagli maggiori alll'Ufficio legislativo e legale
(36 per cento) e nei dipartimenti Energia (29 per cento), Protezione
civile e Programmazione (24 per cento), Attività produttive (17 per
cento) e Beni culturali (16 per cento). "Siamo andati oltre
rispetto a quanto prevedeva la legge - dice il presidente della
Regione Nello Musumeci - Non una riduzione legata alla percentuale
del personale andato in pensione, ma un taglio di almeno il 15 per
cento delle strutture. In questo modo procederemo all'accorpamento
delle competenze e non ci saranno più unità operative vacanti.
Quindi solo benefici per tutta la macchina regionale e quindi per gli
utenti. Un'ulteriore decurtazione è prevista alla fine del
prossimo biennio". Il taglio delle postazioni dirigenziali è un
obbligo previsto dalla legge.)
SCRIVOLIBERO
RIOLO: "CON I NUOVI CORSI DI
LAUREA AGRIGENTO PUÒ DIVENTARE POLO DI ATTRAZIONE PER TANTI
STUDENTI"
"Esprimo viva soddisfazione per la
favorevole soluzione della governance del CUA di Agrigento con la
conseguente proposizione di nuovi corsi di laurea, che daranno a
questa Città la possibilità di diventare polo di attrazione per
tanti studenti non solo di Agrigento e dell'hinterland, ma anche di
tutta la Sicilia e del sud dell'Italia, essendo alcuni di essi di
esclusiva presenza ad Agrigento".
Lo afferma l'assessore comunale di
Agrigento, Gerlando Riolo, che aggiunge:
"Infatti il Consorzio, che sarà
rinominato in: "Empedocle - Consorzio Universitario di
Agrigento", dall'anno accademico 2019/2020 vedrà aperti i nuovi
corsi di Laurea di Economia e Scienze ambientali, di Scienze
dell'educazione e di Architettura e Ambiente costruito, che si
andranno ad aggiungere al corso di Laurea di Servizi Sociali e ai
corsi in esaurimento.
E' un grande risultato, che fa
seguito alla positiva e fattiva interlocuzione avuta con il Rettore
Prof. Micari per chiedere di sbloccare e aumentare l'offerta
formativa universitaria ad Agrigento, con l'apertura di nuovi corsi
di Laurea.
La soluzione trovata garantirà
nuovamente il diritto allo studio anche ad Agrigento e darà
finalmente respiro economico alle tante famiglie agrigentine, non
solo perché potranno evitare le ingenti spese della permanenza fuori
sede, ma soprattutto perché ci sarà un rilancio dell'economia
della città di Agrigento e del suo centro storico. L'Amministrazione
comunale di Agrigento infatti metterà a disposizione del nuovo CUA
il Palazzo Tommasi, in pieno centro storico, come sede dei corsi di
laurea e questo permetterà il riutilizzo di tanti appartamenti come
alloggi per gli studenti, la nascita di tante iniziative
imprenditoriali e il riuso e la rifunzionalizzazione dei quartieri
ora in preda al degrado.
E' quello che ci si aspettava e che
ci aspettiamo e che finalmente potrà trovare realizzazione.
Un vivo ringraziamento va al Rettore
dell'Università di Palermo, che ha mantenuto gli impegni che aveva
assunto con la Città di Agrigento, al Governo regionale, che ha
sostenuto il rilancio del CUA, al Sindaco di Agrigento, che ha sempre
mantenuto una posizione di fermezza nella volontà di rilancio del
CUA e a tutti gli altri soci dello stesso CUA, che hanno sostenuto e
approvato il progetto".
LA SICILIA
PALMA DI MONTECHIARO
TAR DICE SÌ A TRE SORGENTI
INAMMISSIBILE IL RICORSO DI GIRGENTI
ACQUE
PALMA DI MONTECHIARO. l. a.)
Un
importante passo per garantire l'acqua pubblica è stato compiuto
lunedì, il Tar Sicilia con sentenza numero 190, pubblicata il 28
gennaio, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Girgenti
Acque per l'annullamento della nota del 25 novembre del 2014 con cui
il Consorzio Tre Sorgenti si era rifiutato di adire alla richiesta
formulata dal consorzio di ambito territoriale ottimale di Agrigento
di consegnare a Girgenti Acque s.p.a. le sorgenti con i relativi
impianti per l'erogazione del servizio idrico integrato. La società
aveva proposto l'annullamento degli atti e la condanna nei confronti
del Consorzio Tre Sorgenti.
Accanto a quest'ultimo si erano
costituiti nel giudizio dinnanzi al Tribunale amministrativo
regionale anche i comuni di Palma di Montechiaro e Ravanusa.
"Questa amministrazione comunale -
ha dichiarato in un comunicato stampa diffuso dal primo cittadino
palmese Stefano Castellino - continuerà la battaglia per l'acqua
pubblica",
Una battaglia che il comune di Palma di
Montechiaro conduce con estrema tenacia ormai da oltre un ventenni o
quando l'allora amministrazione comunale guidata da Rosario Gallo
l'aveva iniziata tra mille resistenze.
Una battaglia portata avanti anche
negli anni seguenti dalle altre amministrazioni comunali da allora
succedutesi, compresa quella attuale che si era pronunciata in questa
direzione già durante la campagna elettorale che ha preceduto lo
svolgimento delle ultime elezioni amministrative.
La speranza è che questa sentenza
ponga fine ad una lunga querelle che aveva visto proprio nella nota
del novembre 2014 e nel susseguente ricorso l'ultimo capitolo.
MESSINA, LA SFIDA DEL SINDACO
METROPOLITANO DE LUCA
"Traditi da Stato e Regione:
Provincia chiusa per fallimento"
MESSINA. Il sindaco metropolitano
Cateno De Luca, di fronte alle perduranti difficoltà finanziarie di
Palazzo dei Leoni che stanno determinando l'impossibilità di
garantire le funzioni fondamentali dell'Ente, chiude i battenti della
Città Metropolitana di Messina. E lancia pesantissime accuse a chi,
spiega, è responsabile di questa crisi.
La denuncia è il frutto della paralisi
dell'ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del
bilancio di previsione 2018 ed al cronico disavanzo strutturale
ereditato che trova origine prelievo forzoso dello che in questi
anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate
proprie dell'ex Provincia.
Un disastro di ancor maggiore portata
se si considera che la Città Metropolitana di Messina perderà
l'opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan
per importanti infrastrutture da altri trasferimenti nazionali per un
porto pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l'edilizia
scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20
milioni circa.
Alla luce della situazione sin qui
delineata, il sindaco metropolitano De Luca ha disposto che gli
Uffici finanziari blocchino l'attività gestionale interrompendo ogni
atto di impegno finanziario compresa l'erogazione degli stipendi agli
840 dipendenti.
Si tratta di un'azione di forza nei
confronti degli interlocutori nazionali davanti all'impossibilità
per le Città Metropolitane di continuare con lino stillicidio dei
genere affinchè si attivino immediatamente le procedure per fine al
prelievo forzoso.
NOMINE. Non ci sarebbe ancora
l'accettazione da parte dell'avvocato
Girgenti Acque, Giancarlo Rosato in
pale positìon per la presidenza
C'è l'indicazione, non la nomina, o
almeno, non ancora l'accettazione formale della stessa, e dato il
contesto in cui tutto è maturato non sembra nemmeno una cosa
particolarmente strana. I soci della Girgenti Acque hanno infatti
individuato il nome del possibile nuovo presidente della società,
che dovrà traghettaria nella fase post-Marco Campione. Si tratta
dell'avvocato agrigentino Giancarlo Rosato, amministratore unico
della Voltano, società consortile che è oggi l'unica parte
"pubblica" all'interno della società di gestione del
servizio idrico.
Stando a quanto trapelato già durante
i lavori dell'Ati di due giorni fa Rosato sarebbe stato individuato e
gli sarebbe stata avanzata la proposta di ricoprire il ruolo (oggi
poco comodo) che fu di Marco Campione. Rosato, che al momento non
rilascia alcuna dichiarazione formale, pare abbia preso tempo quanto
meno per consumare alcuni passaggi istituzionali verosimilmente con
Prefettura e commissari prefettizi che attualmente sono i veri e
unici soggetti nelle condizioni legali di gestire la società, mentre
alle strutture societarie è rimasto solo da rispondere in tema di
responsabilità civili.
Tuttavia, anche in questo contesto, vi
sarebbe una emergenza vera e tangibile che oggi rischia di travolgere
tutto: il rischio che la società vada finanziariamente a "carte
48", perché sommersa dai debiti e con un servizio di gestione
che appare a "scadenza". Sì perché se è vero che è
stata presentata l'impugnativa del provvedimento interdittivo della
Prefettura di Agrigento, a pendere sul capo della Girgenti acque c'è
sempre la risoluzione del contratto con l'Ati. Il rischio oggi è
però che il privato, che ha l'obbligo di continuare a gestire nelle
more della nuova forma di gestione o, ancora, del nuovo soggetto
individuato, crolli ben prima che questo sia avvenuto.
Intanto l'Ambito territoriale ottimale
muove i primi timidi passi rispetto all'individuazione del tanto
atteso "piano B".
Durante l'assemblea di ieri è stato
infatti costituito un comitato-tavolo tecnico composto da dieci
comuni tra i quali molti ribelli e centri come Licata, che dovranno
farsi carico di individuare la forma di gestione futura e dare
successivo mandato ai tecnici per predisporre tutti gli atti
necessari o per una nuova gara d'appalto, o per la creazione di una
società mista pubblico-privato oppure una gestione direttamente in
house totalmente a capitale pubblico, come molti auspicano.
In tal senso utile potrebbe essere la
pubblicazione da parte dell' Ati di uno studio realizzato nei mesi
scorsi sulle fonti di approvvigionamento idrico presenti in
provincia.