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rassegna stampa del 15 febbraio 2019


Giornale di sicilia
I debiti di Girgenti Acque
 A battere cassa 20 imprese. oggi audizioni in prefettura

Non è certamente il giorno della verità, ma ci somiglia molto. Stamani, davanti al prefetto di Agrigento Dario Caputo, si riuniranno i sindaci dell'Agrigentino: gli stessi che, durante l'ultima riunione tecnica, avevano espresso preoccupazione sulla tenuta della società - la Girgenti Acque - che gestisce il servizio idrico. Preoccupazioni dovute al fatto che Girgenti Acque sta vivendo una seria crisi finanziaria e potrebbe anche non riuscire più a garantire la continuità del servizio. Un pericolo grossissimo anche perché l'Ati, dal canto suo, non ha ancora individuato soluzioni alternative. Ieri, a poche ore dal vertice in Prefettura, è emersa un'altra nota dolente: una ventina di imprese agrigentine, impegnate ad erogare servizi a Girgenti Acque e Hydortecne, sono in stato di agitazione. Vantano crediti per oltre due milioni di euro per attività legate agli espurghi, manutenzione della rete idrica e fognaria, installazione di contatori e movimento terra. A fare luce sul problema sono state le organizzazioni datoriali di Cna, Casartigiani e Claai alle quali i titolari delle aziende si sono rivolti per rivendicare le loro spettanze, maturate di fatto prima della gestione commissariale. I rappresentanti delle tre sigle hanno chiesto ed ottenuto un momento di confronto con il commissario di Girgenti Acque, Gervasio Venuti, e con l'amministratore della società partecipata. Un faccia a faccia per fare il punto della situazione sulla vertenza in corso e per capire i margini di agibilità rispetto alla risoluzione della delicata questione. Una questione che non è la sola, visto che, ad esempio, anche i circa 150 dipendenti della società controllata: la Hydrotecne temono per il loro futuro lavorativo ed economico. «È'necessario fare immediata chiarezza - hanno scritto ieri Cna, Casartigiani e Claai - per dare risposte a quanti, in questi mesi, hanno prestato regolare attività, ma non ricevono il regolare pagamento. Il quadro che ci viene delineato dalle imprese è abbastanza preoccupante e il malessere è palpabile, tenuto conto che c'è stata fin qui una interlocuzione tutt'altro che rassicurante con i vertici delle due società. Questi padri di famiglia - proseguono le organizzazioni - sono disperati perché rischiano il tracollo economico da un momento all'altro se non vedranno onorato, in tempi brevi, il loro sacrosanto diritto». Di fatto, accanto alla Girgenti Acque e alla Hydrotecne c'è tutto un indotto di lavoratori. «Braccia incrociate e automezzi spenti significa non garantire servizi essenziali con inevitabili ripercussioni sulla situazione igienico sanitaria nel territorio destinata ad esplodere qualora non dovessero arrivare risposte positive. Noi auspichiamo che prevalga il buon senso - concludono Cna, Casartigiani e Claai - nella consapevolezza che assieme al commissario e all'amministratore di Hyrdotecne si possa individuare un percorso condiviso in grado di ridare serenità economica alle imprese creditrici». Oggi, in Prefettura, si discuterà poi di gestione delle risorse idriche, a seguito dell'emanazione dell'informativa antimafia interdittiva a carico del precedente gestore. ( *C R* )

LIBERO CONSORZIO
Strade franate, appalto ancora aperto
C'è tempo fino a mezzogiorno del prossimo 21 febbraio prossimo per la presentazione delle offerte per i lavori di eliminazione delle frane sulle strade provinciali nel territorio di Favara, ovvero la «3-B Favara-Crocca», «80 Agrigento-Baiata-Favara» e la «consortile 7 ex Esa - Chimento», dell'importo complessivo di 277.000 euro. La gara d'appalto sarà gestita integralmente in modalità telematica attraverso il portale degli appalti sul sito istituzionale del Libero Consorzio di Agrigento. ( * PA P I * )

Dai capi ai test: così cambia la Pubblica amministrazione

Dai concorsi alla dirigenza, dalle «pagelle» al conferimento degli incarichi: un disegno di legge ambizioso quello con cui il ministro Giulia Bongiorno mira a riformare la Pubblica amministrazione. Non a caso si tratta di una delega che avrà bisogno di più decreti attuativi. Dopo il via libera di ieri sera da parte del Consiglio dei ministri seguirà l'iter parlamentare, terminato il quale si apre una finestra di 18 mesi per passare all'applicazione. Tra le principali novità l'inserimento di test psicoattitudinali nelle selezioni pubbliche, la richiesta di una presenza anche quotidiana dei dirigenti negli uffici, un nuovo sistema di valutazione aperto a esperti esterni. Ecco allora ricapitolate le misure. Dirigenti pubblici in ufficio tutti i giorni.Il riordino della dirigenza è il cuore della delega per «il miglioramento della Pubblica amministrazione». Il nuovo tentativo di riforma dei vertici parte dalla necessità di accrescere la produttività e rilanciare l'immagine della P.A. E, proprio per centrare l'obiettivo, l'ultima bozza del provvedimento stabilisce che il «capo» adegui la sua prestazione alle «esigenze dell'o rg a n i z z a z i o n e » , «nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il necessario coordinamento delle risorse umane, anche mediante la presenza quotidiana nella sede di lavoro». Il ddl consente di rinnovare una sola volta l'incarico. E riguardo agli incarichi a contratto, utilizzati a livello locale, viene ristabilito il principio dello spoil system, per cui la durata del rapporto non può superare il mandato del sindaco o del presidente di P rov i n c i a . Test psicoattitudinali e giuramenti da «civil servant».Il disegno di legge punta, si legge sempre nella bozza, alla «riduzione dei tempi e dei costi» delle procedure selettive, con «prove differenziate, di tipo teorico e pratico», così da individuare le professionalità che servono. Non solo, si parla esplicitamente di «verifiche psicoattitudinali» con quiz che siano capaci anche di sondare le capacità relazionali. Si prevedono poi «incentivi» a favore degli enti locali che scelgano di affidare la gestione dei concorsi allo Stato, fatta salva la possibilità di effettuare le singole prove su base territoriale, senza dover costringere i candidati a macinare chilometri. E, per chi la spunta, la delega invita a un'estensione dell'o b b l i go di giuramento, così «da rafforzare lo spirito di servizio dei dipendenti pu b b l i c i » , Restyling della valutazione, carriera facile per i migliori.Il testo parla di un «Sistema nazionale di valutazione delle performance» che fa perno sul ministero ma lascia spazio anche agli utenti, quindi ai cittadini, e a «soggetti, anche estranei alla Pubblica Amministrazione, in possesso di una comprovata competenza». Una sorta di «commissari esterni» in grado di esprimere giudizi super partes. Si raccomanda poi di prevedere concorsi riservati al personale interno che abbia ottenuto «le valutazioni migliori nell'ultimo triennio».

Fi n a n z i a r i a , resa dei conti in maggioranza: ridotti i tagli

È stata un'altra giornata di duelli dentro la maggioranza. Frantumata in tre aree, tutte pronte a chiedere a Musumeci un passo che avrebbe stravolto i piani del governo. E così nella notte dell'ultimo voto solo una soluzione di emergenza e di finanza creativa ha permesso al centrodestra di ricompattarsi riallargando i cordoni della spesa. Solo all'alba di oggi è previsto il voto finale alla manovra. Nell'attesa, al momento di andare in stampa, la partita l'aveva vinta Forza Italia, che con i suoi assessori si era messa di traverso dicendo chiaramente al presidente che non avrebbe votato una Finanziaria che prevedeva fra i 200 e i 300 milioni di tagli a settori elettoralmente cruciali come quelli dei precari, dei forestali, dei consorzi di bonifica, dell'Esa, della cultura, del welfare e di tutta una galassia di enti che orbita intorno alla Regione. Una posizione oltranzista che ha attraversato la giunta e su cui si sono ritrovati gli assessori forzisti Marco Falcone (Infrastrutture) e Bernadette Grasso (Funzione Pubblica) e il centrista Mimmo Turano (Attività produtt ive). È un fronte che chiedeva la riscrittura del cuore della Finanziaria a poche ore dal voto finale, forte dell'ost ilità al testo base manifestata mercoledì dal voto dei franchi tiratori del centrodestra contro due norme-chiave. Le votazioni sono iniziate alle 21,30 dopo una lunga giornata di trattative e al momento di andare in stampa era passata la linea di questo fronte: il centrodestra ha deciso di portare in aula una norma che spalma in 30 anni l'intero maxi-disavanzo da 2,1 miliardi rilevato dalla Corte dei Conti. La Finanziaria originaria prevedeva invece che almeno 600 milioni venissero coperti in tre anni sacrificando subito 200 milioni originariamente destinati a precari e settori produttivi. Con la norma che l'Ars si apprestava a votare nella notte dunque il governo ha recuperato almeno 176 milioni da spalmare di nuovo sul bilancio riportando tutti i capitoli di spesa ai livelli del 2018 (tranne quello delle Province, a cui si penserà nella manovra correttiva, assicurano in giunta). L'handicap di questa soluzione è che avrebbe bisogno di un via libera da Roma. Di più, servirebbe proprio una leggina del Parlamento nazionale. Che non c'è malgrado sia stata chiesta da Musumeci e Armao. Dunque in tanti prevedono una impugnativa che aprirà un conflitto costituzionale con pochi precedenti. Se nella notte l'Ars avrà confermato questa scelta, il bilancio sarà stato sistemato però per almeno tre mesi (il limite per l'impu - gnativa) e saranno state appianate le divergenze nel centrodestra. Soprattutto perché verrà evitato il problema più avvertito da deputati e assessori: andare in campagna elettorale per le Europee del 29 maggio dopo aver votato una manovra lacrime e sangue. Ma per arrivare a questo risultato la maggioranza si è dilaniata. Un travaglio durato oltre 24 ore. Dopo il voto di mercoledì che ha mandato Ko il governo su due norme-cardine Musumeci ha radunato gli assessori ieri a ora di pranzo a Palazzo d'Orleans. Lì ha chiesto compattezza sul voto finale. Ma si è trovato di fronte per la prima volta il muro di un pezzo di Forza Italia fino a quel momento annoverato fra i fedelissimi: l'assessore Falcone ha chiesto di cancellare tutti i tagli da oltre 200 milioni e di riscrivere da capo il cuore della manovra. «Noi votiamo solo una Finanziaria, non un fac simile» ha sintetizzato Falcone uscendo dalla riunione. L'assessore è l'espressione di una vasta area del centrodestra che fino a quel momento spingeva per una soluzione drastica: trovare i soldi per cancellare i tagli trattenendo 280 milioni di entrate frutto dell'Iva che la Regione incamera ma dovrebbe girare poi allo Stato. Una sfida lanciata a Roma, che finora non ha voluto consentire di spalmare in 30 anni tutto il disavanzo costringendo la giunta a una manovra lacrime e sangue. È una soluzione, questa, su cui si erano ritrovati anche l'Mpa e pezzi di altri partiti. Perfino Giorgio Assenza, uno dei big di Diventerà Bellissima, aveva scelto questa via. Il problema è che nessuno, né la Ragioneria della Regione né gli uffici tecnici dell'Ars, ha voluto sposare questa linea consegnando relazioni che la legittimassero. Troppo alto il rischio di una impugnativa dello Stato e di una possibile azione della Corte dei Conti. Così in serata questa strategia si è sgonfiata. Anche perché nel frattempo un'altra area di Forza Italia, guidata dal capogruppo Giuseppe Milazzo, aveva proposto di limare appena un po' i tagli: fra le pieghe del bilancio ci sono 15 milioni che possono essere spalmati su Esa, consorzi ed enti vari che devono avere anche un minimo budget per avviare i precari. Così sarebbe stata sbloccata la spesa e sarebbero state rinviate le emergenze alla manovra correttiva comunque annunciata dal governo dopo che Roma avrà votato la norma che consente di spalmare in 30 anni il debito. Era una soluzione soft che in molti avrebbero g r a d i t o. Di fronte a queste divergenze Musumeci ha tenuto duro su un punto: non rinnovare l'esercizio provvisorio. Affiancato su questa linea dall'asses - sore Ruggero Razza (Sanità) e da quello all'Economia, Gaetano Armao. Ma Palazzo d'Orleans non ha potuto difendere oltre il testo originario della manovra accettando la sfida allo Stato. Tra l'altro stesso Armao è stato negli ultimi giorni al centro del fuoco incrociato dei franchi tiratori, che gli hanno impallinato la norma a cui teneva di più: quella che avrebbe invogliato i pensionati di Paesi stranieri a trasferirsi in Sicilia sfruttando esenzioni e sgravi fiscali. È il segnale che perfino dentro Forza Italia c'è una ampia frangia che non sostiene l'as - sessore all'Economia. Scosse che sono il preludio del rimpasto annunciato per dopo le Europee. Uno scontro nello scontro che coinvolge l'intero centrodestra. Senza contare la frattura con sindacati e associazioni di categoria che da giorni sono in strada contro il governo. Ieri Musumeci ha suggerito all'a s s e s s o re Turano una dura replica al leader di Confindustria, Alessandro Albanese che mercoledì aveva parlato di «spettacolo indecoroso». Sono i cocci che restano intorno a Palazzo d'Orleans dopo il voto della Finanziaria.

Villa Genuardi
I giardini storici da scoprire

Villa Genuardi, ad Agrigento in  via Ugo La Malfa, ospita la mostra intitolata «Villa Genuardi e i giardini storici di Agrigento: dal Giardino degli Dei al Giardino del Vescovo». Il progetto è coordinato dal Soprintendente Gabriella Costantino. Si avvale della consulenza botanica dei professori Rosario Schicchi e Manlio Speciale, direttore e curatore dell'Orto Botanico - Sistema museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo. L'evento è realizzatoanche in collaborazione con ilComune di Agrigento, il Libero Consorzio Comunale diAgrigento, la Curia Vescovile, il Parco Archeologico della Valle dei Templi, il museo «Griffo» ed il FAI - Giardino della Kolymbethra. (*ACAS*)

La Valle dei Templi

Città metropolitane e liberi consorzi. Orlando "Ora di trovare soluzioni legislative" - La Valle dei Templi

"Ho ancora una volta espresso oggi la mia solidarietà e vicinanza ai dipendenti delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi, che vivono una troppo prolungata condizione di incertezza e difficoltà a causa del protrarsi della situazione di criticità finanziaria degli Enti. Abbiamo più volte sollecitato i governi nazionale e regionale ad individuare le necessarie soluzioni normative, e appositi tavoli tecnici sono stati avviati in tal senso.
Ora è tempo che le soluzioni prospettate possano tradursi in interventi legislativi concreti." Lo ha dichiarato Leoluca Orlando.

Scrivolibero

Il prossimo giorno 21 il termine delle offerte per i lavori di Crocca, Favara Agrigento e Esa Chimento

Il prossimo giorno 21 Febbraio, esattamente, alle ore 12.00 è il termine per la presentazione delle offerte per i lavori di eliminazione delle frane sulle strade provinciali nel territorio di Favara, ovvero la n. 3-B Favara-Crocca, n. 80 Agrigento-Baiata-Favara e NC n. 07 ex Esa-Chimento, dell'importo complessivo di 277.000, euro.
E' l'inizio della fine di un incubo per gli automobilisti e per una città che vive il disagio di collegamenti stradali non adeguati e insicuri che mettono quotidianamente a rischio la sicurezza dell'utenza.
Adesso i cittadini si aspettano la velocità degli interventi su strade che collegano Favara con Agrigento e con Villaggio Mosè e la zona balneare.

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