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rassegna stampa del 19 febbraio 2019

livesicilia.it

LaSicilia cerca di fare fronte comune per salvare le ex Province
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Libericonsorzi e Città metropolitane vivono una drammatica situazionefinanziaria che necessita un intervento dello Stato. E così oggi ilpresidente della Regione Nello Musumeci ha convocato i parlamentarinazionali eletti in Sicilia per cercare di attuare una strategiacomune. La Regione ha incontrato anche l'Anci e le partisociali. Partedunque dalla Sala Alessi di Palazzo d'Orleans l'appellodelle istituzioni siciliane al governo Conte affinché le ex Provincenon muoiano. L'obiettivoè giungere subito all'emanazione di undecreto legge sugli enti locali che elimini il meccanismo delprelievo forzoso cheha portato al collasso le ex Province dell'Isola. Una mission allaquale deputati e senatori - di maggioranza e opposizione presenti alvertice - hanno assicurato pieno sostegno. Sarà l'assessoredell'Economia, Gaetano Armao, che con Roma è impegnato da tempo inuna interlocuzione su questi temi, a farsi portavoce della richiestache il governatore condenserà in un una nota ufficiale.Dalministero dell'Economia, il governo Musumeci ha già ottenutol'assicurazione di trovare una soluzione definitiva alla crisi degliEnti di area vasta entro il prossimo 30 settembre, ma il precipitaredella situazione impone di accelerare i tempi affinché all'Isolapossa essere riservato lo stesso trattamento delle altre regionid'Italia dove i bilanci delle ex Province godono di un ristorosignificativo da parte dello Stato. E' stata la riforma Delrio,ricorda una nota di Palazzo d'Orleans, a provocare una insostenibiledisparità tra Regioni ordinarie e a statuto speciale, vessate dalcosiddetto contributo di risanamento alla finanza pubblica.All'incontro erano presenti, oltre ad Armao, anche gli assessoriregionali alle Autonomie locali Bernardette Grasso e alla SaluteRuggero Razza.
«Leconseguenze di quella che può essere definita una finta riforma -afferma il presidenteMusumeci -sono sotto gli occhi di tutti e non lasciano ulteriori margini ditempo per trovare una soluzione: strade provinciali abbandonate aldissesto, servizi sociali essenziali negati, stipendi a rischio per idipendenti.Ildefault è dietro l'angolo anche per le amministrazioni che ancoranon lo hanno dichiarato.Il problema si risolve a Roma ed è per questo che ho volutocoinvolgere deputati e senatori siciliani affinché ognuno faccia lapropria parte. E' stato un bel momento di solidarietà istituzionaleche, sono certo, troverà un suo riscontro nei fatti. Da Roma abbiamoottenuto già alcuni impegni ma adesso bisogna accelerare. L'avevanospacciata per una grande riforma e, invece, hanno massacrato enti cheper 160 anni avevano fatto, e anche bene, il proprio lavoro». Ilpresidente ha annunciato anche l'elaborazione di un dossier che ricostruirà «decenni di omissioni e di avalli a sceltescellerate».
LaRegione già ai primi di marzo, subito dopo la pubblicazione delbilancio, è intanto pronta a versare nelle casse delle ex Province -come ha assicuratol'assessoreArmao -112 milioni di euro stanziati con l'ultima manovra. «Mentre i 540milioni che lo Stato si è già impegnato a destinare nei prossimisei anni a Liberi consorzi e Città metropolitane - ha spiegato -potranno servire ad assorbire il carico dei mutui contratti e aliberare risorse per altri 23 milioni di euro».

"L'incontrodi oggi ci predispone verso un obiettivo comune da perseguire concelerità - dice la deputata di Forza Italia, MatildeSiracusano -.Giusto per chiarire l'iter procedurale: io avevo presentato unemendamento al dl semplificazione, bocciato dal Governo esuccessivamente accolto con piccole modifiche come ordine del giorno.Il Governo nazionale si è dunque impegnato a risolvere il problemadelle ex province. Il positivo intento che raccolgo in questa sede -conclude Siracusano - onde evitare contraddizioni che spesso siverificano a Roma, deve essere di buon auspicio per accogliere laproposta di legge presentata da Forza Italia, composta da un soloarticolo, che cancella il prelievo forzoso e avviare la procedurad'urgenza. Solo così le ex province possono tornare a erogarequantomeno i servizi essenziali e scongiurare il dissestofinanziario". La deputazione delMovimento5 Stelle haribadito il suo impegno sul tema. "Come abbiamo rappresentato oggialla riunione col Presidente Musumeci come delegazione parlamentaresiciliana del MoVimento 5 Stelle, lavoriamo sin dall'insediamento perrisollevare le sorti dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitanein Sicilia. Abbiamo subito avviato l'interlocuzione col Governo alfine di porre l'attenzione sul tema, trovando costante sponda.Abbiamo promosso e supportato l'intesa raggiunta lo scorso dicembre,con la previsione di un cronoprogramma di intervento concreto erealistico, impegnandoci ad un monitoraggio costante dello stesso.Tra i punti dell'intesa vi è l'impegno a trovare entro il 30settembre 2019 adeguate soluzioni per il sostegno ai liberi consorzie città metropolitane della Regione Siciliana, al fine di garantireparità di trattamento rispetto alle Province e Città Metropolitanedel restante territorio nazionale e di favorire l'equilibrio deibilanci". Lapressa di posizione del Movimento 5 Stelle, che è in maggioranza aRoma, viene annotata con soddisfazione da ErasmoPalazzotto,parlamentare di Leu, che però chiede che si passi ai fatti: "Quellodi oggi è stato un incontro importante, si è inaugurato un nuovometodo istituzionale per affrontare le emergenze che la Sicilia deveaffrontare nel rapporto con il governo nazionale. L'importanteimpegno assunto da tutta la deputazione nazionale, compresi irappresentanti del M5S, per trovare una soluzione alla condizione didissesto delle Provincie siciliane però non è sufficiente. Risoltoil problema finanziario bisogna definire al più presto le competenzee la programmazione per gli investimenti degli enti intermedi perevitare che questo intervento ne prolunghi soltanto l'agonia". I5 Stelle si dicono pronti a fare la loro parte, esprimendoapprezzamento per l'iniziativa di Musumeci: "Come maggioranzaparlamentare a supporto del Governo siamo pronti a fare la nostraparte, a rispettare ogni punto previsto dall'intesa e ad accelerareaddirittura col cronoprogramma - si legge nella nota delladeputazione pentastellata -. Abbiamo rilevato la medesimadisponibilità da parte della Regione. É nostra volontà inserirenel primo provvedimento utile le norme derogatorie necessarie(bilancio di previsione annuale, utilizzo avanzo residuo, etc.).Abbiamo rilanciato con forza il tavolo decisorio già istituitopresso il Ministero dell'economia e delle finanze. Apprezziamo lavolontà espressa dal Presidente Musumeci di evitare in futurostrumentalizzazioni politiche di qualsiasi tipo al fine di favorirela risoluzione concreta del problema nell'esclusivo interesse deicittadini". Apprezzamentoper l'iniziativa di Musumeci è espresso anche da Fratellid'Italia che"sosterrà con vigore tutte le iniziative finalizzate a risolveredefinitivamente l'annoso problema delle ex Province". Adichiararlo è CarolinaVarchi, deputatonazionale, presente alla riunione odierna insieme alla collega EllaBucalo. Varchi ha ringraziato il presidente "per il metodo sceltonell'affrontare la situazione, invitando e coinvolgendo tutti iparlamentari nazionali eletti nell'isola". Anchel'AnciSiciliaconil suo presidente Leoluca Orlando ha espresso apprezzamento perl'incontro di oggi. Soddisfazioneanche dalla Csa: "Dal vertice di oggi sulle ex provinceconvocato dal Governatore Musumeci incassiamo , anche grazie allapiazza, due risultati certi: una sostanziale convergenza di tutta ladeputazione nazionale sull'urgenza di gArantire parità ditrattamento fra le province siciliane e quelle del resto d'Italia;l'impegno di Musumeci ad erogare con immediatezza le somme previstenel bilancio appena approvato (circa 112 mln) che rappresenterannouna boccata d'ossigeno per le casse degli enti e gli stipendi deilavoratori. Dissentiamo dai provvedimenti che propone Anci siciliache lascerebbero fuori dalle possibili soluzioni enti importanti comeMessina ed abbiamo invitato il governo regionale e la deputaZionenazionale a verificare , già giovedì (previsto un vertice a Roma)la possibilità di soluzioni che risolvano alla radice il problemasia del 2018 che del futuro (ed in tal senso prendiamo attodell'attenzione rivolta al ddl di sospensione del prelievoforzoso). Abbiamochiesto con forza che la regione metta urgentemente mano al ridisegnodelle funzioni convocando al più presto l'osservatorio ed abbiamosottolineato l'urgenza di abrogare definitivamente l'art 2 dellalr 27/2016 che rappresenta per noi la vera calamità normativa pergli enti ed i lavoratori". Così Giuseppe Badagliacca segretarioregionale CSA Sicilia e Santino Paladino coordinatore nazionale CSAdipartimento ex Province. La situazione finanziaria delle exProvince siciliane è drammatica. Siracusa è in dissesto, a Messinail sindaco metropolitano cateno de Luca ha adottato provvedimentidrastici mettendo i dipendenti in ferie.  

Giornale di Sicilia


Il vertice mentre gli ex dipendenti protestavano in piazza Indipendenza
Ex Province, Musumeci ai parlamentari: «Serve subito un decreto»


Mentre in Piazza Indipendenza i dipendenti delle ex province protestavano bloccando il traffico per metà mattina, nella sala Alessi della presidenza della Regione una rappresentanza dei deputati siciliani di Camera e Senato ha incontrato il governo regionale per discutere della situazione degli enti intermedi. Alcuni hanno già dichiarato il fallimento (Siracusa), altri sono vicini o, comunque, in situazioni critiche, stretti tra prelievo forzoso (e quindi meno fondi a disposizione) e competenze invariate. È qui il nodo che sta mandando a gambe all'aria il sistema, frutto di una riforma incompiuta, e per il quale è necessario un intervento del parlamento nazionale. In arrivo anche un dossier che vedrà la luce a giugno e sul quale sta lavorando il governo della Regione per raccontare «decenni di omissioni e di avalli a scelte scellerate, ha spiegato il presidente Nello Musumeci, «nessuno può dire non c'ero». Ad invitare i deputati è stato lo stesso Musumeci che ha lanciato un appello per giungere «subito all'emanazione di un decreto legge sugli enti locali che elimini il meccanismo del prelievo forzoso che ha portato al collasso le ex Province dell'Isola». Sarà l'assessore dell'economia, Gaetano Armao, che con Roma è impegnato da tempo in una interlocuzione su questi temi, a farsi portavoce della richiesta. Il tavolo al ministero dell'economia è comunque già stato aperto ed ha dato i primi frutti: il governo Musumeci ha già ottenuto l'assicurazione di trovare una soluzione definitiva alla crisi degli enti di area vasta entro il prossimo 30 settembre, «ma il precipitare della situazione», è stato detto nel corso della riunione, «impone di accelerare i tempi affinché all'Isola possa essere riservato lo stesso trattamento delle altre regioni d'Italia dove i bilanci delle ex Province godono di un ristoro significativo da parte dello Stato. È stata la riforma Delrio a provocare una insostenibile disparità tra Regioni ordinarie e a statuto speciale, vessate dal cosiddetto contributo di risanamento alla finanza pubblica».All'incontro erano presenti, oltre ad Armao, anche gli assessori regionali alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, e alla Salute, Ruggero Razza. La Regione, subito dopo la pubblicazione del bilancio, è pronta a versare nelle casse delle ex Province 112 milioni di euro stanziati. «Mentre i 540 milioni che lo Stato si è già impegnato a destinare nei prossimi sei anni a Liberi consorzi e Città metropolitane - ha spiegato Armao - potranno servire ad assorbire il carico dei mutui contratti e a liberare risorse per altri 23 milioni di euro". Al vertice hanno preso parte anche il presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, e i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che hanno apprezzato il nuovo modello di collaborazione. «Non c'è niente di peggio di una riforma annunciata e mai attuata», ha commentato Orlando che ha anche consegnato ai parlamentare un dossier dell'Associazione nella quale si ripercorrono le tappe «dell'emergenza istituzionale » innescata nel 2014 nella quale si trovano gli enti locali. Da parte della deputazione siciliana c'è stato apprezzamento per il metodo di lavoro e di confronto. Presenti, tra gli altri Adriano Varrica (M5s); Erasmo Palazzotto (Leu); Nino Germanà, Giusi Bartolozzi, Matilde Siracusano (FI); Carmelo Miceli (Pd); Carolina Varchi (Fdi). (*AGIO*)

SINDACATI
Precari, Russo: «Sì alle stabilizzazioni»

Assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori precari degli enti pubblici, il segretario generale della Cisl  Funzione pubblica, Floriana Russo Introito ha invitato le pubbliche amministrazioni ad avviare celermente le procedure previste. «L'approvazione della Finanziaria della Regione Siciliana da parte dell'Ars - spiega in una nota Russo Introito - rappresenta uno spartiacque. Da adesso le amministrazioni locali non hanno più scuse: devono provvedere alla stabilizzazione del personale precario. Possiamo dire sia finito il  tempo delle attese». Russo si riferisce anche ai precari di Plazzao dei Giganti. (* PAPI*)

Il nuovo capo dell'ufficio di piazza Vittorio Emanuele
Genio civile, La Mendola si presenta: «Per i progetti procedure più snelle»

Snellire le procedure di presentazione dei progetti e promuovere le condizioni per un rilancio socio-economico del territorio. Il capo del Genio civile, Rino La Mendola, tornato ad Agrigento dopo 8 anni, ieri mattina ha incontrato gli ordini professionali: architetti, agronomi, geologi, ingegneri e geometri e ha condiviso le nuove linee guida per la presentazione delle pratiche in ufficio e superare le criticità degli sportelli unici. Ma ha annunciato anche che «verrà data unamano alle amministrazioni che devono fare i conti con il dissesto idrogeologico e verranno ripresi i lavori per censire, rilevare e introdurre una mappa degli ipogei, individuando i punti che mostrano segni di degrado e progressivo crollo delle volte che verranno consolidate  per garantire sicurezza e stabilità». «Sono lieto - ha detto Rino La Mendola - di essere tornato nell'uffi - cio dove, in passato, ho lavorato per più di vent'anni e dove ho maturato la mia prima esperienza di capo del Genio civile; esperienza poi proseguita a Caltanissetta per 9 anni». L'obiettivo è, adesso, quello di accelerare il rilascio delle autorizzazioni di competenza del Genio «utilizzando mezzi informatici che saranno presto dati in dotazione all'ufficio dal competente dipartimento regionale tecnico - ha annunciato - . Per quanto riguarda la cattedrale, sono lieto che venga riconsegnata alla città proprio in questi giorni, in virtù delle autorizzazioni rilasciate da questo ufficio il quale tiene alla riqualificazione dei beni culturali, a partire da quelli della chiesa». Il Genio civile e gli ordini professionali hanno individuato gli obiettivi comuni. «Intendiamo intensificare le attività  per promuovere il rilancio socio-economico del territorio provinciale -ha dichiarato La Mendola - . Daremo una mano alle amministrazioni che devono fare i conti con il dissesto idrogeologico. Il consolidamento e il  recupero degli ipogei potrebbe consentirne, almeno per alcuni tratti, l'apertura ai turisti, trasformando così un problema in una nuova risorsa che, assieme ai lavori di riqualificazione della città antica, potrebbero attrarre i tanti turisti di transito che oggi visitano la Valle e ripartono». (*CR*)

Sicilia24h

Futuro dei Liberi consorzi, la Cisl Fp di Agrigento a Palermo per chiedere maggior attenzione verso gli enti di area vasta

Una folta delegazione della Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna ha partecipato questa mattina alla manifestazione di protesta convocata a Palermo per denunciare lo stato di "abbandono" in cui a distanza di anni si trovano gli enti di area vasta, "vittime" di una riforma mai avviata in modo concreto e di scelte politiche e amministrative che hanno privato gli stessi di capacità di garantire servizi ai cittadini.
Un sit in che si svolgeva mentre a Palazzo d'Orleans il presidente della Regione Nello Musumeci incontrava la delegazione siciliana dei parlamentari nazionali e i segretari regionali dei sindacati confederali.
"La presenza di piazza era essenziale per far sentire la voce non solo di centinaia di lavoratori, ma soprattutto di territori che oggi hanno già visto ridursi in parte la garanzia di servizi essenziali come la manutenzione della viabilità - spiega il segretario confederale Cisl Fp Floriana Russo Introito -. Il confronto tra la Presidenza della Regione e i parlamentari nazionali avrebbe consentito di mettere in campo alcune misure comuni che ci fanno ben sperare sempre a patto che, come evidenziato dai segretari regionali, si passi 'dalle parole ai fatti'. E questo mettendo mano innanzitutto all'eliminazione del prelievo forzoso perché finché continuerà a permanere non sarà scongiurato il rischio default delle ex Province. Un provvedimento da parte dello Stato che pesa, solo per Agrigento, per oltre 17 milioni e mezzo di euro. Questo comporta come effetto l'impossibilità non solo di garantire i servizi, come detto, ma mette a rischio un intero sistema che ha ancora i Liberi consorzi il proprio unico riferimento. Altro tema è certamente quello della stabilizzazione del personale precario che, a nostro parere, deve trovare collocazione negli enti in cui ha finora prestato servizio invece che essere ridistribuito con l'utilizzo della società Resais".

No al prelievo forzoso, altrimenti il collasso
Scritto da Angelo Ruoppolo

Il disastro finanziario delle Province: Musumeci convoca i parlamentari nazionali siciliani. A lavoro su un decreto legge per cancellare o attenuare il prelievo forzoso.
La riforma delle Province è stata tra le più fallimentari della legislatura Crocetta. Gli Enti Locali, definiti Liberi Consorzi di Comuni in modo farsesco perché non hanno ancora consorziato nulla e sono da quattro anni commissariati e retti da commissari della Regione, sono sull'orlo del precipizio del dissesto finanziario. E a Messina, il sindaco Cateno De Luca, che è anche, secondo la riforma, il presidente della Provincia, definita altrettanto in modo farsesco "Città Metropolitana", ha posto in ferie forzate tutti i dipendenti, circa 800 persone, per mancanza di risorse finanziarie, ed ha minacciato il licenziamento collettivo. Ecco perché il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha ritenuto opportuno convocare a Palermo tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia affinchè trasferiscano a Roma, allo Stato, il bandolo della matassa alla ricerca di soluzioni, impraticabili da parte della Regione. Allo stesso tavolo, nella Sala Alessi, a palazzo d'Orleans, si sono seduti anche gli assessori all'Economia, Gaetano Armao, agli Enti Locali, Bernardette Grasso, alla Sanità, Ruggero Razza, sindacalisti ed esponenti dell'Anci, l'associazione dei Comuni. Quale è la causa del collasso delle Province? La risposta è il prelievo forzoso, il contributo di risanamento alla finanza pubblica, ovvero i tanti soldi che lo Stato preleva forzosamente annualmente dalle Province per renderle compartecipi del risanamento del debito pubblico. E allora? E allora i soldi del prelievo forzoso superano spesso e in tanti casi i soldi che poi lo Stato e la Regione trasferiscono alle Province. Dunque il saldo è passivo. E quindi? E quindi a Palermo Musumeci ha invitato i parlamentari siciliani ad impegnarsi affinchè a Roma sia predisposto un decreto legge sugli Enti Locali che cancelli o renda meno doloroso il prelievo forzoso. E deputati e senatori, di maggioranza e di opposizione, hanno condiviso e assunto l'impegno a cavalcare la proposta di legge che sarà redatta tecnicamente dall'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, e che poi sarà presentata ufficialmente da Musumeci. E il presidente della Regione spiega: "Bisogna battersi perché alla Sicilia sia riservato lo stesso trattamento delle altre Regioni d'Italia dove i bilanci delle ex Province godono di un ristoro significativo da parte dello Stato. E' stata la riforma Delrio a provocare una insostenibile disparità tra Regioni ordinarie e a statuto speciale, vessate dal cosiddetto contributo di risanamento alla finanza pubblica. Le conseguenze di quella che può essere definita una finta riforma sono sotto gli occhi di tutti e non lasciano ulteriori margini di tempo per trovare una soluzione: strade provinciali abbandonate al dissesto, servizi sociali essenziali negati, e stipendi a rischio per i dipendenti: il default è dietro l'angolo anche per le amministrazioni che ancora non lo hanno dichiarato. L'avevano spacciata per una grande riforma e, invece, hanno massacrato Enti che per 160 anni avevano fatto, e anche bene, il proprio lavoro. Il problema si risolve a Roma ed è per questo che ho voluto coinvolgere deputati e senatori siciliani affinché ognuno faccia la propria parte. E' stato un bel momento di solidarietà istituzionale che, sono certo, troverà un suo riscontro nei fatti". Angelo Ruoppolo


SiciliaTv

Naro. Diga San Giovanni: via al progetto per consentire la pratica del canottaggio
Redazione Giornalistica

L'ex Provincia, per conto del Comune di Naro, ha pubblicato gli atti per l'aggiudicazione degli interventi sugli impianti per la pratica del canottaggio all'interno della diga San Giovanni. Si tratterebbe di circa 800 mila euro per la manutenzione e il completamento di lavori fermi da diversi anni, con alcuni interventi di muratura e l'installazione di nuovi sistemi di illuminazione.Risultati immagini per diga San Giovanni a Naro
Il fine vuole essere quello di dotare la diga San Giovanni di un impianto capace di suscitare un interesse di tipo turistico. L'invaso però per lungo tempo è stato off limits sia per la pesca sportiva che per il canottaggio. L'acqua della diga sul fiume Naro, inoltre, è stata per lungo tempo inibita all'uso anche per fini irrigui a causa dell'alto tasso di inquinamento fognario. Situazione che è cambiata a febbraio dello scorso anno quando l'utilizzo dell'acqua è stato restituito unicamente per fini irrigui.


LA SICILIA
NARO Impianto di canottaggio ulteriore passo avanti
Ci eravamo lasciati ad ottobre dello scorso anno con l'arrivo del decreto di finanziamento necessario per la realizzazione dei lavori di completamento dell'impianto di canottaggio presente nei pressi della diga San Giovanni. Adesso, un altro passo in avanti è stato compiuto, con la pubblicazione, da parte del Libero Consorzio di Agrigento, di tutti gli atti necessari per l'affidamento dei lavori. Nello specifico, si tratta di un progetto che prevede dei lavori di completamento di opere sostanzialmente già realizzate con precedenti interventi, con quelle ancora mancanti e necessarie per poter attrezzare l'impianto turistico-sportivo in modo idoneo per poter ospitare correttamente gli atleti e consentire lo svolgimento in continuità di tutte le attività connesse con gli sport del remo. In particolare, i lavori riguarderanno il completamento delle foresterie, dei blocchi di partenza delle canoe, degli spogliatoi, ecc.In principio, il progetto era stato presentato nel 2011 era stato ammesso a finanziamento nel 2013 (a seguito di uno scorrimento della graduatoria, per un importo di 1 milione di euro), ma il tutto si era bloccato, per la carenza di alcuni documenti (si doveva provvedere entro il termine di 90 giorni dalla pubblicazione della graduatoria alla presentazione del progetto esecutivo oppure di un progetto definitivo corredato dagli elaborati necessari per esperire la procedura di appalto), finendo quasi nel dimenticatoio.Nel 2016, invece, sotto la guida dell'attuale amministrazione, si era deciso di rimettere mano al vecchio progetto, procedendo all'aggiornamento dei prezzi ed all'integrazione del capitolato speciale d'appalto con le modalità dell'appalto integrato. Il tutto fino ad arrivare alla conferma, con la pubblicazione del bando, durante i giorni scorsi.VITO FRANCOLINOARSPullara: «Soddisfatto approvazione Finanziaria»g.c.) L'approvazione della Finanziaria all'Ars è stata salutata con soddisfazione dal deputato licatese di Autonomisti e popolari Carmelo Pullara. "Sono stati ripristinati i fondi (alle stesse condizioni economiche di prima e senza tagli) per i seguenti comparti e servizi scrive Pullara -: Consorzi di bonifica, Esa, Pip, associazioni che svolgono assistenza ai non vedenti e agli ipovedenti, per la salvaguardia dei precari nei procedimenti di stabilizzazione nei Comuni in dissesto e nei liberi consorzi e aree metropolitane (ex province) ed abbiamo pensato anche all'avviamento e al rilancio di nuove concessioni demaniali. Governo e Ars - continua il deputato licatese - sono riusciti, con questo bilancio, a mettere in gioco 250 milioni per il 2.019: con l'approvazione del testo, il ddl bilancio ed il ddl Stabilità adesso passa nelle mani del Governo nazionale che dovrà dire l'ultima parola". Non è mancata una stoccata alle opposizioni. "Una manovra finanziaria difficile sulla quale pesa il ripianamento di un enorme disavanzo che viene dalla precedente gestione. L'opposizione irresponsabile non l'ha votata".RIBERARegione finanzia 2 interventi per le Sp.Dovrebbe migliorare la viabilità provinciale nel comparto occidentale del territorio agrigentino. Sono state pubblicate nella gazzetta ufficiale della Regione le comunicazioni ufficiali di provvedimenti concernenti il finanziamento e l'impegno di somme per l'esecuzione di nuovi interventi sulla rete viaria secondaria, progettati direttamente dal settore "Infrastrutture Stradali" del Libero Consorzio comunale di Agrigento. Si tratta altri due decreti del dirigente generale del Dipartimento Regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti. Il decreto di finanziamento n. 3812/2018 riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla Sp 79/A Sciacca - Menfi. Interventi sulla rete viaria secondaria siciliana, per un importo di 767.625,33 euro.n decreto n. 3898/2018, finanziato e già impegnato, riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla Sp 32 Ribera - Cianciana per un importo di 996.880 euro. A giorni saranno attivate le procedure per la predisposizione dei bandi di gara e la relativa pubblicazione.Nell'anno in corso il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha programmato bandi per il miglioramento della viabilità provinciale, per lavori già appaltati o da appaltare nei prossimi mesi, per un importo complessivo che supera i 20 milioni di euro. Intanto, migliorerà la viabilità provinciale tra Menfi e Sciacca e tra Ribera e Cianciana.EMANUELA MINIOFIGLI D'ERCOLEAUTOMIA APPLICARLA E' LA VERA RIFORMAEra inevitabile che il referendum di tre regioni del Nord aprisse un acceso dibattito politico e la mobilitazione del Sud nel timore che l'autonomia differenziata penalizzi le regioni più deboli. Sarà così? Una riforma di quelle dimensioni non può essere frutto di compromesso tra gli alleati del governo centrale, magari col consueto criterio di qualche concessione il favore dei più poveri. Si torna a parlare di secessione, come ai tempi del prof. Miglio. Un falso problema che tuttavia riporta alla opportunità di una seria riforma costituzionale fondata su equilibri tra le varie regioni. E che siano adeguatamente consultate. Meglio se si introduce il "federalismo differenziato", sistema paventato in sede di Costituente, a cui fu preferito il più generico regionalismo senza aggettivi.La Regione Siciliana come si colloca nel dibattito nazionale in corso 7 Ha una posizione diversa rispetto alle altre regioni meridionali. Le agevolazioni per un riequilibrio economico e sociale sono contenute nel suo Statuto speciale che purtroppo è stato male interpretato e peggio usato nell'ambito della stessa Regione. Non solo non ci si è imposti in sede romana per il riconoscimento delle sue prerogative tout court sancite dalla Costituzione, ma abbiamo subito supinamente che venisse svuotato con arroganza.Come ha rilevato in questi giorni il presidente Musumeci, la Regione Siciliana deve mobilitarsi per la piena attuazione dello Statuto. Non staremo qui ad elencarne le prerogative, ma in materia finanziaria basterebbe applicare l'art. 37 per acquisire le quote parti delle imposte pagate dalle aziende elle operano in Sicilia mentre le versano dove hanno sede legale. Altro che elemosine del Nord al quale semmai strapperemmo un nostro diritto trafugare. E non è da poco, se si considera che il 40% del petrolio consumato in Italia si produce in Sicilia. Ma anche le banche, le aziende della distribuzione e così via. Le altre regioni del Sud reclamano solidarietà. Ma noi l'abbiamo già con l'art. 38 dello Statuto. Si tratta di rianimarlo e farlo rispettare dallo Stato.Sono tanti altri gli articoli dello Statuto che ci riconoscono diritti sostanziali e formali. Mai applicati. Però è indispensabile che in casa nostra si provveda a mettere paletti di cemento armato nei criteri di gestione della pubblica amministrazione. "Le carte in regola", sognate e auspicate da Piersanti Mattarella. Gli sono state impedite prima dall'Ars sfiduciandolo e infine dalle armi dei potenti con la soppressione fisica. La titanica impresa di mettere ordine è possibile con la compartecipazione di tutte le forze politiche e la società civile. E con una massiccia mobilitazione per la moralizzazione, l'applicazione dello Statuto, il suo riconoscimento in sede romana e le rivendicazioni dignitose senza cappello in mano. Bando alle chiacchiere inutili per eludere il problema di fondo.GIOVANNI CIANCIMINOIL VERTICE ALLA REGIONE. Il governatore incontra i parlamentari dell'Isola. Le proposte: deroga ai bilanci triennali e compensare il prelievo forzoso.EX PROVINCE, PRESSING TRASVERSALE A ROMAIl dossier di Musumeci sulle colpe del passato:"nessuno dica che era in Venezuela...".PALERMO. Un decreto legge d'urgenza da parte del governo nazionale che possa portare a due modifiche: una deroga alla norma del bilancio triennale (per consentire di predisporre il documento economico anno per anno) e la compensazione del prelievo forzoso da parte dello Stato, per poterutilizzare gli avanzi di amministrazione come accadeva in passato. Il vertice convocato ieri a Palazzo d'Orléans da Nello Musumeci per fronteggiare la drammatica situazione delle ex Province, finite sull'orlo del baratro, trova la sintesi in questi sostanziali passaggi, come è emerso nell'incontro con la deputazione siciliana al parlamento nazionale. «Basterebbe fare quello che si è già fatto nelle ex Province nel resto d'Italia - commenta Mario Alvano, segretario regionale di AnciSicilia - dove comunque gli effetti del prelievo sono stati compensato con provvedimenti successivi. Nulla di più di quello che siano le parità di condizioni».Il governo regionale intanto sta preparando una ricostruzione sull'argomento come ha confermato il presidente Musumeci: «Presenteremo un dossier su quello che è accaduto e lo renderemo pubblico alla fine di giugno. Nessuno può dire che non c'era o che era in Venezuela ... », Se l'obiettivo è comune, le sfumature rimangono: «Non c'è peggiore riforma di quella annunciata e non realizzata», è il lapidario commento di Leoluca Orlando che ha consegnato copia di un documento ai deputati presenti. Tra questi Adriano Varrica (M5S), Erasmo Palazzotto (Leu), Nino Germanà, Giusi Bartolozzi e Matilde Siracusano (Forza Italia), Carmelo Miceli (Pd), Carolina Varchi.( Fratelli d'Italia).La soluzione a parte dei problemi delle ex Province siciliane dovrebbe arrivare entro il 30 settembre, una data contenuta nell'accordo che la Regione ha stipulato con il Mef ed entro la quale il governo nazionale si sarebbe impegnato a trovare una soluzione, come ha chiarito il vicepresidente e assessore all'Economia, Gaetano Armao. Nell'accordo è anche prevista la cifra di 540 milioni di euro che dovranno servire per investimenti su rete viaria e scuole.La sobrietà istituzionale di Musumeci, apprezzata a Roma, potrebbe essere una delle armi da giocare nell'interlocuzione affidata proprio ad Armao, in cui ognuno, tra i parlamentari siciliani, dovrà fare la sua parte. A partire dai 5stelle che non tirano indietro: «Come abbiamo rappresentato alla riunione col presidente Musumeci come delegazione parlamentare siciliana del M5S, lavoriamo sin dall'insediamento per risollevare le sorti dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane in Sicilia». Analoga disponibilità anche dai banchi dell'opposizione al governo gialloverde. «L'incontro ci predispone verso un obiettivo comune da perseguire con celerità», afferma Siracusano, mentre il collega di partito Scoma aggiunge: «Forza Italia ha presentato una proposta di legge per cancellare il prelievo forzoso dello Stato alle ex Province siciliane». Un «incontro importante» anche per Palazzotto, secondo cui «si è inaugurato un nuovo metodo istituzionale per affrontare le emergenze che la Sicilia deve affrontare nel rapporto con il governo nazionale».Obiettivo uscire dal tunnel per Cgil Cisl e Uil: «Al presidente Musumeci abbiamo chiesto che le parti tornino a incontrarsi nel giro di una-due settimane per monitorare la situazione, che in Sicilia pende come un'ipoteca sulla testa di 6mila lavoratori di cui 400 precari». Una rappresentanza dei quali ieri ha fatto sentire la propria voce. In centinaia, arrivati a Palermo da tutta la Sicilia, con pullman e auto per il sit-in promosso da sindacati sotto Palazzo d'Orléans.Coda polemica in serata. «Se il presidente di Anci Sicilia vuoi giocare una partita per salvare alcune ex Province e affossarne altre è meglio che si dimetta subito! Noi siamo abituati a fare gioco di squadra e non a giocare "a futti cumpagni'», scrive Cateno De Luca. AI quale replica Orlando: «Ci dispiace che il sindaco di Messina non sia stato presente all'incontro e ci dispiace anche che qualcuno gli abbia mal riferito i contenuti», dice, rassicurandolo che «Anci Sicilia mira a tutelare tutti gli enti intermedi».GIUSEPPE BIANCA

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