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rassegna stampa del 12 marzo 2019

Corriere di Sciacca

BIOGAS, STAMATTINA TAVOLO TECNICO PER SCANDAGLIARE DISCRASIE

Un tavolo tecnico, nella sede del Palazzo di Città, per approfondire le autorizzazioni rilasciate alla oncada Energy in contrada Scunchipani.
L'ha convocato il sindaco anche con la presenza di tecnici. In buona sostanza, il tavolo tecnico ha lo scopo di scandagliare in profondità ogni termine e calcolo inseriti nella relazione presentata. Si scandagli il tutto per comprendere se le richieste della Moncada Energy siano tutte inserite nel solco dell'attività di distilleria presente da decenni nel complesso della Kronion.
Il sindaco ha ribadito che la volotntà politica è quella della contrarietà di un ampliamento dell'attività di distilleria che non valichi la missione iniziale del complesso presente in contrada Scunchipani.
In buona sostanza, nella relazione ci sarebbero delle discrasie sia in termini di volume di prodotti da utilizzare, sia nella natura  dei materiali che dovrebbero usare per ampliare la capacità produttiva.
Il tavolo tecnico ha anche lo scopo di verificare la veridicità di talune dichiarazioni allegate alla relazione e al progetto presentato.
Una ricerca anche sulle terminologie adottate nelle istanze presentate e autorizzate della Moncada Energy. terminologie che cozzerebbero con la natura iniziale dell'attività di trasformazione dell'impianto presso la Kronion. In particolare, il Comune di Sciacca avrebbe rilasciato l'autorizzazione allo scarico e non per le emissioni in aria.  La "scena del delitto" va inquadrata tra il Libero Consorzio dei Comuni (ex Provincia) e il Comune di Sciacca. In questo contesto vanno individuate le eventuali discrasie o anomalie contenute nella relazione e nelle autorizzazioni.
La materia, oggetto delle richieste della Moncada Energy, è molto complessa e, certamente, saranno espletati ulteriori passaggi per meglio radiografare l'iter procedurale e il contenuto delle autorizzazioni ottenute.
Filippo Cardinale

Contestata la riduzione dell'orario di lavoro
Dipendente cita l'ex Provincia
Chiesti pure 30 mila euro

Il Libero Consorzio ha nominato un legale
Considera illegittima la riduzione dell'orario di lavoro. Per questo motivo un dipendente dell'ex Provincia di Agrigento, oggi Libero consorzio comunale, ha citato l'ente chiedendo che venga ripristinata la precedente tabella oraria e chiede inoltre il risarcimento del danno, quantificato dai suoi legali in 30 mila euro. L'Ente corre ai ripari e nomina il legale che dovrà resistere alla richiesta risarcitoria. La scelta è caduta sull'avvocato Loredana Zappalà che per questa incombenza riceverà una parcella pari a 3.972 euro oltre al 15% delle spese forfettarie per Iva e Cassa previdenziale, che in totale ammontano a 5.795,62 euro. La vicenda è stata ricostruita nella delibera del commissario straordinario del Libero consorzio comunale, Girolamo Alberto Di Pisa, che ha disposto la nomina del legale per resistere all'istanza, presentata al giudice del lavoro del tribunale di Agrigento da parte del dipendente, D.C.S. queste le iniziali che nel mese di novembre del 2018, tramite il suo avvocato di fiducia, Florinda Saieva, ha chiesto all'ente di ripristinare il vecchio orario di lavoro che era di 30 ore settimanali. In sostanza, l'avvocato Saieva in nome e per conto del suo cliente, il dipendente del Libero consorzio comunale, chiede al giudice del lavoro di pronunciarsi sulla fattispecie che le riduzioni dell'orario di lavoro disposte unilateralmente dall'ente sono nulle, annullabili ed inefficaci. Di conseguenza si chiede il ripristino dell'orario di lavoro precedentemente disposto ed il risarcimento del danno subito. Al legale incaricato dall'ex Provincia è stato corrisposto un acconto di 972 euro e sono state versate le somme per le  spese forfettarie pari a 1.418 euro.L'intera somma è stata inserita  nell'apposito capitolo del Bilancio di previsione 2019 alla voce "Spese per atti legali e vertenze". Adesso si attende solo la decisione del giudice del lavoro. (Papi)

SCRIVOLIBERO
IL 14 MARZO PARTIRANNO NUOVI CORSI DI FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL LIBERO CONSORZIO DI AGRIGENTO

Inizierà il 14 marzo il corso integrale per coordinatori della sicurezza per la progettazione e l'esecuzione dei lavori nei cantieri temporanei e mobili, organizzato dall'Ufficio Formazione del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il corso regolato dal decreto legislativo n. 81/2008 e sue modifiche ed integrazioni, avrà una durata complessiva di 120 ore. Le lezioni della prima fase sono state suddivise in cinque giornate di formazione che si terranno nell'Aula "Silvia Pellegrino" di Via Acrone n. 25 ad Agrigento, con inizio alle ore 9.00 e fino alle 14.00 e dalle 14.30 alle 17,30. Il corso proseguirà il 21 e il 28 marzo, il 4 aprile, per concludersi, in questa prima fase, l'11 aprile 2019. Le ulteriori giornate formative, a completamento del percorso formativo di 120 ore, verranno successivamente comunicate ai dipendenti. Il corso riguarderà 17 dipendenti dell'area tecnica, i quali faranno il percorso di 120 ore per la formazione completa come previsto dalla legge. Il 19 marzo, sempre dalle ore 9.00 alle 14.00 e dalle 14.30 alle 17,30, altri 13 dipendenti inizieranno un aggiornamento obbligatorio sulla stessa materia per un numero di 40 ore complessive. Questo percorso formativo riveste particolare importanza per la necessità di aggiornare parte del personale tecnico abilitato alla gestione del consistente numero di lavori pubblici in corso di esecuzione o da appaltare nel corso dell'anno.

LA SICILIA
FIGLI D'ERCOLE IL MALAFFARE NELL'ISOLA VEGETA IN SILENZIO.

L'ode alla Corte dei Conti, anche se le notizie che ci comunica non sono piacevoli. La corruzione fa male al cittadino comune, architrave della società. Ma è necessario che conosca fatti e misfatti dei palazzi del potere. Meno male che la magistratura contabile vigila con cura sulla gestione della pubblica amministrazione. Le sue indagini con la lettura attenta delle carte evidenziano quanto sia diffusa la corruzione. Purtroppo non tutti i casi di malaffare a danno dell'erario possono venire alla luce del sole. Inadeguati gli strumenti legislativi. E per scoprire l'ampio firmamento di corruzione, la Corte dei Conti dovrebbe disporre di organici più consistenti. Certo, il suo lavoro prezioso è pur sempre un deterrente, anche se non sufficiente per contrastare il fenomeno. Svolge un ruolo di correzione e al tempo stesso di all'erta. Il malaffare vegeta nel silenzio. È un virus molto radicato, che ha tradizioni lontane. Di fronte ad una classe politica silente, la magistratura contabile, come quella ordinaria, può colpire, ma non curare un male endemico di corrotti e corruttori. Spesso la corruttela avviene con l'apparente rispetto della legge. A conferma della pericolosità dei furfanti che non sempre operano con la complicità della mafia. E per questo sono più difficile da scoprire. Quando le irregolarità arrivano alla magistratura già sono state commesse. L'opera di bonifica deve partire dalla politica che in primis dovrebbe disinfestare se stessa. La sua complicità parte dalla selezione del personale dirigenziale a scendere. La nomina della dirigenza comporta adeguata selezione fondata su competenza, esperienza, cultura ed onestà, giammai sulla condivisione ideologica o appartenenza. Percorso diverso per la scelta dei consulenti: è normale che il politico ai vari livelli legislativi ed esecutivi badi al rapporto di fiducia, purché dia priorità a competenza e onestà. Agire soprattutto in sede legislativa per creare gli strumenti, come suggerisce il procuratore Gianluca Albo e ribadisce il presidente della commissione regionale Antimafia e Anticorruzione, Claudio Fava, "se la politica vuole riacquistare (meglio acquistare) onorabilità e dignità occorre intervenire sul piano legislativo ponendo l'incandidabilita' per chi è responsabile di condotta dannosa per l'erario". Con l'aggiunta di una legge che consenta la verifica dei finanziamenti elettorali e delle spese dei partiti e delle liste. Ottimo! Ma chi dovrebbe varate le leggi di bonifica morale? Dubbio fondato su un'esperienza non lontana, ricordata da Pino Apprendi con riferimento alla sua proposta di legge di incandidabilita' dei corrotti, bocciata dall'Ars nel 2012. Una sorta di auticonservazione dei figli d'Ercole. Dal 2012 sono passati sette anni, è auspicabile che i legislatori di vecchia e nuova generazione siano più saggi e responsabili.
SERVIZIO IDRICO. Ai "non consegnatari" si è aggiunto anche il Comune di S. Giovanni IN 17 CHIEDONO LA GESTIONE DIRETTA Spetterà adesso all'Assemblea territoriale idrica giudicare sulle proposte, che spesso però non sembrano accoglibili. GIOACCHINO SCHICCHI Acqua, tutti vogliono provare (o provare a mantenere) la gestione pubblica. All'Assemblea territoriale idrica nelle scorse settimane sono infatti arrivate ben 17 richieste di ricorso all'147 della legge regionale sull'acqua del 2015. Cosa prevede? Che dalla gestione idrica ordinaria all'interno di un unico ambito territoriale ottimale "sono fatte salve le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate, sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette, ovvero in siti individuati come beni paesaggistici". Insomma, chi ha questi requisiti, potrà gestire in modo autonomo. Un "paracadute" per tutti i comuni "non consegnatari" che potevano, grazie a questo, mantenere la gestione diretta delle risorse e delle infrastrutture in piena legalità. Avendo, ovviamente, le caratteristiche. Ad aver avanzato richiesta all'Ati di poter avvalersi di questo specifico articolo sono stati proprio tutti i comuni "non consegnatari", cui si è aggiunto San Giovanni Gemini, comune oggi dentro l'Ambito e destinato, tuttavia, ad una fusione con Cammarata (se il referendum andrà come auspicato dai comitati promotori). Avanzata la richiesta, però, l'Assemblea territoriale idrica invierà nei prossimi giorni un documento con il quale potrebbe chiedere agli enti richiedenti di fornire informazioni più dettagliate al fine di poter valutare l'esistenza dei requisiti. Certo è che, applicando pedissequamente la norma, ad oggi solo 6 comuni su 17 richiedenti avrebbero almeno uno dei requisiti. Dentro un parco naturalistico, quello dei Monti Sicani, ricadono infatti solo Sambuca di Sicilia, Burgio, Santo Stefano Quisquina, Bivona, San Giovanni Gemini e Cammarata. Di questi solo una parte ha poi fonti d'acqua "pregiate" o anche semplici fonti d'acqua tout court. Così l'Ati, che giusto oggi vedrà la riunione del proprio consiglio direttivo, chiederà chiarimenti e attenderà, per quanto appare molto difficile che, come speravano i comuni consegnatari, si potesse arrivare ad una conclusione di questo iter entro il 15 del mese al fine di poter votare a fine mese un nuovo Ambito. Speranza vana, anche se sul tema della riconsegna delle reti idriche e fognarie non sembra si potrà più perdere tempo. Già oggi era infatti programmata una riunione sul tema all'Assessorato regionale Acque e rifiuti che, con un proprio atto "apprezzato" dalla Giunta regionale ad inizio mese, intimava alle Ati come quella Agrigento, di provvedere entro 60 giorni ad ottenere la riconsegna delle reti 'dai non consegnatari, agendo eventualmente, in caso di mancata attivazione da parte degli stessi comuni, con misure sostitutive, come i commissariamenti.
CONTE E TONINELLI PIOMBANO IN SICILIA PER ACCELERARE I LAVORI DELLA AG-CL Il premier e il ministro delle Infrastrutture oggi nei cantieri della Cmc da poco ripartiti. CALTANISSETIA. A 38 giorni di distanza dalla manifestazione di protesta che portò in piazza a Caltanissetta oltre 3mila persone, oggi il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte arriva per riavviare ufficialmente i cantieri per il raddoppio della strada statale Caltanissetta-Agrigento. L'appuntamento è alle 11,30 nel cantiere Bigini, dove è stata realizzata una delle più imponenti gallerie dell'opera. Con il premier Conte ci saranno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli (che torna a Caltanissetta a distanza di pochi mesi sempre per la statale 640), il presidente del gruppo parlamentare MSS all'Ars Francesco Cappello e il vice presidente dell'Assemblea regionale siciliana, il nisseno Giancarlo Cancelleri. La ripartenza, a rilento dei cantieri, è avvenuta nei giorni scorsi: l'arrivo del premier Conte dovrebbe dare una accelerazione alla ripresa dei lavori per completare un'opera che è in ritardo di oltre 3 anni. I lavori (costo l,3 miliardi di euro) cominciarono nel 2009 con il primo lotto nell'agrigentino (poco più di 30 km), ultimato e tutto aperto alla circolazione nel marzo scorso, dopo 8 anni. Nel 2012 vennero avviati gli interventi del tratto nisseno previsti fino all'ingresso dell'autostrada Palermo-Catania (44 km) il cui completamento era previsto entro dicembre 2018. Proprio gli imponenti interventi all'uscita di Caltanissetta, con alcune gallerie, hanno provocato la chiusura - causa frana - del viadotto San Giuliano, strategico per l'ingresso in città. Una struttura che la città chiede di riaprire, ma per la quale c'è stabilire ancora eventuali interventi e costi. Il 3 febbraio scorso oltre tremila persone scesero in piazza per una imponente manifestazione, organizzata dall'amministrazione comunale e dalla Curia vescovile. Un corteo, con la presenza di esponenti del Governo regionale, parlamentari, sindaci, sindacalisti, società civile, per chiedere la ripresa dei lavori - dopo la richiesta di concordato della Cmc - e per solle- citare il pagamento delle spettanze arretrate alle aziende che hanno anticipato somme per la cooperativa di Ravenna (oltre 50milioni di euro) e che si sono trovate in grosse difficoltà e a rischio chiusura, con il possibile licenziamento di oltre duemila dipendenti. Poi si è arrivati ad un accordo, con l' Anas che anticiperà le somme alle ditte che avevano contratti con la Cms non solo per il raddoppio della Ss 640, ma anche per i lavori di realizzazione della Palermo-Agrigento e il completamento della metropolitana di Catania. "Prendiamo atto che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tiene in considerazione le istanze di una comunità che, anche attraverso il proprio sindaco, chiedeva la sua autorevole presenza sui cantieri del raddoppio della Ss640 per toccare con mano il rischio di una calamita sociale ed economica oltreché l'isolamento nell'intero territorio del centro Sicilia - a detto il sindaco Giovanni Ruvolo. I lavori sono ripartiti a scartamento ridotto, non certo a causa delle imprese fornitrici e subalpaltatrici siciliane che con grande senso di responsabilità hanno tenuto in vita un cantiere che rischiava la revoca dell'appalto. Ma l'80% delle soluzioni richieste dal tavolo unitario che ha organizzato una grande manifestazione del 2 febbraio a Caltanissetta - continua Ruvolo - sono ancora da affrontare e risolvere: il pagamento di tutti i crediti dei fornitori, la moratoria sui contributi previdenziali, il riavvio di tutti gli operai del diretto che oggi sono in cassa integrazione». ALESSANDRO ANZALONE


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