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rassegna stampa del 19 aprile 2019

Tempostretto

Ex Province, Villarosa: "Ecco la nostra proposta. Spero che la Regione accetti" - Tempostretto
La proposta sarà trasmessa alla Regione Siciliana

Il Sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa ha reso noto che il Ministero all'economia, di concerto con il Ministero per il Sud, ha portato a termine la proposta di accordo da inserire come addendum al precedente accordo di dicembre. Il prossimo passo sarà l'invio alla regione Siciliana e, una volta ufficializzata, verrà inserita con un emendamento in uno dei provvedimenti attualmente in discussione in Parlamento.
L'accordo, dopo un lungo dibattito, prevede:
1) Misure straordinarie per l'equilibrio corrente dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane siciliane e della regione Siciliana come l'approvazione degli esercizi 2018 e precedenti anche in assenza di bilanci previsionali approvati, la predisposizione per il 2019 di un bilancio di previsione solo annuale, l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione libero, destinato e vincolato per garantire il pareggio finanziario e la possibilità di effettuare variazioni di bilancio in entrata o in uscita in caso di esercizio provvisorio per utilizzare risorse pubbliche;
2) Il trasferimento a carico della Regione Siciliana per l'anno 2019 di un importo complessivo di 150 milioni di euro, utilizzando 140 milioni di euro di risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione e altri 10 milioni di euro trasferiti direttamente dal bilancio statale a titolo di riduzione del prelievo forzoso
3) La possibilità data alla Regione Siciliana di ripianare entro la scadenza della legislatura regionale l'eventuale maggior disavanzo derivante dalla cancellazione definitiva dei residui attivi e passivi.
"Ritengo che questo, ad oggi, è il miglior accordo che potesse esser raggiunto tra il Governo e la Regione Siciliana, al fine di arginare e sanare parzialmente la situazione emergenziale delle ex province siciliane, permettendo anche alla Regione di poter contenere il disavanzo." Ha commentato Villarosa.
Entro il termine del 30 settembre 2019, stabilito dalla legge di bilancio, il Governo si è impegnato a mettere a disposizione maggiori risorse e intervenire a regime sulle stesse. "Mi aspetto ora che la Regione accetti questa proposta al fine di poter agire prontamente consentendo così, finalmente, lo sblocco degli investimenti già stanziati a favore delle ex province" - conclude Villarosa.

Siciliaogginotizie

Piano rifiuti, l'assessore Pierobon: "Buone notizie da Bruxelles" | Sicilia Oggi Notizie

"Ok anche ai fondi per gli impianti per la differenziata"
Buone notizie da Bruxelles sul piano rifiuti della Sicilia. In una nota inviata alla Presidenza del Consiglio che a sua volta ha informato la Regione, la Commissione europea ha chiesto alcune informazioni sul piano rifiuti della Regione Lazio e su quello della Sicilia. "Le osservazioni sul nostro piano rifiuti - spiega l'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon - sono minime e confermano che l'impianto regge. Se al Lazio chiedono chiarimenti sulle quattro direttive europee, nulla viene detto sul piano siciliano. Stesso discorso sui diagrammi di flusso, ci vengono richiesti solo aggiornamenti statistici del 2018. E sull'impiantistica e sulla legislazione emerge la solidità e la completezza delle argomentazioni del nostro piano. Nel frattempo con gli uffici stiamo ultimando le risposte alle osservazioni del ministero che abbiamo ritenuto fondate e a breve definiremo il testo per procedere all'approvazione finale compatibilmente coi tempi richiesti dalla procedura in Sicilia". Altra buona notizia sul fronte dei fondi per l'impiantistica. La Commissione europea ha infatti comunicato alla Regione lo sblocco di una sostanziosa parte delle risorse messe a disposizione per gli impianti separati di raccolta e compostaggio e per gli impianti di produzione di rifiuti biodegradabili, che contribuiscono a alzare le percentuali di differenziata. Restano invece sospesi i fondi relativi agli impianti di  Tmb e per il percolato, perchè secondo l'Ue in sostanza non rientrano nell'iter della raccolta differenziata ma restano legati al conferimento in discarica. A livello economico si tratta comunque di una parte di risorse di gran lunga inferiore rispetto al passato. L'amministrazione avrà comunque sei mesi di tempo per rispondere alla decisione della Commissione.


Giornale di Sicilia



Rischio crolli al fianco del ponte Morandi
Si tratta del terreno soprastante al costone calcarenitico a monte della strada provinciale 1

«Persistono le condizioni di potenziale pericolo con serio pregiudizio per la pubblica incolumità».  Lo scrive Attilio Sciara, dirigente del settore Territorio, Ambiente e Protezione civile di palazzo dei Giganti in merito al terreno soprastante al costone calcarenitico a monte della strada provinciale 1 e adiacente allo svincolo per il viadotto Morandi. E il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, ha ordinato ai proprietari «di realizzare - entro e non oltre 60 giorni - sul terreno i lavori di regimentazione delle acque meteoriche superficiali, a protezione del costone calcarenitico prospiciente». È da più di 4 anni che dal costone calcarenitico prospiciente la strada provinciale 1, all'altezza dello svincolo per il viadotto Morandi, continuano - con periodicità - a registrarsi crolli di massi. Ma chi deve intervenire per mettere tutto in sicurezza ed evitare qualche tragedia? Quattro anni dopo, appunto, il sindaco Firetto ha intimato al proprietario dei terreni soprastanti di intervenire. Era il 25 ottobre del 2014 quando lo stesso proprietario del terreno, attraverso il proprio legale di fiducia, segnalava il pericolo di caduta  massi sulla carreggiata stradale e dava la disponibilità al Libero consorzio comunale per poter accedere sul terreno ed effettuare le opportune verifiche. Il pericolo di caduta massi si amplificava pochi mesi dopo: all'inizio di dicembre. Era il marzo dell'a nno successivo quando da palazzo dei Giganti venivano chiesti ragguagli al Libero consorzio comunale. L'ex Provincia, il 21 aprile del 2015, così rispondeva al Municipio: «si è constatato che il costone calcarenitico adiacente alla strada non patisce dissesti rilevanti come invece segnalato. E' stato inoltre verificato che tutte le opere di presidio: paratie, chiodature con micropali, tiranti e ancoraggi, realizzati per la messa in sicurezza della strada già all'epoca della sua realizzazione sono, per quanto possibile constatare, in perfetto stato manutentivo, efficienti e funzionanti». È stato dunque proprio il Libero consorzio comunale, allora, a chiedere al proprietario del terreno soprastante di realizzare le opere necessarie per la regimentazione delle acque meteoriche superficiali, provenienti appunto dai suoi terreni. Nel giugno del 2016 è stata la polizia a segnalare al comando provinciale dei vigili del fuoco lesioni sul costone calcernitico. E lo scorso 22 marzo i pompieri segnalavano un ulteriore distacco di un masso. «Ad oggi, a parte il monitoraggio e il controllo da parte del Libero consorzio comunale, si ripetono i distacchi di blocchi - ha scritto il dirigente comunale Attilio Sciara - e non è pervenuta nessuna notizia in merito alla verifica sulla regimentazione delle acque da parte del privato e la collocazione di rete paramassi». Il dirigente del settore Territorio, Ambiente e Protezione civile di palazzo dei Giganti ha dunque evidenziato che «persistono le condizioni di potenziale pericolo con serio pregiudizio per la pubblica incolumità ». Motivo per il quale il sindaco Firetto ha, dunque, ordinato - «a garanzia della pubblica incolumità» - l'avvio dei lavori, entro e non oltre 60 giorni, di regimentazione delle acque meteoriche superficiali. Il tutto a protezione del costone calcarenitico. Firetto è stato chiaro: «Qualora non sia data esecuzione a quanto richiesto, questo ufficio avvierà tutte le iniziative previste dalla legge a garanzia della pubblica incolumità, senza pregiudizio per le azioni penali qualora il fatto costituisca reato» . (*CR*)

Libero consorzio
Strade provinciali da ripulire
Bonificata la «Caldare-Favara»

Queste operazioni costringono a impegnare somme cospicue
Sono state rimosse le discariche di rifiuti sulla Strada Provinciale 3-A che dal Bivio Caldare porta all'ingresso di Favara, nella quale erano sorte alcune discariche abusive di rifiuti già segnalate da cittadini e cantonieri del Libero Consorzio di Agrigento. Il Gruppo Risanamento Ambientale, su input dell'Amministrazione comunale e della Pro Loco Castello per consentire la bonifica della strada, in particolare nell'ultimo tratto che conduce a Favara, ha incaricato prontamente l'impresa  che gestisce l'appalto per la rimozione dei rifiuti sulle strade provinciali pur essendo impegnata la stessa in bonifiche di strade di altri comparti. Riprisitnato, dunque, il decoro all'ingresso di Favara ove in questi giorni e sino a domenica prossima è in pieno svolgimento la Sagra dell'Agnello Pasquale, che attira ogni anno migliaia di visitatori. Per evitare ulteriori abbandoni dei rifiuti nei tratti bonificati, gli stessi sono stati recintati con paletti di ferro e rete metallica, come già avvenuto in altre strade provinciali in cui purtroppo quotidianamente vengono abbandonati notevoli quantitativi di rifiuti ad opera di cittadini evidentemente poco attenti alla salubrità dell'ambiente e al decoro dei luoghi. Queste operazioni di bonifica, peraltro, costringono il Libero Consorzio ad impegnare somme di una certa consistenza, pur nelle ormai note ristrettezze economiche in cui versano da molti anni tutte le ex Province. Nelle scorse settimane è stata avviata una nuova bonifica delle strade provinciali da parte del Settore Ambiente del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Si tratta di un'azione compresa nelle competenze sulla tutela ambientale dell'ex Provincia che porterà gradualmente alla rimozione di ingenti quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi (amianto in particolare), ma anche di quelli solidi urbani abbandonati lungo i tracciati e sul territorio provinciale. I primi interventi sono già in corso e dopo un'attenta ricognizione sul territorio da parte dei tecnici del Libero Consorzio e gli operatori dell'impresa Sbalanca, aggiudicataria dell'appalto per la rimozione dei rifiuti da strade e territori di competenza del Libero Consorzio (provinciali, ex consortili, ex regionali e non classificate). La durata dell'appalto è di un anno, e per queste azioni è stata stanziata la somma di 85.500 euro, leggermente più alta rispetto  agli scorsi anni. È stata inoltre effettuata la richiesta di dissequestro delle discariche abusive alle Procure competenti per territorio che avevano emesso i relativi provvedimenti di sequestro su segnalazioni delle varie forze dell'ordine e dei cantonieri del Libero Consorzio. Gli interventi riguarderanno tutti i comparti in cui è suddivisa la viabilità provinciale. Ed in questa azione rientra l'intervento eseguito sulla provinciale 3 A che conduce ad Agrigento e che ha avuto l'obiettivo di restituire decoro all'ambiente in vista di una manifestazione che a Favara è molto sentita e che vede la partecipazione di tanta gente che si reca nella città dell'Agnello pasquale per assistere alla sagra.(* PAPI*)

VIABILITÀ PROVINCIALE
La Uil interviene sulle strade da sistemare

La Uil interviene con il segretario Regionale Claudio Barone e il segretario Provinciale Gero Acquisto, dopo l'esecutivo provinciale che si è svolto nella sede della camera sindacale territoriale di via Mattarella ad Agrigento, per sollecitare una netta accelerazione agli enti preposti sul tema caldissimo della pietosa condizione delle strade nel territorio agrigentino« che hanno messo in ginocchio negli ultimi 4 anni un'intera provincia, con danni incalcolabili per la mobilità e il quadro economico, sociale e lavorativo». «Ancora una volta sollecitiamo Anas, Enti Locali, Governi nazionali e regionali, a spingere sul nodo viabilità nell'intero territorio agrigentino. Non è possibile che questa sia la quarta o quinta stagione estiva con le strade non sono agibili e con chiusure ed interdizioni che la fanno da padrone». (*CR*)

Accertamenti tecnici sulle auto coinvolte nell'incidente di Menfi
Esami per la morte di Marco Castelli

Il piccolo perse la vita a Ferragosto mentre era sull'auto dei genitori
Proseguono gli accertamenti tecnici sulle auto coinvolte nell'incidente costato la vita al piccolo Marco Castelli, il bimbo di 7 anni morto nei pressi di Lido Fiori, a Menfi, il giorno di Ferragosto. I genitori sono originari di Partanna ma risiedono da anni in Lombardia. La tragedia è avvenuta mentre si trovavano in vacanza. Ieri, alla presenza di consulenti di parte e difensori, l'ingegnere Roberto Bruno che dovrà, al termine dei lavori, rispondere a una serie di quesiti per ricostruire la dinamica dell'incidente e le condizioni della strada, ha continuato l'esame delle auto. Il pm del tribunale di Sciacca, Christian Del Turco, due mesi fa, ha iscritto sei persone nel registro degli indagati. Il bambino si trovava nell'auto insieme al padre, nel sedile posteriore, ed è stato trafitto da un palo staccatosi dal cavalcavia lateralmente alla carreggiata. Sotto accusa, per l'ipotesi di reato di omicidio stradale, sono finiti Pierluigi Badano, 37 anni, conducente della Ford Mondeo, che non avrebbe dato la precedenza alla Nissan guidata dal padre del bimbo contro cui urtò, facendola finire contro le barriere della strada composte da alcuni tubi, uno dei quali trafisse la fiancata e il piccolo; Enrico Bengasino, 64 anni, funzionario del settore Lavori pubblici del Comune di Menfi; Vincenzo Giarraputo, 63 anni, responsabile del servizio Manutenzione del Comune di Menfi; Filippo Napoli, 56 anni, dirigente del Libero consorzio dei comuni; Eduardo Salemi, 59 anni, tecnico dello stesso ente, e Giuseppe Prestia, 58 anni, capo cantoniere provinciale. Diversi i profili di colpa ipotizzati. Innanzitutto sono da verificare eventuali responsabilita' legate alla presenza della barriera «arrugginita e inadeguata» tanto che un pezzo si staccò. Lo stesso segnale di stop, in prossimità dell'intersezione, non sarebbe stato visibile in maniera adeguata. Gli indagati hanno nominato come difensori gli avvocati Giovanni Vaccaro, Pasquale Marchese, Maria Dimino, Antonino Gaziano, Antonio Provenzani e Anna Macaluso. (*GECA*) 


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