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rassegna stampa dall'11 al 13 maggio 2019

 AGRIGENTONOTIZIE 
Cronaca "HANNO PROVOCATO DANNO ERARIALE AL CUPA", VELLA E IMMORDINO A GIUDIZIO 

Erano stati assolti in primo grado, la procura della Corte dei Conti ha presentato ricorso in appello Redazione "Esborso ingiustificato" per il pagamento dello stipendio e dell'indennità di risutalto dell'ex segretario generale del Consorzio universitario: giudizio di appello per Giuseppe Vella e l'ex presidente del Cupa Maria Immordino. Dopo aver ottenuto la condanna al pagamento di circa 40mila euro da parte di Joseph Mifsud con la sentenza di primo grado, la procura della Corte dei conti ha proposto ricorso in appello contro i due, usciti "indenni" dal giudizio di primo grado. Stando ai magistrati, non vi sarebbe dubbio sulla "inescusabile negligenza funzionale del professor Joseph Mifsud" e all'agire dell'ex segretario generale di Libero consorzio e Consorzio universitario, i quali "in spregio delle regole minime di economicità e buona amministrazione, hanno gestito l'accordo sull'ammontare del compenso dando causa ad un esborso ingiustificato a carico del Cupa per remunerare il dottore Vella al di fuori delle regole minime di economicità e ragionevolezza" e sul fatto che l'ex presidente Immordino, arrivata dopo, sarebbe comunque da condannare per aver "avallato un sistema irragionevole di determinazione del compenso". Considerata la condanna consolidata (ma non saldata) di Mifsud, i magistrati chiedono agli altri due imputati di versare complessivamente poco più di 100mila euro, dei quali 74.672 euro da parte di Vella e 25.346 euro da parte di Immordino. L'udienza si terrà a luglio. 

LA SICILIA
GIRGENTI ACQUE. Accolto, ai soli fini della fissazione dell'udienza di merito, il ricorso del gruppo Campione.
LA GIUSTIZIA SARA' PIU' VELOCE DELL'ATI? Interdittiva: il 'processo di merito che potrebbe aprirsi nei prossimi mesi, con l'Ati che non ha ancora deciso cosa fare g.s.) Non un giudizio di merito, e quello lo sapevamo, ma nemmeno una "bocciatura", come inizialmente trapelato. Anzi, per certi versi, un'ammissione della necessità di fare chiarezza in tempi celeri con Il rischio concretissimo che la magistratura sia, alla fine, più veloce della politica. Ieri avevamo infatti raccontato come, appunto, fosse stato respinto dal Cga per la Sicilia il ricorso proposto dalle società del gruppo Campione (i cui riferimenti sono tutti omissati nel provvedimento di giustizia amministrativa) per ottenere la sospensione sia dell'interdittiva antimafia firmata, dalla Prefettura che il provvedimento di risoluzione del contratto di gestione del servizio idrico. I giudici amministrativi, ha detto ieri la Prefettura "riconoscendo l'estrema complessità delle tematiche controverse, ha sostanzialmente ribadito la necessita delle iniziative assunte dal prefetto e concluso per l'opportunità di una sollecita e approfondita verifica, nel merito da parte del Tar Sicilia". Che è quasi, quello che ha detto il Cgars, che, appunto "considerato' che la complessità dei fatti oggetto dell'interdittiva antimafia impugnata" ha sostenuto che il ricorso "merita di essere oggetto di approfondita disamina nella più opportuna sede del merito". Quindi, ha concluso il Consiglio di giustizia amministrativa, il ricorso è accolto, ma unicamente al fine di discutere tutto nel merito in tempi brevi. Si tratta, come è evidente, di un importante cambio di prospettiva, considerato che il Tar, pur sempre in fase cautelare era sostanzialmente entrato nel merito delle vicende, ritenendo che la sospensiva non poteva essere accolta stante che non era possibile escludere, ad una prima analisi, il rischio di infiltrazione mafiosa nelle società e aveva escluso anche il rischio che il protrarsi della gestione commissariale potesse recare danno al privato. Non esattamente la sessa cosa, insomma, con il processo di merito che potrebbe aprirsi nei prossimi mesi con l'Ati che non ha ancora deciso ~osa fare e il "rischio" per i giudici che sia una sentenza a stabilire il futuro della gestione del servizio idrico in provincia.


SANITA'. Ieri al Libero Consorzio comunale, semnario a cura dell'Azienda sanitaria provinciale
GELLI SPIEGA "LA SICUREZZA DELLE CURE" r.b.) Quanto è lontana Agrigento dalla sicurezza delle cure? Cosa prevede la legge 24/17? Sono stati alcuni degli argomenti discussi ieri, nell'aula Ciglia del Libero consorzio, durante il seminario di studi sul tema "La sicurezza delle cure: un dovere e un obbligo per tutti", durante il quale ha relazione Federico Gelli, autore della legge 24/17. "E' un momento importante - afferma Giorgio Giulio Santonocito, Dg dèll'Asp che ha organizzato il Seminario insieme con Equiis e Luiss Business School- perché Federico Gelli, oggi parla in anteprima nazionale dei tre decreti in prossima pubblicazione che declinano la Legge in vere attività. Oggi si discute di assicurazione, di linee guida. Un momento importante, formativo, conoscitivo che apre il tema della sicurezza, diritto costituzionale. Gelli lo ha inserito nell'articolo 1 della norma stessa. La sicurezza delle cure fa parte del diritto alla cura e quindi assurge al diritto costituzionale". Agrigento dove si trova? "Nella via di mezzo. C'è ancora molto lavoro da fare sulla sicurezza delle cure, sull'adeguamento delle linee guida, sulla sicurezza in generale dei pazienti e degli operatori. Oggi stiamo mettendo il primo mattone. Formiamo, ragioniamo, parliamo, adottiamo i modelli e spingiamo verso l'alto gli ospedali che hanno professionisti in grado di affrontare queste tematiche". AUTONOMIA SNOBBATA PROVINCE NEL CAOS Due avvenimenti storici segnano il prossimo 15 maggio. La Regione siciliana compie 73 anni. Le sue rughe sono evidenti e preoccupanti. Quel giorno fu salutato con grande entusiasmo e speranza. Era il 15 maggio 1946, nacque con reggio decreto a firma del Re che promulgò lo Statuto speciale approvato dal Consiglio dei Ministri. Una data purtroppo quasi dimenticata. Fino a due decenni addietro in Sicilia era ricordata con una vacanza nelle scuole e negli uffici regionali nonché con una festa solenne nel sontuoso parco d'Orleans. Infine, con un messaggio ai siciliani del presidente della Regione pro tempore. Si direbbe pazienza. Ma non ci stiamo: finché l'Autonomia Speciale è in vita va celebrata. Ignorarla denuncia voglia incoffessata del miserere. Ne è conferma anche il caos, condito di contraddizioni, che ha reso ingovernabile gli enti intermedi, mentre da parte loro sono prossimi al default i comuni, tessuto connettivo della struttura istituzionale della Regione. In questo contesto si colloca l'altro avvenimento storico del prossimo 15 maggio, la celebrazione di un fallimento confermato dai sindaci che a ben ragione scendono in piazza, non certo per festeggiare l'anniversario della Regione, al contrario per evidenziare le carenze della politica a Palermo come a Roma. Con i sindaci protesta il territorio di cui sono espressione, Come lo sono della società civile con cui convivono quotidianamente e ne interpretano i bisogni. Speriamo che questa manifestazione non resti fine a se stessa. Organizzata da Catena De Luca, sindaco autosospeso della città metropolitana di Messina, parte dal pesante disastro finanziario ed amministrativo delle ex Province oggi città metropolitane e Consorzi di Comuni. L'appello di partecipazione è rivolto a tutti i sindaci della Sicilia: chi più chi meno hanno problemi di sopravvivenza. Sul tappeto sarà posta tutta la problematica delle amministrazioni locali e intermedie boccheggianti. Anzi, grazie all 'opera politica e diplomatica del presidente Musumeci e dell'assessore Armao hanno avuto parziale giustizia dal governo centrale col superamento della disparità di trattamento rispetto alle regioni ordinarie. Ma l'accordo fìnanziario non basta. Non è esaustivo delle problema ti che degli enti intermedi. Il problema è complesso e non può essere risolto in una settimana o in un mese. Se ci si limita alla sola pecunia, fra un anno la situazione si ripresenterà peggiorata.
12 Maggio - domenica

LA SICILIA
ORDINE INGEGNERI
 Urban center firmate le prime sottoscrizioni La cerimonia formale sarà solo la prossima settimana ma le prime firme sono state già apposte. L'accordo di fondazione dell'"Urban center" del Comune di Agrigento è stato siglato nel pomeriggio di venerdì da una parte degli enti e le realtà sociali che ne faranno parte. L'elenco completo è lungo: dentro questo "contenitore" che si occuperà di tracciare idee e progetti per il futuro della città si trovano gli ordini professionali (architetti, ingegneri, geologi, agronomi e dei geometri) l'università, la Sovrintendenza,la Curia, l'Accademia di Belle Arti, Sicindustria e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. "Così come già sperimentato delle direttive del Prg - è stato il commento dell'assessore all'Urbanistica, Elisa Virone - con la sottoscrizione di oggi si istituisce un luogo di politiche urbane condivise che sappia parlare ai cittadini attraverso l'Amministrazione e gli altri qualificati attori del territorio". Si tratta, va precisato, del passaggio conclusivo di un percorso iniziato da almeno un paio di anni e che si è tradotto ad oggi nell'installazione (ancora incompleta) di un totem all'interno del collegio dei Filippini in quella zona che sarà in futuro il "centro operativo" di que- sta struttura che, dicono in molti, è attualmente solo una scatola vuota. Ad auspicare ad esempio interventi celeri e concreti è stato l'Ordine degli Ingegneri di Agrigento. "Abbiamo sempre sottolineato tre aspetti fondamentali in tal senso - commenta il vicepresidente dell'Ordine Epifanio Bellini -, cioè la necessità che questo tavolo sia più ampio possibile, che all'interno dell'urban center, si possa costruire una visione comune che sia orientata allo sviluppo economico di questa città con reale capacità di incidere sulle scelte - e che l'amministrazione investa fornendo personale che sia in condizione di contribuire. "L'Ordine degli Ingegneri - dice inoltre il presidente Alberto Avenia - tramite tutto il Consiglio ha partecipato attivamente a questa iniziativa. oggi siamo alla firma del protocollo d'intesa di quello che sarà il contenitore che programmerà tutte le iniziative utili allo sviluppo del territorio. Non parliamo cioè solo di infrastrutture ma anche di quanto riguarda le attività necessarie e utili allo sviluppo di tutta Agrigento nel suo insieme. Speriamo che l'attivazione avvenga nel più breve tempo possibile''. R.A.

13 Maggio - lunedì
LA SICILIA
PROCURA CORTE DEI CONTI. Citati in giudizio d'Appello Immordino e Vella «Danno erariale al Consorzio» Sono accusati di aver provocato un costo ingiustificato di oltre 100mila euro. Hanno causato un danno economico al Consorzio universitario da oltre 100mila euro per aver agito "in spregio alle regole minime di buona amministrazione" o per aver avallato un sistema già esistente, per questo la Procura della Corte dei Conti chiede la condanna dell'ex segretario generale della (fu) Provincia e del Cupa e dell'allora presidente Maria Immordino, dopo aver già ottenuto in primo grado la condanna del "maradona dell'università", l'irreperibile professor joseph Mifsud. La vicenda è quella che riguarda proprio il calcolo dell'indennità riconosciuta a Vella, già dipendente della ex Provincia incaricato contemporaneamente al Cupa del medesimo ruolo (senza contratto, ma con una nota di incarico) con uno stipendio di oltre 42mila euro annue (più tredicesima). Una somma "assolutamente irragionevole e ingiustificata" di cui, dice la Procura, dovranno rispondere anche in quota parte Immordino e Vella, i quali, pur già tirati in ballo, furono assolti - diversamente dal maltese, condannato in contumacia -. Secondo i magistrati, che hanno presentato l'appello, la responsabilità erariale è di tutti e tre i soggetti, evidenziando come, ad esempio, "irragionevole" fosse la quantificazione dell'indennità di risultato, "non ancorata ad un sistema di valutazione legale che richiede obiettivi specifici, misurati e predeterminati" ma si sarebbe risolta in un specie di "apprezzamento per lo svolgimento delle funzioni istituzionali del direttore amministrativo". I magistrati, nelle 20 pagine circa di ricorso, rimarcano come si ravveda un danno erariale imputabile alla "inescusabile negligenza funzionale del professar joseph Mifsud" e all'agire dell'ex segretario generale di Libero consorzio e Consorzio universitario, i quali "in spregio delle regole minime di economicità e buona amministrazione, hanno gestito l'accordo sull'ammontare del compenso dando causa ad un esborso ingiustificato a carico del Cupa per remunerare il dottore Vella al di fuori delle regole minime di economicità e ragionevolezza". Inoltre l'ex presidente Immordino, arrivata dopo, sarebbe comunque da condannare per aver "avallato un sistema irragionevole di determinazione del compenso". Considerata la condanna consolidata (ma non saldata) di Mifsud, i magistrati chiedono agli altri due imputati di versare complessivamente poco più di 100mila euro, dei quali 74.672 euro da parte di Vella e 25.346 euro da parte di Immordino. La sentenza dovrebbe arrivare la prima settimana di luglio. L'intera vicenda, si ricorderà, ebbe origine da un esposto anonimo alla Corte dei Conti. 

GIRGENTIACQUE. I provvedimenti sono stati emessi dal Libero consorzio Depuratori irregolari, raffica di multe per oltre 60.000 euro

GIOACCHINO SCHICCHI Depuratori che non depuravano, senza autorizzazioni allo scarico (perché mai rilasciate, nemmeno quando erano gestiti da enti pubblici) privi di pozzetti di ispezione o di misuratori di portata in entrata o in un uscita e multe, salatissime, per oltre sessantamila euro in un solo anno. Sono questi alcuni numeri dell'ufficio Ambiente del Libero consorzio di Agrigento che, appunto, da maggio dello scorso anno ad oggi ha elevato più di una decina di sanzioni per violazioni ambientali nei confronti del gestore del servizio idrico,la Girgenti Acque, soprattutto nei confronti dell'allora responsabile del settore depurazione, Giuseppe Giuffrida, cui le sanzioni erano addebitate in quanto rappresentante legale della società, anche se in questo anno a volte le multe hanno riguardato anche sindaci, accusati di non aver, per la loro quota parte, agito per far rientrare la situazione. La multa più "fresca" risale a pochi giorni fa e ammonta a 10.500 euro in totale ed è stata comminata per ben tre violazioni al codice ambientale riscontrate per il depuratore, con connesso pennello a mare, di Siculiana. Nel dettaglio le contestazioni riguardano la mancanza dell'autorizzazione allo scarico (che risulta Scaduta), l'assenza dell'impianto di depurazione a servizio di una parte del comune di Siculiana e il superamento dei valori tabellari degli scarichi in uscita del depuratore. Violazioni riscontrate, come già accaduto diverse volte, nell'ormai abbastanza lontano 2014, quando l'Arpa avviò una campagna di controlli a tappeto negli impianti, rilevando una lunga serie di anomalie che in parte probabilmente non furono superate, stante che molti impianti sono stati poi oggetto di sequestro penale da parte della magistratura e sono ancora oggi sottoposti alla gestione di un commissario, che in questo caso è lo stesso Dipartimento regionale alle Acque e ai rifiuti. Di lavori sui depuratori, non vi è notizia concreta, così come non si sa quando e se partiranno i tanto attesi lavori di adeguamento e potenziamento degli impianti, che erano annunciati per lo scorso autunno e invece ancora oggi sono in attesa di essere avviati. Certo è che Girgenti Acque di tutte queste sanzioni oggi non ha pagato un centesimo che fosse uno. Sì perché la società - legittimamente - ha fatto ricorso per impugnare i provvedimenti finora emanati e adesso saranno quindi le corti a decidere se le somme sono dovute o no.

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca "HANNO PROVOCATO DANNO ERARIALE AL CUPA", VELLA E IMMORDINO A GIUDIZIO Erano stati assolti in primo grado, la procura della Corte dei Conti ha presentato ricorso in appello Redazione "Esborso ingiustificato" per il pagamento dello stipendio e dell'indennità di risutalto dell'ex segretario generale del Consorzio universitario: giudizio di appello per Giuseppe Vella e l'ex presidente del Cupa Maria Immordino. Dopo aver ottenuto la condanna al pagamento di circa 40mila euro da parte di Joseph Mifsud con la sentenza di primo grado, la procura della Corte dei conti ha proposto ricorso in appello contro i due, usciti "indenni" dal giudizio di primo grado. Stando ai magistrati, non vi sarebbe dubbio sulla "inescusabile negligenza funzionale del professor Joseph Mifsud" e all'agire dell'ex segretario generale di Libero consorzio e Consorzio universitario, i quali "in spregio delle regole minime di economicità e buona amministrazione, hanno gestito l'accordo sull'ammontare del compenso dando causa ad un esborso ingiustificato a carico del Cupa per remunerare il dottore Vella al di fuori delle regole minime di economicità e ragionevolezza" e sul fatto che l'ex presidente Immordino, arrivata dopo, sarebbe comunque da condannare per aver "avallato un sistema irragionevole di determinazione del compenso". Considerata la condanna consolidata (ma non saldata) di Mifsud, i magistrati chiedono agli altri due imputati di versare complessivamente poco più di 100mila euro, dei quali 74.672 euro da parte di Vella e 25.346 euro da parte di Immordino. L'udienza si terrà a luglio.



Giornale di Sicilia

Il rinnovo del contratto

Regionali, parte la trattativa per promozioni e nuovi incarichi
La firma finale sul contratto dei regionali porta con sé modifiche dell'ultimora imposte dalla Corte dei Conti. E apre la trattativa più delicata, quella per la riclassificazione del personale regionale che così potrà aspirare a mansioni superiori. È finita così, giovedì notte, una delle trattative più lunghe alla Regione. «Ma - come ricorda il presidente dell'Aran, Accursio Gallo - per la prima volta tutti i sindacati hanno firmato l'accordo». Un risultato che Musumeci ha definito «straordinario » In realtà gli accordi erano già stati raggiunti un mese fa. Poi però la Corte dei Conti ha contestato alcune previsioni contrattuali e dunque il testo finale del contratto è stato rivisto giovedì. In base a quanto chiesto dai magistrati contabili i regionali perdono due ore retribuite di assemblea: si passa dalle 12 previste alle 10 individuate nel testo finale. Vengono ridotti anche i permessi retribuiti per particolari motivi familiari e personali: in questo modo la Regione si adegua ai target nazionali. Ridotti anche i permessi per la legge 104 e quelli per la donazione del sangue: anche in questo caso varranno i (più stringenti) parametri nazionali. Eliminate dal contratto l'indennità di disagio e l'indennità correlata «a prioritarie funzioni istituzionali». E anche l'indennità di amministrazione verrà riassorbita al momento della firma del nuovo contratto per gli anni 2019-2021. Sono tutte modifiche che hanno irritato i sindacati. È stata infine decisa la cancellazione di compensi extra per chi svolge mansioni superiori. E proprio questo passaggio apre la strada alla trattativa sulla riclassificazione. Oggi i circa 14 mila dipendenti regionali sono divisi in quattro categorie. La richiesta dei sindacati è che vengano ridotte a due. La giunta ha invece dato direttive all'Aran per trattare a partire da una base di tre categorie, come avviene a livello nazionale. Dall'inquadramento in queste categorie dipendono le progressioni di carriera e le mansioni, visto che in tanti alla Regione lamentano di essere inquadrati nelle fasce più basse (A e B) pur essendo laureati e svolgendo di fatto mansioni superiori. Ora su tutto questo si tratterà. Il Cobas/Codir guidato da Marcello  Minio e Dario Matranga rileva che «la Corte dei Conti ha messo sotto attaccoalcuni diritti fondamentali dei lavoratori» e rivendica adesso «l'attivazione immediata delle progressioni orizzontali e verticali dopo tanti anni di assenza di qualsivoglia minima politica del personale dei precedenti esecutivi». Il Cobas/Codir chiede anche «l'immediata ripresa del tavolo  contrattuale per il rilancio del settore della dirigenza». Per il Sadirs, guidato da Fulvio Pantano, «è stato firmato l'articolato migliore possibile considerate le prescrizioni della Corte dei Conti. Ora inizia la fase cruciale della trattativa. È stato istituito un comitato paritetico che avrà il compito di affrontare la riclassificazione e riqualificazione del personale, la vera ristrutturazione della macchina amministrativa». La previsione è che la trattativa arrivi  al traguardo entro fine anno e che dunque le nuove mansioni possano essere assegnate a partire dall'inizio del 2019. Gaetano Agliozzo e Franco Campagna della Fp Cgil, Paolo Montera e Fabrizio Lercara della Cisl Fp, Enzo Tango e Luca Crimi, della Uil Fpl e Gianni Borrelli della Uil Sicilia hanno chiesto che «vengano posti in essere tempestivamente tutti gli adempimenti per l'immediata corresponsione degli aumenti e la liquidazione degli arretrati per scongiurare il rischio  di ulteriori ritardi». Il costo degli aumenti è di 40 milioni. Anche il Siad e la Cisal, che in una prima fase non avevano firmato la pre-intesa, hanno apposto la loro firma: «Lamentiamo però la mancata attivazione dei profili evoluti C Super e D Super e l'area dei Direttivi» hanno concluso Angelo Lo Curto e Vincenzo Bustinto del Siad e Giuseppe Badagliacca della Cisal.

Sciacca, riapre la discarica
Valenti: servono interventi
Firmata l'ordinanza: disposta la disinfestazione

Giuseppe Pantano
SCIACCA
Ieri mattina un primo intervento per ritirare i rifiuti che erano ammassati agli angoli delle strade, situazioni che  creavano anche il possibile rischio di un incendio, come accaduto in corso Vittorio Emanuele, e oggi la ripresa del servizio di raccolta dei rifiuti con l'umido. Sciacca si avvia a superare l'emergenza degli ultimi dieci giorni, ma alcune questioni rimangono sul tappeto come sottolineato ieri anche dal sindaco, Francesca Valenti, durante una conferenza stampa, presenti altri sindaci dei Comuni dell'Ato che confluiscono rifiuti nell'impianto di Salinella- Saraceno. Il sindaco Valenti ha emesso un'ordinanza per sbloccare la situazione dei rifiuti a Sciacca e riprendere la raccolta a partire da oggi, ma ribadendo che ha atteso fino a ieri «l'intervento della Regione  Siciliana in capo a cui -ha detto - è la competenza. Ma non si poteva attendere oltre per i rischi alla salute pubblica ». Con l'ordinanza, il sindaco ordina  alla Sogeir, che gestisce gli impianti, di riaprire la discarica Saraceno-Salinella per accettare i rifiuti di Sciacca e di riattivare il centro di compostaggio di contrada Santa Maria. Francesca Valenti ha illustrato passo dopo passo quanto avvenuto: gli incontri e le varie richieste alla Regione, richieste - ha detto - «finora rimaste inevase». Ma l'ordinanza sindacale, che ha una durata di quindici giorni, non risolve in prospettiva il problema che si è creato. «La Regione -ha conclusoil sindaco -deve intervenire e presto con soluzioni opportune ». Il sindaco aveva già detto che secondo quanto appreso in precedenza soltanto dopo l'estate la discarica non avrebbe potuto ricevere ulteriori sovvalli. E così anche la Regione che quando ha appreso le criticità emerse ha convocato il primo vertice. Intanto, il sindaco Francesca Valenti e l'assessore alla Gestione dei rifiuti, Carmelo Brunetto, hanno fatto sapere che nelle ore notturne tra domenica e  lunedì è stato programmato il secondo ciclo di disinfestazione del territorio comunale di Sciacca. Si partirà dal centro cittadino, per oproseguire nei quartieri periferici e nelle località costiere. Il  primo intervento di disinfestazione -secondo il piano dell'Ufficio Ecologia del Comune -interesserà il quartiere di San Michele, il centro storico, la Marina, la località Stazzone. Sulla raccolta dei rifiuti, intanto, i gruppi di centrodestra hanno ripreso le dichiarazioni rilasciate  dall'ex assessore Paolo Mandracchia, quando afferma che lui aveva già riferito alla giunta nel 2018 dei rischi che si correvano, per affermare che «di certo le sue dichiarazioni sono comunque in controtendenza con quanto è stato fatto». «Una cosa almeno è chiara - hanno detto - il sindaco nella sua qualità di allenatore ha gestito in malo modo questa emergenza tutta locale. Auspichiamo, a questo punto, uno scatto di orgoglio del sindaco che con una giusta dose di umiltà dopo aver firmato ordinanza chieda scusa alla città». Intanto, ci sono sindaci, come Carmelo Pace di Ribera, che vogliono valutare l'ordinanza del sindaco Valenti per il fatto che limita la possibilità conferimento al Comune di Sciacca. Anche gli altri Comuni sono soci della Sogeir a cui fanno capo sia la discarica Salinella -Saraceno che il centro di compostaggio di Santa Maria. Il sindacodi Sciacca ha più volte ribadito che soltanto questo può fare e cioè intervenire affinchè sia superata l'emergenza del Comune che amministra. (*GP*)


Province d'Italia


Decreto Crescita: l'UPI in audizione alla Camera. "Servono misure per promuovere investimenti pubblici locali"
"Questo decreto, insieme al cosiddetto Sblocca cantieri, dovrebbe dettare la strategia per la ripresa della crescita attraverso un forte rilancio dei cantieri e delle opere pubbliche. Invece in questo decreto manca proprio un piano programmatico per gli investimenti pubblici locali. Per questo chiediamo a Governo e Parlamento di prevedere misure volte proprio a promuovere e rilanciare gli investimenti locali, sia attraverso finanziamenti ad hoc, sia attraverso la semplificazione dei procedimenti amministrativi e l'accelerazione dei processi, in modo da consentire l'immediata apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche nel Paese".
Lo ha detto il rappresentante dell'UPI, Antonio Pompeo, Presidente della Provincia di Frosinone, intervenendo oggi in audizione alla Camera dei Deputati sul cosiddetto decreto Crescita, sottolineando come "restano del tutto inespresse le potenzialità delle Province di produrre investimenti sul patrimonio pubblico di importanza strategica".
Il rappresentante dell'UPI ha poi  ricordato alcuni dati, che dimostrano la forte propensione delle Province agli investimenti.
"Secondo i dati SIOPE - ha detto - nel primo quadrimestre 2019 la spesa per gli investimenti delle Province è aumenta del 19,7%; per contro, la spesa corrente è scesa di oltre il 6% consolidando un percorso di efficientamento della spesa.
Si consolida il ruolo delle Stazioni Uniche Appaltanti delle Province a servizio dei Comuni, tanto che anche in questo caso si registra un +7,6% dei bandi emessi per i Comuni.
Non solo, abbiamo dimostrato che la capacità di progettazione dei nostri enti, nonostante i pesanti tagli subiti sia in termini di risorse sia in termini di personale, continua a mantenersi elevata tanto che gli uffici tecnici delle Province hanno ad oggi pronti 1.712 progetti per interventi sulla rete viaria provinciale, 592 progetti per mettere in sicurezza altrettante scuole secondarie superiori e oltre 2.350 progetti per mettere in sicurezza i ponti, di cui quasi 600 ricadenti nel bacino del Po".
"Un piano delle piccole opere pubbliche - ha concluso il Presidente - che da qui al 2023 permetterebbe al Paese di portare a termine un'opera di cura del patrimonio pubblico, garantendo ai cittadini e alle cittadine diritti e sicurezza e assicurando alle imprese, soprattutto a quelle locali, occasioni di sviluppo economico. La crescita reale, che Governo e Parlamento devono sostenere con misure mirate in questo decreto".

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