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rassegna stampa del 23 maggio 2019

Corriere dell'economia.it

Ex province, vertice a Palazzo d'Orlèans A Palazzo d'Orlèans a Palermo incontro con una delegazione di primi cittadini dell'Isola "Non è il miglior accordo, ma l'unico possibile per le disponibilità finanziarie da parte dello Stato. Abbiamo dovuto scegliere tra una soluzione tampone, che ci consentisse di salvare dal dissesto 5, 6 ex Province, e il non fare nulla. Abbiamo optato per la prima". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, incontrando a Palazzo d'Orleans una delegazione di primi cittadini dell'Isola, guidata dal sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca, in merito all'intesa raggiunta a Roma per il futuro delle ex Province. Alla riunione erano presenti anche l'assessore all'Economia Gaetano Armao, i deputati regionali Vincenzo Figuccia e Danilo Lo Giudice, i sindaci di Priolo Gargallo Pippo Gianni e di Giardinello Antonino De Luca, il capo di Gabinetto e il coordinatore della segreteria tecnica del presidente della Regione Carmen Madonia e Giacomo Gargano. I sindaci hanno segnalato l'impossibilità, in molti casi, di poter approvare un bilancio triennale, così come previsto dall'attuale normativa finanziaria. Un problema che ha una ricaduta in tema di appalti pluriennali che utilizzano i Fondi sviluppo e coesione.
Per questo motivo, il presidente Musumeci chiederà un appuntamento al competente ministro per il Sud Barbara Lezzi, affinchè possa essere trovata una soluzione procedurale idonea.

Quotidianodi sicilia.it

Pa: 160 milioni agli enti per ridurre i consumi energetici


Più di 160 milioni di euro per soggetti pubblici ed enti locali che serviranno a promuovere l'eco-efficienza e la riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche tramite "interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l'utilizzo di mix ecologici, installazione di sistemi di produzione di energia da fonte rinnovabile da destinare all'autoconsumo". Si tratta di 174 interventi che sono stati elencati da due decreti regionali nell'ambito di un bando che rientra nel Po Fesr 2014/2020. SOGGETTI PUBBLICI La prima graduatoria, che rientra del ddg n.448 del 16 maggio, riguarda i soggetti pubblici, gli enti pubblici, i partenariati pubblico-privati anche attraverso Esco (Energy service company) per la realizzazione di opere pubbliche a mezzo di operazioni a regia regionale che puntino all'eco-efficienza e alla riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche. Ci sono state 22 istanze ritenute ricevibili e ammissibili alla fase di valutazione, per un totale di 46,4 milioni di euro, mentre 11 progetti sono stati considerati non ricevibili e non ammissibili e quindi esclusi dalla fase di valutazione, per un totale di 21,8 milioni di euro. Le varie tipologie di intervento riguardano, in linea di massima, lavori di efficientamento, di riqualificazione energetica e di recupero. Tra i soggetti proponenti che hanno passato l'esame, ci sono diverse aziende sanitarie (Presidio ospedaliero Nizza di Siracusa, Policlinico Vittorio Emanuele, Policlinico Paolo Giaccone, PO Civico di Partinico), ma anche Università (Catania, Messina) e istituti di ricerca come la sede Ingv di piazza Roma a Catania. Opportunità anche per gli Istituti autonomi Case popolari di Messina e Palermo, per la Casa di Ospitalità S. Teresa del Bambino Gesù, per l'Opera Pia Istituto Zirafa Sacro Cuore di Gesù, per il Rifugio del Nibbio, e anche per la sede ragusana della Camera di Commercio di Catania, Ragusa, Siracusa della Sicilia orientale. ENTI LOCALI Nel capitolo dei comuni siciliani, ci sono 154 istanze ritenute ricevibili e ammissibili alla fase di valutazione, per 120,6 milioni di euro. Rimandate altre 32 per un valore complessivo di 17 milioni di euro. Altre sette istanze non sono state sottoposte a istruttoria perché la domanda sul portale delle agevolazioni non è stata completata.

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca EX DISCARICHE E IMPIANTI INDUSTRIALI DISMESSI: IN PROVINCIA 66 SITI INQUINANTI  
IL censimento è stato realizzato dalla Regione, molti di questi non sono stati mai oggetto di interventi di bonifica, altri non hanno nemmeno progetti in cantiere Ex discariche, impianti dismessi, aree ancora "infestate" dalla presenza dell'amianto. E' un quadro sconfortante quello fornito dalla Regione Siciliana rispetto ai siti potenzialmente inquinanti della provincia di Agrigento: 66 in totale quelli classificati, 63 dei quali sono ex discariche comunali in larga parte mai bonificate o oggetto di progetti esecutivi di intervento. Stando al censimento (il primo dal 2002), la provincia di Agrigento sarebbe la terza in Sicilia per numero complessivo di aree dove potrebbe appunto esistere un pericolo per l'ambiente: peggio di noi solo Messina (177) e Palermo (100). Tra le 66 aree agrigentine, in 18 esiste unicamente un progetto preliminare di bonifica e altre 14 sono oggetto di progetti esecutivi non avviati. In quattro casi risultano aree mai oggetto di bonifica, come l'ex discarica in contrada Mulinelli a Favara, quella di contrada Mannara-Strippi a Linosa, la ex discarica di contrada Fauma-Mintina a Porto Empedocle, l'ex discarica Santa Caterina a San Giovanni Gemini oltre che l'ex discarica di contrada Matarano a Siculiana. A queste comunque bisogna aggiungere 3 siti industriali dismessi (Contrata Caos a Porto Empedocle, quello di contrada Scavuzzo a Realmonte e lo stabilimento di contrada Stampaci sulla 189 a Casteltermini) oltre che alcuni siti in cui è segnalata massiccia presenza di amianto. Stiamo parlando delle baraccopoli, o ex tali, dei comuni del Belicino colpiti dal sisma del 1968, cioè Montevago, Menfi e Santa Margherita Belice, i cui sindaci, anche negli ultimi anni, hanno più volte chiesto interventi allo Stato per avviare una reale attività di bonifica. 

SCRIVOLIBERO

CERIMONIA UFFICIALE DI SOTTOSCRIZIONE DEI PROTOCOLLI D'INTESA UNIVERSITÀ-SCUOLE

Venerdì 24 maggio 2019, alle ore 10,30 presso l'Aula Magna di Villa Genuardi, sede amministrativa e didattica decentrata dell'Università degli studi di Palermo, si terrà la cerimonia ufficiale di sottoscrizione dei protocolli d'intesa tra il Polo territoriale universitario di Agrigento e gli istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado della città e del territorio agrigentino. L'obiettivo principale dei predetti accordi, è quello di legare la realtà universitaria dell'Ateneo al territorio attraverso il rafforzamento e l'ampliamento dei rapporti di collaborazione. La cerimonia vedrà presenti i rappresentanti delle istituzioni locali, le autorità accademiche ed i Dirigenti scolastici firmatari del suddetto protocollo. L'evento sarà aperto dai saluti istituzionali, proseguirà poi con la stipula dei protocolli d'intesa e verranno presentate le prime proposte. Tale incontro s'inquadra nell'azione propulsiva dell'Ateneo per il rilancio della sede decentrata di Agrigento, in uno con la nuova offerta formativa, per la quale, a partire dal prossimo a.a. 2019/2020, saranno attivati i tre nuovi corsi di laurea in Architettura e ambiente costruito, Economia e amministrazione aziendale, Scienze dell'educazione che si affiancano a quello di Servizio sociale già esistente.

BERSAGLIERI DI AGRIGENTO SFILANO A MATERA PER IL RADUNO NAZIONALE

   Si sono distinti per stile e rigore formale al 67esimo raduno nazionale dei bersaglieri che si è svolto recentemente a Matera. Presto, con le fiamme cremisi, daranno grande prova al raduno Interregionale Sud in programma ad Agrigento il 4, 5, 6 ottobre prossimi. Stiamo parlando dei "Fanti piumati" dell'associazione bersaglieri "Tenente Gaetano Camizzi" di Agrigento che hanno partecipato al raduno in Basilicata. Così, "al passo di corsa" Andrea De Castro, Lorenzo Violante, Franco Ribisi, Giusepe Caruana e Nicolo Aquilino hanno sfilato lungo le vie della città Patrimonio Mondiale Unesco e Capitale Europea della Cultura. Il Raduno è stato dedicato alla memoria dei soldati d'ogni tempo caduti nell'adempimento del dovere per difendere gli ideali di libertà e di Patria. In un tripudio di suoni e di colori di una città in festa, circa cinquantamila fanti piumati hanno, infatti, invaso Matera accompagnati dalla frenesia delle piume al vento e dalle vibranti note di oltre settanta fanfare provenienti dall'Italia e dall'estero. Molte le autorità politiche e militari che sono intervenute all'appuntamento annuale: tra questi il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale di corpo d'armata, Salvatore Farina e il Capo di Stato maggiore dell'Allied Joint Force Command Naples, Generale di Corpo d'Armata, Luciano Portolano. Portolano, agrigentino doc, ha voluto incontrare il presidente della sezione "Camizzi", tenente Andrea De Castro e i soci bersaglieri. Un incontro amichevole impreziosito dalla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Farina. Luciano Portolano, che è anche socio dell'associazione bersaglieri della Città dei Templi, ha, infine, inviato un messaggio a tutti i soci: "E' stato un onore e un piacere aver sfilato con voi al raduno nazionale" Il generale, poi, ha anticipato che presto verrà ad Agrigento. Nel corso del raduno il Generale Farina ha sottolineato il valore dei bersaglieri che, ovunque impiegati, hanno scritto pagine memorabili nella storia d'Italia: " I fanti piumati - ha detto il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito- hanno lasciato sempre un'impronta indelebile, facendo emergere le migliori qualità dell'italianità e del nostro popolo il quale, oggi come allora, riconosce nel baldo bersagliere il riflesso di se stesso". Il presidente De Castro ha, infine, ringraziato tutti i bersaglieri che hanno partecipato al raduno di Matera: "Abbiamo ben figurato - ha detto - un ringraziamento e un arrivederci al raduno interregionale". Come abbiamo, infatti, anticipato il prossimo ottobre Agrigento verrà invasa dai bersaglieri per l'importante ed atteso raduno interregionale Sud. L'associazione bersaglieri "Gaetano Camizzi" di Agrigento è già al lavoro. Tanti gli appuntamenti in programma, tra questi la sfilata delle fanfare lungo la Via Sacra della Valle dei Templi, la Via Atenea e il Viale della Vittoria, la scopertura di un monumento dedicato ai bersaglieri al Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ed una mostra di divise storiche nella Galleria Espositiva della Scala Reale dell'ex Provincia. Luigi Mula
LA SICILIA
IMPIANTO FASCIA COSTIERA Nuovi depuratori qualcosa si muove g.s.) Nuovi depuratori in provincia di Agrigento ed interventi di potenziamento e adeguamento degli impianti esistenti: qualcosa si muove. Dopo numerosi rinvii e scuse sempre poco convincenti l'ufficio del commissario unico per la depurazione, Enrico Rolle, ha avviato le procedure preordinate all'esproprio di alcuni terreni che dovranno essere occupati dal sistema di adduzione dei reflui che dovrà portare al grande depuratore della fascia costiera di Agrigento, che però non è stato ancora costruito. Dalla pubblicazione, avvenuta Ieri, del lunghissimo elenco di cittadini proprietari di appezzamenti di terreni che saranno occupati (in parte) dalla condotta passeranno 10 giorni prima che si passi alla "fase 2", con l'imposizione del vincolo di esproprio e, si spera, l'avvio dei lavori che però oggi non è davvero chiaro quando partiranno e cosa faranno costruire. Sì perché come noto oggi i progetti sono in un certo senso triplicati: dopo i sequestri da parte della magistratura e le prescrizioni per l'adeguamento degli impianti, oggi bisogna potenziare i depuratori di Favara e Villaggio Mosè e, contestualmente costruire appunto un grande depuratore consortile che raccolga i reflui di entrambi i comuni e della zona rivierasca della città, che andrà allacciata ad un unico sistema fognante. Progetti di cui si è parlato moltissimo in questi anni senza però che si sia finora riusciti a vedere la posa di una sola pietra, prima quando a gestire era Girgenti Acque e poi, quando gli impianti sono stati sequestrati la loro conduzione è passata al Dipartimento regionale acque e rifiuti e quindi al commissario unico. Sarà questa la volta buona per mettere la parola fine ad una situazione che è stata, dalle forze dell'ordine, definita fuori dalle regole? Intanto sono scomparsi dal sito dell'Ati i report dei valori anomali registrati in uscita dai depuratori.

SERVIZIO IDRICO
Ati, soffiano venti di guerra. Zicari: «Immobilismo intollerabile» g.s.) C'è aria di bufera in casa Ati idrico.

 Dopo la seduta praticamente improduttiva dei giorni scorsi - l'ennesima di fila -, durante la quale si è confermato che di fatto non si è fatto praticamente nessun passo avanti rispetto alla individuazione del comuni che hanno diritto ad usufruire dei benefici previsti dall'articolo 147 del testo unico ambientale (gestione diretta) e tantomeno si sono messe in campo misure concrete per garantire il futuro della gestione del servizio in provincia, adesso arrivano le prime prese di posizione. Una è certamente quella del sindaco di Realmonte.Lillo Zicari, che abbandonò l'assemblea come prima di lui il primo cìttadìno Margherita La Rocca Ruvolo che, appunto per protesta lasciò l'assemblea delle scorse settimane lamentando appunto l'immobilismo dell'Ati. "Non è più possibile tollerare questo stato di cose - spiega Zicari -. Sono pienamente in linea con quanto detto e fatto finora dai sindaci Alba, La Rocca Ruvolo e Pace. C'è una situazione di profondo immobilismo e soprattutto nessuna volontà di fare passi avanti. A fronte di cose relativamente semplici che dovremmo fare come lavorare sullo statuto della nuova società consortile, redigere il piano d'ambito e valutare le richieste dei comuni che vogliono avvalersi dell'articolo 147, oggi nessuno sta facendo nulla. Tra l'altro oggi gli uffici sono sprovvisti di personale tecnico ed oggi è tutto bloccato". Zicari ha quindi abbandonato l'assemblea per il fatto che l'Ati è "venuta meno agli impegni presi di esaminare le istanze dei comuni entro il 31 maggio e poi passare appunto alla valutazione del nuovo piano d'ambito. Non c'è voglia di andare avanti e non mi farò prendere in giro da nessuno - continua Zicari - né consentirò che si continui a giocare con le tasche dei cittadini che oggi continuano a pagare l'acqua ad una tariffa ben più onerosa di quella oggi consentita ad altri centri della stessa provincia". Zicari prende quindi le distanze dal direttivo dell'Assemblea che sta rimanendo "immobile",inviando le decisioni più importanti, annunciando di voler valutare la nomina di un commissario regionale per guidare l'Ati per riscontrata inadempienza. Intanto il direttivo (in cui sono entrati i sindaci Margherita La Rocca Ruvolo e Alfonso Provvidenza) si riunirà entro fine mese per tracciare, una road map che possa iniziare ad affrontare i temi irrisolti.

AMBIENTE. Due sono ex aree industriali, le altre discariche dismesse.
Rimane urgente il problema delle baraccopoli nel Belice.
SONO 66 I SITI INQUINANTI DA BONIFICARE

Stando al nuovo censimento, la provincia di Agrigento è la terza in Sicilia. In provincia di Agrigento ci sono ad oggi 66 siti potenzialmente inquinanti, dei quali solo poco più di una decina sono stati oggetto di interventi di bonifica già completati, mentre molti altri hanno progetti di intervento ancora in fase preliminare. È questo uno dei dati che emerge dall'aggiornamento del Piano regionale delle Bonifiche" realizzato dal Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti e pubblicato nelle scorse settimane. Un tomo poderoso, frutto del lavoro di diversi mesi dei funzionari del settore, che va ad aggiornare la banca dati finora a disposizione della Regione, che era ferma al 2002 anche a causa della "disattenzione" da parte dei comuni nel comunicare la presenza di siti potenzialmente inquinanti sul proprio territorio. Stando al nuovo censimento, la provincia di Agrigento sarebbe la terza in Sicilia per numero complessivo di aree dove potrebbe appunto esistere un pericolo per l'ambiente: peggio di noi solo Messina (177) e Palermo (100), mentre l'Agrigentino, appunto, si ferma a 66 siti, dei quali 63 sono ex discariche esauste mentre 3 sono siti industriali dismessi, cioè quelli di contrada Caos (Porto Empedocle), quello di contrada Scavuzzo a Realmonte e lo stabilimento di contrada Stampaci sulla 189 a Casteltermini, questi ultimi due mai oggetto di operazioni di bonifica. L'elenco delle discariche è realmente interminabile e la sua distribuzione abbastanza "democratica", nel senso che si trovano praticamente in tutti i comuni, con una particolare presenza a Bivona e Cammarata (tre aree ciascuno), così come Racalmuto e Sant'Angelo Muxaro, larga parte dei quali appunto non oggetto di progetti operativi di bonifica (ma quasi tutti preliminari e presentati al Ministero per lo sviluppo economico). Nella categoria "non bonificate" rientrano l'ex discarica in contrada Mulinelli a Favara, quella di contrada Mannara-Strippi a Linosa, la ex discarica di contrada Fauma-Mintina a Porto Empedocle, l'ex discarica Santa Caterina a San Giovanni Gemini oltre che l'ex discarica di contrada Matarano a Siculiana. Come dicevamo poi ci sono ben 18 aree dove esiste unicamente un progetto preliminare di bonifica e altri 14 sono oggetto di progetti esecutivi ma di fatto non avviati. A queste comunque bisogna aggiungere oltre che ai siti industriali anche alcuni siti in cui è segnalata massiccia presenza di amianto. Stiamo parlando delle baraccopoli, o ex tali, dei comuni del Belicino colpiti dal sisma del 1968, cioè Montevago, Menfi e Santa Margherita Belice, i cui sindaci, anche negli ultimi anni, hanno più volte chiesto interventi allo Stato per avviare una reale attività di bonifica.


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