Corriere
dell'economia.it
Ex
province, vertice a Palazzo d'Orlèans
A
Palazzo d'Orlèans a Palermo incontro con una delegazione di primi
cittadini dell'Isola
"Non
è il miglior accordo, ma l'unico possibile per le disponibilità
finanziarie da parte dello Stato. Abbiamo dovuto scegliere tra una
soluzione tampone, che ci consentisse di salvare dal dissesto 5, 6 ex
Province, e il non fare nulla. Abbiamo optato per la prima".
Lo
ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci,
incontrando a Palazzo d'Orleans una delegazione di primi cittadini
dell'Isola, guidata dal sindaco metropolitano di Messina Cateno De
Luca, in merito all'intesa raggiunta a Roma per il futuro delle ex
Province. Alla riunione erano presenti anche l'assessore
all'Economia Gaetano Armao, i deputati regionali Vincenzo Figuccia
e Danilo Lo Giudice, i sindaci di Priolo Gargallo Pippo Gianni e di
Giardinello Antonino De Luca, il capo di Gabinetto e il coordinatore
della segreteria tecnica del presidente della Regione Carmen Madonia
e Giacomo Gargano.
I
sindaci hanno segnalato l'impossibilità, in molti casi, di poter
approvare un bilancio triennale, così come previsto dall'attuale
normativa finanziaria. Un problema che ha una ricaduta in tema di
appalti pluriennali che utilizzano i Fondi sviluppo e coesione.
Per
questo motivo, il presidente Musumeci chiederà un appuntamento al
competente ministro per il Sud Barbara Lezzi, affinchè possa essere
trovata una soluzione procedurale idonea.
Quotidianodi sicilia.it
Pa:
160 milioni agli enti per ridurre i consumi energetici
Più
di 160 milioni di euro per soggetti pubblici ed enti locali che
serviranno a promuovere l'eco-efficienza e la riduzione dei consumi
di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche tramite
"interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di
edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo,
regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi
energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche
attraverso l'utilizzo di mix ecologici, installazione di sistemi di
produzione di energia da fonte rinnovabile da destinare
all'autoconsumo". Si tratta di 174 interventi che sono stati
elencati da due decreti regionali nell'ambito di un bando che
rientra nel Po Fesr 2014/2020.
SOGGETTI
PUBBLICI
La
prima graduatoria, che rientra del ddg n.448 del 16 maggio, riguarda
i soggetti pubblici, gli enti pubblici, i partenariati
pubblico-privati anche attraverso Esco (Energy service company) per
la realizzazione di opere pubbliche a mezzo di operazioni a regia
regionale che puntino all'eco-efficienza e alla riduzione dei
consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche. Ci
sono state 22 istanze ritenute ricevibili e ammissibili alla fase di
valutazione, per un totale di 46,4 milioni di euro, mentre 11
progetti sono stati considerati non ricevibili e non ammissibili e
quindi esclusi dalla fase di valutazione, per un totale di 21,8
milioni di euro.
Le
varie tipologie di intervento riguardano, in linea di massima, lavori
di efficientamento, di riqualificazione energetica e di recupero. Tra
i soggetti proponenti che hanno passato l'esame, ci sono diverse
aziende sanitarie (Presidio ospedaliero Nizza di Siracusa,
Policlinico Vittorio Emanuele, Policlinico Paolo Giaccone, PO Civico
di Partinico), ma anche Università (Catania, Messina) e istituti di
ricerca come la sede Ingv di piazza Roma a Catania. Opportunità
anche per gli Istituti autonomi Case popolari di Messina e Palermo,
per la Casa di Ospitalità S. Teresa del Bambino Gesù, per l'Opera
Pia Istituto Zirafa Sacro Cuore di Gesù, per il Rifugio del Nibbio,
e anche per la sede ragusana della Camera di Commercio di Catania,
Ragusa, Siracusa della Sicilia orientale.
ENTI
LOCALI
Nel
capitolo dei comuni siciliani, ci sono 154 istanze ritenute
ricevibili e ammissibili alla fase di valutazione, per 120,6 milioni
di euro. Rimandate altre 32 per un valore complessivo di 17 milioni
di euro. Altre sette istanze non sono state sottoposte a istruttoria
perché la domanda sul portale delle agevolazioni non è stata
completata.
AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca
EX DISCARICHE E IMPIANTI INDUSTRIALI
DISMESSI: IN PROVINCIA 66 SITI INQUINANTI
IL censimento è stato realizzato
dalla Regione, molti di questi non sono stati mai oggetto di
interventi di bonifica, altri non hanno nemmeno progetti in cantiere
Ex discariche, impianti dismessi, aree
ancora "infestate" dalla presenza dell'amianto. E' un
quadro sconfortante quello fornito dalla Regione Siciliana rispetto
ai siti potenzialmente inquinanti della provincia di Agrigento: 66 in
totale quelli classificati, 63 dei quali sono ex discariche comunali
in larga parte mai bonificate o oggetto di progetti esecutivi di
intervento.
Stando al censimento (il primo dal
2002), la provincia di Agrigento sarebbe la terza in Sicilia per
numero complessivo di aree dove potrebbe appunto esistere un pericolo
per l'ambiente: peggio di noi solo Messina (177) e Palermo (100).
Tra le 66 aree agrigentine, in 18 esiste unicamente un progetto
preliminare di bonifica e altre 14 sono oggetto di progetti esecutivi
non avviati. In quattro casi risultano aree mai oggetto di bonifica,
come l'ex discarica in contrada Mulinelli a Favara, quella di
contrada Mannara-Strippi a Linosa, la ex discarica di contrada
Fauma-Mintina a Porto Empedocle, l'ex discarica Santa Caterina a
San Giovanni Gemini oltre che l'ex discarica di contrada Matarano a
Siculiana.
A queste comunque bisogna aggiungere 3
siti industriali dismessi (Contrata Caos a Porto Empedocle, quello di
contrada Scavuzzo a Realmonte e lo stabilimento di contrada Stampaci
sulla 189 a Casteltermini) oltre che alcuni siti in cui è segnalata
massiccia presenza di amianto. Stiamo parlando delle baraccopoli, o
ex tali, dei comuni del Belicino colpiti dal sisma del 1968, cioè
Montevago, Menfi e Santa Margherita Belice, i cui sindaci, anche
negli ultimi anni, hanno più volte chiesto interventi allo Stato per
avviare una reale attività di bonifica.
SCRIVOLIBERO
CERIMONIA UFFICIALE DI
SOTTOSCRIZIONE DEI PROTOCOLLI D'INTESA UNIVERSITÀ-SCUOLE
Venerdì 24 maggio 2019, alle ore 10,30
presso l'Aula Magna di Villa Genuardi, sede amministrativa e
didattica decentrata dell'Università degli studi di Palermo, si
terrà la cerimonia ufficiale di sottoscrizione dei protocolli
d'intesa tra il Polo territoriale universitario di Agrigento e gli
istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado della città e
del territorio agrigentino.
L'obiettivo principale dei predetti
accordi, è quello di legare la realtà universitaria dell'Ateneo
al territorio attraverso il rafforzamento e l'ampliamento dei
rapporti di collaborazione.
La cerimonia vedrà presenti i
rappresentanti delle istituzioni locali, le autorità accademiche ed
i Dirigenti scolastici firmatari del suddetto protocollo.
L'evento sarà aperto dai saluti
istituzionali, proseguirà poi con la stipula dei protocolli d'intesa
e verranno presentate le prime proposte.
Tale incontro s'inquadra nell'azione
propulsiva dell'Ateneo per il rilancio della sede decentrata di
Agrigento, in uno con la nuova offerta formativa, per la quale, a
partire dal prossimo a.a. 2019/2020, saranno attivati i tre nuovi
corsi di laurea in Architettura e ambiente costruito, Economia e
amministrazione aziendale, Scienze dell'educazione che si
affiancano a quello di Servizio sociale già esistente.
BERSAGLIERI DI AGRIGENTO SFILANO A
MATERA PER IL RADUNO NAZIONALE
Si sono distinti per stile e rigore
formale al 67esimo raduno nazionale dei bersaglieri che si è svolto
recentemente a Matera.
Presto, con le fiamme cremisi, daranno
grande prova al raduno Interregionale Sud in programma ad Agrigento
il 4, 5, 6 ottobre prossimi.
Stiamo parlando dei "Fanti piumati"
dell'associazione bersaglieri "Tenente Gaetano Camizzi" di
Agrigento che hanno partecipato al raduno in Basilicata.
Così, "al passo di corsa" Andrea
De Castro, Lorenzo Violante, Franco Ribisi, Giusepe Caruana e Nicolo
Aquilino hanno sfilato lungo le vie della città Patrimonio Mondiale
Unesco e Capitale Europea della Cultura.
Il Raduno è stato dedicato alla
memoria dei soldati d'ogni tempo caduti nell'adempimento del
dovere per difendere gli ideali di libertà e di Patria.
In un tripudio di suoni e di colori di
una città in festa, circa cinquantamila fanti piumati hanno,
infatti, invaso Matera accompagnati dalla frenesia delle piume al
vento e dalle vibranti note di oltre settanta fanfare provenienti
dall'Italia e dall'estero.
Molte le autorità politiche e
militari che sono intervenute all'appuntamento annuale: tra questi
il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale di corpo
d'armata, Salvatore Farina e il Capo di Stato maggiore dell'Allied
Joint Force Command Naples, Generale di Corpo d'Armata, Luciano
Portolano.
Portolano, agrigentino doc, ha voluto
incontrare il presidente della sezione "Camizzi", tenente Andrea
De Castro e i soci bersaglieri.
Un incontro amichevole impreziosito
dalla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Farina.
Luciano Portolano, che è anche socio
dell'associazione bersaglieri della Città dei Templi, ha, infine,
inviato un messaggio a tutti i soci: "E' stato un onore e un
piacere aver sfilato con voi al raduno nazionale" Il generale, poi,
ha anticipato che presto verrà ad Agrigento.
Nel corso del raduno il Generale
Farina ha sottolineato il valore dei bersaglieri che, ovunque
impiegati, hanno scritto pagine memorabili nella storia d'Italia: "
I fanti piumati - ha detto il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito-
hanno lasciato sempre un'impronta indelebile, facendo emergere le
migliori qualità dell'italianità e del nostro popolo il quale,
oggi come allora, riconosce nel baldo bersagliere il riflesso di se
stesso".
Il presidente De Castro ha, infine,
ringraziato tutti i bersaglieri che hanno partecipato al raduno di
Matera: "Abbiamo ben figurato - ha detto - un ringraziamento e
un arrivederci al raduno interregionale".
Come abbiamo, infatti, anticipato il
prossimo ottobre Agrigento verrà invasa dai bersaglieri per
l'importante ed atteso raduno interregionale Sud.
L'associazione bersaglieri "Gaetano
Camizzi" di Agrigento è già al lavoro. Tanti gli appuntamenti in
programma, tra questi la sfilata delle fanfare lungo la Via Sacra
della Valle dei Templi, la Via Atenea e il Viale della Vittoria, la
scopertura di un monumento dedicato ai bersaglieri al Giardino
Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ed una mostra di
divise storiche nella Galleria Espositiva della Scala Reale dell'ex
Provincia.
Luigi Mula
LA SICILIA
IMPIANTO FASCIA COSTIERA
Nuovi depuratori qualcosa si muove
g.s.) Nuovi depuratori in provincia di
Agrigento ed interventi di potenziamento e adeguamento degli impianti
esistenti: qualcosa si muove.
Dopo numerosi rinvii e scuse sempre
poco convincenti l'ufficio del commissario unico per la depurazione,
Enrico Rolle, ha avviato le procedure preordinate all'esproprio di
alcuni terreni che dovranno essere occupati dal sistema di adduzione
dei reflui che dovrà portare al grande depuratore della fascia
costiera di Agrigento, che però non è stato ancora costruito.
Dalla pubblicazione, avvenuta Ieri, del
lunghissimo elenco di cittadini proprietari di appezzamenti di
terreni che saranno occupati (in parte) dalla condotta passeranno 10
giorni prima che si passi alla "fase 2", con l'imposizione
del vincolo di esproprio e, si spera, l'avvio dei lavori che però
oggi non è davvero chiaro quando partiranno e cosa faranno
costruire. Sì perché come noto oggi i progetti sono in un certo
senso triplicati: dopo i sequestri da parte della magistratura e le
prescrizioni per l'adeguamento degli impianti, oggi bisogna
potenziare i depuratori di Favara e Villaggio Mosè e,
contestualmente costruire appunto un grande depuratore consortile che
raccolga i reflui di entrambi i comuni e della zona rivierasca della
città, che andrà allacciata ad un unico sistema fognante.
Progetti di cui si è parlato
moltissimo in questi anni senza però che si sia finora riusciti a
vedere la posa di una sola pietra, prima quando a gestire era
Girgenti Acque e poi, quando gli impianti sono stati sequestrati la
loro conduzione è passata al Dipartimento regionale acque e rifiuti
e quindi al commissario unico. Sarà questa la volta buona per
mettere la parola fine ad una situazione che è stata, dalle forze
dell'ordine, definita fuori dalle regole?
Intanto sono scomparsi dal sito
dell'Ati i report dei valori anomali registrati in uscita dai
depuratori.
SERVIZIO IDRICO
Ati, soffiano venti di guerra.
Zicari: «Immobilismo intollerabile»
g.s.) C'è aria di bufera in casa Ati
idrico.
Dopo la seduta praticamente improduttiva dei giorni scorsi -
l'ennesima di fila -, durante la quale si è confermato che di fatto
non si è fatto praticamente nessun passo avanti rispetto alla
individuazione del comuni che hanno diritto ad usufruire dei benefici
previsti dall'articolo 147 del testo unico ambientale (gestione
diretta) e tantomeno si sono messe in campo misure concrete per
garantire il futuro della gestione del servizio in provincia, adesso
arrivano le prime prese di posizione. Una è certamente quella del
sindaco di Realmonte.Lillo Zicari, che abbandonò l'assemblea come
prima di lui il primo cìttadìno Margherita La Rocca Ruvolo che,
appunto per protesta lasciò l'assemblea delle scorse settimane
lamentando appunto l'immobilismo dell'Ati. "Non è più
possibile tollerare questo stato di cose - spiega Zicari -. Sono
pienamente in linea con quanto detto e fatto finora dai sindaci Alba,
La Rocca Ruvolo e Pace. C'è una situazione di profondo immobilismo e
soprattutto nessuna volontà di fare passi avanti. A fronte di cose
relativamente semplici che dovremmo fare come lavorare sullo statuto
della nuova società consortile, redigere il piano d'ambito e
valutare le richieste dei comuni che vogliono avvalersi dell'articolo
147, oggi nessuno sta facendo nulla. Tra l'altro oggi gli uffici sono
sprovvisti di personale tecnico ed oggi è tutto bloccato".
Zicari ha quindi abbandonato l'assemblea per il fatto che l'Ati è
"venuta meno agli impegni presi di esaminare le istanze dei
comuni entro il 31 maggio e poi passare appunto alla valutazione del
nuovo piano d'ambito. Non c'è voglia di andare avanti e non mi farò
prendere in giro da nessuno - continua Zicari - né consentirò che
si continui a giocare con le tasche dei cittadini che oggi continuano
a pagare l'acqua ad una tariffa ben più onerosa di quella oggi
consentita ad altri centri della stessa provincia". Zicari
prende quindi le distanze dal direttivo dell'Assemblea che sta
rimanendo "immobile",inviando le decisioni più importanti,
annunciando di voler valutare la nomina di un commissario regionale
per guidare l'Ati per riscontrata inadempienza. Intanto il direttivo
(in cui sono entrati i sindaci Margherita La Rocca Ruvolo e Alfonso
Provvidenza) si riunirà entro fine mese per tracciare, una road map
che possa iniziare ad affrontare i temi irrisolti.
AMBIENTE. Due sono ex aree
industriali, le altre discariche dismesse.
Rimane urgente il problema
delle baraccopoli nel Belice.
SONO 66 I SITI INQUINANTI DA
BONIFICARE
Stando al nuovo censimento, la
provincia di Agrigento è la terza in Sicilia.
In provincia di Agrigento ci sono ad
oggi 66 siti potenzialmente inquinanti, dei quali solo poco più di
una decina sono stati oggetto di interventi di bonifica già
completati, mentre molti altri hanno progetti di intervento ancora in
fase preliminare.
È questo uno dei dati che emerge
dall'aggiornamento del Piano regionale delle Bonifiche"
realizzato dal Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti e
pubblicato nelle scorse settimane. Un tomo poderoso, frutto del
lavoro di diversi mesi dei funzionari del settore, che va ad
aggiornare la banca dati finora a disposizione della Regione, che era
ferma al 2002 anche a causa della "disattenzione" da parte
dei comuni nel comunicare la presenza di siti potenzialmente
inquinanti sul proprio territorio.
Stando al nuovo censimento, la
provincia di Agrigento sarebbe la terza in Sicilia per numero
complessivo di aree dove potrebbe appunto esistere un pericolo per
l'ambiente: peggio di noi solo Messina (177) e Palermo (100), mentre
l'Agrigentino, appunto, si ferma a 66 siti, dei quali 63 sono ex
discariche esauste mentre 3 sono siti industriali dismessi, cioè
quelli di contrada Caos (Porto Empedocle), quello di contrada
Scavuzzo a Realmonte e lo stabilimento di contrada Stampaci sulla 189
a Casteltermini, questi ultimi due mai oggetto di operazioni di
bonifica.
L'elenco delle discariche è realmente
interminabile e la sua distribuzione abbastanza "democratica",
nel senso che si trovano praticamente in tutti i comuni, con una
particolare presenza a Bivona e Cammarata (tre aree ciascuno), così
come Racalmuto e Sant'Angelo Muxaro, larga parte dei quali appunto
non oggetto di progetti operativi di bonifica (ma quasi tutti
preliminari e presentati al Ministero per lo sviluppo economico).
Nella categoria "non bonificate" rientrano l'ex discarica
in contrada Mulinelli a Favara, quella di contrada Mannara-Strippi a
Linosa, la ex discarica di contrada Fauma-Mintina a Porto Empedocle,
l'ex discarica Santa Caterina a San Giovanni Gemini oltre che l'ex
discarica di contrada Matarano a Siculiana.
Come dicevamo poi ci sono ben 18 aree
dove esiste unicamente un progetto preliminare di bonifica e altri 14
sono oggetto di progetti esecutivi ma di fatto non avviati. A queste
comunque bisogna aggiungere oltre che ai siti industriali anche
alcuni siti in cui è segnalata massiccia presenza di amianto. Stiamo
parlando delle baraccopoli, o ex tali, dei comuni del Belicino
colpiti dal sisma del 1968, cioè Montevago, Menfi e Santa Margherita
Belice, i cui sindaci, anche negli ultimi anni, hanno più volte
chiesto interventi allo Stato per avviare una reale attività di
bonifica.