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Ex
Province, ennesima figuraccia di Musumeci
Che
figuraccia per il governo Musumeci, sempre in tema di Province
diventato ormai un guazzabuglio infinito che supera il senso del
ridicolo. Dopo anni di commissariamento e finalmente l'annuncio
delle elezioni di secondo livello per le tre Città metropolitane e i
restanti sei Liberi Consorzi, fissate al 30 giugno, è arrivato
l'emendamento a sorpresa dell'Ars, la scorsa settimana, che di
fatto faceva slittare di un anno l'appuntamento elettorale.Un
emendamento che suonava beffa per il governo regionale, determinato a
non protrarre oltre il regime commissariale, da qui la secca
impuntatura del governatore Nello Musumeci che nel respingere come
inaccettabile quella decisione annunciava ad horas un contro
emendamento. Cosa che è avvenuta, salvo a doversela rimangiare in
tutta fretta. Infatti il contro emendamento è stato presentato e
subito ritirato.Qualcuno deve avere segnalato che sarebbe stata una
violazione aperta, evidente ed insopportabile dell'ordinamento
dell'Assemblea Regionale Siciliana. Tuttavia l'episodio, da una
parte evidenzia che il governatore non può contare su buoni
consiglieri, dall'altra che non esiste una maggioranza. Palazzo
d'Orleans ha così dovuto pendere atto del suggerimento del
presidente dell'Ars Gianfranco Micciché, e cioè che l'unica
soluzione praticabile era quella di presentare un apposito Disegno di
Legge che sposta la data delle elezioni così da poterle consentire
in autunno piuttosto che fra un anno.Per il deputato del Gruppo Misto
Danilo Lo Giudice, (subentrato all'Ars al dimissionario Cateno De
Luca) "mentre si discute quando far votare le province, nessuno si
preoccupa del reale rischio di fallimento delle stesse a causa
dell'assenza di risorse finanziarie. Il Governo regionale ha il
dovere di fare di più e meglio per salvare le province dal collasso
definitivo. L'assessore Armao insieme al presidente Musumeci non
possono firmare l'accordo Stato-Regione così come è stato
formulato, ben diverso da quello annunciato con toni trionfalistici
qualche giorno fa, perché questo accordo sostanzialmente non serve a
nulla".Lo Giudice è tornato a chiedere al Governo regionale di
impegnarsi affinché alle province siano destinati i 350 milioni
necessari, prelevabili dai fondi FSC, per evitarne la bancarotta e
che con apposita legge si permetta a questi enti, oltre che garantire
i servizi essenziali per i cittadini, di mettere in moto gli
investimenti già stanziati con fondi nazionali e comunitari, che
rischieranno di andare persi.
Giornale
di sicilia
Partiti
i controlli a tappeto sui B&B
Dopo le diverse decine di denunce
dello scorso anno nuovi accertamenti, realizzati dalla polizia di
Stato, sulle strutture ricettive del capoluogo
Sarà
una nuova estate di fuoco? Le premesse sembrano esserci tutte.
All'esordio della nuova stagione estiva, con la ripresa dei flussi
turistici, sono tornati - su disposizione del questore di Agrigento
Rosa Maria Iraci - i controlli mirati, realizzati dalla polizia di
Stato, sulle strutture ricettive. Ed è bastato poco, praticamente
niente, per fare scattare una segnalazione alla Procura. Ancora una
volta, i poliziotti della sezione Volanti della Questura hanno
scovato un imprenditore che aveva dimenticato di comunicare - come
normativa impone -i nominativi degli alloggiati nel proprio B&B.
Questo genere di controlli, meticolosi e capillari, erano iniziati,
di fatto, un anno fa. Perché, ad Agrigento, c'è chi non si è mai
iscritto alla piattaforma della Questura, quella che serve appunto
per comunicare - s e co n - do la normativa - i nominativi degli
alloggiati e c'è chi, pur essendo iscritto e dotato di
credenziali, non comunica le generalità degli ospiti. Ma c'è
anche chi, dall'oggi al domani, si sveglia e, iscrivendosi ad un
portale internet che serve per le prenotazioni, apre un B&B. Lo
scorso anno, gli agenti dell'ufficio Prevenzione generale e
soccorso pubblico (le Volanti ndr.) effettuando decine e decine di
controlli sui B&B e sulle case vacanze sono riusciti a
formalizzare numerose - forse più di una cinquantina - denunce.
Lo scorso anno, nel corso delle settimane successive alla notizia
dell'av v i o dei controlli mirati, ci furono anche tanti
agrigentini che - recandosi alla caserma «Anghelone» -hanno
cercato di capire come fare per regolarizzare la propria posizione,
evitando dunque una denuncia alla Procura o di finire nelle "maglie"
dei controlli dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di
finanza. Perché i controlli dei poliziotti non soltanto permettono
di garantire la massima sicurezza possibile sul territorio, sapendo i
nominativi di chi arriva e alloggia ad Agrigento, ma materializzano
anche una vera e propria lotta all'eva s i o n e fiscale. Perché
tutti gli incartamenti realizzati dai poliziotti della sezione
Volanti vengono trasmessi agli organi deputati - Guardia di finanza
e Agenzia delle Entrate - per accertare gli anni e l'ammontare
complessivo delle imposte non pagate. I controlli avviati, lo scorso
anno, dall'ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico fecero
emergere uno squarciato, tutto Agrigentino, veramente inquietante.
Perché almeno uno su due B&B, lo scorso anno, risultarono essere
fuori regola o, addirittura, abusivi. Ma emersero anche le
irregolarità - la mancata comunicazione delle generalità degli
ospiti delle strutture ricettive o la non registrazione sul portale
della Questura - che prevedono una ammenda che arriva fino a 206
euro. Le strutture ricettive: hotel o B&B devono comunicare
obbligatoriamente alla Questura le schede (nominativi e generalità)
delle persone alloggiate. Lo stabilisce la normativa che serve anche
come misura antiterroristica. Perché l'ident ificazione di chi
alloggia in una determinata struttura equivale, di fatto, ad avere
piena contezza di chi c'è sul territorio. ( *C R* )
Il sogno della stabilizzazione per migliaia nell'Isola
Assunti dopo 30 anni da precari
Firma alla vigilia della pensione
La prima firma su un contratto, a tempo determinato, l'hanno messa alla fine del 1989. E nessuno immaginava
che più che dipendenti comunali stavano diventando precari storici. Ieri
hanno messo l'ultima firma, quella
sul contratto a tempo indeterminato,
poco meno di 30 anni dopo.
Il Comune di Capo d'Orlando ha
stabilizzato i suoi 135 precari. Ma chi
ha firmato l'atteso contratto per il posto fisso sta anche preparandosi per
raccogliere i documenti per il pensionamento. N. L. P, 65 anni fra qualche
mese, potrebbe lasciare l'amminist razione fra pochissimo. Lei, dopo 30 anni da precaria, è a un passo dalla pensione, soprattutto se la demolizione
della legge Fornero proseguirà.
E non è il solo caso. Fra i 135 precari
stabilizzati ieri a Capo d'Orlando ce
ne sono altri 3 che hanno già compiuto 62 anni. E moltissimi sono compresi nella fascia fra i 57 e i 59 anni. Il resto,
si fa per dire, sono i giovani che andranno a rafforzare l'amminist razione: hanno tutti fra i 50 e i 55 anni.
Per loro si è chiusa una fase che, a
conti fatti, è stata la più lunga della vita. Trent'anni da precario. A questo ha
pensato Massimo Bontempo mentre
firmava il contratto che il sindaco
Franco Ingrillì gli stava porgendo.
Durante i suoi anni da precario
Bontempo ha anche creato un sindacato autonomo - non a caso fu chiamato Movimento Giovani Lavoratori
- che è diventato una delle rappresentanze principali della galassia dei contrattisti a tempo determinato: sono
circa 13.400. E assieme a Bontempo
un altro leader storico del Mgl, Giuseppe Leggio, ha firmato ieri la sua assunzione: dopo 30 anni, of course. E
nei prossimi giorni il terzo fondatore
del sindacato che metteva insieme i
giovani aspiranti dipendenti comunali firmerà la sua stabilizzazione: si
chiama Giuseppe Cardenia e lavora
nel piccolo Comune di Torrenova.
Le stabilizzazioni infatti sono in
corso in tutta la Sicilia. Il bilancio ufficiale dell'assessorato regionale agli
Enti Locali, guidato da Bernadette
Grasso, indica che dei 13.400 precari
in servizio nei Comuni a fine 2018, circa 8 mila sono stati già stabilizzati o
sono a un passo dal traguardo grazie a
procedure già avviate (concorsi riservati o inserimento automatico negli
organici in base alla legge Madia). Dei
390 Comuni, ben 263 amministrazioni hanno avviato e in qualche caso già
concluso le procedure. Tutti gli altri
sindaci lo faranno quest'anno, a patto
che il Comune non sia in dissesto.
Ma la mission del Movimento Giovani Lavoratori non è compiuta per il
semplice fatto che le stabilizzazioni
sono arrivate o sono in corso in tutta la
Sicilia. Ora c'è da difendere lo stipendio. Già, perché proprio ieri, al momento di firmare il contratto, il sindaco di Capo d'Orlando ha ricordato che
da tre mesi gli stipendi non arrivano a
causa dei ritardi della Regione
nell'erogare i fondi necessari. Un problema che ci sarà anche col posto fisso.
«E poi - spiega Bontempo - c'è da portare avanti la battaglia per trasformare i contratti dalle attuali 24 a 36 ore.
Le battaglie non finiscono mai». Anche se ieri è stato il giorno dei brindisi:
«Ancora non mi sembra vero, non sono più precario» ed è l'ultima volta
che Bontempo usa per sé questa parola.
AGRIGENTONOTIZIE
RIQUALIFICARE IL TRATTO COSTIERO TRA MADDALUSA E LA FOCE DELL'AKRAGAS: FIRMATO PROTOCOLLO D'INTESA
Dovrebbe sorgere anche un Antiquarium archeologico del mare, nonché museo aperto della foce, con esposizione di reperti archeologici subacquei, con una sezione naturalistica riferita alla peculiarità di fauna e flora
Riqualificazione paesaggistico-ambientale, valorizzazione e fruizione del tratto costiero tra Maddalusa e la foce del fiume Akragas. Ha preso forma, ieri, con la firma di un protocollo d'intenti l'idea progetto proposta dal Libero consorzio comunale di Agrigento. A sottoscrivere l'atto, il sindaco Lillo Firetto e i rappresentanti degli altri enti interessati: Soprintendenza, Parco archeologico, azienda Foreste e Demanio. L'idea, che prende origine da un avviso dell'assessorato regionale agli Enti locali a cui ha partecipato il Libero consorzio, è relativa "al miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione e la valorizzazione per lo sviluppo turistico".
Il progetto mira, in sostanza, alla sistema urbano-paesaggistico di Maddalusa-foce fiume Akragas, area caratterizzata da dune, arenili e un'antica fascia boschiva che fa da cerniera con l'abitato di San Leone. La foce dell'Akragas è stata, nelle varie epoche, il caricatore e il porto canale, sia in epoca Ellenistica che nel periodo romano con il florido Emporium. Quest'area, particolarmente attrattiva dal punto di vista storico, archeologico e culturale, vede anche la presenza di una cospicua fauna stanziale e assume quindi valore anche dal punto naturalistico. L'idea progettuale si fonda sulla riattivazione strategica dei sistemi ambientali ed ecologici esistenti. Primo fra tutti la realizzazione di opere di restauro dei percorsi culturali, come l'apertura del percorso che dal ponte di Maddalusa arrivi alla "Focetta". Quest'ultima struttura una volta recuperata, potrebbe diventare l'Antiquarium archeologico del mare nonché museo aperto della foce, con esposizione di reperti archeologici subacquei, con una sezione naturalistica riferita alla peculiarità di fauna e flora della foce, birdwatching e centro di accoglienza turistica e di educazione ambientale. Un progetto veramente ambizioso quello di cui si sta discutendo, nelle ultime ore, ad Agrigento.
"Adesso grazie all'affascinate ipotesi progettuale di riqualificazione paesaggistico-ambientale, il tratto costiero tra Maddalusa e la foce del fiume Akragas, splendente con le sue dune, o suoi arenili e l'antica fascia boschiva che guarda e abbraccia San Leone, tornerà a 'parlare' al mondo della vocazione marinara della città - ha commentato, ieri, dopo la sottoscrizione del protocollo d'intesa, un entusiasta sindaco di Agrigento: Lillo Firetto - . L'Antiquarium archeologico del mare, museo aperto della foce, svelerà altri tesori di Akragas. Ci riprendiamo così - ha sottolineato l'amministratore che, da tempo ormai, pensa proprio alle celebrazioni per i 2600 anni di Agrigento - la nostra la nostra natura e la nostra cultura mentre ci avviamo a ricordare i 2600 anni della nostra storia". Servirà, inevitabilmente, del tempo per concretizzare l'idea progetto proposta dal Libero consorzio comunale di Agrigento. Ma le premesse attuali sono più che ambiziose ed entusiasmanti.
LA SICILIA
NON COMUNICO' I DATI DEGLI OSPITII poliziotti denunciano il titolare di un B&B.
Hanno portato alla scoperta di un'irregolarità i controlli effettuati l'altro giorno dai poliziotti della sezione Volanti in un "Bed & Breakfast" di Agrigento. Le ispezioni rientrano nell'ambito di un'imponente attività disposta dal questore Rosa Maria Iraci e finalizzata a verificare l'eventuale presenza di strutture ricettive abusive e il rispetto delle regole. Una ripresa di tali servizi, dopo alcuni mesi, che già lo scorso autunno avevano portato a mettere in luce un sommerso di illegalità e abusivismo.
Nell'ultimo caso in ordine di tempo, il titolare del B&B non aveva comunicato i nominativi di alcuni turisti, alloggiati nella struttura ricettiva, alla Questura di Agrigento. Per questo motivo è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica, per omissione di comunicazione all'Autorità di Pubblica Sicurezza.
Il "Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza" prevede infatti l'obbligo, per i gestori delle strutture ricettive, di comunicare alla Questura di competenza, i nominativi delle persone, che vi prendono alloggio, e da tempo è stata definita la trasmissione dei dati via telematica, abolendo la vecchia "schedina" cartacea. E per agevolare la comunicazione di questi dati, il Ministero dell'Interno, ha reso disponibile un programma gratuito di invio telematico. La mancata adesione a tale procedura costituisce quindi, di per sé, violazione dell'obbligo di legge,
Le ispezioni ai B&B saranno ulteriormente intensificate nei prossimi giorni, nel tentativo di individuare quelle strutture, che opererebbero senza autorizzazioni, o senza rispettare le regole. Lo Scorso anno ad Agrigento un B&B su due non rispettava le regole, e soprattutto non tutti erano iscritti alla piattaforma della Questura, per comunicare i nominativi delle persone alloggiate, oppure non comunicano nulla. Oltre trenta i titolari denunciati all'Autorità giudiziaria. Un danno su più fronti, da quello all'erario ai rischi per la sicurezza, a cui l'indagine ha messo un freno. Da quando sono stati avviati i controlli il dato è notevolmente migliorato.
L'odissea della "640" DA GRANDE SPERANZA A GRANDE FLOP SI CONFIDA NELLO "SBLOCCA-CANTIERI".
In città, ma anche nelle realtà territoriali del Centro della Sicilia, sono tanti, tantissimi, a fare gli scongiuri e ad incrociare le dita nella speranza che il decreto sblocca-cantieri, ieri all'esame del Senato, venga esitato dalle Camere intempo utile a consentire così l'approvazione dell'emendamento che preveda il finanziamento delle somme per completare il raddoppio della ex scorrimento 640. La strada, dal capoluogo agrigentino, passando da quello nisseno, arriverà sino all'imbocco dell'autostrada Palermo-Catania.
Un'opera strategica per tutta l'isola che, avviata nel 2012, avrebbe dovuto essere completata nell'aprile del 2016, ma che dopo le difficoltà economiche a cui è andata incontro la Cmc (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna l'improvvisa interruzione dei lavori, a "grande speranza in grado di assicurare nuovo sviluppo economico e commerciale" nell'autunno scorso si è trasformata in una "grande paura" che tutto potesse concludersi con un "incredibile flop" conseguente al blocco e i cantieri.
Per fortuna nei primi giorni di marzo i lavori sono stati riavviati, e ciò perché ad alcune imprese ritenute strategiche (quelle che hanno lavorato sino al ottobre 2018 sono in tutto un centinaio, che hanno cumulato crediti per un totale di cinquanta milioni di euro,ndr) hanno assicurato degli acconti per un totale di dieci milioni di euro; soldi che hanno immediatamente dopo messo a disposizione per consentire la riapertura la ripresa delle attività in tre cantieri con l'utilizzo di 50-60 operai (trenta dei quali della Cmc e gli altri dei creditori). Dovrebbero così essere completati (entro questo mese, o, al massimo, entro metà di luglio) i lavori di sistemazione e di bitumatura nel tratto che da contrada "Favarella" (con l'apertura della galleria) arriva sino in contrada "Bigini" dove c'è il campo base della "Cmc", di apertura della strada che dallo svincolo per Delia arriva sino alla zona industriale nissena, ed infine della sistemazione dei tre chilometri che dal bivio "La Spia" porta all'autostrada all'altezza del distributore della Esso, dove attualmente si viaggia solo sulle complanari, che sono strade limitrofe molto impervie.
Con l'approvazione del decreto sblocca-cantieri dovrebbero comunque essere finanziate (per un importo di altri cento milioni di euro) opere importanti, quali il rifacimento del viadotto "San Giuliano" ubicato subito dopo la galleria "Sant'Elia" ed attualmente chiuso al traffico, il tratto che attraversa la valle dell'lmera che consentirà di arrivare all'autostrada e, infine, lo svincolo che favorirà l'ingresso degli automezzi sulla Palermo-Catania.