Agi.it
Ex
Province, all'Ars primo ok in Commissione: il voto tra il 27 ottobre
e il 24 novembre
Passa
in Commissione Affari istituzionali dell'Ars l'emendamento
per le elezioni di secondo grado,
da tenersi tra il 27 ottobre e il 24 novembre, nelle ex Province,
ossia nei Liberi Consorzi e nelle Città metropolitane.
"La
norma rappresenta una riconquista, anche se parziale,
della partecipazione
democratica dei cittadini alla scelta,
pur se indiretta, dei propri rappresentanti negli enti intermedi. Non
poteva condividersi il posticipo di un anno delle elezioni, che
avrebbe consentito una ulteriore permanenza dei commissari",
afferma il presidente della Commissione Stefano Pellegrino, secondo
il quale l'obiettivo resta quello di tornare all'elezione diretta.
Adesso all'Aula l'ultima parola.
Livesicilia
Al
voto tra ottobre e novembre
Province, c'è il primo sì
all'Ars
ieri
n Commissione Affari istituzionali è stato emendato il disegno di
legge che disciplina le elezioni degli enti di area vasta e che fissa
la data dell'elezione del presidente e del Consiglio delle ex
Province. In particolare, con l'emendamento approvato, l'elezione
del presidente e del Consiglio dei Liberi consorzi e Città
metropolitane è fissata in una domenica compresa tra il 27 ottobre e
il 24 novembre di quest'anno. Con il disegno di legge presentato
dal presidente della Regione su proposta dell'assessore regionale
per le Autonomie locali, Bernardette Grasso, il presidente e il
Consiglio dei Liberi consorzi e Città metropolitane saranno eletti
dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica nei comuni
appartenenti alle rispettive aree vaste."La
norma rappresenta una riconquista, anche se parziale, della
partecipazione democratica dei cittadini alla scelta, pur se
indiretta, dei propri rappresentanti negli Enti intermedi. Non poteva
condividersi il posticipo di un anno delle elezioni, come più volte
ribadito dal presidente Musumeci, che avrebbe consentito una
ulteriore permanenza dei commissari, senza alcuna possibilità di
coinvolgimento delle comunità locali nella gestione degli enti di
area vasta". A riferirlo è il presidente della Commissione
Affari istituzionali, Stefano Pellegrino, del Gruppo parlamentare di
Forza Italia all'Ars. "L'aspettativa - conclude il
presidente della I Commissione - è comunque quella di tornare
all'elezione diretta del presidente e del Consiglio delle ex
Province, essendo questo, un diritto che i cittadini, a ben ragione,
rivendicano. Adesso all'Aula l'ultima parola".
Giornale di sicilia
LIBERO CONSORZIO
Aggiudicate nuove gare d'appalto
Continua l'attività dell'Ufficio Gare
del Libero Consorzio di Agrigento in qualità di Stazione Unica
Appaltante. E' stato aggiudicato per conto del Comune di Ribera
l'appalto per i lavori di riqualificazione del Centro sportivo
polivalente di contrada Spataro. La gara dell'importo complessivo di
153.500 euro è stata aggiudicata in via provvisoria all'impresa
"Li.Ri. Srl" con sede a Favara, che ha offerto il maggior ribasso
non anomalo del 31,01% sull'importo soggetto a ribasso di 152.368,82
euro, per un importo netto di 105.119,25 euro. Seconda in graduatoria
la Vivai Natura Verde di Ignazio Tavormina, con sede a Ribera
(ribasso del 30,23%). ( * PA P I * )
I Comuni danno il via alle
stabilizzazioni
Termina il precariato per 744 lavoratori
Sono 774 i lavoratori precari in
servizio da oltre un ventennio nei Comuni agrigentini, che nell'ult
imo anno sono stati stabilizzati, hanno ottenuto cioè un contratto a
tempo indeterminato. I numeri sono stati forniti dalla Cgil funzione
pubblica, rappresentata dal responsabile Enti locali, Pietro Aquilino
e da Lorella Capellupo. L'ultimo Comune in procinto di far firmare
il contratto ai lavoratori part time è quello di Caltabellotta dove
domani mattina è prevista una cerimonia pubblica alla presenza del
sindaco Calogero Cattano. La manifestazione era stata programmata, in
un primo momento per la giornata di ieri ma impegni improvvisi del
sindaco hanno fatto slittare tutto a domani. Cattano, eletto lo
scorso 28 aprile, ha infatti espresso il desiderio di essere presente
alla manifestazione che si terrà in municipio. A sottoscrivere i
contratti, in un clima di festa, saranno i 24 lavoratori precari. A
Caltabellotta si arriva dopo la firma del contratto nei Comuni di:
Naro (48), Camastra (37), Palma di Montechiaro (12), Licata (131),
Campobello di Licata (35), Ravanusa (92), Cammarata (90), Sambuca di
Sicilia (72), Santa Margherita di Belice (94), Montevago (44), Menfi
(31), Raffadali (35), Cattolica Eraclea (29) per un totale di 774
lavoratori st abilizzati. «Nei prossimi giorni - spiegano in una
nota Enzo Iacono e Lorella Capellupo della Funzione pubblica Cgil -
se ne aggiungeranno almeno altri 6 Comuni, che già hanno quasi
concluso le procedure. Contestualmente, non possiamo fare a meno
ricordare i numerosi Comuni che pur avendo una situazione favorevole,
alla data odierna, non sono riusciti ancora a stabilizzare i precari
in servizio presso gli stessi. Auspichiamo, che nei prossimi giorni,
seguendo l'esempio dei suindicati Enti, anche i comuni, che ancora,
non hanno stabilizzato, possano iniziare al più presto tale
percorso, per poter assicurare una stabilità lavorativa a molti
altri «precari». I Comuni pronti a far firmare i contratti sono:
Realmonte, Siculiana, San Giovanni Gemini, Ribera e Sciacca. Mentre
restano al palo i Comuni che hanno dichiarato il dissesto come
Casteltermini (ma c'è un piano di assunzioni predisposto dalla
giunta del sindaco Ida Carmina che attende solo il passaggio
dell'approvazione del Bilancio di previsione) e Favara. Ancora si
attende la firma nei Comuni di Sciacca e Ribera ma anche ad
Agrigento, dove la situazione contabile sembra essersi sbloccata.
Soltanto al Comune di Agrigento sono in tutto 190 i dipendenti senza
contratto a tempo indeterminato che attendono la stabilizzazione. Poi
ci sono i 130 del Libero consorzio comunale, che sono quelli più a
rischio vista la situazione di grave difficoltà economica in cui
versano gli enti di area vasta. Nei Comuni in cui si è proceduto
alle firme dei contratti, c'è stata sempre una grande festa con la
foto di gruppo che è diventata di «rito» e dove spesso è anche
difficile far entrare nell'obiettivo gli «stabilizzati». È il
caso del Comune di Licata, dove sono stati 131 i lavoratori
interessati. Il sindaco, Pino Galanti, nel suo discorso iniziale ha
voluto mettere in risalto l'impegno profuso dall'amministrazione
comunale che, pur consapevole della grave situazione economico -
finanziaria in cui versa l'ente, non ha mai minimamente pensato di
dichiarare il dissesto e di sfruttare ogni utile occasione che la
legge ha offerto, per inglobare, a titolo definitivo,
nell'organigramma del Comune, i neo dipendenti di ruolo, invitandoli
a gioire di questo momento e a collaborare per la funzionalità dei
servizi che sono loro affidati. A Ravanusa erano in 92 e non a caso
al sindaco Carmelo D'Angelo è stata regalata una maglia con il
numero 92 e la scritta «grazie». A Campobello di Licata sono stati
35 i dipendenti immessi in ruolo ed anche qui è stata organizzata
una festa con tanto di torta con lo stemma del Comune. Ultima
cerimonia, in ordine cronologico a Cammarata, dove lo scorso 20
giugno il Comune ha stabilizzato 90 precari. L'atto è stato
formalizzato con una festosa cerimonia voluta dal sindaco Vincenzo
Giambrone, nell'aula consiliare del Comune di Cammarata, alla
presenza di tutti gli assessori, di alcuni consiglieri comunali e del
segretario, Nicoletta Consiglio. Visibilmente emozionati i dipendenti
hanno espresso gratitudine e hanno gioito per aver conquistato,
finalmente, la dignità di lavoratori. ( * PA P I * )
La battaglia sindacale «È stata
restituita dignità, serenità e sicurezza»
«Da anni combattiamo una battaglia di
dignità per i lavoratori precari». Dietro al risultato della
stabilizzazione del personale senza contratto a tempo indeterminato,
in servizio nei Comuni dell'Agrigentino, c'è anche un lavoro,
spesso silente e lontano da sirene trionfalistiche, svolto dal
sindacat o. La «spinta» alle amministrazioni comunali è stata data
dalla Funzione pubblica della Cgil agrigentina, con responsabile
regionale Alfonso Buscemi, e con i rappresentanti locali, Enzo
Iacono, Pietro Aquilino e Lorella Capellup o. «Una vicenda -
spiega il responsabile agli Enti Locali, Pietro Aquilino - che ha
trascinato, per tutti questi anni migliaia di lavoratori siciliani,
allora giovani, ora diventati anagraficamente maturi, genitori e
anche nonni. Una vicenda alla quale finalmente si è posto fine,
ridando dignità, serenità e sicurezza a queste persone emotivamente
provate, alle quali spetta un riscatto sociale che meritano l'impegno
con il quale hanno svolto il loro lavoro per questo tempo». La
svolta è arrivata con i presupposti legislativi: infatti nel 2017
sono state varate le procedure speciali transitorie previste
dall'articolo 20 del Decreto legislativo n.75/2017 e dell'art.3
della L.R. 27/2016 per la stabilizzazione dei rapporti a tempo
indeterminato dei soggetti titolari di contratto a tempo determinato
e part-time. Dopo una serie di incontri con le rappresentanze
sindacali e con il dirigente dell'assessorato regionale, è partito
l'iter procedurale per giungere finalmente all'epilogo di questa
sofferta realtà. «La legge regionale 1/2019 - spiega Aquilino - è
l'ultimo intervento legislativo per il superamento del precariato
in Sicilia e trova la piena condivisione sindacale e soddisfa le
aspettative dei lavoratori. Molti Comuni hanno tempestivamente dato
piena attuazione alla normativa, procedendo alle stabilizzazioni dei
lavoratori senza procedure concorsuali, ma per tanti altri Comuni,
invece, non si comprendono i motivi degli indugi». Per richiamare al
rispetto della legge questi amministratori in ritardo sulle
stabilizzazioni, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno chiesto
all'assessore per la Funzione pubblica e gli Enti locali Bernardette
Grasso di preparare una nota di chiarimento, così da dissipare ogni
dubbio in merito all'impugnativa dell'articolo sui precari. «Dopo
una legge apposita, una sentenza del Tar e una rinuncia
all'impugnativa da parte dell'Avvocatura dello Stato - aggiunge la
Cgil - è evidente che non ci sono più scuse. Nessun alibi per gli
amministratori locali che ancora temporeggiano nell'incertezza invece
di dare concreta attuazione alle stabilizzazioni, per garantire il
pieno riconoscimento dei diritti a questi lavoratori che si trovano
in un limbo ormai da troppo tempo». Per quanto riguarda l'aspetto
previdenziale non ci sono problemi per il personale, che nonostante
abbia lavorato con contratto a tempo determinato si ritrova i
contributi versati dall'ente pubblico in misura e correlazione alle
ore effettivamente svolte che vanno dal minimo di 18 ore settimanali
ad un massimo di 24 con integrazione oraria stabilita dalle
amministrazioni in base alle esigenze legate alla figura
professionale ed ai budget di bilancio che variano da ente ad ente.
«Resta il rammarico e la preoccupazione solo per gli Asu -
conclude Aquilino - che ricevono un assegno ma senza alcuna tutela
previdenziale e contributiva». ( * PA P I *
AGRIGENTONOTIZIE
AGGIUDICATO L'APPALTO PER I LAVORI
DI RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO SPORTIVO DI RIBERA
I lavori, dall'importo complessivo
di 153.500 euro, andranno all'impresa LiRi Srl con sede a Favara
Continua l'attività dell'ufficio gare
del Libero consorzio di Agrigento in qualità di stazione unica
appaltante, ai sensi del decreto legislativo n. 50/2016 che obbliga i
comuni non capoluogo alla convenzione con l'Ufficio gare del Libero
consorzio comunale per l'affidamento di beni e servizi. Stamani
infatti è stato aggiudicato per conto del Comune di Ribera l'appalto
per i lavori di riqualificazione del Centro sportivo polivalente di
contrada Spataro.
L'appalto, dell'importo complessivo di
153.500 euro, e gestito integralmente sulla piattaforma telematica
del Libero consorzio, è stato aggiudicato in via provvisoria
all'impresa LiRi Srl con sede a Favara, che ha offerto il maggior
ribasso non anomalo del 31,01% sull'importo soggetto a ribasso di
152.368,82 euro, per un importo netto di 105.119,25 euro, ai quali
vanno aggiunti 1.131,18 euro per oneri di sicurezza non soggetti a
ribasso (importo contrattuale complessivo 106.250,43 più Iva).
Seconda in graduatoria la Vivai Natura Verde di Tavormina Ignazio,
con sede a Ribera (ribasso del 30,23%).
/ Palma di Montechiaro
RIPRENDONO LE DEMOLIZIONI A PALMA,
SI RIPARTE DAGLI STABILI REALIZZATI VICINO AI FIUMI
Per oggi era prevista l'immissione
in possesso di un manufatto abusivo e il questore aveva firmato
un'apposita ordinanza per garantire l'ordine pubblico. L'ex
proprietario ha protocollato la dichiarazione di autodemolizione
Redazione
Bloccò il protocollo della Procura per
le demolizioni", non luogo a procedere per Castellino
31 gennaio 2019
L'immissione in possesso, passaggio
propedeutico per avviare le nuove demolizioni, avrebbe dovuto farsi
oggi. Il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, aveva già firmato
un'ordinanza per garantire - schierando in campo i poliziotti -
l'ordine pubblico. Stamani non dovrebbe però esserci la prevista
immissione in possesso per il fabbricato abusivo di contrada Falcone
- Torre San Carlo. Una sorta di magazzino costruito, abusivamente
appunto, nella zona della foce del fiume Palma. Nella tarda mattinata
di ieri, l'ormai ex proprietario dello stabile ha protocollato, in
Municipio, la dichiarazione di autodemolizione.
Appare scontato pertanto che, nei
prossimi giorni, si procederà oltre e si scorrerà l'elenco degli
immobili che dovranno essere demoliti. Palma di Montechiaro, con
quanto sta avvenendo nelle ultimissime ore, sta, concretamente,
rispondendo alla lettera che, all'inizio dello scorso novembre, il
procuratore capo Luigi Patronaggio indirizzò ai sindaci e ai
dirigenti degli Utc dei Comuni ricadenti nel circondario del
tribunale di Agrigento. Occorre "procedere ad una urgente
ricognizione degli immobili abusivi ricadenti entro la fascia di 150
metri dai corsi d'acqua o costruiti in spregio dei vincoli
idrogeologici, per avviare con la massima celerità le demolizioni
secondo le procedure note e più volte indicate" - scriveva,
allora, il procuratore capo Luigi Patronaggio - . Una lettera, quella
dello scorso novembre appunto, che voleva richiamare tutti dopo gli
allora recenti e tragici fatti di Casteldaccia e Cammarata. "Fatti
che pur innescati da particolari avverse condizioni meteo, impongono
una particolare attenzione per la demolizione di tutti quegli
immobili abusivi ricadenti entro la fascia di 150 metri dai corsi
d'acqua ovvero di tutti quegli immobili costruiti in dispregio dei
vincoli idrogeologici" - aveva scritto, chiaramente, il
procuratore Patronaggio - .
A queste nuove demolizioni - che non
è chiaro però quando, effettivamente, partiranno - il Comune
procederà dopo che, lo scorso ottobre, il Libero consorzio comunale
di Agrigento, nella qualità di stazione unica appaltante, aveva
appaltato alla "Compat Scarl". Impresa che aveva offerto un
un ribasso del 36,7565 per cento per un importo netto di 102.739,07
euro, ai quali vanno aggiunti 8.550 euro per oneri di sicurezza non
soggetti a ribasso, per un importo contrattuale di 11.289,07 euro.
QdS.it
VIGILANZA E SALVATAGGIO IN VERSIONE
RIDOTTA, SERVIZIO OPERATIVO SOLTANTO PER 26 GIORN
Tre torrette di controllo saranno
complessivamente collocate da contrada Caos a Zingarello.
L'Amministrazione comunale del capoluogo ha stanziato poco meno di
25 mila euro
AGRIGENTO - Nonostante le casse
comunali stiano attraversando un momento difficile, l'Amministrazione
ha deciso di stanziare ugualmente 24.136 euro, con annesso schema di
bando di gara, per appaltare il servizio di vigilanza e salvataggio
lungo il litorale per la stagione balneare 2019.
Il servizio non sarà garantito per
tutta l'estate, ma coprirà appena 26 giorni. Lo scorso anno,
l'impegno economico è stato di 29.929,53 euro, sempre con una
durata di ventisei giorni dalle nove di mattina alle sette di sera,
ma la prestazione è iniziata alla fine di luglio.
Come evidenziato dal Municipio, il
motivo per cui non si riescono a sforare i quasi trenta giorni di
lavoro, è dovuto al fatto che la Regione e il Libero Consorzio
comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) non fanno arrivare,
ormai da anni, la spettante quota di finanziamento, seppur la legge
prevede la compartecipazione. Di conseguenza, Palazzo dei Giganti è
obbligato a garantire il servizio anche senza l'aiuto economico di
altri enti, ma non può coprire la totale spesa. Il personale, che
svolgerà la funzione di assistente bagnante, dovrà essere munito
del brevetto. La domanda, inoltre, va presentata entro le ore 9 del
19 luglio al settore Sanità, Ecologia, Energia di via Pancamo a
Fontanelle.
Nel dettaglio, verranno dislocate tre
torrette di salvataggio da contrada Caos a contrada Zingarello. In
totale, gli operatori impegnati giornalmente dovranno essere due per
turno a ogni stazione di sorveglianza, per un totale di dodici
assistenti bagnanti, di cui uno con funzione di coordinatore.
La situazione positiva è data
sicuramente dal fatto che il Comune continua a destinare una somma
annuale per la salvaguardia dei bagnanti, nonostante i gravi problemi
economici, ma non riesce ugualmente a coprire tutta la stagione. Il
presidente della Regione, Nello Musmeci, ha dichiarato varie volte di
voler risolvere la questione delle ex Province regionali anche per
trovare soluzioni a problemi di questo tipo. Staremo a vedere come si
evolverà la questione.
LA SICILIA
LA CORTE UE: LA SICILIA PERDERA' 380
MILIONI
I FONDI EUROPEI.
Bocciato il
ricorso, la Regione perde le risorse Por 2000-2006: "Gravi carenze
in gestione e controlli"
Musumeci furioso: "Scontiamo
gli errori del passato per cattiva gestione finanziaria. Chi ha
sbagliato deve pagare".
GIUSEPPE BIANCA
PALERMO. Una sentenza su cui si sarebbe
potuto scommettere a occhi chiusi. La battaglia persa dall'Italia
contro la Corte Ue che ha respinto definitivamente il ricorso
dell'Italia contro il taglio di circa 380 milioni di euro ai fondi
europei per la Sicilia (Por 2000- 2006), a causa delle gravi carenze
nella gestione e nei controlli, pone la parola fine a una vicenda
nata male e finita peggio.
A partire dal 2005 la Commissione
europea ha effettuato una serie di audit, riscontrando gravi carenze
e varie irregolarità, alcune accertate dall'Olaf, l'organismo
europeo antifrode. Il 17 dicembre 2015, la Commissione ha ritenuto
che, a causa delle irregolarità «singole e sistemiche constatate»,
il contributo finanziario dovesse essere ridotto di 380 milioni.
L'Italia ha presentato un ricorso al Tribunale dell'Unione europea,
che l'ha rigettato il 25 gennaio 2018. L'Italia ha quindi impugnato
la sentenza davanti alla Corte di giustizia, che ora respinge
integralmente il ricorso dell'Italia, confermando le valutazioni
del Tribunale.
n governatore Nello Musumeci ha
commentato: «Continuiamo a pagare èrrori del passato per una
cattiva gestione finanziaria. Miliardi di euro sottratti al
territorio. Chi ha sbagliato deve pagare». replica Aldo Penna,
deputato M5S: «In realtà il primo a sbagliare è stato lui non
avendo creato, da quando si è insediato alla guida della Regione,
nessuna discontinuità nella gestione dei fondi comunitari». All'Ars
il grillino Luigi Sunseri, per il quale la decisione «certifica
l'incapacità di politici e burocrati siciliani nella programmazione
dei fondi europei», chiede a Musumeci di aprire «un'indagine
interna». Il Codacons incalza: «La Corte dei Conti della Sicilia
dovrà accertare chi sono i responsabili di omissioni e mancati
controlli».
La decisione della Corte di giustizia
dell'Ue lascia l'amaro in bocca, anche per la narrazione avvenuta
negli ultimi tre anni, quando la Regione ha provato a rialzarsi. La
base del ricorso presentato nel 2016 dal governo regionale presieduto
da Crocetta, poggiava sulla contestazione che la misura da cui
scaturiva il taglio non andasse applicata a tutto il programma, ma
solo alla spesa avvenuta nel 2006. E, in secondo luogo, sul fatto che
la Com-
missione europea non aveva rispettato i
tempi di comunicazione, non avendo rappresentato per tempo allo
Stato, governo nazionale, le risultanze dei controlli che si erano
svolti in Sicilia. I progetti su cui vennero di fatto effettuate
prima le contestazioni e poi i tagli conseguenti furono all' epoca
ritenuti dagli uffici e dai dipartimenti della Regione interessati
"coerenti" con il programma e con le sue finalità. E se il
finale era forse noto o comunque presumibile, il meccanismo scontato
era sempre il solito. Erano progetti pagati con fondi regionali.
Erano stati inseriti per "liberare" le risorse equivalenti,
un meccanismo di facilitazione tra spesa e certificazione delle
somme. Da Bruxelles, già nel 2015 furono registrate nella decisione
non solamente la contestazione delle irregolarità: ma le risposte,
ritenute insufficienti, formate all'epoca dei primi rilievi da parte
dell'Autorità di gestione. In pratica un errore che riguardava i
singoli progetti si è trasformato in un metodo.