1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
/ Rassegna stampa » 2019 » Giugno » 26 » rassegna stampa del 27 giugno 2019
 

rassegna stampa del 27 giugno 2019

Agi.it
Ex Province, all'Ars primo ok in Commissione: il voto tra il 27 ottobre e il 24 novembre

Passa in Commissione Affari istituzionali dell'Ars l'emendamento per le elezioni di secondo grado, da tenersi tra il 27 ottobre e il 24 novembre, nelle ex Province, ossia nei Liberi Consorzi e nelle Città metropolitane. "La norma rappresenta una riconquista, anche se parziale, della partecipazione democratica dei cittadini alla scelta, pur se indiretta, dei propri rappresentanti negli enti intermedi. Non poteva condividersi il posticipo di un anno delle elezioni, che avrebbe consentito una ulteriore permanenza dei commissari", afferma il presidente della Commissione Stefano Pellegrino, secondo il quale l'obiettivo resta quello di tornare all'elezione diretta. Adesso all'Aula l'ultima parola.

Livesicilia

Al voto tra ottobre e novembre 
Province, c'è il primo sì all'Ars

ieri n Commissione Affari istituzionali è stato emendato il disegno di legge che disciplina le elezioni degli enti di area vasta e che fissa la data dell'elezione del presidente e del Consiglio delle ex Province. In particolare, con l'emendamento approvato, l'elezione del presidente e del Consiglio dei Liberi consorzi e Città metropolitane è fissata in una domenica compresa tra il 27 ottobre e il 24 novembre di quest'anno. Con il disegno di legge presentato dal presidente della Regione su proposta dell'assessore regionale per le Autonomie locali, Bernardette Grasso, il presidente e il Consiglio dei Liberi consorzi e Città metropolitane saranno eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica nei comuni appartenenti alle rispettive aree vaste."La norma rappresenta una riconquista, anche se parziale, della partecipazione democratica dei cittadini alla scelta, pur se indiretta, dei propri rappresentanti negli Enti intermedi. Non poteva condividersi il posticipo di un anno delle elezioni, come più volte ribadito dal presidente Musumeci, che avrebbe consentito una ulteriore permanenza dei commissari, senza alcuna possibilità di coinvolgimento delle comunità locali nella gestione degli enti di area vasta". A riferirlo è il presidente della Commissione Affari istituzionali, Stefano Pellegrino, del Gruppo parlamentare di Forza Italia all'Ars. "L'aspettativa - conclude il presidente della I Commissione - è comunque quella di tornare all'elezione diretta del presidente e del Consiglio delle ex Province, essendo questo, un diritto che i cittadini, a ben ragione, rivendicano. Adesso all'Aula l'ultima parola".

Giornale di sicilia
LIBERO CONSORZIO
Aggiudicate nuove gare d'appalto

Continua l'attività dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio di Agrigento in qualità di Stazione Unica Appaltante. E' stato aggiudicato per conto del Comune di Ribera l'appalto per i lavori di riqualificazione del Centro sportivo polivalente di contrada Spataro. La gara dell'importo complessivo di 153.500 euro è stata aggiudicata in via provvisoria all'impresa "Li.Ri. Srl" con sede a Favara, che ha offerto il maggior ribasso non anomalo del 31,01% sull'importo soggetto a ribasso di 152.368,82 euro, per un importo netto di 105.119,25 euro. Seconda in graduatoria la Vivai Natura Verde di Ignazio Tavormina, con sede a Ribera (ribasso del 30,23%). ( * PA P I * )

I Comuni danno il via alle stabilizzazioni
Termina il precariato per 744 lavoratori

Sono 774 i lavoratori precari in servizio da oltre un ventennio nei Comuni agrigentini, che nell'ult imo anno sono stati stabilizzati, hanno ottenuto cioè un contratto a tempo indeterminato. I numeri sono stati forniti dalla Cgil funzione pubblica, rappresentata dal responsabile Enti locali, Pietro Aquilino e da Lorella Capellupo. L'ultimo Comune in procinto di far firmare il contratto ai lavoratori part time è quello di Caltabellotta dove domani mattina è prevista una cerimonia pubblica alla presenza del sindaco Calogero Cattano. La manifestazione era stata programmata, in un primo momento per la giornata di ieri ma impegni improvvisi del sindaco hanno fatto slittare tutto a domani. Cattano, eletto lo scorso 28 aprile, ha infatti espresso il desiderio di essere presente alla manifestazione che si terrà in municipio. A sottoscrivere i contratti, in un clima di festa, saranno i 24 lavoratori precari. A Caltabellotta si arriva dopo la firma del contratto nei Comuni di: Naro (48), Camastra (37), Palma di Montechiaro (12), Licata (131), Campobello di Licata (35), Ravanusa (92), Cammarata (90), Sambuca di Sicilia (72), Santa Margherita di Belice (94), Montevago (44), Menfi (31), Raffadali (35), Cattolica Eraclea (29) per un totale di 774 lavoratori st abilizzati. «Nei prossimi giorni - spiegano in una nota Enzo Iacono e Lorella Capellupo della Funzione pubblica Cgil - se ne aggiungeranno almeno altri 6 Comuni, che già hanno quasi concluso le procedure. Contestualmente, non possiamo fare a meno ricordare i numerosi Comuni che pur avendo una situazione favorevole, alla data odierna, non sono riusciti ancora a stabilizzare i precari in servizio presso gli stessi. Auspichiamo, che nei prossimi giorni, seguendo l'esempio dei suindicati Enti, anche i comuni, che ancora, non hanno stabilizzato, possano iniziare al più presto tale percorso, per poter assicurare una stabilità lavorativa a molti altri «precari». I Comuni pronti a far firmare i contratti sono: Realmonte, Siculiana, San Giovanni Gemini, Ribera e Sciacca. Mentre restano al palo i Comuni che hanno dichiarato il dissesto come Casteltermini (ma c'è un piano di assunzioni predisposto dalla giunta del sindaco Ida Carmina che attende solo il passaggio dell'approvazione del Bilancio di previsione) e Favara. Ancora si attende la firma nei Comuni di Sciacca e Ribera ma anche ad Agrigento, dove la situazione contabile sembra essersi sbloccata. Soltanto al Comune di Agrigento sono in tutto 190 i dipendenti senza contratto a tempo indeterminato che attendono la stabilizzazione. Poi ci sono i 130 del Libero consorzio comunale, che sono quelli più a rischio vista la situazione di grave difficoltà economica in cui versano gli enti di area vasta. Nei Comuni in cui si è proceduto alle firme dei contratti, c'è stata sempre una grande festa con la foto di gruppo che è diventata di «rito» e dove spesso è anche difficile far entrare nell'obiettivo gli «stabilizzati». È il caso del Comune di Licata, dove sono stati 131 i lavoratori interessati. Il sindaco, Pino Galanti, nel suo discorso iniziale ha voluto mettere in risalto l'impegno profuso dall'amministrazione comunale che, pur consapevole della grave situazione economico - finanziaria in cui versa l'ente, non ha mai minimamente pensato di dichiarare il dissesto e di sfruttare ogni utile occasione che la legge ha offerto, per inglobare, a titolo definitivo, nell'organigramma del Comune, i neo dipendenti di ruolo, invitandoli a gioire di questo momento e a collaborare per la funzionalità dei servizi che sono loro affidati. A Ravanusa erano in 92 e non a caso al sindaco Carmelo D'Angelo è stata regalata una maglia con il numero 92 e la scritta «grazie». A Campobello di Licata sono stati 35 i dipendenti immessi in ruolo ed anche qui è stata organizzata una festa con tanto di torta con lo stemma del Comune. Ultima cerimonia, in ordine cronologico a Cammarata, dove lo scorso 20 giugno il Comune ha stabilizzato 90 precari. L'atto è stato formalizzato con una festosa cerimonia voluta dal sindaco Vincenzo Giambrone, nell'aula consiliare del Comune di Cammarata, alla presenza di tutti gli assessori, di alcuni consiglieri comunali e del segretario, Nicoletta Consiglio. Visibilmente emozionati i dipendenti hanno espresso gratitudine e hanno gioito per aver conquistato, finalmente, la dignità di lavoratori. ( * PA P I * )

La battaglia sindacale «È stata restituita dignità, serenità e sicurezza»

«Da anni combattiamo una battaglia di dignità per i lavoratori precari». Dietro al risultato della stabilizzazione del personale senza contratto a tempo indeterminato, in servizio nei Comuni dell'Agrigentino, c'è anche un lavoro, spesso silente e lontano da sirene trionfalistiche, svolto dal sindacat o. La «spinta» alle amministrazioni comunali è stata data dalla Funzione pubblica della Cgil agrigentina, con responsabile regionale Alfonso Buscemi, e con i rappresentanti locali, Enzo Iacono, Pietro Aquilino e Lorella Capellup o. «Una vicenda - spiega il responsabile agli Enti Locali, Pietro Aquilino - che ha trascinato, per tutti questi anni migliaia di lavoratori siciliani, allora giovani, ora diventati anagraficamente maturi, genitori e anche nonni. Una vicenda alla quale finalmente si è posto fine, ridando dignità, serenità e sicurezza a queste persone emotivamente provate, alle quali spetta un riscatto sociale che meritano l'impegno con il quale hanno svolto il loro lavoro per questo tempo». La svolta è arrivata con i presupposti legislativi: infatti nel 2017 sono state varate le procedure speciali transitorie previste dall'articolo 20 del Decreto legislativo n.75/2017 e dell'art.3 della L.R. 27/2016 per la stabilizzazione dei rapporti a tempo indeterminato dei soggetti titolari di contratto a tempo determinato e part-time. Dopo una serie di incontri con le rappresentanze sindacali e con il dirigente dell'assessorato regionale, è partito l'iter procedurale per giungere finalmente all'epilogo di questa sofferta realtà. «La legge regionale 1/2019 - spiega Aquilino - è l'ultimo intervento legislativo per il superamento del precariato in Sicilia e trova la piena condivisione sindacale e soddisfa le aspettative dei lavoratori. Molti Comuni hanno tempestivamente dato piena attuazione alla normativa, procedendo alle stabilizzazioni dei lavoratori senza procedure concorsuali, ma per tanti altri Comuni, invece, non si comprendono i motivi degli indugi». Per richiamare al rispetto della legge questi amministratori in ritardo sulle stabilizzazioni, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno chiesto all'assessore per la Funzione pubblica e gli Enti locali Bernardette Grasso di preparare una nota di chiarimento, così da dissipare ogni dubbio in merito all'impugnativa dell'articolo sui precari. «Dopo una legge apposita, una sentenza del Tar e una rinuncia all'impugnativa da parte dell'Avvocatura dello Stato - aggiunge la Cgil - è evidente che non ci sono più scuse. Nessun alibi per gli amministratori locali che ancora temporeggiano nell'incertezza invece di dare concreta attuazione alle stabilizzazioni, per garantire il pieno riconoscimento dei diritti a questi lavoratori che si trovano in un limbo ormai da troppo tempo». Per quanto riguarda l'aspetto previdenziale non ci sono problemi per il personale, che nonostante abbia lavorato con contratto a tempo determinato si ritrova i contributi versati dall'ente pubblico in misura e correlazione alle ore effettivamente svolte che vanno dal minimo di 18 ore settimanali ad un massimo di 24 con integrazione oraria stabilita dalle amministrazioni in base alle esigenze legate alla figura professionale ed ai budget di bilancio che variano da ente ad ente. «Resta il rammarico e la preoccupazione solo per gli Asu - conclude Aquilino - che ricevono un assegno ma senza alcuna tutela previdenziale e contributiva». ( * PA P I *


AGRIGENTONOTIZIE
  AGGIUDICATO L'APPALTO PER I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO SPORTIVO DI RIBERA

I lavori, dall'importo complessivo di 153.500 euro, andranno all'impresa LiRi Srl con sede a Favara Continua l'attività dell'ufficio gare del Libero consorzio di Agrigento in qualità di stazione unica appaltante, ai sensi del decreto legislativo n. 50/2016 che obbliga i comuni non capoluogo alla convenzione con l'Ufficio gare del Libero consorzio comunale per l'affidamento di beni e servizi. Stamani infatti è stato aggiudicato per conto del Comune di Ribera l'appalto per i lavori di riqualificazione del Centro sportivo polivalente di contrada Spataro. L'appalto, dell'importo complessivo di 153.500 euro, e gestito integralmente sulla piattaforma telematica del Libero consorzio, è stato aggiudicato in via provvisoria all'impresa LiRi Srl con sede a Favara, che ha offerto il maggior ribasso non anomalo del 31,01% sull'importo soggetto a ribasso di 152.368,82 euro, per un importo netto di 105.119,25 euro, ai quali vanno aggiunti 1.131,18 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso (importo contrattuale complessivo 106.250,43 più Iva). Seconda in graduatoria la Vivai Natura Verde di Tavormina Ignazio, con sede a Ribera (ribasso del 30,23%).

/ Palma di Montechiaro

RIPRENDONO LE DEMOLIZIONI A PALMA, SI RIPARTE DAGLI STABILI REALIZZATI VICINO AI FIUMI

Per oggi era prevista l'immissione in possesso di un manufatto abusivo e il questore aveva firmato un'apposita ordinanza per garantire l'ordine pubblico. L'ex proprietario ha protocollato la dichiarazione di autodemolizione Redazione Bloccò il protocollo della Procura per le demolizioni", non luogo a procedere per Castellino 31 gennaio 2019 L'immissione in possesso, passaggio propedeutico per avviare le nuove demolizioni, avrebbe dovuto farsi oggi. Il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, aveva già firmato un'ordinanza per garantire - schierando in campo i poliziotti - l'ordine pubblico. Stamani non dovrebbe però esserci la prevista immissione in possesso per il fabbricato abusivo di contrada Falcone - Torre San Carlo. Una sorta di magazzino costruito, abusivamente appunto, nella zona della foce del fiume Palma. Nella tarda mattinata di ieri, l'ormai ex proprietario dello stabile ha protocollato, in Municipio, la dichiarazione di autodemolizione. Appare scontato pertanto che, nei prossimi giorni, si procederà oltre e si scorrerà l'elenco degli immobili che dovranno essere demoliti. Palma di Montechiaro, con quanto sta avvenendo nelle ultimissime ore, sta, concretamente, rispondendo alla lettera che, all'inizio dello scorso novembre, il procuratore capo Luigi Patronaggio indirizzò ai sindaci e ai dirigenti degli Utc dei Comuni ricadenti nel circondario del tribunale di Agrigento. Occorre "procedere ad una urgente ricognizione degli immobili abusivi ricadenti entro la fascia di 150 metri dai corsi d'acqua o costruiti in spregio dei vincoli idrogeologici, per avviare con la massima celerità le demolizioni secondo le procedure note e più volte indicate" - scriveva, allora, il procuratore capo Luigi Patronaggio - . Una lettera, quella dello scorso novembre appunto, che voleva richiamare tutti dopo gli allora recenti e tragici fatti di Casteldaccia e Cammarata. "Fatti che pur innescati da particolari avverse condizioni meteo, impongono una particolare attenzione per la demolizione di tutti quegli immobili abusivi ricadenti entro la fascia di 150 metri dai corsi d'acqua ovvero di tutti quegli immobili costruiti in dispregio dei vincoli idrogeologici" - aveva scritto, chiaramente, il procuratore Patronaggio - . A queste nuove demolizioni - che non è chiaro però quando, effettivamente, partiranno - il Comune procederà dopo che, lo scorso ottobre, il Libero consorzio comunale di Agrigento, nella qualità di stazione unica appaltante, aveva appaltato alla "Compat Scarl". Impresa che aveva offerto un un ribasso del 36,7565 per cento per un importo netto di 102.739,07 euro, ai quali vanno aggiunti 8.550 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, per un importo contrattuale di 11.289,07 euro.

QdS.it
VIGILANZA E SALVATAGGIO IN VERSIONE RIDOTTA, SERVIZIO OPERATIVO SOLTANTO PER 26 GIORN

  Tre torrette di controllo saranno complessivamente collocate da contrada Caos a Zingarello. L'Amministrazione comunale del capoluogo ha stanziato poco meno di 25 mila euro AGRIGENTO - Nonostante le casse comunali stiano attraversando un momento difficile, l'Amministrazione ha deciso di stanziare ugualmente 24.136 euro, con annesso schema di bando di gara, per appaltare il servizio di vigilanza e salvataggio lungo il litorale per la stagione balneare 2019. Il servizio non sarà garantito per tutta l'estate, ma coprirà appena 26 giorni. Lo scorso anno, l'impegno economico è stato di 29.929,53 euro, sempre con una durata di ventisei giorni dalle nove di mattina alle sette di sera, ma la prestazione è iniziata alla fine di luglio. Come evidenziato dal Municipio, il motivo per cui non si riescono a sforare i quasi trenta giorni di lavoro, è dovuto al fatto che la Regione e il Libero Consorzio comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) non fanno arrivare, ormai da anni, la spettante quota di finanziamento, seppur la legge prevede la compartecipazione. Di conseguenza, Palazzo dei Giganti è obbligato a garantire il servizio anche senza l'aiuto economico di altri enti, ma non può coprire la totale spesa. Il personale, che svolgerà la funzione di assistente bagnante, dovrà essere munito del brevetto. La domanda, inoltre, va presentata entro le ore 9 del 19 luglio al settore Sanità, Ecologia, Energia di via Pancamo a Fontanelle. Nel dettaglio, verranno dislocate tre torrette di salvataggio da contrada Caos a contrada Zingarello. In totale, gli operatori impegnati giornalmente dovranno essere due per turno a ogni stazione di sorveglianza, per un totale di dodici assistenti bagnanti, di cui uno con funzione di coordinatore. La situazione positiva è data sicuramente dal fatto che il Comune continua a destinare una somma annuale per la salvaguardia dei bagnanti, nonostante i gravi problemi economici, ma non riesce ugualmente a coprire tutta la stagione. Il presidente della Regione, Nello Musmeci, ha dichiarato varie volte di voler risolvere la questione delle ex Province regionali anche per trovare soluzioni a problemi di questo tipo. Staremo a vedere come si evolverà la questione.

LA SICILIA
LA CORTE UE: LA SICILIA PERDERA' 380 MILIONI I FONDI EUROPEI.

Bocciato il ricorso, la Regione perde le risorse Por 2000-2006: "Gravi carenze in gestione e controlli" Musumeci furioso: "Scontiamo gli errori del passato per cattiva gestione finanziaria. Chi ha sbagliato deve pagare". GIUSEPPE BIANCA PALERMO. Una sentenza su cui si sarebbe potuto scommettere a occhi chiusi. La battaglia persa dall'Italia contro la Corte Ue che ha respinto definitivamente il ricorso dell'Italia contro il taglio di circa 380 milioni di euro ai fondi europei per la Sicilia (Por 2000- 2006), a causa delle gravi carenze nella gestione e nei controlli, pone la parola fine a una vicenda nata male e finita peggio. A partire dal 2005 la Commissione europea ha effettuato una serie di audit, riscontrando gravi carenze e varie irregolarità, alcune accertate dall'Olaf, l'organismo europeo antifrode. Il 17 dicembre 2015, la Commissione ha ritenuto che, a causa delle irregolarità «singole e sistemiche constatate», il contributo finanziario dovesse essere ridotto di 380 milioni. L'Italia ha presentato un ricorso al Tribunale dell'Unione europea, che l'ha rigettato il 25 gennaio 2018. L'Italia ha quindi impugnato la sentenza davanti alla Corte di giustizia, che ora respinge integralmente il ricorso dell'Italia, confer­mando le valutazioni del Tribunale. n governatore Nello Musumeci ha commentato: «Continuiamo a pagare èrrori del passato per una cattiva gestione finanziaria. Miliardi di euro sottratti al territorio. Chi ha sbagliato deve pagare». replica Aldo Penna, deputato M5S: «In realtà il primo a sbagliare è stato lui non avendo creato, da quando si è insediato alla guida della Regione, nessuna discontinuità nella gestione dei fondi comunitari». All'Ars il grillino Luigi Sunseri, per il quale la decisione «certifica l'incapacità di politici e burocrati siciliani nella programmazione dei fondi europei», chiede a Musumeci di aprire «un'indagine interna». Il Codacons incalza: «La Corte dei Conti della Sicilia dovrà accertare chi sono i responsabili di omissioni e mancati controlli». La decisione della Corte di giustizia dell'Ue lascia l'amaro in bocca, anche per la narrazione avvenuta negli ultimi tre anni, quando la Regione ha provato a rialzarsi. La base del ricorso presentato nel 2016 dal governo regionale presieduto da Crocetta, poggiava sulla contestazione che la misura da cui scaturiva il taglio non andasse applicata a tutto il programma, ma solo alla spesa avvenuta nel 2006. E, in secondo luogo, sul fatto che la Com- missione europea non aveva rispettato i tempi di comunicazione, non avendo rappresentato per tempo allo Stato, governo nazionale, le risultanze dei controlli che si erano svolti in Sicilia. I progetti su cui vennero di fatto effettuate prima le contestazioni e poi i tagli conseguenti furono all' epoca ritenuti dagli uffici e dai dipartimenti della Regione interessati "coerenti" con il programma e con le sue finalità. E se il finale era forse noto o comunque presumibile, il meccanismo scontato era sempre il solito. Erano progetti pagati con fondi regionali. Erano stati inseriti per "liberare" le risorse equivalenti, un meccanismo di facilitazione tra spesa e certificazione delle somme. Da Bruxelles, già nel 2015 furono registrate nella decisione non solamente la contestazione delle irregolarità: ma le risposte, ritenute insufficienti, formate all'epoca dei primi rilievi da parte dell'Autorità di gestione. In pratica un errore che riguardava i singoli progetti si è trasformato in un metodo.




Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO