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rassegna stampa del 3 luglio 2019

Agrigentonotizie

Scade il 30 luglio il termine per accreditare gli enti assistenziali per disabili

Scade il 30 luglio 2019 il termine per la presentazione delle istanze per l'aggiornamento del Registro Provinciale degli enti accreditati per il servizio di assistenza in favore degli studenti con disabilità grave che frequentano le scuole medie superiori della provincia. L'aggiornamento del registro è finalizzato ad individuare gli enti del "privato sociale" autorizzati allo svolgimento dei servizi in favore degli alunni con disabilità, iscritti nelle scuole secondarie di II grado, secondo il sistema cosiddetto dell'accreditamento. Un sistema che ha dato eccellenti risultati sia per il coinvolgimento necessario delle scuole che per l'interazione con le famiglie degli studenti disabili. L'opportunità dell'aggiornamento del Registro Provinciale degli enti del "privato sociale" si rende necessario per rispettare il principio della non selettività nell'accreditamento aperto che include anche gli enti del Terzo Settore. Questi enti, tuttavia, nelle more dell'attivazione del Registro unico nazionale, devono preventivamente essere iscritti agli albi Regionali speciali e, in ogni caso, non possono perseguire scopo di lucro e la loro attività deve essere di natura non commerciale. Le ditte interessate possono accreditarsi attraverso la presentazione di un'apposita istanza e se ritenute idonee, verranno iscritte nel registro provinciale. L'iscrizione al Registro Provinciale sarà subordinata al possesso dei requisiti di onorabilità e di affidabilità professionale e tecnica degli enti richiedenti. I criteri di valutazione ai fini dell'iscrizione riguarderanno, altresì, gli aspetti organizzativi gestionali e metodologici, nonché le garanzie offerte agli utenti ed il rispetto dei loro diritti.
Le modalità di presentazione dell'istanza, le caratteristiche del servizio da svolgere e tutta la modulistica necessaria sono pubblicate nel sito internet della Provincia www.provincia.agrigento.it, nella pagina " Gestione dei Servizi in favore dell'handicap" del settore Solidarietà Sociale, nella Sezione Primo Piano della home page e all'Albo pretorio.
Negli ultimi anni il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, attraverso il settore Solidarietà Sociale, ha continuato ad assicurare, ad oltre duecento famiglie della provincia il servizio relativo all'assistenza cosiddetta specialistica, comunemente chiamata di autonomia e comunicazione e quella igienico sanitario nelle scuole di competenza dell'Ente.

Giornalelora

Ex province, tre proposte Cisl per mettere alle spalle il flop - Giornale L'Ora

Riguardano l'Osservatorio su Liberi consorzi e Città metropolitane, un piano straordinario di assunzioni che prenda le mosse dalla stabilizzazione dei 13.500 precari. E il superamento delle logiche ragionieristiche che hanno prodotto un disavanzo di parte corrente di oltre 192 mln. Per i vertici del sindacato, Cappuccio e Montera, «si pone il tema di una stagione politica centrata sul dialogo costruttivo». Per Musumeci «l'epoca dei commissari è chiusa».
Armao: non facciamo della Regione un similstato
La riforma delle province è il [...]
La riforma delle province è il più grande flop della politica made in Sicily degli ultimi decenni. L'incompiuta per antonomasia, il cui superamento richiede «che sia messo in funzione l'Osservatorio regionale sui Liberi consorzi e le Città metropolitane»; la revisione degli organici, che dal 2010 a oggi hanno subito l'emorraggia di 7.200 unità. Il «superamento delle mere logiche ragionieristiche» che in questi anni hanno penalizzato i lavoratori, «vessati anche dagli otto anni di blocco contrattuale». E i cittadini, che hanno pagato il conto dello stallo sotto forma di compressione dei servizi, su viabilità e scuole specialmente. Ad accendere i riflettori sul tema degli enti siciliani di area vasta, Fp Cisl e Cisl regionali che hanno organizzato un meeting a Palermo, stamani, presenti il governatore Nello Musumeci e l'assessore regionale all'Economia e vicepresidente, Gaetano Armao. Per il sindacato, intervenuto con Paolo Montera segretario della Cisl Fp Sicilia (la funzione pubblica) e Sebastiano Cappuccio, segretario generale regionale, «serve accelerare sul riordino del livello istituzionale intermedio. Ma a monte si pone il tema di una stagione politica fatta di dialogo costruttivo, di pochi proclami. E di tanta concretezza».
Il punto, per Fp e Cisl, è mandare in archivio definitivamente il passato che, in nome dell'ammodernamento e della semplificazione, ha visto la Sicilia «partire per prima tra squilli di tromba sul fronte della riorganizzazione. Ma posizionarsi poi buona ultima tra le regioni italiane, tra mille problemi irrisolti». A partire dal fatto che, ha rilevato Montera aprendo i lavori, «i nuovi enti sono stati caricati di impegnative funzioni aggiuntive. Che non sono state però supportate dalle risorse necessarie». Così, «Liberi Consorzi e Città metropolitane si sono trovati nella paradossale situazione di dover svolgere le competenze delle vecchie province più tante altre. Ma con assai meno risorse». E questo squilibrio strutturale ha portato al default l'ex Provincia di Siracusa. E rischia di far collassare con effetto domino tutto il sistema, che registra un disavanzo di parte corrente pari a oltre 192 milioni di euro anche a causa del prelievo forzoso imposto, quale contributo alla finanza pubblica, dal governo nazionale. «Un onere lievitato in appena tre anni - ha segnalato Cappuccio - dal 2014 al 2017, da 22 a 230 milioni di euro». Da qui l'allarme del sindacato. E la «preoccupazione - con le parole del segretario generale - per l'incertezza sulla governance non certo diradata dalla gestione commissariale di questi anni. E per il deficit programmatico sullo sfondo di un sistema che resta ipertrofico, disarticolato. E dominato da duplicazioni e sovrapposizioni di funzioni e competenze».
Riguardo all'Osservatorio sugli enti di area vasta, Fp e Cisl chiedono «che sia finalmente messo in funzione». Previsto dalla legge regionale 15 del 2015, l'Osservatorio è rimasto nell'ombra. Meglio: istituito. Ma solo sulla carta. Per il sindacato, il decollo è invece un «passaggio nevralgico per il superamento dello stallo attuale, che vede il sostanziale appiattimento dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane sull'identità delle vecchie Province». Piuttosto, serve la «revisione dell'assetto delle autonomie locali. E l'Osservatorio è la sede ideale in cui definire servizi e funzioni, restituendo serenità ai cittadini e ai lavoratori».
A proposito di lavoratori, Fp e Cisl rivendicano «un piano straordinario di assunzioni che prenda le mosse dalla stabilizzazione dei 13.500 precari che fino a oggi hanno dato un fondamentale contributo al funzionamento degli enti locali dell'Isola. Il tema del personale, ha denunciato il sindacato, ha risentito sia del divieto di assunzione che delle difficoltà strutturali. Cosicché uno dei punti deboli del sistema è stato «la difficoltà a programmare il fabbisogno di forza lavoro oltreché la funzionalità istituzionale minima».
«Le cinque leggi sul tema che abbiamo ereditato dal precedente governo - ha tuonato Musumeci - hanno generato un mostriciattolo depotenziato, senza fisionomia, con il personale abbandonato al suo destino. E con poche risorse anche a causa del prelievo forzoso». «Il mio governo - ha puntualizzato - ha già sottoscritto due accordi con il livello nazionale. L'ultimo, pochi giorni fa. Così avremo a disposione più risorse che vorremmo destinare agli investimenti». «Ora - ha informato il presidente - lavoriamo per un nuovo accordo a settembre che apra a una riforma che consenta l'elezione diretta dei presidenti dei Liberi Consorzi». In ogni caso, l'epoca dei commissari è chiusa. In Sicilia da sei anni enti di così grande importanza sono stati affidati alla gestione commissariale. «È tempo di calare il sipario su questa situazione che dovrebbe essere di tipo emergenziale. E tornare alle pratiche ordinarie della democrazia».
«Quella delle Province - le parole di Armao - è una vicenda vergognosa. Da cancellare. Con un durissimo negoziato siamo già riusciti a portare a casa un accordo che stabilisce che l'assurda discriminazione ai danni delle Province siciliane, sul fronte del contributo alla finanza pubblica nazionale, deve finire». Non possono esserci due pesi e due misure tra Province siciliane e Province del resto d'Italia. Insomma, l'attività degli enti siciliani di area vasta va riqualificata. Ma «bisogna stare attenti a un rischio», ha avvertito Armao: «non cadere nel centralismo regionale, non fare della Regione una sorta di similstato». «Attraverso il confronto con Anci e sindacato - ha quindi rimarcato - vogliamo fare delle ex Province un'area di governo intermedio, funzionale, efficiente. Libera da ogni rigidità».
All'incontro hanno preso parte inoltre: Antonio Rini, vicepresidente dell'Anci Sicilia; Massimo Bonomo, ragioniere generale della Città metropolitana di Palermo. E Francesco Vegni, esperto di fiscalità ed enti locali. A introdurre e moderare il confronto, Riccardo Compagnino, consulente Cisl Sicilia per le politiche finanziarie e di bilancio.

Giornale di Sicilia

Il ministro Toninelli: dovrà riqualificare la rete viaria isolana
Ievolella commissario delle strade

Luigi Ansaloni
Le circa 180 strade provinciali in Sicilia hanno un commissario speciale, quella figura più volte auspicata dal ministro Toninelli e che infine è arrivata. Il suo compito? Difficile, se non difficilissimo: vigilare sulla disastrata viabilità secondaria dell'Isola. Il prescelto è Gianluca Ievolella, attuale Provveditore interregionale delle Opere pubbliche per la Sicilia e la Calabria, che sarà commissario per la riqualificazione della viabilità dell'isola. La comunicazione è arrivata dal Mit, che «prendendo  atto del suggerimento arrivato dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha deciso di proporre alla presidenza del Consiglio il nome di Ievolell». Pur non facendo parte della terna di opzioni messa inizialmente sul tavolo dal Ministero, ricorda il Mit, «l'ingegner Ievolella rappresenta a nostro avviso una ottima soluzione in termini di professionalità, competenza, curriculum e persino per il suo dichiarato amore per la Sicilia, aspetto che certamente ha una sua importanza ». «Lo attenderemo  lla prova dei fatti, poi lo valuteremo», ha detto il presidente Musumeci. «Non conosco l'ingegnere Gianluca Ievolella. Conosco invece la storia e le funzioni del Provveditorato alle opere pubbliche, presente in Sicilia sin dagli anni Venti. Un'istituzione statale di grandi competenze. Per questo abbiamo suggerito al ministro Toninelli il capo del Provveditorato per affrontare da commissario la riqualificazione della disastrata rete viaria provinciale in Sicilia»,m conclude. « L'idea del Commissario straordinario per la gestione dei problemi della nostra viabilità provinciale è del Movimento 5 Stelle. Oggi, seppur da forza di opposizione in Sicilia abbiamo ottenuto una grande vittoria e con noi i siciliani. In sostanza abbiamo trovato la soluzione a due problemi atavici di questa terra, ovvero il disastro del sistema viario e l'incapacità di Regione ed ex Province di fare i progetti. Con la nomina del commissario, al di là del nome, diamo mandato ad un'unica figura con poteri straordinari per avviare progetti e cantieri in tempi rapidi», dichiara il deputato M5S e vice presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Giancarlo Cancelleri. Ma da dove partirà il lavoro di Ievolella? Innanzitutto c'è un piano da 102 milioni per le strade provinciali, con 70 interventi in ogni angolo della Sicilia e l'impegno di far partire i cantieri entro il 2019, con un pacchetto di interventi che prevede 11 cantieri in provincia di Palermo, 8 sia nel Catanese che nell'Ennese, 9 sia nel Messinese che nel Trapanese, 4 nell'Agrigentino, 10 nel Nisseno, 6 nel Ragusano e 5 in provincia di Siracusa. Dai Nebrodi alle Madonie, dai Peloritani agli Iblei ed Erei, dall'Etna al Vallone di Mussomeli, non mancheranno le occasione di mettere alla prova il commissario. (* LANS*)

Gds

Ex Province, Musumeci: "Riforma fallita. Basta commissari, si voti al più presto"

«Quella delle province è la più significativa tra le riforme fallite. Il mio predecessore, invece di andare a sputare fango sulla Sicilia ogni domenica in televisione, avrebbe dovuto capire che i costi delle Province non sono costi della politica da tagliare tout court, ma sono costi della democrazia. E io mi preoccupo quando si cominciano a tagliare i costi della democrazia». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, partecipando all'incontro sulle ex Province organizzato da Cisl Fp Sicilia e Cisl Sicilia a Palazzo Comitini di Palermo.
«Basta commissari - ha aggiunto - anche se con elezioni di secondo livello, intanto si voti. Il Parlamento, che è sovrano, forse perché i partiti ancora non sono pronti a mettere le mani sulle Province, hanno deciso di rinviare le elezioni all'anno prossimo. Ora vogliono votare tra ottobre e novembre. Vediamo come andrà. Io posso solo dire che mai come in questi tempi avrei avuto bisogno di nove presidenti delle Province».
Per Musumeci occorre che la Provincia «torni ad avere quel ruolo che ha avuto per 160 anni, di cerniera tra i Comuni e la Regione. Dobbiamo salvaguardare il personale di questi enti, perchè è personale preparato. E come possiamo farlo? Potenziando le Province, assegnando a questi enti ulteriori competenze. Abbiamo chiuso due accordi con lo Stato per permettere a questi enti di avere più ossigeno, di avere risorse per chiudere i bilanci e operare investimenti. Ci auguriamo che si trovi anche lo spazio per giungere a una riforma ordinamentale: il presidente deve essere eletto dal popolo».
Quella delle ex Province «è la storia di una riforma incompiuta, con un finale ancora tutto da scrivere. A fare le spese del mancato dialogo tra Stato e Regione sono stati cittadini e lavoratori», ha affermato Montera, per il quale in Sicilia, «ora ci troviamo a fare i conti con la paralisi di liberi consorzi e città metropolitane divenute, all'opposto, il simbolo di un fallimento politico. Basti pensare ai soli numeri che interessano il comparto Funzioni locali della nostra regione: dal 2010 ad oggi c'è stata una emorragia professionale di circa 7.200 unità: 5.400 nei Comuni e 1.400 nelle Province e Città metropolitane, per non parlare degli ulteriori 5 mila dipendenti della Regione»

livesicilia.it


.La riforma delle province è il più grande flop della politica made in Sicily degli ultimi decenni.

L'incompiuta per antonomasia, il cui superamento richiede "che sia messo in funzione l'Osservatorio regionale sui Liberi consorzi e le Città metropolitane"; la revisione degli organici, che dal 2010 a oggi hanno subito l'emorragia di 7.200 unità. Il "superamento delle mere logiche ragionieristiche" che in questi anni hanno penalizzato i lavoratori, "vessati anche dagli otto anni di blocco contrattuale". E i cittadini, che hanno pagato il conto dello stallo sotto forma di compressione dei servizi, su viabilità e scuole specialmente. Ad accendere i riflettori sul tema degli enti siciliani di area vasta, Cisl Fp e Cisl regionali che hanno organizzato un meeting a Palermo, questa mattina a Palazzo Comitini, presenti il governatore Nello Musumeci e l'assessore regionale all'Economia e vicepresidente, Gaetano Armao. Per il sindacato, intervenuto con Paolo Montera segretario della Cisl Fp Sicilia (la funzione pubblica) e Sebastiano Cappuccio, segretario generale regionale, "serve accelerare sul riordino del livello istituzionale intermedio. Ma a monte si pone il tema di una stagione politica fatta di dialogo costruttivo, di pochi proclami. E di tanta concretezza". 

Il punto, per Fp e Cisl, è mandare in archivio definitivamente il passato che, in nome dell'ammodernamento e della semplificazione, ha visto la Sicilia "partire per prima tra squilli di tromba sul fronte della riorganizzazione. Ma posizionarsi poi buona ultima tra le regioni italiane, tra mille problemi irrisolti". A partire dal fatto che, ha rilevato Montera aprendo i lavori, "i nuovi enti sono stati caricati di impegnative funzioni aggiuntive. Che non sono state però supportate dalle risorse necessarie". Così, "Liberi Consorzi e Città metropolitane si sono trovati nella paradossale situazione di dover svolgere le competenze delle vecchie province più tante altre. Ma con assai meno risorse".

"Ci troviamo a fare i conti - ha detto Montera nella sua relazione introduttiva - con la paralisi di Liberi consorzi e Città metropolitane divenuti il simbolo di un fallimento politico. Basti pensare ai soli numeri che interessano il comparto funzioni locali della nostra regione: dal 2010 ad oggi c'è stata una emorragia professionale di circa 7.200 unita', di cui 5.400 nei Comuni e 1.400 nelle Province e Città metropolitane, per non parlare degli ulteriori cinquemila dipendenti della Regione siciliana".

E questo squilibrio strutturale ha portato al default l'ex Provincia di Siracusa. E rischia di far collassare con effetto domino tutto il sistema, che registra un disavanzo di parte corrente pari a oltre 192 milioni di euro anche a causa del prelievo forzoso imposto, quale contributo alla finanza pubblica, dal governo nazionale. "Un onere lievitato in appena tre anni - ha segnalato Cappuccio - dal 2014 al 2017, da 22 a 230 milioni di euro". Da qui l'allarme del sindacato. E la "preoccupazione - con le parole del segretario generale - per l'incertezza sulla governance non certo diradata dalla gestione commissariale di questi anni. E per il deficit programmatico sullo sfondo di un sistema che resta ipertrofico, disarticolato. E dominato da duplicazioni e sovrapposizioni di funzioni e competenze".

Riguardo all'Osservatorio sugli enti di area vasta, Fp e Cisl chiedono "che sia finalmente messo in funzione". Previsto dalla legge regionale 15 del 2015, l'Osservatorio è rimasto nell'ombra. Meglio: istituito. Ma solo sulla carta. Per il sindacato, il decollo è invece un "passaggio nevralgico per il superamento dello stallo attuale, che vede il sostanziale appiattimento dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane sull'identità delle vecchie Province". Piuttosto, serve la "revisione dell'assetto delle autonomie locali. E l'Osservatorio è la sede ideale in cui definire servizi e funzioni, restituendo serenità ai cittadini e ai lavoratori".

A proposito di lavoratori, Fp e Cisl rivendicano "un piano straordinario di assunzioni che prenda le mosse dalla stabilizzazione dei 13.500 precari che fino a oggi hanno dato un fondamentale contributo al funzionamento degli enti locali dell'Isola. Il tema del personale, ha denunciato il sindacato, ha risentito sia del divieto di assunzione che delle difficoltà strutturali. Cosicché uno dei punti deboli del sistema è stato «la difficoltà a programmare il fabbisogno di forza lavoro oltreché la funzionalità istituzionale minima".

"Le cinque leggi sul tema che abbiamo ereditato dal precedente governo - ha tuonato Musumeci - hanno generato un mostriciattolo depotenziato, senza fisionomia, con il personale abbandonato al suo destino. E con poche risorse anche a causa del prelievo forzoso". "Il mio governo - ha puntualizzato - ha già sottoscritto due accordi con il livello nazionale. L'ultimo, pochi giorni fa. Così avremo a disposione più risorse che vorremmo destinare agli investimenti". "Ora - ha informato il presidente - lavoriamo per un nuovo accordo a settembre che apra a una riforma che consenta l'elezione diretta dei presidenti dei Liberi Consorzi". In ogni caso, l'epoca dei commissari è chiusa. In Sicilia da sei anni enti di così grande importanza sono stati affidati alla gestione commissariale. "È tempo di calare il sipario su questa situazione che dovrebbe essere di tipo emergenziale. E tornare alle pratiche ordinarie della democrazia".

"Quella delle Province - le parole di Armao - è una vicenda vergognosa. Da cancellare. Con un durissimo negoziato siamo già riusciti a portare a casa un accordo che stabilisce che l'assurda discriminazione ai danni delle Province siciliane, sul fronte del contributo alla finanza pubblica nazionale, deve finire". Non possono esserci due pesi e due misure tra Province siciliane e Province del resto d'Italia. Insomma, l'attività degli enti siciliani di area vasta va riqualificata. Ma "bisogna stare attenti a un rischio", ha avvertito Armao: "Non cadere nel centralismo regionale, non fare della Regione una sorta di similstato". "Attraverso il confronto con Anci e sindacato - ha quindi rimarcato - vogliamo fare delle ex Province un'area di governo intermedio, funzionale, efficiente. Libera da ogni rigidità".

All'incontro hanno preso parte inoltre: Antonio Rini, vicepresidente dell'Anci Sicilia, che ha denunciato come "l'abolizione delle Province era la cronaca di un disastro annunciato, una tempesta perfetta che si è abbattuta anche sui comuni";Massimo Bonomo, ragioniere generale della Città metropolitana di Palermo. E Francesco Vegni, esperto di fiscalità ed enti locali. A introdurre e moderare il confronto, Riccardo Compagnino, consulente Cisl Sicilia per le politiche finanziarie e di bilancio.


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