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rassegna stampa del 6 Agosto 2019

Giornale di Sicilia

Superano i limiti di conferimento, discariche vietate ai Comuni
Ogni centro può portare un quantitativo stabilito di tonnellate di indifferenziata

Le discariche hanno «esaurito» le proprie capacità per il conferimento. Ed è emergenza rifiuti nell'Agrigentino con  i sindaci costretti a fare delle modifiche ai calendari della differenziata per ridurre i conferimenti di organico e secco residuo. Ieri ad Agrigento l'umido non è stato ritirato in molte abitazioni del centro storico. Da quasi due anni non è più attivo il centro di conferimento di contrada Matarana a Siculiana, gestita dalla ditta Catanzaro (ma che presto riaprirà) ed i Comuni agrigentini sono stati dirottati e sballottati nelle più impensabili discariche, lontane anche 250 chilometri, quelle della provincia di Trapani. Ha riaperto da poco la discarica Enna ma la capacità di conferimento è minima. Qui conferiscono solo tre Comuni agrigentini: Ravanusa, Naro e Porto Empedocle. L'ordinanza, firmata dal dirigente del dipartimento regionale acqua e rifiuti, Salvo Cocina, prevede  questo: il Comune di Naro potrà conferire 3 tonnellate di spazzatura al giorno, Ravanusa invece è autorizzata  per 7 to nellate al giorno e Porto Empedocle per 14 tonnellate. Il sito è quello di Enna, gestito dalla società Ambiente e tecnologia dell'Ato 6 Enna provincia. Tutti gli altri Comuni conferiscono ad Alcamo e Trapani. Compreso il capoluogo, Agrigento, dirottato su Alcamo ma con un quantitativo di 20 tonnellate al giorno. Pochi se si considera che in estate la popolazione ad Agrigento aumenta e ci sono anche i bagnanti che producono spazzatura. Proprio l'assessore Nello Hamel ha evidenziato che: «Il Comune di Agrigento, ormai da mesi registra una percentuale di differenziazione che si attesta sul 70 per cento e che non è variata anche in presenza di un aumento di almeno 20.000 nuovi soggiornanti in città conseguenti ai flussi turistici ed al ripopolamento delle abitazioni stagionali». In realtà l'ente ha bussato alle porte della Regione per chiedere una autorizzazione aggiuntiva. Il dipartimento regionale Acque e rifiuti ha autorizzato il Comune di Agrigento, in via straordinaria a conferire 100 tonnellate di rifiuti alla discarica di Alcamo. Si tratta di un documento che autorizza in via straordinaria e temporanea al conferimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati non pericolosi, prodotti ed accumulati per le strade della città, per un quantitativo di 100 tonnellate presso l'impianto gestito dalla società D'Angelo Vincenzo Srl, sito in contrada Citrolo ad Alcamo, per il trattamento meccanico di tritovagliatura e presso la società Eco Ambiente Srl per il successivo trattamento biologico. Il Comune di Agrigento, lo scorso 11 luglio era stato autorizzato dalla Regione a conferire 100 tonnellate di rifiuto nella discarica di Alcamo, ma il31luglio l'ente ha comunicato che il quantitativo autorizzato risulta insufficiente echeper talemotivo si è registrato un disservizio relativo al mancato svuotamento dei compattatori presso la stazione di trasferenza di Lercara Friddi, gestito dalla Seap e pertanto aveva chiesto al dipartimento regionale di essere autorizzato ad un conferimento straordinario di 150 tonnellate di rifiut i. La Regione peròha accolto la richiesta parzialmente, autorizzando il Comune di Agrigento a conferire solo 100 delle 150 tonnellate richieste come surplus del conferimento. Ecco  perché anche ieri l'organico non è stato raccolto con ampio dispiacere dei cittadini che hanno lamentato una scarsa efficienza del servizio e soprattutto hanno dovuto ritirare i mastelli riportandoli a casa con la spazzatura che con le temperature elevate ha iniziato a decomporsi e a produrre cattivi odori. Dando uno sguardo alle altre città, la spazzatura di Canicattì, per un quantitativo di 16 tonnellate al giorno dovrebbe essere conferita ad Alcamo, come da decreto della Regione, invece il  Comune - su input del sindaco Ettore Di Ventura - si è convenzionato con una ditta privata, la Traina di Cammarata, dove il conferimento avviene a prezzi più bassi e vantaggiosi rispetto a quelli  applicati dalla società che gestisce la discarica di Alcamo. Licata è autorizzata a conferire 30 tonnellate nel trapanese, ad Alcamo ed è una «mazz ata» visti i chilometri cheseparano le due città ed il listino prezzi  applicato. Sciacca, che è autorizzata a smaltire 25 tonnellate al giorno, dopo lo stop di sabato per la raccolta dell'umido ieri mattina i rifiuti sono stati ritirati regolarmente. Sciacca si serve della discarica della Sogeir,anche questa in esaurimento. Qualche spiraglio si intravede: ci sono novità positive per la riapertura di Siculiana. Il decreto firmato dal dirigente Cocina, autorizza per un anno il trasferimento «in via urgente» di 170 tonnellate al giorno alla discarica della ditta Catanzaro. Dove potrebbero tornare a conferire Raffadali e Aragona: il sindaco Silvio Cuffaro, fratello di Totò che fu' presidente della Regione ed ha attivato il sistema degli Ato rifiuti, ha lanciato l'allarme, ma allo stesso tempo cerca soluzioni al problema. Assieme al collega sindaco di Aragona ha partecipato a una riunione, da lui stesso sollecitata, a Palermo, presso il dipartimento rifiuti dell'assessorato regionale. Al vertice palermitano, oltre a Silvio Cuffaro  e a Giuseppe Pendolino, erano presenti i dirigenti dell'Arpa, il Commissario del Libero Consorzio di Agrigento, Di Pisa, il Prefetto Caputo, il presidente della Srr Enrico Vella e il Direttore Generale ed Energy Manager del dipartimento rifiuti, Salvo Cocina. «Abbiamo vagliato diverse proposte per la soluzione del problema - ha riferito il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro - e nei prossimi giorni ci saranno dei sopralluoghi ad Agrigento e provincia per trovare soluzioni a breve e lungo termine. Conferire il nostro umido all'estero è una follia che peserà sui costi del servizio, bisogna, a tutti i costi, trovare in casa nostra una soluzione al problema». La soluzione è legata alla raccolta differenziata, ma anche qui la situazione è grave. Intanto sono in tutto 10i Comuni agrigentini diffidati dalla Regione per il mancato raggiungimento degli obiettivi nella raccolta differenziata dei rifiuti. Ad aver ricevuto una lettera firmata al dirigente generale Cocina sono stati i sindaci di: Burgio, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Favara, Lampedusa e Linosa, Licata, Naro, Palma di Montechiaro e Ravanusa. Produrrebbero, stando agli ultimi censimenti, più del 70% di rifiuto indifferenziato e dovrebberoquindi predisporre gli atti necessari per smaltire queste tonnellate presso impianti non presenti in Italia. Tutti centri che, stando appunto al Dipartimento regionale acque e rifiuti, non avrebbero raggiunto la soglia del 30% di raccolta differenziata, facendo scattare gli obblighi fissati con ordinanza dal presidente della Regione. (*PAPI* - *GP)

Gela e Niscemi
Comitati contro la proroga ai commissari dei consorzi

NISCEMI
Insorgono i comitati pro area metropolitana di Catania di Gela, Niscemi e Piazza Armerina contro la recente mossa del presidente della Regione Nello Musumeci, che ha disposto una nuova proroga per i  Commissari delle ex province siciliane,il cui incarico è stato dilazionato fino al 31 maggio del 2020. «Prima delle ultime elezioni regionali - scrivono in una nota i portavoce dei comitati Filippo Franzone, Salvatore Murella, Luigi Gualato e Gaetano Buccheri, portavoce dei rispettivi comitati - era azzardato paragonare Musumeci  a Crocetta. Ma oggi possiamo dire,almeno in tema di enti intermedi, che la musica, stonata, è la stessa: la riforma del 2013 non viene applicata. La Sicilia è l'unica regione d'Italia a non avere i rappresentanti  eletti per la gestione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane ». I portavoce ricordano che le città di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea, con due delibere consiliari e un referendum confermativo per scegliere il loro futuro, si sono viste tradite da quegli enti che dovrebbero essere ispirazione di diritto, democrazia: la Presidenza della Regione e l'Assemblea Regionale Siciliana. I Comitati si sono rivolte al Tar, ma per avere un verdetto bisogna attendere le elezioni dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane. La nuova proroga però lascia ancora la vicenda insoluta. (*SF *)

La lotta agli sporcaccioni con videocamere nascoste

I controlli non mancano, le multe fioccano, le «videotrappole» sono sempre in agguato da Agrigento, a Licata, passando un po' per tutti i centri dell'Agrigentino. Pronte ad immortalare gli incivili che non effettuano l'esatta differenziazione dei rifiuti e che depositano la spazzatura dove capita. Da quando sono state avviate le buone pratiche della raccolta differenziata, le campagne ed i centri storici delle città più grandi si sono trasformate in discariche a cielo aperto. Così come non vengono risparmiate le piazzole di sosta sulle strade statali, dando alla periferia delle città un'immagine degradata che agli occhi del turista presenta una provincia davvero messa male. E c'è chi non ha cura dell'ambiente e pur di disfarsi del peso della spazzatura, la abbandona dove capita, soprattutto in campagna, lontano da "occhi " elettronici indiscreti. Ieri a Naro sono stati «beccati» due incivili mentre stavano scaricando i rifiuti nei pressi delle isole ecologiche di Piazza Crispi e via Aura Fenice. Gli agenti dela Polizia Locale hanno individuato e sanzionato una donna e un uomo che abitualmente scaricavano rifiuti in barba ad ogni prescrizione e ordinanza. A loro sono state elevate le relative sanzioni. «Fin dal giorno del mio insediamento il fenomeno dell'abbandono di rifiuti nei pressi delle isole ecologiche, nelle periferie e nelle campagne attorno a Naro - dice il sindaco Maria Grazia Brandara - è stato tra le priorità. Siamo riusciti a individuare e sanzionare i primi indisciplinati anche grazie all'aiuto degli agenti della Polizia Locale. Devo anche dire che anche diversi miei concittadini, stanchi di questi fenomeni di inciviltà, stanno contribuendo a contrastare questo fenomeno. Nei giorni scorsi un nostro concittadino stava depositando un motorino dell'acqua ed è stato fermato da alcuni automobilisti che transitavano in zona. Mi fa  piacere anche il fatto che stiamo ricucendo quel rapporto tra istituzioni e cittadini che può solo giovare all'interesse collettivo». Su disposizione del Commissario Straordinario del Libero consorzio dei Comuni di Agrigento, Girolamo Alberto Di Pisa, il comandante della Polizia provinciale Enzo Giglio, ha predisposto un controllo straordinario nelle strade provinciali ed in particolare  nel territorio di Campobello di Licata dove sono stati elevati sei verbali ad altrettanti "sporcaccioni " immortalati dalle telecamere della videosorveglianza. La Polizia provinciale ha reso noto che è impegnata ad una serie di attività finalizzate al controllo remoto delle zone più a rischio  individuate come "siti sensibili" e sparse sull'intero territorio provinciale. L'apice sio è raggiunto a Porto Epedocle dove i carabinieri di Agrigento, a conclusione di un'indagine avviata ad ottobre 2018, hanno  denunciato 22 persone responsabili «di aver alimentato, per mesi e con rifiuti di ogni genere, una discarica abusiva a cielo aperto di oltre 1500 metri quadrati. L'operazione, chiamata «Stop & go», proprio per il repentino abbandono dei rifiuti e la immediata fuga, registrati dalle telecamere disseminate dagli investigatori, oltre al sequestro dell'area ed alle salate sanzioni amministrative Beccati in tanti. Un empedoclino ripreso mente lascia i rifiuti per strada per ben 14 mila euro.(*PAPI*)

Belicenews

S.Margherita. Anni di attesa per la manutenzione della SP44. Il sindaco Valenti si scusa con gli automobilisti

Affisso un cartello all'ingresso di S. Margherita per un benvenuto insolito, recitante le seguenti testuali parole: "Il comune di Santa Margherita di Belìce si scusa per le pessime condizioni della strada provinciale SP44 frutto dell'incuria del Libero consorzio comunale di Agrigento. Fate attenzione, procedete con prudenza".
Si tratta di un messaggio protesta del sindaco Franco Valenti, che ha voluto così avvisare gli automobilisti che percorrono gli ultimi 3 km che conducono dal Bivio Gulfa al paese. Sarebbero trascorsi anni in richieste volte al Consorzio per la sistemazione del tratto di strada, che verserebbe in condizioni davvero precarie, tanto da essere percorribile in una sola carreggiata. La strada riceve una certa affluenza di auto, in quanto percorsa per raggiungere la Fondovalle Sciacca - Palermo.
Un anno fa, dal consorzio era stata assicurata la messa in sicurezza entro il 2018. Ma ad oggi, nulla è stato fatto, nemmeno un intervento tampone. Mancherebbe inoltre il decreto assessoriale di finanziamento dall'Ars per la sistemazione in toto della strada provinciale, per un progetto di oltre 2 milioni di euro.
Nell'attesa, il sindaco si scusa con i non pochi visitatori che percorreranno la strada provinciale durante la stagione estiva e non solo.

LA SICILIA

«Il decreto di costituzione è illegittimo»
La Regione cancella il Parco dei Monti Sicani.

BIVONA. Il Parco dei Monti Sicani non esiste più. Dopo l'ennesimo pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale che, solo a fine giugno aveva ritenuto illegittimo il decreto di costituzione della struttura che abbraccia le province di Agrigento e Palermo (dentro si trovano Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana Palazzo Adriano, Prizzi, S.Giovanni Gemini, S. Stefano Quisquinia, Sambuca di Sicilia, adesso è l'assessorato regionale al Territorio a mettere la parola "fine",
Con un provvedimento, infatti, si è dichiarata definitamente annullato l'atto che creava il Parco, che a sua volta si ispirava ad una norma ritenuta incostituzionale dalla Corte Costituzionale già nel 2014. Nel decreto, quindi, "sono state espressamente richiamate norme che non avrebbero invece potuto trovare applicazione, e ciò in violazione del principio secondo cui delle leggi di cui viene dichiarata l'illegittimità costituzionale cessano di avere efficacia". Quindi tutto annullato; con il Parco che aveva di recente trovato nuova "linfa" con la nomina del nuovo commissario straordinario e nuovi locali, inaugurati solo pochi mesi fa alla presenza dello stesso assessore Cordaro. In attesa di possibili contro-ricorsi (qualora dovessero essere messi in campo), comunque le aree interessate da quello che ormai "fu" un Parco naturalistico ovviamente non saranno abbandonate a sé stesse: anzi. Al fine di garantire la tutela dell'enorme patrimonio arboreo e naturalistico, comunque, si provvederà a ricostituire le riserve naturali orientate di monte Cammarata, monte Carcaci, monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, monte Genuardo e Santa Maria del Bosco.  Chi dovrà occuparsi della loro gestione, ovviamente, è un discorso da chiarire, così come lo è capire quale impatto questo provvedimento avrà sul percorso di gestione in house delle risorse idriche dei comuni "ribelli".
GIOACCHINO SCHICCHI

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