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rassegna stampa del 3 settembre 2019

Giornale di sicilia

Troppi rifiuti arrivano da Sciacca
Impianto di Santa Maria strapieno

Indelicato: «Difficoltà anche per i ritardi nei pagamenti»
«Da un lato i 15 Comuni che pagano in ritardo mettendoci in difficoltà con i fornitori e dall'altro l'aumento della differenziata da parte di Sciacca che fa sforare la capacità complessiva dell'impianto di compostaggio di contrada Santa Maria di ricevere i rifiuti». Giovanni Indelicato, il direttore tecnico di Sogeir Impianti, la società che gestisce l'impianto di compostaggio di contrada Santa Maria e la discarica di contrada Salinella Saraceno  di Sciacca, focalizza questi comei problemi che determinano, con frequenza da qualche tempo, una giornata di stop nella raccolta dei rifiuti. Accade anche a Menfi. «L'impianto di Santa Maria -dice Indelicato -ha una capacità di ricevere da 1000 a 1200 tonnellate al mese di rifiuti. Se soltanto da Sciacca ne arrivano tra 500 o 600 tonnellate si determina un problema. Sciacca ha aumentato notevolmente la differenziata, ma la capacità dell'impianto è sempre quella. Nel periodo estivo quest'aumento è stato avvertito in maniera notevole». C'è un progetto di potenziamento dell'impianto per portare la capacità a 20 mila tonnellate all'anno, ma si attende il finanziamento. Allontanandosi la stagione estiva e diminuendo le presenze a Sciacca è previsto anche un calo nella produzione di rifiuti e questo, per l'impianto, è un aspetto positivo. Sul capitolo crediti vantati dida Sogeir Impianti Indelicato parla di «due milioni di euro da Sogeir e circa 700 mila euro dai Comuni». Il quadro  che prospetta Indelicato rende difficile una soluzione in tempi brevi per evitare il rischio dei continui stop, sia pure di uno o pochi turni di raccolta. La differenziata, a Sciacca, è poco al di sotto dell'80 per cento, mentre quando è stata avviata superava di poco il 30 per cento. E, negli ultimi mesi, ha sofferto, con la sospensione della raccolta dell'umido per una giornata, rinviata poi al turno successivo, anche Menfi. L'obiettivo, per tutti i comuni, è, però, di aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti. Poche settimane fa il presidente della Srr rifiuti, Enzo Greco Lucchina, ha pressentato alla Regione il progetto integrale di ampliamento della discarica Salinella- Saraceno di Sciacca che comprende una vasca di ben 500 mila metri cubi. Lo scorso anno era stato presentato al Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione il progetto esecutivo di ampliamento dell'impianto, di proprietà pubblica. Costo dell'opera 18 milioni di euro. Il nuovo progetto prevede una spesa complessiva di 25 milioni di euro. Con 150 mila metri cubi si prevedeva una soluzione per 5 anni. Con 500 mila e l'aumento della differenziata la situazione migliora nettamente. «Per l'Agrigentino questo progetto rappresenta una svolta - dice Enzo Greco Lucchina - e basta esaminare alcuni dati per avere contezza di tutto ciò disponendo di una discarica pubblica in questa zona. Previsto un impianto di trattamento  meccanico biologico con una notevole potenzialità, più che sufficiente per il fabbisogno. Attualmente disponiamo di appena 25 mila metri cubi. L'impianto potrebbe soddisfare anche le esigenze di altri Ato». Greco Lucchini aggiunge che «alcune autorizzazioni sono già state ottenute e dunque, con il finanziamento e l'avvio dei lavori in un anno, al massimo un anno e mezzo, l'opera può essere realizzata». Durante i lavori, che prevedono la realizzazione di 5 capannoni, 2 per la ricezione e la tritovagliatura e 3 per le biocelle anaerobiche, dove avviene la stabilizzazione del rifiuto, è possibile un'apertura parziale. Con i primi 2 capannoni e un tritovagliatore si potranno utilizzare quei 25 metri cubi restanti e dunque riaprire l'impianto già dopo 3 o 4 mesi dall'inizio dell'opera. Sia il centro di compostaggio che la discarica non appena arriverà il via libera da parte di tutti i Comuni passeranno sotto la gestione della Srr guidata da Greco Lucchina. (*GP *)

Racalmuto
Viadotto Malati, affidato l'appalto
Opere al Consorzio stabile Infra Tech Scarl con sede a Sant'Agata di Militello

I lavori sono stati appaltati. Il viadotto «Malati» - considerato a rischio e reso percorribile a senso unico alternato dall'ottobre del 2014 - verrà ripristinato e la transitabilità di quella porzione di strada provinciale 15 D, che da Racalmuto conduce alla statale 640, tornerà ad essere piena. Ad appaltare gli interventi per rimettere in sicurezza il cavalcavia - 5 le offerte ricevute: 3 le ammesse e 2 le escluse - è stato il Libero consorzio comunale di Agrigento. Se ne occuperà, dopo aver offerto un ribasso del 24,1137 per cento, il Consorzio stabile Infra Tech Scarl con sede a Sant'Agata di Militello.  L'importo dell'aggiudicazione è statodi 121.683,67 euro oltre Iva. Il decreto di finanziamento era arrivato nel novembre scorso. A trasmetterlo, allora, fu il dipartimento Infrastrutture,Mobilità e Trasporti (Infrastrutture viarie - Sicurezza stradale per la precisione) della Regione Siciliana. Il progetto per il recupero della sicurezza dello strategico viadotto è stato realizzato dallo staff del settore infrastrutture stradali del Libero consorzio di Agrigento. A deliberare il finanziamento fu la giunta regionale durante la programmazione delle risorse finanziarie  ex Fas 2000-2006 destinate alle strade secondarie di rilevante importanza sul territorio regionale, e con criticità tali da non consentire il normale flusso veicolare. Il tratto che sarà interessato dai lavori si trova in corrispondenza del viadotto alla progressiva chilometrica 0+100. Un tratto che, dal 2014, è percorribile solo con senso unico alternato a causa delle cattive condizioni strutturali del viadotto. Il crollo del viadotto "Morandi" di Genova risvegliò la politica di Racalmuto. Dopo anni di silenzio o di interventi di sollecito poco produttivi, lo scorso anno, appunto, gli allora consiglieri comunali in carica e gli esponenti politici tornarono a recriminare, e lo fecero a gran voce, i necessari interventi. La strada provinciale 15 e il viadotto «Malati» è una arteria strategica: di collegamento con i paesi limitrofi e di accesso alla 640. (*CR*)

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca / Racalmuto VIADOTTO "MALATI" CHIUSO DA 5 ANNI, APPALTATI I LAVORI PER RECUPERARE LA SICUREZZA L'importo dell'aggiudicazione, fatta dal Libero consorzio comunale di Agrigento, è stato di 121.683,67 euro oltre Iva

I lavori sono stati appaltati. Il viadotto "Malati" - considerato a rischio e reso percorribile a senso unico alternato dall'ottobre del 2014 - verrà ripristinato e la transitabilità di quella porzione di strada provinciale 15 D, che da Racalmuto conduce alla statale 640, tornerà ad essere piena. Ad appaltare gli interventi per rimettere in sicurezza il cavalcavia - 5 le offerte ricevute: 3 le ammesse e 2 le escluse - è stato il Libero consorzio comunale di Agrigento. Se ne occuperà, dopo aver offerto un ribasso del 24,1137 per cento, il Consorzio stabile Infra Tech Scarl con sede a Sant'Agata di Militello. L'importo dell'aggiudicazione è stato di 121.683,67 euro oltre Iva. Il decreto di finanziamento era arrivato nel novembre scorso. A trasmetterlo, allora, fu il dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti (Infrastrutture viarie - Sicurezza stradale per la precisione) della Regione Siciliana. Il progetto per il recupero della sicurezza dello strategico viadotto è stato realizzato dallo staff del settore Infrastrutture stradali del Libero consorzio di Agrigento. A deliberare il finanziamento fu la giunta regionale durante la programmazione delle risorse finanziarie ex Fas 2000-2006 destinate alle strade secondarie di rilevante importanza sul territorio regionale, e con criticità tali da non consentire il normale flusso veicolare. Il tratto che sarà interessato dai lavori si trova in corrispondenza del viadotto alla progressiva chilometrica 0+100. Un tratto che, dal 2014, è percorribile solo con senso unico alternato a causa delle cattive condizioni strutturali del viadotto. Il crollo del viadotto "Morandi" di Genova risvegliò la politica di Racalmuto. Dopo anni di silenzio o di interventi di sollecito poco produttivi, lo scorso anno, appunto, gli allora consiglieri comunali in carica e gli esponenti politici tornarono a recriminare, e lo fecero a gran voce, i necessari interventi. La strada provinciale 15 e il viadotto "Malati" è una arteria strategica: di collegamento con i paesi limitrofi, con il centro commerciale "Le Vigne" e di accesso alla raddoppiata statale 640.


IPIA ACCANTO AD UN IMPIANTO DI SMALTIMENTO RIFIUTI? DI ROSA PRESENTA ESPOSTO

Il coordinatore del movimento civico Mani libere: "Se nessuno provvederà a spostare l'istituto o almeno la sede della 'discarica' mi incatenerò davanti la scuola"
"Può un istituto scolastico coesistere in piena zona industriale con aziende di ogni tipo a ridosso di un centro di stoccaggio e una discarica per lo smaltimento di rifiuti organici?". E' l'interrogativo posto da Giuseppe Di Rosa, coordinatore del movimento civico Mani libere, che ha formalizzato un esposto alla Procura della Repubblica, all'Asp e alla Prefettura. Di Rosa è tornato, di fatto, a sollevare la questione dell'istituto per l'industria e l'artigianato "Fermi": quella scuola - costruita con cemento depotenziato - che una volta sorgeva in via Piersanti Mattarella. "L'edificio scolastico è stato costruito fra il 1975 ed il 1977 e chiuso nel 2012. Solo nel 2012 - ricorda Peppe Di Rosa - si erano accorti che era costruito con cemento depotenziato. Adesso si parla anche di un finanziamento milionario: 18 milioni di euro per riprendere l'istituto o quello che ne rimane. Nel frattempo, i 'nostri' giovani continuano a frequentare quella scuola che a nostro avviso è in un edificio, seppure insistente nel Comune di Aragona, in piena zona industriale accanto ad aziende per lo stoccaggio di rifiuti e - prosegue il coordinatore del movimento - a breve anche accanto ad un impianto mobile di smaltimento rifiuti". Nell'esposto, Di Rosa scrive: "L'assessore al Comune di Agrigento, Hamel, in un'intervista trasmessa dall'emittente televisiva locale, Teleacras, ha preannunciato l'imminente attivazione di un impianto mobile di smaltimento rifiuti: secco residuo e umido nella zona industriale, con tutti i nulla osta del caso ricevuti in una conferenza di servizio. Si chiede di volere procedere ad accertare se i locali hanno i requisiti per potere ospitare un istituto scolastico, con più di mille studenti, e se tali attività di discarica di umido e secco residuo sono compatibili con la presenza dell'istituto scolastico Ipia". "Quella sede, maldestramente individuata in piena zona industriale, era e doveva essere una sede temporanea - sottolinea Giuseppe Di Rosa - . Perché nessun amministratore si interessa più del caso Ipia Fermi?. Se nessuno provvederà a spostare l'istituto o almeno la sede della 'discarica', prima dell'inizio del nuovo anno scolastico, il giorno dell'inizio dell'anno scolastico, - ha concluso - mi incatenerò innanzi l'istituto fino a quando non avremo la certezza che la discarica e tutte le aziende della zona industriale sono compatibili con l'istituto scolastico frequentato da giovani provenienti da ogni città della provincia".
SCRIVOLIBERO
Regioni ed Enti Locali RACALMUTO, VIADOTTO "MALATI" PRESTO "GUARITO": AGGIUDICATI I LAVORI
Aggiudicati i lavori per "guarire" il viadotto "malati". L'importante snodo viario che, dalla strada provinciale 15 collega Racalmuto alla strada statale 640, ai paesi limitrofi ed anche al vicino centro commerciale. Un finanziamento deliberato dalla Regione Sicilia, durante la programmazione delle risorse finanziarie ex Fas 2000-2006 destinate alle strade secondarie di rilevante importanza sul territorio regionale, e con criticità tali da non consentire il normale flusso veicolare. Bandita e aggiudicata la gara, presto il viadotto, che dal 2014 è fruibile in senso unico alternato, ritornerà sicuro e percorribile.

LA SICILIA
SCIACCA Maltempo, bloccati gli impianti idrici Carboj slittamenti nella distribuzione dell'acqua Girgenti Acque ha rilevato lo spegnimento degli apparati elettrici. SCIACCA. Il maltempo delle ultime ore ha provocato problemi agli impianti idrici dei pozzi Carboj. I tecnici di Girgenti Acque nella mattinata di ieri hanno rilevato lo spegnimento degli impianti e dai rilievi nei serbatoi "Santa Maria" e "Mura di Vega" sono emersi quantità di acqua non ottimali per garantire in maniera adeguata la distribuzione idrica in città. La turnazione prevista ha dunque subito dei disservizi con conseguenti slittamenti. Nella tarda mattinata il problema è stato risolto, l'erogazione è ripresa ed entro oggi dovrebbe tornare regolare. Le interruzioni elettrici agli impianti Carboj non sono una novità e periodicamente si verificano interruzioni che bloccano il pompaggio. "Naturalmente - dice Brunetto - sarà necessario del tempo per raggiungere la normale pressione. La distribuzione dell'acqua per il centro storico, però, è stata avviata ed a seguire si passerà al quartiere Perriera e alle altre zone servite da quest'impianto". Intanto, sempre ieri la società idrica ha cominciato i lavori di riparazione della nuova perduta al collettore principale del quartiere San Marco. Si tratta di un guasto rilevato domenica mattina, poche ore dopo la conclusione di un precedente guasto alla stessa condotta, a pochi metri di distanza dallo scavo che era stato chiuso con asfalto. Sul fronte dell'allerta meteo di colore arancione, che un po' di apprensione ha creato a Sciacca e nel territorio circostante, dall'ufficio comunale di Protezione civile segnalano che non sono stati rilevati particolari disagi a parte alcuni tombini allagati e degli elettrodomestici danneggiati per l'improvvisa interruzione della fornitura elettrica. La pioggia caduta in gran quantità lungo la strada Sciacca-Palermo e in particolare nell'area belicina, ha provocato alcuni problemi alla viabilità e un incidente stradale nella zona Misilbesi, tra Santa Margherita Belice e Menfi, dove una Fiat Punto ha tamponato un'Audi e provocato il ferimento di tre persone, tutte trasferite all'ospedale di Sciacca per i successivi accertamenti diagnostici. GIUSEPPE RECCA
CANALIZZAZIONE DELLE ACQUE, SI SBLOCCA L'ITER DIGA GIBBESI. Ci sono voluti 30 lunghissimi anni per l'approvazione delle opere che completeranno l'invaso. Si sblocca dopo 30 di attesa l'iter per il completamento della diga Gibbesi. E' stato infatti, approvato il progetto per la canalizzazione dell'acqua invasata che permetterà di irrigare le campagne di molti comuni della provincia di Agrigento: Licata, Ravanusa, Naro, Campobello di Licata. Il progetto per la canalizzazione dell'acqua invasata nella diga Gibbesi, è stato approvato dalla Commissione Tecnica del Provveditorato alle Opere Pubbliche Interregionale Sicilia-Sardegna. Entro questo mese di settembre dovrebbe arrivare la firma definitiva da parte del Direttore Generale, quindi potrà essere presentato al Governo di Roma per ottenere il finanziamento. Inoltre, a breve dovrebbe esserci un incontro con il responsabile dell'Autorità di Bacino Idrico per sollecitare la cosiddetta "sperimentazione all'invaso", grazie alla quale, rispettando i tempi necessari, si potrà arrivare alla massima capienza della diga: 12 milioni di metri cubi. Lo scorso mese, il comune di Licata aveva proposto l'istituzione di un tavolo tecnico costituito, anche dai comuni i Campobello di Licata, Naro, Ravanusa e Sommatino, con l'obiettivo di chiedere un incontro urgente al Presidente della Regione e al competente assessorato regionale per sollecitare il finanziamento di tutte le opere necessarie all'invasamento e alla canalizzazione. La diga Gibbesi era stata ideata da un accordo del 23 giugno 1966 tra l'Ente Minerario Siciliano, da una parte, e l'Eni e la Montedison, dall'altra, per alimentare uno stabilimento realizzato nell'area industriale di Licata, oggi non più esistente. Dall'assessorato industria è passata all'assessore agricoltura e di conseguenza all'ex consorzio Gela 5; l'acqua della diga (11 milioni di metri cubi), per scopi irrighi ed anche civili, interessa i Comuni di Licata, Ravanusa, Campobello di Licata e Palma di Montechiaro e ricade nel territorio di Sommatino a confine con il territorio di Ravanusa. In sostanza mancano le opere di canalizzazione ed i progetti sono fermi alla Regione.



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