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rassegna stampa del 18 settembre 2019

Agrigentonotizie.it

Minacce per porre fine a contenzioso", chiesto rinvio a giudizio per dirigente ex Provincia

Tentata concussione perchè avrebbe minacciato una coppia di coniugi di Licata di attivare le procedure di revoca dei passi carrabili se non avessero ritirato un'istanza di annullamento di un'asta pubblica. È l'ipotesi di reato del pubblico ministero Antonella Pandolfi che ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ingegnere Filippo Napoli, 57 anni, responsabile del settore Infrastrutture del Libero Consorzio. La vicenda risale al 7 ottobre del 2014. Napoli avrebbe tentato di imporre il ritiro di un'istanza di annullamento, relativa alla vendita di un relitto stradale, che era stato aggiudicato ad altri privati e la coppia rivendicava. Il funzionario, per convincerli a non dare seguito al contenzioso, avrebbe prospettato di revocare loro le autorizzazioni per la collocazione di alcuni passi carrabili. La vicenda, questa mattina, è approdata in aula, davanti al gup Stefano Zammuto, per l'udienza preliminare. Le presunte vittime hanno presentato dei documenti e la difesa dell'imputato, affidata all'avvocato Antonino Gaziano, ha chiesto un termine per visionarli e interloquire. Si torna in aula l'8 ottobre.

Pennelli a mare vetusti, ispettore vigili: "Inchiesta avviata dopo denunce Arnone"

L'inchiesta partì, nel 2011, dopo un esposto del consigliere comunale Giuseppe Arnone che segnalava delle irregolarità amministrative nella gestione delle condotte di depurazione. In effetti ci furono alcuni riscontri alle sue accuse". L'ispettore della polizia municipale Mario Quagliata racconta così, in aula, l'origine dell'indagine sui cosiddetti pennelli a mare, vale a dire le condotte sottomarine dell'impianto di depurazione che avrebbero scaricato reflui sulle acque del litorale di San Leone senza un adeguato filtro. Il presidente della seconda sezione penale Wilma Angela Mazzara ha aperto ieri il dibattimento ed è stato ascoltato il primo teste. 
Il processo parte con un anno di ritardo e, nel frattempo, alcuni reati sono già caduti in prescrizione. Lo ha fatto presente, all'udienza precedente, il presidente della seconda sezione penale Wilma Angela Mazzara. Ieri gli imputati (difesi, fra gli altri, dagli avvocati Diego Galluzzo, Giuseppe Scozzari e Lillo Fiorello) hanno comunicato formalmente di rinunciare alla prescrizione. Cinque gli imputati. Si tratta di Marco Campione, 55 anni, di Agrigento, legale rappresentante di Girgenti Acque Spa; Giuseppe Giuffrida, 69 anni, di Gravina di Catania, ex amministratore delegato del gestore del servizio idrico integrato nell'Agrigentino; Bernardo Barone, 64 anni, direttore generale dell'Ato idrico, di Agrigento. Nella lista pure Pietro Hamel, 65 anni, di Porto Empedocle, dirigente tecnico dell'Ato idrico e Maurizio Carlino, 56 anni, progettista e direttore dei lavori, entrambi di Favara. 

Giornale di sicilia
Libero Consorzio «Tentata concussione» Chiesto giudizio per dirigente

Tentata concussione perchè avrebbe minacciato una coppia di coniugi di Licata di attivare le procedure di revoca dei passi carrabili se non avessero ritirato un'istanza di annullamento di un'asta pubblica. È l'ipotesi di reato del pubblico ministero Antonella Pandolfi che ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ingegnere Filippo Napoli, 57 anni, responsabile del settore Infrastrutture del Libero Consorzio. La vicenda risale al 7 ottobre del 2014. Napoli avrebbe tentato di imporre il ritiro di un'istanza di annullamento, relativa alla vendita di un relitto stradale, che era stato aggiudicato ad altri privati e la coppia rivendicava. Il funzionario, per convincerli a non dare seguito al contenzioso, avrebbe prospettato di revocare loro le autorizzazioni per la collocazione di alcuni passi carrabili. La vicenda, ieri mattina, è approdata in aula, davanti al gup Stefano Zammuto, per l'udienza preliminare. Le presunte vittime hanno presentato dei documenti e la difesa dell'imputato, affidata all'av - vocato Antonino Gaziano, ha chiesto un termine per visionarli e interloquire. Si torna in aula l'8 ottobre. In quella circostanza, la difesa comunicherà la strategia processuale. Se non ci sarà la richiesta di giudizio abbreviato, sarà il giudice a decidere se disporre il rinvio a giudizio. ( *G ECA )

Armao prepara la manovra: «Tagli alle uscite» La scure dell'asse ssore su enti, partecipate, bonus

Col blocco della spesa già deciso, la prospettiva è quella di una Finanziaria 2020 lacrime e sangue. «Contiamo su un aumento delle entrate che stiamo già registrando» è il cauto ottimismo dell'assessore Gaetano Armao. Che poco dopo però a Tgs, a margine di Cronache Siciliane, ammetterà che «si va verso significative riduzioni di spesa che concorderemo già nei prossimi 10 giorni con ogni assessorato». Solo così la Regione potrà colmare, seppure a rate, la nuova voragine che si è aperta nei conti: 400 milioni. E il rischio è che non sia neanche la cifra esatta. L'ora della verità scatterà solo a fine ottobre, quando la Corte dei Conti emetterà il giudizio di parifica (già rimandato, visto che era previsto a luglio): solo allora si capirà quanto del disavanzo degli anni scorsi non è ancora emerso e va quindi colmat o. Armao si dice convinto che «dalla fatturazione elettronica, introdotta a livello nazionale, stanno arrivando aumenti significativi negli incassi dell'Iva. E ciò produrrà benefici anche per l'Iva». Ma è impossibile immaginare che ciò basti a superare l'emergenza. L'a s s e s s o re ha già pronto un piano che punta a utilizzare tutte le risorse disponibili e non necessarie. E lo ha messo nero su bianco in una circolare che nei giorni scorsi ha inviato a tutti gli assessori per iniziare a preparare il bilancio 2020, che Musumeci vuole approvare entro il 31 dicembre malgrado i dubbi che maturano fin d'ora nelle opposizioni. In vista della predisposizione delle bozze di bilancio e Finanziaria l'assessore ha avvertito: «Tutti i rami dell'amministrazione sono invitati a individuare entro l'8 ottobre misure dirette al contenimento delle spese e al reperimento di risorse aggiuntive senza formulare proposte di nuove spese». Questa è la prospettiva del 2020. Armao ha ricordato anche la necessità di revisionare il Famp, il capitolo di spesa per straordinari e premi del personale, e il fondo per i i bonus ai dirigenti. L'assessore ha poi ricordato la necessità di revisionare la spesa per partecipate ed enti regionali: «La costruzione del prossimo bilancio dovrà tenere conto dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione, riqualificazione e revisione della spesa pubblica regionale che si possono conseguire sulle singole voci». Armao cercherà in questi giorni di individuare i capitoli di spesa che stanno marciando più lentamente, indicando una sovrastima, e da lì partirà per tagliare quanto più possibile. In particolare l'assessore conta di poter tagliare «locazioni e duplicazioni di strutture o funzioni». Ma la cosa su cui contano di più fra Palazzo d'Orleans e via Notarbartolo è la possibilità di spalmare in almeno 10 anni e non in tre il nuovo disavanzo emerso dall'analisi dei capitoli di bilancio degli ultimi 10 anni. È una chance che per la prima tranche - quella emersa a febbraio scorso - è stata faticosamente autorizzata. Solo se lo stesso si potrà fare per questo nuovo buco il livello di allerta potrà scendere da massimo a «semplicemente» e l eva t o. 

Grandangoloagrigento.it

Il Comune di Agrigento, tramite l'avvocato Antonino Insalaco, si è costituito parte civile per danno d'immagine nell'ambito del processo sui cosiddetti "pennelli a mare". Lo ha stabilito ieri il Tribunale di Agrigento sciogliendo la riserva. Il processo, che si celebra davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, nasce dall'inchiesta sull'ormai famosa vicenda dei pennelli a mare, le condotte sottomarine (Ps e Padri Vocazionisti) che - secondo la ricostruzione degli inquirenti - sversavano reflui nel mare di San Leone deteriorandolo e inquinandolo.Sul banco degli imputati siedono gli ex vertici di Girgenti Acque Marco Campione e Giuseppe Giuffrida, dell'Ato idrico Bernardo Barone e Pietro Hamel e del progettista Maurizio Carlino. Fra i reati contestati abuso d'ufficio e truffa. Secondo la Procura i reflui dalla fogna arrivavano direttamente a mare senza la depurazione perché le condotte si rompevano con troppa frequenza e le centraline di sollevamento andavano in tilt. I dati di laboratorio, però, erano sempre rassicuranti perché - secondo l'accusa - sarebbero state falsificati. Alcuni capi di imputazione contestati ai cinque imputati, inerenti alle violazioni paesaggistiche e al getto pericoloso di cose, sono ormai caduti in prescrizione.

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