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rassegna stampa del 20 settembre 2019

Agrigentonotizie.it
Assistenza ai disabili, aggiunti 29 enti autorizzati dall'ex Provincia

Anche per quest'anno scolastico 2019/2020 continueranno ad essere forniti i servizi per l'assistenza, l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con grave handicap fisico, psichico o sensoriale delle scuole medie superiori della provincia di Agrigento di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Un servizio importante ed indispensabile come dichiara il Commissario straordinario Alberto Di Pisa, curato dal Settore Solidarietà Sociale, Trasporti, RPD, che potra' assicurare alle tante famiglie della provincia agrigentina di usufruire di tale beneficio. Il Libero Consorzio Comunale, ha adottato, infatti, con Determinazione Dirigenziale n. 1260 del 01/07/2019 l'aggiornamento del Registro Provinciale degli enti del terzo settore ed ha approvato il relativo schema di avviso pubblico. Sono 29 gli Enti aggiunti, già iscritti agli albi regionali, autorizzati allo svolgimento dei servizi a favore degli studenti portatori di handicap grave. Gli Enti non ammessi, potranno ricorrere avverso l'esclusione entro 60 giorni al Tar Sicilia, ovvero entro 120 giorni con ricorso straordinario al Presidente della Regione. Le famiglie e le Associazioni, per qualsiasi chiarimento, potranno rivolgersi al Settore Solidarieta' sociale in Via Esseneto n.62 ad Agrigento.



Giornale di sicilia
Il Consiglio dei ministri impugna la legge siciliana sugli appalti

La riunione del Consiglio dei ministri di ieri ha bocciato le norme sugli appalti contenute nel collegato approvato dall'Ars lo scorso luglio e dichiarato lo stato di emergenza per Stromboli in seguito all'e r uz i o n e del vulcano di questa estate. La norma regionale della Sicilia è stata bloccata insieme ad altre due leggi che riguardano altre regioni. In particolare, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi al termine della riunione di ieri «su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, il Consiglio dei ministri ha esaminato quindici leggi delle Regioni e delle Province autonome e ha deliberato di impugnarne tre». Tra queste impugnata la legge della regione Sicilia (la numero 13 del 19 luglio 2019), ovvero il «collegato al Ddl n. 476 "Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno 2019. Legge di stabilità regionale"», in quanto una norma che riguarda le gare d'appalto (l'articolo 5 del testo) «invade la competenza esclusiva riconosciuta allo Stato dall'articolo 117, secondo comma, lettera e». La norma bocciata interveniva sulle modalità di gara e sui metodi di aggiudicazione dei lavori per gli appalti inferiori alla soglia comunitaria, per evitare il verificarsi di ribassi eccessivamente alti che ha determinato non pochi problemi nel sistema di aggiudicazione in Sicilia. In verità i profili di incostituzionalità erano già stati segnalati dagli uffici dell'Ars. Nelle note di lettura che accompagnavano il testo, infatti, per quel riguarda l'articolo 5 del disegno di legge in questione bocciato ieri dal Consiglio dei ministri, gli uffici dell'Assemblea notavano come «interviene per disciplinare autonomamente rispetto alla normativa statale, segnatamente l'articolo 97 del nuovo codice degli appalti (d.lgs. 50/2016), la materia dell'aggiudicazione degli appalti pari o inferiori alla soglia comunitaria, introducendo un meccanismo di individuazione della soglia, calcolo ed esclusione delle offerte anomale e dunque incidendo sulle modalità di aggiudicazione e di scelta del contraente con autonomi e differenti criteri rispetto all'articolo 97 del codice degli appalti citato». «La norma presenta profili di incostituzionalità. E infatti, tale disposizione, incidendo sulle modalità di scelta del contraente, interviene in materia di tutela della concorrenza, ambito più volte definito dalla giurisprudenza costituzionale di competenza esclusiva statale in cui è preclusa la competenza legislativa regionale», notavano i tecnici di Palazzo dei Normanni. Le Regioni, anche se a statuto speciale, infatti «non possono dettare una disciplina autonoma». Non si tratta della prima volta che la Regione interviene sul sistema degli appalti subendo sia impugnative da parte del Commissario dello Stato sia con una pronuncia della Corte costituzionale che con la sentenza 263 del 2016 ha dichiarato illegittimi alcuni articoli della legge regionale 14 del 2015 che avevano introdotti criteri autonomi di valutazione e di esclusione rispetto alla norma nazionale con un meccanismo analogo alla norma che era stata proposta e bocciata ieri dal Consiglio dei ministri.

Ambiente
Raccolta differenziata che funziona. Arrivano anche le gratificazioni. Economiche, s'intende. Sono stati completati i primi conteggi sui corrispettivi da incassare e sono state emesse le relative fatturazioni, per il conferimento dei prodotti differenziati: plastica, metalli, vetro, carta e cartone. Agrigento incasserà, per la vendita di questi prodotti, l'importo complessivo di un 1.040.153 euro. «Si tratta di un risultato straordinario che produrrà benefici per l'utenza e che conferma che gli sforzi fatti per mantenere alta la percentuale di differenziata, che oggi ad Agrigento supera il 70 per cento, sono stati premiati» - ad esprimere soddisfazione per il risultato ottenuto, ieri, sono stati il sindaco Lillo Firetto e l'assessore all'Ecologia, Nello Hamel - . «La percentuale di differenziata registrata nell'anno 2019 realizza le condizioni per poter accedere alle premialità regionali, - hanno spiegato i due amministratori - con un ulteriore importo sicuramente superiore ai 500 mila euro. Le prospettive sono quindi - s ot t o l i n e a - no Firetto e Hamel - la possibilità di una ulteriore diminuzione delle tariffe e un consistente miglioramento dei servizi finanziato con parte delle somme sopravvenute». Agrigento, secondo i dati raccolti dal dipartimento regionale Acqua e Rifiuti sulla base delle comunicazioni periodiche dei Comuni, resta prima fra tutti - fra i capoluoghi di provincia - in materia di raccolta differenziata. «Sulla differenziata siamo ancora più avanti, rispetto al dato comunicato nei mesi passati alla Regione. Adesso, siamo al 73 per cento, dato straordinariamente buono - ha già commentato e spiegato il sindaco Lillo Firetto - . La Regione però è ancora in ritardo con l'impiantistica. Questo crea talvolta disservizi per i Comuni. Questa estate, ad esempio, abbiamo dovuto fare salti mortali per fronteggiare la raccolta ed evitare disservizi e disagi. I miei concittadini hanno, nella stragrande maggioranza, dimostrato, e lo dimostrano i grandi risultati raggiunti, di saper cogliere quello che è un obbligo di legge, ma soprattutto una sfida civile. La lotta agli atti di inciviltà procede - ha aggiunto Firetto - senza il minimo arretramento, sia con appostamenti, sia rovistando tra i rifiuti, sia con telecamere. Questo risultato è il risultato - ha tenuto a rimarcare il sindaco della città dei Templi - della quasi totalità degli agrigentini». L'assessore. Nello Hamel ( *C R* )
Quale «destino» per la Scala dei Turchi A Realmonte se ne è discusso in piazza
Ancora riflettori accesi sulla Scala dei Turchi. Il caso scoppiato sulla bozza d'accordo tra pubblico e privato per la gestione e i diritti del brand della scogliera bianca tra le più famose del mondo è approdato nell'aula dell'Ars dove l'assessore regionale al Territorio e all'Ambiente, Toto Cordaro, rispondendo all'i n t e r rog a z i o - ne del deputato Michele Catanzaro, ha spiegato che la Regione sta valutando l'ipotesi di «espropriazione per pubblica utilità». E ieri sera se ne è discusso pubblicamente in piazza Umberto I a Realmonte, durante un incontro promosso dal sindaco Lillo Zicari, dopo le polemiche dei giorni scorsi, «per un corretto approccio al problema, in modo che tutti i cittadini possano essere edotti della questione e farsi il proprio convincimento scevri da condizionamenti vari e posizioni politiche di parte». La bozza d'accordo prevede la cessione da parte del proprietario privato, il dottor Ferdinando Sciabbarrà, della nuda proprietà dell'area al Comune di Realmonte in cambio, per 70 anni, del 70% dei diritti di immagine sul brand «Scala dei Turchi». Si chiuderebbe così il contenzioso tra l'ente pubblico e il proprietario della scogliera consentendo al Comune, a conclusione dei 70 anni, di acquisire la totalità del bene oltre ad avere diritto da subito agli incassi dell'eventuale sbigliettamento. «È intendimento di questa amministrazione - ha dichiarato il sindaco Zicari - promuovere lo sviluppo locale autosostenibile che passi anche attraverso la valorizzazione della Scala dei Turchi, con la regolamentazione dell'accesso al sito in modo da tutelarne l'integrità per le generazioni future. Occorre, dunque, averne il pieno titolo giuridico, che è rappresentato dal diritto di proprietà. Resto convinto che il Comune può e deve essere interprete di un processo virtuoso di tutela, valorizzazione e sviluppo della Scala dei Turchi». L'accordo, che dovrà essere approvato dalla giunta e dal consiglio, «permetterebbe di gestire il bene materiale della Scala dei Turchi, secondo un efficace progetto di gestione e tutela con risvolti economici e occupazionali. Ma si fa avanti solo se siamo tutti d'a cco rd o : cittadini, giunta, consiglio comunale». A bloccare i progetti potrebbe però essere la Regione. Secondo Cordaro il Comune avrebbe comunque delle difficoltà a gestire il sito, che ancora non è neanche una riserva naturale come Torre Salsa, la foce del Platani o l'isola dei Conigli. «L'accert amento che abbiamo svolto -ha spiegato l'assessore intervenendo a Sala d'Ercole - ci ha portato a valutare un dato che è davvero sorprendente e cioè la proprietà privata della quasi totalità del sito della Scala dei Turchi. Allo stato vi è un contenzioso tra il privato e il Comune che intenderebbe acquisire questo bene ambientale straordinario tra i più importanti del patrimonio siciliano, però questo è per noi un tema che verrà approfondito in attesa dell'esito del contenzioso e soprattutto un attimo dopo che il contenzioso si chiuda perché la Regione vuole intervenire con tutta la forza possibile - ha sottolineato Cordaro - perché un bene del genere, non solo non può essere oggetto di un contenzioso tra un privato e l'amministrazione comunale, che credo con qualche difficoltà avrebbe la possibilità di gestire, ma soprattutto valuteremo, dopo avere conosciuto l'esito del contenzioso, la possibilità che vi è in diritto di un procedimento di espropriazione perché per noi il bene primario è la fruibilità pubblica della Scala dei Turchi». Cordaro ha annunciato che in una nuova occasione, quando il quadro sarà più definito, riferirà all'Ars. «Se fossi padrone dell'area vedrei in questa proposta dell'a s s e s s o re Cordaro l'unico modo per risolvere questa vicenda per il bene della Scala dei Turchi, l'unica cosa che ci interessa è che venga gestita e fruita correttamente», ha detto il responsabile dell'associazione Mareamico di Agrigento Claudio Lombardo a cui il proprietario, nel 2016, aveva provato ad affidare la gestione dell'area prima che si aprisse il contenzioso con il Comune. Sulla vicenda è intervenuto su Facebook anche il vice presidente della Regione Gaetano Armao. «Quest'utilizzo scriteriato della Scala dei Turchi deve terminare, occorre limitare gli accessi stanno distruggendo la marna di Realmonte. Intervenire subito», ha scritto Armao condividendo alcune foto della scogliera affollata di turisti. Secondo il deputato regionale dem Michele Catanzaro, che nei giorni scorsi ha sollevato il caso, si tratta di «una vicenda assurda, la mercificazione di uno dei siti più belli della nostra terra. Io non so se questo tratto di costa, sia più o meno privato. La questione - ha detto - deve essere analizzata e compresa fino in fondo, affinché si scongiuri il rischio di far passare in silenzio e nell'indifferenza generale un disegno ed un proposito che offende il concetto stesso di bene comune nella mia provincia e dell'intera Sicilia.
Rifiuti, l'assessore Pierobon: "Sbloccare il passaggio degli impianti alle Srr"
L'autorizzazione integrata ambientale può essere rilasciata anche alle Srr. Una nota dell'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, chiarisce la possibilità di volturare le autorizzazioni degli impianti di trattamento dei riuti alle società di regolamentazione. L'intervento dei tecnici dell'assessorato potrebbe consentire ad esempio di trasferire subito la gestione dell'impianto di Gela oggi in mano all'Ato in liquidazione nelle more di individuare il gestore. "A seconda del contesto - si legge nella nota tecnica fornita all'assessore Pierobon - una soluzione del genere potrebbe rilevarsi funzionale alla miglior tutela dell'interesse pubblico, laddove l'amministrazione, magari perché già titolare dell'impianto, preferisca ottenere direttamente l'autorizzazione per regolarne l'uso, in conformità con le prescrizioni dalla stessa imposte". Secondo la nota, se è vero che le autorizzazioni vanno rilasciate a un gestore, nel campo ambientale il gestore può intendersi anche in altra accezione. Cioè potrà sbloccare, se gli uci aderiranno a questo indirizzo, tutta la situazione ferma del passaggio dai vecchi enti alle attuali Srr togliendo l'alibi a chi ancora si nasconde dietro a queste problematiche. Secondo l'assessorato "questa soluzione, tra l'altro, appare compatibile sia con l'adamento del servizio ad un soggetto terzo, sia con la scelta di ricorrere alla gestione in house, ferma restando la necessità un'attenta regolazione dei relativi rapporti per garantire che il relativo esercizio si conformi comunque con le prescrizioni in materia di Aia".






Agrigentonotizie.it
Una nuova palestra al liceo "Fermi", via all'inaugurazione

La nuova palestra del liceo scientifico "Enrico Fermi" di Sciacca è una realtà. Ultimati i lavori di completamento e superata la fase finale dei collaudi tecnici ed amministrativi, la nuova struttura sarà ufficialmente inaugurata il prossimo 24 settembre alle ore 11 dal commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento  Girolamo Alberto Di Pisa, che per l'occasione terrà una conferenza stampa, illustrando i vari passaggi tecnici e burocratici che hanno portato alla realizzazione di questa importante struttura, che arricchisce ulteriormente il quadro dell'edilizia scolastica in provincia, e in particolare in un comprensorio che conta su una popolazione scolastica considerevole. Il progetto, redatto dai tecnici del Settore Edilizia Scolastica del Libero Consorzio, è stato finanziato con fondi statali e in parte con fondi dello stesso Libero Consorzio di Agrigento, per un ammontare complessivo di 2.655.700,00 euro.

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