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/ Rassegna stampa » 2020 » Giugno » 8 » Rassegna stampa dal 6 all'8 giugno 2020
 

Rassegna stampa dal 6 all'8 giugno 2020

Giornale di Sicilia

Diciotto i comuni nei quali gli agenti hanno espletato l'azione di controllo
Movida, la polizia provinciale passa a setaccio i locali pubblici
Nell'ultimo fine settimana la verifica ha riguardato 10 attività, una di queste sanzionata per il mancato rispetto delle norme anticovid
Paolo Picone
I riflettori della polizia provinciale del Libero consorzio comunale di Agrigento sono puntati sulla movida agrigentina per scongiurare assembramenti ed assicurare il rispetto delle disposizioni di legge «anti assembramento». Nel corso dello scorso fine  settimana sono stati controllati 10 locali uno dei quali è stato sanzionato per il mancato rispetto delle disposizioni anticovid. Il comandante, Vincenzo Giglio, ha impegnato sul territorio diverse pattuglie che hanno affiancato le altre forze dell'ordine. Nella prima fase della pandemia sono stati effettuati più di duemila controlli Pub, esercizi pubblici, luoghi ordinariamente meta di comitive di giovani. In tutte le occasioni di controllo e verifica è sempre stato consigliato di far prevalere il buon senso ed il rispetto delle regole. La Polizia provinciale, ricordiamo, anche durante la fase più acuta dell'epidemia Covid 19, è stata impegnata su tutto il territorio provinciale in una serie di controlli finalizzati al rispetto delle disposizioni anticovid. Il consuntivo ha fatto registrare un'intensa attività di controllo in numerosi comuni della provincia verificando la posizione di oltre duemila automezzi ed elevando diverse sanzioni sulla normativa per l'emergenza Covid-19 dall'importo di 533 euro. Le pattuglie sono state impegnate nel capoluogo e nei comuni medio piccoli a supporto delle forze dell'ordine. Le verifiche, effettuate con il coordinamento della Prefettura e della Questura, hanno riguardato in particolare 18 comuni: Agrigento, Cianciana, Calamonaci, Sant'Angelo Muxaro, Cattolica Eraclea, Montallegro, Bivona Santo Stefano Quisquina, Cianciana, Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Lucca Sicula, Castrofilippo, Favara, Sambuca di Sicilia, Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago. Giornalmente sono state utilizzate 4 pattuglie per il servizio di vigilanza. Due le pattuglie in servizio dalle 8 alle 14 e due dalle 14 alle 20. La Polizia provinciale contribuisce già da diverse settimane, seguendo le direttive del commissario straordinario del Libero consorzio, Girolamo Alberto Di Pisa, ai controlli lungo le strade della provincia fino a cessata emergenza sanitaria. (* PAPI*)

Di Pisa confermato al Libero consorzio
Girolamo Alberto Di Pisa è stato confermato nella carica di commissario straordinario del Libero consorzio. Le funzioni saranno eserciate in attesa dell'insediamento degli organismi elettivi degli enti di area e comunque non oltre il 31 gennaio 2021. Di Pisa era stato nominato dal presidente della Regione Nello Musumeci per la prima volta commissario straordinario dell'ex Provincia il 31 gennaio 2018 ed è stato riconfermato altre quattro volte nell'incarico. L'ultima nomina era in scadenza il 31 maggio. (* PAPI*)

7 giugno

REALMONTE
Spiaggia vicino la Scala apre ai bagnanti
«La spiaggia su cui si affaccia la Scala dei Turchi è balneabile». Questo è stato il messaggio lanciato dal sindaco di Realmonte, Calogero Zicari e dai componenti dell'associazione «Scala dei Turchi» che si sono dati appuntamento nei pressi della suggestiva scogliera di marna bianca. Zicari ha precisato che il divieto di balneazione per rischio crolli, non interessa il tratto di spiaggia che va dalla Scala dei Turchi verso Villa Romana, l'amministratore comunale quindi, alla viglia dell'avvio in Sicilia della stagione balneare, invita i potenziali bagnanti, a fruire dell'ampia spiaggia seppur nel rispetto delle regole di contenimento dettate dall'emergenza sanitaria. (* PAPI*)

8 giugno

Anche ieri i volontari del Wwf
Sicilia Area Mediterranea - sezione di Licata si sono dati appuntamento a Mollarella per una operazione di monitoraggio della costa. Grazie al progetto «Tartarughe del Wwf Italia», autorizzato dal Ministero dell'Ambiente, e del Life EuroTurtles dell'Unione Europea, hanno percorso tutto l'arenile per monitorare lo stato dei luoghi, in attesa che le mamme tartarughe possono venire a nidificare. Sono stati sistemati anche dei cartelli per i bagnanti con le indicazioni per riconoscere i segni della presenza di nidi di tartaruga Caretta caretta. « L'occasione - dice Gino Galia, responsabile locale del Wwf - è stata utile anche per verificare lo stato di inquinamento delle cose da plastiche e rifiuti da contenimento del Covid 19, quali mascherine e guanti, che momentaneamente sembrano non destare grande preoccupazione lungo le spiagge. Sensibilizziamo la gente al senso civico ed all'amore per la città in cui vivono. Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l'impossibile». (* PAPI*)

6 giugno 2020

SiciliaTv

Libero Consorzio Comunale di Agrigento, confermato Di Pisa come Commissario Straordinario

Laura Cristoforetti
Il Dott. Girolamo Alberto Di Pisa è stato confermato, con un decreto inviato dalla Regione Siciliana, nella carica di Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
La sua nomina, in scadenza il 31 maggio è stata pertanto prolungata a causa del rinvio delle elezioni dei vertici del Libero Consorzio.
Girolamo Alberto di Pisa continuerà quindi a svolgere le funzioni di Commissario Straordinario, nelle more dell'insediamento degli organi degli Enti di area vasta, fino al 31 gennaio 2021.
Il Dr. Di Pisa era stato nominato per la prima volta Commissario Straordinario dal Presidente Musumeci il 31 gennaio 2018. Da allora è stato riconfermato altre quattro volte.

Siciliaonpress

Scala dei Turchi la spiaggia non è interdetta e la balneazione è consentita - Sicilia ON Press

Lo ha ribadito il sindaco di Realmonte Lillo Zicari: "L'ordinanza interessa il promontorio e la spiaggia di ponente mentre tutta la spiaggia da Punta Grande fin sotto la Scala dei Turchi propriamente detta è tutta libera per la balneazione".
Ieri pomeriggio conferenza stampa del sindaco e dei rappresentanti dell'associazione Scala dei Turchi per ribadire proprio questo concetto ovvero che la balneazione, con tutte le limitazioni e le attenzioni imposte nell'emergenza covid19 è consentita.
La Scala dei Turchi, insomma, è fruibililissima da tutte le parti tranne che, per il momento a salirci sopra e camminarci. Due sono i problemi legati alla temporanea chiusura: primo è il sequestro giudiziario operato dalla Procura di Agrigento per un contenzioso sulla proprietà tra un privato e il Demanio marittimo; il secondo perché ci sono delle parti che per normale usura ma anche per tipologia di terreno si staccano  e creano pericolo e devono essere messi in sicurezza.
"Comunque la Scala dei Turchi si può ammirare da qualsiasi parte - ha ribadito il sindaco Zicari - dal Belvedere nella visione dalla parte superiore, dalla Baia di Capo Rossello al tramonto dal lato Ovest e dalla parte di  Puntamajata dalla lato Est"
"Si può arrivare ai piedi della Scala lato mare e farvi il bagno nelle vicinanze perché lì non c'è divieto di balneazione - ci dice Peppe Sorce dell'associazione Scala dei Turchi - in quanto il divieto. ma da decenni. è dall'altra parte ovvero nel lato per intenderci Madison. La Scala dei Turchi si può ammirare direttamente dal mare, essendo una scogliera si può arrivare fino a 100 metri di distanza e ammirarla in tutta la sua imponente bellezza".
Insomma sindaco e operatori turistici non ci stanno a far passare il messaggio che la Scala dei Turchi è blindata, interdetta ed irraggiungibile. Certamente non si può salire sopra, si spera ancora per poco tempo, per via del sequestro e delle relative ordinanze, per cui tutta la scogliera di marna bianca è delimitata da staccionate è interdetta alla fruizione. Ma la bellezza della Scala dei Turchi, così come tante altre bellezze del mondo, si può ammirare e godere senza andarvi sopra direttamente e soprattutto facendo un bagno nello splendido mare circostante.
L'amministrazione comunale di Realmonte ha già predisposto i cartelli monitori e quelli esplicativi su come fruire della spiaggia libera in relazione alle disposizioni legate all'emergenza covid19 che saranno affisse in tutti i punti di accesso.

Grandangolo

Dl Rilancio, Cancelleri e Martinciglio: "in arrivo oltre 6milioni di euro per i Comuni agrigentini e il Libero Consorzio"

"Oltre 5.5 milioni di euro in arrivo dal Governo ai comuni della provincia di Agrigento e 829.957,81 euro al Libero Consorzio Comunale di Agrigento per far fronte alle spese necessarie per assicurare i servizi fondamentali ai cittadini." È quanto riferiscono in una nota le deputate della Commissione Finanze della Camera, Azzurra Cancelleri (m5s) e Vita Martinciglio, che spiegano: "Il Ministero dell'Interno il 28 maggio scorso ha disposto il pagamento a favore dei comuni del 30 per cento del contributo loro spettante per l'anno 2020 per l'esercizio delle funzioni fondamentali. Le risorse sono state previste dall'articolo 106 del "Decreto Rilancio" per permettere agli enti locali di sopperire alle possibili minori entrate, anche per i servizi pubblici locali, dovute all'emergenza Covid. L'acconto versato in questi giorni - prosegue Cancelleri - è di complessivi 900 milioni di euro per i comuni e di 150 milioni per province e città metropolitane.
"Ringrazio il Governo per questo importante segnale di attenzione nei confronti degli enti locali, che in questi difficili mesi hanno aiutato i cittadini ad affrontare una crisi sanitaria ed economica non prevedibile e senza precedenti. Le risorse stanziate nel Decreto Rilancio nel Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali sono in totale 3.5 miliardi di euro; sono felice che la prima parte dei contributi sia stata già sbloccata, servirà a dare ossigeno ai nostri territori." Conclude la deputata Vita Martinciglio.
Per i comuni della provincia di Agrigento gli importi sono così ripartiti:
Tale assegnazione per ciascun ente locale è effettuata in proporzione alle previste tipologie di entrate al 31 dicembre 2019.

Provinced'Italia

Scuole, UPI "Per assicurare apertura in presenza servono subito risorse e indicazioni. Destinare 400 milioni per la riapertura delle scuole" - Unione Province d'Italia

"Tutte le istituzioni e il mondo della scuola si muovono per un obiettivo comune: la riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado con la didattica in presenza, per assicurare agli studenti il diritto all'istruzione in piena sicurezza. È una priorità su cui serve trovare al più presto soluzioni". Lo scrive oggi il Presidente dell'UPI Michele de Pascale in una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, dopo la riunione del coordinamento di ieri.
"La tempistica per dare il via agli interventi di messa in sicurezza degli edifici deve essere accelerata, per non trovarci nella condizione di dovere risolvere il problema dell'apertura delle scuole nei primi quindici giorni di settembre. Le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico e del rapporto del Comitato per la riapertura, poi, dovranno essere strettamente aderenti alla realtà effettiva delle scuole italiane o rischiano di non essere praticabili e di impedire, di fatto, la riapertura del 50% delle scuole superiori, quelle costruite prima del 1976 soprattutto nelle grandi aree urbane, che sono situate in palazzi antichi e non hanno spesso né palestra né Aula Magna. È del tutto evidente che in queste strutture non possono essere applicate norme rigide di distanziamento fisico, o non saranno considerate agibili. A questo - conclude la lettera del Presidente dell'UPI - dobbiamo aggiungere la mancanza di risorse per Province, Città metropolitane e Comuni, destinate espressamente agli interventi per la riapertura delle scuole, senza le quali gli enti gestori non possono avviare alcun tipo di opera. Chiederci di utilizzare a questo scopo i pochissimi fondi oggi riservati alla messa in sicurezza delle scuole, quelli cioè che a fatica dopo anni abbiamo ottenuto per impedire che i solai cadano sulle teste degli alunni, non è praticabile né comprensibile. Il Decreto rilancio prevede un fondo di 1 miliardo, 400 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021: almeno i 400 milioni del 2020 devono essere espressamente indirizzati a Province, Città metropolitane e Comuni agli interventi per la ripresa dell'anno scolastico."
Redattore: Barbara Perluigi

Agrigentonotizie

Libero consorzio, Di Pisa confermato commissario fino a gennaio

E' stato prorogato l'incarico al commissario straordinario di Libero Consorzio, Girolamo Alberto Di Pisa. L'incarico è valido fino a gennaio prossimo.
Il decreto è stato sottoscritto dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall'assessore alle Autonomie Locali e la funzione pubblica, Bernadette Grasso. Le funzioni di commissario straordinario saranno eserciate nelle more dell'insediamento degli organi degli Enti di area vasta, e comunque  non oltre il  31 gennaio 2021. Di Pisa era stato nominato per la prima volta commissario straordinario dal presidente Musumeci, con le funzioni esercitate dagli organi delle ex province, il 31 gennaio  2018. Da allora è stato riconfermato altre quattro volte. L'ultima nomina era in scadenza il 31 maggio 2020.
"Il decreto - fanno sapere da Libero Consorzio -  di nomina è stato adottato a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale n. 11 del 21 maggio 2020 che prevede il rinvio delle elezioni dei vertici del Libero Consorzio 'entro sessanta giorni dalla proclamazione degli eletti nei comuni interessati dal rinnovo degli organi nel turno elettorale per l'anno 2020" e la nomina dei commissari straordinari per la gestione degli enti di area vasta".

Lavoripubblicinews

Codice dei contratti: arrivano i commissari straordinari per l'edilizia scolastica

La Camera dei Deputati ha approvato ieri, con 305 voti favorevoli e 221 voti contrari, la fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22 recante "Misure urgenti sulla regolare conclusione e l'ordinato avvio dell'anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato" nel testo identico a quello approvato dal Senato.
Codice dei contratti: modifiche o deregolamentazione?
Il Decreto Legge n. 22/2020, nella versione precedente alla conversione in legge, avrebbe avuto l'unico scopo di regolamentare la conclusione dell'anno scolastico 2019/2020, vissuto in emergenza Covid-19 per 3 mesi su 9. Ma come spesso accade nel corso della conversione in legge di provvedimenti che dovrebbero avere caratteristiche omogenee, sono state inserite nuove norme che nulla hanno a che vedere con la conclusione dell'anno scolastico e che con estrema sorpresa riguardano il D.Lgs. n. 50/2016, c.d. Codice dei contratti.
Il Codice dei contratti tra deroghe e Decreto Semplificazioni
È utile ricordare che a dicembre 2019 avremmo dovuto assistere alla nascita del Regolamento unico previsto dal D.L. n. 32/2019 (c.d. Sblocca Cantieri), convertito con modificazioni dalla Legge n. 55/2019, e che arrivati a giugno 2020 circolano ancora notizie frammentate circa le intenzioni del Governo. Dopo essere saltate le tanto richieste semplificazioni al Codice dei contratti inizialmente previste nel Decreto Rilancio, eravamo in attesa di conoscere le volontà di Palazzo Chigi che dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere contenute nel Decreto Semplificazioni di prossima (non è ancora chiaro quando) pubblicazione. Decreto Semplificazioni che dovrebbe fare da vero e proprio spartiacque in cui scopriremo se prevarrà la volontà di mantenere l'attuale apparato normativo con qualche modifica oppure la voglia di deregolamentazione di norme bollate da molti come una vera e propria palla al piede per i lavori pubblici.
Codice dei contratti: arrivano i commissari straordinari per l'edilizia scolastica
La risposta possiamo probabilmente leggerla nel testo della legge di conversione del citato D.L. n. 22/2020 in cui troviamo nuove importanti deroghe al Codice dei contratti. In particolare, all'articolo 7-ter, comma 1, introdotto dalla legge di conversione è previsto che fino al 31 dicembre 2020, ai Sindaci e ai Presidenti delle Province e delle Città metropolitane, al fine di garantire la rapida esecuzione di interventi di edilizia scolastica, è consentito di operare con i poteri dei commissari straordinari, previsti per interventi infrastrutturali ritenuti prioritari, secondo la disciplina dell'art. 4, commi 2 e 3, del D.L. n. 32/2019 (Sblocca Cantieri), prevedendo al comma 1 specifiche deroghe al Codice dei contratti pubblici.
Viene stabilita, inoltre, al comma 2, la condizione risolutiva del contratto, in caso sopravvenga documentazione interdittiva e si disciplinano al comma 3 i casi di occupazione di urgenza ed espropriazione. Per ultimo, al comma 4, sono previste ulteriori funzioni a carico dei medesimi sindaci e presidenti di province e città metropolitane.
Codice dei contratti: deregolamentazione per l'edilizia scolastica
Il comma 2 dell'articolo 7-ter della legge di conversione del decreto-legge n. 22/2020 prevede che i contratti stipulati ai sensi del comma 1 dello stesso articolo 7-ter sono sottoposti a condizione risolutiva ove sopravvenga documentazione interdittiva.
In base al comma 3 del più volte citato articolo 7-ter, per le occupazioni di urgenza e per le espropriazioni delle aree occorrenti per l'esecuzione degli interventi, i sindaci e presidenti delle province e delle città metropolitane provvedono, con proprio decreto, alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso dei suoli anche con la sola presenza di due rappresentanti della regione o degli enti territoriali interessati, prescindendo da ogni altro adempimento. Il decreto vale come atto impositivo del vincolo all'esproprio e dichiarativo della pubblica utilità.
Così come disposto al comma 4 dell'articolo 7-ter, i sindaci e i presidenti delle province e città metropolitane: vigilano sulla realizzazione dell'opera e sul rispetto della tempistica programmata; possono promuovere o partecipare agli accordi di programma e alle conferenze di servizi anche attraverso un proprio delegato; possono invitare alle conferenze di servizi tra le amministrazioni interessate, anche soggetti privati, qualora ne ravvisi la necessità; promuovono l'attivazione degli strumenti necessari per il reperimento delle risorse.

Risoluto

Il Commissario Di Pisa rimarra' alla guida dell'ex provincia di Agrigento fino alle elezioni
Risoluto Redazione

La Regione Siciliana ha emesso il decreto con il quale viene nominato il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.Girolamo Alberto Di Pisa viene dunque, confermato nella sua carica che al momento detiene gia' alla guida dell'ex provincia.
Il decreto n. 549 del 29 maggio 2020 è stato sottoscritto dal Presidente della Regione, Nello Musumeci e dall'Assessore alle Autonomie Locali e la Funzione Pubblica, Bernadette Grasso. Le funzioni di Commissario Straordinario saranno eserciate nelle more dell'insediamento degli organi degli Enti di area vasta, e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.
Il decreto di nomina è stato adottato a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale n. 11 del 21 maggio 2020 che prevede il rinvio delle elezioni dei vertici del Libero Consorzio "entro sessanta giorni dalla proclamazione degli eletti nei comuni interessati dal rinnovo degli organi nel turno elettorale per l'anno 2020" e la nomina dei commissari straordinari per la gestione degli enti di area vasta.
Di Pisa era stato nominato per la prima volta commissario straordinario dal Presidente Musumeci, con le funzioni esercitate dagli organi delle ex province, il 31 gennaio 2018. Da allora è stato riconfermato altre quattro volte. L'ultima nomina era in scadenza il 31 maggio 2020.

8 giugno

Siciliareporter

Agrigento, riprende la gara dei servizi di pulizia dei locali dell'ex provincia


Continuano le procedure di aggiudicazione delle gare del gruppo Contratti - ufficio Gare del settore "Attività negoziale" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento rinviate per l'emergenza Covid-19. L'Ente aveva dovuto rinviare l'esame di numerose gare già in fase di verifica della documentazione per la chiusura al pubblico degli uffici.
Il giorno 5 giugno 2020 alle ore 9.30, nella sede di Via Acrone si procederà alla riapertura delle operazioni di gara relative all'appalto tramite Mepa per l'appalto dei servizi di pulizia dei locali pubblici del Libero consorzio comunale di Agrigento per la durata di un anno.
La seduta di gara avverrà in modalità riservata, esclusivamente per la valutazione delle offerte tecniche. L'importo previsto a base d'asta è di 130.000 euro.

Corriere di Sciacca

Lavori strada provinciale Sciacca-Menfi

Traffico in un tratto interrotto per i lavori sulla Strada Provinciale n. 79-A Sciacca-Menfi. I lavori erano stati appaltati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento all'impresa Peloritana Appalti S.r.l. di Barcellona Pozzo di Gotto. Serviranno ad eliminare le condizioni di pericolo e per ripristinare la normale transitabilità della strada provinciale compromessa a causa di una grossa frana.
Gli interventi progettati dal settore Infrastrutture Stradali prevedono l'adeguamento e il ripristino delle barriere di protezione, la messa in sicurezza delle scarpate con gabbionate metalliche, palificazioni, rifacimento totale e bitumazione dei tratti danneggiati dalle avversità atmosferiche degli scorsi anni, e adeguamento della segnaletica.
I lavori che erano stati consegnati nei giorni scorsi dal direttore dei lavori l'ing. Filippo Napoli dovranno essere effettuati dall'impresa che avrà tempo, entro e non oltre, 365 giorni lavorativi e continui dalla data del verbale di consegna dei lavori, per concludersi intorno al mese di maggio del 2021. L'importo complessivo del contratto d'appalto è di 427.445,62 euro più Iva.

6 giugno

GdSonline
COMUNIMOVIDA, LA POLIZIA DI AGRIGENTO PASSA A SETACCIO I LOCALI NOTTURNIOcchi puntati sulla movida agrigentina per scongiurare assembramenti e assicurare il rispetto delle leggi. Sono in corso, in questi giorni, i controlli della polizia provinciale del Libero consorzio comunale di Agrigento: nel fine settimana sono stati controllati 10 locali uno dei quali è stato sanzionato per il mancato rispetto delle disposizioni anticovid.
Numerosi i controlli su tutto il territorio provinciale: Agrigento, Cianciana, Calamonaci, Sant'Angelo Muxaro, Cattolica Eraclea, Montallegro, Bivona Santo Stefano Quisquina, Cianciana, Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Lucca Sicula, Castrofilippo, Favara, Sambuca di Sicilia, Menfi, Santa Margherita Belice, Montevago.

ILSICILIA.IT

DAL BLOG "SEGRETI E NON MISTERI"
MAFIA E ANTIMAFIA
di Alberto Di Pisa
Dovendo parlare di mafia ed antimafia non si può non andare con la mente al 10 gennaio 1987 allorquando Leonardo Sciascia rilasciò una intervista al Corriere della Sera parlando di professionisti dell'antimafia, intervista che provocò delle dure reazioni nei confronti dello scrittore che l'allora Comitato antimafia arrivò a definire con il nomignolo di "quaquaraqua" con riferimento alla classificazione che, nel romanzo di Sciascia "Il giorno della civetta" un boss mafioso, don Mariano Arena, fa dell'umanità.  Eppure deve riconoscersi che Sciascia, alla luce di ciò a cui assistiamo oggi, fu certamente lungimirante se trent'anni dopo assistiamo con sempre maggiore frequenza alla caduta di molti miti dell'antimafia come i casi, per citarne soltanto alcuni, di Silvana Saguto, ex magistrato presidente della sezione Misure di prevenzione  del Tribunale di Palermo, del Presidente della Camera di commercio Roberto Helg, colto mentre intascava una  tangente da 100 mila euro, proprio accanto allo sportello antiracket intitolato a Libero Grassi o ancora come il caso del direttore di Telejato, Pino Maniaci, incriminato per estorsione e da ultimo il caso del presidente di confindustria Sicilia, Antonello Montante, apostolo dell'antimafia, condannato dal Tribunale di Caltanissetta a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed altro. E voglio anche ricordare i contrasti interni a Libera fra Don Ciotti e il figlio di Pio La Torre.
Molti allora furono i critici di Sciascia, basta ricordare tra i più illustri Pino Arlacchi, Eugenio Scalfari, Nando Dalla Chiesa, Giorgio Bocca, Gianpaolo Pansa. Ma Sciascia voleva criticare una antimafia fatta solo di parole, non basata su immagini personali dicendo che "vera antimafia è un acquedotto in più, anche a costo di un convegno in meno". E non è un caso che alcuni di questi personaggi e in particolare alcuni componenti del suddetto Comitato antimafia, a distanza di anni riconobbero come era stato un errore criticare Sciascia per quelle affermazioni riconoscendo che Sciascia era stato allora lungimirante vedendo ciò che in quel momento storico nessuno poteva vedere.
Io credo che oggi si può parlare di un brand antimafia che spesso viene utilizzato da una antimafia di facciata e non è la prima volta  che si scopre, proprio in Sicilia, che alcuni paladini dell'antimafia in realtà sono tutt'altro. E questo è un fatto devastante per la stessa antimafia perché rischia di sporcare un patrimonio comune che deve essere libero da qualsiasi sospetto di strumentalizzazione o peggio di complicità con la stessa organizzazione mafiosa. Oggi vediamo molti personaggi  che invece di fare la lotta alla mafia fanno con questo argomento spettacolo, politica, affari. Non si contano più i libri sulla mafia , gli spettacoli anche teatrali, i film, le fiction. Tutto questo crea confusione nei giovani che devono imparare a ragionare con la loro testa e quindi a discernere quella che è la vera lotta alla mafia da una antimafia che spesso agisce per interessi personali o è addirittura collusa con la mafia stessa come è stato dimostrato in tante occasioni passate e recenti.
Il presidente della Commisione  antimafia precedente a quella attuale, in una intervista rilasciata all'Espresso, ha affermato che vi è una mafia che usa l'antimafia per prosperare e che vi è una antimafia che dietro l'obiettivo dichiarato di combattere i mafiosi nasconde la cura di altri interessi. Con riferimento poi alla Sicilia ha ancora affermato che in questa regione  c'è un movimento antimafia che si è trasformato in un movimento di potere che cerca di determinare la formazione delle maggioranze in regione e di influenzare le scelte politiche ed economiche. C'è infine una antimafia che diventa un mestiere. Una professione, ma non come intendeva Sciascia.
Per parlare dei casi più recenti basta ricordare ad esempio quello di Rosy Canale, simbolo dell'antimafia calabrese, condannata dai giudici del tribunale di Locri alla pena di 4 anni di reclusione. La Canale, che aveva creato il movimento " Donne di San Luca" che avrebbe dovuto dare lavoro e speranza alle donne del piccolo centro, notoriamente dominato dalla ndrangheta, in realtà si appropriava di gran parte dei fondi destinati al Movimento, in particolare dei finanziamenti che, per centinaia di migliaia di euro, le venivano inviati dalla Presidenza del Consiglio regionale della Calabria, dalla Prefettura di Reggio Calabria e dalla  Fondazione  " Enel Cuore". La Canale, nell'ambito del "Progetto Mafia", interpretò anche se stessa in uno spettacolo teatrale ( ampiamente pubblicizzato dalla stampa come una storia di coraggio)  di cui fu anche autrice, "Malaluna. Storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno "; la stessa anticipò lo spettacolo partecipando ad una tavola rotonda " Donne e mafia" insieme a Nando Dalla Chiesa. Gianni Barbacetto, Ombretta Ingrascì. In quella occasione, ebbe a dichiarare " Le mie ferite sono la mia spada, raccontano i valori di pulizia ed onestà che voglio trasmettere". Ed ancora affermava " (.......) Le donne di San Luca e della Locride con il loro lavoro coraggioso stanno cambiando il destino di una delle zone a più alta penetrazione mafiosa. Sono la Calabria che resiste e non si arrende alla cultura della prevaricazione e dell'odio". E alla madre, che come risulta dalle intercettazioni, le raccomandava prudenza e moderazione, rispondeva " me ne fotto". Certamente la Canale non avrebbe potuto fare quelle affermazioni ed assumere quelle iniziative se non fosse stata consapevole del consenso preventivo della ndrangheta.
Dello stesso parere non sono però i giudici del Tribunale di Locri che nella sentenza scrivono : " Grazie ad una strategia mediatica abilmente pianificata, condita da diverse denunce di minacce fasulle, ma strombazzate con l'unico scopo di cavalcare l'allarme sociale in modo da acquisire credibilità sia in campo politico che nel contesto dei rapporti con soggetti istituzionali " la Canale si accreditava in fretta presso il Ministero della Gioventù, la Presidenza del Consiglio regionale, la Prefettura di Reggio Calabria, la Fondazione  " Enel Cuore" da cui, come si è detto, riceveva cospicui finanziamenti che finivano nelle sue tasche. Forse avrebbe fatto bene a seguire i consigli della madre. Dulcis in fundo. La Canale, in Campidoglio, riceveva il premio Borsellino. Dichiarava in tale circostanza: " Vorrei che Papa Francesco venisse tra gli ultimi e i dimenticati di San Luca ". Ogni commento è superfluo.
Altro caso emblematico di antimafia di facciata è quello che ha visto coinvolto, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, paladino della lotta alla mafia ma, secondo quanto emerso dalle indagini della magistratura ed in particolare dalle propalazioni di quattro pentiti, legato ad esponenti mafiosi ai quali venivano elargiti favori ricevendo in cambio protezione dalle estorsioni. Sostengono infatti i PM di Caltanissetta che il Montante sarebbe stato collegato ad appartenenti alla "famiglia" mafiosa di Serradifalco di cui avrebbe fatto gli interessi. Secondo i PM nisseni, dal 1990 in poi il Montante avrebbe consentito ai boss di " ottenere l'affidamento di lavori e commesse a loro personale vantaggio, a scapito di altri imprenditori, nonché assunzioni dagli stessi segnalate, ricavandone in cambio il sostegno per il conseguimento di incarichi all'interno di enti e associazioni di categoria" oltre alla " garanzia dello svolgimento della sua attività imprenditoriale in condizioni di tranquillità". Eppure Montante, aveva sempre pubblicamente condotto una battaglia per l'affermazione della legalità!.
Non può poi non citarsi il caso del presidente della Camera di commercio Roberto Helg, arrestato all'atto in cui intascava una busta con 100mila euro in contanti ,frutto di una tangente corrispostagli da un imprenditore al quale aveva assicurato il rinnovo dell'affitto per il suo negozio in aeroporto. Anche Helg, in pubblici convegni cui partecipavano persino parenti di vittime della mafia, si spacciava per un vero e proprio baluardo della legalità e dell'antimafia ed è singolare come nel suo ufficio, dove avvenne l'arresto, facessero bella mostra le targhe di tanti convegni antimafia. La dimostrazione visiva di come l'antimafia si fa mafia.
Duri attacchi poi sono stati mossi dal PM antimafia Catello Maresca nei confronti di Libera, l'associazione fondata da don Ciotti che gestisce i beni sequestrati alle mafie. In una intervista rilasciata al settimanale  "Panorama" Maresca getta pesanti ombre sulla gestione di tali beni e sugli interessi che ruotano attorno a siffatta gestione. Dichiara infatti il PM con riferimento a Libera :" Libera è stata una importante associazione antimafia. ma oggi mi sembra un partito che si è autoattribuito un ruolo diverso. Gestisce i beni sequestrati in regime di monopolio e in maniera anticoncorrenziale. Personalmente sono contrario alla sua gestione e la ritengo pericolosa" Ed ancora " Se una associazione come Libera diventa troppo grande, acquisisce interessi che sono anche di natura economica(....) e ci si possono inserire persone senza scrupoli che approfittano del suo nome per fare i propri interessi (....)"  Registro ed osservo che associazioni nate per combattere la mafia hanno acquisito l'attrezzatura mentale dell'organizzazione criminale e tendono a farsi mafiose esse stesse. Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, ucciso nel 1982, lasciò Libera accusando Don Ciotti di scarso controllo sulle attività e di autoritarismo. Don Ciotti ha annunciato querele e vede nelle affermazioni del PM il tentativo di "demolire" Libera " con le menzogne". Sentito peraltro in Commissione antimafia ha ammesso che i problemi di trasparenza di alcune cooperative ci sono stati ma sono stati prontamente risolti.
Ma la dimostrazione lampante e documentata di come la mafia si travesta, talvolta da antimafia, ci viene dalle dichiarazioni del collaboratore Francesco Campanella, soggetto ritenuto molto attendibile dai magistrati. Campanella, cresciuto tra i boss della mafia di Villabate ,vicino a politici di diversi partiti, nominato a Villabate e Bagheria consulente da centro destra e centro sinistra, fu lo sponsor di una  " Consulta antimafia" e organizzatore di marce e convegni contro la mafia cui intervennero anche magistrati antimafia e addirittura si fece promotore del conferimento della cittadinanza onoraria al famoso capitano Ultimo. Ma come ha dichiarato, dopo la sua decisione di collaborare, per organizzare queste crociate antimafia, aveva chiesto l'autorizzazione alla mafia. Ha infatti rivelato : " Mi premurai di chiedere l'autorizzazione a procedere per le iniziative antimafia" ; e quando gli viene chiesto a chi aveva chiesto questa autorizzazione rispose che questa gli era stata data dai "padroni" di Villabate e cioè Nino e Nicola Mandalà, padre e figlio. E appena il caso di rilevare che trattasi di soggetti che erano vicini a Bernardo Provenzano per cui è facile intuire da chi, di fatto, venne il permesso, non essendo ipotizzabile che si sia trattato di una loro iniziativa. Ed ancora chiese l'autorizzazione a Mandalà per incaricare il deputato Cristina Matranga  del coordinamento della Consulta antimafia. Ha infatti riferito il Campanella; : " Chiesi al Mandalà l'autorizzazione. Era una cosa un pò inusuale, ma spiegai che serviva per spostare i riflettori da noi. Mi dissero che dovevano riunirsi. Lo fecero..." ; Provenzano ( che lui chiama il Grande Capo) diede il via libera. Ecco quindi l'esempio di una mafia che si fa antimafia. Si può infine ricordare il caso della presidente della associazione antiracket "Salento", Maria Antonietta Gualtieri, arrestata dalla guardia di Finanza, responsabile  di truffa aggravata, peculato, e frode nella percezione di fondi pubblici destinati alle vittime del racket e dell'usura. Ammonterebbe ad oltre due milioni di euro la somma che sarebbe stata indebitamente percepita dal 2012. Questa somma di due milioni era stata assegnata all'associazione antiracket di cui la Gualtieri era presidente, dall'ufficio del Commissario straordinario antiracket istituito presso il Ministero dell'Interno. Eppure la Gualtieri è quella che intervenendo nell'aprile del 2013 in un convegno dell'antiracket Salento a Brindisi dichiarò : " In un momento particolarmente grave come quello attuale, particolarmente critico per l'economia del Paese, cancri sociali come il racket e l'usura insidiano il sistema produttivo mettendo radici. Anche in questo caso ogni commento è superfluo.
Per quanto fin qui detto, pur non dovendosi generalizzare, emerge un quadro desolante che ci induce a considerare che una cosa è la lotta alla mafia altra cosa è una certa antimafia di facciata. Oggi vi è una rincorsa ad attribuirsi patenti di antimafia che spesso servono per il perseguimento di interessi propri, di interessi politici, per carriere, per crearsi improbabili alibi nel caso in cui si dovesse essere raggiunti da sospetti di mafiosità o di contiguità con esponenti mafiosi e ciò in spregio del sangue versato da magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine, politici, giornalisti che la lotta alla mafia l'hanno fatta veramente.
Bisogna quindi essere vigili e consapevoli che accanto ad una antimafia autentica ve ne è una falsa costituita da personaggi e associazioni che, pur mantenendo rapporti, talvolta anche organici, con esponenti mafiosi, poi aderiscono a movimenti o associazioni antimafia o che addirittura queste associazioni costituiscono. Si è visto il caso di Campanella che, con il beneplacito della mafia, aveva costituito una " Consulta antimafia" e per il cui coordinamento, con l'assenso di Provenzano, aveva proposto un deputato. Ma l'antimafia della mafia è anche una eccezionale strategia adottata proprio dalla mafia per nascondersi e per allontanare da sé le indagini della vera antimafia. Per combattere questa strategia occorre smascherare quelli che il PM Maresca definisce gli " estremisti " dell'antimafia.
In altri termini vi è una antimafia che, soprattutto dopo il maxiprocesso e le stragi, è sorta come un fenomeno spontaneo e volontaristico e quella che si ostenta e che, come è stato, detto, "si è fatta impresa" per il perseguimento delle finalità sopra specificate. Questa è una antimafia parolaia, che conduce soltanto in apparenza la lotta al fenomeno mafioso  e che purtroppo spesso incontra il consenso dei cittadini che difficilmente sono in grado di comprendere che ci si trova in presenza di una antimafia di facciata che serve solo a scalare posizioni sociali, a fare carriera e ad ottenere consenso.
I magistrati dello storico pool antimafia, ( di cui chi scrive fece parte) negli anni 80, in cui si costruì il maxiprocesso riuscendo a portare alla sbarra oltre 800 mafiosi, fecero una antimafia seria. Lavorammo giorno e notte, in silenzio, effettuando, in maniera quasi ossessiva, migliaia di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i risultati ci diedero ragione.
Io credo che l'antimafia seria è quella che lavora in silenzio, senza andare sui giornali, senza andare ai convegni dei partiti per fare professione di antimafia, quella che fa in silenzio il proprio lavoro e consegue i risultati. Poi c'è l'antimafia delle parole, impegnata a promuovere convegni organizzati o sponsorizzati magari da soggetti vicini o collusi con la mafia. E' questa l'antimafia che si nasconde nell'opposto e che bisogna imparare ad individuare e smascherare.

7 giugno
AGRIGENTONOTIZIE
CronacaMASCHERINE, LE NUOVE LINEE GUIDA: "INDOSSARLE NEI LUOGHI PUBBLICI, MA DA SOLE NON PROTEGGONO"L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato le indicazionii sull'uso dei dispositivi di protezione per il contrasto del rischio contagio da Coronavirus
"Vorrei essere molto chiaro: pubblichiamo l'aggiornamento della nostra guida sull'uso delle mascherine ribadendo ciò che diciamo da mesi: questi dispositivi dovrebbero essere usati sempre e solo come parte di una strategia globale. Da soli, non ci proteggono da Covid-19", ha affermato il direttore generale dell'Oms in conferenza stampa a Ginevra. "L'Oms - ha spiegato ancora - continua a raccomandare che le persone malate con sintomi di Covid-19 rimangano a casa e consultino il proprio medico. Le persone che hanno un'infezione confermata dovrebbero essere isolate e curate in una struttura sanitaria e i loro contatti dovrebbero essere messi in quarantena. Se è assolutamente necessario che una persona malata o un contatto lasci la casa, dovrebbe indossare una mascherina. L'Oms continua a consigliare alle persone che si prendono cura di una persona infetta a casa, di indossare una mascherina mentre si trovano nella stessa stanza della persona malata".
"Le mascherine - ha continuato - possono anche creare un falso senso di sicurezza, portando le persone a trascurare misure come l'igiene delle mani e l'allontanamento fisico. Non lo dirò mai abbastanza chiaramente - ha aggiunto - le mascherine da sole non proteggono da Covid-19 e non sostituiscono il distanziamento, l'igiene delle mani e altre misure di sanità pubblica. Sono utili solo nell'ambito di un approccio globale".
Le nuove linee guida, ha spiegato il capo dell'agenzia dell'Onu, "sono un aggiornamento di quello che diciamo da mesi". Ovvero che "alla luce della situazione attuale, l'Oms raccomanda ai governi di incoraggiare l'uso delle mascherine dove c'è un'ampia diffusione del virus e la distanza fisica è difficile da mantenere, come i trasporti pubblici, i negozi o in altri ambienti chiusi e affollati". Inoltre, le persone di età superiore ai 60 anni o con problemi di salute "dovrebbero indossare mascherine mediche - è la raccomandazione dell'Oms nelle nuove linee guida - quando si trovano all'esterno e non possono mantenere la distanza sociale". Tutti gli altri "devono indossare mascherine di tessuto a tre strati". Nelle nuove linee guida, pubblicate ieri, ci sono anche tutte le istruzioni per fabbricarle in casa. Si tratta di indicazioni per realizzare mascherine in tessuto, con dettagli sugli strati e i materiali da utilizzare.


8 giugno
AGRIGENTONOTIZIE
CronacaGENIO CIVILE: LAVORI PER 110 MILIONI INSERITI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALESi passa dalla messa in sicurezza e valorizzazione degli ipogei dell'Acqua Amara e del Purgatorio ai lavori di riparazione dei danni causati dalle mareggiate invernali al porticciolo di San Leone, al restauro di Villa Genuardi

Il Genio civile contribuisce alla programmazione triennale 2020-2022 della Regione, inserendo una serie di lavori per l'Agrigentino. Ed è - per stessa ammissione dell'ente - la prima volta nella storia. Questi alcuni dei lavori inseriti: la messa in sicurezza  e la valorizzazione degli ipogei dell'Acqua Amara e del Purgatorio, i lavori di  riparazione dei danni causati dalle mareggiate invernali al porticciolo di San Leone, il restauro di Villa Genuardi, 18 interventi di pulizia su altrettanti alvei fluviali, i lavori di ripristino delle condotte fognarie tra le contrade San Calogero e Isabella di Sciacca, la ristrutturazione di una serie di edifici demaniali, i lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale di cento chilometri di  strade provinciali; il monitoraggio sull'efficienza strutturale di 156 ponti ricadenti sulla rete stradale provinciale.
"La programmazione - afferma La Mendola - a seguito di un accordo di programma tra il Libero consorzio dei Comuni agrigentini e l'assessorato regionale alle Infrastrutture ed alla Mobilità potrebbe presto arricchirsi anche dei lavori di ammodernamento della strada Mare Monti: un'importante arteria di collegamento alla viabilità regionale dei comuni ricadenti nella fascia centrale dei Monti Sicani della provincia ed in particolare di Alessandria Della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, San Giovanni Gemini, Santo Stefano di Quisquina, Lucca Sicula e Villafranca Sicula."
La programmazione  triennale prevista dal Genio civile per la provincia di Agrigento impegnerebbe risorse regionali, statali e comunitarie per un importo complessivo di circa 110 milioni di euro. "Per la prima volta nella storia - conclude il capo del Genio civile Rino La Mendola - il Genio civile contribuisce alla programmazione della Regione, inserendo una serie di lavori strategici per la provincia di Agrigento da realizzare con le risorse che saranno stanziate dal Governo Musumeci, attingendo anche a fondi comunitari e statali".


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