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rassegna stampa del 28 ottobre 2020

agrigentonotizie.it
Coronavirus, Musumeci gela tutti: "Prima o poi arriveremo alla chiusura totale".

Sappiamo tutti che prima o poi arriveremo alla chiusura totale. Ho già detto che 'il peggio arriverà, ma perchè farlo arrivare prima? Perchè impedire a una famiglia di andare al cinema o a un ristorante di chiudere dopo?".  Poche parole, ma inequivocabili, quelle usate ieri dal presidente della Regione Nello Musumeci. Il governatore, all'Ars per illustrare le azioni portate avanti contro la pandemia da Covid non ha usato giri di parole. All'assemblea un crudo realismo:"Fra qualche tempo - ha aggiunto - temo che chiuderemo tutti e Roma ormai non fa molto per nascondere questa triste prospettiva".Parole che arrivano quando, chilometri di distanza, anche il premier Conte parla dell'ipotesi lockdown annoverandola tra le possibilità e non più, come fatto fino ai giorni scorsi, escludendola categoricamente. "Se rispettiamo le norme abbiamo buone chance di affrontare dicembre con serenità, in caso contrario ci sarà il lockdown in Italia", le parole del premier nel corso della conferenza stampa per presentare il "decreto Ristori". "E se l'ipotesi di una nuova chiusura totale spaventa, il governo regionale prova a prova a prolungare la vita delle attività commerciali nell'Isola. La Giunta lavorerà a un ddl per delle deroghe alle chiusure già stabilite. L'idea è quella di bypassare lo stop delle 18 fissato per bar e ristoranti con l'ultimo Dpcm da Roma. Si pensa a orari più "mediterranei", con ogni probabilità le 20 per i bar e le 22 per i ristoranti"Se lo ha fatto Bolzano  - ha detto Musumeci - non capisco perchè non farlo per la Sicilia. Mi auguro che su questo tema si possa trovare la condivisione del Parlamento. In Sicilia se entri al ristorante alle 19.30 fanno il Tso. Noi chiedevamo (a Roma ndr) di adattare le norme alle abitudini della nostra terra". <Davanti alla pioggia di critiche arrivata dalle opposizioni - con Pd e M5S che parlano di "fumo negli occhi dei siciliani" -  Musumeci assicura: "Sul ddl deciderà il Parlamento. Noi siamo mossi solo dal desiderio di vedere ripristinate le prerogative della Regione Siciliana. Nessuna voglia di negare la gravità del momento, stiamo soltanto facendo quello che ha fatto una provincia autonoma del nord su una materia come quella della cultura". Poi però non si sottrae alla polemica e sferra l'attacco: "Qui nessuno pensa di essere statista, le aquile sono volate da un pezzo, sono rimasti i pidocchi. Non ci sono statisti in giro, vedo solo bonsai. Nessuno qui sogna di essere statista e chi in quest'Aula è da più di 20 anni non credo che abbia grandi motivi per farsi ricordare. Lasciateci lavorare e smettetela di fare terrorismo, il momento non lo consente".

"Libero consorzio, il sindaco Franco Miccichè incontra il commissario di Pisa

„Primo incontro ufficiale questa mattina, nella sede del Libero Consorzio comunale di Agrigento, fra il neo sindaco della Città dei templi Franco Miccichè e i vertici istituzionali dell'Ente.Il primo cittadino, è stato ricevuto infatti dal Commissario straordinario del Libero Consorzio Girolamo Alberto di Pisa, dal Segretario generale Caterina Moricca e dal Capo di Gabinetto Antonietta Testone.Nel corso dell'incontro, oltre a tematiche generali, sono stati trattati argomenti di attualità, primo fra tutti l'emergenza legata al Covid-19."


fortuneitalia.it
Smart working Pa, ora il tema è la sicurezza
La normativa emergenziale, i Protocolli di sicurezza siglati dalle Confederazioni del lavoro pubblico con il Ministro per la PA, tra gli altri quello del 24 luglio 2020, circolari e direttive della Ministra Fabiana Dadone, hanno consentito una spinta generale all'adozione del lavoro agile nelle Pubbliche amministrazioni fin dall'inizio del periodo emergenziale. I tavoli tecnici sul lavoro agile (impropriamente, smart working) sono proseguiti in incontri estivi e post estivi con la Funzione Pubblica; con il Ministero del Lavoro c'è invece stato un unico incontro, esteso a tutte le Confederazioni solo dopo un'iniziativa collettiva, ad ottobre, al momento privo di seguito. In tutte le interlocuzioni abbiamo sottolineato come nella fase emergenziale ancora in corso il lavoro agile fosse la più efficace misura di distanziamento interpersonale, dunque la più valida misura di prevenzione primaria sul lavoro e sanitaria da estendere in modo massiccio, come in questi giorni sono costretti ad ammettere anche i più diffidenti. Fermo restando che la sede naturale della disciplina del lavoro agile è la contrattazione collettiva, più idonea ad adattarne le modalità alle singole realtà lavorative e organizzative, ai Tavoli abbiamo sostenuto l'opportunità nell'immediato di interventi che offrissero una 'cornice' generale di principio in grado di dare urgenti indicazioni operative, stante l'emergenza del momento, come protocolli, linee guida, direttive, circolari, ovvero decreti, come consentito, per certi versi imposto, dall'art. 263 del decreto rilancio per il Ministro per la Pubblica Amministrazione. Abbiamo colto l'occasione per segnalare come l'applicazione concreta delle norme e dei protocolli sottoscritti a livello generale nazionale si stesse traducendo in documenti, portati anche ai Tavoli sindacali di Enti e Ministeri, dai contenuti non in linea con il contesto epidemiologico, rigidi, a dispetto dei necessari continui adeguamenti delle misure di prevenzione, a partire dai DVR, all'evolversi della situazione sanitaria. Ecco perché leggiamo il decreto del Ministro del 19 ottobre come un doveroso urgente nuovo impulso al lavoro agile. Il corretto richiamo generale alle misure di prevenzione a tutela dei lavoratori, di cui il lavoro agile è una parte, la segnalazione della necessità di aggiornamento dei protocolli di sicurezza e dei DVR, di cui spesso ai Tavoli con le OO.SS. si è persa traccia, sono elementi di non poco conto. La necessità che le Amministrazioni garantiscano "in ogni caso le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità ed effettività del servizio erogato", è misura certamente condivisibile, che deve ora trovare concreta applicazione nelle singole PA nel confronto con le Organizzazioni Sindacali. Eppure, anche all'indomani del decreto ministeriale del 19 ottobre, siamo di fronte a provvedimenti che, spesso sotto il roboante titolo di 'Fase 5', si limitano a parafrasare il decreto ministeriale; poche Amministrazioni stanno attivando il previsto confronto sindacale, con pochi Sindacati a rivendicarne il rispetto. Si trascurano i passaggi del decreto che impegnano a rafforzare le misure di prevenzione con indicazioni operative stringenti e a mettere in campo da subito i necessari cambiamenti organizzativi (progetti e obiettivi da assegnare in lavoro agile, monitoraggio e mappatura delle attività svolgibili da remoto, performance che introducano effettivamente la partecipazione dell'utenza e del mondo produttivo nella rilevazione del grado di soddisfazione e resa del lavoro agile). Il problema non sarà, dunque, come spesso accade, l'esigibilità concreta delle misure? Per parte nostra continueremo a sollecitare la revisione dei protocolli di sicurezza sul lavoro e su modalità di smart working evitando burocratizzazioni, per garantire la continuità dei servizi pubblici e la salute dell'utenza e dei lavoratori, a maggior ragione all'indomani della pubblicazione del DPCM 25 ottobre 2020. Non a caso l'ultimo intervento di emergenza punta a ritrovare il rigore e l'operatività dei protocolli di sicurezza sul lavoro più efficaci e concreti adottati all'inizio della pandemia, richiamando e allegando espressamente il Protocollo con le Parti sociali del 24 aprile 2020, per le Pubbliche Amministrazioni protocolli dell'8 aprile e del 24 luglio 2020, sottoscritti anche dalla nostra Confederazione. Per altro verso, nel preannunciato prosieguo del confronto con il Ministro per la Pubblica amministrazione chiediamo siano affrontati aspetti come la digitalizzazione dei processi (obiettivo scomparso nel decreto, mentre è anche una delle linee di finanziamento del recovery fund), il rispetto dell'autonomia organizzativa del lavoratore, la sua partecipazione all'individuazione degli obiettivi, la valutazione partecipata dell'efficienza del lavoro agile anche all'interno delle pubbliche amministrazioni, valorizzazione delle competenze professionistiche deburocratizzanti dell'area della dirigenza, già ora operative da remoto con la massima efficienza, facilmente rilevabile. Il rischio, altrimenti, è trasporre rigidità in grado di decretare il prematuro fallimento del lavoro agile, perdendo un'occasione di riorganizzazione digitale della PA, più in generale di rigenerazione del sistema.

SCRIVOLIBERO
 INCONTRO ISTITUZIONALE AL LIBERO CONSORZIO DI AGRIGENTO: I VERTICI DELL'ENTE HANNO ACCOLTO IL NEO SINDACO DELLA CITTÀ FRANCO MICCICHÈ
 Primo incontro ufficiale questa mattina, nella sede del Libero Consorzio comunale di Agrigento, fra il neo sindaco della Città dei templi Franco Miccichè e i vertici istituzionali dell'Ente. Il primo cittadino, è stato ricevuto infatti dal Commissario straordinario del Libero Consorzio Girolamo Alberto di Pisa, dal Segretario generale Caterina Moricca e dal Capo di Gabinetto Antonietta Testone. Nel corso dell'incontro, oltre a tematiche generali, sono stati trattati argomenti di attualità, primo fra tutti l'emergenza legata al Covid-19.

 AGRIGENTOOGGI
 PRIMA VISITA UFFICIALE DEL SINDACO DI AGRIGENTO AL LIBERO CONSORZIO

Primo incontro ufficiale questa mattina, nella sede del Libero Consorzio comunale di Agrigento, fra il neo sindaco della Città dei templi Franco Miccichè e i vertici istituzionali dell'Ente. Il primo cittadino, è stato ricevuto infatti dal Commissario straordinario del Libero Consorzio Girolamo Alberto di Pisa, dal Segretario generale Caterina Moricca e dal Capo di Gabinetto Antonietta Testone. Nel corso dell'incontro, oltre a tematiche generali, sono stati trattati argomenti di attualità, primo fra tutti l'emergenza legata al Covid-19.














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