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rassegna stampa del 13 gennaio 2021

Interno.gov.it

Ravanusa "zona rossa": le disposizioni della prefettura di Agrigento
Prefettura di Agrigento

Definiti i servizi di vigilanza nelle vie di accesso e all'interno del centro urbano
È stato definito questa mattina in prefettura di Agrigento il dispositivo di vigilanza per garantire il rispetto dell'ordinanza firmata ieri da presidente della Regione siciliana che ha istituito la "zona rossa" nel comune di Ravanusa (Ag).
I servizi di vigilanza nelle vie di accesso al territorio comunale e all'interno del centro urbano sono stati concordati nel Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto Maria Rita Cocciufa, alla quale hanno partecipato i vertici provinciali delle Forze di polizia, il sindaco di Ravanusa e i rappresentanti del Libero Consorzio comunale e del corpo forestale della regione.
I controlli saranno attuati dalle Forze di polizia e dalla polizia locale con il concorso della polizia provinciale e del corpo Forestale regionale, con modalità dinamiche. Specifici servizi saranno svolti all'interno del centro urbano anche con il personale ausiliario della polizia locale e il supporto delle associazioni di volontariato messe a disposizione dal Libero Consorzio. Tali servizi saranno svolti con particolare attenzione a luoghi "sensibili" ove si può realizzare la contemporanea presenza di una pluralità di persone. I comportamenti reiterati o marcatamente in violazione delle norme saranno puntualmente sanzionati. Tenuto conto che l'aumento del numero dei soggetti positivi nel territorio di Ravanusa è dovuto in gran parte a contagi familiari, occorre insistere nel raccomandare l'esigenza di tenere comportamenti "rigorosi" a tutela della salute propria e degli altri.

It.geonews.com

Pubblicato l'aggiornamento dell'elenco di istituzioni ed
associazioni della provincia di Agrigento

Canicattì Web
Pubblicato nel sito dell'ente l'elenco aggiornato delle istituzioni nazionali, regionali e provinciali ed associazioni operanti in provincia di Agrigento. Gli aggiornamenti riguardano le modifiche dei vertici di alcuni Enti pubblici tra cui la Giunta  Regionale Siciliana e la nuova struttura organizzativa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.

Lalentepubblica

Smart Working nella PA: dopo il 31 Gennaio 2021 quali scenari?

Quali sono gli scenari che si prevedono sul versante lavoro agile nelle Pubbliche Amministrazioni?
Ricordiamo che al momento il ministro Dadone, con Decreto ministeriale del 23 dicembre 2020, ha prorogato fino al prossimo 31 gennaio 2021 le disposizioni contenute nel DM del 19 ottobre 2020 in materia di smart working nelle Pa.
A ratificare questa proroga ci ha poi pensato proprio il cosiddetto Decreto Milleproroghe.
Fino a questa data, come definito dal Decreto sopra citato, il lavoro agile può avere ad oggetto:
sia le attività ordinariamente svolte in presenza dal dipendente e sia, in aggiunta o in alternativa e comunque senza aggravio dell'ordinario carico di lavoro, attività progettuali specificamente individuate.
Si deve sempre tenere conto della possibilità dello svolgimento di queste arrività da remoto, anche in relazione alla strumentazione necessaria.
Per garantire la massima applicazione dello smart working, le PA prevedono modalità semplificate e temporanee di accesso a tale modalità di lavoro:
escludendo appesantimenti amministrativi e favorendo la celerità dell'autorizzazione (ad. es. ricorso a scambio di mail con il dipendente per il riconoscimento dello smart working piuttosto che predisposizione di moduli da compilare o adozione di provvedimenti amministrativi).
Ma dopo la data del 31 Gennaio cosa accadrà?
Smart Working nella PA dopo il 31 Gennaio
Allo stato attuale sono solo alcuni i punti certi.
La legge di conversione del decreto Agosto ha infatti fissato il diritto allo smart working fino al 31 giugno 2021 per i lavoratori con figli con disabilità grave e inizialmente fino al 31 dicembre 2020, con la proroga in Manovra fino al 28 febbraio 2021, per i lavoratori fragili, anche con l'adibizione a diversa mansione, seppur nella medesima categoria o area di inquadramento.
Per quanto riguarda invece la modalità semplificata di lavoro agile, dpo il 31 gennaio 2021 quindi si tornerà alla modalità originaria, prevista dalla legge 81 e seguenti del 2017, che prevede l'accordo individuale del lavoratore con il datore di lavoro.
Bisogna infatti aggiungere che oltre la data della fine dello Stato d'Emergenza (attualmente proprio il 31 Gennaio, ma si parla come sappiamo anche di prorogarla al 31 Luglio 2021):
"la comunicazione di cui all'articolo 23, comma 1 della Legge 22 maggio 2017, n. 81, sarà effettuata con i modelli predisposti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Modello per effettuare la comunicazione - Template per comunicare l'elenco dei lavoratori coinvolti) e l'accordo è detenuto dal datore di lavoro che dovrà esibirlo al Ministero, all'Inail e all'Ispettorato Nazionale del Lavoro per attività istituzionali di monitoraggio e vigilanza."
Ovviamente proprio la situazione attuale dell'emergenza epidemiologica da Covid esclude che dal 31 Gennaio  tutti potranno abbandonare il lavoro agile e tornare negli uffici (già la proroga probabile a luglio dello stato di emergenza dice tutto).
Il POLA
In tutto questo occorre spendere qualche parola anche sul cosiddetto POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile).
A prescindere dall'emergenza Covid, infatti, la Funzione Pubblica ha approvato, con decreto del 9 dicembre 2020, le Linee guida che indirizzano le amministrazioni nella predisposizione del Piano organizzativo del lavoro agile con particolare riferimento alla definizione di appositi indicatori di performance.
Ricordiamo che il POLA individua le modalità attuative del lavoro agile prevedendo, per le attività che possono essere svolte da remoto:
che almeno il 60 per cento dei dipendenti possa avvalersene garantendo che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.
Al fine di promuovere l'attuazione del lavoro agile, il POLA definisce:
le misure organizzative
i requisiti tecnologici
i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti.
Qesto fattore si applica anche in termini di miglioramento:
dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministrativa, della digitalizzazione dei processi, nonché della qualità dei servizi erogati, anche coinvolgendo i cittadini, sia individualmente, sia nelle loro forme associative.
In caso di mancata adozione del POLA, il lavoro agile si applica almeno al 30 per cento dei dipendenti, ove lo richiedano.

Giornale di Sicilia

L'impresa ha avviato i primi interventi
La Sciacca-Caltabellotta riaprirà entro un mese
È in corso al momento il distacco dei massi

Stanziati 200 mila euro
Il progetto di messa in sicurezza della strada è stato redatto dal Libero Consorzio
Giuseppe Pantano - SCIACCA
Un mese di lavori per riaprire al transito, con il senso unico alternato, la strada provinciale 37 Sciacca - Caltabellotta. L'intervento è stato avviato e al momento si sta effettuando il disgaggio dei massi che erano stati catalogati e contrassegnati  come pericolanti. «Un intervento mportante - dice il sindaco di Caltabellotta, Lillo Cattano - dopo che c'è stata la necessità di chiudere questo tratto di strada per eliminare un pericolo incombente. I lavori procedono celermente e si auspica che quanto prima si possa tornare a percorrere quella che per i caltabellottesi risulta essere un'arteria indispensabile». Per l'esecuzione di questi lavori è stata finanziata una perizia da parte della Protezione Civile, un intervento da 200 mila euro, per il quale è arrivata l'autorizzazione della Regione. Il progetto è del Libero Consorzio di Agrigento. La strada è chiusa al transito ormai da qualche mese per il distacco di un grosso masso ed altri detriti dal costone roccioso che sovrasta la carreggiata ad alcuni chil metri dal centro montano. Saranno eseguiti lavori con la procedura d'urgenza per la mitigazione del rischio attraverso la riapertura di una sola corsia a senso unico alternato, in attesa dell'esecuzione delle opere che rimuovano completamente il pericolo nella zona interessata. L'intervento definitivo, che avrà un costo di circa un milione di euro, con arretramento ai bordi della strada della barriera che adesso verrà posta quasi al centro della carreggiata, dovrà essere ancora finanziato e comprenderà anche la collocazione della rete che coprirà un lungo tratto del costone roccioso. L'attuale stato di cose sta determinando particolari disagi in particolare per la popolazione di Caltabellotta. Si allungano notevolmente i tempi per raggiungere dal centro montano l'ospedale Giovanni Paolo II e dunque la città di Sciacca. Problemi sono stati segnalati anche dagli operatori agricoli in particolare durante la campagna olivicola. «C'è tutta una comunità - dice Lillo Colletti, imprenditore di Caltabellotta che opera nel settore delle energie rinnovabili - che sta subendo disagi e che spera soltanto in un celere completamento dei lavori. Ci sono famiglie che hanno difficoltà a raggiungere Sciacca, che per noi è il primo comune di riferimento, non soltanto per l'assistenza medica, ma anche per fare gli acquisti necessari». Alla consegna dei lavori, dieci giorni prima di Natale, sono intervenuti il sindaco, Lillo Cattano, assieme al responsabile dell'ufficio Tecnico del Comune, Pellegrino Pecorino. Presenti il Libero Consorzio di Agrigento con il responsabile della sezione Viabilità, Michelangelo Di Carlo, e la Protezione Civile. In precedenza, i tecnici del settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio, l'ingegnere Michelangelo Di Carlo e il geologo Roberto Bonfiglio, hanno effettuato un nuovo sopralluogo con il responsabile provinciale della Protezione Civile della Regione, Maurizio Costa, e con sindaco di Caltabellotta, Lillo Cattano, individuando gli interventi urgenti da realizzare al più presto possibile per rendere percorribile la strada. Con l'esecuzione di questi lavori si chiude una parte importante dell'intervento, quella che consentirà di riaprire la strada al transito. Rimarranno da eseguire gli ulteriori interventi per i quali necessiteranno risorse economiche assai più cospicue e ancora da impegnare. (*GP*)

Telemontekronio

SP37, sarà riaperta a senso unico alternato
Scritto da  Redazione3

Lavori in corso sulla strada provinciale 37, quella che collega Caltabellotta con Sciacca. La Protezione Civile Regionale sta intervenendo, in questi giorni, per far cadere i massi pericolanti, siti sul costone che costeggia la strada, pericolo che aveva determinato la chiusura dell'arteria provinciale. Tecnicamente si chiamano operazioni di "disgaggio dei massi", in particolar modo di quelli che erano stati monitorati, catalogati e contrassegnati come pericolanti e pericolosi per la pubblica incolumità. Le foto, che stiamo vedendo, testimoniano, infatti, l'importanza dell'intervento e la necessità di chiudere questo tratto di strada per eliminare un pericolo incombente. I lavori, finanziati con somma urgenza per poco più di 200 mila euro, procedono celermente. La strada, interdetta da circa 3 mesi, dovrebbe essere riaperta entro il mese di gennaio. Una volta eliminati i massi pericolanti, sarà posizionata, al centro della strada, una barriera paramassi, e si potrà percorrere a senso unico alternata con la presenza di impianti semaforici. Successivamente, attraverso finanziamenti nazionali più corposi, si presenterà un progetto di messa in sicurezza che prevede la collocazione di rete metallica sul costone al fine di scongiurare in modo definitivo il pericolo di caduta dei massi. Non è la prima volta, infatti, che la sp37 viene chiusa proprio per questo motivo.
Al momento, coloro che vogliono uscire dal centro abitato di Caltabellotta devono attraversare il borgo di Sant'Anna e, poi, percorrere la strada statale 115, allungando, ovviamente, i tempi di collegamento anche con i principali nosocomi ospedalieri, ossia quelli di Sciacca, Ribera ed Agrigento.

GRANDANGOLO

STRADA PROVINCIALE 37: PROSEGUONO LAVORI MESSA IN SICUREZZA
SI LAVORA ALLA RIAPERTURA DI UNA IMPORTANTE ARTERIA

di Redazione
Continuano i lavori sulla SP 37, in atto il disgaggio dei massi che erano stati catalogati e contrassegnati come pericolanti.
"Le foto testimoniano l'importanza dell'intervento e la necessità di chiudere questo tratto di strada per eliminare un pericolo incombente - afferma il comune in una nota - I lavori procedono celermente e si auspica che quanto prima si possa tornare a percorrere quella che per noi caltabellottesi risulta essere un'arteria indispensabile."

COVID, IL CARTELLO SOCIALE E I SINDACI ALLA COMUNITÀ: "RISPETTARE LE REGOLE PER LA TUTELA DELLA NOSTRA SALUTE"
di Redazione

I Sindaci e i componenti del Cartello Sociale della provincia di Agrigento rivolgono un accorato appello a tutte le comunità del territorio affinché vengano adottati comportamenti responsabili ed efficaci rispetto al contenimento del contagio da Covid 19. Un appello che proviene da tante bocche ma che si trasmette attraverso un'unica voce per sottolinearne l'importanza e la necessità di tutelare un bene prezioso come quello della salute. Un appello che richiama il senso del dovere e del rispetto degli altri perché con un comportamento virtuoso ognuno custodisce se stesso e nello stesso tempo il suo prossimo manifestando vicinanza anche in un tempo che ci impone il distanziamento come misura precauzionale.  Se, oggi, da un lato la maggior parte delle persone positive è asintomatica o con sintomatologia lieve, è altrettanto vero che la velocità con cui il contagio si sta allargando rappresenta un dato di forte preoccupazione, visto il trend in aumento di ricoveri e di ricorsi alla terapia intensiva che potrebbe portare, se mantenuto a questi livelli, alla saturazione del nostro sistema ospedaliero. Uno scenario che bisogna assolutamente evitare, attraverso il massimo scrupolo che ciascuno deve avere, innanzitutto, nel rispettare le tre semplici regole che tutti conosciamo: mascherine, distanziamento fisico, igiene delle mani. Siamo all'inizio di una nuova e difficile fase dell'emergenza sanitaria a fronte della quale il Governo ha introdotto nuove misure restrittive, che tornano a limitare alcune libertà e comportamenti dei cittadini. Gestire questo momento, comportandoci in modo da scongiurare ulteriori e ben più gravi restrizioni è la vera sfida che abbiamo davanti nelle prossime settimane. Cercando di esserne all'altezza, per tutelare la nostra salute e il nostro sistema economico, per mettere al riparo la parte più fragile delle nostre comunità, non solo i malati e gli anziani, ma anche i giovani, ai quali abbiamo il dovere di garantire la tenuta del sistema scolastico, un bene primario da salvaguardare a tutti i costi. In questo senso l'appello è rivolto anche alle autorità competenti affinché si possa provvedere ad organizzare anche a scuola la possibilità di effettuare tamponi rapidi, si possa incrementare il numero dei mezzi pubblici di trasporto ricorrendo all'utilizzo degli autobus delle ditte private e si possano effettuare tamponi a tutte quelle categorie di persone che svolgono attività in prevalente contatto con il pubblico.

LIVESICILIA

COVID, VERSO LA PROROGA DELLO STATO DI EMERGENZA FINO AL 30 APRILE

Lo stato d'emergenza per il Covid dovrebbe essere prorogato fino
al 30 aprile. Lo si apprende da fonti di governo a margine del Cdm. Questa sera il Cdm sul Covid: in giornata il ministro della Salute Roberto Speranza riferirà alle Camere sulle nuove misure e sulla proroga dell'emergenza. (ANSA)

LA REGIONE: "RIFIUTI RADIOATTIVI IN SICILIA? TRASPORTO PERICOLOSO"
di Redazione

PALERMO - "La natura insulare, di per sé, rappresenta un elemento ostativo alla creazione di un Deposito di rifiuti nucleari" in Sicilia "in ragione del rilevantissimo rischio di incidente connesso al trasporto dei materiali radioattivi per via terra e per via mare". Lo sostiene il governo Musumeci, contrario alla creazione del Deposito in uno dei quattro siti ritenuti potenzialmente idonei dal Cnapi. La maggior parte dei rifiuti in questo momento, evidenzia l'assessore regionale all'Ambiente Toto Cordaro, si trova al Nord. Il governo ricorda che nell'isola "sono stati riconosciuti sette siti Unesco e due geoparchi Unesco, di cui uno proprio nel Parco delle Madonie, territorio di Castellana Sicula e Petralia Sottana", due delle quattro aree individuate.
"Dei 67 siti individuati come potenzialmente idonei a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che sorgerà in una di queste aree, 12 sono ritenuti 'molto interessati', 11 'interessanti' e 44 'meno interessanti': le quattro aree della Sicilia rientrano tra le 'meno interessanti'". Lo evidenzia l'assessore regionale all'Ambiente, Toto Cordaro, a capo del gruppo di lavoro che farà le controdeduzioni rispetto al piano del Cnapi, e che stamani ha riferito in commissione Territorio dell'Assemblea siciliana la posizione di contrarietà alla nascita del Deposito in Sicilia, assunta dalla giunta Musumeci con una apposita delibera, approvata, in seduta straordinaria, lo scorso 7 gennaio.
"Ne eravamo certi prima, lo siamo ancora di più ora: il deposito di scorie radioattive in Sicilia non ci sarà mai. Il coro di no arrivato oggi in commissione Ambiente dell'Ars da parte dei sindaci delle aree chiamate in causa dalla carta delle aree potenzialmente idonee (CNAPI)è una sorta di pietra tombale sull'eventualità di un sito di stoccaggio in Sicilia". Lo affermano i deputati del M5S componenti della commissione Ambiente di Palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, a margine della seduta che ha visto la partecipazione dei sindaci dei Comuni (Trapani, Castellana Sicula, Petralia Soprana, Butera, Calatafimi Segesta) che confinano con i terreni indicati nella Cnapi e degli assessori Cordaro e Pierobon.
"Il coro del No - dicono i deputati 5 stelle - è stato unanime. Le condizioni geografiche, le infrastrutture, il carattere insulare, nonché i siti di pregio agricolo hanno portato gli amministratori locali a non accettare la proposta della Cnapi". "Ricordiamo - afferma Trizzino - che questa carta è solo una proposta e nulla di definitivo, sulla quale si devono determinare le amministrazioni locali coinvolte. Essendo queste tutte in linea nel non accogliere la proposta ed essendo questa anche l'idea del Governo regionale, la Sicilia - lo possiamo dire senza incertezze - si dichiara unanimemente contraria ad ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive".


BLOGSICILIA

SICILIA A CACCIA DI 1,7 MILIARDI MA LA CRISI A ROMA RISCHIA DI FAR SALTARE GLI ACCORDI
di Manlio Viola

La Giunta regionale di governo ha approvato ieri sera la bozza di accordo finanziario con il Governo centrale per il ripiano del disavanzo, accertato nel 2018 dalla Corte dei conti in un miliardo e 740 milioni di euro. L'accordo è propedeutico all'approvazione da parte del Consiglio dei ministri delle norme di attuazione determinate ieri dalla Commissione paritetica.
"Si tratta di una intesa articolata e radicale - commenta il presidente della Regione Nello Musumeci - che pone riparo a decenni di allegra gestione delle finanze regionali. Ne paghiamo adesso le conseguenze ma, finalmente, mettiamo in ordine i conti della Regione".
Appena qualche ora prima erano stati i 5stelle a sottolineare i ritardi di questa bozza "Ancora nessuna traccia dell'accordo della Regione con lo Stato per ridurre la spesa, a rischio la spalmatura del disavanzo della Regione in 10 anni consentita dal governo Conte con il Decreto Legislativo 158/2019".
"Il Governo Conte- avevano detto i deputati - per evitare il fallimento della Regione, con il Decreto Legislativo 158/2019 ha consentito di ripianare le quote di disavanzo relativo al rendiconto 2018 in un decennio. Il termine di 10 anni però viene ridotto a 3 anni se entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto la Regione e lo Stato non sottoscrivono un accordo contenente specifici impegni di rientro dal disavanzo che garantiscano il rispetto di specifici parametri di virtuosità, quali, ad esempio, la riduzione strutturale della spesa corrente già a decorrere dall'esercizio finanziario 2020. Ebbene il 2020 si è già chiuso da 12 giorni e dell'accordo che la Regione deve sottoscrivere con lo Stato non c'è traccia. Per questo chiediamo che il governo venga a riferire in aula in merito agli impegni che la Regione vorrà inserire nello schema di accordo Stato/Regione"
 "Comunque vada - afferma il capogruppo Giovanni Di Caro - questa vicenda rappresenta un fallimento per il governo regionale. L'eventuale ok al ripianamento ci metterebbe al riparo dal disastro totale, ma per il governo Musumeci non sarebbe comunque il caso di gonfiarsi il petto: la spalmatura assomiglia tanto ad un piano di riequilibrio per i Comuni in dissesto".
Ma il rischio adesso è un altro. Con la crisi di governo incombente sul Conte bis per effetto dell'astensione dei ministri di Italia Viva in Consiglio dei Ministri al voto sul Recovery Plan è facile che il Cdm metta da parte ogni questione Sicilia se prima non è certo di essere pienamente in carica. e se il governo dovesse cambiare, anche in presenza di disposizioni precise, un nuovo esecutivo con una precisa conotaziooen politica potrebbe rimettere tutto in discussione mentre la Sicilia langue nei suoi debiti e si avvicina ad un giudizio di parifica dei conti quanto mai incerto.

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