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Rassegna stampa del 13 luglio 2021

giornale di sicilia
In 10 regioni, sicilia compresa,  aumento dei casi oltre il 50% in una settimana
 Salgono contagi, ricoveri e tasso di positività (1,2%)

Sale l'incidenza dei contagi in Italia, con 19 regioni su 21 con evidenti segni di aumento dei casi, risale il tasso di positività e aumentano i ricoveri: è il quadro dell'epidemia di Covid-19 in u n'Italia ancora bianca, ma nella quale stanno emergendo differenze notevoli fra le regioni. L'incremento registrato nell'ultima settimana è stato di oltre il 52%, con quasi 8.000 casi, osserva il fisico Giorgio Sestili. In questo inizio di estate 2021 la situazione è solo apparentemente simile a quella di un anno fa: se allora l'in - cremento dei casi e l'indice Rt erano la chiave per comprendere l'andamento dell'epidemia, oggi secondo gli esperti è la vaccinazione a fare la differenza e i segnali da considerare diventano più numerosi e complessi. In questo quadro si attende di capire le conseAncora tredici decessi Sestili: maggiore fermezza con emergenza ospedaliera guenze dei numerosi assembramenti per gli Europei di calcio, che potrebbero manifestarsi fra due o tre settimane. I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi sono 888, contro i 1.391 di 24 ore prima: una flessione attesa ogni lunedì per via del rallentamento dei test durante il fine settimana. I nuovi casi sono stati infatti individuati grazie a 73.571 test, fra molecolari e antigenici rapidi, poco più della metà dei 143.332 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività è salito in 24 ore dallo 0.97% all'1,21%, calcolando il rapporto fra i nuovi casi e il totale dei test; calcolando invece il rapporto fra i casi e i soli test molecolari il tasso supera il 2%. I decessi sono aumentati da 7 a 13 in un giorno e registrano un incremento di 15 unità anche i ricoveri nei reparti ordinari, per un totale di 1.149. È invece stazionaria la situazione nelle unità di terapia intensiva, dove i ricoverati sono complessivamente 158, ossia tre in meno nel saldo tra entrate e uscite; gli ingressi giornalieri si sono ridotti da sei a quattro in 24 ore. Fra le regioni, i dati del ministero della Salute segnalano il maggiore incremento giornaliero dei casi nel Lazio (172), seguito da Sicilia (150), Emilia Romagna (118), Lombardia (95), Veneto (76), Campania (69), Toscana (66) e Sardegna (51); nelle altre regioni l'incremento è stato inferiore a 20 casi. Considerando invece l'incidenza nell'ultima settimana, i dati del sito CovidTrends indicano un aumento in 19 regioni, in 10 delle quali si registra un l'incremento di oltre il 50%. I dati aggiornati al 12 luglio indicano che nell'ultima settimana è stato il Molise a registrare l'incremento maggiore, con il 271%, con Sardegna (+168%) e Veneto (116%); seguono a distanza, con valori superiori al 50%: Lazio (+90%), Emilia Romagna (+75%), Toscana (+60%), Liguria (+55%), Campania (+52%), provincia autonoma di Bolzano (+53%) e Sicilia (+52%). Alla luce di questi dati è chiaro che, rispetto al luglio 2020, il quadro epidemiologico è molto diverso: «i numeri sono simili, ma allora - osserva Sestili - eravamo in una situazione di discesa della curva, non di risalita, e la differenza più grande è che allora non avevamo i vaccini». Oggi «continuiamo a monitorare tutti i parametri, ma l'attenzione è concentrata sui ricoveri per capire quanto i vaccini riducano contagi», aggiunge l'esperto. Se i vaccini riusciranno a tenere basso il numero dei ricoveri, osserva , non dovrebbe esserci bisogno di attivare misure di contenimento, «se invece gli ospedali dovessero riempirsi comunque, diventerà necessario agire con maggiore fermezza».

pensioni
Tridico mette paletti in vista della riapertura del confronto sulla previdenz a Inps, no alla pensione con 41 anni di contributi

Si va verso la riapertura del confronto sulla previdenza in vista della scadenza a fine 2021 di Quota 100, ma il Governo avverte che la discussione non potrà concentrarsi sull'anticipo della pensione quanto sulle prestazioni future di coloro che oggi sono giovani e che rischiano di avere pensioni interamente contributive molto basse. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, presentando il Rapporto annuale 2020 dell'Istituto ha quantificato la spesa di alcune delle proposte sul tappeto di fatto bocciando una delle richieste del sindacato ovvero l'uscit a con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età. L'ipotesi, già accantonata nel 2019, quando fu poi introdotta Quota 100, perché troppo costosa, peserebbe nel 2022 secondo l'Inps per 4,3 miliardi per arrivare a fine decennio a 9,2 miliardi. In media costerebbe lo 0,4% del Pil. Al momento l'uscita anticipata indipendentemente dall'età è possibile fino al 2026 con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne) oltre a tre mesi di finestra mobile. Il dibattito sulle pensioni - ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando parlando alla presentazione del Rapporto Inps - «è eccessivamente concentrato sulla flessibilità in uscita e sulla possibilità di anticipo dell'uscit a dal mercato del lavoro» mentre «dovremmo concentrarsi sulle prospettive che riguardano in particolare gli assegni delle nuove generazioni». Il confronto secondo il ministro dovrebbe aprirsi dopo la riforma degli ammortizzatori sociali che è «all'ultimo miglio». Tridico sostiene la proposta che prevede un'opzione di anticipo della sola quota contributiva della pensione che costerebbe in un primo momento 500 milioni per poi arrivare a un costo massimo di 2,4 miliardi nel 2029, ma questa ipotesi non piace ai sindacati che insistono su una flessibilità diffusa dopo i 62 anni e sull'uscit a con 41 anni di contributi. E la Cgil promette mobilitazione: in un anno di pandemia -2,8%di occupati, rileva il segretario Landini.

agrigentonotizie.it

"Immortalati dalle telecamere a gettare e incendiare rifiuti in un'area comunale", chiesti 12 rinvii a giudizio
Resti di materiali per l'edilizia, grossi elettrodomestici, scarti delle pescherie e quintali di cavi di rame: le telecamere nascoste dei carabinieri, piazzate nell'area comunale di contrada San Calogero Napolitano, a Porto Empedocle, hanno immortalato le scene dei furgoni che arrivano e delle persone che scendono e gettano rifiuti di ogni tipo nel piazzale convinti di non essere visti.Le relazioni di servizio dei carabinieri hanno documentato, in alcuni casi, che i rifiuti gettati abusivamente venivano pure dati alle fiamme aggravando il rischio per l'ambiente. A distanza di tre anni dall'indagine, la vicenda approda in aula per il processo.Il pubblico ministero Paola Vetro ha chiesto 12 rinvii a giudizio. Le accuse sono di violazione della normativa in materia ambientale e, in un singolo caso, di ricettazione.La richiesta di approfondimento dibattimentale è stata firmata per: Daniele Trameli, 35 anni, di Porto Empedocle; Andrea Salvatore Varsalona, 44 anni, di Agrigento; Giovanni Minio, 50 anni, di Porto Empedocle; Vincenza Virone, 63 anni, di Agrigento; Calogero Zambito, 54 anni, di Porto Empedocle; Francesco Adriani, 32 anni, di Porto Empedocle; Benedetto Catania, 50 anni, di Porto Empedocle; Giosuè Castelli, 52 anni, di Porto Empedocle; Venerina Cappello, 52 anni, di Agrigento; Francesco Brancato, 53 anni, di Agrigento; Francesco Sacco, 32 anni, di Porto Empedocle e Calogero Picarella, 35 anni, di Porto Empedocle.L'udienza preliminare è stata fissata per il 14 settembre davanti al gup Stefano Zammuto. Gli imputati, attraverso i loro difensori (fra gli altri, gli avvocati Salvatore Pennica, Daniele Re, Luigi Troja, Barbara Garascia e Angelo Sutera) potranno chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento. In caso contrario sarà il giudice a decidere se disporre il rinvio a giudizio. Il solo Trameli, oltre all'accusa di violazione ambientale contestata a tutti, è imputato di ricettazione in relazione al possesso di circa 100 chili di cavi di rame che sarebbe stato sorpreso a gettare e incendiare nell'area comunale.

livesicilia.it

Sileri: "A breve variante Delta prevalente. Bisogna rinforzare i controlli""Dove non si mantengono le distanze si deve indossare la mascherina, altrimenti devono scattare le sanzioni"
"Il fatto che l'Italia sia arrivata in fondo agli Europei ha accelerato con gli assembramenti in piazza, senza mascherina, la diffusione della Variante Delta nel nostro Paese": lo dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in un'intervista su 'La Stampa'."Entro dieci giorni questa mutazione del virus diventerà prevalente, superando quella inglese. Non c'è bisogno di ripristinare l'obbligo di mascherina all'aperto, ma vanno rafforzati i controlli in caso di assembramenti. Serve una costante opera di vigilanza, vanno potenziati i controlli nei luoghi della movida, perché dove non si mantengono le distanze si deve indossare la mascherina, altrimenti devono scattare le sanzioni".L'Annuncio termina tra 12s
Per ora secondo Sileri non serve rivedere le regole: "Sappiamo che l'evoluzione sarà simile a quella che abbiamo visto in Gran Bretagna: entro fine mese i contagi saranno 3 o 4 volte quelli attuali e durante l'estate continueranno a
crescere. Ma, dall'altra parte, aumenteranno progressivamente i cittadini vaccinati con doppia dose, a settembre saremo intorno al 70-75% di immunizzati, Non si può escludere che ci sia qualche passo indietro, con cambi di colore di alcune Regioni e istituzione di zone rosse a livello locale. Dovremo, però, fare riferimento al numero di ricoveri, più che a quello dei contagi. Oltre a spingere sulle vaccinazioni bisogna intercettare quanti più positivi possibile, soprattutto quelli asintomatici. In questo senso, resto favorevole alla riapertura delle discoteche, a patto che sia gestita con regole ferree, compreso l'obbligo di tampone per poter entrare".Se la percentuale di vaccinati tra i 12 e i 19 anni, si mantenesse bassa, "non potrà essere garantita una ripresa al
100% delle lezioni in presenza, almeno nelle prime settimane. Poi andrà potenziata la campagna diagnostica nelle scuole, con tutti i mezzi disponibili".Tra i docenti, 215 mila non sono vaccinati, ma Sileri è contrario all'obbligo "perché si tratta del 15% del totale e distribuito solo in alcune Regioni, più di 60 mila solo in Sicilia. Bisogna far capire al personale scolastico che deve vaccinarsi innanzitutto per tutelarsi, perché lavoreranno in un contesto a rischio".Rispetto ai problemi per il vaccino italiano, Reithera, "credo sia una follia abbandonare l'azienda che ha oltre 100 ricercatori e offre un potenziale unico".

grandangoloagrigento.it
Aica, coordinamento Titano: "società monca e con gravi difetti congeniti"
"La costituzione dell'Azienda Idrica Consortile Agrigentina (AICA) è stata un passaggio obbligato, troppo a lungo atteso e, per di più,  maturato in circostanze di piena emergenza per il servizio idrico agrigentino. Il traguardo raggiunto è certamente positivo, ma è solo l'inizio di un percorso ancora disseminato di troppi punti interrogativi e comunque non tale da giustificare il proliferare dei proclami di giubilo cui abbiamo assistito in queste ore da parte di partiti politici e non solo". A dichiararlo è il coordinamento delle associazioni per l'acqua pubblica "Titano".Per il coordinamento Titano, "questa consortile l'avevamo immaginata diversamente. La consortile voluta dalle associazioni, dai cittadini, dagli utenti doveva essere uno strumento di diritto pubblico per raggiungere finalmente l'obbiettivo dell'economicità, dell'efficacia e dell'efficienza del SII, nonché la partecipazione e la trasparenza nei confronti dei cittadini. L'A.I.C.A nasce invece monca e con gravi difetti congeniti, voluti da chi oggi esulta con superficiale allegrezza. I difetti li abbiamo più volte denunciati e continueremo a farlo finché sarà necessario".Ma quali sono i punti critici denunciati da Titano?
L'AICA NASCE MONCA. Sia l'ATI che la Commissaria ad acta hanno consentito che l'Azienda partisse con 33 comuni (35 sulla carta) invece che con 43, concedendo di fatto agli 8 Comuni autonomisti di continuare a gestire il servizio in autonomia senza prendersi la briga di deliberare sulla sussistenza o meno dei requisiti necessari ad ottenere la salvaguardia ex. Art. 147 del D.lgs 152/2006. La mancata conclusione di questa procedura rende l'ATI e la Regione Sicilia, nella persona del Presidente della Regione, passibile di danno erariale secondo quanto stabilisce l'Art.172 del D.lgs 152/2006.
MANCATA PROCEDURA ACCERTAMENTO DEGLI 8 COMUNI.  Per il coordinamento Titano, "la mancata procedura di accertamento dei requisiti degli 8 comuni comporta la nascita di un ambito che presenta ad oggi nove gestori invece che uno come prescrive la normativa. Questo comporta il rischio di non poter accedere ai fondi europei previsti in quanto la condizione del nostro ambito è palesemente e macroscopicamente disallineata rispetto alla legge. LA LEGGE NON CONSENTE FINANZIAMENTI AGLI 8 COMUNI RIMASTI FUORI. Nonostante gli 8 Comuni pretendano di continuare la gestione autonoma, per essi il piano d'ambito prevede ingenti finanziamenti nel comparto fognario-depurativo. Questo non è consentito dalla norma. Le opzioni consentite sono due: se si possiedono i requisiti non si può accedere ai finanziamenti (non ce ne sarebbe bisogno), se non si possiedono bisogna cedere reti e impianti al gestore unico. Tertium non datura. 
DUE CONSORZI ILLEGITTIMAMENTE SUPERSTITI. 
Non viene ancora imposto ai due consorzi illegittimamente superstiti, il Tresorgenti e il Voltano, di cedere reti e impianti in favore della neonata A.I.C.A. Questo, insieme alla mancata cessione degli 8 Comuni, comporta il mancato apporto di preziosi litri al secondo di acqua che consentirebbero a tutto l'ambito di tirare un sospiro di sollievo specie in questo periodo, oltre che la maturazione di un danno erariale che aumenta di ora in ora con il permanere di questo stato di cose.LE RASSICURAZIONE DEI SINDACI AI LAVORATORI SONO SCRITTE SULL'ACQUA.
"Le rassicurazioni dei Sindaci ai lavoratori della ex Girgenti Acque e Hydortecne sono purtroppo scritte sull'acqua, in quanto il piano d'ambito prevede che il gestore possa funzionare "a regime" con 203 unità lavorative piuttosto che con 330. Non avendo specificato quando si compirà questa entrata a regime, il gestore dovrebbe incamerare tutti i 330 per un tempo indefinito, provvedendo ai relativi stipendi non previsti dal piano d'ambito, con un aggravio sulla tariffa e sui bilanci dei Comuni per circa 6/7 milioni l'anno. L'art.173 del D.lgs 152/2006 prevede che le maestranze passino in modo diretto e immediato al nuovo gestore secondo l'art.2112 del codice civile in materia di cessione di ramo d'azienda, ma i sindaci hanno giustamente rinunciato a questa opzione perché oltre al personale avrebbero incamerato anche i debiti della ex Girgenti Acque".
IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE E LE PATATE CHE SCOTTANO. 
Dunque il destino del personale è nelle mani del nuovo Consiglio di Amministrazione che dovrà decidere se licenziare 130 lavoratori, aumentare le tariffe o chiedere i soldi ai comuni consorziati.Il coordinamento Titano conclude: "come vedete, per tutto questo abbiamo ben pochi motivi per festeggiare e ben poche persone da ringraziare".Coordinamento Titano, Associazioni e Movimenti Aderenti: Associazione " Promoteo Ius" Favara - Comitato Cittadino Storico  S. Biagio Platani -  Comitato Fondachello  Playa  Licata - Gad Piccolo Teatro Canicattì -  Associazione Montevago Acqua e Vita -  Cittadinanza Attiva di Casteltermini e Licata - Comitato Civico Acqua e Beni Comuni di Raffadali - Centro Studi De Gasperi Sciacca

ilsole24ore.it
Pensioni, allarme costi: per passare da quota 100 a quota 41 servono subito 4,3 miliardi

La relazione 2020 dell'ente previdenziale: necessari non più di 443 milioni nel primo anno per la proposta Tridico di un anticipo della sola quota contributiva della pensione. Tra i pensionati cresce la disuguaglianza di genere. Tra marzo 2020 e febbraio 2021 preservati 330mila posti di lavoro dal blocco dei licenziamentiPensioni, Sbarra: con fine quota 100, non tornare alla Fornero
Oltre 4,3 miliardi già nel primo anno fino a superare i 9,2 miliardi nell'ultima annualità di un tratto di percorso decennale. È pesante il costo, in termini di maggiore spesa pensionistica, dell'eventuale passaggio da Quota 100 alla cosiddetta Quota 41, ovvero la possibilità di uscita anticipata al raggiungimento del quarantunesimo anno di contribuzione e senza vincoli anagrafici, su cui spingono i sindacati e la Lega. A stimare l'impatto di questa opzione, così come delle altre ipotesi in campo per introdurre nuova flessibilità in uscita con lo stop a fine anno dei pensionamenti anticipati con almeno 62 anni d'età e 38 di contribuzione, è la relazione annuale 2020 dell'Inps, illustrata alla Camera dal presidente dell'Istituto, Pasquale Tridico, che fotografa anche la risposta del nostro sistema di Welfare alla crisi pandemica.MAGGIOR SPESA PENSIONISTICA NEL DECENNIO 2022-2031
Post-Quota 100: la proposta-Tridico la più sostenibile per i conti
Dal lavoro fatto dagli esperti dell'ente previdenziale, a cominciare dalla direzione studi e ricerche, emerge come Quota 41, che arriverebbe ad impegnare fino allo 0,4% del Pil, costerebbe molto più di altre due proposte lanciate nei mesi scorsi per introdurre un sistema flessibile dopo la fine della sperimentazione triennale di Quota 100 in calendario a fine anno: la prima è quella che prevede la possibilità di uscita per tutti con 64 anni d'età e 36 di contribuzione e un assegno tutto "contributivo" o, in alternativa, con 64 anni d'età, 20 di contributi e un importo minimo del trattamento di almeno 2,8 volte l'assegno sociale (e sempre in configurazione contributiva); l'altra opzione è quella di un anticipo pensionistico per la sola quota di pensione contributiva maturata al raggiungimento dei 63 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti e un importo minimo pari a 1,2 volte l'assegno sociale. Proprio quest'ultima ipotesi, che è stata promossa nelle scorse settimane da Tridico, è quella che presenta i costi più bassi per il sistema pensionistico: si partirebbe con non più di 443 milioni il primo anno per arrivare a poco più di 2 miliardi nell'ultima annualità su un arco decennale. La seconda proposta, considerata più equa in termini intergenerazionali, produrrebbe risparmi già poco prima del 2035 per effetto della minor quota di pensione dovuta all'anticipo ma soprattutto ai risparmi generati dal calcolo contributivo, ma nella fase di innesco farebbe lievitare la spesa di quasi 1,2 miliardi nel primo anno con un picco di 4,6 e 4,7 miliardi nel quinto e sesto anno del tratto decennale.Tra il 2000 e il 2020 spesa pensionistica su del 2,8%
Nel dossier Inps si osserva che tra il 2000 e il 2020 la spesa pensionistica complessiva calcolata attraverso i fondi gestiti dall'Inps, è lievitata del 2,8% in termini nominali. Ma si fa anche notare che in rapporto al contesto macroeconomico la dinamica della spesa pensionistica ha evidenziato un rallentamento della crescita a partire dal 2014. Il rapporto tra il numero di pensionati e occupati si mantiene però su un livello che è tra i più elevati nel quadro europeo. E anche un altro dato non appare tranquillizzante: il rapporto tra l'importo complessivo delle pensioni (in termini nominali) e il numero di occupati è cresciuto del 70% tra il 2001 e il 2020.Il rafforzamento dell'Ape sociale e dei percorsi agevolati per "usuranti" e "precoci"
Nella relazione Inps non si prospetta una vera e propria riforma per il dopo-Quota 100, ma si sottolinea che la scelta che sarà fatta dal legislatore dovrà tenere conto del crescente livello di spesa pensionistica rispetto al Pil a normativa vigente e delle ricadute sul denominatore (la crescita) delle tensioni che ci saranno nei prossimi anni anche in seguito alla crisi pandemica oltre a quelle che agiscono già da tempo sul numeratore, a partire dai fenomeni demografici. L'ente previdenziale guidato da Tridico suggerisce a governo e Parlamento di tenere in debita considerazione l'importanza dell'equità intergenerazionale puntando a creare condizioni di flessibilità nel solco di quelle già esistenti nel sistema contributivo anche per evitare di penalizzare ancora una volta le giovani generazioni. Un'altra priorità, già indicata più volte dallo stesso presidente dell'Inps, è quella della tutela dei lavoratori "fragili" (senza lavoro o in condizioni di salute precarie) o impegnati in attività gravose per i quali andrebbero rafforzati alcuni strumenti esistenti come l'Ape sociale e i canali di uscita agevolati previsti per i lavori usuranti e i lavoratori cosiddetti "precoci".Anche tra i pensionati cresce la disuguaglianza di genere
L'Inps sottolinea che tra il 2012 e il 2020 è aumenta visibilmente anche la differenza tra le "mediane" del reddito pensionistico di maschi e femmine. E questo è considerato un segno di una crescita della diseguaglianza di genere tra i pensionati. Anche perché la differenza tra le mediane del reddito pensionistico di uomini e donne aumenta visibilmente a partire dal 2012 sia per i tratta¬menti di anzianità (da circa 400 a 550 euro) che per quelli di vecchiaia (da circa 200 a 250 euro).

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