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Rassegna stampa dal 24 al 26 luglio 2021

Gds.it
Scuola in Sicilia, prof con il vaccino e tutti con la mascherina: altrimenti sarà didattica a distanza

La Regione proverà a riportare tutti gli alunni in classe già dal primo giorno di scuola, il 16 settembre. Ma per riuscirci bisognerà spingere quanti più insegnanti a vaccinarsi e occorrerà imporre la mascherina anche durante le lezioni almeno all'interno delle aule più piccole. La circolare è pronta, i presidi e i prefetti la riceveranno entro la settimana. L'assessore regionale all'Istruzione Roberto Lagalla ha ricevuto nei giorni scorsi le direttive del ministero dell'Istruzione e del Comitato tecnico scientifico nazionale. E sulla base di queste ha predisposto le linee guida del nuovo anno scolastico per i presidi. L'obiettivo principale sarà aumentare la quota dei docenti vaccinati per evitare la didattica a distanza.

Regione, pagamenti in ritardo e imprese sul piede di guerra

«Domani, di buon mattino, entrerò in assessorato e fino a quando non ci sarà il documento pronto, da portare in giunta, non uscirò. Notte compresa. Sono disposto anche a dormire lì». È l'impegno assunto dal vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, rispetto alla rivendicazione degli imprenditori siciliani, che lamentano un netto ritardo nei pagamenti per lavori svolti a beneficio della pubblica amministrazione. Il grido d'allarme è stato lanciato da Ance, l'associazione nazionale dei Costruttori edili. «Da ben 10 mesi - denuncia il presidente provinciale di Agrigento, Carmelo Salamone - la Regione non versa un centesimo nelle casse delle imprese, che oggi stanno comunque meritoriamente continuando i lavori assegnati, indebitandosi pur di rispettare gli impegni presi. Tutto è sulle spalle degli imprenditori, con il rischio concretissimo di un vero e proprio default del sistema. Una situazione insostenibile - prosegue il presidente provinciale di Ance - sia per la crisi, sia per l'aumento significativo dei costi per le materie prime. Uno scenario assolutamente negativo che sta mettendo in ginocchio un intero comparto. Molte aziende potrebbero decidere, stante l'assenza dei trasferimenti, di chiudere le attività in corso. Sarebbe un danno per tutti, in primis per i cittadini, dato che molti di questi cantieri sono stati avviati in pompa magna e con cerimonie per il taglio del nastro, a cui erano presenti proprio esponenti della Regione. Ed in questa ottica - sottolinea Salamone - appare quasi ironico che annuncino misure straordinarie di sostegno per i danni provocati dal Covid».


wallstreetitalia.it
Smart working: procedura semplificata fino alla fine del 2021

Prorogata al 31 dicembre 2021 la possibilità di avviare lo smart working con modalità semplificate in Italia. Così si prevede a seguito della conversione in Legge del c.d. Decreto Riaperture (D.L. 22 aprile 2021, n. 52) che di fatto ha abrogato il D.L. 30 aprile 2021, n.  56 intervenuto sulla disciplina dello smartworking nella pubblica amministrazione, con assorbimento delle relative disposizioni nel testo del Decreto Riaperture convertito in Legge.Smart working nel pubblico e nel privatoNel settore privato, è prevista una proroga al 31 dicembre 2021 del termine per l'utilizzo della procedura semplificata di comunicazione dello smartworking.
Cosa significa? Per l'adozione dello smart working è necessario un accordo scritto tra datore di lavoro e dipendente, il quale dovrà essere inviato telematicamente a partire dal 15 novembre 2017.Fino al 31 dicembre 2021 le comunicazioni di smart working vanno effettuate esclusivamente attraverso la procedura semplificata utilizzando esclusivamente la modulistica e l'applicativo informatico resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.Nel pubblico impiego si prevede che le Amministrazioni Pubbliche fino al 31 dicembre 2021, organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell'orario di  lavoro, rivedendone l'articolazione  giornaliera  e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata con l'utenza, anche   soluzioni  digitali e non in  presenza, applicando lo smartworking con le misure semplificate prescindendo dagli  accordi  individuali  e dagli obblighi informativi previsti e comunque a condizione che l'erogazione dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese avvenga con regolarità, continuità ed  efficienza  nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.
Inoltre sempre nel pubblico impiego, la normativa precede che le Pubbliche Amministrazioni adottano misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l'attuazione del telelavoro e del lavoro agile. Inoltre, entro il 31 gennaio di ciascun anno, le Amministrazioni Pubbliche redigono il Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) che ne individua le modalità attuative prevedendo, per le attività che possono essere svolte in smartworking, che almeno il 15% dei dipendenti possa avvalersene, garantendo che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera, definendo le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti.

MAGAZE.it
 Libero Consorzio Agrigento: attivato il servizio antincendio boschivo dell'Ufficio di Protezione Civile 

E' già attivo il servizio di vigilanza antincendio lungo alcune strade provinciali ed ex consortili ed alcune statali organizzato dall'Ufficio Provinciale di Protezione Civile del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il Commissario Straordinario dr. Vincenzo Raffo ha comunicato ai vari soggetti istituzionali l'avvio del servizio che ormai da anni offre un importante sostegno agli organi competenti in materia di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi. L'impegno del Libero Consorzio di Agrigento sarà sostenuto principalmente dal personale dell'Ufficio di Protezione Civile e dai volontari delle associazioni Giubbe Verdi di Casteltermini e Vigili del Fuoco in congedo di Sciacca, iscritte nel registro di Protezione Civile, che hanno dato la loro disponibilità. Il servizio sarà svolto, nelle giornate a maggiore rischio incendio, con dichiarazione del livello di allerta "ALTO" (da parte del Centro Funzionale della Regione Siciliana) dalle ore 12,00 alle ore 20,00 sino al prossimo 31 agosto 2021. Le squadre saranno composte da due dipendenti dell'Ufficio di Protezione Civile e due volontari delle associazioni di volontariato. Saranno attivate postazioni dinamiche lungo le strade provinciali e alcune statali limitrofe alle aree boscate per garantire le attività di vigilanza e avvistamento dei focolai di incendio. L'attivazione di questo importante servizio è stata comunicata dal Commissario Straordinario dott. Raffo alla Prefettura, al Comando dei Vigili del Fuoco, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, al Dipartimento Regionale della Protezione Civile, ai Comandi delle varie Forze dell'Ordine ed ai Sindaci dei Comuni interessati. Le postazioni di avvistamento si trovano lungo le seguenti strade: - SP n. 34 - SP n.35 nei comuni di Bivona, Lucca Sicula e Villafranca Sicula; - SP n. 20 - SPC n.29 e SPC n.30 nel comune di Casteltermini; - SP n. 29 A - SP n.30 e SP n.28 nei comuni di Cattolica Eraclea e Montallegro; - SP n. 63 A - SP n.05 B - SPC n.67 e SPC n.68 nei comuni di Palma di Montechiaro e di Licata; - SP n. 69 - SP n.70 - SP n.44A - e SP n. 43 nei comuni di Sambuca e Santa Margherita Belice; - SP n. 34 - SP n.3 5A - SP n.36- SP n.47- SP n.48- SP n.86 e SS115 nei comuni di Burgio, Calamonaci, Lucca Sicula, Ribera e Villafranca Sicula; - SP n. 75 - SP n. 87 nei comuni di Siculiana e di Montallegro; - SP n. 47 - SP n.36 e SP n.37,comuni di Sciacca, Caltabellotta e Villafranca Sicula.

QDS.it
Manca il personale, chiude l'infopoint turistico
 Il servizio veniva offerto all'interno di uno dei quattro chioschi di Porta di Ponte. Era stato inaugurato nel 2016 ed era diventato un punto di riferimento per i turisti ma anche per i cittadini AGRIGENTO - Ad Agrigento chiude per mancanza di personale l'infopoint all'interno di uno dei quattro chioschi di Porta di Ponte. "Considerato che si è provveduto ad una riorganizzazione dell'Ente a seguito di numerosi pensionamenti - si legge nel provvedimento a firma del commissario straordinario del Libero consorzio Vincenzo Raffo - appare opportuna una migliore distribuzione delle sedi Urp ubicate nel territorio della provincia ed in particolare nel Comune di Agrigento. Sembra quindi opportuna la chiusura del chiosco di piazza Moro, anche in considerazione della vicinanza di altra sede Urp in piazza Vittorio Emanuele, per cui non vi è alcuna incidenza negativa sui servizi resi relativamente alla comunicazione ed informazione ai cittadini e/o visitatori". Inaugurato nel 2016 l'infopoint è nato proprio come un punto di riferimento per turisti e cittadini per ricevere informazioni e notizie su Agrigento e non solo, visto che la città ha sempre subito un forte "handicap" proprio per la carenza di un centro informativo. La decisione non è andata giù proprio all'allora Sindaco della Città dei Templi, Calogero Firetto, oggi consigliere comunale che afferma: "La riorganizzazione del personale del Libero Consorzio e altre ragioni burocratiche non possono giustificare una scelta che è totalmente priva di visione del futuro della città. Se il Comune non è in grado di gestire il punto informativo a Porta di Ponte, con i suoi 250 utenti di media al giorno, e il museo di cultura popolare intitolato a Gigi Casesa, conclude Firetto, li affidi a terzi con bando che ne ricerchi le necessarie competenze. I soldi per farlo li ha. Fanno eco le parole di Fabrizio La Gaipa presidente del Distretto Turistico che chiede al Commissario del Libero Consorzio di rivalutare il provvedimento: "Non possiamo ridurre i servizi di informazione turistica e culturale adesso in questa fase di ripresa economica e turistica della città."

GRANDANGOLO
 Pubblica amministrazione, al via tavolo tecnico Armao, Zambuto e i sindacati di Redazione

 Al via il tavolo permanente Regione Siciliana-sindacati per la riforma della Pubblica amministrazione dell'Isola. È stato deciso oggi nel corso dell'incontro tra Cgil, Cisl e Uil, con gli assessori regionali all'Economia, Gaetano Armao, e alla Funzione pubblica, Marco Zambuto. Il primo appuntamento è stato fissato già per venerdì 30 luglio. "Abbiamo sollecitato un calendario certo perché si tratta di un obiettivo non più procrastinabile ora che la spesa del Pnrr è dietro l'angolo. Nessuna missione del Piano, infatti, potrà dispiegare i suoi effetti in Sicilia se la burocrazia non sarà all'altezza dei compiti che dovrà svolgere - dicono i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone, assieme ai segretari generali di Fp Cgil e Cisl Fp, Gaetano Agliozzo e Paolo Montera, e Gianni Borrelli della Uil -. Per superare l'enorme divario che separa la Sicilia dal resto d'Italia serve un'azione coordinata, condivisa e di sistema, che coinvolga non solo governo e parti sociali della regione, ma anche il governo nazionale. È necessario verificare subito le risorse realmente a disposizione, al netto anche delle manovre correttive attualmente in corso - proseguono i sindacalisti - e predisporre un piano particolareggiato e cadenzato che permetta di valorizzare ruoli e competenze del personale regionale e raggiungere i traguardi più importanti in tempi ragionevoli, cominciando dalla completa digitalizzazione dell'apparato regionale, dallo sblocco del turn over, fino ad arrivare, nel lungo periodo, un nuovo assetto dell'amministrazione che consenta di interfacciarsi al meglio con lo Stato". Regione e sindacati hanno concordato anche l'Istituzione di un tavolo permanente sulla questione enti locali e, in particolare, sulla questione ex Province ed enti in dissesto. "La situazione economico-finanziaria della Regione rischia di avere conseguenze sulla già precaria situazione di Comuni ed ex Province. Per questo - concludono le organizzazioni sindacali - abbiamo chiesto di essere costantemente informate e di tenere aperto il confronto per tutelare i lavoratori del settore e il diritto dei cittadini a usufruire dei servizi essenziali". 
trend-online.it

Smart working fino a fine 2021: arrivano le conferme!Tempo stimato di lettura: 10 minuti
Lo smart working è la modalità di lavoro che ha permesso a moltissimi italiani di continuare a lavorare da casa durante i mesi più critici di pandemia. Tuttavia, il lavoro da remoto viene ulteriormente prorogato, almeno fino alla fine dell'anno, con procedura semplificata sia per il pubblico che nel privato. Vediamo cosa comporta questa applicazione, e quali sono le soluzioni per continuare a lavorare da casa in modo efficace. Se desideri supporto per l'attività di link building, non esitare a contattarci.Lo smart working sarà una valida soluzione per le aziende fino alla fine dell'anno. Secondo le ultime conferme infatti verrà applicata la modalità di lavoro da remoto come alternativa al lavoro in presenza ancora per molti mesi, per la maggioranza delle aziende italiane.Questo perché al momento non si prospetta ancora una riapertura totale degli uffici, ma non solo. Per molte imprese questa modalità è diventata l'unica possibile per molti mesi, e l'organizzazione stessa del lavoro è cambiata a causa dell'arrivo del virus. Come spiega Corriere.it lo smart working sarà ancora adottato anche perché la condizione di emergenza è stata applicata ancora fino a fine anno:"Visto il perdurare della situazione di emergenza legata alla pandemia da Covid-19, il governo ha prorogato i termini per lo smartworking. Si potrà usufruire del lavoro agile in azienda, anche senza un accordo collettivo, fino alla fine dell'anno."Lo smart working è diventata l'unica modalità di lavoro per moltissimi italiani, sia dipendenti che lavoratori autonomi. Vediamo in questo articolo quali sono i miglioramenti a livello di organizzazione che le aziende possono ricavare grazie allo smart working, cos'è lo smart working semplificato e quali sono invece le soluzioni necessarie per poter lavorare da remoto in modo efficace.Smart working e tecnologia: un legame imprescindibileLo smart working è di fatto una modalità di lavoro, da remoto, che comporta l'utilizzo di diverso tipo di tecnologie. Dal computer portatile al tablet, per chi lavora in smart working è necessario aggiornare la propria strumentazione sia hardware che software: Hardware: in questo caso è necessario aggiornare i supporti fisici utilizzati per lavorare in smart working, come ad esempio i computer. Può essere anche importante procedere all'acquisto di strumentazioni aggiuntive come cuffie, mouse o tastiere apposite;*Software: anche in questo caso potrebbe essere necessario aggiornarsi, per continuare a lavorare in smart working. L'aggiornamento dei software installati sul computer può comportare una nuova versione di alcuni programmi, come quelli utilizzati per le videochiamate, per partecipare da remoto alle riunioni, o programmi appositi per organizzare i processi in smart working.Gli italiani si sono trovati, specialmente nel primo periodo dell'applicazione dello smart working dopo l'arrivo della pandemia, a dover aggiornare la tecnologia a disposizione, non solamente a causa del lavoro applicato da remoto, ma anche per via della didattica a distanza.La formazione da remoto ha comportato per molte famiglie un investimento in termini di tecnologia, per stare al passo con le esigenze di unione tra le necessità del lavoro a casa da remoto con quelle della scuola dei più giovani, che per quest'anno si è svolta in gran parte a distanza, tramite computer e tecnologie web.Smart working e stato di emergenza: proroga fino a fine annoLo stato di emergenza a causa della pandemia è stato prorogato fino alla fine del 2021, secondo le ultime disposizioni. Questo comporta anche una maggiore applicazione di misure per la salute, come quelle di sicurezza di base per prevenire il contagio (disinfettanti, mascherine, distanza nei luoghi chiusi).Lo stato di emergenza prorogato però comporta anche qualcos'altro: sarà per moltissimi italiani ancora difficile pensare di tornare a lavorare in ufficio, e per chi è solito lavorare utilizzando un computer sarà molto probabile che verrà applicato ancora lo smart working.Il lavoro da remoto è ancora ampliamente utilizzato, sia per i vantaggi, come la flessibilità, che per le nuove esigenze organizzative, e anche dopo molti mesi dallo scoppio della pandemia, si utilizza il lavoro da remoto anche per le pubbliche amministrazioni.Come spiega Money.it in un articolo recente, non è ancora previsto il ritorno in ufficio per le pubbliche amministrazioni, almeno non per il periodo immediato. Non c'è ancora la possibilità di tornare in ufficio per moltissime aziende private, né per il pubblico.Indubbiamente la modalità di lavoro agile è stata utile sia per gli uffici pubblici che per quelli privati, in un momento delicato come quello che il paese sta attraversando. Moltissimi lavori vengono ancora svolti tramite operazioni da remoto, e alcune aziende hanno deciso di adottare in parte o totalmente questo metodo, anche per il periodo successivo alla fine dell'emergenza.Smart working semplificato a causa dell'emergenzaLo smart working inoltre viene applicato in modo semplificato a causa dell'emergenza sanitaria prorogata ancora fino a fine anno. La procedura semplificata determina che non devono esserci necessariamente accordi tra lavoratori e datori di lavoro per poter applicare questa modalità lavorativa, come spiega Quifinanza.it:"Grazie alla procedura più snella, è possibile usufruire del lavoro agile in presenza di un rapporto di lavoro subordinato senza gli accordi individuali bilaterali datore di lavoro-lavoratore."Lo smart work semplificato è utile nel momento in cui nell'azienda diventa necessario far lavorare i dipendenti da remoto. Per le necessità quindi legate alla pandemia, l'applicazione dello smart working semplificato garantisce che questa modalità di lavoro da remoto venga applicata senza ulteriori intoppi burocratici, ma come risposta ad una necessità.Lo smart working semplificato si è dimostrato una valida soluzione anche per le categorie di lavoratori che, già dal 2020, presentavano condizioni di salute fragili, per difendere la salute durante i periodi di maggior diffusione del virus. Questa scelta verrà applicata fino alla fine dell'anno, in concomitanza con la proroga confermata per lo stato di emergenza fino al termine del mese di dicembre 2021.Smart working: alcuni strumenti organizzativiPer poter lavorare da remoto agli stessi ritmi rispetto al lavoro svolto in ufficio, è indubbio che la necessità principale sia quella di avere a portata di mano tutti gli strumenti utili a svolgere correttamente il lavoro. Tra questi, abbiamo visto che è importante l'aggiornamento tecnologico sia hardware che software, ma alcuni strumenti sono ad oggi diventati indispensabili anche per organizzare il lavoro:*Programmi che permettono le videochiamate: si tratta di programmi web che possono essere utilizzati tramite accesso ad un motore di ricerca o scaricando un'applicazione apposita sul computer. Questi programmi permettono di collegarsi in tempo reale con altre persone del gruppo di lavoro, svolgere meeting online e comunicare con colleghi e superiori;*Programmi per l'organizzazione dell'agenda: esistono diversi programmi per poter organizzare l'agenda lavorativa giorno per giorno, alcuni di questi permettono anche di affidare compiti specifici ai lavoratori, o di monitorare l'andamento di alcune procedure nel tempo;*Programmi per comunicare online: tra questi programmi troviamo quelli adibiti alla posta elettronica, ma non solo. Anche i social e alcune applicazioni come Telegram e Whatsapp possono essere impiegati per comunicazioni veloci, o per lo scambio di file di lavoro. Google inoltre mette a disposizione tutta una serie di strumenti utili al lavoro, per diversi impieghi.Questi sono solo alcuni degli strumenti che internet mette a disposizione per chi lavora in smart working, perché poi ogni azienda specifica propone i propri metodi o le proprie tecnologie web per proseguire il lavoro anche da remoto.Smart working e impatto ambientaleUna nota positiva allo smart working è anche l'impatto ambientale che il lavoro agile comporta se applicato con costanza dai cittadini. Il lavoro da remoto permette un grande risparmio, e per alcune aziende è diventato fondamentale per risparmiare sui costi anche delle sedi fisiche.Applicare lo smart working come soluzione per risparmiare sui costi è una procedura che alcune aziende hanno scelto di applicare già dai primi mesi di pandemia. Costi per affitti di studi, sale, uffici, ma anche costi di trasporto e di utilizzo di strumenti interni all'ufficio sono evitati proprio grazie all'applicazione del lavoro da remoto.Ma i vantaggi sono anche di natura ambientale: grazie al lavoro da remoto si consuma meno, e quindi si inquina meno. Il primo risparmio facilmente intuibile deriva dall'utilizzo della propria abitazione come sede per il lavoro, che comporta la possibilità di evitare spostamenti tramite mezzi inquinanti, come le automobili. Chi lavora in smart working sul lungo periodo è dimostrato che inquina molto meno.Come spiega Ehabitat.it tanti cittadini lavoratori si sono adattati al lavoro da remoto, e dopo mesi di lavoro agile i primi segni positivi arrivano proprio dall'ambiente:"Grazie allo smart working si riducono le emissioni di gas serra, il consumo di combustibili fossili, l'inquinamento atmosferico e i rifiuti di carta e plastica."Il lavoro da remoto quindi è un valido alleato anche al pianeta, che può beneficiare di una riduzione dell'inquinamento prima di tutto atmosferico.Lavoro da remoto e saluteBisogna tuttavia anche ricordare che per poter lavorare da casa al computer e tutelare anche la salute, è indispensabile curare la postazione relativa al luogo in cui si lavora. Sedie ergonomiche, scrivanie della giusta altezza, supporti per sollevare il computer dalla scrivania di qualche centimetro, sono necessari a mantenere una corretta postura durante il giorno.Per chi lavora in questa modalità inoltre è consigliato effettuare delle pause dal monitor durante il giorno, sia per alleggerire la vista dopo alcune ore passate davanti allo schermo, sia per non compromettere la muscolatura e la salute della schiena.A questo proposito per chi può è consigliato abbinare il lavoro da remoto all'attività fisica all'aperto, come lunghe passeggiate o l'utilizzo della bicicletta. Per quest'anno è stata anche introdotta la possibilità per le aziende di fornire ai propri dipendenti di tutti gli strumenti necessari a preservare la salute da remoto con un alleggerimento parziale della tassazione, data l'ampia applicazione di questa modalità di lavoro sia nel pubblico che nel privato.

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